ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

martedì 1 ottobre 2019

Dal Dante di Lego alle «tessere di mare»: al via a Ravenna la Biennale del mosaico contemporaneo

«Ho visto finalmente Ravenna e tutte le mie aspettative erano nulla di fronte alla realtà. Sono i mosaici più belli e formidabili che io abbia mai visto. Non sono soltanto mosaici, ma vere e proprie opere». Così Wassily Kandinsky raccontava, in una lettera del 16 settembre 1930, all’amico Paul Klee la bellezza della città romagnola, scrigno di tesori preziosi dell’età paleocristiana e bizantina che, nel dicembre 1996, sono stati inseriti dall’Unesco nella lista dei Patrimoni mondiali dell’Umanità. La Basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia, i Battisteri degli Ariani e degli Ortodossi, la Basilica di Sant'Apollinare Nuovo e in Classe, la Cappella arcivescovile e il Mausoleo di Teoderico hanno così fatto di Ravenna la capitale italiana del mosaico.
Da sei anni la città omaggia quell’antica e sapiente tecnica decorativa, che riproduce disegni mediante frammenti di pietre naturali o di paste vitree, con un festival a cadenza biennale. Nel 2019 l’appuntamento –promosso dall’amministrazione comunale, con il coordinamento del Mar – Museo d’arte della città- è in programma dal 6 ottobre al 24 novembre.
Per più di un mese monumenti, musei, chiostri e spazi simbolo della località romagnola si trasformeranno in gallerie d’eccezione per mostrare le più recenti indagini artistiche del settore.
Questa edizione della Biennale guarda con un occhio di riguardo alla figura di Dante Alighieri, il «sommo poeta» che trascorse a Ravenna gli ultimi tre anni della sua vita e le cui spoglie mortali riposano in un imponente sepolcro di stile neoclassico alla Chiesa di San Francesco. Palazzo Rasponi dalle Teste ospiterà, per esempio, la mostra «Opere dal mondo», a cura dell’Amic -Associazione internazionale mosaicisti contemporanei, con trentacinque lavori ispirati a una terzina del «Purgatorio»: «come si volge, con le piante strette / a terra e intra sé, donna che balli, / e piede innanzi piede a pena mette, / volsesi in su i vermigli e in su i gialli / fioretti verso me, non altrimenti / che vergine che li occhi onesti avvalli» (Canto XXVIII, versi 52-57). Mentre al Mar – Museo d’arte della città sarà possibile vedere un’originale scultura raffigurante l’autore della «Divina Commedia».
L’opera, visibile fino al prossimo 12 gennaio, fa parte della mostra «Forever Young», per la curatela di Davide Caroli, che il museo dedica a Riccardo Zangelmi, unico artista italiano certificato LEGO® Certified Professional, all’interno di un gruppo ristrettissimo di soli quattordici persone in tutto il mondo. L'artista porterà a Ravenna i suoi lavori realizzati con oltre 800mila mattoncini LEGO® di differenti dimensioni e colori.
Sempre al Mar, nello stesso periodo, sarà possibile ammirare la mostra «Mosaics», a cura di Daniele Torcellini,che rende omaggio a Chuck Close, figura di spicco dell’arte contemporanea dai primi anni Settanta, famoso per i suoi ritratti dipinti in scala monumentale, a partire da fotografie, che ritraggono star e politici, da Brad Pitt a Lou Reed, da Bill Clinton a Barack Obama.
L’artista americano ha esplorato, negli anni, un’ampia gamma di tecniche, processi e materiali fino ad arrivare all’utilizzo del mosaico a seguito del suo coinvolgimento nel progetto di arte pubblica per la Metropolitana di New York, o meglio per la stazione Second Avenue-86th Street. La serie «Subway Portraits», realizzata nel 2017, è costituita da dodici opere, in mosaico e in ceramica, che hanno visto al lavoro, come documenta l’esposizione ravennate, anche Mosaika Art and Design e Magnolia Editions.
