ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 31 gennaio 2008

Bologna, «La Venere» del Guercino atterra al «Guglielmo Marconi»

E’ con un dipinto di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (Cento, 1591-Bologna, 1666) che Bologna accoglie, in questi giorni, turisti e viaggiatori che fanno scalo all’aeroporto internazionale Guglielmo Marconi.
Fino a mercoledì 20 febbraio, la sala Business Lounge ospita, infatti, un prezioso olio su tela raffigurante Venere, che il maestro di Cento - considerato, assieme a Guido Reni, il più grande pittore del Seicento bolognese – dipinse nel 1643.
L’iniziativa, realizzata grazie alla disponibilità della galleria Fondantico di Tiziana Sassoli, è la prima che l’hub felsineo, già impegnato nella promozione del moderno e contemporaneo, dedica all'arte antica e tiene a battesimo una serie di rassegne che, nei prossimi mesi, porteranno al Guglielmo Marconi alcuni tra i più grandi nomi della tradizione pittorica emiliana, da Donato Creti (Cremona, 1671-Bologna, 1749) a Pierfrancesco Cittadini (Milano, circa 1615 - Bologna, 1681), da Guido Reni (Bologna, 1575 – 1642) a Lippo Dalmasio (Bologna, 1360 – 1410).
Responsabile scientifico del progetto - nato sulla scia di un’identica iniziativa che, nel 2002, portò il Rijksmuseum di Amsterdam ad esporre nell'aeroporto cittadino tele di Rembrandt, Jan Steen e Jacob van Ruisdael - è il professor Daniele Benati, docente di Storia dell’arte medievale all’Università di Bologna.
Il calendario delle mostre, nate con l'intento di trasformare l’attesa in aeroporto in una piacevole occasione culturale, è ancora in fase di studio. Certo è, invece, che l’intero progetto sarà concepito – per usare le parole di Giuseppina Gualtieri, presidente di Sab (la società che gestisce lo scalo bolognese) - come una «vetrina delle eccellenze del territorio». A questa prima esposizione aderisce, per esempio, la Fondazione Cassa dei risparmi di Forlì, promotrice della mostra Guido Cagnacci. Protagonista del ’600 tra Caravaggio e Reni, in programma fino al 22 giugno ai Musei di san Domenico di Forlì, dove sono esposte anche opere del maestro della Venere. Nella Business Lounge del Guglielmo Marconi sarà, infatti, possibile vedere un video-documentario sul bizzarro artista di Santarcangelo di Romagna, curato da Tina Lepri.
Ma quali sono i legami tra il «gran disegnatore» e «felicissimo coloritore» Guercino (le definizioni sono di Ludovico Carracci), artista così soprannominato per lo strabismo all'occhio destro dovuto a un trauma subito in tenerissima età, e Guido Cagnacci (Santarcangelo di Romagna, 1601 – Vienna, 1663)? «I due divisero un appartamento in via del Babbuino, a Roma - spiega Daniele Benati - e sicuramente il Barbieri influenzò il compagno nel modo di rappresentare i nudi». E proprio un’aggraziata figura senza veli è al centro della mostra al Guglielmo Marconi. Si tratta quasi certamente della Venere eseguita nel 1648 per il generale Barone Mattei, annotata nei Libro dei conti del Guercino: “Dall’Em.mo Sig.r Barone Mattei si è riceuto – si legge in una nota del 7 ottobre di quell’anno - per intero pagam.to del Quadro della Venere lire 612.16 […]”.
La stessa gamma cromatica schiarita e l’eleganza del partito figurativo, composto su ideali di maturo classicismo, fanno addurre che l'opera sia ascrivibile alla tarda età dell’artista emiliano. A sostegno di questa tesi ricorre anche la raffigurazione di una fisionomia muliebre che il Guercino adotta a partire proprio a partire dagli anni Cinquanta del Seicento.
Come si apprende da una nota successiva del Libro dei conti, scritta in data 25 febbraio 1649, Barone Mattei avrebbe di lì a poco commissionato all’artista emiliano anche un quadro a pendant raffigurante Marte con un amorino, quadro che fa oggi parte della collezione dell’Art Museum di Cincinnati. «Il cielo della Venere è un chiaro proseguimento di quello dell’opera in America - spiega Daniele Benati - e la scena ha una continuità: c’è uno scambio di sguardi tra i due dei mentre, Venere incendia le armi di Amore, colpevole di averla fatta innamorare di Marte».
Un’ultima curiosità sul dipinto riguarda il cesto di fiori, che venne aggiunto in un secondo momento da un pittore francese, forse Jean Baptiste Monnoyer, in sostituzione della fiaccola con cui la dea greca dava fuoco agli strumenti di guerra.
Agli appassionati d’arte, l’aeroporto internazionale Guglielmo Marconi offre, in questi giorni, anche la possibilità di avvicinarsi all’arte contemporanea. Fino al 28 febbraio, le scale che dall'area arrivi Schengen salgono verso la rotonda antistante la Business Lounge ospitano, in collaborazione con la Esso Gallery di New York e Arte Fiera, l'opera Black clouds di Paolo Bertocchi e Vanessa Chimera: un cospicuo numero di ombrelli aperti, sospesi sopra le teste dei passeggeri, che si propongono di far riflettere sul clima, e in particolare, su come i sui cambiamenti influenzino l'economia globale.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, Venere, 1643. Olio su tela, cm 144 x 99. Opera di proprietà della galleria Fondantico di Tiziana Sassoli, Bologna; (fig. 2) Inaugurazione della mostra su Guercino all'aeroporto internazionale Guglielmo Marconi di Bologna. Sono presenti da sinistra Giuseppina Gualtieri, presidente di Sab, e Tiziana Sassòli, titolare della galleria Fondantico di Bologna; (fig. 3) Paolo Bertocchi e Vanessa Chimera, Black clouds, 2008. Ombrelli, dimensioni variabili. Courtesy Esso Gallery, New York. Installazione per l'aeroporto internazionale Guglielmo Marconi di Bologna.


