ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

lunedì 11 aprile 2011

La UBS Art Collection si mette in mostra per Italia 150

Dipinti, fotografie, disegni, sculture e video: sono oltre quarantamila le opere che compongono la UBS Art Collection, una delle più importanti collezioni di arte contemporanea presenti al mondo.
In coincidenza con i primi quindici anni di presenza di UBS in Italia e con le celebrazioni dei centocinquanta anni della nostra unità nazionale, la raccolta svizzera approda nel Bel Paese con una mostra itinerante, che sta toccando otto città italiane: Dettagli di territorio. I fotografi italiani della UBS Art Collection.
Dopo Torino (Accademia Albertina, 24-27 marzo), Firenze (Stazione Leopolda Spazio Alcatraz, 1-3 aprile) e Roma (Chiostro del Bramante, 8-10 aprile), la rassegna giungerà nei prossimi giorni a Fiorano Modenese, nei suggestivi spazi del Castello di Spezzano, all'interno del quale è ospitato anche un interessante Museo della ceramica.
Trentacinque i lavori esposti, tutti firmati da grandi nomi della fotografia italiana, autori che hanno saputo riscoprire e reinterpretare, ciascuno a proprio modo, il tema del paesaggio e del territorio negli ultimi quarant’anni, contribuendo alla nascita di una nuova fotografia italiana contemporanea.
Accanto alle geometrie astratte e ai netti contrasti di colore di Franco Fontana, ai ritratti quasi “parlanti” delle sculture classiche e dei paesaggi archeologici di Mimmo Jodice, si troveranno gli ambienti tanto familiari quanto metafisici di Luigi Ghirri, la cui eleganza compositiva e acume intellettuale ne fecero uno dei fotografi più influenti del dopoguerra in Europa. Gabriele Basilico focalizza, invece, il proprio lavoro sulla fotografia dei paesaggi urbani e, grazie alla propria passione per l’architettura, percorre un approccio più documentaristico, capace di raccontare la bellezza celata in luoghi e paesaggi industriali. Affascinanti e a volte romanzate, quasi sovrannaturali, sono le immagini di Olivo Barbieri che catturano la magia incompresa della vita di tutti i giorni e dei luoghi più comuni. Le grandi fotografie di Massimo Vitali diventano, invece, vere e proprie finestre sul mondo, dove paesaggi sovraffolati e brulicanti di persone si trasformano in paesaggi umani, a rappresentare uno spaccato sociale della nostra epoca. Una testimonianza di contemporaneità che Francesco Jodice raccoglie, invece, in maniera metodica, quale osservatore internazionale del mondo moderno e della sua globalizzazione, mettendo a confronto ambienti sociali di tutto il mondo e mostrandoci come le città possano condizionare il modo in cui viviamo.
L'esposizione, a cura di Stephen Mc Coubrey, sarà visitabile da venerdì 15 a domenica 17 aprile al Castello di Spezzano, prima di proseguire il suo viaggio per Treviso (Casa dei Carraresi, 6-8 maggio), Padova (Caffè Pedrocchi, 13-15 maggio), Brescia (Teatro Grandi, 20-22 maggio) e Bologna (Pinacoteca nazionale, 27-29 maggio).
In occasione della mostra itinerante verranno, inoltre, esposti, accanto ai grandi nomi della fotografia italiana, gli scatti dei vincitori del concorso fotografico: UBS e il Territorio. Il dettaglio come codice, destinato a giovani talenti emergenti nel campo della fotografia di età compresa tra i 18 e i 35 anni, domiciliati o residenti a Torino e Roma e relative province. A comporre la giuria sono stati chiamati Guido Curto, Giorgetto Giugiaro, Ugo Nespolo, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e Paolo Turati per Torino, e Corrado Augias, Paolo Giorgi, Margherita Guccione, Ada Passaretta, Dino Sorgonà, Claudio Strinati e Dario Zerboni per Roma.
Oltre all’opportunità di esporre insieme ai grandi nomi della fotografia italiana, i vincitori saranno premiati con un viaggio e soggiorno a Basilea per tutta la durata di Art Basel 2011, la più prestigiosa fiera d'arte moderna e contemporanea a livello internazionale di cui UBS è sponsor principale dal 1994 e con la realizzazione di un catalogo delle proprie opere in mostra.

