ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

lunedì 25 maggio 2015

«Art Hub Carrara», nasce in Toscana il primo incubatore italiano delle professioni dell’arte

Al gotico le fabbriche delle cattedrali, al Rinascimento le botteghe dei maestri, al pop la Factory del marketing: di fatto in arte l’unione ha fatto la forza lavoro. Giotto o Warhol che fossero, ingegni e mani si sono nei secoli incrociati (tra loro) nella -e per la- creazione, attraversando figurativismi e concetto, fondi oro e arti povere, ma sempre e comunque nel segno della collaborazione, disponendo di eccellenza e virtù di ciascuno. Oggi il co-working si chiama hub, ma il principio basale rimane lo stesso. Da questo pensiero è nato a Carrara, per iniziativa dell’associazione BlitzArt, il primo incubatore delle professioni dell’arte, che si avvale del partenariato dell’Amministrazione comunale carrarese e della collaborazione del Centro per l’arte contemporanea «Luigi Pecci», nell’ambito del progetto regionale «Cantiere Toscana contemporanea».
L'iniziativa -che verrà presentata alla stampa e al pubblico con una tre giorni di conferenze e incontri, in programma dal 28 al 30 maggio- nasce da un’idea di Giorgia Passavanti e Christian Marinari, con il critico Cinzia Compalati, lo storico dell’arte Sebastiano Collu, l’artista Andrea Ferrari e Andrea Pugliese, esperto in politiche del lavoro.
L’obiettivo di questo nuovo incubatore di professioni, denominato «Art Hub Carrara», è quello di colmare un gap, quello che vede la città toscana votata per tradizione millenaria, con le sue cave di marmo e il loro indotto, all’arte, ma non del tutto capace di mettere in relazione tradizione e contemporaneità, manifatturiero e digitale in una logica di arricchimento e di accrescimento reciproco. In sostanza, a Carrara sculture e scultori ci sono: mancano i contatti tra loro e i mestieri nuovi. Eppure sono indispensabili, in un mondo come quello della creazione artistica sempre più gestito da registrar di collezioni e collezionisti, social media strategist, web editor, curatori e specialisti di bandi europei, figure professionali che muovono oggi globalmente l’arte a servizio del manufatto facendo dell’opera un’esperienza totale che scavalca la sola percezione estetica e concettuale.
Con «Art Hub Carrara» si costruisce, dunque, un ponte tra lab (inteso come laboratorio) e hub, creando uno spazio di co-working e di socialità professionale, in cui profili diversi, ma complementari –spesso così insoliti e nuovi da non figurare nei percorsi formativi ufficiali- si relazionino e collaborino alla creazione e progettazione di iniziative culturali contemplandone la produzione e l'esito a 360°: dal manufatto all'hashtag, per dirla con un tweet.
Ad aprire le attività di questo progetto pilota in Italia, che avrà luogo al Cap - Centro arti plastiche di Carrara, convento secentesco riconvertito in museo dal 2006, saranno una serie di conferenze con esperti del settore, tra i quali si segnalano Fabio Cavallucci (direttore del Centro «Luigi Pecci» di Prato), Francesca Alix Nicoli (producer, tra gli altri, di Vanessa Beecroft), Salvatore Filippini La Rosa (avvocato, esperto in legislazione sui beni e le attività culturali), la crowdfunder Chiara Spinelli, Sara Dolfi Agostini (contributor del dorso «Art Economy» del quotidiano «Il Sole 24 Ore»), lo scultore Filippo Tincolini di Torart (l’innovatore che realizza sculture con robot 3D per Gormley, Zaha Hadid e altri ancora), l’addetto stampa Rosi Fontana e la gallerista Renata Bianconi. In tutto saranno quindici gli esperti che racconteranno riti e virtù del loro lavoro e lo presenteranno a un pubblico vario per il quale probabilmente certe professioni sono ancora inusuali, quando non ignote.
Fase attuativa di «Art Hub Carrara» sarà il «Summer CAmP» , un corso di progettazione culturale, in programma dall’8 al 12 settembre, in cui studenti e giovani lavoratori saranno affiancati da tutor e professionisti del circuito del contemporaneo nell'ideazione di progetti ed eventi da proporre a istituzioni pubbliche e private.
Prima, però, si terrà, dal 10 luglio al 4 ottobre, l'«Hub exhibition», in cui le opere della collezione permanente del Cap – Centro arti plastiche saranno rilette in chiave lavorativa, evidenziando quanti e quali braccia e menti -oltre a quelle dello scultore- abbiano lavorato su uno stesso lavoro. Kounellis, Aldo Mondino, Nunzio, Perino e Vele, Vangi, Aldo Mangiarotti, Guadagnucci, Kenneth Armitage, Viani e altri sono gli autori al centro del progetto, che sarà arricchito dalle video-testimonianza di Whatchado, web tv svizzero/tedesca alla quale è stato affidato il compito di fare la cronaca di quanto succederà dal 28 al 30 maggio a Carrara.
Ad affiancare la fase preliminare del progetto -che si propone come incubatore vivo e attivo nel quale maestri e maestranze possano misurarsi in concreto e nell’immediato, passando a strettissimo giro dalla formazione al lavoro vero, dal contatto al contratto- ci sarà, inoltre, una campagna di affissioni giocata sul paradosso lessicale.

