ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
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venerdì 7 maggio 2021

«Fog 2021», le arti performative vanno in scena in Triennale

Reverie (ritratto) © F. Villa
33 artisti
provenienti da 7 Paesi del mondo - Stati Uniti, Olanda, Spagna, Belgio, Francia, Svizzera e Italia - per un cartellone di 24 appuntamenti, tra i quali 11 produzioni e coproduzioni, 3 prime assolute, 5 prime nazionali, 3 concerti e 6 dj set per un totale di 61 repliche complessive: sono questi i numeri della quarta edizione di «Fog Triennale Milano Performing Arts», che vede alla direzione artistica Umberto Angelini.
«L'abitudine è una cosa meravigliosa» è la frase scelta per fare da filo conduttore ai vari appuntamenti del festival, in programma dall'11 maggio al 21 luglio, negli spazi di Palazzo dell’Arte.
Alcuni tra i più acclamati protagonisti della scena internazionale daranno vita, insieme a molte tra le novità più interessanti della performing art italiana, a una proposta densa e articolata, che con il suo caleidoscopio di linguaggi e di formati - in bilico tra teatro, danza e musica - vuole rappresentare un segnale importante di rilancio del settore dello spettacolo nel quadro di una situazione pandemica ancora in corso in tutto il mondo.
Indagare in profondità snodi chiave del contemporaneo, ovvero le tematiche al centro del dibattito che anima la nostra società è da sempre la missione di «Fog Triennale Milano Performing Arts». Si inizierà già con l’appuntamento inaugurale, in cartellone martedì 11 e mercoledì 12 maggio: la prima italiana di «Are we not drawn onward to new erA», lavoro scenico della pluripremiata compagnia belga Ontroerend Goed, acclamata dai critici come uno dei gruppi teatrali più stimolanti dell’ultimo decenni, che con questo spettacolo si è aggiudicata il Fringe First Award nel 2019 ed è stata nominata per il Total Theatre Award al Fringe Festival di Edimburgo.
Ontroerend Goed | Are we not drawn onward to new erA © Mirjam Devrien0dt
In questo «pezzo di teatro serio e potente sul futuro della nostra specie», per usare le parole del «Time Out London», si parla di un tema che è da tempo oggetto di indagine privilegiato per la Triennale: il rapporto uomo-natura, lo studio della biodiversità e dei difficili equilibri tra le specie. Il medesimo argomento percorre in profondità anche il suggestivo «No Rama» di Annamaria Ajmone (1-2 luglio), interprete affermata della nuova danza italiana, e i lavori di Industria Indipendente («Klub Taiga – Dear Darkness», 18-19 giugno) e di madalena reversa («Romantic Disaster / studio», 6 luglio), entrambi protagonisti dell’ultima edizione della Biennale Teatro di Venezia, diretta da Antonio Latella.
François Chaignaud & Nino Laisné | Romances inciertos ©  Nino Laisné
Un altro tema al centro di «Fog Triennale Milano Performing Arts» 2021 è quello del potere e dei suoi meccanismi, predominante in uno spettacolo come «Il Terzo Reich» di Romeo Castellucci, in cartellone dal 9 all’11 giugno. Il lavoro segna anche l’inizio della collaborazione tra l'istituzione milanese e il regista cesenate, Leone d’Oro alla Biennale di Venezia e Chevalier des Arts et des Lettres della Repubblica francese, Grand Invité di Triennale per il quadriennio 2021-2024. L'installazione, accompagnata dalla musica di Scott Gibbons, «è l’immagine – raccontano gli organizzatori - di una comunicazione inculcata, obbligatoria, violenta. Ogni pausa è abolita, occupata; i sostantivi del vocabolario, proiettati a una velocità tale che non si ha il tempo di percepirli e di sceglierli, sono le bandiere piantate in una terra di conquista».
Igor x Moreno | BEAT © Alicia Clarke
Il tema del potere è al centro anche di «Chi ha ucciso mio padre» (21-23 maggio) di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, duo creativo tra i più apprezzati della scena italiana, che in questa occasione si confronta con l’opera di un autore di culto della nuova letteratura europea, Édouard Louis, giovanissimo scrittore e intellettuale divenuto un caso editoriale in Francia che, con una prosa lucida e incisiva, offre un’analisi bruciante e accorata della lotta di classe, del rapporto tra dominati e dominanti.
Indaga, invece, la relazione tra pratiche illegali e spazio pubblico «Will you marry me?» (13-14 giugno), nuova performance dell’artista milanese Sara Leghissa, al suo debutto italiano nell’ambito di «Fog». «L’indagine – si legge nella presentazione - percorre il bagaglio delle nostre esperienze condivise, ma anche le strategie e le pratiche messe in atto da gruppi differenti di attivisti in tutto il mondo, invitando le persone a mettersi direttamente in gioco, relazionandosi con l’ambiguo confine tra ciò che è lecito e ciò che non lo è».
Panzetti Ticconi | ARA! ARA!
