ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

lunedì 24 marzo 2014

I De Pisis segreti di Alberto Rossi alla Gam di Torino

Si è inaugurata con la mostra «I De Pisis di Alberto Rossi: una collezione segreta» la nuova Wunderkammer della Gam – Galleria d’arte moderna di Torino, progetto che da cinque anni presenta al pubblico preziosi nuclei del patrimonio grafico del museo. La nuova dislocazione dello spazio, attigua al Gabinetto disegni e stampe, rende più immediata la relazione tra il progetto espositivo e l’ampia raccolta grafica conservata nel piano interrato dell’edificio di via Magenta, ribadendo la specifica vocazione della Wunderkammer: offrire al pubblico saggi sulla qualità e le peculiarità della vasta collezione posseduta dal museo, tra le maggiori raccolte grafiche italiane, il cui arco cronologico si estende dagli ultimi anni del Settecento alla contemporaneità.
Se il Gabinetto disegni e stampe, inaugurato il 6 marzo 2013 grazie al contributo della Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali di Torino, è divenuto in questi primi mesi un punto di riferimento per il pubblico interessato a ricevere informazioni, condurre ricerche e consultare gli originali conservati, la Wunderkammer può consolidare la sua missione allestendo in questa nuova sala rassegne di maggiore ampiezza, che consentono veri e propri approfondimenti rispetto ad autori e temi trattati, con la possibilità di ospitare significativi nuclei di opere appartenenti anche ai fondi grafici di musei italiani e stranieri.
La mostra allestita per l’inaugurazione è dedicata a un’ampia scelta di acquerelli ed oli di Filippo De Pisis, parte del generoso lascito disposto da Alberto Rossi (Induno Olona-Varese, 1893 – Torino, 1956) nel 1956, periodo in cui la galleria d’arte moderna era sollecitata a rafforzare la qualità e l’importanza della propria collezione in vista della riapertura nel nuovo edificio progettato da Bassi e Boschetti (1959).
Uomo di profonda cultura letteraria, artistica, musicale e cinematografica, Alberto Rossi fu presenza fondamentale delle pagine culturali de «La Stampa». In un momento drammatico della propria esistenza, il critico e giornalista lombardo volle lasciare al museo torinese la sua raccolta d’arte comprendente anche importanti lavori di Giorgio Morandi, Arturo Tosi, Felice Casorati e altri artisti del Novecento.
Le opere esposte -selezionate da Luigi Ficacci, sovrintendente delle Belle arti di Bologna- sono testimonianza del rapporto che unì Rossi a De Pisis e dipendono dalle circostanze dei loro reciproci contatti. La scelta di queste tele, acquarelli e disegni consente di descrivere le fasi salienti dello stile del pittore ferrarese e la peculiarità della sua evoluzione in ambito europeo.
Lungo il percorso espositivo si spazia, infatti, dal dipinto a olio «Natura Morta in grigio con caffettiera» del 1923, che è un’interpretazione tipica della generale tendenza classicistica post-avanguardistica, a una serie di disegni del periodo parigino, realizzati tra il 1925 e il 1939, che illustrano l’apertura delle forme a un respiro pittorico senza pari nel panorama artistico, recuperando la libertà della pittura del romanticismo e dell’impressionismo.
Oltre a significative opere del successivo periodo milanese (1939-1943), il culmine dell’esposizione consiste in una serie di magnifici fogli e dipinti del periodo veneziano (1943-1948), con nudi, volti di ragazzi e nature morte, caratterizzati da una sconvolgente esuberanza pittorica. Mentre gli ultimi struggenti acquerelli del disperato periodo finale della vita dell’artista, durante i ricoveri a Villa Fiorita di Brugherio, esprimono in dissolvenza diafana un’altissima qualità poetica.
Le opere che dalla segretezza discreta della passione artistica di Alberto Rossi emersero alla sua morte come patrimonio destinato ad arricchire la galleria torinese, sono, dunque, una guida utile alla comprensione del vertiginoso talento e dell’originalità inventiva di Filippo De Pisis.
In questi stessi giorni, alla Gam di Torino sono visibili anche i nuovi percorsi dei progetti «Surprise» e «Vitrine», l’uno incentrato sulla ricerca artistica torinese tra gli anni Sessanta e Settanta, l’altro sui giovani creativi piemontesi. Il primo appuntamento è dedicato a Pinot Gallizio, in occasione della presentazione del dipinto «La Notte barbara» del 1962, mai inserito prima d’ora nel percorso espositivo del museo e recentemente oggetto di un intervento di restauro alla Venaria Reale, realizzato in collaborazione con l’Università di Torino. La seconda occasione espositiva propone, invece, un focus su Manuele Cerutti con l’installazione «Pause», che presenta una carrellata di nature morte di ispirazione morandiana.