Didascalie delle immagini
[fig. 1]Luigi Ghirri: Venezia, 1987. Eredi di Luigi Ghirri; [fig. 2] Francesco Jodice, Untitled (Napoli), 1998. © Francesco Jodice. Courtesy of the artist and Brancolini Grimaldi, London / Rome; [fig. 3] Massimo Vitali: Picnic Alternatif, 2000, c print 180x225cm. © Massimo Vitali. Courtesy of the artist and Brancolini Grimaldi, London / Rome.
[Le foto sono state messe a disposizione da Alessandra De Antonellis di Ddl Studio]

Informazioni utili
Dettagli di territorio. I fotografi italiani della UBS Art Collection. Date: 15–17 aprile - Modena, Castello di Spezzano; 6–8 maggio - Treviso, Casa dei Carraresi; 13–15 maggio - Padova, Caffè Pedrocchi; 20–22 maggio - Brescia, Teatro Grande; 27–29 maggio - Bologna, Pinacoteca nazionale. Ingresso gratuito nelle diverse sedi espositive. Informazioni: www.ubs.com/dettagliocomecodice.

Per saperne di più
www.ubs.com/4/artcollection/index.html

Venezia, Prada restaura Ca' Corner della Regina

Venezia avrà un nuovo spazio espositivo dedicato all'arte contemporanea. Grazie alla collaborazione tra la Fondazione Musei civici di Venezia e la Fondazione Prada di Milano, ritornerà, infatti, a nuova vita Ca’ Corner della Regina, palazzo settecentesco, affacciato sul Canal Grande, che fu costruito da Domenico Rossi, per conto della famiglia dei Corner di San Cassiano, sulle rovine del palazzo in cui nacque Caterina Corner, la futura regina di Cipro.
L'impegnativo programma di restauro, rispettoso dei vincoli di legge relativi agli edifici di rilevante valore storico artistico si attuerà in sei anni, con l'intesa di rinnovo per altri sei e sarà articolato in tre fasi di intervento. La prima, elaborata di comune accordo, prevede sostanzialmente interventi di messa in sicurezza delle superfici di pregio artistico e architettonico, il rilievo di tutte le parti impiantistiche incoerenti, la manutenzione dei serramenti, l’eliminazione dei materiali di scarto e il recupero degli spazi destinati a uffici e servizi. Tali lavori consentiranno l’apertura parziale del palazzo a fine maggio, mentre le fasi successive sono in corso di progettazione.
L'intero progetto di riqualificazione consentirà allo storico edificio veneziano, la cui architettura si rifà allo stile della vicina Ca' Pesaro di Baldassarre Longhena, attuale sede della Galleria internazionale d’arte moderna, di ritornare al suo antico splendore.
Modulato su tre livelli, lo stabile ha un aspetto slanciato, anche per la presenza di due ammezzati tra piano terra e primo piano, con paramento in pietra d'Istria sulla facciata principale e bugnato dal pianterreno fino al mezzanino.
L’ultimo discendente della famiglia Corner lasciò il palazzo a Papa Pio VII; la dimora ospitò in seguito la congregazione dei Padri Cavanis, il Monte di Pietà e l'Archivio storico della Biennale. Il nuovo corso, di esclusiva competenza della Fondazione Prada e bato da un progetto culturale condiviso con a Fondazione Musei civici di Venezia (usufrutturia dell'edificio, di proprietà comunale), vedrà l'edificio diventare centro di attività espositive, di ricerca e di studio volte all’approfondimento dei linguaggi artistici contemporanei e non solo.
«Siamo felici di raccogliere l’impegnativa sfida per riqualificare lo straordinario palazzo di Ca' Corner della Regina - rilevano Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, presidenti della Fondazione Prada -, nel totale rispetto della sua storia, e con l’ambizione di offrire alla città di Venezia e non solo, una programmazione stimolante e importante sul piano delle arti per tutta la durata del nostro mandato». «Ringrazio vivamente la Fondazione Prada - sottolinea Walter Hartsarich, presidente della Fondazione Musei civici di Venezia - per avere sposato le esigenze d’integrazione culturale della città e della nostra Fondazione completando il variegato mosaico delle strutture museali veneziane con l’apertura di un nuovo spazio dedicato alla cultura contemporanea».

