ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 4 gennaio 2008

A Brescia l'alfabeto pittorico di Ugo Carrega

«Ho maturato, credo fin da piccolo, la convinzione che la parola fosse la più alta espressione dell’uomo. La parola più banale, più comune, era per me un evento grande e bello quasi quanto un quadro di Rembrandt». E’ tutto racchiuso in questa frase il senso della ricerca creativa di Ugo Carrega (Genova Pegli, 1935), pittore e poeta con cui si avvia l’attività espositiva della Fondazione Berardelli di Brescia, nuovo centro per l’arte contemporanea e per la Poesia visiva, che vanta un ricco archivio, formato da oltre seimila volumi e da una collezione permanente con un’ottantina di opere di artisti del calibro di Sarenco, Paul de Vree, Jiulien Blaine, Ladislav Novak e Pierre Garnier.
L’antologica, accompagnata dal catalogo La mente in mano, allinea una sessantina di lavori dell'artista ligure, creati tra gli anni Sessanta e oggi: oli, tempere su carta, collage, sculture e acrilici su tela, distinti da un’inimitabile «artescrittura», in bilico fra segno e scrittura, pittura e poesia.
Convinto assertore dell’importanza della parola poetica e del fatto che questa trova una vera dimensione sola nella sua espressione visiva e fisica, Ugo Carrega inizia la propria attività a Genova, negli anni Cinquanta, periodo cui è ascrivibile la pubblicazione del primo fascicolo di poesia sperimentale e visuale èini. Dopo il trasferimento a Milano, nel 1966, l'artista approfondisce la ricerca teorica sulla Poesia visiva, elaborando il concetto di «scrittura simbiotica», nato dall’esperienza di Tool e approfondito con aaa, Quaderni di Tool e il Bollettino da dentro. Nel 1988, il pittore e poeta genovese, esponente di spicco della cosiddetta Arte concettuale, costituisce, anche grazie all’aiuto di Paolo Della Grazia, l’Archivio di Nuova scrittura, oggi conservato al Mart di Rovereto. Il museo trentino, dove è attualmente in corso la retrospettiva La parola nell'arte, è tra i patrocinatori dell'evento bresciano, cui seguiranno altre tre mostre dedicate ad esponenti della Poesia visiva: Pierre Garnier (15 febbraio-10 aprile 2008), Sarenco (18 aprile-25 maggio 2008) e Julien Blaine (30 maggio-15 luglio 2008).

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Ugo Carrega, L’idea, 2000, cm 82 x 63, cellophane sovrapposti; (fig. 2) Ugo Carrega, Senza titolo – Le torte, 1990, diametro cm 30, altezza cm 8, smalto, lettere ricalcabili e legno applicato; (fig. 3) Ugo Carrega, Metafora, 1993, cm 80 x 60, tempera su tela
[Le immmagini sono state fornite da Paola Bisi, ufficio stampa della mostra Ugo Carrega. Un'antologica]

Informazioni utili
Ugo Carrega. Un'antologica. Fondazione Berardelli, via Milano 107- Brescia. Orari: martedì-venerdì 15.30-19.30; altri orari su appuntamento. Ingresso libero. Catalogo: Paolo e Pietro Berardelli (a cura di), Ugo Carrega, La mente in mano, Fondazione Berardelli edizioni, Brescia 2007. Informazioni: tel. 030.313888. Sito web: www.fondazioneberardelli.org. Fino al 12 gennaio 2008.