Informazioni utili
La Venere del Guercino. Aeroporto internazione Guglielmo Marconi, sala Marconi Business Lounge , via Triumvirato 84 - Bologna. Orari: tutti i giorni dalle 5.00 alle 21.30. Informazioni: Marconi Business Lounge, tel. 051.6479616 o marconilounge@bologna-airport.it. Fino al 20 febbraio 2008.

Curiosando nel Web

La mostra di Guido Cagnacci a Forlì
Il sito della galleria Fondantico di Bologna

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Malpensa, in viaggio con Depero e Pistoletto

mercoledì 30 gennaio 2008

Dal direttore al progetto culturale: tutte le novità del museo Accorsi di Torino

Cambio ai vertici del museo di arti decorative Pietro Accorsi di Torino, dove è appena stata nominata direttore Arabella Cifani, storica dell’arte che vanta al suo attivo un percorso più che trentennale di attività nei campi della ricerca artistica e letteraria e che si è sempre occupata di grandi temi della storia dell’arte, con particolare interesse per la storia del collezionismo, la pittura francese del Sei-Settecento e quella fiamminga del Seicento, la pittura di genere e di paesaggio, l’iconografia e l’iconologia sacra.
Laureata in lettere con indirizzo artistico presso l’Università di Torino, Arabella Cifani ha in curriculum seminari al Louvre di Parigi e alla National Gallery di Londra, consulenze alla Fondazione dell’Istituto bancario San Paolo per la scienza, la cultura e l'arte di Torino e alla National Gallery di Ediburgo, collaborazioni per grandi mostre internazionali come quelle di Van Dyck a Genova, Piero da Cortona a Roma e Cassiano dal Pozzo a Biella.
Numerose anche le collaborazioni giornalistico-editoriali di cui Arabella Cifani può fregiarsi: da Saggi e memorie di storia dell’arte della Fondazione Giorgio Cini di Venezia al Bollettino d’arte del ministero dei Beni culturali, dalla rivista Burlington Magazine di Londra ad Arte cristiana di Milano e alla rivista Il Quirinale. Tra gli ultimi suoi lavori, si segnala il catalogo della collezione Croff-Guelfa (edizioni Umberto Allemandi): un’importante raccolta di opere dal XIII al XX secolo, che costituirà il nucleo principale delle collezioni del nascente museo civico di Ivrea.
Molto articolato il calendario delle iniziative che il nuovo direttore ha messo in cantiere per gli anni a venire, a cominciare dalla costituzione di un Centro di eccellenza per lo studio delle arti decorative franco-piemontesi del XVIII secolo, che, oltre alle attività di ricerca e catalogazione delle collezioni museali, promuoverà incontri e seminari, realizzerà congressi e convegni di alto livello scientifico e culturale, istituirà borse e premi di ricerca, organizzerà iniziative di scambio e collaborazione culturale di importanza internazionale, curerà pubblicazioni, tra cui un nuovo volume sulla vita di Pietro Accorsi, e proporrà un proprio notiziario.
Tra le prime iniziative in programma, il ciclo di incontri mensili sulle arti decorative e il Barocco in Piemonte, che prende avvio alle 17.30 di oggi, mercoledì 30 gennaio, con una conferenza di Massimo Ravera, responsabile del Laboratorio arredi lignei del Centro conservazione e restauro La Venaria Reale, e che proseguirà fino al 10 dicembre con appuntamenti che vedranno vestire i panni dei relatori Arabella Cifani, Franco Monetti, Monica Guiddo, Enrica Pagella, Costanza Roggero, Alfonso Panzetta, Roberto Minarini, Piergiorgio Dragone, Emanuela Bosso e Luca Melegati.