Di politica, infine, parla anche «Ara! Ara!» di Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi, seconda parte del dittico iniziato con «AeReA» (vincitore nel 2019 della prima edizione del Premio Hermès Danza Triennale Milano), che chiuderà il festival il 20 e 21 luglio. Nella performance, incentrata sulla pratica dello sbandieramento, «l’immagine della bandiera – si legge nella presentazione - diventa veicolo di una riflessione profonda sulla natura politica delle relazioni sia individuali che collettive».
Al potere dell’immaginazione è, invece, dedicato «Book is a Book is a Book» (3-6 giugno), che segna il ritorno della formazione elvetica Trickster-p.
Reverie | Sogno © R. Fellicò
Comunità è un’altra parola chiave di questa edizione di «Fog». L’identità dell’individuo e della sua costruzione in rapporto con gli altri è, per esempio, al centro di «Beat», opera dell’esplosivo duo londinese Igor x Moreno (18 giugno), ma anche di «Sorelle» (14-16 maggio), ultimo lavoro di Pascal Rambert, premio del Teatro dell’Académie Française. 
Il rapporto tra esseri umani è raccontato anche dallo spettacolo «La codista» (31 maggio – 1° giugno), firmato dall’attrice e regista olandese Marleen Scholten, nel quale si parla del tema dell’attesa a partire dalla storia vera di un milanese che ha perso il suo lavoro e si è inventato il lavoro del «codista», uno che si mette in coda per altre persone a pagamento. 
Un’indagine sull’identità viene proposta anche da «Sogno 3: la camera degli specchi», performance per uno spettatore alla volta, della giovane artista toscana Reverie (13 giugno); mentre è una riflessione sul viaggio, in un non-luogo per eccellenza come la sala di consegna bagagli di un qualunque aeroporto del mondo, «Corcovado», altra prima assoluta targata «Fog» (15-17 luglio), che vedrà in scena Luigi De Angelis, Michele Di Stefano e Lorenzo Gleijeses.
François Chaignaud & Nino Laisné | Romances inciertos © Jose Caldeira
Tema portante della programmazione di questa edizione, al centro anche del dibattito culturale contemporaneo, è, infine, il rapporto con la tradizione popolare, come si ravvisa nel potente «Romances inciertos, un autre Orlando» di François Chaignaud e Nino Laisné (28-29 maggio), nel delicato e struggente «Save the last dance for me» di Alessandro Sciarroni (15-16 giugno) e in «Dancer of the Year» (24-25 giugno), autentico gioiello dell’étoile della danza contemporanea Trajal Harrell. Questi tre lavori  confermano ancora una volta il ruolo di primo piano della danza all’interno della programmazione di Triennale Milano Teatro, insieme al commovente «First Love» di Marco D’Agostin (15 giugno), a «Ghost We are the idiots» di Barokthegreat (16 giugno) e alla prima assoluta di «Esercizi per un manifesto poetico» del Collettivo Mime (9 luglio).
Industria Indipendente | Klub Taiga © Martina Leo
Alla danza e alla performance si affianca la musica, alla quale è dedicato un vero e proprio palinsesto convergente, curato in collaborazione con Radio Raheem. Il programma prevede sei serate a ingresso libero di musica dal vivo e dj set e tre serate live, che vedranno protagonisti, sul palco del Giardino di Triennale, Generic Animal, Plastica (23 giugno) e, poi, Mana, Palazzi D'Oriente, Furtherset (14 luglio) e, infine, 72-Hour Post Fight, Archivio Futuro (21 luglio).
A completare il cartellone ci sarà Extra, una proposta di attività parallele e complementari come laboratori, masterclass, incontri e appuntamenti che intendono mettere lo spettatore al centro di un confronto diretto con gli artisti e fornire strumenti di avvicinamento alla pratica teatrale.
Nel quadro del percorso di implementazione dell’accessibilità condotto da Triennale, gli spettacoli saranno sovratitolati in lingua inglese (per il pubblico straniero) e in italiano ((per le persone con disabilità uditiva). Per la prima volta, inoltre, la programmazione di «Fog» proporrà un'audiodescrizione e una visita tattile sul palco in occasione della presentazione di «Romances inciertos, un autre Orlando» di François Chaignaud e Nino Laisné.
Pascal Rambert | Sorelle © Luca del Pia
Il festival milanese avvia, inoltre, nel 2021 una collaborazione con uno dei più interessanti illustratori della scena internazionale: Alessandro Gottardo, in arte Shout, firma di «New York Times», «New Yorker», «Wall Street Journal», «Time», «Newsweek», «Le Monde», «The Economist». Per «Fog» l'artista ha realizzato un'immagine che parla dei nostri tempi: «ho voluto immaginare un astronauta alieno sul pianeta terra – spiega, infatti, Shout – che è la terra dei giorni nostri, dove le persone non si riconoscono tra loro a causa di una maschera sul volto. Così, ho pensato che l'elmetto poteva fluttuare sopra la ‘nebbia’, sopra le persone, come un palloncino, alla ricerca di qualcosa di familiare».
Gli abbonamenti e i biglietti per la quarta edizione di «Fog Triennale Milano Performing Arts» sono disponibili, insieme a tutte le informazioni utili, sul sito triennale.org.

