ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

domenica 30 giugno 2013

Dai libri tattili alle macchine del vento, artisti in concorso tra Genova e la Toscana

Esistono testi che non si leggono con gli occhi, ma che si esplorano con le dita. Sono i libri tattili illustrati, stampati a caratteri grandi e in braille, con disegni a rilievo o collage di svariati materiali, come fili di plastica, tessuti e carte tridimensionali. Si tratta di volumi nati per difendere il diritto alla lettura dei bambini con differente abilità visiva e difficoltà di lettura, realizzati a mano e in tiratura limitata. A pubblicarli, in Italia, è la Federazione nazionale delle istituzioni pro ciechi, che per diffondere l’editoria tattile lancia, in collaborazione con la Fondazione Robert Hollman, il concorso «Tocca a te!», preselezione italiana per l’undicesima edizione di «Typhlo & Tactus», in programma dal 24 al 27 ottobre a Helsinki, in Finlandia.
Cinque i volumi che verranno premiati a Genova, presso la Biblioteca internazionale «Edmondo De Amicis», dove da venerdì 20 a domenica 22 settembre si terrà una mostra delle opere pervenute alla segreteria del concorso (Federazione nazionale delle istituzioni pro ciechi – Centro di produzione del materiale didattico «Tocca a te!», via Giuseppe Mirri, 2 - 00159 Roma) e la votazione per la proclamazione del miglior libro tattile illustrato italiano, alla quale prenderanno parte una giuria senior, formata da esperti della letteratura per l’infanzia e operatori tiflologici, e una junior, con bambini vedenti e non-vedenti. Per il vincitore è previsto un premio in denaro di 1.500 euro; sono in agenda anche menzioni per il miglior testo, per il libro didattico più formativo e per il libro d’artista più bello.
Gli interessati dovranno far pervenire i propri bozzetti di libri per lettori dagli 0 ai 12 anni entro martedì 10 settembre. Ogni progetto dovrà contenere un massimo di dodici illustrazioni e il testo della storia -una creazione originale o un adattamento di un racconto di pubblico dominio- dovrà essere presentato in italiano, braille e inglese. Le opere dovranno essere finite, cioè corredate da pagine rilegate, copertina rigida, indicazione del titolo e dell’autore.

A Castiglioncello del Trinoro, frazione di Sarteano, borgo medioevale della Toscana, è, invece, stato lanciata la prima edizione del concorso «Athena Castiglioncello del Trinoro» per la realizzazione di «Uccelli meccanici» e «Sculture di vento» da presentare nell'ambito del festival «Per aspera ad astra», in programma da venerdì 13 a domenica 15 settembre per iniziativa della Monteverdi Tuscany.
«Le opere –si legge nel bando- dovranno essere realizzate con materiali compatibili e non invasivi del paesaggio e dell’architettura circostante, quali ferro, legno, pietra e consimili. Le sculture di vento dovranno avere un’altezza massima di trecento centimetri, mentre le dimensioni di larghezza e profondità non dovranno superare i cento centimetri. Gli uccelli meccanici -ispirati a quei gabbiani in legno di balsa con le ali snodabili che, appesi a due fili, si muovono con il vento- dovranno, invece, avere una misura massima di 200x200x200 centimetri».
Il bando, che selezionerà in tutto otto artisti, è aperto fino al 1° agosto. Per partecipare bisogna inviare Il proprio progetto dettagliato, includendo il curriculum vitae, una scheda esplicativa e un bozzetto dell’opera che s’intende realizzare. Gli artisti che verranno selezionati riceveranno un rimborso di 300,00 euro per la realizzazione delle sculture di vento e di 150,00 euro per gli uccelli meccanici, oltre a vitto e alloggio per i tre giorni di festival. Per le migliori opere delle due sezioni è, inoltre, previsto un premio in denaro di 1.500 euro.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Locandina della seconda edizione del concorso «Tocca a te!», promosso dalla  Federazione nazionale delle istituzioni pro ciechi; [fig. 2] Una pagina del libro  «Gaia e il mare» di Costanza Longo; [fig. 3] Una pagina del libro «Soffio di vento» di Elisa Lodolo

Informazioni utili 
«Tocca a te!». Ente promotore: Federazione nazionale delle istituzioni pro ciechi. Data di consegna: martedì 10 settembre 2013. Informazioni e consegna materiali: Federazione nazionale delle istituzioni pro ciechi – Centro di produzione del materiale didattico «Tocca a te!», via Giuseppe Mirri, 2 - 00159 Roma; tel. 06.5122747, fax 06.5123893, libritattili@prociechi.it. Sito web: www.libritattili.prociechi.it