Didascalie delle immagini
[fig. 1]
Ca’ Corner della Regina, Venezia - Facciata esterna; [fig. 2] Ca’ Corner della Regina, Venezia - Particolare dell'interno [Le foto sono state messe a disposizione dall'ufficio stampa della Fondazione Musei civici di Venezia]

Per saperne di più
www.fondazioneprada.org
www.museiciviciveneziani.it

mercoledì 17 novembre 2010

Da Segundo de Chomón a Jacques Tati: Roma accende i riflettori sul cinema restaurato

Cappello in testa, ombrello in mano, pipa in bocca, pantaloni dall'orlo troppo corto e buffi calzini a righe: lo stralunato e maldestro monsieur Hulot mette il suo vestito d'ordinanza e compare sul grande schermo di villa Medici. Quasi in contemporanea con l'uscita nelle sale italiane del film L'illusionista di Sylvain Chomet, ispirato a un soggetto di Jacques Tati (1907–1982), la storica ed elegante sede dell'Accademia di Francia in Roma apre le proprie porte, o meglio la sala cinema Michel Piccoli, a una panoramica filmica dedicata all'autore di Mon oncle (1958) e Playtime (1967), maestro del genere comico-burlesco alla cui lezione hanno guardato, tra gli altri, Jerry Lewis, il primo Woody Allen e Maurizio Nichetti.
In occasione della prima edizione di Re-Visioni, rassegna sul grande cinema restaurato e sul tesori ritrovati del patrimonio cinematografico europeo, in programma nella capitale da venerdì 19 a domenica 28 novembre, gli spazi di viale Trinità dei Monti ospiteranno, infatti, Omaggio a Jacques Tati, iniziativa che ripropone quattro film tra i sei lungometraggi e i tre cortometraggi, realizzati dal regista d'Oltralpe negli anni compresi tra il 1947 e il 1974.
Ad aprire la rassegna sarà la proiezione della pellicola Les vacances de monsieur Hulot (venerdì 19, ore 21.00 e domenica 21, ore 21.00), girata nel biennio 1951-'53 e restaurata nel 2009 grazie alla collaborazione di Groupama Gan e di Technicolor, uniche due fondazioni attive nel settore cinematografico in Francia. In queste sequenze -poetico ed elegante bianco e nero sonoro e non parlato- il cineasta di Le Pecq ironizza sulla ritualità codificata delle vacanze estive vissute dalla borghesia francese negli anni Cinquanta, attraverso la figura del goffo e pressoché taciturno monsieur Hulot. Un tipo fisso, questo, del cinema di Jacques Tati, quasi certamente recuperato dai modelli della comicità muta di Buster Keaton e Charlie Chaplin, che ritroveremo in altre due pellicole in programmazione a Re-Visioni: Mon oncle (sabato 20, ore 19.30 e martedì 23, ore 19.00) del 1958, Gran premio della giuria al Festival di Cannes e Oscar per il miglior film straniero nel 1959, e Playtime (sabato 20, ore 21.00 e lunedì 22, ore 19.00) del 1967.
L'omaggio che l'Accademia di Francia in Roma dedica a Jacques Tati, del quale ogni mattina le scuole potranno scoprire il suo mondo spassoso e pieno di ironia, prevede, inoltre, la proiezione di Jour de féte (domenica 21, ore 10.30 –appuntamento per i più piccoli, dai 6 anni in su- e ore 19.00 e lunedì 22, ore 21.00), film del 1949, premiato alla Mostra del Cinema di Venezia per la miglior sceneggiatura, con il quale il cineasta si fece conoscere al grande pubblico grazie alle esilaranti gag di François, postino di un “paesotto” della provincia francese che, ammaestrato da un cinegiornale sul dinamismo del servizio postale americano, invano cercherà di imitarne la velocità nella consegna delle lettere, ostacolato dal mezzo di trasporto usato: una vecchia bicicletta, con la quale, tra le risate degli spettatori, si ritroverà persino tra i corridori di una gara ciclistica.
