ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 22 giugno 2016

Festival di Bellagio e del lago di Como, un’estate di musica e teatro

Concerti da camera, opera lirica, teatro, ma anche cinema, letteratura e arti figurative: sono questi gli ingredienti della sesta edizione del festival di Bellagio e del Lago di Como, in programma dal 23 giugno all’8 settembre in oltre venti località che si affacciano sul bacino lacustre lombardo. Più di cinquanta gli appuntamenti in cartellone -tutti a ingresso gratuito (oppure con raccolta fondi per finalità benefiche)-, che vedranno in scena ospiti di chiara fama come il pianista Andrea Bacchetti, il violoncellista Andrea Favalessa, il violinista Gennaro Cardaropoli e i direttori Pavel Berman, Massimiliano Caldi, Benjamin Bayl e Tamas Vasary.
A dirigere ancora una volta il festival, che inizierà e terminerà nella scenografica cornice dello storico Salone Reale del Grand Hotel Villa Serbelloni di Bellagio, è la pianista compositrice Rossella Spinosa, la cui idea guida punta ancora una volta punta sul binomio vincente cultura e turismo.
Il festival vede confermata per il secondo anno consecutivo la residenza dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali che realizzerà ben otto concerti tra Erba, Como e altre località delle province comasca e lecchese. Mentre tra le formazioni cameristiche ed orchestrali che si esibiranno vanno segnalate l’Accademia del Ricercare di Torino, l’Orchestra Sinfonica di Sanremo e la Kodaly Zoltan World Youth Orchestra (Ungheria).
Diversi saranno, poi, i progetti di produzione della Bellagio Festival Orchestra (orchestra nata in seno alla manifestazione nel corso delle precedenti edizioni) con programmi dal barocco ai nostri giorni.
Come da tradizione del festival, numerosi saranno, inoltre, i progetti dedicati alla contemporaneità, con commissione di nuovi lavori teatrali e musicali dedicati alle ricorrenze del 2016: 400 anni dalla morte di William Shakespeare, 150 anni dalla nascita di Erik Satie, 150 anni dalla nascita di Benedetto Croce, 120 anni dalla nascita di Eugenio Montale, 100 anni dalla morte di Umberto Boccioni, 130 anni dalla pubblicazione dei libri «Cuore» di Edmondo De Amicis e «Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde».
All’interno del festival, che per il quarto anno consecutivo si aggiudica la medaglia di rappresentanza della Presidenza della Repubblica italiana e il premio della Presidenza del Senato della Repubblica e della Presidenza della Camera dei Deputati, vanno, poi, segnalate alcune sottosezioni come le rassegne «Varenna Musica e Teatro», «Estate musicale erbese» e «Merate Cinema», quest’ultima dedicata al regista Alfred Hitchcock, oltre all’evento Wikimania ad Esino Lario, dedicato all’italianità in un panorama internazionale, con uno speciale omaggio, nella serata del 24 giugno, a «Frate Sole, film muto del 1918 di Ugo Falena e Mario Corsi, con la sonorizzazione dal vivo de I Solisti Lombardi, in una rivisitazione delle musiche originali di Luigi Mancinelli, a cura del maestro Rossella Spinosa.
Cuore del Festival, come sempre, sarà Bellagio, con i grandi eventi al Grand Hotel Serbelloni (23 giugno, 4 agosto e 8 settembre), alla Fondazione Rockefeller (2 e 30 luglio), nella Basilica di San Giacomo (17 luglio) e nella Chiesa di San Giovanni (8 luglio), ma anche in biblioteca.
Forte spazio sarà dato in questa edizione del festival anche al teatro, con la presenza in cartellone dello spettacolo «Antigone» a cura dell’Accademia Filodrammatici di Milano (26 luglio) e del Premio Pirandello 2016, Luca Micheletti, che proporrà un proprio speciale omaggio a Satie (7 settembre).
Un cartellone, dunque, ricco quello del festival di Bellagio e di Como, che rende omaggio non solo alle arti, ma anche alla bellezza storica e architettonica di luoghi come Villa Cipressi e Villa Monastero a Varenna, Villa Lario a Mandello, villa Vigoni di Loveno, il teatro di Civenna o il Licinium di Erba: luoghi carichi di fascino che tessono la geografia di un territorio che ha accolto artisti indimenticabili, da Liszt a Stendhal, da Flaubert a Wagner.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Salone Reale del Grand Hotel Villa Serbelloni di Bellagio; [fig. 2] Villa Cipressi a Varenna; [fig. 3] Villa Monastero a Varenna