«Per aspera ad astra». Ente promotore: Monteverde Tuscany. Data di consegna: 1° agosto 2013. Informazioni e consegna dei materiali: /o caffè Monteverdi, via  di mezzo, Castiglioncello  del Trinoro, 53047 Sarteano (Siena) o https://www.facebook.com/messages/peraspera.adastra.925

venerdì 28 giugno 2013

Aldo Mondino, un artista per l’estate

Mosaici di zucchero, cioccolato e caffè. Tavole con quadrettature che ricordano gli album da colorare dei bambini. Tele con dervisci danzanti, assorti fumatori di narghilè, sultani dell'impero ottomano e figure del mondo arabo. Formelle in vetro dipinto ispirate ai motivi decorativi delle ceramiche Iznik, ma anche installazioni di grandi dimensioni dal carattere ludico. Questo e molto altro compone l'eclettico e multiforme panorama creativo di Aldo Mondino (Torino, 1938-2005), artista piemontese al centro di ben tre mostre allestite in questo inizio d’estate in Italia, tra Milano e Venezia.
«Angurie senza fine» (2003) -una sequenza di quattro cocomeri in legno, acciaio e vetro di Murano, che cita, in maniera ironica, la scultura «Colonna senza fine» di Constantin Bracusi- è stata scelta da Adriano Berengo e James Putnam per il percorso espositivo della mostra «Glasstress. White light / White heat», uno dei tanti eventi collaterali della cinquantacinquesima edizione della Biennale di Venezia, il cui intento è quello di raccontare come gli artisti contemporanei si confrontino con la luce, il calore e gli aspetti intrinseci del vetro e della sua lavorazione.
Sempre nella città lagunare, ma nei suggestivi spazi della Berengo Collection, è aperta fino a domenica 31 luglio la mostra «Ottomané», a cura di Valerio Dehó. Una ventina di opere illustrano l’interesse dell’artista per le culture dell’Est del mondo (conosciute anche attraverso numerosi viaggi in Marocco, Palestina, India e Turchia) e per l’orientalismo europeo di fine Ottocento.
Dal curioso tappeto-mandala «Mekka Mokka» (1988), realizzato con cinquanta chili di caffè in grani su carta da spolvero, alla scultura «Jongleur» (2003), sintesi perfetta tra il vetro di Murano e il bronzo, passando per i gioielli, capolavori dell’oreficeria realizzati a Valenza da progetti autografi, la sperimentazione ironica, intelligente e curiosa di Aldo Mondino regala, in questa mostra, al visitatore coups de théâtre e dettagli colti e raffinati, all'insegna della diversità, dell'esotismo e del viaggio. E’ il caso delle famose «Turcate», chiaro riferimento al folklore turco e omaggio a Giulio Turcato, o degli «Iznik», nei quali viene ricordata la città bizantina e poi turca di Nicea, sede di due concili importantissimi, e vengono rappresentate anche le celebri maioliche ottomane. La mostra veneziana propone, inoltre, un omaggio a Edouard Manet (protagonista in questi stessi giorni di una grande esposizione a Palazzo Ducale), attraverso la tela «Ottomané» (1992), nella quale l’artista piemontese interpreta, attraverso otto quadri, un vaso di fiori dell’impressionista francese.
Il viaggio per l’Italia alla riscoperta di quel «trafficante di immaginazione» e «mago della narrazione» che era Aldo Mondino termina all’ombra della Madonnina, negli spazi della Fondazione Mudima, con la rassegna «Nomade a Milano», aperta fino a venerdì 5 luglio. Il percorso espositivo, a cura di Achille Bonito Oliva, presenta un ricordo degli esordi parigini dei primi anni '60 all'Ecole du Louvre, documentati dalla scultura in bronzo «Tour Eiffel» (1989).
Un’altra opera bronzea, «Grande arabesque» (1995), è collocata all’ingresso della mostra milanese in dialogo con «Ittiodromo» (1967), una potentissima installazione che accosta uno scivolo per bambini a un vero pesce di grandi dimensioni, lasciatovi sgocciolare sulla superficie. E’, questo, l’inizio di un percorso che porterà Aldo Mondino a riflettere sui temi del gioco e dell’infanzia, anche attraverso l’uso di materiali extra-pittorici, effimeri e talvolta edibili che, come egli stesso ha dichiarato: «sono il frutto di quella dimensione miope, di quella distanza che mi fa vedere da lontano un oggetto che da vicino diventa un altro». Lo testimoniano le sue celebri sculture golose e ‘ipercaloriche’ di torrone, pasta di caramella, cioccolato e zucchero, come la spettacolare installazione «Muro del Pianto» (1988), costruita nel cortile della Fondazione Mudima, dove domina un ambiente interamente ricoperto di marshmallows, o l’opera «Raccolto in preghiera» (1986), un enorme tappeto fatto da decine di granaglie diverse, messo in dialogo con i celebri «Tappeti stesi» (1990) in eraclite, i cui colori brillanti restituiscono l’atmosfera di un fantasmagorico suk medio-orientale.
La mostra indaga anche quella parte di ricerca contaminata dalle suggestioni orientali ed esotiche immagazzinate nei tanti viaggi  per il mondo, esponendo, per esempio, i celebri «Dervisci» danzanti, presentati per la prima volta alla Biennale di Venezia del 1993.
In tutto questo lungo iter creativo, centrale rimane sempre la pittura. E anche in questo caso, l’artista torinese si differenzia dai contemporanei, usando un supporto particolarissimo: il linoleum, un materiale ottenuto pressando su una tela robusta di iuta e di cotone un impasto di linossina, polvere di legno di sughero, resine e pigmenti colorati. Ecco così scorrere sulle pareti della Fondazione Mudima opere come «Rabbino» (1990), «Gojesca» (1991) o «Gertrude Stein» (1993); mentre al pianoterra è ambientata la grande installazione «I cacciatori di orchidee» (2005), che riafferma quel misto di nostalgia per l’esotico, per l’arcano misterioso e l’immancabile ironia che ha sempre contraddistinto l’opera di Aldo Mondino
Sperimentazione, gioco, multi-etnicità, esotismo e humor appaiono, dunque, essere i caratteri distintivi del maestro torinese. Un artista che ha passato tutta la sua vita in viaggio, alla ricerca di nuove tecniche e nuove espressioni. Un fantastico narratore per immagini capace, ogni volta, di stupire e di strappare un sorriso.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Aldo Mondino, «Turcata», anni 2000, olio su linoleum e cioccolatini, cm 120x90;[fig. 2] Aldo Mondino, «Muro del pianto», 1988, zucchero bianco e zucchero di canna, cm400x600; [fig. 3] Aldo Mondino, «Grande Arabesque» (esemplare n.3di9), 1995, bronzo, h. cm 300; [fig. 4] Aldo Mondino, «Angurie senza fine», 2003, legno di noce, acciaio, vetro soffiato di Murano, cm 203x40

