ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 6 dicembre 2013

A casa come sul palco. A Vercelli va in scena il teatro della memoria della coppia Cuocolo-Bosetti

La casa d’infanzia dell’attrice Roberta Bosetti, con gli arredi e gli oggetti di un passato fortuitamente cristallizzato, torna a trasformarsi in palcoscenico teatrale. In attesa del tour che nei prossimi mesi toccherà le città di Tokyo, Sidney e Melbourne, la compagnia italo-australiana «Iraa Theatre», formata dall’interprete piemontese con il regista e compagno di vita Renato Cuocolo, si esibisce nella sua base di Vercelli, un residenza a tre piani con giardino in via Ariosto 85.
Da sabato 7 a domenica 15 dicembre, i due artisti apriranno, dunque, le porte di casa per proporre al pubblico una serie di appuntamenti con il loro teatro intimo e urbano, privato e pubblico, domestico e internazionale. Un teatro che dall’anno della sua fondazione, datata 1978, ha toccato più di una ventina di Paesi del mondo e del quale il critico Leonard Radic ha scritto, in «History of Australian Theatre», è difficile «da riassumere, da criticare e da ricostruire con la memoria» perché «non offre consolazioni alla vita, è la vita».
Ad aprire la rassegna sarà l’evento «Night dream before Christmas with Emily Dickinson» (sabato 7 dicembre, dalle ore 22), nel quale Roberta Bosetti si confronterà, per un’intera notte, con le poesie e le lettere della poetessa americana, conosciuta per la sua capacità di restituire la grandezza della natura dal chiuso della sua stanza.
Dieci ospiti/spettatori potranno, a loro discrezione, dormire, sognare (forse) o abbandonarsi all’ascolto dell'edizione integrale dell'opera della scrittrice di «Che sia l’amore tutto ciò che esiste». Il tempo reale finirà così per coincidere con quello teatrale generando un’esperienza unica, una sorta di sogno pre-natalizio.
La rassegna proseguirà, quindi, con uno degli spettacoli di maggior successo della compagnia «Iraa Theatre»: «Roberta torna a casa»(martedì 10, mercoledì 11 e giovedì 12 dicembre, alle ore 21), presentato in anteprima nel 2012, nell’ambito del Festival delle Colline e in collaborazione con Olinda Milano.
«Quando finalmente, dopo anni di vagabondaggio fra continenti, mi sono decisa a tornare nella casa della mia infanzia, la mia infanzia non c’era più. Le persone non c’erano più. Avevano disertato la vita, ultima mia madre, la sua mente se ne è andata a spasso (lo chiamano Alzheimer) e, anche se la inseguo, non posso più raggiungerla», dice Roberta Bosetti a proposito dello spettacolo. Un racconto intimo, nel quale l’attrice mette in scena la storia di sua madre, quasi a volerle restituire una vitalità che la malattia ha nascosto nell’oblio.
Mentre a chiudere la rassegna vercellese sarà lo spettacolo «Rooms for Error. Tre studi» (venerdì 13, sabato 14 e domenica 15 dicembre, alle ore 21), dal racconto «La voglia di dormire» di Anton Cechov.
La compagnia «Iraa Theatre» presenta questo lavoro in forma di studio agendo in tre stanze diverse e in tre modalità diverse: lettura, interpretazione, discesa. La rappresentazione diventa così efficace esplorazione della natura e delle molte lingue che abitano il teatro: la realtà della lettura, l'interpretazione dell'attore che diventa personaggio, la forza simbolica delle immagini. La forza del progetto sta nel creare spazi per l’errore, dove «l'errore -si legge nella presentazione- presuppone la possibilità della scoperta e del coinvolgimento».
Roberta Bosetti e Renato Cuocolo saranno ancora in scena a Vercelli nel mese di aprile, quando presenteranno al teatro Civico lo spettacolo «Metamorphosis», su musiche di Philip Glass e dal testo di Franz Kafka: un’allegoria della condizione umana dalla quale emerge l’angoscia e l’alienazione dell’uomo moderno nei rapporti con se stesso e con i propri simili.