Informazioni utili 
«I De Pisis di Alberto Rossi: una collezione segreta». Gam, via Magenta, 31 – Torino. Orari: martedì-domenica, ore 10.00-18.00; chiuso il lunedì. Ingresso: intero € 10,00, ridotto € 8,00. Informazioni: centralino, tel. 011 4429518; segreteria, tel. 011 4429595. Sito web: www.gamtorino.it. Fino al 6 aprile 2014.

venerdì 21 marzo 2014

Félicien David, un compositore tra esotismo e suggestioni parigine. A Venezia un festival in suo onore

Ci sono autori diventati celebri per una sola opera. È il caso del compositore francese Félicien David (Cadenet, 13 aprile 1810 – Saint-Germain-en-Laye, 29 agosto 1876), contemporaneo di Hector Berlioz. La sua notorietà è, infatti, legata all’ode-sinfonia «Le Désert», una composizione dai tratti orientaleggianti, rappresentata per la prima volta nel 1844 al Théâtre-Italien di Parigi, che, per i più, avrebbe lanciato la moda dell’orientalismo in musica. L’opinione è, in realtà, riduttiva per una duplice ragione: innanzitutto perché non tiene conto di molte altre opere che, sin dalla fine del Settecento, avevano rinfocolato il gusto per il pittoresco del pubblico francese, da «Les Indes galantes» di Jean-Philippe Rameau a «La Caravane du Caire» di André Grétry, fino a «Les Bayadères» di Charles Simon Catel. In secondo luogo perché Félicien David, lungi dal relegarsi al mero talento per il colore locale, ha lasciato altri lavori di grande interesse musicale, a cominciare dall’opéra-comique «Lalla-Roukh» (1862), nella quale l’autore si approccia a un lirismo poetico e meditativo distribuendo i vari ruoli a tenori acuti e soprani leggeri, più adatti -secondo lui- a colorare le sottili sfumature della malinconia e della disperazione.
Non meno interessanti si rivelano, poi, altre sue composizioni come l'«Herculanum» (1859), fastoso grand opéra dagli accenti verdiani, «La Captive» (1864) e «Le Saphir» (1865), lavori nei quali si coniugano humour e tenerezza. Félicien David si dimostrò, inoltre, curioso a tutti i generi musicali in voga nella Parigi degli anni Cinquanta: trio e quartetto, melodie e musica pianistica, opéra-comique e grand opéra. Pregevole si rivela, dunque, l’iniziativa che il Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française di Venezia dedica al compositore di Cadenet, che amava dire di sé: «voglio pensare di essere romantico alla maniera di Beethoven e Weber. Ossia nuovo, originale, profondo come loro».
Il programma del festival, in cartellone dal 27 marzo al 17 maggio, prevede l’integrale dei quartetti per archi, due trii con pianoforte, una scelta rappresentativa di melodiés e di pezzi pianistici e un’affascinante selezione delle sapide «Quatre Saisons» per quintetto con contrabbasso.
Ad aprire la rassegna, intitolata «Félicien David, da Parigi al Cairo», sarà una conversazione con Alexandre Dratwicki, direttore scientifico del Palazzetto Bru Zane (giovedì 27 marzo, ore 18), accompagnata da un concerto del Quator Giardini. Seguirà l’esecuzione, negli spazi della Scuola grande di San Giovanni evangelista, dell’opéra-comique «Le Saphir» (sabato 5 aprile, ore 20), ispirata alla commedia «Tutto è bene quel che finisce bene» di William Shakespeare, e di un concerto del Trio Chausson, «Panorama» (domenica 6 aprile, ore 17), che prevede l'esecuzione del «Trio con pianoforte n. 3 in do minore» di Félicien David, oltre a una trascrizione del secondo movimento della «Symphonie fantastique» di Berlioz (1830) e del «Trio con pianoforte in sol minore op. 30» di René Lenormand (1893). Spazio, dunque, a una conferenza di Adriana Guarnieri sull’esotismo nell’Ottocento (martedì 8 aprile, ore 18) e a due incontri con il  pianista Jonas Vitaud: il concerto «Sogno ad occhi aperti» (sabato 12 aprile, ore 17) e un appuntamento per le famiglie (domenica 13 aprile, ore 16), durante il quale si cercherà di avvicinare i più piccoli alla magia della musica classica.
Toccherà, quindi, conquistare il pubblico al quintetto Opus V, con l’esecuzione di un estratto de «Le quattro stagioni» di Félicien David (giovedì 17 aprile, ore 20.00), e ai vincitori del concorso internazionale di canto di Clermont-Ferrand, con l’appuntamento «Nei salotti del secondo impero» (sabato 26 aprile, ore 17), che vedrà esibirsi anche il pianista Jeff Cohen. A seguire il Quatuor Mosaïques (giovedì 8 maggio, ore 20) proporrà la prima tappa dell’ascolto integrale dei «Quartetti» del compositore francese, la cui esecuzione vedrà, poi, all’opera anche il Quatuor Cambini-Paris (sabato 17 maggio, ore 17). Completa il ricco programma l’ascolto dell’aria «La nuit», contenuta nell’opera sinfonia «Le Désert» e proposta dal Quatuor Giardini (domenica 11 maggio, ore 17).
Un programma, dunque, ricco di suggestioni quello messo in cantiere dal Palazzetto Bru Zane, casa fatta costruire nel 1695 da Marino Zane all’architetto barocco Antonio Gaspari, con l’obiettivo di creare uno spazio intimo, separato dall’ufficialità del palazzo principale, le cui pitture videro all’opera Sebastiano Ricci, autore dei due affreschi principali: «Il Tempo che rapisce la Verità», sul soffitto della scala d’ingresso, ed «Ercole tra la Gloria e la Virtù», sulla volta della sala principale.

