ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 28 febbraio 2008

Piemonte, turisti per fiction al Castello di Masino

Una nuova tendenza di viaggio sta acquisendo spazio nel panorama dell’industria turistica: è il teleturismo. Sempre più spesso c’è chi sceglie la meta per una vacanza o per una gita domenicale attraverso il piccolo e il grande schermo, attratto dai luoghi che fanno da contorno e da ambientazione a pellicole cinematografiche e fiction. Non è, dunque, un caso che nel 2005 il Touring club italiano abbia pubblicato un volume dal titolo I luoghi del cinema. Paesaggi, città, attori e registi: la nostra penisola attraverso i film italiani più celebri, a cura di Giulio Martini e con introduzione di Tullio Kezich, in cui l’Italia appare come un grande e magnifico set a cielo aperto, che va dalle risaie del Vercellese di Riso amaro alla Sicilia del Gattopardo, passando per la Milano surreale di Maurizio Nichetti, la sapida Toscana di Roberto Benigni, l’onirica Romagna di Federico Fellini e la Napoli di Totò e di Massimo Troisi.
In questi ultimi due anni, il fenomeno del teleturismo ha preso ancora più piede. Serie televisive come Il commissario Montalbano e Carabinieri –lo ha documentato una ricerca del Centro internazionale di studi sui rapporti tra audiovisivo e territorio, datata 2007- hanno portato un gran numero di visitatori nell’assolata Sicilia di Andrea Camilleri -tra Ragusa e Scicli-, e in Umbria, nella splendida Città della Pieve, piccolo centro abitato che Alessia Marcuzzi, Giorgio Borghetti e Paolo Villaggio hanno reso ben più famoso di quanto non abbia fatto Pietro di Cristoforo Vannucci, detto il Perugino, suo figlio illustre.
Non meno fortunato è stato il Piemonte sabaudo: Alessandro Preziosi e Vittoria Puccini, con la prima serie di Elisa da Rivombrosa, hanno fatto scoprire a migliaia di visitatori il Castello ducale di Agliè, ma anche le splendide residenze di Stupinigi e Racconigi. Giulio Berruti e Sarah Felberbaum, protagonisti del sequel La figlia di Elisa, stanno, invece, facendo puntare i riflettori sul Castello di Masino, maniero di proprietà del Fai (Fondo per l’ambiente italiano), edificato su un'altura che domina il Canavese e da sempre dimora dei conti Valperga, che riveste grande attrattiva non solo per le sue sale, ma anche per il parco circostante, di cui si può apprezzare la sistemazione «all'inglese», risalente alla prima metà dell'Ottocento.
A pochi mesi dalla fine della messa in onda della fiction, la fondazione milanese ha, infatti, deciso di accogliere i tanti fan della storia d’amore tra la contessa Agnese Ristori e il marchese Andrea Casalegno, nel Piemonte occupato dai Francesi guidati da Napoleone, con uno speciale percorso dal titolo Ciak si gira. Ricordando Rivombrosa, in programma tutte le domeniche di marzo.
Curiosi e amanti della serie televisiva in costume potranno, quindi, respirare l’atmosfera del piccolo schermo, passeggiando tra splendide sale mirabilmente affrescate e riccamente arredate con mobili e oggetti di raffinatissima fattura, come l’Appartamento di Madama reale, la Camera degli ambasciatori di Spagna, la Torre dei venti e lo spettacolare Salone da ballo, rispettivamente set delle camere di Agnese e Martino Ristori, della dimora di Andrea von Necker, dello studio del pittore e delle feste da ballo dei Garnieri Solari.
Il viaggio nel mondo della fiction sarà reso ancor più interessante dalla presenza, nelle sale, degli abiti utilizzati durante le riprese (saranno esposti, tra i tanti, quelli dei due protagonisti, Agnese e Andrea, del capitano Loia e di Lucrezia Van Necker), di oggetti di scena e di foto, bozzetti di scene e costumi.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Vista del Castello di Masino. Foto di Giorgio Majno; (fig. 2) Castello di Masino, salone da ballo (Milano); (fig. 3) Castello di Masino, Camera da letto di Madama Reale. Foto di Giorgio Majno.
[Le immagini sono state fornite dall’ufficio stampa del Fai di Milano]

