ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 5 novembre 2014

Pistoia, al Funaro una biblioteca con oltre cinquemila libri sul teatro

Ci sono teatri speciali, capaci di fare cultura a 360°. Uno di questi è il Funaro di Pistoia, la cui storia non passa solo attraverso il palcoscenico e le pur tante produzioni. L’attivo centro culturale toscano si occupa, infatti, di formazione, curando corsi di recitazione per tutte le età e ospitando la sede italiana Scuola dei sensi di Enrique Vargas, e vanta anche una biblioteca dedicata alla drammaturgia e alla ricerca teatrale da far invidia.
L’ultima acquisizione, che verrà festeggiata nella serata di venerdì 7 novembre con un incontro animato dal poeta Giacomo Trinci, consta di ben tremila nuovi titoli fra saggi, drammi, commedie, tragedie, satire e teatro di narrazione, raccolti durante la sua vita da Piero Palagi, bibliotecario della Nazionale di Firenze e appassionato di drammaturgia.
La straordinaria donazione è opera di Donella Orsini, che ha concesso questo collezione alla Rete documentaria della Provincia di Pistoia, alla quale è spettato il compito di selezionare il Funaro, dove recentemente sono stati ampliati i locali adibiti a biblioteca, quale luogo adatto ad ospitarla.
Grazie a questa acquisizione, la realtà curata da Massimiliano Barbini può contare ora più di cinquemila volumi e si colloca tra le più fornite della Toscana nel settore.
I “nuovi arrivati” non saranno, però, immediatamente disponibili, bisognerà aspettare che venga completata la loro lunga opera di catalogazione prima di poterli consultare. Nel frattempo, i lettori potranno leggere o sfogliare i materiali del Fondo Andres Neumann, donato nel 2011 e recentemente dichiarato d'interesse storico-archivistico rilevante dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact) - Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Toscana.
L’archivio -composto da un’articolata serie, tra i cinquantamila e i sessantamila pezzi, di varie tipologie documentarie- è uno dei più importanti patrimoni relativi alla storia dello spettacolo mondiale degli ultimi quarant’anni. Al suo interno è raccolta la memoria della «Andres Neumann International», agenzia che dal 1978 è stato un imprescindibile punto di riferimento per artisti di assoluto prestigio internazionale quali Peter Brook, Tadeusz Kantor, Dario Fo, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Ingmar Bergman, Pina Bausch, Luca Ronconi, Andreij Waida, Robert Wilson, il Living Theatre, e ha dato vita a spettacoli memorabili quali il «Mahabharata» di Brook, l’«Amleto» di Bergmane e «Palermo Palermo» di Pina Bausch, tra gli altri.
Il riordinamento preliminare dei documenti curato da Giada Petrone, è stato il punto di partenza del successivo lavoro di digitalizzazione, catalogazione e analisi dei materiali dell’archivio a cura dell'Università degli studi di Firenze, iniziato nel 2012 e che nel 2013 ha dato origine al libro, edito Titivillus, «L’archivio Andres Neumann. Memorie dello spettacolo contemporaneo», di Maria Fedi, con una presentazione del professor Renzo Guardenti e una testimonianza di Giada Petrone.
L’intero catalogo della biblioteca è suddiviso in sezioni per agevolare la consultazione: grandi maestri del ’900, teatro di ricerca, pedagogia teatrale, storia dello spettacolo, ricerca sensoriale, testi teatrali e approfondimenti sulla drammaturgia, spazi teatrali, costumi, luci, scenografie, letteratura di approfondimento, dvd e cd. Tra i servizi offerti: collegamento a internet, libero accesso agli scaffali, fotocopiatura e prestito; la biblioteca svolge anche attività di promozione alla lettura, reading, mostre e iniziative di animazione per l’infanzia, fra cui l’apprezzato «Raccontamerende». Uno spazio, dunque, vivo quello del Funaro, a dimostrazione che –diceva Augustine Birrell- «le biblioteche non si fanno, crescono».

