ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 18 dicembre 2013

Genova, una tempesta in 4D al Galata – Museo del mare

Novità sotto l’albero di Natale al Galata di Genova. Alla vigilia delle feste, il museo più grande e visitato della Liguria apre una nuova sezione che farà la gioia dei lupi di mare e degli amanti delle avventure estreme: la Sala della tempesta in 4D.
Il nuovo allestimento si suddivide in due parti: il visitatore può, prima, scoprire -attraverso dipinti, stampe, incisioni, ex voto e oggetti semplici della vita comune- le origini, le motivazioni e le storie di chi, in passato, sceglieva di solcare le acque più temibili del mondo, a partire da quelle di Capo Horn, per, poi, sperimentare un’esperienza molto particolare: la salita a bordo di una scialuppa, in mezzo al mare in tempesta.
Ad aprire il percorso del nuovo exhibit, allestito al secondo piano del museo genovese, è un’immagine ingrandita dell’opera «Sauvetage», litografia del pittore francese Ferdinand Perrot che rappresenta il salvataggio, alla metà del XIX secolo, dell’equipaggio di una barca disalberata nella tempesta da parte del veliero svedese «Neptune».
Nella sala, scenograficamente dipinta di blu scuro, si trovano, quindi, due vetrine con molteplici reperti risalenti all’epoca in cui velieri genovesi dai nomi esotici come bricche (dall’inglese brick, brigantino), scippe (da ship) e barco bestia (da the best bark, navi goletta) battevano i mari del mondo per portare i loro carichi: dal grano ucraino alle pelli e alla carne argentina, dal guano peruviano (escrementi di volatili marini usato come fertilizzante bio) al carbone inglese di Cardiff e al riso della Birmania. Il visitatore può così rivivere una stagione della vita marinara, purtroppo dimenticata, che ebbe come protagonisti capitani e naviganti del calibro di Giuseppe Garibaldi e di Nino Bixio, patriota italiano che, dopo l’impresa dei Mille, tornò ad imbarcarsi e morì di febbre gialla, a bordo del piroscafo «Maddaloni», nell’isola di Sumatra.
Con questi viaggi la scoperta di nuove rotte marittime che vide le navi italiane uscire dal Mediterraneo e battere i mari del mondo scoprendo la difficoltà di navigare in luoghi come il canale della Manica, il Gulf Stream, il Capo di Buona Speranza e Capo Horn, la nera scogliera all’estremità dell’America meridionale (55°58’47” Sud), dove le masse di acqua e di aria dell’Atlantico e del Pacifico si scontrano generando forti venti e una risalita verso Ovest quasi proibitiva.
Molto spesso i marinai e i loro ospiti -contadini liguri, piemontesi, veneti e lombardi che andavano in America per i raccolti dell’estate australe- erano costretti ad abbandonare le navi e a mettere in mare le scialuppe, cercando di dotarle di acqua e provviste: qualche coperta, una bussola, una carta nautica, un sestante, i remi, un arpione per fiocinare qualche pesce o qualche volatile. Ed è proprio questa esperienza che si ha modo di rivivere a Genova grazie a un allestimento realizzato dalla Moviemex di Catania e dal movie maker genovese Federico Basso: su una piattaforma mobile il visitatore vive pochi minuti di intensa immersività per capire che con il mare non si scherza. Il naufrago virtuale si trova, infatti, in un vano buio, illuminato da una sola forte luce rivolta al soffitto, dove una scialuppa –una baleniera originale del XIX secolo con tutte le sue attrezzature- è rovesciata, nell’immagine dell’ultima disperazione.
La voce concitata del nostromo che appare sullo schermo con il suo «Sud Ovest», tipico abbigliamento dell’epoca composto da cerata e cappello, invita il pubblico a salire a bordo di un’altra scialuppa, a prendere posto sui banchi e a iniziare a remare perché la nave sta per affondare. Intanto si illuminano gli schermi, mostrando Capo Horn, mentre le onde e i piovaschi che si alternano alle forti raffiche di vento coinvolgono il visitatore in un’esperienza multisensoriale. La barca beccheggia, sale e scende sulle onde, mentre intorno ai superstiti passano come fantasmi gli albatros, le orche e le balene. Un’esperienza forte, dunque, quella che regala il Galata di Genova con questo nuovo allestimento all’insegna di storia, divertimento ed edutainment.

