ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 19 febbraio 2021

Tra Informale e Ultimo Naturalismo, un nuovo allestimento parziale per le collezioni del Mambo di Bologna

La temporanea chiusura degli spazi espositivi per l’emergenza Covid-19 non ha fermato le attività di studio e riordino delle collezioni permanenti e l’allestimento di focus espositivi nelle sedi dell’Istituzione Bologna Musei
Il Mambo – Museo d’arte moderna di Bologna si presenta al pubblico con un importante intervento di rivisitazione dei suoi spazi, che ha portato anche alla riapertura delle finestre della Manica Lunga in un cambio osmotico tra dentro e fuori.
Le sezioni che appaiono rinnovate dal nuovo ordinamento, curato da Uliana Zanetti e Barbara Secci, con la supervisione del direttore artistico Lorenzo Balbi, sono quelle dedicate all'Informale e all'Ultimo Naturalismo, mentre è stata costruita ex-novo un'area tematica sull'arte verbo-visuale.
«Le curatrici – raccontano dal museo bolognese - hanno lavorato al riallestimento con l'obiettivo di individuare, utilizzando alcuni nuclei collezionistici significativi delle raccolte del museo, circostanze di tempo e di luogo da cui sono scaturite opportunità di sperimentazione e connessioni con il territorio bolognese, nazionale e internazionale».
La sezione dedicata all’Informale è anche un omaggio a Francesco Arcangeli, direttore della Galleria d'arte moderna di Bologna, antesignana del Mambo, dal 1959 al 1968, e tra i primi critici in Italia a interessarsi ai fermenti di un’arte non figurativa sviluppatisi in Europa tra gli anni Cinquanta e Sessanta. 
 Nel corso del suo mandato lo studioso arricchì le collezioni con opere di varie correnti, prestando particolare attenzione alla scena locale, ma anche a quella italiana ed estera. A lui si deve l'acquisto di significative opere come «Bianco plastica» (1966) di Alberto Burri e «Pintura» (1955) di Antoni Tàpies, entrambe esposte nel nuovo allestimento, in cui una manipolazione controllata della materia suscita inedite manifestazioni formali. 
Su un tracciato parallelo si collocano le delicate composizioni di Germano Sartelli (Imola, Bologna, 1925 - 2014), poetiche ricombinazioni di elementi naturali e di scarto, mentre, quasi all'opposto, si colloca la lunga tela di Pinot Gallizio (Alba, Cuneo, 1902 - 1964) presente nel nuovo allestimento, «Il teorema di Pitagora» (1960/61), testimonianza di un approccio alla pittura esuberante ed energico. 
Anche la sezione «Ultimo Naturalismo e scultura» guarda alla lezione di Francesco Arcangeli, partendo dall’articolo «Gli ultimi Naturalisti», pubblicato sulla rivista «Paragone» nel 1954. Sotto questa definizione, lo studioso raccoglie alcuni artisti del Nord Italia di cui da tempo segue il lavoro, come Pompilio Mandelli, Ennio Morlotti, Sergio Romiti, Mattia Moreni, Vasco Bendini, Sergio Vacchi. Secondo il critico, ad accomunare questi pittori è la capacità di riversare quasi istintivamente sulla tela l'introiezione di un sentimento del naturale che fin dal Medioevo è cifra autenticamente peculiare della tradizione artistica radicata in area padana. Per Francesco Arcangeli – si legge nell’articolo -, «natura è la cosa immensa che non vi dà tregua, perché la sentite vivere tremando fuori, entro di voi: strato profondo di passione e di sensi, felicità, tormento. In un tale rapporto si include tutto ciò che si sta svelando, di pauroso, per chi ancora ama il tempo lento ed umano del vecchio mondo naturale, nell'universo. […] Si ritenta la natura; ma la sua proporzione sfugge, ora, alla misura intellettuale». 
Oltre alle opere dei pittori cari ad Arcangeli, la sala accoglie alcune sculture di Agenore Fabbri, Quinto Ghermandi, Jean Ipoustéguy, Leoncillo (Leoncillo Leonardi), Luciano Minguzzi e Andrea Raccagni acquisite dal museo negli anni della sua direzione.
Novità assoluta del nuovo allestimento è la sezione dedicata all'Arte verbo-visuale, una corrente nata agli inizi degli anni Sessanta, quando sempre più artisti avvertono l’importanza dell’impatto delle nuove tecnologie e dei mass media non solo sulla cultura popolare, ma anche sulle sfide estetiche e sulla ricerca artistica. In quegli anni «si percepisce – raccontano dal Mambo di Bologna - che il mondo con il quale la letteratura e le arti visive sono chiamate a confrontarsi non è tanto quello naturale, quanto quello prodotto attraverso i vari mezzi di comunicazione. Molti artisti adottano metodologie che sfruttano le potenzialità dei mass media per veicolarne una critica consapevole, sondando e ricombinando parole, immagini, suoni per creare significati in competizione con un apparato comunicativo finalizzato al rapido consumo».
Intrecciandosi a una diffusa sensibilità per temi politici e sociali, l’arte verbo-visuale che ne scaturisce conosce fino alla fine degli anni Settanta un sensibile sviluppo, con ricerche di carattere interdisciplinare che danno luogo a un dinamico intreccio di raggruppamenti, eventi, sodalizi, mostre, incontri. Fra i gruppi che si impegnano in queste sperimentazioni un ruolo di rilievo è svolto dal Gruppo 70, fondato nel 1963 a Firenze da Giuseppe Chiari, Ketty La Rocca, Lucia Marcucci, Eugenio Miccini, Luciano Ori, Lamberto Pignotti, ma moltissimi sono gli artisti che, anche singolarmente, conducono ricerche affini, spesso trovandosi coinvolti nelle stesse manifestazioni espositive o performative. Fra questi compaiono Vincenzo Accame, Gianfranco Baruchello, Tomaso Binga, Adriano Spatola e Franco Vaccari.
Oltre a documentare alcuni esiti significativi dell’arte verbo-visuale, le opere esposte in questa sezione sono testimonianza di una intensa campagna di acquisizioni per la Galleria d’arte moderna di Bologna promossa nel 1984 da Concetto Pozzati (Vò Vecchio, Padova, 1935 – Bologna, 2017), presente con un’opera grafica: l’acquaforte «1 e 3 guanti» (1974).
Questa sezione prelude a una più ampia e articolata narrazione, che sarà sviluppata nei prossimi mesi, sulle sperimentazioni bolognesi ed emiliane degli anni Settanta e in particolare sulla Performance.
In occasione della riapertura, il Mambo si arricchisce anche di un nuovo comodato: grazie alla generosità della Banca di Pisa e Fornacette credito cooperativo, la sezione Officina d'arte italiana accoglie un dipinto («s.t.», 2009) di Luca Bertolo, che sarà presto ufficialmente presentato al pubblico alla presenza dell'artista.
Il tutto potrà essere visitato anche grazie all’app MuseOn, disponibile in versione Ios e Android, che dal 2 febbraio si è arricchita di contenuti relativi alla collezione permanente Mambo. Uno strumento in più, questo, per accompagnare i visitatori con speciali percorsi-audio studiati dal Dipartimento educativo del Mambo per tipologie differenziate di pubblico (singoli, coppie, gruppi e famiglie) e approfondimenti sulle opere iconiche della collezione.