Informazioni utili
«Ottomané». Berengo Collection, San Marco 412/413 – Venezia. Orari: tutti i giorni, ore 10.00-23.00. Ingresso libero. Catalogo: disponibile in mostra. Informazioni:Archivio Aldo Mondino, tel. 02.33607705 o info@aldomondino.it;
Berengo Studio, tel. 041.5276364/739453. Fino a mercoledì 31 luglio 2013. 

«Glasstress. White Light/White Heat». Palazzo Cavalli-Franchetti, S. Marco 2847 - Venezia; 
Scuola Grande Confraternita di San Teodoro, San Marco 4810 - Venezia; Berengo Centre for Contemporary Art and Glass, Campiello della Pescheria - Murano (Venezia). Orari: tutti i giorni, ore 10.00-18.00. Ingresso: intero € 10,00, ridotto € 8,00. Catalogo: disponibile in mostra. Informazioni:Archivio Aldo Mondino, tel. 02.33607705 o info@aldomondino.it;
Berengo Studio, tel. 041.5276364/739453. Fino a domenica 24 novembre 2013.

«Aldo Mondino. Nomade a Milano». Fondazione Mudima, via Tadino 26 - Milano. Orari: dal lunedì al venerdì, ore 11.00-13.00 e ore 15.00-19.30. Ingresso libero. Catalogo: disponibile in mostra. Informazioni: Archivio Aldo Mondino, tel. 02.33607705 o info@aldomondino.it; Fondazione Mudima, tel. 02.29409633 o info@mudima.net. Sito internet: www.mudima.net. Fino a venerdì 5 luglio 2013. 


mercoledì 26 giugno 2013

«Grandi maestri, piccole sculture»: un viaggio nel Novecento con la collezione Bertini