Didascalie delle immagini
[Figg. 1 e 3] Una scena dello spettacolo «Roberta torna a casa» della compagnia italo-australiana «Iraa Theatre», con Roberta Bosetti e per la regia di Renato Cuocolo; [fig. 2] Ritratto di Roberta Bosetti nella sua casa di Vercelli

Informazioni utili
La Casa - rassegna teatrale. Eventi: «Night dream before Christmas with Emily Dickinson»</b> (sabato 7 dicembre, dalle ore 22); «Roberta torna a casa»</b>(martedì 10, mercoledì 11 e giovedì 12 dicembre, alle ore 21); «Rooms for Error. Tre studi» (venerdì 13, sabato 14 e domenica 15 dicembre, alle ore 21). Casa-teatro di Roberta Bosetti, via Ariosto, 85 - Vercelli. Prenotazione obbligatoria. Ingresso: € 20,00. Informazioni e prenotazioni:  tel. 0161.600990. Nota: la prenotazione è obbligatoria. Dal 7 al 15 dicembre 2013.  


mercoledì 4 dicembre 2013

Un igloo firmato Michelangelo Pistoletto. A Livigno torna «Art In Ice»

Sono passati dieci anni da quando Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933) -uno dei grandi protagonisti dell’Arte povera, insignito nel 2003 del Leone d’oro alla carriera e nel 2013 del prestigioso Praemium imperiale per la pittura- scriveva il manifesto del «Terzo Paradiso» e ne disegnava il simbolo, il «Nuovo segno di infinito», nel quale due cerchi opposti, raffiguranti la natura e l’artificio, venivano congiunti da un terzo cerchio, ideale superamento di queste due concezioni antitetiche.
Dal bosco di san Francesco ad Assisi al Louvre di Parigi, passando per le Terme di Caracalla a Roma e il parco archeologico di Scolacium a Catanzaro, sono stati molti gli spazi che, nel recente passato, hanno accolto l’artista biellese con opere e performance ispirate a questa sua nuova filosofia di vita, nella quale la fertile unione tra scienza, filosofia, cultura, etica, estetica, politica e spiritualità è vista come via per una rigenerazione dell’umanità.
In occasione del Natale (e dell’appena inaugurata stagione sciistica), Michelangelo Pistoletto porta il suo «Terzo Paradiso» in un nuovo luogo: la splendida valle di Livigno, gioiello delle Alpi lombarde. L’opportunità è offerta dalla diciottesima edizione di «Art in Ice», spettacolare contest dedicato a sculture in ghiaccio, la cui inaugurazione è fissata per il fine settimana dell’Immacolata e che quest’anno abbandona la sua usuale forma di concorso per lasciare spazio a un happening artistico dal respiro internazionale.
Dopo essersi confrontato con ogni genere di materiale durante la sua stagione poverista, diventando unanimemente conosciuto per i suoi specchi rotti e per la «Venere degli stracci», l’artista piemontese si cimenta, dunque, con un elemento creativo mai usato prima: la neve, sostanza effimera, figlia della stagionalità, destinata a un inesorabile dissolvimento.
«Art in Ice Ri-evolution», questo il nome del progetto che si avvale della curatela di Chiara Bertola e dell’organizzazione di Cittadellarte, vedrà sorgere nel centro della cittadina lombarda, a ridosso di via Fontana, un trittico di igloo, la cui pianta richiama la rielaborazione grafica del nuovo simbolo di infinito ideato dall’artista. Due ambienti più piccoli, opposti tra loro, si stringono attorno a una grande aula centrale, al cui esterno sono collocate le scritte fosforescenti del progetto multilinguistico «Amare le differenze».
All’interno di questa struttura, le persone si potranno incontrare e scoprire le idee e il lavoro che Michelangelo Pistoletto porta avanti da anni attraverso la sua Fondazione, vedendo una serie di installazioni e alcuni video interattivi, recentemente esposti al Louvre di Parigi, nei quali sono affrontati tre diversi temi cari all’artista: l’architettura, il dialogo interculturale mediterraneo e la moda. Si passa così dalla presentazione di «Nova Civitas», progetto che ha come obiettivo la promozione della cultura sostenibile in ambito ambientale, alle creazioni del brand «Best» e al messaggio di pace e unità di «Love Difference», un tavolo a specchio che riproduce i confini del bacino del Mediterraneo, evocando radici comuni e un futuro condiviso.
In occasione dell'opening, previsto per la sera di venerdì 6 dicembre, sarà visibile un’ulteriore opera site-specific di Michelangelo Pistoletto: il simbolo del «Terzo Paradiso» sarà, infatti, portato in vita sulle montagne circostanti dai ragazzi dello Sci club di Livigno. Un’occasione, questa, da non perdere per gli amanti della neve e delle magiche suggestioni dell’inverno.