martedì 13 aprile 2021

«ARThletes», con Suzuki l’arte incontra il mondo dei motori

Il gusto italiano incontra la competenza tecnica e la cultura giapponese. La divisione italiana di Suzuki Motor Corporation ha pensato di celebrare il nuovo scooter della casa di Hamamatsu, il Burgman 400 MY22, con «ARThletes». L’ispirazione arriva dalle prossime Olimpiadi di Tokyo, evento che vedrà i migliori atleti del mondo confrontarsi in varie specialità sportive.
La scelta di presentare un progetto artistico in occasione dell’uscita del Model Year 2022, prevista per luglio, proprio nei giorni della trentaduesima edizione dei giochi olimpici, non è casuale. Il Burgman 400 è, infatti, considerato - dichiara Enrico Bessolo, direttore commerciale di Suzuki - «un atleta elegante», una vera e propria icona per gli amanti delle due ruote, come conferma la sua ultradecennale permanenza sul mercato. 
Da questa considerazione è nata l’idea di incrociare i destini dell’azienda nipponica con la storia delle Olimpiadi e di ideare «ARThletes», una mostra di opere tese a sottolineare i valori dell’atleta, che vedrà al lavoro quattro artisti italiani di fama internazionale che hanno dimostrato grandi affinità con la cultura giapponese. La tecnica scelta dai curatori - la gallerista Lorenza Salomon e l’illustratore Ale Giorgini, fondatore dell’agenzia Magnifico e vincitore nel 2017 del «Good Design Award» del Chicago Museum of Design - è quella dell’illustrazione, per le capacità di quest’arte - si legge nella nota stampa - «di essere attuale in ogni epoca storica e di suggestionare un ampio pubblico pur rimanendo espressione artistica autoriale».
Per la mostra Suzuki ha chiesto a Gianluca Folì, Riccardo Guasco, Francesco Poroli e i Van Orton, duo creativo composto da due fratelli gemelli Stefano e Marco, di interpretare quattro caratteristiche fondamentali del nuovo Burgman 400 – eleganza, sportività, stabilità e sicurezza – abbinandole ad altrettanti sport olimpici - tuffi, atletica leggera, ginnastica artistica e scherma - da rappresentare in quattro opere uniche che diventeranno, poi, altrettante livree per un Burgman da collezione.
I quattro artisti selezionati sono dei veri e propri talenti dell’illustrazione. Gianluca Folì, con all’attivo collaborazioni con «The Boston Globe», il «New York Time», il «Wall Street Journal», il «Los Angeles Times» e il «Corriere della Sera», è stato selezionato e premiato nel 2015 dalla «Society of Illustrators» di New York con la medaglia d’oro categoria Editorials and Books; nello stesso anno è stato anche medaglia di bronzo alla «Society of Illustrators» di Los Angeles.
Riccardo Guasco mescola poesia e ironia creando illustrazioni per far sorridere gli occhi. Le sue opere sono apparse in campagne pubblicitarie, riviste, libri, navi e biciclette; tra le sue collaborazioni ci sono, tra l’altro, Eni, Tim, Poste Italiane, Martini, Ferrari, Touring club italiano, Emergency e Greenpeace.
Francesco Poroli
, premiato da «Society of Illustrators» di New York e «The Society of Publication Designers», ha collaborato con «The New York Times Magazine», «Wired», «GQ» e «Il Sole24 Ore», ma anche con Facebook, Campari, Apple, NBA, Barilla, FCA e molti altri. Nel 2017 ha pubblicato «Like Kobe - Il Mamba spiegato ai miei figli» per Baldini&Castoldi.
I Van Orton, infine, vantano collaborazione con marchi quali Marvel, Microsoft, Armani, Bmw e artisti come Pearl Jam. La loro arte è fortemente influenzata dalla cultura pop e da un design ispirato alle vetrate delle chiese, per poi evolversi con innesti simmetrici e linee luminose.


A proposito del progetto, Lorenza Salamon ha dichiarato in conferenza stampa: «A ogni artista abbiamo affidato un tema che corrisponde ad altrettanti punti di forza del veicolo per intraprendere un viaggio fra il virtuale e il reale la cui tappa finale è la prossima Olimpiade che si terrà a Tokyo».
Mentre Ale Giorgini ha sottolinea quanto sia importante in un momento storico come quello che stiamo vivendo il progetto «ARThletes»: «L’illustrazione – ha affermato, a tal proposito, il creativo - è un linguaggio universale che abbatte i confini. Un linguaggio che unisce popoli e culture diverse, proprio come le Olimpiadi. In un momento come quello che stiamo vivendo, credo sia ancora più importante riuscire a creare connessioni – anche solo virtuali – fra luoghi e persone. In un periodo in cui siamo stati costretti a limitarlo, celebrare il movimento e la libertà è un dovere morale».
Suzuki celebra così le Olimpiadi e lo sport con un progetto di ampio respiro, che unisce gesto atletico e gesto artistico, per parlare direttamente al cuore delle persone con un linguaggio estremamente variegato: «ecco allora – raccontano ancora da Suzuki Italia - che le opere in mostra potranno riprendere stilemi tipici dei writer urbani oppure di artisti acclamati come Basquiat» per dar vita a uno scooter da collezione.