Informazioni utili
Festival di Bellagio e del lago di Como. Sedi varie. Ingresso: libero;  per i concerti in GH Villa Serbelloni è previsto ingresso con offerta libera destinata a finalità benefiche; per i concerti in Fondazione Rockefeller è richiesta la prenotazione presso l’ufficio Promobellagio; il  concerto del 7 luglio a Merate prevede un biglietto d’ingresso pari a 2 euro. Informazioni: tel. 02.89122267 e contatti@bellagiofestival.com Sito internet: www.bellagiofestival.com. Canali social: twitter.com/bellagiofest o facebook.com/bellagiofestival. Dal 23 giugno all’8 settembre 2016. 

martedì 21 giugno 2016

Rimini 2016: il manifesto balneare è di Aldo Drudi, il designer che ha colorato il mondo del motociclismo

«È un caleidoscopio di segni che raccolgono l'anima della terra riminese»: così Andrea Gnassi, sindaco di Rimini, ha commentato l’immagine scelta per i manifesti e i materiali turistici della prossima stagione estiva della città romagnola. Dopo la pittura seducente di Milo Manara, il disegno pop di Jovanotti, il richiamo tribale di Pablo Echaurenn, il gioco di parole di Alessandro Bergonzoni e i lavori di artisti come Francesca Ghermandi o Marco Neri, la lunga storia dell’affiche balneare riminese si arricchisce delle suggestioni figurative e fiammeggianti di Aldo Drudi (Cattolica, 1958), il racing designer più conosciuto al mondo per avere reso accattivante e desiderato l’universo dei leggendari piloti di motociclismo.
La tradizione del manifesto balneare viaggia così, nel 2016, lungo una strada diretta verso una meta inconsueta: la cultura indie pop, l’immaginario e la simbologia dei biker. Sarà, dunque, un linguaggio vicino a quello del fumetto e del tatuaggio a interpretare Rimini, in quello che ormai da quindici anni, ovvero dal 2000, è un progetto e un appuntamento classico dell’estate riminese, ripreso da una tradizione nato da negli anni Venti del XX secolo e interrottasi nel secondo Dopoguerra.
Per questa estate riminese, Aldo Drudi -da più di vent’anni riconosciuto protagonista nei paddock della costruzione dell’universo estetico dei centauri, diventato icona internazionale- allarga i suoi orizzonti creativi e porta la sua esperienza e la sua ricerca del segno nel design contemporaneo per offrire il suo contributo all’interpretazione di una città dalle mille sfaccettature.
Ed è il linguaggio pop e contemporaneo dei tatoo che incornicia lo scorcio di paesaggio balneare, raffigurato nel manifesto: l’ingresso di un bagno con la sedimentazione organizzata di elementi, luoghi comuni, simbologie universali, messaggi enigmatici. Un lavoro, quello di Drudi, che evoca il disegno naif di Jovanotti, realizzato nel 2005, quando anche il noto musicista scelse uno stabilimento balneare come teatro dell’accumulazione di oggetti e simboli visivi.
«Ho scelto il segno del tatuaggio –ha spiegato lo stesso autore- per un linguaggio grafico moderno attraverso il quale poter unire tutti gli elementi classici e simbolici della balneazione. Il tutto incorniciato dalla scritta che campeggia in alto ‘Vieni oltre’, che è una espressione tipica della nostra gente, un errore grammaticale e allo stesso tempo un invito, una promessa: vieni a Rimini, troverai qualcosa di più, oltre le tue aspettative. E poi c’è una citazione che è una firma: la moto del mitico ‘Paso’ che simboleggia tutto il mio mondo e i miei ricordi di quando venivo a vedere Pasolini per la Mototemporada con mio babbo e mio fratello. Penso che il mio lavoro non possa prescindere dalla passione per questo sport, dalle emozioni e i colori del fantastico mondo delle corse. È la cifra del mio stile e bisogna aver guidato moto in pista per sapere di cosa si tratta».