La Biennale del mosaico ravennate troverà, inoltre, casa alla storica Biblioteca Classense, che per l’occasione aprirà tutti i suoi spazi: dalle sale espositive a quelle di lettura, dai chiostri agli ambienti più rappresentativi. Qui l’Accademia di belle arti di Ravenna presenterà, nella Manica lunga, «Incursioni», ovvero un affascinante intreccio di storie dedicate alle nuove esperienze creative dei più giovani artisti del mosaico. I curatori Rosetta Berardi e Benedetto Gugliotta, invece, ricreeranno, nella sala di lettura, un affascinante dialogo tra libri tradizionali e libri a mosaico. Mentre nel chiostro troveranno posto un’installazione del mosaicista Paolo Racagni e la donazione dell’opera «Arborea donna libera aurea» di Maria Grazia Brunetti da parte degli eredi.
Al museo Classis sarà allestita la mostra «Tessere di mare», a cura di Giuseppe Sassatelli, dedicata ai mosaici pavimentali romani a soggetto marino. Il percorso espositivo allinea importanti opere provenienti dall’area di Populonia e dal Museo archeologico nazionale di Napoli (tra cui un importantissimo manufatto del I° secolo a.C., ritrovato alla Casa del Fauno di Pompei), oltre a copie di mosaici antichi facenti parte della collezione del maestro Severo Bignami.
Il Museo nazionale di Ravenna presenterà la mostra «Intersezioni», a cura di Emanuela Fiori e Giovanni Gardini, con opere di Sara Vasini e Luca Freschi, due giovani artisti dai linguaggi e dagli esiti artistici molto diversi fra loro. La ricerca di entrambi si fonda sul recupero dell’antico o della memoria, avvertita come esigenza, imprescindibile, sulla quale basare il loro gesto artistico, che li ha portati a dialogare con le opere presenti nel museo.
Mentre nella Basilica di Sant’Apollinare in Classe sarà presentato «Eldorado», progetto di Giovanni de Gara che racconta l’illusione di una terra dell’oro attraverso installazioni site-specific che utilizzano come materia prima un oggetto salva-vita: le coperte isotermiche, normalmente usate per il primo soccorso in caso di incidenti e calamità naturali, ed entrate nell’immaginario collettivo come «veste dei migranti».
Il dialogo costante tra antico e contemporaneo si respirerà anche negli altri monumenti Unesco, gestiti dalla Curia di Ravenna: il Battistero Neoniano, il Museo Arcivescovile e la Cappella S. Andrea, dove saranno esposte le istallazioni musive site-specific di Felice Nittolo, a cura di Linda Kniffitz.
Mentre in San Vitale, nella Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, nella Cattedrale Metropolitana e ai Chiostri francescani andranno in scena due mostre degli studenti del liceo artistico «Nervi Severini»: «Artifex Mosaico. Dall’antico al contemporaneo» e «Mostraico – Installazioni Musive contemporanee».
Il sodalizio tra Ravenna e Faenza si consolida anche per questa Biennale con il Mic - Museo internazionale della ceramica che proporrà, nell’atrio di Palazzo Rasponi dalle Teste, un’installazione del ceramista Andrea Salvatori: «Ikebana Rock’n’Roll».
In questa ottica si inserisce anche l’intervento del Museo diocesano di Faenza che, nella sede faentina della Chiesa di Santa Maria dell’Angelo, allestirà una personale del mosaicista ravennate Marco De Luca, a cura di Giovanni Gardini.
Il cartellone si arricchisce, poi, di un grande progetto di restauro e riqualificazione del Parco della Pace, un vero e proprio museo all’aria aperta, inaugurato nel 1988, con mosaici, fra i tanti, di Mimmo Paladino e Bruno Saetti. Sempre legata al tema dell’arredo artistico-urbano è la conclusione del progetto, iniziato nel 2017, per un percorso pavimentale sviluppato attraverso centosessantanove moduli triangolari, in richiamo alla tarsia del labirinto di San Vitale e posizionato nel giardino davanti alla Casa circondariale.
Un calendario ricco, dunque, quello messo a punto da Ravenna per celebrare un’arte antica, riscoperta nel Novecento da Gustav Klimt e dal raffinato clima decorativo dell’art nouveau, che ancora oggi sa stupire e affascinare gli artisti.