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giovedì 25 marzo 2021

Buon compleanno, Dams. A Bologna mostre, spettacoli e incontri per i cinquant’anni del corso di laurea che mette in cattedra l’arte

Ci sono idee che fanno la storia. È il caso della felice intuizione avuta negli anni Settanta del grecista Benedetto Marzullo, membro del Consiglio superiore di pubblica istruzione e grande amante del teatro, al quale si deve la nascita del Dams di Bologna, il corso di laurea in discipline delle arti, della musica e dello spettacolo che portò a insegnare sotto le Torri personalità del calibro di Umberto Eco, Renato Barilli, Luciano Anceschi, Gianni Polidori, Luigi Squarzina, Thomas Maldonato, Paolo Monti, Giuliano Scabia, Carlo Volpe, Roberto Leydi, Gianni Celati, Furio Colombo e molti altri.
Era il 1971 e chi voleva fare della cultura il suo lavoro aveva finalmente un ateneo dove studiare e specializzarsi. Ma non fu facile dare vita, all’interno della Facoltà di lettere e filosofia di Bologna, a quel laboratorio di sperimentazione, di utopia e di critica culturale che metteva in cattedra la creatività in ogni sua forma. Nell’Italia che viveva tutte le tensioni politiche ed economiche dei cosiddetti «anni di piombo», quella sfida visionaria «non aveva - affermò, tempo dopo, lo stesso Benedetto Marzullo - precedenti, ma solo avversari», sia all’interno della gloriosa Alma Mater Studiorum, che si avvicinava ai novecento anni di storia, sia in città, dove per molto tempo gli studenti del Dams vennero visti come un gruppo di scapestrati e «caciaroni», poco dediti allo studio, «da evitare assolutamente – ricorda Cristian Tracà -, come inquilini per i proprietari e come coinquilini per i ‘veri studenti’, la futura classe dirigente».
Ma il mondo, si sa, è di chi ha il coraggio di credere nei propri sogni e gli stereotipi e i pregiudizi, le etichette appiccicate velocemente e distrattamente, sono fatte solo per ingannare la mente.
Quei giovani intellettuali che riempivano a dismisura l’Aula Magna per ascoltare Umberto Eco in un pirotecnico assolo che mischiava semiotica e letteratura, cinema e fumetto, o che, con il drammaturgo Giuliano Scabia, coloravano Bologna lanciando in cielo piccole mongolfiere erano destinati a diventare la classe dirigente di un settore che, purtroppo, è ancora oggi la Cenerentola dell’economia italiana, quello dell’industria culturale, ma anche ad affermarsi nel giornalismo, nella televisione e persino in politica. Sui banchi del Dams si sono, infatti, seduti il musicista Paolo Fresu, la giornalista Milena Gabanelli, lo scrittore e saggista Pier Vittorio Tondelli, il fumettista Andrea Pazienza, il cantautore Roberto «Freak» Antoni, il regista Carlo Mazzacurati, il conduttore Patrizio Roversi, il politico Gianni Cuperlo e una schiera di ragazzi e ragazze con l’ambizione di diventare attori, registi, compositori, artisti, pubblicitari, curatori, drammaturghi, musicisti.
Talento, passione e sensibilità, talvolta voglia di andare controcorrente e di sfidare i limiti, ma anche rigore, disciplina e impegno: era questo che si insegnava, e tuttora si insegna, al Dams di Bologna, un progetto che è stato, poi, «esportato» in più parti d’Italia, da Torino a Firenze, da Roma a Palermo.
Da quel 1971 che vide nel capoluogo emiliano la nascita del primo corso di laurea in discipline delle arti, della musica e dello spettacolo sono passati cinquant’anni; per festeggiare questo importante traguardo è stato organizzato un lungo e ricco calendario di appuntamenti culturali, on-line e in presenza: incontri, dialoghi con ex alunni, mostre, una laurea honoris causa, convegni, spettacoli e, pandemia permettendo, una festa lunga tre giorni – dal 18 al 20 giugno – in piazza Maggiore e in diversi luoghi del centro storico.
«Smettere di evolverci: l’unica cosa che non impareremo mai»