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Manifesto per Rimini 2016, firmato da Aldo Drudi; [fig.2 e 3] Una scena della conferenza stampa di presentazione del manifesto balneare per l’estate 2016 di Rimini, alla quale hanno partecipato il sindaco Andrea Gnassi e l'artista Aldo Drudi 
[Le foto sono state messe a disposizione dall'Ufficio stampa dell'ufficio Turismo del Comune di Rimini] 

Informazioni utili 
 www.riminiturismo.it

lunedì 13 giugno 2016

Al via l’ottava edizione del censimento «I luoghi del cuore»

Per il ministro della Cultura Dario Franceschini è il Delta del Po, con il suo «silenzio irreale» e la sua «natura placida». Per l’attore Neri Marcorè è Montefalcone Appennino, paesino montano delle Marche dalla storia antica. Per Alessandro Bergonzoni è il Cretto di Gibellina, l’opera realizzata da Alberto Burri sulle macerie della vecchia cittadina del Trapanese. Per Camila Raznovich è l'isola di Ponza, un «luogo affascinante che profuma di magia, per i suoi fondali, le sue grotte e le sue maestose rocce, circondato dall'azzurro del mare e immerso nei colori della fittissima vegetazione mediterranea». Ognuno di noi ha un proprio luogo del cuore, un posto amato dove tornare, anche solo con il pensiero, per sentirsi in pace con se stessi e in armonia con il mondo.
A ricostruire una sorta di geografia sentimentale del nostro Paese, che a gioielli carichi d’arte e di storia accosta siti apparentemente comuni ma palcoscenici importanti per la nostra vita, ci pensa il censimento nazionale «I luoghi del cuore», giunto alla sua ottava edizione, che vede in prima linea il Fai – Fondo per l’ambiente italiano.
L’iniziativa, in programma fino al prossimo 30 novembre, è dedicata all’archeologo Khaled al-Asaad, direttore del sito siriano di Palmira, patrimonio dell’Unesco, ucciso dall’Isis per non aver rivelato il nascondiglio di alcuni reperti romani. Un gesto di amore e di coraggio, quello dello studioso siriano, che rappresenta nel modo più drammatico ed estremo i principi del censimento promosso dalla onlus milanese: ognuno di noi ha, infatti, un luogo da difendere, da salvare, da far conoscere per proteggere, insieme con esso, la propria storia.
Grazie al censimento del Fai – Fondo per l’ambiente italiano, il nostro amore per un luogo può trasformarsi in un progetto di recupero o valorizzazione. L’iniziativa è, infatti, uno strumento di grande efficacia per sensibilizzare la popolazione e i media e per creare un ponte tra le istanze dei cittadini e le istituzioni. Lo provano i numeri. Dal 2003 –anno del primo censimento– a oggi, il Fai – Fondo per l’ambiente italiano ha ricevuto 3 milioni e 500mila voti (di cui oltre 1 milione e 600mila solo nell’ultima edizione del 2014) a favore di più di 33mila luoghi in tutta Italia dalle tipologie più eterogenee, ma tutti caratterizzati dal «fattore umano» che rappresentano per chi li ha votati. Negli anni il censimento ha, inoltre, mobilitato in maniera sempre più preponderante la società civile: nel solo 2014 si sono attivati 276 comitati spontanei in tutto il Paese e 261 luoghi hanno ottenuto oltre 1.000 voti.