Curiosando nel Web
Il sito della Fondazione Berardelli

giovedì 3 gennaio 2008

Rococò, déco e...: alto antiquariato in Lombardia

E’ una splendida pendola di epoca Direttorio (nella foto in altro, a sinistra), in bronzo dorato su base ovale in marmo bianco, il cui disegno porta la firma del bronzista parigino Jean Simon Deverberie, l’immagine guida della quarta edizione di Novegro alto antiquariato, mostra-mercato in programma da sabato 12 a domenica 20 gennaio a Segrate, nell’ampio padiglione centrale del Parco esposizioni Novegro, a pochi chilometri dall’aeroporto di Milano-Linate.
Più di sessanta espositori, provenienti da tutto il mondo, metteranno in mostra una raffinata scelta di complementi d'arredo e oggettistica per la casa, tra cui preziosi mobili che spaziano dallo stile rococò a quello déco, pezzi di modernariato e antichità giapponesi, indiane e cinesi.
Novegro alto antiquariato non è, però, solo arte antica. L'edizione 2008 prevede, infatti, anche una mostra d'arte contemporanea, dal titolo La riscoperta di un maestro del ‘900, tesa a ripercorrere la storia creativa di Angelo Bozzola (Galliate, 1921), pittore e scultore novarese (nella foto in basso, a destra), ancora vivente e non attivo da molti anni, la cui ricerca si lega all'avanguardia astratto-concreta, costruttivista e segnica internazionale della seconda metà del XX secolo, dall'italiano Mac al parigino V(Art), passando per il giapponese Movimenti moderni.
L'esposizione è curata da Silvia Broggi, storica delle arti decorative.
Durante i nove giorni d'apertura, i visitatori potranno, inoltre, chiedere la consulenza di architetti e arredatori per ambientare al meglio i pezzi di antiquariato di loro proprietà o di recente acquisto; mentre l’arredatrice anglo-milanese Anna Riva proporrà soluzioni e progetti per l’ambientazione di oggetti antichi nel contesto di un appartamento moderno.
Si segnala, infine, che per tutto il periodo della manifestazione saranno a disposizione del pubblico un bar e un ristorante, guidati dallo chef Paolo Caccia.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Immagine guida della IV edizione di Novegro alto antiquariato. Pendola d’epoca Direttorio, realizzata su disegno preparatorio di Jean Simon Deverberie; (fig. 2) Ritratto di Angelo Bozzola.
[Le foto sono state fornite da Giroscopio, ufficio stampa della IV edizione di Novegro alto antiquariato]

Informazioni utili

Novegro alto antiquariato. Parco esposizioni Novegro, via Novegro - Segrate (Milano). Orari: da venerdì a domenica 10.00-20,00, da lunedì a giovedì 14.30-19.30.Ingresso: € 12.00. Catalogo: disponibile in mostra. Info: Comis, tel. 02.7562711. Sito web: www.parcoesposizioninovegro.it. Dal 12 al 20 gennaio 2008.

Curiosando nel Web

Il sito del Museo Angelo Bozzola di Galliate
Il sito di Novegro alto antiquariato