è lo slogan scelto dall’agenzia creativa The Big Now/mcgarrybowen, con BAM! Strategie culturali, per pubblicizzare questa iniziativa, ribattezzata «Dams50», che raccoglie una trentina di eventi, a partire da una serie di live-streaming attraverso la pagina Facebook e YouTube di DAMSLAb/LaSoffitta, con professionisti passati dai banchi dell’ateneo bolognese. Fra le testimonianze in programma ci sarà, giovedì 25 marzo, quella del curatore e critico d'arte contemporanea Massimiliano Gioni, in conversazione con Roberto Pinto; mentre mercoledì 31 sarà Chiara Alessi a parlare di cultura materiale, di design e della sua ormai celebre rubrica #designinpigiama, insieme con Anna Rosellini e Francesco Spampinato.
Molto ricco è anche il programma di aprile e maggio: in agenda ci sono gli incontri con l’attore e regista Toni Servillo (laureato ad honorem nel 2015), il giornalista e scrittore Stefano Bartezzaghi, il regista Romeo Castellucci, il trombettista Paolo Fresu, il giornalista Riccardo Iacona e il cantautore Giovanni Lindo Ferretti, ma anche gli appuntamenti in absentia dedicati alla memoria di Tondelli, Pazienza, «Freak» Antoni e Mazzacurati.
Il cartellone prevede anche tre progetti espositivi. Si inizierà il 24 aprile, al Museo della musica in Strada Maggiore, con «No Dams! 50 anni di Corso di laurea in Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo»: fotografie, articoli di giornale, documenti ufficiali e filmati storici, materiali provenienti da archivi pubblici e privati, tessono la trama di un avvincente racconto, iniziato nel 1971 e ancora in corso, che si avvale dell’allestimento immersivo progettato dall’architetto Eric Lapierre. Dal 29 aprile è, invece, in programma, in SalaBorsa, una mostra di Mimmo Paladino sui suoi disegni dedicati alla grande letteratura universale, da Omero a Collodi, da Dante a Manzoni, preludio alla laurea ad honorem che sarà conferita all’artista il 14 maggio al teatro Comunale di Bologna. A corollario, per le vie del centro storico, in giugno, sarà, infine, possibile imbattersi nel progetto di public art ideato appositamente per «Dams50», che presenterà delle video-installazioni architettoniche realizzate da ex studenti dell’ateneo bolognese. Le sedi di Palazzo Marescotti-Brazzetti (via Barberia 4), del Complesso di Santa Cristina (piazzetta Morandi) e del DAMSLab (piazzetta Pasolini) verranno rispettivamente «accese» da tre interventi di Tommaso Arosio, Apparati Effimeri e Riccardo Benassi, mentre le sedi storiche di via Guerrazzi, Strada Maggiore e l’Ospedale dei Bastardini saranno oggetto di un intervento di Elisa Seravalli a partire dai materiali d’archivio esistenti.
Di un ex alunno, ovvero di Ambrogio Lo Giudice, è anche il docu-film «Andate a lavorare», realizzato per l’occasione, che ripercorre, in bilico tra finzione e realtà, la straordinaria avventura del Dams.
Non mancheranno, poi, appuntamenti teatrali: da un laboratorio con Marco Martinelli (attualmente previsto per i giorni dal 20 al 29 aprile) a una lectio magistralis di Giuliano Scabia. Completerà il cartellone un progetto dedicato a Torgeir Wethal, storico attore dell’Odin Teatret, a cura di Teatro Ridotto - Casa delle culture, che prevede, tra l’altro, dialoghi con Eugenio Barba, Roberta Carreri e Iben Nagel Rasmussen (2 maggio), oltre alla presentazione di «Fiori per Torgeir» (3 e 4 maggio), spettacolo che parla di lutto e di dolore, raccontando come la morte di una persona cara ci cambi per sempre e come la gratitudine per ciò che è stato è la chiave di volta per guardare al futuro. «Non sono la stessa che ero prima della morte di Torgeir, e mai tornerò ad esserlo - racconta Roberta Carreri, autrice e attrice dello spettacolo -. Ma sono ancora capace di cantare e di sorridere, accompagnata dalla sua assenza per il resto del mio cammino. Si dice che si muore due volte. La seconda è quando si viene dimenticati. Io non voglio che Torgeir sia dimenticato». Memoria e futuro si incontrano, dunque, in questo spettacolo così come nell’intero cartellone di «Dams50», un invito ad evolversi, guardando alla storia passata senza nostalgia, - racconta Giacomo Manzoli, direttore del Dipartimento delle arti al Dams - ma con un po’ orgoglio». 