Informazioni utili 
 Sala della tempesta in 4D. Galata Museo del Mare, Calata De Mari, 1 - Genova. Da sabato 21 dicembre 2013. Orario stagione invernale (1° novembre – 28 febbraio): martedì-venerdì, ore 10.00–18.00 (ultimo ingresso alle ore 17.00); sabato, domenica e festivi, ore 10.00-19.30 (ultimo ingresso alle ore 18.30); lunedì chiuso. Orario stagione estiva (1° marzo - 31 ottobre): lunedì-domenica, ore 10.00–19.30 (ultimo ingresso alle ore 18.30). Ingresso: AcquarioVillage, adulti € 45,00, ragazzi € 29,00, ridotto € 38,00; GalatAcquario (Acquario di Genova + Galata Museo del Mare), adulti € 35,00, ragazzi € 22,00, ridotto € 30,00; Visita solo Galata Museo del Mare, adulti € 17,00, ragazzi € 12,00, ridotto € 14,00; tutte le tipologie di biglietto sono acquistabili presso le biglietterie dell’Acquario di Genova e del Galata Museo del Mare e sui siti www.acquariovillage.it, www.acquariodigenova.it e www.incomingliguria.it. Informazioni: tel. 0102345655 o info@galatamuseodelmare.it. Sito web: www.galatamuseodelmare.it. Da sabato 21 dicembre 2013. 

lunedì 16 dicembre 2013

«Notre-Dame de Paris», Roberto Bolle sul grande schermo dei cinema italiani

È una delle stelle italiane della danza. La sua abilità tecnica e la sua espressività corporea hanno incantato i palcoscenici più prestigiosi del mondo. Il suo nome è legato a termini come eleganza, grazia, armonia e bellezza. Ma, nella scorsa stagione scaligera, Roberto Bolle ha saputo stupire ancora una volta il pubblico cimentandosi in un ruolo per lui inusuale, contrario alle sue note qualità fisiche apollinee e tutto giocato sulla bruttezza come punto di forza comunicativo. Il ballerino piemontese ha, infatti, vestito i panni di Quasimodo, il campanaro gobbo della cattedrale di Notre-Dame di Parigi nato, nel 1831, dalla fantasia di Victor Hugo e diventato uno dei grandi personaggi della danza mondiale, nel 1965, grazie alla vena creativa di Roland Petit.
L’invenzione del coreografo francese, nell’allestimento proposto al teatro alla Scala di Milano lo scorso febbraio (registrando il tutto esaurito nelle settimane in cui è rimasto in cartellone), diventa a Natale un film-evento, arricchito da un accurato lavoro di post-produzione ed edizione, con riprese in HD e audio 5.1, che ha visto all’opera Rai e Microcinema Distribuzione a partire dalla registrazione effettuata lo scorso San Valentino.
Il balletto «Notre-Dame de Paris», campione di incassi della scorsa stagione teatrale, sarà sul grande schermo di numerosi cinema italiani nelle giornate di lunedì 16, martedì 17 e mercoledì 18 dicembre.
 Lo spettacolo, che si avvale della supervisione coreografica di Luigi Bonino, vanta solidi punti di forza nei vivaci e geometrici costumi di alta moda disegnati da Yves Saint-Laurent, nella scenografia stilizzata e di segno espressionista firmata da René Allio, nelle belle musiche di Maurice Jarre, cariche di energia ritmica, echi di liturgie e canti di strada che vengono da lontano.
Roberto Bolle, nei panni del dolce e sensibile Quasimodo, innamorato senza speranza della bella gitana Esmeralda, dà vita a un’interpretazione superlativa e di grande intensità emotiva, accanto a Natalia Osipova, principal del teatro Mikhailovskij e dell’American Ballet Theatre, e ai primi ballerini scaligeri Mick Zeni ed Eris Nezha.
Il balletto è uno spettacolare affresco coreografico nel quale «danza, scene, costumi, partitura musicale» si integrano e si completano fino a dare vita all’idea di spettacolo come «creazione totale» cara a Roland Petit. Tutto ruota attorno a quattro personaggi principali e ai loro stati d’animo: Quasimodo, campanaro della cattedrale parigina che mette sotto gli occhi dello spettatore la sua dolorosa lotta interiore di persona travolta dai sentimenti e impotente di fronte all’amore non ricambiato per la seducente Esmeralda, preda della passione dell’arcivescovo Frollo, «un uomo tormentato fra i suoi desideri e la sua coscienza, fra la carne e lo spirito», che si avvale dell’aiuto del capitano Phoebus (e della sua presunzione) per possedere la giovane donna.
Commentatore, testimone e presenza dei diversi momenti della vicenda è il corpo di ballo che, come il coro della tragedia greca, ne sottolinea le dinamiche, arricchendo la storia di colore e calore. Sullo sfondo presenza silente ma incombente, testimone e attrice di questo dramma dalle tinte oscure e tenebrose del Medioevo, appare la cattedrale di Parigi, «un prodigio di grandezza e leggiadria», come scrisse Victor Hugo, della quale ricorrono quest’anno gli ottocentocinquanta anni dalla fondazione.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Immagine promozionale del balletto «Notre-Dame de Paris», nei cinema italiani a Natale;  [Fig., 2, 3, 4 e 5] Una scena del balletto «Notre-Dame de Paris», su musiche di Maurice Jarre e per le coreografie di Roland Petit, con il ballerino Roberto Bolle. Credits: Microcinema Distribuzione 