Collezionare è una passione che ha stregato Loriano Bertini (Prato, 1930), ex imprenditore del settore tessile, negli anni Sessanta e che oggi lo vede ideatore di raccolte molte diverse tra loro, alcune delle quali donate, nel corso degli anni, a fondazioni bancarie e musei italiani. E’ il caso degli oltre seicento panni antichi datati tra il XIV e il XIX secolo, primo nucleo del Museo del tessuto di Prato, o delle quattrocento maioliche storiche, in parte conservate presso il Museo archeologico e della ceramica di Montelupo Fiorentino, o ancora delle vedute toscane realizzate tra il Cinquecento e l’Ottocento, attualmente nell’archivio della Fondazione Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
Il nome di Loriano Bertini è, però, principalmente legato alla raccolta di libri d’artista, formata da circa 4.300 volumi pubblicati in Italia e all’estero tra il 1890 e il 1999, che lo Stato italiano acquistò più una decina d’anni fa ad un’asta da Christie's e che ora è conservata presso la Biblioteca nazionale centrale di Firenze. Si tratta di opere preziose, in parte esposte nella mostra «Figurare la parola» (17 ottobre 2003-18aprile 2004), utili per ricostruire la storia dell’editoria d’arte espressa dai principali movimenti del Novecento, tra le quali sono conservati testi illustrati da Odilon Redon, Otto Dix, George Grosz, Vassilij Kandiskij, Paul Klee e libri-oggetto di Alberto Burri, Carlo Carrà, Massimo Campigli.
Un viaggio tra le correnti artistiche del XX secolo è anche quello che si dipana nel nuovo omaggio alla passione collezionistica di Loriano Bertini: la mostra «Grandi maestri, piccole sculture. Da Depero a Beverly Pepper», per la curatela di Lara-Vinca Masini, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia presso gli spazi del cinquecentesco Palazzo Sozzifanti di Pistoia.
Circa duecento opere scultoree, selezionate tra le oltre seicento acquistate dal collezionista pratese negli ultimi anni, tracciano una mappa, per exempla e dal taglio didattico, delle arti figurative del secolo scorso, che spazia dalle avanguardie del primo Novecento, come Espressionismo, Futurismo e Cubismo, fino al Minimalismo e alla Transavanguardia, toccando anche segmenti di ricerca come la Pop art, l'Arte povera, lo Spazialismo e la Poesia visiva.
La rassegna, documentata da un catalogo della casa editrice Gli Ori, fa dialogare, dunque, opere dai materiali e dalle tecniche più disparate, il cui «unico requisito comune è, per usare le parole di Roberto Cadonici, quello del formato, che si iscrive rigorosamente nella categoria del ‘piccolo’». Ecco così scorrere sotto gli occhi del visitatore un giocoso «Pappagallo» (1916-1917) in legno colorato del futurista Fortunato Depero, una «Donna seduta» (1969) in vetro blu di Pablo Picasso, un ironico «Autoritratto» (s.d.) in bronzo di Man Ray con un paio di occhiali sbarrati dalle grate, un impalpabile «Arlecchino» (1953-1956) in ceramica policroma di Lucio Fontana e un’espressiva «Maschera» (1950) teatrale di Leoncillo.
Tra i tanti pezzi esposti, attraggono, poi, la nostra attenzione l’eleganza surrealista della scultura «Cabinet anthropomorphique» (1973) di Salvador Dalì, un classico «Cardinale seduto» (1960) di Giacomo Manzù, un simpatico «Meccano colorato» (1960 ca.) di Enrico Baj, un minuscolo gioiello in metalli smaltati di Roy Lichtenstein («Modern Head», 1968) e un «Coltello» (2000) dalla lama affilata di Jannis Kounellis: espressioni eterogenee di quegli incontri fortuiti e di quegli amori accidentali, spesso incomprensibili, che sono la linfa vitale di una collezione d’arte. (sam)

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Enrico Baj, «Meccano», anni Sessanta; ferro colorato in blu, rosso e verde, con lamine, ruote e cilindri, h. cm 29; [fig. 2] Salvador Dalì,« Cabinet anthropomorphique», 1973; bronzo, h. cm 64; [fig. 3] Beverly Pepper, Bozzetto per grande scultura destinata alla mostra personale al Forte Belvedere, Firenze, 1998; ferro, h. cm 22 (senza base)

Informazioni utili 
«Grandi maestri, piccole sculture. Da Depero a Beverly Pepper». Palazzo Sozzifanti, ingresso vicolo dei Pedoni, 1 - Pistoia. Orari:martedì-venerdì, ore 14.30-19.30; sabato e domenica, ore 10.00-18.00. Ingresso;: € 3,00. Catalogo: Gli Ori, Prato-Pistoia. Informazioni: tel. 0573.974226 (dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.30 alle ore 13.30). Fino a domenica 30 giugno 2013.