Informazioni utili
Ciak si gira. Ricordando Rivombrosa. Fai–Castello di Masino (Torino). Orario: dalle 14.30 alle 19.00 (partenza ultima visita alle 17.30). Ingresso: adulti € 8,00; bambini € 3,50; aderenti Fai e possessori Carta musei Piemonte € 3,50. Orario: dalle 14.30 alle 19 (partenza ultima visita ore 17.30). Per informazioni e prenotazioni: tel. 0125.778100 o e-mail.
faimasino@fondoambiente.it. Sito web: www.fondoambiente.it.

martedì 26 febbraio 2008

«Pasticceria Taveggia Milano 1909»? Salotto dolce per golosi e palcoscenico per artisti

Timballo di verdure con salsa di parmigiano, risotto al radicchio, cannolo di pasta fillo ricotta e spinaci, filetto in crosta con patatine sautè, crema di cioccolato bianco ai frutti di bosco e, dulcis in fundo, uno spettacolo di cabaret: questo il menù che propone alle 20.30 di sabato 1° marzo la pasticceria Taveggia Milano 1909. A poco più di tre mesi dalla riapertura, lo storico salotto dolce del capoluogo lombardo, che ha avuto tra i suoi avventori Carla Fracci e Renata Tabaldi, mette, infatti, in vetrina un ricco programma di appuntamenti eno-gastronomici e culturali, rivolti a chi ama la musica da camera, il teatro e la lettura.
A inaugurare la rassegna -che propone una decina di incontri, tutti di eccellente fattura- sarà una cena esclusiva firmata dallo chef Enrico Pavoni e uno spettacolo con Paolo Casiraghi e Omar Fantini, ovvero due fra i migliori giovani del panorama cabarettistico milanese, entrambi impegnati su un palcoscenico illustre come Colorado Cafè, sotto la guida di Rossella Brescia e Beppe Braida.
Paolo Casiraghi porterà all’interno della storica pasticceria Taveggia le sue ultime due creazioni: suor Nausicaa e Manuel Garcia Chuparosa de la Piena, cantante spagnolo dal fascino imbarazzante e autore di canzoni che raccontano di amori impossibili, come Il toro e la luna o Il drago e la pompiera. Omar Fantini, invece, proporrà il personaggio del punk settantenne nonno Anselmo, pieno di vita e con la voglia di uscire ogni sera nonostante l’età, oltre ai suoi celebri monologhi sui decenni scorsi.
In occasione della festa della donna, la pasticceria Taveggia dovrebbe accogliere, invece, una raffinata e dolcissima versione live, per voce e chitarra acustica, di alcune tra le canzoni più celebri di Joni Mitchell, Tracy Chapman, Ani di Franco, Bonnie Raitt, Noa, Tuck and Patti. Performance, questa, che avrà per protagonisti Simona Bocci e il chitarrista Luca Nobis.
A seguire, alle 18 di giovedì 10 aprile, si terrà un incontro con Elena Kostioukovitch, docente all’Università degli Studi di Milano e autrice del libro Perché agli italiani piace parlare di cibo (Sperling & Kupfer), vincitrice al premio Bancarella-Sezione cucina 2007; mentre sabato 12 ritornerà il cabaret con Rossana Carretto e Giovanni Vernia.
Giovedì 17 aprile ci sarà, quindi, un incontro con Roberto Iovino e Ileana Mattino, autori del libro Sinfonia gastronomica – musica, eros e cucina (Viennepierre edizioni); mentre l’8 maggio è in programma due cene a tema, una musicale con il duo Halaf Langheim e l’altra dedicata alla Toscana, durante la quale sarà possibile ammirare quadri dell’artista post-macchiaiolo Giuseppe Comparini.
In cartellone nelle prossime settimane, dal 7 marzo al 7 aprile, anche Arte in verde, un'iniziativa proposta da Mangiare arte arte da mangiare, che coinvolgerà una quindicina di ristoranti milanesi, dove verranno proposti piatti d’autore dedicati ai temi dell’agricoltura e del biologico.
Ma non finisce qui. Numerose, infatti, le iniziative ancora in fase di studio, tra cui una serie di Cene con delitto, una rassegna di concerti di musica da camera, appuntamenti di food music per il tè delle cinque, piccoli corsi di cucina da tenersi nei fine settimana e l’iniziativa Merenda al Taveggia con gli artisti di Ambra Orfei, che offrirà ai più piccoli la possibilità di assistere a spettacoli con cantastorie, maghi e illusionisti, clown, giocolieri e truccabimbi.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Esterno della pasticceria Taveggia Milano 1909; (fig. 2) ritratto di Omar Fantini; (fig. 3) ritratto di Paolo Casiraghi nei panni di Manuel Garcia Chuparosa de la Piena.
[Le foto degli artisti sono state fornite dallo Studio De Angelis di Milano, ufficio stampa della pasticceria Taveggia Milano 1909]