Informazioni utili 
«Notre-Dame de Paris», balletto in due atti, dal Teatro alla Scala di Milano. Coreografia: Roland Petit. Supervisione coreografica: Luigi Bonino. Assistente alla coreografia: Gillian Whittingham. Direttore: Paul Connelly. Scenografia: René Allio. Cast: Roberto Bolle, Natalia Osipova, Eris Nezha. Distribuzione: Microcinema. Genere: balletto al cinema – evento in play HD. Durata: 1 ora e 35 minuti. Informazioni sullo spettacolo: www.teatroallascala.org/it/stagione/opera-balletto/2012-2013/notre-dame-de-paris.html. Elenco sale: www.microcinema.eu/news-press/notre-dame-de-paris-0

venerdì 13 dicembre 2013

«Giovani collezionisti», a Palazzo Madama di Torino un concorso per under 28

Perché si colleziona? Come nasce l’idea di formare raccolte? Quali sono le relazioni tra gli oggetti collezionati e il progetto ideato dal loro proprietario? In che modo e perché le collezioni, da fatto privato, si trasformano spesso in patrimonio pubblico? Sono queste le domande che stanno alla base del concorso «Giovani collezionisti», ideato da Palazzo Madama, uno dei musei civici della città di Torino, con il sostegno della Banca regionale europea.
L’iniziativa, giunta alla sua terza edizione, ha lo scopo di promuovere ed esplorare il fenomeno del collezionismo privato dei giovani under 28 residenti in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, valutandolo e premiandolo non per il valore commerciale degli oggetti raccolti, ma per la cura, la coerenza e l’originalità del progetto.
La commissione di valutazione, formata da esperti del settore museale e del mercato dell’arte, selezionerà le tre migliori raccolte, alle quali verrà dato un premio in denaro di cinquecento euro per ogni categoria in concorso. Tre le sezioni nelle quali si articola il premio: Junior (7-12 anni), Teen (13-17 anni) e Friends (18-28 anni). La cerimonia di premiazione si terrà sabato 24 maggio 2014, alle ore 12, presso la sede della Banca regionale europea di Torino.
Gli interessati a prendere parte al concorso potranno mandare la propria documentazione entro venerdì 14 marzo 2014 presso gli uffici di Palazzo Madama. Per partecipare è necessario inviare, oltre alla scheda di adesione (scaricabile dai siti www.palazzomadamatorino.it e www. brebanca.it) e a un documento di identità, anche un elenco degli oggetti collezionati, almeno una decina di immagini che documentino la collezione, e una descrizione della raccolta contenente la sua storia, le strategie di acquisizione dei materiali (acquisto on-line, ricerca in mercatini di antiquariato, viaggi, eccetera) e le tecniche di documentazione adottate (riproduzioni fotografiche e digitali, elenchi, eventuali testi e bibliografia di riferimento).
Collezionare significa spesso cercare qualcosa dentro di sé e nel mondo che ci circonda, costruire un ordine fantastico per i propri sogni e per i propri pensieri, organizzarli meglio, esplorare nuovi campi di relazione, scoprire rapporti nascosti tra le cose che ci circondano e dentro l’esperienza quotidiana della nostra vita. Altrettanto spesso, le collezioni interagiscono con il tempo, fissando momenti particolari di vita e di storia, sottraendoli al ritmo naturale del decadimento e della perdita e consegnandoli così al flusso profondo del ricordo e della memoria.
Fin da bambini ci comportiamo in fondo come dei curatori museali, osservando, scegliendo, conservando, selezionando, scambiando, mostrando ad altri. Questo bisogno di controllare il mondo ed in un certo modo di comprenderlo e di significarlo ci accompagna lungo il corso della vita. Ma che cosa collezionano i bambini, i giovani e gli adulti? Di tutto, e tutto assume la veste di brandelli di mondo scelti, posseduti per conoscerlo meglio e imparare a orientarsi.
Alla sera, in un angolo della casa, queste prime collezioni improprie prendono vita e si articolano in serie, semplicemente riguardandole o giustapponendole, o anche dimenticandole là dove erano state lasciate. In questo riflettere e selezionare, in questo racchiudere in un altro luogo osservando in modo nuovo, in questo estrapolare dal flusso della realtà si può già intravedere il gesto del museo.
Le collezioni vivono del principio della serialità, del tentativo di completare un insieme che si vorrebbe finito; si aggiunge un tassello alla volta mentre si cerca pazientemente di ricomporre un puzzle.
Nel collezionare entrano in gioco varie azioni: possedere, contare, ammirare, studiare, conoscere, collegare, completare -solo per citarne alcune-, ma è proprio nell’unire categorie di oggetti posizionandoli in insiemi significativi che si colloca la specificità di questa molteplicità di atti. Questi insiemi, che trasformano il singolo oggetto in segno, sviluppano un discorso che diventa simbolico, estetico, culturale e che conduce strettamente ad una prima riflessione sulla funzione stessa del museo.

Informazioni utili 
«Giovani collezionisti». Ente promotore: Fondazione Torino Musei – Palazzo Madama, con la Banca regionale europea. Data di consegna: venerdì 14 marzo 2013. Partecipazione gratuita. Informazioni e consegna dei materiali: Palazzo Madama – Museo civico d’arte antica, piazza Castello – Torino - specificando sulla busta concorso Giovani collezionisti, palazzomadama@fondazionetorinomusei.it. Il bando completo è disponibile su: www.palazzomadamatorino.it; www.fondazionetorinomusei.it; www.bancabre.it.