A febbraio ritornerà, per il quinto anno consecutivo, Elisir. Gocce d’arte in Italia, serie di itinerari culturali di approfondimento sulla collezione permanente del museo Accorsi in rapporto ad altre istituzioni più o meno note, per promuovere la conoscenza storico-artistica dall’antichità fino all’età contemporanea e valorizzare il territorio.
L’appuntamento inaugurale, in programma nelle giornate di giovedì 21 e sabato 23 febbraio, si intitola Sapori reali. Sovrani a tavola tra XVIII e XIX secolo e si propone di mettere a confronto, attraverso antichi racconti di cultura culinaria piemontese e francese, i preziosi servizi allestiti nella sala da pranzo del museo Accorsi e nella riaperta reggia di Venaria Reale.
Giovedì 6 e sabato 15 marzo sarà, invece, possibile approfondire, grazie a una visita guidata all’Accademia delle scienze e alla Biblioteca reale di Torino, un tema di cultura a 360°: Il mondo delle idee. Il culto delle Scienze, delle Lettere e delle Arti.
I mesi di aprile, maggio, giugno saranno, quindi, dedicati alle dimore storiche e verranno illustrati gli stili di vita dell'aristocrazia tra il XV e il XIX secolo, prendendo come esempio villa Paola, che era la casa di Pietro Accorsi, il castello di Issogne (Valle d’Aosta) dei conti di Challant, villa Cimena (Castagneto Po, Torino) di Renato Rosso, e lo storico palazzo dei marchesi del Carretto di Saluzzo (Cuneo).
Sarà, poi, la volta del percorso Da Oriente a Occidente. Il culto e la produzione del riso: immagini, volti e spazi, in programma giovedì 25 e sabato 27 settembre, grazie al quale si visiteranno due realtà vercellesi: la Cascina Colombara di Livorno Ferraris e il museo Borgogna di Vercelli, dove sono esposte opere pittoriche ottocentesche i cui soggetti si legano alla vita contadina come Per ottanta centesimi (1895) di Angelo Morbelli.
Dal Vercellese ci si sposterà in Val di Susa per l'incontro Oreficeria sacra e profana. Metalli preziosi al museo Accorsi e nel Museo diocesano di arte sacra di Susa, che si terrà giovedì 16 e sabato 25 ottobre. Chiude il calendario degli appuntamenti il percorso La casa nei secoli. Dal Rinascimento al Novecento, programmato per sabato 15 e giovedì 27 novembre: un viaggio alla scoperta delle Civiche raccolte d’arte applicata del Castello Sforzesco e di Casa Necchi Campiglio a Milano.
Museo Accorsi ospita, inoltre, una serie di visite guidate e di incontri di formazione sul Settecento per scuole di ogni ordine e grado, tra i quali si ricorda l’itinerario L’architetto e il re. Filippo Juvarra protagonista del nascente regno sabaudo.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Ritratto di Arabella Cifani; (2) Manifesto di Incontri d’arte 2008; (fig. 3) Manifesto di Elisir. Gocce d’arte in Italia
[Le immagini sono state fornite da Barbara Cantoia, responsabile dell’ufficio stampa e comunicazione della Fondazione Accorsi di Torino]