Didascalie delle immagini
[Fig. ] Ritratto di Félicien David, dipinto attribuito a Léon Coigniet; [fig. 2] Caricatura di Félicien David, litografia in possesso della Biblioteca nazionale di Francia; [fig. 3] Copertina dell'«Herculanum» di Félicien David 

Informazioni utili 
«Félicien  David, da Parigi al Cairo». Palazzetto Bru Zane - Centre de musique romantique française di Venezia, San Polo, 2368 e Scuola Grande San Giovanni Evangelista, San Polo, 2454 - Venezia. Ingresso:intero € 20,00 (spettacolo alla Scuola Grande San Giovanni Evangelista) o € 15,00 (concerti al Palazzetto Bru Zane), ridotto (riservato a studenti e minori di 28 anni) € 5,00. Prenotazioni: dal lunedì al venerdì, dalle ore 14.30 alle ore 17.30 e un'ora prima dello spettacolo. Programma: www.bru-zane.com/cms/wp-content/uploads/2014/03/David_depliant.pdf.  Informazioni: tel. 041.5211005 o tickets@bru-zane.com. Dal 27 marzo al 17 maggio 2014. 

giovedì 20 marzo 2014

Un wikipediano al Mart

Era il 2010 quando l’australiano Liam Wyatt entrava al British Museum con il compito di redarre alcune voci relative al prestigioso museo londinese per Wikipedia, enciclopedia on-line, multilingue e gratuita, redatta grazie al contributo di volontari.
Da allora l'esperienza dei wikipediani in residenza è diventata una realtà in molti spazi espositivi del mondo, a cominciare dal Museo Picasso di Barcellona e dalla Reggia di Versailles.
Il Mart - museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto ha deciso di seguire le orme di queste prestigiose realtà internazionali e di aderire, nell'ambito di un più articolato programma di applicazione delle vecchie e nuove tecnologie alla cultura, al progetto Glam.
Da maggio a ottobre, il museo diretto da Cristiana Collu aprirà, dunque, le proprie porte, anche grazie al sostegno del Digital Commons Lab della Fondazione Bruno Kessler di Trento, a un wikipediano, a un creativo-informatico selezionato direttamente da Wikimedia Italia, la corrispondente italiana ufficiale di Wikimedia Foundation, Inc...
Per sei mesi, il nuovo collaboratore lavorerà fianco a fianco con i curatori, gli archivisti, i bibliotecari e i comunicatori del museo, portando su Wikipedia i contenuti di qualità sviluppati dal Mart, per rendere liberamente accessibile a un pubblico molto vasto il patrimonio di dati conservati dall'istituzione trentina, a partire dalle collezioni dedicate al Futurismo, all'arte verbo-visuale e alla poesia sonora, per passare agli archivi di architettura e al materiale della ricca biblioteca. La residenza sarà anche l’occasione per immettere in rete, eventualmente modificandone lo status giuridico in base alle esigenze del museo, materiale iconografico e documentario di interesse per le comunità di studiosi e per il grande pubblico. Al wikipediano verrà, inoltre, offerta l’occasione di acquisire nuove conoscenze professionali e di confrontarsi con gli standard e le pratiche museali.
Il candidato ideale è una persona con ottime capacità redazionali in lingua italiana, precedente esperienza di contribuzione a Wikipedia e interesse per i beni culturali e la storia. Per il prescelto è previsto una retribuzione complessiva di cinque mila euro, più ulteriori contributi per vitto e alloggio. Gli interessati possono mandare il proprio curriculum vitae, con una lettera motivazionale di accompagnamento, entro domenica 13 aprile all’indirizzo wir@wikimedia.it, indicando nell’oggetto «Candidatura wikipediano in residenza - Mart».
Un’occasione, dunque, interessante quella offerta dal museo trentino, uno dei più noti e attivi del nostro Paese, per approfondire la conoscenza delle sue collezioni e, nello stesso tempo, per studiare come la Rete possa essere veicolo per avvicinare nuovi fruitori alla cultura.