mercoledì 11 dicembre 2013

«Omissis», in Friuli tre giorni all’insegna delle arti performative

Fantasia, sogno, speranza, utopia, desiderio e illusione, ma anche stupore e cambiamento: sono molte le parole che richiama alla mente il termine «Chimera», scelto come titolo della nona edizione di «Omissis», festival internazionale dedicato alle arti performative che, da giovedì 19 a sabato 21 dicembre, trasformerà la cittadina barocca di Gradisca d’Isonzo, in provincia di Gorizia, in un palcoscenico per i linguaggi innovativi della scena. Un viaggio onirico tra danza, magia, musica, percezione, nuove tecnologie, video, workshop, installazioni e body art è, infatti, quello che proporrà per tre giorni «Mattatoioscenico», associazione che cura la direzione artistica, tecnica e organizzativa del festival.
Finlandia, Austria, Olanda, Spagna, Croazia, Israele e Polonia le nazioni di provenienza degli artisti selezionati per comporre la ricca vetrina di spettacoli di «Omissis», che porterà in svariate location cittadine, dal Nuovo Teatro Comunale alla Sala Bergamas, prime assolute, prime nazionali o anteprime regionali, accomunate dal sottile fil rouge rappresentato dalla ricerca e dallo sviluppo di linguaggi innovativi, diversi da quelli solitamente intesi per la pratica performativa.
Un festival, dunque, di respiro europeo quello proposto a Gradisca di Isonzo, che rappresenta per l'intero Friuli Venezia Giulia un appuntamento, ormai consolidato, unico nel suo genere e incentrato sul dialogo con altre realtà di eccellenza, di produzione e di distribuzione, sia a livello locale che internazionale. È questo uno dei motivi per cui la rassegna, che si configura anche come un’ottima vetrina per la promozione turistica del territorio, ottiene sempre importanti sostegni e patrocini: quest’anno accanto a «Mattatoioscenico» ci saranno, per esempio, l’Assessorato regionale alla Cultura, la Provincia di Gorizia, l’Amministrazione comunale di Gradisca di Isonzo, l’ufficio culturale dell'Ambasciata di Israele e l’Ambasciata di Finlandia.
Il festival, giunto alla sua nona edizione, prenderà il via giovedì 19 dicembre, nella cornice dell’enoteca regionale «La Serenissima», con un aperitivo e, successivamente, con la presentazione del progetto di installazione temporanea dell’artista Kristian Sturi. Seguirà, poi, la prima nazionale, alla Sala Bergamas, dello spettacolo «Fragmentation» di JesterN, artista e scienziato di origine friulane ma residente in Olanda, nel quale le nuove tecnologie vengono applicate alla danza butoh. Andrà, quindi, in scena, al Nuovo Teatro Comunale, la prima nazionale di «Idiot-Syncrasy», performance di danza del duo italo-spagnolo Igor e Moreno, artisti già presenti all'edizione 2012 di «Omissis» con il collettivo «Bloom!».