giovedì 12 luglio 2007

52° Biennale di Venezia: un “memento mori” a regola d’arte

Giovani artisti al loro debutto sulla scena internazionale che si confrontano con maestri della contemporaneità, ma anche con padri nobili delle arti visive, i cui nomi fanno ormai parte della storia, da Sol LeWitt (Hartford, Usa, 1928-New York, Usa, 2007) a Feliz Gonzalez-Torres (Guaimaro, Cuba, 1957–Miami, Usa, 1996), da Philippe Thomas (Nizza, Francia, 1951-Parigi, Francia, 1995) a Chen Zhen (Shangai, Cina, 1955-Parigi, Francia, 2000). Pitture, sculture, fotografie, video, fumetti e installazioni, molte delle quali site specific, che si interrogano sulla complessità dello scenario storico, politico e sociale del mondo d’oggi, affrontando temi quali il razzismo, l’emergenza ambientale, le ferite generate dalle guerre e dal terrorismo, la miseria che imperversa in larghe zone del pianeta e, soprattutto, la finitudine della vita umana. Questo e molto altro va in scena alla cinquantaduesima edizione della Biennale d’arte di Venezia, dal titolo Pensa con i sensi-Senti con la mente. L’arte al presente, presieduta da Davide Croff e affidata alla cura di Robert Storr, critico e curatore di fama internazionale (è rettore della Yale School of Art e consulting curator per l’arte moderna e contemporanea del Philadelphia Museum of Art, dopo essere stato senior curator del Moma di New York), ma soprattutto primo direttore americano della storica mostra lagunare.
La rassegna, in cartellone fino al prossimo 21 novembre, è già stata definita la «Biennale dei record». I numeri, d’altronde, parlano chiaro: le sedi istituzionali, i Giardini e l’Arsenale, e quelle dei più di trenta «Eventi collaterali» studiati per l’occasione, il cui percorso si articola tra il centro storico e le isole di San Servolo, San Lazzaro degli Armeni e Sant’Erasmo, accolgono un esercito di oltre quattrocento artisti provenienti dai quattro angoli del pianeta. Settantasei sono, nello specifico, le partecipazioni nazionali, con alcuni esordi come l’Azerbaijan, il Libano, il Messico, la Repubblica di Moldova e il Tajikistan, e con due ritorni, la Bulgaria e la Repubblica Araba Siriana.
Importante novità di questa edizione della Biennale è il ripristino del Padiglione italiano, arbitrariamente soppresso nel 1999 da Herald Szeemann e riallestito lo scorso anno, in occasione della 10° Mostra internazionale di architettura, presso le Tese delle Vergini all’Arsenale, in un magazzino ottocentesco di oltre mille metri quadrati, originariamente utilizzato per la conservazione del carbone. In questa ampia sala, ristrutturata da Franco Purini e affidata alla cura di Ida Giannelli, coabitano l’installazione Sculture di linfa di Giuseppe Penone (Garessio, Cuneo, 1947), composta da opere di grandi dimensioni in legno e marmo di Carrara che si interrogano sulla natura e sui suoi processi formativi, e il video Democrazy di Francesco Vezzoli (Brescia, 1971), con due (falsi) spot, prodotto in collaborazione con gli ex media advisor di George W. Bush e Bill Clinton, nei quali è simulato un confronto fra due ipotetici candidati alla presidenza degli Stati Uniti, impersonati dall’attrice americana Sharon Stone e dal filosofo francese Bernard Henry- Lévy.
Sempre sul fronte dell’arte italiana, alla cinquantaduesima edizione della Biennale d’arte ritorna, con l’obiettivo di promuovere la creatività artistica del territorio veneto, anche il Padiglione Venezia. La mostra d’esordio, a cura di Luca Massimo Barbero, Chiara Bertola e Angela Vettese, è dedicata a Emilio Vedova (Venezia, 1919–2006), Leone d’oro alla carriera nel 1997, e raccoglie attorno ad un grande disco, simbolo della maturità espressiva dell’artista – l’opera Senza Titolo (Als ob) del 1996- sei tele inedite di George Baselitz (Deutschbaselitz, Germania,1938), simbolici teleri di tre metri per due e mezzo, che ripropongono le linee astratte dell’iconografia “vedoviana”.
Un’altra iniziativa firmata Robert Storr è la rassegna Check List Luanda Pop alle Artiglierie dell’Arsenale: un’intera sezione dedicata all’arte africana, dove trovano posto opere provenienti dalla Sindika Dokolo African Collection of Contemporary Art, selezionate da Fernando Alvim e Simon Njami, come il libro di fumetti Une éternitè a Tanger (2003) di Eyoum Ngangué (Yaoundé, Camerun, 1967) e Faustin Titi (Blolequin, Costa d’Avorio, 1971) o l’installazione L’écriture infini (2007) di Bili Bidjocka (Douala, Camerun 1962).
Dal Continente nero giunge anche il Leone d’oro di questa edizione della kermesse: il fotografo Malick Sidibé (Soloba, Mali, 1936), che per l’occasione presenta il progetto Les Africains chantent contre le SIDA/ Africans Sing Against AIDS. Accanto a questo lavoro, nelle sale del vecchio Padiglione Italia, il cui allestimento ordinato e lineare esibisce un certo timbro museale, si trovano opere di Robert Ryman (Nashville, Usa, 1930), Gerhard Richter (Dresda, Germania, 1932), Sol LeWitt (Hartford, Usa, 1928-New York, Usa, 2007) ed Elsworth Kelly (Newburgh, Usa, 1923), che ben evidenziano il penchant per la pittura non figurativa di Robert Storr. Una nota di rilievo meritano anche le due grandi teste-calchi-fontane di Bruce Nauman (Fort Wayne, Usa, 1941), la video-animazione Dread di Joshua Mosley (Dallas, Usa, 1974), nel quale Pascal e Rosseau dialogano sul senso della natura e dell’umanità, e la pioggia di capi mozzati di Nancy Spero (Cleveland, Usa, 1926), ennesima riflessione sull’«ineffabile oscenità della guerra».
Il prologo della mostra all’Arsenale è, invece, firmato da Luca Buvoli (Brescia, Italia, 1963), artista italo-americano che rilegge, in chiave teatrale e fumettistica, il mito del futurismo. Questo lavoro, un omaggio al grande Filippo Tommaso Marinetti e un inno alla joie de vivre del primo ‘900, lascia il posto, per uno strano gioco di opposti, a serie di opere che meditano sulla caducità della vita umana. Memento mori sembra, infatti, il motto di tutta questa sezione espositiva, nella quale spiccano le grandi fotografie di Gabriele Basilico (Milano, Italia, 1944) scattate in una Beirut silenziosa e spettrale, il video di Paolo Canevari (Roma, Italia, 1963) con un bambino che gioca a calcio in uno sterrato dell’ex quartiere generale di Belgrado, usando come palla un teschio, o, ancora, il Cristo in croce su un aereo da combattimento di León Ferrari (Buenos Aires, Argentina, 1920) e la skyline post-moderna dell’opera Airplanecrashclock di Charles Gaines (Charleston, Usa, 1944), datata 1997, profetica rievocazione dell’11 settembre.
Tra i padiglioni nazionali, merita una segnalazione quello francese, dove è esposta l'installazione Prenez soin de vous di Sophie Calle (Parigi, Francia, 1953), che prende spunto da una e-mail d'addio che l'artista ha ricevuto e girato a centosette donne, tra cui la nostra Luciana Litizzetto, chiedendo di interpretare la frase conclusiva, "Abbia cura di sé", dal punto di vista della propria professione.
La Gran Bretagna presenta, invece, il lavoro di Tracey Emin (Londra, Regno Unito, 1963), uno dei personaggi più eccentrici della Young British Art, con un percorso fatto di disegni, giochi di neon, ricami e dipinti, che raccontano la sua tragica esperienza di ragazzina violentata ed emarginata. Una tappa del lungo grand tour della Biennale di Venezia va, infine, fatta al padiglione della Germania, dove Isa Genzken (Bad Oldesloe, Germany, 1948) mette in scena una delle installazioni più sorprendenti di questa edizione della kermesse lagunare: la sala d'attesa di un aeroporto da incubo con animali impagliati che pendono dal soffitto, maschere veneziane, vestiti d'astronauta e trolley stracolmi di abiti ed oggetti.