Informazioni utili
Taveggia Milano 1909
, via Visconti di Modrone, 2 - Milano, tel. 0276280856 o info@taveggia.it. Sito web: www.taveggia.it.

domenica 24 febbraio 2008

«The Mobile City», Milano e Toronto viste dal cellulare

In quale modo gli adolescenti leggono e interpretano la realtà in cui vivono? Quali sono le loro paure e i loro sogni? Le nuove tecnologie possono aiutarli a rappresentare il mondo che li circonda? Queste alcune delle domande cui proverà a rispondere il concorso The mobile city, che il Museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo, nel Milanese, rivolge a ragazzi tra i 16 e i 22 anni, che vivono nelle città di Toronto e nell’hinterland milanese.
«Racconta la tua città, la tua comunità, la tua vita»: lo slogan dell’iniziativa, nata da un’idea della Camera di commercio italiana a Toronto e promossa dallo staff di Villa Ghirlanda, con la Città di Toronto e con la Provincia, il Comune e la Camera di commercio di Milano.
La competizione, le cui iscrizioni sono aperte fino alla mezzanotte del 15 maggio 2008, si propone di raccogliere fotografie scattate con il telefono cellulare o con una macchina fotografica digitale. Tanti i temi su cui i giovanissimi potranno sbizzarrirsi: dal racconto delle persone con cui entrano quotidianamente in contatto ai sogni e alle paure che riguardano la loro vita e la società, dal paesaggio urbano alle idee di globalizzazione e democrazia, dalle mescolanza etnica alle proposte per la città del futuro.
Tutte le immagini, sia di Milano che di Toronto, saranno caricate sul sito web: www.mobilecityphoto.org.
Fin dall’inizio del concorso le foto inviate saranno visibili e commentabili da tutti gli utenti Internet. I partecipanti -cui viene chiesto di inserire da tre a cinque immagini, con un breve testo di commento- potranno, in ogni momento, modificare o sostituire il proprio materiale, anche a seconda del dialogo che si crea nel sito, dando così vita a una vera e propria community, in una logica di collaborazione open-source.
Alla chiusura del bando, una giuria qualificata sceglierà trenta lavori finalisti che saranno esposti in mostra. Dieci di questi verranno proclamati vincitori il 2 giugno, durante una cerimonia on-line che si terrà contemporaneamente in Italia e in Canada. I vincitori canadesi saranno ospitati dal Museo di fotografia contemporanea (dal 7 al 15 luglio 2008), mentre quelli italiani dal George Brown College di Toronto (dal 15 al 22 luglio 2008).
Durante l’estate, i concorrenti proseguiranno l’esperienza godendo dell’ospitalità internazionale per confrontarsi con i loro coetanei: i ragazzi di Milano andranno a Toronto per raccontare la loro esperienza di una metropoli straniera e viceversa, Le immagini prodotte durante questo periodo e quelle realizzate per il concorso confluiranno in un libro su The Mobile City, che sarà arricchito da contributi di esperti sul rapporto tra fotografia, tecnologia e società.
L’ultima tappa è fissata in autunno, quando inaugurerà in contemporanea in Canada e in Italia una rassegna, innovativa e altamente tecnologica, che ospiterà stampe, video e immagini che verranno inviate direttamente sul cellulare dei visitatori.