Informazioni utili
Art Hub Carrara. Cap - Centro arti plastiche, via Canal del Rio - Carrara. Case History: giovedì 28 – venerdì 29 – sabato 30 maggio 2015. Hub Exhibition: dal 10 luglio al 4 ottobre 2015. Summer Camp: dall’8 al 12 settembre 2015. Informazioni: arthubcarrara@gmail.com o cell. 331.7671163. Sito internet: arthubcarrara.wordpress.com. Facebook: Art Hub Carrara. Twitter: @arthubcarrara

venerdì 22 maggio 2015

«Mended Cups» e «Unbroken Cup»: una nuova illy Art Collection per Yoko Ono

La tensione verso la perfezione, la passione per il bello e il ben fatto hanno spinto illy ad amplificare il piacere sensoriale dato dal caffè coinvolgendo anche la vista e l’intelletto, attraverso l’arte. Sono nate così nel 1992 le illy Art Collection, celebri tazzine d’artista che hanno trasformato un oggetto quotidiano in una tela bianca su cui, negli anni, si sono cimentati oltre settanta noti e apprezzati artisti di fama internazionale: da Michelangelo Pistoletto a Marina Abramović, da Anish Kapoor a Daniel Buren, da Robert Rauschenberg a Jeff Koons, da Jan Fabre a James Rosenquist, da Jannis Kounellis a Julian Shnabel, da Louise Bourgeois a William Kentridge.
Quest’anno a disegnare le celebri tazze nate, più di venti anni fa, da un’idea di Francesco Illy è Yoko Ono. In occasione della grande mostra in corso fino al 7 settembre al MoMa di New York l’artista presenta, infatti, la serie «Mended Cups», sei tazzine che mostrano delle crepe aggiustate con l’oro, accompagnate da altrettanti piattini, tutti diversi tra loro, che raccontano sei eventi catastrofici che hanno colpito la terra: Nanchino, Guernica, Dresda, Hiroshima, Mai Lai e l'8 dicembre 1980, sotto il Dakota. Alcuni hanno avuto un impatto diretto sulla vita di Yoko Ono, altri solo indiretto, portando la morte a milioni di persone. Ogni piattino riporta la data e il luogo del tragico evento e chiude con le parole «... riparato nel 2015».
La settima tazzina della collezione, denominata «Unbroken Cup», è intatta, senza crepe né riparazioni ed esprime pace e speranza con le parole di Ono scritte sul piattino: «This cup will never be broken as it will be under your protection» («Questa tazza non si romperà mai finché sarà sotto la tua protezione»). Per questa nuova serie, l’artista ha fatto propria la metafora dell’antica arte giapponese del Kintsugi, una tecnica di riparazione delle ceramiche rotte o incrinate che usa l’oro come collante: una filosofia, questa, che concepisce la rottura e la riparazione come parti integranti della storia di un oggetto, un dettaglio prezioso, importante e non un elemento da nascondere.
Lo spirito di questo progetto è stato compreso pienamente da Carlo Bach, direttore creativo di illycaffè, che ha dichiarato ai giornalisti: «Quando ho visto per la prima volta il progetto che Yoko Ono aveva ideato ho sentito un brivido lungo la schiena. Basta avere questa illy Art Collection davanti agli occhi per pensare subito alla fragilità del mondo, alla possibilità del perdono e alla speranza in un futuro migliore che dipende in buona parte dalle nostre azioni».
Il set completo della serie «Mended Cups», in vendita da settembre on-line e nei negozi illycaffè, è composto da sette tazzine da espresso con i relativi piattini, firmate dall’artista e numerate, oltre che da un booklet sulla collezione. Ma già da questa estate la nuova illy Art Collection sarà in vendita nei Design Store del MoMa agli indirizzi 11 e 44 West 53rd Street, e 81 Spring Street. Un’occasione, questa, in più per visitare la mostra americana di Yoko Ono, unone woman show in bilico tra poesia e guerrilla art.