Informazioni utili
Museo Accorsi, via Po, 55 -10124 Torino. Informazioni: tel. 011.837688 (interno 3). Orari: da martedì a domenica 10.00-13.00 e 14.00-18.30; lunedì chiuso. Ingresso: intero € 7.00, ridotto € 5.00, scuole e Unitre € 4.00; gratuito per portatori di handicap e loro accompagnatori, per possessori abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino card, bambini sotto i 6 anni. Sito web:
www.fondazioneaccorsi.it.

domenica 27 gennaio 2008

Giornata della Memoria, mostre per non dimenticare

Sono passati sessantatre anni da quel 27 gennaio 1945, in cui le truppe dell'Armata rossa aprivano i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia, e rivelavano al mondo intero l’orrore del genocidio nazista, lo sterminio sistematico del popolo ebreo e l'uccisione di centinaia di migliaia di omosessuali, rom, disabili e deportati militari e politici.
Tra i pochi sopravvissuti alle torture del lager polacco c'era anche il prigioniero numero 174517: il chimico Primo Levi, autore del capolavoro mondiale Se questo è un uomo, testo noto anche e soprattutto per la sua epigrafe iniziale con quel toccante «Meditate che questo è stato», diventato invito simbolo alla memoria della Shoah. Un invito, questo, che, otto anni fa, è stato accolto dallo Stato italiano che, sulla scia di altri Paesi europei, ha istituito con una legge - la 211 del 20 luglio 2000 - la Giornata della memoria, «per ricordare le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, i cittadini italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che - anche in campi e schieramenti diversi - si sono opposti al progetto di sterminio, ed anche a costo della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati».
Ogni anno, dunque, il 27 gennaio il nostro Paese ricorda - con un fitto calendario di incontri, cerimonie, rassegne, spettacoli teatrali e proiezioni cinematografiche – la Shoah, una delle pagine più tristi e oscure della nostra storia recente. Non fa eccezione questo 2008, in cui si commemora anche il 70° anniversario delle leggi razziali, leggi «che di fatto - ha recentemente dichiarato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - prepararono l’Olocausto anche in Italia».
Tra le tante mostre, soprattutto a carattere documentario e didattico, in programma (per maggiori informazioni si rimanda ai siti www.ucei.it e www.deporatati.it), si ricordano, per la loro importanza dal punto di vista storico-artistico, Dal lager. Disegni di Lodovico Belgiojoso al Museo di storia contemporanea di Milano, (R)esistere per immagini. Germano Facetti dalla rappresentazione del Lager alla storia del XX secolo al Museo diffuso della Resistenza, della deportazione, della guerra, dei diritti e della libertà di Torino e Primo Levi, i giorni e le opere al Palazzo dell’ex Ateneo di Bergamo.
La rassegna meneghina, curata da Massimo Simini e aperta fino a domenica 9 marzo, ricorda la figura di Lodovico Belgiojoso, celebre architetto milanese, morto nel 2004, che fu tra i soci dello Studio BBPR (Belgiojoso, Banfi, Peressutti e Rogers), uno degli studi che più hanno influenzato l’architettura milanese e italiana tra gli anni Trenta e la fine del secolo scorso.
Schiene dove si contano le ossa, cadaveri appesi per il collo, carretti ricolmi di carcasse umane, vivi che sembrano morti: i soggetti degli schizzi e disegni a carboncino, nei quali il progettista milanese fissò i suoi ricordi della prigionia nel campo di Mauthausen-Gusen, dove venne rinchiuso con il collega Gian Luigi Banfi. Il corpus grafico, composto da una cinquantina di lavori - tratteggiati nel lager, di nascosto, grazie a una matita prestata dal grafico Germano Facetti o disegnati dopo la Liberazione - viene presentato per la prima volta nella sua interezza, accanto a una serie di poesie e di brani letterari dello stesso Belgiojoso e una videoproduzione che ripercorre, anche attraverso testimonianze dirette dei familiari, la sua vita e la sua attività di architetto.
A Germano Facetti, art director alla Penguin Books e creativo poliedrico, viene, invece, dedicata la mostra (R)esistere per immagini (catalogo Silvana editoriale), aperta fino al 27 aprile a Torino, che presenta parte del ricco archivio di immagini, che è stato acquisito nel 2006 dall’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea Giorgio Agosti, che ha curato i contenuti della rassegna assieme a Gianfranco Torri. Si tratta di circa 22.000 documenti, tra cui una serie di disegni, in parte inediti, realizzati tra il 1944 e il ’45 nel campo di Mauthausen-Gusen.
Porta la firma dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea Giorgio Agosti, e per la precisione di Alberto Cavaglion ed Elisabetta Ruffini, anche la mostra Primo Levi, i giorni e le opere, aperta fino al 3 febbraio a Bergamo. Grazie a fotografie, immagini video e riproduzioni di documenti, l’esposizione porta a conoscere la figura dell’autore di Se questo è un uomo attraverso una complessa tessitura di situazioni: il chimico, lo scrittore, il testimone, l'editorialista ed il drammaturgo.
Una segnalazione particolare merita, infine, l’iniziativa dell’assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo che, in collaborazione con la Gamec, ha invitato l'architetto, scrittore e poeta Corrado Levi a concepire un progetto come immagine guida del Giorno della Memoria 2008. Locandine, cartoline, manifesti, stendardi rimandano la visione, tradotta da un'immagine di Aldo Mondino, di innumerevoli gabbiani che si librano in un cielo azzurro e limpido con in primo piano la silhouette bianca del filo spinato.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Corrado Levi per il Giorno della Memoria 2008. Progetto promosso dal Comune di Bergamo e dalla Gamec [L'immagine è stata fornita da Silvia Dandossola, ufficio stampa della Gamec]; (fig. 2) Copertina del volume Germano Facetti. Dalla rappresentazione del Lager alla storia del XX secolo, edito da Silvana editoriale; (fig. 3) Immagine guida della mostra Dal lager. Disegni di Lodovico Belgiojoso