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venerdì 8 gennaio 2021

«Colors», a Torino si va alla ricerca del colore tra musica e arte

Musica e colore si incontrano nelle sale di quattro prestigiose realtà culturali di Torino: Palazzo Madama, il Mao – Museo d’arte orientale, la Gam – Galleria civica d’arte moderna e contemporanea e il Conservatorio «Giuseppe Verdi».
Grazie all’accordo tra la Fondazione Torino Musei e l’OFT- Orchestra filarmonica di Torino, la città sabauda propone, per il terzo anno consecutivo, un raffinato cartellone di eventi artistico-musicali, che trae linfa e suggestioni dall’inedito dialogo tra differenti linguaggi del mondo culturale.
A fare da filo rosso tra i nove concerti in programma e il ciclo di visite a essi ispirato, proposto a rotazione da tre musei torinesi, è il tema del colore. Da qui il titolo dell’iniziativa, «Colors», raccontata anche attraverso nove quadri astratti di Elena Giannuzzo realizzati recentemente per OFT.
«Così come per i concerti proposti dalla Filarmonica che, se nei giorni di programmazione le sale e i teatri non fossero aperti al pubblico a causa dalle norme anti Covid-19 saranno trasmessi in streaming, - raccontano dalla Fondazione Torino Musei - allo stesso modo i percorsi guidati saranno offerti in duplice forma: solo in digitale se il museo è chiuso oppure in digitale e presenza se il museo è aperto. In questo modo saranno disponibili tre appuntamenti per ogni concerto».
Ad aprire il programma musicale sarà l’Orchestra filarmonica di Torino con il concerto «Red», in programma martedì 12 gennaio, che prevede l’esecuzione della «Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore D 485» di Franz Schubert e della «Serenata n. 9 in re maggiore K 320 Posthorn» di Wolfgang Amadeus Mozart.
Per l’occasione venerdì 8 (alle ore 21) e sabato 9 gennaio (alle ore 18.30) la Gam proporrà due visite guidate in digitale all’interno della sua collezione dedicata al Novecento.
Il rosso come simbolo di passione, sperimentazione, violenza e sensualità sarà esaminato nelle sue tonalità e gradazioni attraverso esempi importanti tra i quali la «Ragazza rossa» di Amedeo Modigliani, «Le basier» di Francis Picabia,«Apocalisse» di Scipione o l’insolito omaggio di Pino Pascali alla cantante afroamericana Billie Holiday.
Dal 7 al 9 febbraio, sotto la direzione di Sergio Lamberto, i fiati dell’Orchestra filarmonica si esibiranno, quindi, in uno sfaccettato concerto di musiche di Amilcare Ponchielli, Antonio Vivaldi, Antonín Dvořák e del compositore contemporaneo Davide Sanson, del quale verrà proposto in prima esecuzione assoluta il suo nuovo brano «Sarabanda e salterello». L’appuntamento musicale vedrà la presenza di Devid Ceste all’eufonio, strumento appartenente alla famiglia degli ottoni.
A questo arcobaleno musicale la Gam risponderà con la serie di visite guidate dal titolo «Rainbow. Sette colori per sette opere», in programma venerdì 5 (alle ore 21) e sabato 6 febbraio (alle ore 16 e alle ore 18.30).
«Inizialmente -raccontano dalla Fondazione Torino Musei- i colori dell’arcobaleno erano rosso, giallo, verde, blu e violetto a cui, in seguito, furono aggiunti l'arancione e l'indaco, così da arrivare a sette colori, come le note musicali. Queste suggestioni ci accompagneranno in una passeggiata tra sette opere della collezione del Novecento. Il percorso prenderà avvio dal quadro variopinto di Otto Dix, «Il marinaio Fritz Müller», per poi seguire la successione dei colori dell’arcobaleno e incontrare così artisti come Felice Casorati, Lucio Fontana, André Masson».
Dal 28 febbraio al 2 marzo, l’Orchestra filarmonica di Torino si esibirà quindi, sotto la guida di Giampaolo Pretto, in tre dei sei Concerti brandemburghesi di Johann Sebastian Bach e nel «Concerto in mi bemolle Dumbarton Oaks» di Igor Stravinskij. Nei giorni antecedenti all’appuntamento musicale, il 26 e il 27 febbraio, a Palazzo Madama si terrà la visita guidata «Ice Blue. Vetri e ghiacci eterni», un percorso dedicato alla ricerca della trasparenza e al desiderio di ottenere oggetti la cui limpidezza ricordasse la purezza del ghiaccio: dall’uso del cristallo di rocca per oggetti usati nella liturgia o sulla tavola principesca, si arriverà a una selezione di esemplari di vetri del bacino del Mediterraneo e alle manifatture di Murano.