Il FAI non si limita, però, a lanciare e sostenere questa grande mobilitazione: grazie alla partnership con Intesa Sanpaolo ha, infatti, promosso fino a oggi 68 interventi diretti di recupero e di tutela in 15 regioni. Quest’anno il bene che avrà ottenuto più segnalazioni riceverà un contributo di 50.000 euro, il secondo classificato 40.000 euro e il terzo 30.000 euro. È, inoltre, previsto lo stanziamento aggiuntivo di 7.000 euro per i luoghi che supereranno i 100.000 voti e di 4.000 euro per quelli che raccoglieranno oltre 50.000 segnalazioni, mentre il luogo che raccoglierà più voti nelle filiali Intesa Sanpaolo beneficerà di un contributo aggiuntivo di 5.000 euro. E il luogo che avrà più voti via web, indipendentemente dalla sua posizione nella graduatoria finale, verrà premiato con la realizzazione di un video promozionale da parte di una troupe professionale. Inoltre FAI e Intesa Sanpaolo, dopo la pubblicazione dei risultati, lanceranno un «Bando per l’assegnazione di contributi» in base al quale i referenti dei luoghi del cuore che riceveranno almeno 1.500 voti potranno presentare alla fondazione una richiesta di intervento sulla base di specifici progetti di azione. Una commissione valuterà le domande e selezionerà i luoghi idonei a un intervento.
L’edizione di quest’anno riserva importanti novità per chi desidera partecipare: è stato rinnovato il sito www.iluoghidelcuore.it, dove si può votare con un semplice clic. L’utente registrato accederà in automatico a una homepage personalizzata dove potrà conoscere i luoghi votati intorno a lui e quelli scelti dai suoi amici. È stata inoltre potenziata l’area riservata ai comitati, dove i gruppi di cittadini che si sono uniti per lo stesso obiettivo potranno registrarsi per promuovere e comunicare la propria attività di raccolta voti, inserire notizie e segnalazioni, aggiornare le condizioni del sito da salvare, raccogliere firme virtuali, postare foto e videogallery e scaricare materiale personalizzato, come banner e locandine. All’interno dell’app Fai si troverà la sezione dedicata a «I luoghi del cuore», tramite la quale agli utenti sarà possibile votare i propri luoghi favoriti da tablet e smartphone e caricare video o fotografie in tempo reale del luogo che intendono segnalare. Si tratta di un vero e proprio social network sentimentale, che consente anche di partecipare al gioco «La mappa delle tue emozioni» e creare una cartina con i propri luoghi del cuore, che potrà essere condivisa su Facebook con gli amici che hanno contribuito a renderli speciali.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] locandina promozionale dell’ottava edizione del censimento «I luoghi del cuore»;  [Fig. 2] Castello del Manta; [fig. 3] Antica edicola dei giornali di Mantova