Informazioni utili
Dal lager. Disegni di Lodovico Belgiojoso. Museo di storia contemporanea, via Sant'Andrea, 6 - Milano. Orari: martedì-domenica 9.30–13.00 e 14.00-17.30. Ingresso libero.Catalogo: disponibile in mostra. Informazioni: tel. 02.88465933. Sito web:
http://www.museidelcentro.mi.it/. Fino al 9 marzo 2008.

(R)esistere per immagini. Germano Facetti dalla rappresentazione del Lager alla storia del XX secolo. Museo Diffuso della Resistenza, della deportazione, della guerra, dei diritti e della libertà - Palazzo dei Quartieri militari, corso Valdocco 4/A - Torino. Orari: martedì-mercoledì-venerdì-sabato-domenica 10.00-18.00; giovedì 14.00-22.00; lunedi chiuso. Ingresso gratuito. Catalogo: Silvana editoriale, Cinisello Balsamo (Milano). Informazioni: numero verde 800 553130. Sito web: http://www.museodiffusotorino.it/. Fino al 27 aprile 2008.

Primo Levi, i giorni e le opere. Palazzo dell’ex Ateneo (città alta) - Bergamo. Orari: da lunedì a venerdì 17.00-19.00, sabato e domenica 10.30-13.30 e 16.00-20.00. Ingresso libero Informazioni: tel. 035.238.849. Fino al 3 febbraio 2008.