Informazioni utili
Un wikipediano al Mart. Per candidarsi basta inviare entro domenica 13 aprile 2014 il proprio curriculum vitæ in formato pdf e una lettera di accompagnamento all’indirizzo wir@wikimedia.it indicando nell’oggetto «Candidatura wikipediano in residenza - Mart». La call è aperta a candidati di ogni nazionalità, età e genere.Il testo completo della call è disponibile al link: http://bit.ly/wikipedianoalmart

mercoledì 19 marzo 2014

Dal nuovo «Riedel Award» allo storico «Confini»: banditi tre concorsi per designer, maestri vetrai, fotografi e curatori

«Glass in Venice», riconoscimento di prestigio per artisti e maestri vetrai che lavorano nel solco della tradizione muranese, si arricchisce di un nuovo premio. Ad idearlo è stato l’Istituto veneto di scienze, lettere e arti, importante istituzione culturale veneziana da sempre dedita alla valorizzazione del patrimonio vetrario, con la Riedel Crystal, azienda austriaca di centenaria tradizione familiare attiva nella produzione di calici e decanter in cristallo soffiato.
il premio, ribattezzato «Riedel Award», si rivolge ad artisti e designer under 30; gli interessati devono presentare, entro sabato 31 maggio, un portfolio del proprio lavoro e, se richiesto per un più approfondito esame della loro produzione, anche un prodotto in vetro.
Il materiale verrà esaminato da un’apposita commissione di professionisti del settore costituita dall’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti e presieduta da Georg J. Riedel, ex Ceo dell’azienda austriaca.
Al vincitore, la cui designazione si avrà nell’ottobre 2014 durante la premiazione del «Glass in Venice», verrà offerta un’ospitalità di tre giorni a Venezia, nella foresteria dell’Istituto veneto di scienze, lettere e arti. Al primo classificato verrà donato anche un viaggio di quattro giorni (dal 27 al 30 novembre) a Kufstein, presso la Riedel, durante il quale si terrà una full immersion nell'arte della soffiatura del vetro ed è prevista una visita a Salisburgo.
Premia, invece, i curatori under 35 il concorso «Premiere», promosso dall’associazione culturale «Blob Art», con la compartecipazione del Comune di Livorno e della Regione Toscana, al fine di creare un dialogo sempre aperto tra varie figure dell’arte contemporanea.
Le iscrizioni alla competizione, nata da una costola del «Combat Prize», rimarranno aperte fino al 18 giugno; mentre la segnalazione del miglior progetto si avrà il 5 luglio, dopo l’incontro tra i membri della commissione giudicante, composta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Francesca Baboni, Filippo Maggia, Andrea Bruciati, Alberto Salvadori e Stefano Taddei.
Gli interessati, toscani o domiciliati sul territorio, devono inviare un cd contenente il proprio curriculum, l’idea espositiva, il nominativo degli artisti e il titolo delle opere scelte per la mostra alla sede dell’associazione culturale «Blob Art»; il primo classificato avrà la possibilità di veder realizzato il prossimo autunno il proprio progetto alla «Sala degli archi» del Comune di Livorno.
Tra i premi appena lanciati si segnala, infine, quello per «Confini12», rassegna sulla fotografia contemporanea, che vede tra i propri partner culturali il sito «Photographers.it», la rivista «Il fotografo» e l’associazione «Deaphoto». Il termine ultimo per le iscrizioni è quello del 15 giugno; gli interessati devono caricare on-line, sul portale www.photographers.it, un proprio portfolio con dieci/dodici immagini, anche contagiate da altre tecniche visive.
Gli scatti inseriti devono essere accompagnati da un breve testo di presentazione del progetto e da un’altrettanto breve biografia dell’autore. In fase di registrazione, il fotografo deve comunicare anche le caratteristiche delle opere da esporre: dimensioni, tecnica di stampa, tipo di carta fotografica e supporto su cui verrà montata ogni opera (cornice con passepartout, cornice al vivo, montaggio su pannello,… ).
La commissione, che emetterà i propri risultati entro il 15 luglio, sarà formata da Clelia Belgrado («VisionQuesT»), Leo Brogioni («Polifemo Fotografica»), Fulvio Bortolozzo («Camera Doppia»), Maurizio Chelucci («MassenzioArte»), Fulvio Merlak («Sala Fenice»), Francesco Tei («PhotoGallery»), Fausto Raschiatore («CivicoCinque»), Pippo Pappalardo, Antonio Armentano («A.C. l'Impronta»), Sandro Iovine («Il Fotografo») e Angelo Cucchetto («Photographers»).
Fra i progetti con forti contaminazioni linguistiche presentati on-line saranno scelti almeno due degli autori di «Confini12», mostra itinerante che, fra settembre 2014 e settembre 2015, toccherà le città di Roma, Milano, Trieste, Genova, Venezia-Mestre, Torino, Pistoia, Catanzaro e Catania.