Informazioni utili 
«I luoghi del cuore», censimento promosso dal Fai (Fondo per l’ambiente italiano), in collaborazione con Intesa San Paolo. Sito internet: www.iluoghidelcuore.it. Fino al 30 novembre 2016.

giovedì 9 giugno 2016

Roma, Shakespeare sotto le stelle. Quattro mesi di eventi al Silvano Toti Globe Theatre

La giustizia e l'esercizio della legge, osservati attraverso la lente di ingrandimento fornita dal Bardo, sono i due temi scelti come filo conduttore per la nuova stagione del Silvano Toti Globe Theatre di Roma, unico teatro elisabettiano d’Italia, nato nel 2003 grazie all’impegno dell’Amministrazione Capitolina e della Fondazione Silvano Toti per una geniale intuizione di Gigi Proietti.
In occasione delle celebrazioni per il quattrocentesimo anniversario dalla morte di William Shakespeare, il pubblico del teatro capitolino, ubicato nella suggestiva cornice di Villa Borghese, potrà finalmente assistere a un evento atteso da anni: Gigi Proietti proporrà un suo personale omaggio al drammaturgo seicentesco cimentandosi nell’interpretazione di alcuni brani del testo «Edmund Kean» scritto da Raymund Fitzsimons.
Lo spettacolo, del quale l’attore romano cura anche l’adattamento e la regia, è in cartellone per le serate dall’8 al 17 luglio. In scena un uomo solo nel suo camerino che beve, si trucca e si interroga sulle parole di William Shakespeare, passando in rassegna una vita di battaglie e successi. Quell’uomo è Edmund Kean, grande attore inglese dell'inizio dell'Ottocento, idolatrato dal pubblico e dalla critica che ne decretarono l'ascesa dal ruolo di Arlecchino ai grandi protagonisti shakespeariani e, poi, la rovinosa decadenza.
Il copione, con il quale Proietti si era già cimentato ventisette anni fa a Taormina, è più che un testo chiuso: è un'occasione per entrare nel segreto del camerino in cui monologhi, battute, idee prendono e perdono forma, in un processo creativo da laboratorio che smonta e scruta le creazioni di Shakespeare.
Ad aprire la programmazione sarà, invece, Mariano Rigillo con lo spettacolo «Lear. La storia», per l’adattamento e la regia di Giuseppe Dipasquale. L’attore napoletano, in scena dal 23 giugno al 3 luglio, approda al ruolo shakespeariano con l’autorevolezza acquisita in oltre sessant’anni di straordinaria carriera. Quella che andrà in scena sul palco di Villa Borghese, nella traduzione di Masolino D’Amico, è la più apocalittica delle tragedie shakespeariane, un testo che declina l'inganno insieme all'ingratitudine, la follia insieme alla malattia, la corruzione insieme alla superbia e al delirio e nel quale il bene fa fatica ad affermarsi.
Dal 22 luglio al 7 agosto il palcoscenico del Silvano Toti Globe Theatre ospiterà, quindi, «Il mercante di Venezia», un testo dai toni contrastanti, in cui si affronta il tema della tolleranza e lo scontro fra clemenza e giustizia.
In questo nuovo allestimento, per la regia e la traduzione di Loredana Scaramella, si punta a mantenere il carattere di commedia dato al testo dal Bardo, allontanandosi dai toni drammatici delle più recenti messe in scena dell’opera, spesso considerata come lo spunto per una riflessione sulla discriminazione antisemita subita a più riprese dal popolo ebraico. «Il mercante di Venezia» diventerà così il racconto di una grande storia sull’amore, ambientato nel periodo a cavallo fra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, «anni euforici, -racconta Loredana Scaramella- pieni di cambiamenti di costume, di novità e luminosi progressi, che accolgono però i germi silenziosi di un buio futuro».