Informazioni utili 
www.ravennamosaico.it

lunedì 30 settembre 2019

«Unconventional Verdi», al Fidenza Village il volto contemporaneo dell’opera lirica

L’opera lirica incontra i linguaggi della fashion photography e del design upcycle. Al Fidenza Village, lo shopping center di lusso a pochi chilometri da Parma, Aida, Otello, Don Carlo, Nabucco, Giovanna D’Arco, Rigoletto e il Trovatore -tutti i grandi protagonisti dei più amati capolavori verdiani- vengono rinarrati attraverso i nuovi linguaggi dell’arte visiva e della moda, passando per le Instagram stories. Il risultato è «Unconventional Verdi - The extraordinary Maestro», un progetto dello studio creativo Kreativehouse che ha visto all’opera due giovani talenti nostrani: il fotografo Luca Cacciapuoti (Napoli, 1993), che in passato ha lavorato anche come performer in compagnie di teatro indipendenti, e Nicola Pantano (Taormina, 1996), consulente di moda nel settore dell’editoria per «Vogue Italia».
L’occasione è offerta dall’edizione 2019 del Festival Verdi che ogni anno, intorno al 10 ottobre, data di nascita del maestro, porta nelle sue terre, la Bassa Parmigiana, i colori e le emozioni di opere dal fascino immortale che parlano di temi e sentimenti sempre attuali come l’amore eterno e inconsolabile, il dolore, la gelosia o il conflitto tra culture.
Quest’anno il Teatro Regio, ente organizzatore della manifestazione, promette, fino al 20 ottobre, il debutto di quattro nuovi allestimenti di altrettante opere verdiane: «I due Foscari», per la regia di Paolo Arrivabeni, «Aida», nell’allestimento originale di Franco Zeffirelli e con la direzione di Michele Mazza, «Nabucco», sotto l’abile bacchetta di Roberto Abbado, e «Luisa Miller», che animerà la monumentale Chiesa di San Francesco del Prato, gioiello del XIII secolo, grazie a Lev Dodin, uno dei più grandi maestri del teatro russo.
«Unconventional Verdi», piccola anticipazione anche degli eventi che incoroneranno Parma Capitale italiana della cultura 2020, si configura come un esperimento di fotografia artistica open-air e di installazioni poetiche con le parole più iconiche delle opere verdiane: scatti sofisticati e frasi e parole del genio di Busseto, che evocano sentimenti come la passione, la dolcezza, la bellezza e l’umanità, prendono così vita sulle pareti di Fidenza Village, struttura le cui architetture si ispirano proprio alle scenografie di opere verdiane, dai palazzi in stile egizio che rievocano le suggestioni di «Aida» alle arcate moresche di alcune boutique che richiamano alla mente la storia del moro «Otello».
Scenario di alcuni scatti è una location di grande suggestione come il prestigioso Grand Hotel et de Milan (in via Manzoni 29, a Milano), un luogo ricco di atmosfera, denso di tracce del passaggio di illustri personaggi, il cui nome è scritto nella storia. È, infatti, nella Suite 105 che Giuseppe Verdi soggiornò dal 1872, alternando così la vita cittadina e di lavoro, a quella tranquilla di Sant’Agata, la sua tenuta di campagna. Ed è in questa ampia stanza con camino -da cui la storia racconta che, acclamato dalla folla, si fosse affacciato con il tenore Tamagno per intonare alcune delle sue arie- che il maestro compose «Otello» e «Falstaff».
Jil Sander, Vivienne Westwood, Missoni, Ermenegildo Zegna, Hugo Boss, Paul Smith, Sergio Rossi, Etro, Nike, Marni e Le Silla -brand presenti a Fidenza Village con le loro boutique- sono alcuni dei marchi di moda che hanno accettato la sfida di «Unconventional Verdi».
I loro capi iconici vestono così moderni Otello, Aida, Violetta in un sofisticato gioco di rimandi letterari e cinematografici.Lo stesso gioco che si trova nel fashion film che ha come protagonista Luca Cacciapuoti (Arsenyco), il fotografo protagonista degli scatti, e come colonna sonora un cut-up poetico delle più belle parole verdiane, con i loro richiami alla mitologia, alle fiabe, alla grande letteratura e con il loro potenziale romantico ancora capace di commuovere, stupire, emozionare.