Didascalie delle immagini
[Fig.1]Veduta di insieme della «Sala degli archi» del Comune di Livorno, sede espositiva del concorso «Premiere»; [fig. 2] Fabrizio Intonti, «Metanimalia», 2013. Opera selezionata per «Confini11»; [fig. 3] Lavorazione del vetro a Murano

Informazioni utili 
«Riedel Award». Ente banditore: Istituto veneto di scienze, lettere e arti di Venezia, con la Riedel Crystal. Data ultima di consegna dei materiali: 31 maggio 2014. Informazioni e indirizzo per la consegna del portfolio: Istituto veneto di scienze, lettere e arti di Venezia, Campo Santo Stefano, 2945 - 30124 Venezia, glassinvenice@istitutoveneto.it. Sito web: www.glassinvenice.it.

«Premiere». Ente banditore: associazione culturale «Blob Art», con il Comune di Livorno e la Regione Toscana. Data ultima di consegna dei materiali: 18 giugno 2014. Informazioni e indirizzo per la consegna dei materiali: associazione culturale «Blob Art»,   corso Amedeo, 118 - 57125 Livorno (Livorno), tel.0586.881165 e  info@premiocombat.it. Sito web: www.premiocombat.it/premiere

«Confini12». Ente banditore: Confini, con il sito «Photographers.it», la rivista  «Il fotografo» e l’associazione «Deaphoto». Data ultima di consegna dei materiali: 15 giugno 2014. Quota di ammissione: € 30,00, da versare on-line al momento del caricamento delle foto sul sito . Informazioni e indirizzo on-line per la consegna dei materiali:  www.photographers.it/bandi.php?id=37. Sito web: www.confini.eu.