Didascalie delle immagini
(fig. 1 e fig. 2) Immagini di presentazione del progetto The mobile city

Informazioni utili
The Mobile City. Ente banditore: Museo di fotografia contemporanea. Quota di partecipazione: nessuna. Informazioni: Museo di fotografia contemporanea, via Frova 10 - Cinisello Balsamo (Milano), tel. 02.6605661, e-mail:
milano@mobilecityphoto.org. Sito web: www.mobilecityphoto.org.

venerdì 22 febbraio 2008

Fondazione Ratti di Como? Scuola d'elite per venti giovani artisti

Sarà Yona Friedman (Budapest, 1923), architetto, designer, urbanista e teorico franco-ungherese, il visiting professor della prossima edizione del Corso superiore di arti visive della Fondazione Antonio Ratti di Como, il più prestigioso programma italiano di specializzazione per giovani artisti, cui hanno preso parte, negli anni passati, come docenti alcuni tra i più interessanti protagonisti della scena artistica contemporanea, da Joseph Kosuth (1995) a Ilya Kabakov (2000), da Marina Abramovic (2001) a Giulio Paolini (2002), da Jimmie Durham (2003) ad Alfredo Jarr (2005), da Marjetica Potrc (2006) a Joan Jonas (2007).
Yona Friedman –che ha attraversato la seconda guerra mondiale, sfuggendo ai rastrellamenti nazisti, e che è vissuto per circa un decennio in Israele, ad Haifa, prima di stabilirsi, negli anni ’50, a Parigi - «sostiene – si legge nella nota stampa- i principi di un'architettura capace di comprendere le continue trasformazioni che caratterizzano la mobilità sociale, basata su infrastrutture che prevedono abitazioni e norme urbanistiche passibili di essere create e ricreate, a secondo dell'esigenza degli abitanti e dei residenti».
L’attenzione per l’autoregolazione degli abitanti che da sempre interessa Yona Friedman, artista che vanta partecipazioni alla Biennale di Venezia e a Documenta di Kassel, nasce direttamente dalla sua stessa esperienza di profugo e senzatetto. Un’esperienza che il progettista franco-ungherese -noto per il manifesto L'architecture mobile del 1956 e la sua più significativa esplicazione, la Ville Spatiale- ha messo a frutto anche nel suo lavoro per le Nazioni Unite e l'Unesco, attraverso la diffusione di alcuni manuali di auto-costruzione nei Paesi africani, sudamericani e in India.
In occasione della progettazione del Lyce'e Bergson ad Angers, in Francia, completato nel 1981, l’artista ha dato voce al suo pensiero, pubblicando un procedimento secondo il quale la distribuzione e la disposizione di tutti gli elementi architettonici erano pensate e decise dai futuri utenti. Il suo libro più celebre rimane, però, Utopie realizzabili -pubblicato in Francia nel 1975, tradotto anche in italiano (Quodlibet, 2003)- nel quale è sviluppata un'idea di ristrutturazione della società in senso compiutamente democratico, volta a fuggire ogni elitarismo.
A Como, dal 1° al 23 luglio, Yona Friedman sarà docente di un workshop pratico dal titolo Public Improvisations, durante il quale –spiega lo stesso visiting professor- «esploreremo l'improvvisazione, le tecniche semplici, che non necessitano istruzioni, disegni o piani complicati. Per essere accessibile al pubblico generale, l'arte deve utilizzare tecniche semplici, facili da adottare. L'arte pubblica improvvisata può essere esplorata ovunque negli spazi pubblici: nelle strade, nei boschi, in un atrio, sul lago. Il luogo stesso è parte dell'opera d'arte».
L'attività quotidiana di questa quattordicesima edizione del Csav -curata da Anna Daneri, Luca Cerizza e Cesare Pietroiusti- prevede anche, come consuetudine, un ciclo di lezioni teoriche e una serie di seminari con personaggi di spicco della scena culturale internazionale.
I venti partecipanti al programma di studio, selezionati da una commissione scientifica sulla base delle domande pervenute entro il prossimo 3 aprile alla fondazione comasca, verranno invitati a concepire un'opera che sarà presentata nella consueta mostra di fine corso. Le lezioni, che si terranno allo spazio San Francesco, sono gratuite; i costi di permanenza a Como sono a carico dei partecipanti.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Yona Friedman al Mart di Rovereto, durante la presentazione del progetto Monument (2006); (fig. 2) Yona Friedman, Monument, 2006. Rovereto, Mart.