Informazioni utili 
«Yoko Ono: Mended Cups – illy Art Collection». Set completo: € 120,00; sola tazzina «Unbroken Cup» € 25.00. In vendita da settembre 2015. Sito internet: www.illy.com.

giovedì 21 maggio 2015

Milano, al Museo dei Cappuccini una mostra su nutrimento e conservazione

Nutrimento e mantenimento sono i due temi al centro del progetto A.R.T. (Advanced Refrigeration Technology), promosso da Andrea B. Del Guercio, docente dell’Accademia di Belle arti di Brera, con l’intento di focalizzare l’attenzione sulla questione dell'alimentazione e dell'importanza del cibo, concentrandosi sul tema della sua conservazione, condivisione e consumo. Figura iconica centrale della proposta espositiva, che si articola tra Milano e Venezia, è il frigorifero, raccontato attraverso le idee creative di trentasei artisti, tra cui dodici giovani emergenti, coinvolti nell’iniziativa da Banca Sistema, che ha lavorato in collaborazione con Lops ritratti d'arredo e Meson's, leader rispettivamente nel settore dell'arredamento e delle cucine.
In occasione di Expo Milano 2015, il progetto trova casa anche al Museo dei cappuccini, dove martedì 26 maggio, alle ore 18.30, verranno inaugurate due opere, alla presenza di padre Maurizio Annoni, presidente dell’Opera San Francesco per i poveri di Milano, dell’architetto Carlo Capponi, dell’ufficio Beni culturali della Diocesi di Milano, di don Marco Scarpa, del Patriarcato di Venezia, di don Cesare Pagazzi, della Facoltà teologica di Milano e del professor Andrea B. Del Guercio.
Si tratta di «Sant'Acqua» di Luca Ovani (Pesaro, 1995) e di «3 Piani» di Gianmaria Milani (Savigliano – Cuneo, 1995), due frigoriferi che, grazie alla loro singolare realizzazione, fungeranno da conduttori della relazione tra il concetto di cibo materiale e cibo spirituale, connesso con l’attività dei frati cappuccini e con la vicina mensa dell’Opera San Francesco per i poveri.
L’opera di Luca Ovani è rappresentata da un monolite bianco pieno di bottiglie d'acqua sigillate con l’etichetta del brand «Sant'Acqua», creato dall’artista per l'occasione. «Il suo frigorifero –si legge nella presentazione- è una metafora della Chiesa. Come il fedele, desideroso di conforto, apre le porte della Casa del Signore, così l’assetato apre lo sportello del frigorifero e trova bottiglie di Sant’Acqua (ironico rimando a quella benedetta), per dissetarsi e sopravvivere».
«3 Piani» di Gianmaria Milani racconta, invece, come l’elemento tecnologico rappresenti l’evoluzione del genere umano, la sua voglia di governare la natura e riprodurla. Nello specifico, oltre alla conservazione del cibo, funzione principale, di fatto l’elettrodomestico riproduce un elemento climatico naturale: il freddo.
Da qui muove lo studio dell’opera, in cui coesistono tre aree: la sezione inferiore (il congelatore), dipinta di giallo, rappresenta l’energia solare, la luce, fonte di vita. C’è, poi, un frigorifero, un paesaggio martoriato e modificato per mano dell’uomo; il terzo elemento è la scala che unisce le due precedenti sezioni e simboleggia il passaggio da una vita spirituale ad una vita terrena e, contestualmente, l’indomabile voglia dell’uomo di raggiungere vette sempre più alte, fino a voler governare la natura.
Il progetto A.R.T. (Advanced Refrigeration Technology) si va ad affiancare ad un’altra iniziativa in corso in questi giorni al museo: «l’arte nutre lo spirito e il corpo», che permette al pubblico di unirsi ai frati cappuccini nell’impresa di dare nutrimento alle persone più disagiate attraverso una donazione facoltativa di 3,50 euro che sarà devoluta alla mensa di Opera San Francesco per i poveri come offerta per un pasto ai più bisogni.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] «Sant'Acqua» di Luca Ovani - Ph Andrea Sartori. Courtesy Banca Sistema; [Fig. 2] «3 Piani» di Gianmaria Milani - Ph Andrea Sartori. Courtesy Banca Sistema 

Informazioni utili 
Progetto A.R.T. (Advanced Refrigeration Technology). Museo dei Cappuccini, via Kramer, 5 - Milano. Quando: martedì 26 maggio 2015, dalle ore 17.00. Informazioni: tel. 02.77122580. Sito web: www.museodeicappuccini.it.