Dal 14 al 16 marzo l’Orchestra filarmonica, sotto la direzione di Giampaolo Pretto, proporrà un concerto di musiche di Gustav Mahler nell’adattamento per ensemble da camera di Klaus Simon. Per l’occasione, il 12 e il 13 marzo, il Mao – Museo d’arte orientale porterà il pubblico alla scoperta della sua collezione di vasellame e di piastrelle invetriate per la decorazione architettonica, che vanno dal IX al XVII secolo, conservata all’interno della galleria dedicata ai Paesi Islamici dell’Asia, con un ciclo di visite guidate dal titolo «Light Blue».
Ad aprile, dall’11 al 13, l’Orchestra filarmonica, o meglio il suo settore Archi, proporrà, sotto la direzione di Sergio Lamberto, un concerto con musiche di Johan Sebastian Bach, Johannes Brahms e Ludwig van Beethoven. L’appuntamento musicale sarà preceduto nelle giornate del 9 e del 10 aprile dalla visita guidata «Gold. La luce dell’oro» all’interno delle sale di Palazzo Madama. Il percorso accompagnerà i partecipanti alla scoperta dei motivi che portarono a privilegiare nel corso del Medioevo l’uso di questo materiale allo scopo di ottenere, a seconda dei casi, effetti naturalistici, simbolici o di pura ostentazione sociale.
Dal 25 al 27 aprile le note del «Concerto in la minore per violoncello e orchestra op. 129» (versione per violoncello e archi)» di Robert Schumann e della «Serenata in mi maggiore per archi op. 22» di Antonín Dvořák allieteranno gli spettatori dell’Orchestra filarmonica; mentre alla Gam, il 23 e il 24 aprile, si terrà il ciclo di visite «Platinum. Valore, rarità e unicità nell’arte», un percorso che racconterà la storia dell’architettura del museo, la valorizzazione delle sue collezioni con importanti acquisizioni come «Dans mon pays» di Marc Chagall o «Orange Crash» di Andy Warhol e opere “preziose” per i particolari materiali impiegati come per esempio «Portrait Relief of Claude Pascal» di Yves Klein.
Palazzo Madama ospiterà quindi, nelle giornate del 7 e 8 maggio, gli appuntamenti «Green. Natura», che indagheranno l’uso del colore verde in pittura e focalizzeranno l’attenzione sulla presenza di motivi decorativi naturali all’interno delle collezioni e del palazzo per concludersi con una visita al Giardino medievale. Il concerto abbinato, in cartellone dal 9 all’11 maggio, prevede l’esecuzione di musiche di Antonio Vivaldi, Carl Philipp Emanuel Bach, Georg Friedrich Händel e del giovane compositore Nicola Campogrande, le cui partiture -ha detto il direttore inglese Paul Daniel- «comunicano un senso di ottimismo pieno di emozioni». Lo si sperimenterà grazie all’ascolto di «Soffio Blu(es)», una brezza di contemporaneità all’interno di un concerto che si aprirà con le suggestioni barocche del «prete rosso».
Sarà, quindi, la volta di «Black and White». Il 14 e il 15 maggio al Mao – Museo d’arte orientale si terrà un percorso visita nella galleria dedicata al Giappone e ci si soffermerà in particolare sui kakemono, rotoli verticali che incorniciano eleganti dipinti e calligrafie su carta o su seta e sulla pittura a inchiostro nero. Il relativo concerto, in programma dal 16 al 18 maggio, vedrà l’esecuzione del «Concerto in re minore per violino e archi» di Felix Mendelssohn, dell’«Amitié» (versione per due violini solisti e orchestra d’archi) di Eugène Ysaÿe e dell’«Ottetto in mi bemolle maggiore op. 20» di Felix Mendelssohn, per la direzione di Marco Rizzi e Sergio Lamberto, violini solisti e concertatori.
A chiudere il cartellone sarà, il 4 e il 5 giugno, il ciclo di visite guidate «Orange. Grandi maestri e molteplici figure divine», un percorso all’interno della galleria dedicata alla regione himalayana che si soffermerà in particolare sulle thanga-ka, dipinti su stoffa che rappresentano maestri e diverse figure del buddhismo tantrico. Il rispettivo concerto, in programma dal 6 all’8 giugno, vedrà esibirsi al pianoforte Gianluca Cascioli nella sua composizione «Secondo Trio per violino, violoncello e pianoforte» e in due brani di Wolfgang Amadeus Mozart: il «Concerto n. 13 in do maggiore per pianoforte e orchestra K 415» (versione per pianoforte e archi) e la «Sinfonia n. 29 in la maggiore K 201».
Ad aprire tutti gli appuntamenti musicali saranno i testi del giornalista e musicista Lorenzo Montanaro; la loro lettura sarà affidata all’associazione liberipensatori «Paul Valéry» e alla Scuola di teatro «Sergio Tofano» di Torino: un’occasione in più, questa, per addentrarsi nel magico mondo dei colori, che danno forma e luce non solo all'arte, ma anche alla musica.