Didascalie
[fig. 1] Leon Ferrari, La Civilización Occidental y Cristiana, 1965. Tecnica mista / Mixed media, cm 200x120x50. Colección Alicia y León Ferrari. Photo: Ramiro Larraín. Courtesy of the artist; [fig. 2]Paolo Canevari, Bouncing Skull, 2007, Video, Cortesy; Paolo Canevari, Galleria Christian Stein, Milano; [fig. 3] Les Africains chantent contre le Sida. Photographs by Malick Sidibé. Les Africains chantent contre le Sida. Fotografie di Malick Sidibé; [fig. 4] Tracey Emin, Not so difficult to understand, 2002. Neon blu e rosa / Blue and pink neon, 19 x 61 15/16 in. (48.2 x 157.4 cm). © the artist. Photo: Stephen White. Courtesy Jay Jopling/ White Cube (London); [ fig. 5] Isa Genzken, Fahnenstange, 2006. Legno, tubo di plastica, foglio di plastica, figura gonfiabile di Anubi, slitta di legno, scatole di bevande, coniglio di pezza, bambola di pezza, catena di luci, stampa a colori, colore, spray / Wood, plastic tube, plastic foil, inflatable figure of Anubis, wooden sledge, drinks box, soft toy rabbit, paint box, soft toy doll, chain of lights, c-print. Colour, spray, 190 x 410 x 115 cm. Courtesy neugerriemschneider, Berlin. © Isa Genzken, 2007;



Informazioni utili

52° Esposizione Internazionale di Arti visive. Giardini della Biennale, Arsenale e sedi varie - Venezia . Orari: 10-18; chiusura: lunedì > Giardini della Biennale; martedì > Arsenale. Biglietti: intero e 15.00, ridotto € 12.00, studenti/giovani € 8.00, formula family (2 adulti e 2 bambini under 14) € 34.00, gruppi adulti € 10.00, gruppi studenti € 6.00, permanent pass € 40.00, ingresso gratuito per i bambini fino ai 6 anni. Informazioni: tel. 041.271 9020/041.5218828. Catalogo: Marsilio editore (3 volumi). Web Site: www.labiennale.org. Fino al 21 novembre 2007.