ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 24 ottobre 2019

«Tracing Vitruvio», il «De Architectura» incontra il linguaggio pop di Agostino Iacurci

È uno stile inconfondibile, fatto di forme sintetiche e ampie campiture di colori brillanti, quello di Agostino Iacurci (Foggia, 1986), street artist pugliese, di stanza a Berlino, che ha portato i suoi monumentali dipinti murali in tante città del mondo, da Mosca a Nuova Delhi, e che ha prestato il suo talento anche al mondo del teatro, firmando le scenografie per lo spettacolo «Madame Pink» di Alfredo Arias, presentato al teatro Argentina nel 2017 e al théâtre du Rond Point di Parigi nel 2019.
Suggestioni teatrali si respirano anche nel suo ultimo lavoro in mostra ai musei civici di Pesaro, per la curatela di Marcello Smarrelli e la consulenza scientifica di Brunella Paolini. Si tratta di un viaggio onirico tra le pagine del «De Architectura» di Marco Vitruvio Pollione (80 a.C.- 15 a.C. circa), celebre architetto e scrittore romano attivo nella seconda metà del I sec. a.C., considerato il più famoso teorico dell’architettura di tutti i tempi.
Il suo trattato, suddiviso in dieci tomi, offre un quadro generale delle conoscenze tecniche e pratiche collegate alla costruzione che lo studioso aveva acquisito dopo una vita intera di attività professionale.
Nel primo libro, dopo aver proposto la definizione dell’architettura, si descrivono le doti dell’architetto che deve avere competenze tecniche e una cultura enciclopedica; vi sono anche accenni all’urbanistica.
Nei libri successivi si affrontano diverse tematiche collegate alla costruzione degli edifici, iniziando dal libro secondo nel quale si presenta la storia dell’edilizia e si illustrano le tecniche e i materiali utilizzati.
Si passa, poi, alla trattazione della costruzione dei templi in cui predomina l’ordine ionico, nel libro terzo, per illustrare, in quello successivo, gli altri ordini e stili di realizzazione degli edifici sacri.
Nel quinto libro si descrivono, invece, edifici pubblici quali la basilica, il carcere, i bagni e le palestre.
I libri successivi, il sesto e il settimo, sono dedicati all’edilizia privata, della quale si specificano l’uso degli spazi, l’orientamento, le misure e, poi, le decorazioni interne e le rifiniture. Gli ultimi tre libri, probabilmente scritti in epoca successiva ai precedenti, sono, infine, dedicati a riflessioni su temi di carattere più generale quali l’idraulica, l’astronomia, l’astrologia e gli orologi solari, la meccanica civile e militare.
Agostino Iacurci ha guardato a questo lavoro e ha pensato a un progetto site specific, intitolato «Tracing Vitruvio», per Palazzo Mosca, edificio nel cuore della città marchigiana, dove è esposto un capolavoro assoluto del Rinascimento italiano, vera e propria summa di tutta la pittura sacra del XV secolo, quale l'«Incoronazione della Vergine» di Giovanni Bellini.
Il percorso si snoda partendo dal cortile, con monumentali istallazioni ispirate alle architetture vitruviane, accompagnate da una traccia sonora composta per l’occasione dal gruppo «Tuktu and the Belugas Quartet».
La mostra, realizzata grazie alla collaborazione della M77 Gallery di Milano, prosegue, quindi, all’interno del museo seguendo due fili conduttori.
Il primo, più tradizionale e squisitamente filologico, intende analizzare la fortuna critica ed editoriale del testo vitruviano, risalente al I sec. a.C. e ampiamente diffuso nel Rinascimento, grazie all’introduzione della stampa.
Questo successo è puntualmente documentato dalle raccolte della Biblioteca Oliveriana, che annoverano numerose edizioni del «De Architectura», alcune molto rare e preziose. Dieci di queste, accuratamente selezionate, sono riunite ai musei civici e presentate in ordine cronologico, aperte ognuna su uno dei dieci libri di cui l’opera è composta, in modo da poterne avere una panoramica completa e analizzarne più approfonditamente i contenuti.
L’altro percorso, più libero e visionario, è espressione della cifra stilistica di Agostino Iacurci, la cui ricerca attuale è molto vicina ai temi dell’antico e allo studio sull’uso del colore nell’architettura e nelle arti plastiche di età classica.
Per accompagnare la presentazione dei volumi del «De Architectura», l’artista ha realizzato un percorso in cui le forme e le creazioni vitruviane sono ridisegnate utilizzando il suo linguaggio pittorico caleidoscopico e surreale.
Cariatidi, capitelli, colonne, templi, sembrano rianimarsi, rivitalizzati dall’uso di cromie forti e brillanti, liberando l’antichità classica dall’etereo candore e dall’aura di olimpico equilibrio che il Neoclassicismo ci ha tramandato. L’artista ci restituisce così l’immagine di un’architettura nata da un popolo mediterraneo, fortemente legata al colore, alla luce, sempre in costante tensione tra l’apollineo e il dionisiaco, tra ragione e sentimento.
L’intervento di Iacurci si pone come un ulteriore commentario per immagini ai volumi, in dialogo con le edizioni e con gli artisti del passato che, attraverso la tecnica dell’incisione, si erano impegnati ad illustrare gli scritti di Vitruvio, spesso con risultati estetici di altissimo livello. L’artista ne fornisce una nuova e originale interpretazione attraverso il suo sguardo contemporaneo, intelligente e ironico, con una componente fortemente onirica. Il risultato è quasi un sogno a occhi aperti, una sorta di moderna «Hypnerotomachia Poliphili», il celebre romanzo allegorico attribuito a Francesco Colonna, corredato da centosessantanove illustrazioni xilografiche, che costituisce una delle fonti iconografiche più celebri e utilizzate nel Rinascimento, di cui è esposta la magnifica edizione di Aldo Manuzio (Venezia, 1499).
Una mostra innovativa e dal carattere sperimentale, dunque, quella a Palazzo Mosca, ulteriore testimonianza di come la cultura classica possa rappresentare sempre una fonte d’ispirazione di primaria importanza per un artista contemporaneo e di come Pesaro, con il suo ricco patrimonio, sia un perfetto laboratorio culturale.