Informazioni utili
Matteo Martignoni, cell. 329.4971561, m.martignoni@kreativehouse.it.

sabato 28 settembre 2019

«Play with food», quando il cibo va a teatro

Il teatro incontra il mondo del cibo e della convivialità. Succede in Piemonte dove, per l’ottavo anno consecutivo, va in scena il festival «Play with food». In questa nuova edizione l’appuntamento, che vede ancora una volta all’organizzazione il Collettivo Canvas / Associazione Cuochilab e alla direzione artistica Davide Barbato (ideatore della rassegna, nel 2010, insieme con Chiara Cardea), è in cartellone dal 29 settembre al 6 ottobre.
Torino, Moncalieri e Asti sono le tre piazze che faranno da scenario al festival, il cui titolo cita e sovverte ironicamente il vecchio monito «non giocare con il cibo», invitando gli artisti e il pubblico non solo a divertirsi, ma anche a recitare, a suonare, a creare con le pietanze e i loro ingredienti, facendone emergere significati e valori inaspettati e sorprendenti.
Novità di questa edizione, che esce per la prima volta fuori dai confini del capoluogo, sarà una nuova coproduzione, realizzata con «Le Sillabe» di Torino. Si tratta di un pranzo e di una cena in silenzio, una performance nata da un'idea dell'artista Fabio Castello, che mette insieme movimento, atto performativo, meditazione e convivialità.
«Settanta spettatori/commensali, guidati da otto performer, -raccontano gli organizzatori- assisteranno e parteciperanno ad un vero e proprio rito, un momento in cui le parole lasciano spazio al silenzio e il silenzio diventa la parola».
L'esperienza verrà replicata due volte: a pranzo, nella giornata di domenica 29 settembre, con scenario la suggestiva cornice del Giardino delle rose del Castello di Moncalieri, e a cena, nella serata di martedì 1°ottobre, sul palco del teatro Astra di Torino.
Altra novità in programma è la serata dedicata al vincitore del primo premio di drammaturgia per testi inediti sul cibo, indetto lo scorso anno da «Play with Food» con «Torino Arti Performative». Lunedì 30 settembre, nell’inconsueta cornice dell'Osteria Enoteca Rabezzana (tra i Maestri del gusto di Torino e provincia 2019-2020), la compagnia «Il Mulino di Amleto» metterà in scena, sotto la regia di Marco Lorenzi, lo spettacolo «La fauna batterica», opera del giovane autore pugliese Antonio Casto, apprezzata per la sua scrittura incalzante ed esilarante.
Barbara Mazzi, Alba Porto e Angelo Tronca metteranno in scena la storia di Rufo, giovane artista in crisi, protagonista, insieme alla madre e alla fidanzata, di una serie di dialoghi e situazioni paradossali, che ruotano intorno all'ossessione per il cibo.
Ampio spazio verrà, poi, dato quest'anno a una serie di appuntamenti che il pubblico ha dimostrato in passato di gradire molto: le «Undeground Dinner», cene teatrali per piccoli gruppi di spettatori, programmate in luoghi segreti il cui indirizzo viene svelato solo ai partecipanti, poche ore prima dell'evento. Ad inaugurare il programma sarà Mariella Fabbris, mercoledì 2 ottobre, con lo spettacolo di narrazione «Cibo Angelico». L'attrice -armata di una valigia carica di patate e di una sporta piena di farina, pomodori, formaggi, pesto e cannella- preparerà gli gnocchi per trenta spettatori, mentre darà vita al racconto «Beato Angelico» di Antonio Tabucchi. Trasformerà così il racconto originale fondendo insieme due antiche passioni: quella per il cibo e quella per il teatro di parola. Da questa intuizione nasce una narrazione nuova: la cucina tradizionale, i ricordi familiari e la forza di un teatro del fare che mette in scena gesti semplici e quotidiani: pelare le patate, portarle a bollore, impastare la farina, cucinare.