Il Silvano Toti Globe Theatre aprirà, poi, le porte a un suo appuntamento cult: il «Sogno di una notte di mezza estate», a firma dell’indimenticabile Riccardo Cavallo, giunto al suo decimo anno di repliche. Lo spettacolo, in scena dal 10 al 21 agosto, è una di quelle storie che non smette mai di emozionare e che continua a far sognare grandi e piccoli raccontando il tempo breve della felicità con un sottile sottofondo di malinconia.
«La grandezza di Shakespeare –si legge nella presentazione dello spettacolo- sta nell’aver saputo coinvolgere tre mondi diversi, ciascuno con un suo distinto linguaggio: quello delle fate che alterna al verso sciolto, canzoni e filastrocche, quello degli amanti dominato dalle liriche d’amore e quello degli artigiani, nel quale la prosa di ogni giorno è interrotta dalla goffa parodia del verso aulico».
Dal 26 agosto all’11 settembre la scena sarà animata dallo spettacolo «Il racconto di inverno», una delle ultime opere scritte da Shakespeare, che contiene e sviluppa i temi presenti nelle opere precedenti. In questo testo, proposto con la regia e l’adattamento di Elena Sbardella, la giustizia invade un terreno privato, quello della fiducia e della relazione matrimoniale. Si susseguono tra le pagine del copione la gelosia, la disperazione, l’allontanamento, il dolore, la morte, per poi vedere il ritorno della gioia più allegra e sfrenata e della vita, perché a vincere sarà l’amore.
Spazio, quindi, a un viaggio tra i più bei versi di William Shakespeare, per l’ideazione e la regia di Melania Giglio, sulle note di Marvin Gaye, Amy Winehouse, Leonard Cohen e Alanis Morissette.
«Qual è la natura dell’amore? Qual è il confine tra amore e amicizia? In che cosa differiscono l’amore passionale e quello ideale? Quando possiamo parlare di affinità elettive?» Queste le domande che fanno da fil rouge nel percorso tra i Sonetti d’amore shakespeariani, «strumento d’eccellenza -si legge nella scheda di presentazione dello spettacolo- per conoscere se stessi, l’altro, il mondo, la poesia, la bellezza e la caducità». L’appuntamento è in cartellone nelle serate del 29 agosto e del 5, 19 e 26 settembre.
L’amore secondo William Shakespeare sarà ancora sotto i riflettori con «Romeo e Giulietta», per la regia di Gigi Proietti, in agenda dal 16 settembre al 2 ottobre. Il regista romano porta in scena un gruppo di giovanissimi attori e –si legge nella nota stampa- «ambienta la storia in due epoche: nella prima parte dello spettacolo ci troviamo nei nostri giorni, con Mercuzio e i suoi amici che si esprimono a ritmo di rap e una Giulietta amante del rock. La festa è un ballo in maschera. Qui, dopo il primo sguardo tra i due ragazzi, la magia proietta la vicenda in un’epoca lontana dove nessuno dei due giovani supera il confine della maturità e nessun adulto li sa guidare su questo sentiero».
Seguendo il filo della tradizione, a chiudere il cartellone della stagione del Silvano Toti Globe Theatre sarà, nelle serate dal 5 al 9 ottobre, un nuovo spettacolo in lingua inglese: «The Tempest» della Bedouin Shakespeare Company, con la regia di Chris Pickles.
Il lavoro, che tanti considerano come l’addio al palcoscenico del Bardo, si avvale per questo allestimento della colonna sonora di Paul Knight, dei i costumi di Adrian Lillie e della magia delle luci di Derek Carlyle. Un’occasione, questo appuntamento come tutta la rassegna, per ricordarci ancora una volta che «siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita».