La giornata di venerdì 20 dicembre si aprirà, invece, con il workshop «Creative ways to use your brain waves» di JesterN (a partecipazione gratuita, ma con prenotazione consigliata), presso l’enoteca regionale «La Serenissima». Seguirà, quindi, l'anteprima regionale dello spettacolo «Vakuum Revue», che vedrà in scena, alla Sala Bergamas, il performer austriaco Jan Machacek. Mentre al Nuovo Teatro Comunale si esibiranno i danzatori e coreografi israeliani Yossi Berg e Oded Graf, protagonisti dell'anteprima regionale di «Heroes», performance di danza acclamata dalla critica come uno dei cinque migliori andati in scena nel 2008 e vincitrice anche del premio internazionale per la miglior coreografia Burgos di New York.
Sabato 21 dicembre il festival si aprirà con una replica del workshop «Creative ways to use your brain waves» di JesterN (a partecipazione gratuita, ma con prenotazione consigliata), presso l’enoteca regionale «La Serenissima». Si terrà, quindi, l’anteprima regionale dello spettacolo «Speed Blindness», proposto dalla compagnia finlandese «Whs» presso il Nuovo Teatro Comunale. Mentre a chiudere la programmazione del festival sarà la prima assoluta della performance «Transfera 5.1», con il gruppo polacco «Suka Off».
Anche quest’anno «Omissis» attiverà il suo Media Center, ideato per amplificare la fruizione degli spettacoli proposti mediante la realizzazione di video (youtube.com/mattatoioscenico) e foto pubblicati on-line in tempo reale sul sito del festival (www.omissisfestival.it) e sui principali social network, da Facebook (facebook.com/omissisfestival) a Twitter (twitter.com/omissisfestival).

Didascalie delle immagini
[Figg. 1 e 2] Igor e Moreno nello spettacolo «Idiot-Syncrasy»; [fig. 3]  La compagnia Vhs nello spettacolo «Speed Blindness»; [fig. 4] Jan Machacek nello spettacolo  «Vakuum Revue»; [fig. 5] Yossi Berg e Oded Graf nello spettacolo «Heroes». Photo by Richard Malcolm 

Informazioni utili 
«Omissis», festival internazionale dedicato alle arti performative. Gradisca di Isonzo, sedi varie. Biglietteria: la biglietteria, ubicata presso la Sala Bergamas di Gradisca d'Isonzo, sarà attiva durante i giorni del festival dalle ore 18.00. Informazioni: tel. 0481.961345 o info@omissisfestival.it. Sito web: omissisfestival.it. Social Network: facebook.com/omissisfestival; twitter.com/omissisfestival; youtube.com/mattatoioscenico. Da giovedì 19 a sabato 21 dicembre 2013.