Didascalie delle immagini
[Figg. dalla 1 alla 6] Allestimento della mostra «Tracing Vitruvio». Foto di Michele Angelucci;[fig. 7] Installazione per la mostra «Tracing Vitruvio» all'esterno di Palazzo Mosca. Foto di Palmieri

Informazioni utili  «Agostino Iacurci. Tracing Vitruvio. Viaggio onirico tra le pagine del De Architectura». Palazzo Mosca – Musei Civici, viale Mosca, 29 – Pesaro. Orari: da martedì a giovedì, ore 10.00-13.00, da venerdì a domenica e festivi, ore 10.00-13.00 e ore 15.30-18.30. Ingresso con Biglietto unico Pesaro Musei (vale 15 giorni e consente l’accesso a Consente l’accesso a Palazzo Mosca – Musei Civici, Museo Nazionale Rossini, Casa Rossini, Domus – Area archeologica di via dell’Abbondanza, Area archeologica e Aantiquarium di Colombarone, Centro Arti Visive Pescheria): intero € 13,00, ridotto (ruppi min. 15 persone, Possessori di tessera FAI, TOURING CLUB ITALIANO, COOP Alleanza 3.0 e precedenti Adriatica, Nordest, Estense, ISIC, ITIC, IYTC Card, Studenti universitari, Amici del Rof) € 11, ridotto speciale (possessori di Card Pesaro Cult, Gruppi accompagnati da guida turistica della Provincia di Pesaro- Urbino), gratuito per minori di 19 anni, soci ICOM, giornalisti muniti di regolare tesserino, disabili e persona che li accompagna, possessori di Carta Famiglia del Comune di Pesaro. Informazioni: pesaro@sistemamuseo.it | tel. 0721.387541. Fino al 24 novembre 2019

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