Sarà poi il turno di «Terre Spezzate» con la prima assoluta di «Marinara», un evento davvero originale che mette insieme performance e cucina attraverso la pratica del gioco di ruolo dal vivo. Dodici giocatori-spettatori-commensali, invitati a calarsi nei panni dei membri di una famiglia di emigrati italiani che vive negli Stati Uniti, cucineranno e poi mangeranno insieme, ma soprattutto esploreranno, attraverso il potere evocativo del cibo, temi come l’identità e l’appartenenza culturale, lo spaesamento di vivere in un paese lontano dalle proprie radici, la difficoltà ad integrarsi, i rapporti familiari. «Marinara» debutterà mercoledì 2 e giovedì 3 ottobre ad Asti, grazie alla nuova collaborazione con il Teatro di Dioniso, e replicherà a Torino, in collaborazione con Welcome Home, venerdì 4 e sabato 5 ottobre.
A chiudere il programma delle «Underground Dinner» sarà «Mali Weil», piattaforma artistica i cui progetti spaziano dal design alle pratiche relazionali, in una continua contaminazione tra arte e vita quotidiana.
«Amare Alcibiade», questo il titolo del lavoro presentato a «Play with food», è una performance che incrocia convivialità, filosofia e food design.
Dieci commensali sono invitati a prendere parte alla rievocazione di un simposio greco.
Il fil rouge narrativo è la relazione tra Socrate e il giovane Alcibiade, illustre uomo politico dell'Atene del V secolo ed irresistibile seduttore.
«La performance -raccontano gli organizzatori- è orchestrata in modo da favorire conversazioni fra gli ospiti, che pur estranei trovano modo di confrontarsi su questa insolita accezione di erotica e di politica. I commensali sono invitati, attraverso il dialogo filosofico alimentato dalla condivisione del cibo, ad allenare la propria immaginazione politica e la propria visione del futuro».
«Play with food» darà spazio anche alla musica con il musicista Fabio Bonelli che sabato 5 ottobre, a Casa Fools, presenterà «Musica da cucina», un suggestivo concerto, presentato anche in Australia, con il quale dal 2007 l'artista porta in giro per il mondo i suoni della cucina, con pentole, grattugie e mestoli accompagnati da chitarra, clarinetto e fisarmonica.
A chiudere il cartellone saranno, nella serata di domenica 6 ottobre, Roberto Abbiati e Leonardo Capuano con «Pasticceri», spettacolo che riprende la trama di «Cyrano de Bergerac» di Rostand, riscrivendola e raccontandola all’interno di un laboratorio di pasticceria.
Due fratelli gemelli, aspettando la loro Rossana, si raccontano e discutono a colpi di fulminanti battute e coreografie a orologeria, tra cioccolata fusa, pasta sfoglia leggera come piuma, pan di Spagna, meringhe come neve, frittura araba, torta russa, biscotto alle mandorle e bavarese, prelibatezze che naturalmente saranno condivise con il pubblico alla fine dello spettacolo.
Sono, inoltre, previsti tanti altri appuntamenti collaterali, che negli anni hanno incontrato il favore del pubblico, come la tradizionale cine-colazione della domenica mattina, dedicata quest’anno alla commedia all’italiana, o l’aperitivo comico, animato da Francesco Giorda. Una settimana, dunque, ricca di appuntamenti quella di «Play with food», che permetterà di scoprire quanto il teatro possa essere buono e quanto il cibo possa essere protagonista del racconto scenico.

Informazioni utili 
 Play with Food | cell. 347.4828338 | info@playwithfood.it | Web: www.playwithfood.it - www.facebook.com/playwithfoodfestival