Informazioni utili 
«Art in Ice Ri-evolution». Michelangelo Pistoletto e il «Terzo Paradiso». Piazza Fontana - Livigno (Sondrio). Informazioni: Associazione Art in Ice, ia Pemont 340/H - Livigno (Sondrio), tel. 02.36514001, e-mail: lelia@artinice.org. Da sabato 7 dicembre 2013 a venerdì 31 gennaio 2014.

lunedì 2 dicembre 2013

Buon compleanno, Mole! Una mostra e un libro festeggiano i 150 anni del monumento simbolo di Torino

Era Il 1863 quando l’architetto novarese Alessandro Antonelli iniziava la costruzione di quello che sarebbe diventato, nei decenni a venire, il simbolo di Torino: la Mole Antonelliana.
Da allora sono passati centocinquanta anni e per festeggiare questo importante compleanno, Caterina Fossati e Valentina Laganà, con la collaborazione di Leandro Agostini e della Neos Edizioni, hanno ideato un progetto espositivo per l’atelier «La fucina» interamente dedicato allo storico edificio piemontese, oggi sede del Museo del cinema.
«Una Mole così grande», questo il titolo della rassegna aperta da mercoledì 4 dicembre a venerdì 31 gennaio, raccoglie i lavori di una dozzina di artisti che si sono confrontati con la storia e la valenza simbolica del monumento torinese, scelto come logo della XX Olimpiade invernale 2006 e raffigurato sul verso della moneta da due centesimi di euro coniata dalla Repubblica italiana.
Commissionata dalla comunità ebraica come sinagoga e, in seguito, acquisita dal Comune di Torino, la Mole ha, infatti, tante vicissitudini, spesso curiose, da raccontare. È stata, per esempio, la costruzione dei primati: per lungo tempo ha primeggiato nella classifica degli edifici in muratura più alti del mondo e può vantare il fatto di essere stato uno dei primi luoghi a venire illuminato, sul finire del XIX secolo, mediante piccole fiammelle di gas.
La Mole ha subito anche varie traversie: nel 1904 la statua del genio alato, collocata sulla punta, venne abbattuta da un nubifragio e sostituita da una stella a cinque punte; nel 1953, un altro nubifragio fece spezzare e precipitare ben quarantasette metri della guglia.
Gli appassionati di esoterismo, poi, sono affascinati dalla forma dell’edificio: una base piramidale e un pinnacolo altissimo che «come una sorta di antenna catalizza l’energia che capta dal cielo e aspira dalla terra». Lo stesso Friedrich Nietzsche, che vide nella Mole l’immagine di Zarathustra, scrisse in una sua lettera da Torino di averla «battezzata Ecce homo» e di averla «circondata nello spirito con un immenso spazio».
Tante suggestioni, dunque, quelle che il monumento illuminato da Mario Merz con la serie di Fibonacci è in grado di evocare in chi si occupa di arte e di design. Valentina Laganà, siciliana di origine e creatrice di sculture e monili, ha invitato così alcuni amici artisti, «tutti accomunati dall’adozione da e di Torino», a confrontarsi con il soggetto Mole. Ne è nato un progetto in progress, nel quale sono esposti non pezzi unici, ma «oggetti -si legge nella nota stampa- che sono o possono divenire gadget riproducibili, che possano avere vita e circolazione oltre la classica mostra d’arte». Qualche opera esposta strappa il sorriso: è il caso della «Moletazza» (2010) di Matilde Domestico (Torino, 1964), del progetto di Mattia Fossati (Torino, 1988) con quattro pelapatate colorati a forma di Mole o della scultura «Molle» (2013) di Alessandro Berardi (Torino, 1971), con due copie del momento torinese, una rosa e l’altra bianca, le cui guglie sono intrecciate.
Luca Cassine (Bra, 1975) regala, invece, un momento di poesia con la sua sequenza di farfalle per l’opera «150°»; mentre Alessandro Ciffo (Biella, 1968) sperimenta le potenzialità del silicone realizzando una lumaca gialla e viola con le fattezze del monumento torinese. Leandro Agostini (Torino, 1960) espone, poi, un inchiostro di china con la Mole stilizzata e nel percorso espositivo non mancano nemmeno immagini fotografiche come quella, elegantemente evocativa, di Moisi Guga (Shkoder - Albania, 1988).
Valentina Laganà ha voluto realizzare anche un piccolo libro legato alla mostra. Accanto alle opere esposte in questo volumetto, edito da Neos Edizioni, sono raccolti pensieri, storie, rime e giochi di parole scritti da autori la cui storia è legata a doppio filo al capoluogo piemontese. Bruno Gambarotta, Luciana Littizzetto, Margherita Oggero, Diego De Silva, Stefania Bertola e Luca Beatrice sono solo alcuni degli scrittori che si sono prestati a raccontare, anche con ironia, la Mole quale simbolo di «torinesità».