Informazioni utili 
Stagione 2016 del Silvano Toti Globe Theatre. Villa Borghese,  largo Aqua Felix (piazza di Siena)- Roma. Orari: ore 21.15, dal 23 giugno al 21 agosto | ore 21.00, dal 26 agosto all’11 settembre e il 29 agosto, il 5, il 19 e il 26 settembre | ore 20.45, dal 16 settembre al 9 ottobre. Ingresso: con biglietto | botteghino dal 18 giugno in viale P. Canonica (tutti i giorni, dalle 15 alle 19, e nei giorni di spettacolo fino alle 21.15) | circuito Ticket One. Informazioni: tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00-21.00) . Sito internet: www.globetheatreroma.com. Dal 23 giugno al 9 ottobre 2016.  

mercoledì 8 giugno 2016

«Outlander», Shobana Jeyasingh danza alla Fondazione Cini

La decima edizione del Festival internazionale di danza contemporanea della Biennale di Venezia, in programma dal 17 al 26 giugno, farà tappa anche all’isola di San Giorgio. Avrà, infatti, per scenario il Cenacolo palladiano la prima assoluta di «Outlander», performance di danza site specific creata da Shobana Jeyasingh, artista tra gli esponenti più autorevoli della danza contemporanea inglese, per la Fondazione Cini, o meglio per il suo Istituto interculturale di studi musicali comparati.
La coreografia, in programma in più repliche nella giornata di sabato 18 giugno, è stata ideata ispirandosi all’antico refettorio benedettino realizzato dal Palladio, al cui interno è conservato il facsimile de «Le Nozze di Cana» di Paolo Veronese, realizzato da Factum Arte.
Lo spettacolo è pensato, nello specifico, come un omaggio alla straordinaria storia di questo luogo che rivive attraverso il racconto degli outlanders, gli stranieri, ovvero gli spettatori e i danzatori, che insieme tornano ad abitare il luogo, in sintonia con le creazioni artistiche conservate al suo interno.
Osservando l’antico refettorio, Shobana Jeyasingh -coreografa che fonde nei suoi lavori la danza classica indiana con il balletto, le arti marziali ei nuovi media digitali- ha individuato tre elementi principali dove intessere il dialogo tra lo spazio e la coreografia. Il primo è l’elegante e sobrio disegno architettonico del Palladio; poi, quasi in contrasto con l’ambiente, l’esuberante dipinto del Veronese, colmo di gesti e presenze umane, e infine, la figura di Cristo dentro il dipinto stesso che l’artista definisce «un posto di quieta neutralità oltre ogni schema o comportamento».
«L’audace descrizione che il pittore fa di persone e comportamenti del suo tempo in un quadro che ha per soggetto una storia biblica -dice Shobana Jeyasingh- mi ha dato la libertà di non limitarmi all’analisi della storia del luogo ma di estenderla sino al presente. Ho coreografato la danza pensando sempre ai corpi e alle posture dei personaggi dipinti dal Veronese. Essi ci forniscono un’immagine straordinariamente fisica della società del suo tempo. Ognuno di essi – prosegue la coreografa- è un performer sulla tela e ogni nuovo performer che entra in quello spazio deve far i conti con essi anche se ha intenzione di offrire una visione fisica alternativa. Ho lavorato con i miei danzatori per arrivare a una condizione che comprendesse sia l’immersione nel luogo che l’estraneità, una condizione allo stesso tempo di insiders e outlanders».
L’intento della coreografa -che sarà interpretata da Avatâra Ayuso, Sunbee Han e Sooraj Subramaniam- è, dunque, quello di ricreare l’atmosfera originaria del refettorio, dove i monaci sedevano, come compagni di tavola, accanto ai numerosi personaggi raffigurati ne «Le Nozze di Cana». Allo stesso modo il pubblico che assiste allo spettacolo, proprio come un tempo i monaci, siede sui lati lunghi del refettorio, su due file che si guardano. Tra di loro, al centro dello spazio, vi è la scena: una piattaforma rialzata che pone i danzatori nella giusta misura e proporzione, come fossero parte del dipinto che ricopre la parete di fondo. Per assistere alla performance è necessario prenotare inviando una e-mail a dalle ore 9.00 di mercoledì 8 giugno 2016 a outlander@cini.it, indicando i nomi dei partecipanti (massimo 2 partecipanti per prenotazione). La mail di conferma va stampata e presentata all’ingresso.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Fondazione Giorgio Cini, Cenacolo Palladiano. Ph. Enrico De Santis; [fig. 2] Shobana Jeyasingh Dance Just Add Water, 2009 ©Photo: JP Masclet, dancer: Avatâra Ayuso

Informazioni utili 

Outlander (2016, 25'). Cenacolo Palladiano | Fondazione Cini - Venezia. Sabato 18 giugno 2016, ore 15.00, 17.00, 19.00. Una co-produzione Fondazione Giorgio Cini e Shobana Jeyasingh Dance | in collaborazione con Biennale Danza 2016 | Ideazione, coreografia e regia: Shobana Jeyasingh | con: Avatâra Ayuso, Sunbee Han e Sooraj Subramaniam | Musica: Scanner | Scene: Sander Loonen. Per informazioni: Istituto interculturale di studi musicali comparati, tel. 041.2710357 o musica.comparata@cini.it. Sito web: www.cini.it. Nota: Per assistere all’esclusiva performance sarà necessario prenotare inviando una mail a outlander@cini.it con indicati i nomi dei partecipanti (massimo 2 partecipanti per mail). La mail sarà attiva dalle ore 9.00 di mercoledì 8 giugno 2016. I posti sono limitati, verrà inviata una conferma, seguendo l’ordine di arrivo della mail di prenotazione, da stampare e presentare all’ingresso.