Informazioni utili
XII Corso superiore di arte visiva
. Ente banditore: Fondazione Antonio Ratti, Como. Quota di partecipazione: nessuna; sono a carico dei partecipanti i soli costi di permanenza a Como. Data di scadenza: 3 aprile 2008 (fa fede la data del timbro postale). Informazioni e bando di concorso: Anna Daneri, tel. 031.233213, fax. 031.233249, e-mail:
annadaneri@fondazioneratti.org. Web Site: www.fondazioneratti.org
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«Grease»: rock’n roll, amore e brillantina sul palco

Giubbotti di pelle con il bavero alzato, vaporose gonne a ruota, l’immancabile ciuffo alla Elvis, tanta brillantina tra i capelli e musiche dal ritmo contagioso come Summer nights e You are the one I want: è un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo -tra i colori vivaci e le atmosfere esplosive dell’America anni Cinquanta- quello che propone il teatro Condominio Vittorio Gassman di Gallarate, nell’Alto Milanese, dove alle 21 di martedì 26 e mercoledì 27 febbraio va in scena Grease, nella produzione della Compagnia della Rancia.
A far rivivere sul palco la storia d’amore tra Danny e Sandy, i sogni dei T-Birds e delle Pink Ladies, il clima di energia pura e divertimento che fece sognare tanti giovani all’uscita dell’omonima pellicola cinematografica con John Travolta e Olivia Newton-John, nell’ormai lontano 1978, sarà un gruppo di giovani e scatenati interpreti, tutti ventenni o poco più, capeggiati da Filippo Strocchi e Serena Carradori.
Under 30 anche la regia, che porta la firma di Federico Bellone, «ventisei anni sulla carta d’identità e una passione per il musical da sempre», che lo ha portato a collaborare con Saverio Marconi in numerosi spettacoli, ultimo dei quali il nuovissimo High School Musical (che debutta il prossimo mercoledì 19 marzo all’Allianz di Milano), e che lo ha visto vincere il prestigioso premio Ernesto Calindri con La notte di San Valentino (2002).
La sua rivisitazione di quello che è stato ribattezzato il «musical dei record» (oltre mille repliche e 1.300.000 spettatori in tutta Italia, a dieci anni dal debutto) si rifà, inevitabilmente, al precedente adattamento di Saverio Marconi, quello che esordì nel marzo 1997 con Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia e che, da allora, ha visto alternarsi sul palco più di una novantina di artisti. Le musiche, nella traduzione italiana di Michele Renzullo, e alcune coreografie, firmate da Franco Miseria, sono, infatti, pressoché identiche; ma la “confezione teatrale” è completamente rinnovata, con scenografie sgargianti di grande impatto visivo e maxi-collage di pubblicità anni Cinquanta che mettono in primo piano drive-in e moto cromate, hot-dogs e hawaiane col gonnellino, macchine lucide dai cofani bombati e profili da star.