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Mattia Fossati, Progetti per «Una mole così grande», 2013. Elaborazioni al computer. Courtesy l'artista; [fig. 2] Matilde Domestico, «Moletazza», 2010. Matita su carta, cm 21 x 29,7. Courtesy l'artista; [fig. 3] Alessandro Berardi, La «Molle», 2013. Silicone, cm 26 x 6.Courtesy l'artista; [fig. 4] Alessandro Ciffo, «La saggezza della chiocciola per la Mole», 2013. Silicone, cm 10 x 5 x 2.Courtesy l'artista; [fig. 5] Luca Cassine, «150º», 2013. Tecnica mista, cm 11 x 11 (ogni soggetto).Courtesy l'artista
[Si ringrazia Roberta Canevari per le immagini fotografiche]

Informazioni utili 
«Una Mole così grande». Laboratorio atelier «La fucina« di Valentina Laganà , via delle Rosine, 1 bis – Torino. Orari di apertura: martedì-venerdì, ore 11.00-19.30; sabato, ore 10.30-13.00 e ore 16.00-19.30; domenica e lunedì chiuso. Ingresso libero. Catalogo: Neos edizioni. Informazioni: tel. 011.882723. Sito web: www.valentinalagana.it. Inaugurazione: martedì 3 dicembre, ore 18.00. Da mercoledì 4 dicembre a venerdì 31 gennaio 2014. 

venerdì 29 novembre 2013

«Etica, DNA dell’arte»: il neo-umanesimo culturale trova casa alla Florence Biennale