martedì 18 marzo 2014

«Sacre Armonie», quando le arti raccontano la spiritualità e la scienza

Padova torna a riflettere sui rapporti tra sacro, profano, spiritualità e sapere. La primavera riporta in città il festival «Sacre Armonie», promosso dall’amministrazione comunale, in collaborazione con la scuola di musica «Gershwin». Undici gli appuntamenti in programma per questa quarta edizione della manifestazione che, da sabato 29 marzo a venerdì 30 maggio, porterà in Veneto importanti protagonisti dello spettacolo dal vivo e della scena culturale internazionale come il trombettista Paolo Fresu, il pianista Uri Caine, il trio vocale africano Insingizi, la scrittrice Antonia Arslan, la danzatrice Maya Devi e l’attore Natalino Balasso.
Il programma, che prevede molte prime assolute per il Nord-Est, «intreccia –spiega Maurizio Camardi, direttore artistico della rassegna- mondi e culture in un'apparente relazione di incontro/scontro, a partire dalla scelta dei palcoscenici degli spettacoli: cattedrali profane che ospiteranno traiettorie di rara spiritualità e luoghi del sacro che si presteranno a diventare veri e propri teatri». L’obiettivo è quello di mostrare i vari volti di Padova, città della scienza e del sapere, con la sua prestigiosa università e gli esperimenti di Galileo, ma anche città dell'arte e della fede, baciata dal genio artistico di grandi maestri in diversi periodi storici, Giotto sopra tutti, e dal culto per sant'Antonio, riferimento per molti pellegrini provenienti da ogni parte del mondo.
Ad aprire la rassegna sarà, nella serata di sabato 29 marzo alla Sala dei Giganti del Liviano, l’unica tappa nel Nord Italia del progetto musicale «Things/Think!», nato dalla collaborazione tra due protagonisti di punta del jazz internazionale: il noto trombettista Paolo Fresu e il grande pianista americano Uri Caine. «Un concerto che ti mette in pace con il mondo» è la frase con cui la critica ha definito questo spettacolo, nel quale il timbro malinconico e onirico della tromba dell’uno si sposa con il virtuosismo pianistico dell’altro, fatto di mille citazioni, dalla canzone americana al blues, fino alla musica classica. Tra i brani, oltre a standard come «Darn that dream» e «Doxy», sarà possibile ascoltare delle vere e proprie perle musicali, da una versione da brividi di «Lascia ch'io pianga» di Georg Friedrich Händel al fantastico medley che unisce un classico della canzone italiana come «Non ti scordar di me» con «Centochiodi», brano scritto da Paolo Fresu per la colonna sonora dell’omonimo film di Ermanno Olmi.
Il secondo appuntamento in cartellone vedrà, invece, dialogare pittura e religione: venerdì 11 aprile, alla Sala della Carità, andrà in scena lo spettacolo «Come piuma sul respiro di Dio. Artemisia e le altre», a cura degli «Amici della musica» di Venezia, che vedrà in scena la soprano Susanna Armani accompagnata al fortepiano da Bruno Volpato. «Le storie delle eroine bibliche diventano nelle scene dipinte dalla Gentileschi –si legge nella sinossi della rappresentazione- mezzo di espressione di una realtà femminile che si rispecchia e si rivela in suggestivi paralleli con le azioni sacre cantate dalle celebri Figlie da Choro negli ospedali veneziani nel Settecento: le eroine della Bibbia sono, quindi, metafore o allegorie dietro cui sembra di intravvedere aspirazioni e conflitti di genere ancor oggi irrisolti».
Toccherà, quindi, esibirsi sotto i riflettori del festival «Sacre Armonie» all’attore Natalino Balasso, accompagnato sul palco da un trio musicale d’eccezione composto da Claudio Carboni al sax, Carlo Maver al bandoneon e Pasquale Mirra al vibrafono.
L’appuntamento è per mercoledì 16 aprile al Multisala MPX,dove andrà in scena la celebre battaglia tra topi, rane e granchi della «Batracomiomachia», uno dei pochi testi pervenutici integri del filone di poesia parodica e scherzosa molto diffusa nella letteratura greca, in questa versione impreziosito dalla traduzione in forma poetica fluente e ricca di Giacomo Leopardi.
Dalla prosa comica si passerà alla musica con il concerto «Canti sacri dal mondo» che mercoledì 30 aprile vedrà in scena, alla chiesa di San Gaetano, il Coro interreligioso di Trieste, una formazione nata nel 2000, per iniziativa del maestro Fabio Nossal, con l'intento di far conoscere il vasto e multiforme repertorio della musica sacra di varie confessioni religiose.