Informazioni utili
Il Funaro centro culturale, via del Funaro, 16/18 – Pistoia. Orari: dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00, ad esclusione del martedì pomeriggio, con la possibilità di aperture straordinarie su appuntamento, telefonando al numero 0573.977225 o scrivendo a biblioteca@ilfunaro.org. Sito web: www.ilfunaro.org.

martedì 4 novembre 2014

«Todo Cambia», viaggio intimo tra le noti di Mercedes Sosa con Maria Letizia Gorga

Era per tutti la «cantora popular», simbolo della lotta contro la dittatura argentina e paladina nella difesa dei diritti civili dei più umili. La chiamavano anche «la voce della maggioranza silenziosa» e «la negra», in omaggio alle sue origini indie, alla carnagione e ai capelli scuri. Ha legato il suo nome a grandi poeti come Pablo Neruda così come ai maggiori talenti della canzone d'autore sudamericana, da Pablo Milanes a Carlos Gardel, da Chico Buarque de Hollanda a Milton Nascimento. Con rara coerenza per un’artista, e indomito impegno, ha usato la sua arte come strumento di lotta a favore del popolo, portando all’attenzione mondiale il dramma dei desaparecidos. Il mito dell’indimenticabile Mercedes Sosa (San Miguel de Tucumán, 9 luglio 1935 – Buenos Aires, 4 ottobre 2009), premiata dall’Unesco nel 1996 per aver usato la sua musica come strumento di condivisione tra le persone, torna a vivere sul palco. L'occasione è offerta dall’anteprima nazionale dello spettacolo «Todo Cambia», in scena dall'11 al 16 novembre al teatro «Lo Spazio» di Roma.
Successi come «Gracias a la vida», «Rumba de amor», «Luna Tucumana» e «Maria va» rivivono sul palco grazie all'attrice e cantante Maria Letizia Gorga, accompagnata dal vivo dai musicisti Stefano De Meo al pianoforte e Pino Jodice alla chitarra, in un avvincente spettacolo di teatro e musica nato da un’idea dell'autore e regista Pino Ammendola, a partire dal cd «Viaggio intimo con Mercedes Sosa» che la stessa Maria Letizia Gorga ha registrato negli scorsi mesi.
Il pubblico potrà così approcciarsi alla storia di una donna nata poverissima, ma dotata della ricchezza più grande: l’amore per la vita e il desiderio di battersi contro l’ingiustizia. Un percorso umano, questo, non facile, nel quale il canto è stato vissuto come strumento di comunicazione e di battaglia politica, anche a costo di sperimentare la censura, il carcere e l’esilio.
Il racconto, come negli altri testi di Pino Jodice, si lega in una partitura ininterrotta alle canzoni, inseguendo la duplice e mai disgiunta realtà di donna e di artista, che rese Mercedes Sosa esponente di spicco della Nueva Canción, corrente artistica emersa negli anni Sessanta che riprendeva i moduli della tradizione musicale latino-americana per metterli al servizio di testi impegnati. Si scoprono così i segreti di un’anima tormentata che, dietro la propria inguaribile voglia di lottare per il bene degli altri, nascondeva un senso profondo di solitudine e di dolore. L’artista soffrì, infatti, moltissimo per l’esilio, prima a Parigi e poi a Madrid, inflitto da un regime totalitario che aveva procurato alla sua patria, la martoriata Argentina, oltre trentamila vittime e che l’ha resa testimone internazionale della silenziosa battaglia della Madri di Plaza de Mayo.
Una donna così non poteva che lasciare un vuoto incolmabile nel suo Paese, ma anche nel resto del mondo. E come tutti i grandi che se ne vanno, anche Mercedes Sosa ci ha lasciato il suo messaggio, il suo testamento spirituale: «Todo cambia», tutto cambia, anche quando pensiamo che non sia possibile. Un bellissimo grido di speranza e di amore, questo, che è un invito a «sporcarsi le mani» per rendere il mondo un posto migliore. (s.am.)

Didascalie delle immagini 
[Fig.1] Locandina dello spettacolo «Todo Cambia. Viaggio intimo con Mercedes Sosa»; [figg. 2 e 3] Ritratto di Maria Letizia Gorga 

Informazioni utili 
«Todo Cambia. Viaggio intimo con Mercedes Sosa». Teatro Lo Spazio, via Locri, 42/44 (traversa di Via Sannio, a 100 metri da Metro S. Giovanni) – Roma. Orari spettacoli: da martedì a sabato, ore 20.45; domenica, ore 17.00. Ingresso: inter 12,00 euro, ridotto 9.00 euro + 3,00 euro per la tessera associativa del teatro. Informazioni: tel. 06.77076486 o tel. 06.77204149,  info@teatrolospazio.it. Sito internet: www.teatrolospazio.it. Dall'11 al 16 novembre 2014.

lunedì 3 novembre 2014

Ravenna ritrova il suo porto antico. Apre in primavera la prima stazione del Parco archeologico di Classe