Si intitola «Etica, DNA dell’arte» la nona edizione di Florence Biennale, mostra interamente dedicata al contemporaneo che, dal 1997 ad oggi, è stata in grado di richiamare nella città di Firenze centinaia di artisti provenienti da ogni parte del mondo, tra i quali Josè Luis Cuevas, Agatha Ruiz de la Prada, Marina Abramovic, Gilbert & George, Christo & Jeanne-Claude.
Quest’anno la manifestazione, in programma da sabato 30 novembre a domenica 8 dicembre alla Fortezza di Basso (all’interno del Padiglione Spadolini), vede alla direzione artistica il professor Rolando Bellini, docente all’Accademia di Brera e all’Università internazionale dell’arte di Firenze, curatore del Map-Museo d’arte platica di Castiglione Olona (Varese) e autore, con Maria Luisa Stringa e altri studiosi dello staff della Florence Biennale, della Carta etica dell’artista del nuovo millennio, presentata lo scorso marzo al XXXIII Convegno mondiale dei centri Unesco.
Questo documento programmatico esprime l’intima essenza della nuova edizione della manifestazione fiorentina, alla quale parteciperanno quattrocentocinquanta artisti (trecentosettanta iscritti più ottanta ospiti), dei quali sessantacinque under 30 e quarantacinque veterani.
La nazione più rappresentata alla Biennale -che vanta come tradizione l’Alto patronato del presidente della Repubblica italiana e i patrocini del Ministero per i beni e le attività culturali, della Regione Toscana, della Provincia e del Comune di Firenze- sarà l’Italia con ottantacinque partecipanti, seguita dalla Cina, dalla Spagna, dagli Usa e dal Messico.
Obiettivo dell’iniziativa, che nel 2001 è stata riconosciuta dall’Onu come partner ufficiale nel programma «Dialogo tra le civiltà», è quello di «scannerizzare» il codice genetico dell’arte, fino a metterne a nudo una delle matrici base: l’etica. La «culla del Rinascimento», Firenze, si trasforma così in patria di un neo-umanesimo artistico, in cui la creatività diviene forza vitale che anima ogni processo relativo alla conoscenza.
Da questo assunto è nata l’idea di cambiare il nome della manifestazione, chiamandola «The New Florence Biennale», e, contestualmente, di modificare il logo. Stessi colori, arancio e nero, ma look decisamente più contemporaneo per il nuovo marchio della rassegna fiorentina, dunque, nel quale il graphic designer Alessandro Mannocchi, sotto la supervisione di Rolando Bellini e François Zille, ha scelto di raffigurare una porta su Palazzo Vecchio, simbolico dialogo tra l’antico e il contemporaneo. Mantra propiziatorio di questa edizione sarà, invece, una frase di Paul Klee: «Nelle mie vene scorre il sangue di un tempo migliore».
Evento clou della manifestazione, fondata da Pasquale e Piero Celona, sarà la consegna del premio «Lorenzo il Magnifico», in programma sabato 7 dicembre nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio. Per la cultura sarà premiato  Franco Mussida, membro acclamato del celebre gruppo progressive rock Premiata Forneria Marconi e «autore –si legge nella presentazione della Florence Biennale- capace di ‘scolpire la musica’, ovvero di coniugare arti visive e performative in una sinestesia etico-estetica fondata su un linguaggio che, sotto l’egida di una istanza timbrica, trascende i confini di luce, forma, colore e suono per dar vita a una sintesi della dimensione visiva e materiale della scultura con quella invisibile e impalpabile della musica. In questa sorta di insight estetico l’esperienza sensoriale delle opere di Mussida attiva la percezione interiore e il pensiero in un processo creativo che è anche etico perché indissolubilmente legato sia alla coscienza sia alla conoscenza».
Premio alla carriera per la cultura anche a Henryk Jurkowski, che nella sua vita ha contribuito significativamente alla comprensione, all’apprezzamento e allo sviluppo del teatro di figura. Mentre nel campo dell’arte sarà premiato Anish Kapoor, autore che ha contribuito in maniera straordinaria alla definizione di un nuovo paradigma della creatività artistica nell’età contemporanea, con opere come gli «Sky Mirror», il «Cloud Gate» al Millennium Park di Chicago e il «Tall Tree and the Eye» al Museo Guggenheim di Bilbao.
Più che mai ricco il carnet di eventi collaterali che coinvolgeranno in maniera capillare l’intera città di Firenze con mostre temporanee, performance, installazioni, presentazioni di libri, eventi per i più piccoli, in un proficuo dialogo tra passato e presente. L’artista Ornella Piluso porterà, per esempio, in alcuni ristoranti fiorentini, come il «Luci della città» e l’«Outside Bistrot», la sua iniziativa «Arte da mangiare, Mangiare per l’arte», che vedrà gli artisti Diego Pasqualin, Daniela Dente e Gianfranco Maggio ‘dialogare’, tra ricette e colori, con gli chef Renato Pellizzari, Domenico Portolano, Oliver Betancourt e Daniele Raddi. Lo spazio Linea, base stabile della Florence Biennale, ospiterà, invece, la mostra «Bestiario fantastico», a cura di Erica Tamborini e Diego Pasqualin; mentre Palazzo Vecchio sarà la sede, martedì 3 dicembre, di un convegno sul Neo-umanesimo culturale.
Eventi e artisti presenti alla Fortezza di Basso rimarranno documentati in un catalogo pubblicato da Fausto Lupetti Editore e distribuito da Messaggerie, del quale sarà disponibile anche una versione digitale acquistabile su I-Tunes e su altre piattaforme. Uno strumento utile, questo, per conservare il ricordo di un’edizione pioniera della Florence Biennale, manifestazione che, nei prossimi anni, valorizzerà tutti quegli artisti che contribuiscono a «delineare una visione olistica per lo sviluppo di un futuro sostenibile».