Le sette note saranno ancora protagoniste domenica 11 maggio al Centro culturale Altinate/San Gaetano con la prima assoluta dello spettacolo «Mystic Gipsy Soul», nato dalla collaborazione con il Nomad Dance Fest International, il festival internazionale di culture, musica e danze nomadi in Italia e in India. Anuj Mishra, Neha Singh, Maya Devi e il Rajput Maharani Ensemble proporranno un viaggio, mistico e indimenticabile, dall'India all'antica Persia, dall'Egitto al Marocco, dalla Turchia al Mar Mediterraneo, alla scoperta di ritmi e melodie antiche come la danza sufi, la rajasthani dance o il flamenco gitano.
Mentre mercoledì 14 maggio, nella Chiesa degli Eremitani, sarà possibile assistere a un concerto dell’Orchestra di Padova e del Veneto e del coro «La stagione armonica», compagini dirette rispettivamente da Zsolt Hamar e da Sergio Balestracci, che saranno accompagnate in scena dalla soprano Martina Nawrath, dalla mezzosoprano Lucia Megyesi Schwartz, dal tenore Markus Francke e dal baritono Thomas De Vries. «Abbracciatevi, moltitudini!», l’incitamento alla fratellanza universale contenuto nell’«Ode alla gioia» della Sinfonia n. 9 di Beethoven, insieme al «Benedictus» dalla «Missa Solemnis» (nella versione per violino e orchestra che ne fece Busoni), e a uno tra i più grandi monumenti in musica all’Olocausto, «Un sopravvissuto di Varsavia op. 46» di Schoenberg, compongono il programma della serata.
Quest’anno «Sacre Armonie» si inserisce anche nelle manifestazioni francescane per il centenario del ritorno dei frati nella chiesa di San Francesco Grande. Per l’occasione, giovedì 15 maggio l'ensemble vocale Insingizi, formazione composta da tre percussionisti e danzatori provenienti dallo Zimbabwe, proporrà lo spettacolo «An African Gospel», una serie di canti gospel e spiritual della tradizione africana.
Giovedì 22 maggio andrà, invece, in scena alla Sala dei Giganti del Liviano la prima nazionale di «Kalelov (camminando)», spettacolo scritto da Antonia Arslan e Massimo Carlotto, che si avvale di musiche tradizionali armene e di composizioni originali di Maurizio Camardi e Mauro Palmas. La rappresentazione, che vede in scena due scrittori e quattro musicisti con in comune la passione del racconto e l'amore per la cultura della propria terra, costituisce –affermano gli organizzatori- «un viaggio tra parole e musica da Marsiglia alle coste della Sardegna, da Venezia ai paesaggi dell'Armenia anatolica, lungo le rotte del Mediterraneo e oltre. Un viaggio nel tempo tra passato, presente e futuro che ci racconta storie di donne, uomini, luoghi reali e immaginari».
La rassegna proseguirà, venerdì 23 maggio al Palazzo Moroni, con la presentazione del romanzo «Le inutili vergogne» di Eduardo Savarese. Tornerà, poi, ancora protagonista del festival l'Orchestra di Padova e del Veneto, diretta da Gabriele Dal Santo, che giovedì 29 maggio proporrà al Santuario della Madonna Pellegrina un ricordo del compositore Carl Philipp Emanuel Bach (8 marzo 1714 - 14 dicembre 1788), nel trecentesimo anniversario della nascita, con l’esecuzione della «Sinfonia in si min. Wq 182 n.5» e del «Concerto Wq 35 per organo e orchestra», ma anche delle «Tre sonate da chiesa K 336, K 244, K 245 per organo e orchestra» e dell’«Adagio e fuga in do minore K 546 per archi» di Mozart. Un evento speciale chiuderà venerdì 30 maggio la quarta edizione di «Sacre Armonie», manifestazione che da sempre racconta il passato e il presente con uno sguardo aperto al futuro.

Didascalie delle immagini
[Figg. 1 e 2] Una scena dello spettacolo «Mystic Gipsy Soul», nato dalla collaborazione con il Nomad Dance Fest International; [fig. 3] L'ensemble vocale Insingizi; [fig. 4]   Il trombettista Paolo Fresu e il pianista americano Uri Caine;[fig. 5] Il Coro interreligioso di Trieste

Informazioni utili
«Sacre Armonie»  - Edizione 2014. Padova, sedi varie. Informazioni: Spazio Gershwin – Scuola di Musica «Gershwin», tel. 342.1486878 o  info@universidiversi.com. Punti vendita dei biglietti: Gabbia Dischi, via Dante 8  (tel. 049.8751166); Coin Ticket Store, via Altinate (tel. 049.8364084); Multisala MPX, via Bonporti 22 (tel. 049.8774325); Musica Musica, via Altinate 20 (tel. 049.8761545), Scuola di Musica Gershwin, via Tonzig, 9 (tel. 342.1486878). Sito web: www.universidiversi.com - www.spaziogershwin.org. Dal 29 marzo al 30 maggio 2014.