Questo film, la cui proiezione sarà anticipata dalla rassegna Una memoria in corto (domenica 21, ore 16.00) con cinque documentari di e su Jacques Tati, verrà presentato nella versione inedita a colori del 1964, il cui restauro è stato realizzato nel 1995 sotto la supervisione di François Ede e Sophie Tatischeff. Un restauro, questo, del quale sarà possibile scoprire tutti i segreti nella tavola rotonda Parlons Tati (sabato 20, ore 16.00), durante la quale Jérôme Deschamps, responsabile di Les Films de Mon Oncle, si confronterà con tre rappresentati di fondazioni che, negli ultimi dieci anni, hanno riportato a nuova vita il lavoro del grande maestro della comicità burlesca: Séverine Wemaere della Technicolor pour le Patrimoine du Cinéma, Gilles Duval della Groupama Gan pour le Cinéma, e Davide Pozzi, direttore dell’Immagine Ritrovata di Bologna.
La prima edizione del festival Re-visioni non terminerà, però, con l'omaggio a Tati e al suo cinema brillante e poetico, intelligente e garbatamente comico, tutto incentrato sui paradossi di una società che si sta modernizzando e che fa fatica a capire la modernità stessa. La rassegna romana prevede, infatti, altre due iniziative: Carta bianca ed Extra. La prima proporrà la visione di cinque grandi opere restaurate del patrimonio cinematografico mondiale, tre delle quali fanno parte degli Archives Françaises du Film, al cui interno sono conservate oltre 10.000 copie appartenenti al patrimonio filmico europeo: Lola di Jacques Demy (martedì 23, ore 21.00 e domenica 28, ore 19.00), Les anges du péché di Robert Bresson (mercoledì 24, ore 21.00 e domenica 28, ore 21.00) e La bandera di Julien Duvivier (giovedì 25, ore 19.00). Le altre due pellicole in programmazione sono, invece, state ristampe in copia nuova e si tratta dei film Il club dei 39 (venerdì 26, ore 19.00) di Alfred Hitchcock e di Serpico (sabato 27, ore 21.00) di Sidney Lumet, con il quale Al Pacino dimostra una prova d’attore che gli vale il premio Donatello come migliore attore straniero e il Golden Globe nel 1974.
Più cospicua la sezione Extra, che propone una vera e propria immersione nelle origini del cinema muto e, più nello specifico, del cinema d’animazione degli inizi del '900, periodo nel quale un pugno di artisti esplorarono le possibilità creative del disegno animato e della sua proiezione. Il primo appuntamento (mercoledì 24, ore 19.00 e venerdì 26, ore 21.00), in programma nel Grand Salon di Villa Medici, è con i pionieri del genere. Durante l'incontro verranno presentati, sulle note del pianoforte di Jacques Cambra, dieci cortometraggi, oggi patrimonio degli Archives Françaises du Film, che sono stati realizzati tra il 1909 e il 1929 da geni creativi quali Émile Cohl, Segundo de Chomón, Robert Lortac, Albert Mourlan, Marius o’Galop. Questi artisti esplorarono diverse tecniche di animazione, dando forma e vita, oltre che al classico disegno animato, a pezzi di carta ritagliata, a marionette, sculture e oggetti vari. E con la loro arte documentarono campagne di prevenzione contro la tubercolosi e la sifilide, per le pubblicità di bevande alcoliche, vetture e sigarette e per la propaganda contro il regime tedesco durante la Grande guerra.