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] «Nelle mie vene scorre il sangue di un tempo migliore», frase-mantra di Paul Klee interpretata da Pasquale Celona per «Etica, DNA dell’arte» - IX Biennale di Firenze; [figg. 2 e 3] Veduta di insieme della Florence Biennale; [fig. 4] Opera esposta allo spazio Linea di Firenze nella mostra «Bestiario fantastico», a cura di Erica Tamborini e Diego Pasqualin: [fig. 5] Opera di Maurizio Gabbana per la mostra «Illustrating Florence» alla Biblioteca delle Oblate di Firenze.

Informazioni utili
«Etica, DNA dell’arte» - IX Biennale di Firenze. Firenze, Fortezza di Basso e sedi varie. Orari: ore 10.00-20.00. Ingresso: intero € 10,00, ridotto € 8,00/ € 5,00, ingresso gratuito per disabili e i loro accompagnatori, scuola primaria, guide di gruppi di almeno 12 persone. Informazioni: Arte Studio, via delle Porte Nuove, 10 - Firenze, tel. 055.3249173, fax.055.333540, info@florencebiennale.org. Sito internet: www.florencebiennale.org. Da sabato 30 novembre a domenica 8 dicembre 2013. 


mercoledì 27 novembre 2013

Bergamo, alla scoperta dei pittori veneziani delle «Sette Maniere»