Ravenna è la capitale italiana dei mosaici. I più conosciuti si trovano in chiese, battisteri e mausolei di epoca paleocristiana e bizantina come San Vitale, la Cappella arcivescovile di Sant'Andrea o Sant'Apollinare il Classe. L'edificazione di questi capolavori artistici, dichiarati nel 1996 patrimonio mondiale dell'Unesco, risale principalmente all'epoca d'oro della città, quella che tra il V e il VI secolo a.C. la vide essere capitale dell'Impero romano e importante centro commerciale. Ma Ravenna riserva ai suoi abitanti e turisti la possibilità di vedere molte altre vestigia del passato e, dalla prossima primavera, l’offerta culturale si arricchirà con l’apertura al pubblico della prima stazione del Parco archeologico di Classe, ubicato in un luogo ricco di storia come l’area del Podere Chiavichetta, dove si trovano i resti del porto antico e tardo-bizantino.
Giungeranno così a compimento i tre cantieri avviati, in questi giorni, nell’area archeologica compresa tra via Marabina, via Romea Sud e la ferrovia, sotto la supervisione dell’architetto Daniela Baldeschi, individuata dalla Fondazione RavennaAntica nell’ambito di un concorso di idee.
Questi interventi, il cui costo complessivo supera abbondantemente il milione di euro e che sono stati quasi totalmente sostenuti dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna o tramite i fondi intercettati attraverso la partecipazione al progetto Hera – Cultural Tourism Development of Adriatic Heritage, riguarderanno la realizzazione di tutte le strutture e gli apparati per l’allestimento dell’intera area archeologica, l’esecuzione di dispositivi multimediali all’interno dell’edificio situato all’ingresso, il lavoro di valorizzazione del nuovo accesso e altri interventi a verde nell'area.
I tre cantieri seguono a un’altra imponente serie di lavori iniziata nel 2008, che ha messo in campo diverse competenze e realtà, a cominciare dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Emilia Romagna e dall’Università di Bologna, e che ha incluso il governo delle acque, la messa in sicurezza del luogo e attività di scavo e restauro.
«Il primo elemento importante del nuovo allestimento -spiega l'architetto Daniela Baldeschi- è l'ingresso, che sarà valorizzato rendendolo più visibile, ovvero spostandolo dall'attuale sede. Verrà riqualificato, poi, il parcheggio esistente, creando un’unione con il nuovo accesso pedonale collocato sulla via Marabina.
In questo modo il visitatore potrà accedere al sito da un unico viale. Una volta entrato si troverà una grande piazza da dove potrà accedere alla biglietteria e all'edificio in cui verranno mostrate le presentazioni multimediali. Questo spazio ospiterà anche un book-shop e un'aula didattica. Il percorso continuerà, quindi, verso l’interno del sito archeologico che, nella zona del ponte antico, comprenderà un ponte-passerella in modo da collegare l’isola al resto dell’area. Sono previste, infine, anche aree verdi, aiuole e alberi già piantumati, per offrire una schermatura degli edifici di Ponte nuovo».
Contestualmente al completamento dell’allestimento si sta lavorando all’adozione di modalità di gestione innovative dell’antico porto, per intercettare le nuove domande di turismo culturale e sperimentare forme originali di integrazione con l’escursionismo ambientale del Parco del Delta e con le vacanze balneari sulla costa romagnola.

Didascalie delle immagini
[Fig.1] L'ingresso alla I stazione del Parco archeologico di Classe a Ravenna. Rendering a cura di Daniela Baldeschi, architetto progettista dell’allestimento; [fig. 2] Esterno della sala multifunzionale,in cui si potrà assistere alla presentazione multifunzionale dell'area archeologica. Rendering a cura di Daniela Baldeschi, architetto progettista dell’allestimento; [fig. 3] Centro visite multimediale, in cui si potrà assistere alla presentazione dell’area archeologica. Rendering a cura di Daniela Baldeschi, architetto progettista dell’allestimento;[fig. 4] Interno del centro visite multimediale, con proiezioni che evidenzieranno gli aspetti naturalistici, geologici, storici e archeologici del territorio in esame.Rendering a cura di Daniela Baldeschi, architetto progettista dell’allestimento; [fig. 5] Un tratto del percorso di visita all’area archeologica. Rendering a cura di Daniela Baldeschi, architetto progettista dell’allestimento. 

Informazioni utili
Fondazione RavennAntica, via Gordini, 27 - 48121 Ravenna, tel. 0544.36136. Sito internet: www.ravennantica.it.