La seconda sezione di Extra sarà, invece, incentrata sulla figura di Segundo de Chomón (1871-1929), regista, sceneggiatore, direttore della fotografia, pioniere del cinema a colori, costruttore di macchine da presa, creatore di nuovi generi del cinema di animazione, ma soprattutto inesauribile inventore di trucchi e di effetti speciali. La sua figura, ancora poco conosciuta in Italia (il suo nome nel nostro Paese rimane legato solo agli effetti speciali di Cabiria), è fondamentale per scrivere le tappe più importanti dei primi anni della storia del cinematografo: «Chomón –si legge nell’elegante ed esaustivo libretto che accompagna il festival- era a Parigi nel 1895 quando al Grand Cafè nel Boulevard des Capucines i fratelli Lumière tennero la prima proiezione pubblica, era con la Pathé all’inizio del secolo, sperimentando l’opportunità di lavorare nella prima vera industria cinematografica, era nell’Itala Film di Torino con Pastrone a dare corpo al monumentale progetto di Cabiria, era ancora in Francia nel 1926 con Gabel Gance per il suo Napoléon, immenso laboratorio di sperimentazione e ricerca a tutti i livelli della tecnica cinematografica».
Re-Visioni omaggia questa grande figura del cinema muto con L’arte dei trucchi (giovedì 25, ore 21.00) proiezione di otto brevissimi corti ottenuti grazie alla Cinémathèque Française e alla Filmoteca de Catalunya, e con la rassegna I restauri del Museo nazionale del cinema (sabato 27, ore 21.00), presentazione di tre preziosissimi cortometraggi restaurati, con la rimusicazione dal vivo di Emanuele Bultrini: Le spectre rouge, La guerra e il sogno di Momi e Lulù, film realizzati rispettivamente nel 1907 a Parigi, nel 1917 e 1923 a Torino.
A questa epoca straordinaria della cinematografia internazionale guarda anche la città di Milano che, da venerdì 17 a giovedì 16 dicembre, presenta la prima edizione del Gran festival del cinema muto.
Nato da un progetto artistico del direttore d'orchestra Alessandro Calcagnile, della compositrice Rossella Spinosa e della formazione da camera I Solisti Lombardi, questo appuntamento sarà totalmente dedicato alla figura di Charlie Chaplin, del quale verranno presentati, tra l'altro, due film recentemente restaurati: Il circo e Tempi moderni.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Un'immagine del film Les Vacances de Monsieur Hulot di Jacques Tati (1953) © Les Films de Mon Oncle; [fig. 2] Un'immagine di Mon Oncle di Jacques Tati (1958) © Les Films de Mon Oncle ; [fig. 3] Un'immagine del film The 39 steps di Alfred Hitchcock (1935) © AFF; [fig. 4] Un'immagine di Bécassotte à la mer di Marius O'Galop (1920) © GPA
; [fig. 5] Ritratto di Charlie Chaplin.
[Le immagini dalla n.1 alla n.4 sono pubblicate nel volumetto che accompagna il festival Re-Visioni di Roma. Si ringrazia per il materiale Ludovica Scolari dell'ufficio stampa e comunicazione dell'Accademia di Francia a Roma];

Informazioni utili
Revisioni – rassegna di cinema restaurato. Accademia di Francia a Roma - Villa Medici, viale Trinità dei Monti, 1 – Roma. Ingresso: biglietto singolo € 5,00 (intero) ed € 4,00 (ridotto); abbonamento 4 proiezioni (escluso il cineconcerto e la proiezione per i più piccoli) € 15,00 euro; pass Re-Visioni (valido per tutti gli eventi di re | visioni, tranne che per il cineconcerto di Jacques Cambra e per la proiezione per più piccoli) € 30,00; cinecorto € 10,00 (intero) € 8,00 (ridotto). Informazioni: tel. 06.67611 o cinema@villamedici.it. Sito web con programma: www.villamedici.it. Note: tutti i film sono in 35mm e in versione originale sottotitolata; la sala cinema Michel Piccoli di villa Medici contiene 98 posti. Da venerdì 19 a domenica 28 novembre 2010.


Gran festival del cinema muto. Sedi varie - Milano e provicia. Ingresso: libero; € 5,00 per la proiezione di tempi moderni. Informazioni: EventiCultura, cell. 339.1528836 o contatti@eventicultura.it. Sito web con programma: www.cinemamuto.it. Da mercoledì 17 a giovedì 16 dicembre 2010.