È un pregevole progetto espositivo che accende i riflettori su un raro pittore veneziano quale Pase Pace, documentato in attività tra il 1594 e il 1617, quello promosso dalla Parrocchia e dal Comune di Nembro, in collaborazione con l’Accademia Carrara di Bergamo e per iniziativa di Amalia Pacia della Soprintendenza per i beni storici e artistici di Milano, attorno alla pala d’altare «Madonna con il Bambino in gloria tra san Giovanni Battista e santa Caterina con due devoti», custodita presso la chiesa della Santissima Trinità di Trevasco.
Due i luoghi della provincia bergamasca coinvolti nell’esposizione: da sabato 30 novembre a lunedì 6 gennaio la mostra sarà allestita al Palazzo della Ragione di Bergamo Alta; da sabato 11 gennaio a venerdì 14 febbraio farà tappa a Nembro, negli spazi della Biblioteca centro cultura.
La rassegna, intitolata «Un dipinto come un rebus: la scoperta di Pase Pace (doc. 1594-1617) e i pittori veneziani delle ‘Sette Maniere’», prende spunto dal lavoro di Amalia Pacia e di Giorgio Fossaluzza dell’università di Verona, che sono riusciti a ricondurre la pala bergamasca, la cui attribuzione da tempo costituiva una sfida per gli studi, alla firma di Pase Pace. L’opera, di realizzazione giovanile, diventa così un punto di riferimento importante nel ristretto catalogo di un artista ancora poco indagato, composto da esempi pittorici distribuiti tra Venezia, il territorio bresciano e di Bergamo, a conferma del costante flusso di opere, idee e uomini che nei secoli passati intercorrevano tra Venezia e i domini della Serenissima, specie nel versante occidentale.
I pochi documenti finora editi ci consegnano un Pase Pace quale pittore intimo della famiglia di Paolo Veronese. Probabilmente l’artista compì il suo apprendistato all’interno della bottega dei Veronese, attiva anche dopo la morte del grande maestro.
Alle opere già note, si aggiungono ora nuove attribuzioni, come il dipinto con la «Morte di san Benedetto» (Venezia, Gallerie dell’Accademia) e la pala della «Madonna in gloria e i santi Michele arcangelo, Lorenzo e Stefano» (Mestre, chiesa di San Lorenzo).
Restituita alla sua freschezza inventiva, forse di opera prima, dal complesso restauro eseguito da Antonio Zaccaria, che ha ‘liberato’ la policromia originale dalle numerose e diffuse ridipinture effettuate in passato, la pala di Trevasco conferma nella brillante materia pittorica, nel naturalismo delle forme e nell’intonazione cromatica giocata su toni freddi e note squillanti, la piena adesione di Pace al linguaggio di Paolo Veronese e del suo lascito. Si tratta di una costante quasi invariata anche nella successiva produzione, segnata da una raffinata e quasi meticolosa trascrizione di moduli desunti dalla grande pittura del Veronese, come formulata anche dal fratello Benedetto e dai figli Carletto e Gabriele.
La scoperta della pala giovanile di Pase Pace diventa occasione per compiere un affascinante excursus nel ricco patrimonio pittorico di Bergamo e del suo territorio tra la fine Cinquecento e l’inizio Seicento, con un’indagine a tutto campo sulle presenze di artisti veneti o di inclinazioni ‘veneteggianti’ che ha portato a sorprendenti ritrovamenti e a nuove attribuzioni, di cui dà conto Giorgio Fossaluzza nel suo importante contributo pubblicato nel catalogo di Silvana Editoriale.
La selezione dei dipinti in mostra, provenienti aelle collezioni dell’Accademia Carrara, restituisce la varietà di tendenze e di apporti stilistici di artisti veneti contemporanei di Pace, come Maffeo Verona («Nozze mistiche di santa Caterina») e Giovanni Contarini («Nascita di Eva»), affiancati da esempi di alcuni esponenti delle così dette «Sette Maniere», termine coniato dallo storico Marco Boschini, nel 1674, per definire la fase di transizione della pittura veneziana tra la fine del Cinquecento e i primi decenni del Seicento, caratterizzata da una comune ispirazione ai grandi protagonisti del secolo, Tiziano, Tintoretto e Veronese.
Così, del capofila dei sette pittori, Jacopo Palma il Giovane, si presentano in mostra due straordinari dipinti, la «Sacra Famiglia con santa Caterina da Siena e la Maddalena penitente». Si aggiunge Andrea Vicentino, al quale vengono oggi restituite due tele ancora dell’Accademia Carrara, raffiguranti «Il Compianto di Cristo», già assegnato alla bottega di Jacopo Bassano, e «Il Ritorno del figliol prodigo», esposta in mostra e fino ad oggi ritenuta di scuola veneto-fiamminga.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Pase Pace, «Madonna in gloria con san Giovanni Battista, santa Caterina e due devoti» . Trevasco di Nembro, Chiesa della Santissima Trinità. © Foto Antonio Zaccaria Restauro Beni Culturali, Bergamo; Pase Pace, «Madonna in gloria con san Giovanni Battista, santa Caterina e due devoti»  - Particolare del volto di San Giovanni Battista. Trevasco di Nembro, Chiesa della Santissima Trinità. © Foto Antonio Zaccaria Restauro Beni Culturali, Bergamo; [fig. 3] Palma il Giovane, «Sacra Famiglia con santa Caterina da Siena» . © Bergamo, Accademia Carrara

Informazioni utili
Un dipinto come un rebus: la scoperta di Pase Pace (doc. 1594-1617) e i pittori veneziani delle ‘Sette Maniere’». 
- Accademia Carrara – sede temporanea di Palazzo della Ragione, piazza Vecchia - Bergamo Alta. Orari: martedì-venerdì, ore 9.30-17.30; sabato e domenica, ore 10.00-18.00; chiuso il 25 dicembre e il 1° gennaio. Informazioni: tel. 035.399677, negli orari di apertura della mostra. Catalogo: Silvana editoriale, Cinisello Balsamo (Milano). Sito internet: www.accademiacarrara.bergamo.it. Dal 30 novembre 2013 al 6 gennaio 2014. 
- Biblioteca Centro Cultura,  piazza Italia - Nembro (Bergamo). Orari: martedì –sabato, ore 15.00-19.00; aperto la mattina su prenotazione per privati e scuole.Informazioni:  tel. 035.471370. Catalogo: Silvana editoriale, Cinisello Balsamo (Milano). Sito internet: www.nembro.net.  Dall’11 gennaio al 14 febbraio 2014.