Vedi anche

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna, collezione permanente | Veduta d’allestimento della sezione Ultimo Naturalismo e Scultura | Foto Roberto Serra; [fig. 2] MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna, collezione permanente | Veduta d’allestimento della sezione Informale | Foto Roberto Serra; [fig. 3] MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna, collezione permanente | Veduta d’allestimento della sezione Officina d’Arte Italiana | Foto Roberto Serra; [fig. 4] MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna, collezione permanente | Veduta d’allestimento della sezione Verbo-Visuale | Foto Roberto Serra; [fig. 5] MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna, collezione permanente | Veduta d’allestimento della sezione Verbo-Visuale | Foto Roberto Serra; [fig.6] MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna, collezione permanente | Veduta d’allestimento della sezione Ultimo Naturalismo e Scultura | Foto Roberto Serra; [fig. 7] AMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna, collezione permanente | Veduta d’allestimento della sezione Verbo-Visuale | Foto Roberto Serra

Informazioni utili 
 MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna, via Don Minzoni, 14 – Bologna.  Orari di apertura: martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, h 14.00 - 19.00; chiuso sabato, domenica, lunedì e festivi. Ingresso: intero € 6,00, ridotto € 4,00. Informazioni: tel. +39.051.6496611, info@mambo-bologna.org. Sito internet: www.mambo-bologna.org. Facebook: MAMboMuseoArteModernaBologna. Instagram: @mambobologna. Twitter: @MAMboBologna. YouTube: MAMbo channel. 

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