lunedì 9 dicembre 2013

«Un biglietto per l'arte», ricordi in formato cartolina ai Musei civici di Torino

Torino apre l'album dei ricordi. Il Natale porta al Borgo medioevale una mostra che è un vero e proprio viaggio nel tempo, dall’antico al contemporaneo, alla scoperta di quei momenti speciali che hanno segnato la cultura cittadina dai primi decenni del Novecento ad oggi. Fino a domenica 2 marzo, lo spazio espositivo di viale Virgilio ospita, sotto il titolo «Un biglietto per l'arte», una raccolta di cartoncini di invito alle principali esposizioni promosse dai Musei civici di Torino in oltre un secolo di storia, accompagnata da una piccola selezione di cataloghi, manifesti e fotografie degli artisti e del pubblico presente alle inaugurazioni.
È Vittorio Viale, direttore del Musei civici dal 1930 al 1965, a dare il via a questo impegno culturale, rimasto costante fino ai giorni nostri. La prima vera mostra d’arte è quella dedicata ad Antonio Fontanesi nel 1932. Seguono una serie di grandi esposizioni sull'arte piemontese, ospitate a Palazzo Madama e a Palazzo Carignano, che fanno storia per la profondità degli studi e per la modernità degli allestimenti, come la mostra «Gotico e Rinascimento in Piemonte» (1938-1939) o la rassegna sul manierismo piemontese e lombardo del Seicento (1955).
Dopo la guerra, Torino si apre alla cultura internazionale e al confronto con l’arte europea contemporanea. È un’epoca di fermento e di partecipazione. Nel 1959 si inaugura la Galleria d’arte moderna ricostruita e vengono presentati artisti come Francis Bacon (1962), Graham Sutherland (1965), Nicolas de Staël (1960), Franz Kline (1963), Lucio Fontana (1970) e Alberto Burri (1971), accanto a mostre su correnti artistiche come la pop art («New-dada e Pop art newyorkesi»,1969) e il concettuale («Conceptual art Arte povera Land art»,1970). In parallelo, si ripercorrono i movimenti pittorici d’avanguardia della prima metà del secolo, con «L'opera di Marc Chagall» (1953), «Espressionismo e arte tedesca del XX secolo» (1954), la retrospettiva su Giacomo Balla (1963) e la mostra epocale «Il Cavaliere Azzurro» (1971).
Il gusto e l'interesse per la modernità coinvolgono anche il museo di arte antica: Palazzo Madama ospita, nel 1955, una mostra sull’American design dal Museum of Modern Art di New York. Nel 1959, a lasciare una traccia indelebile è, invece, «The family of Man», l'eccezionale esposizione fotografica curata da Edward Steichen per il MoMA, itinerante in sessantanove nazioni e visitata da nove milioni di persone.
Da questa rassegna su sviluppa un'attenzione particolare all'arte della fotografia, con retrospettive su grandi fotografi americani, come «Steichen il fotografo» (1965) e «I platini di Irving Penn. 25 anni di fotografia» (1975). Negli anni Sessanta, ancora, la collaborazione con l’Ismeo (Istituto italiano per il medio ed estremo Oriente) dà avvio a una stagione di mostre sull’arte antica orientale.
«Un biglietto per l'arte» ripercorre, dunque, le tappe principali di quello straordinario percorso nel tempo che sono state le mostre promosse dai musei torinesi ed è, nello stesso tempo, un modo per ricordare, a centocinquanta anni dalla nascita del Museo civico, l'importanza della sua attività per la città e sul panorama internazionale.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Marc Chagall a Torino per la mostra  «L'opera di Marc Chagall» (1953); [fig. 2] Immagine scattata durante la vernice della mostra sulla Collezione Thompson, tenutasi alla Galleria Sabauda di Torino nel 1961; [fig. 3] Inaugurazione della mostra «La famiglia dell'uomo»  (1959)

Informazioni utili 
Borgo Medievale, viale Virgilio 107 - Torino. Orari: lunedì-domenica, ore 10.00-18.00. Ingresso libero. Informazioni: tel. 011.4431701, e-mail: borgomedievale@fondazionetorinomusei.it. Sito web: www.borgomedievaletorino.it. Da venerdì 6 dicembre 2013 a domenica 2 marzo 2014.