Bando, dunque, alla nostalgia, perché dopo quattro anni di assenza dalle scene il «primo long running show della storia dello spettacolo italiano» è tornato più giovane e frizzante che mai, per far rivivere ancora una volta la magia della liason tra Danny e Sandy nelle aule della mitica Rydell High School, scossa dalle potenti vibrazioni del rock’n’roll e colorata dai battibecchi tra le dolci Pink Ladies e i tenebrosi T-Birds. Una liason che non ha mai smesso di far sognare dal suo debutto sui palcoscenici americani nel lontano 1971, quando Jim Jacobs e Warren Casey decisero di realizzare un musical per sola chitarra, che ricreasse le atmosfere degli anni Cinquanta, in un teatro sperimentale di Chicago.
Fu un successo e, nel giro di pochi anni, lo spettacolo divenne il banco di prova per la consacrazione di intere generazioni di attori, da Richard Gere a John Travolta, interprete teatrale di un ruolo minore, prima di diventare il protagonista della famosa versione cinematografica del 1978, diretta da Randal Kleiser. Una versione cinematografica che si aggiudicò anche una nomination all’Oscar per la miglior canzone originale, nel 1979, con Hopelessly devoted to you.
Stessa felice sorta ha avuto il musical in Italia: da dieci anni a questa parte, alla chiusura del sipario, il pubblico chiede a gran voce il bis per prolungare l’emozione di una favola rock destinata a durare ancora tanti lustri, per rivivere ancora per qualche minuto il clima di festa che ogni sera il cast di Grease ricrea nei teatri italiani. Un clima che ricorda lo stesso Federico Bellone, nella sua nota di regia: «Vidi per la prima volta Grease, l’edizione con Lorella Cuccarini, un sabato pomeriggio. Quel mese comprai il biglietto altre otto volte. Lo show? Era una bomba a orologeria che si innescava con precisione ogni volta per esplodere con tale energia da mandare il pubblico in visibilio».
Dopo Gallarate, dove le due repliche in programma registrano già il sold out, Grease sarà a al teatro Nuovo di Arcore (29 febbraio), al Cagnoni di Vigevano (1° e 2 marzo), all'Alfieri di Torino (dal 4 al 9 marzo), al Civico di Bra (10 e 11 marzo), al Pala De Andrè di Ravenna (13 marzo), al PalaBam di Mantova (14 marzo), al teatro di Varese (15 e 16 marzo), al Politeama Rossetti di Trieste (dal 18 al 20 marzo). E, ancora, al Palasport Taliercio di Mestre (21 marzo), al teatro Verdi di Montecatini (22 marzo), al PalaBrescia di Brescia (26 e 27 marzo), al Verdi di Pordenone (dal 28 al 30 marzo), al teatro Carani di Sassuolo (1° aprile), al Diego Fabbri di Forlì (dal 2 al 6 aprile), per volare, infine, in Sicilia, dove farà tappa a Palermo (dal 9 al 13 aprile), Marsala (14 aprile), Caltanisetta (15 aprile) e Catania (16 aprile).

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Una scena di Grease. Regia di Federico Bellone. Foto di Antonio Agostini; (fig. 2, fig. 3 e fig. 4) Filippo Strocchi e Serena Carradori in una scena di Grease. Regia di Federico Bellone. Foto di Giovanna Marino.

Informazioni utili
Grease. Teatro Condominio, via Sironi, 5 - Gallarate (Varese). Date: martedì 26 e mercoledì 27 febbraio 2008, ore 21.00. Ingresso: poltronissima € 35.00 (over 60 e under 25 € 32.00; soci € 30.00); poltrona € 30.00 (over 60 e under 25: € 27.00; soci: € 25.00), galleria € 25.00 (ridotto € 23.00). Informazioni: tel. 0331.784140. Sito web:
www.fondazioneculturalegallarate.it.

Curiosando nel Web
Il sito ufficiale di Grease