Didascalie delle immagini
[Fig. 2] Immagine guida del concerto Light Blue; [fig. 3] Immagine guida del concerto Rainbow; [fig. 3] «Apocalisse» di Scipione; [fig. 4] Dans mon pays» di Marc Chagall;  [fig. 5] «Orange Crash» di Andy Warhol; [fig. 6]  «Portrait Relief of Claude Pascal» di Yves Klein
 
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COLORS 2021
OFT 
La Filarmonica prevede due ipotesi alternative, che saranno applicate mese per mese in base alla normativa vigente: a) qualora i concerti ricadano in un periodo in cui le sale da concerto sono aperte, OFT propone due turni di concerto in Conservatorio alle ore 21 - uno il lunedì, uno il martedì - in modo da ampliare la possibilità di accesso alla sala, a fronte di tutte le norme e i protocolli imposti dal distanziamento. In questo caso, OFT prevede come di consueto anche le prove aperte a Più SpazioQuattro e gli incontri di Leggere la classica al Circolo dei lettori; b) qualora i concerti ricadano in un periodo in cui le sale sono chiuse al pubblico, OFT intende realizzare comunque i concerti, trasmettendoli gratuitamente in streaming il martedì alle 21 sul canale YouTube di OFT e raggiungibili anche tramite le pagine social di OFT e il sito www.oft.it In questo caso, tutte le proposte con pubblico in presenza sono invece annullate.
CONCERTI IN PRESENZA (in seguito all'eventuale riapertura degli spazi della cultura): c/o Conservatorio Giuseppe Verdi, piazza Bodoni - Torino. I concerti si terranno il lunedì e il martedì, alle ore 21. Biglietto singolo, poltrona numerata, intero 25 euro, ridotto 15 euro, giovani nati dal 1985 e UniTre 8 euro, studenti del Conservatorio Verdi di Torino 3 euro. I biglietti possono essere prenotati, a partire da un mese prima la data prevista per il concerto, per via telefonica (011.533387) o via mail (biglietteria@oft.it).
IN STREAMING Qualora non sia possibile realizzare gli eventi con pubblico in presenza a causa delle norme per il contenimento dell’epidemia Covid-19, i concerti saranno trasmessi in streaming gratuito, il martedì previsto per l’evento alle ore 21, sul canale YouTube di OFT e raggiungibili anche tramite le pagine social di OFT e il sito www.oft.it
Fondazione Torino Musei
Percorso in digitale: 8,00 € intero; ,00 7€ ridotto (abbonati OFT e possessori di Abbonamento Musei). Percorso in presenza: 5,00 € tariffa unica (attivato solo se il museo è aperto) + biglietto di ingresso al museo secondo regolamento (ingresso libero per possessori di Abbonamento Musei e Torino Card). Informazioni e prenotazioni: tel. 011.5211788 o info@arteintorino.com; a seguito della prenotazione saranno inviati dettagli ed estremi bancari per effettuare il pagamento con bonifico, oppure sarà possibile effettuare l’acquisto on-line: www.arteintorino.com/2-visite-guidate-torino/162-connessioni-d-arte.html. Le visite saranno attivate a raggiungimento di un numero minimo di partecipanti

giovedì 24 dicembre 2020

Il calendario delle feste: quattordici giorni di mostre virtuali, spettacoli in streaming ed eventi on-line da non perdere

È inutile negarlo. Tra tradizioni cancellate, restrizioni sugli spostamenti tra regioni e comuni, distanziamento sociale, cenoni con pochi intimi ci aspettano delle feste diverse dal solito. Il Covid-19 ha stravolto ancora una volta i nostri piani, portando l’Italia in zona rossa nei giorni del 24, 25, 26, 27 e 31 dicembre, 1, 2 e 3, 5 e 6 gennaio. I luoghi della cultura - musei, teatri e cinema - rimangono ancora chiusi, ma vivono on-line grazie a un ricco calendario di eventi. Di seguito quattordici appuntamenti, uno per ogni giorno di festa, da assaporare tra le pareti di casa.


  #Giovedì 24 dicembre 2020 
«UN CANTO DI NATALE» PER IL BAGATTI VALSECCHI DI MILANO 
Foto di Laila Pozzi

Una commovente storia sulla possibilità di modificare il proprio destino. Un’intensa riflessione su come solidarietà e bontà d’animo possano diventare motori per la creazione di un mondo migliore. Ma, soprattutto, una delle favole più toccanti che siano mai state scritte. Tutto questo è «Un canto di Natale», racconto scritto nel 1843 da Charles Dickens, che porta nelle nostre vite (e nel nostro calendario) la magia della festa per il compleanno di Gesù, un giorno speciale in grado di risvegliare sentimenti puri come l’amore e la tolleranza, il rispetto per gli altri e la serenità quotidiana del focolare domestico.
Questo racconto è al centro dello spettacolo prodotto dalla Fondazione Cologni dei mestieri d’arte, in collaborazione con la Civica scuola di teatro Paolo Grassi – Fondazione Milano e l’Associazione Noema, che sarà visibile da giovedì 24 dicembre sul sito del museo Bagatti Valsecchi di Milano (www.museobagattivalsecchi.org) in un video realizzato da Emanuele Zamponi.
Il racconto teatrale, che alterna musica e parole, porta la firma di Andrea Piazza, autore sia della riduzione scenica del romanzo dickensiano che della regia.
La storia è in parte rivisitata per l’occasione: due fantasmi, ex attori - interpretati da Riccardo Bursi e Fabrizio Calfapietra - si aggirano per le sale della casa-museo milanese ricordando i tempi passati e decidendo di rileggere la storia del tirchio ed egoista Ebenezer Scrooge, visitato nella notte di Natale da tre spiriti - il Natale del passato, del presente e del futuro – che gli fanno acquisire consapevolezza sui propri errori. Ad arricchire lo spettacolo saranno alcune carole natalizie interpretate dal quintetto dell’Ensemble vocale Harmonia Cordis, nei panni ultraterreni di ex coristi del teatro alla Scala di Milano, che evocheranno, di volta in volta, atmosfere festose, meditative e gioiose. 


# Venerdì 25 dicembre 2020 
GLI UFFIZI SUL WEB: UN VIRTUAL TOUR E DUE VIDEO SOTTO L’ALBERO 
È dedicata al celebre Trittico Portinari del pittore fiammingo Hugo Van der Goes, splendido capolavoro del Rinascimento, la mostra virtuale che gli Uffizi di Firenze (www.uffizi.it) hanno pensato per il Natale 2020, nell'ambito del progetto «Ipervisioni».
L'esposizione virtuale offre agli internauti l’opportunità di uno sguardo ravvicinato su tutti i particolari che compongono il lavoro e sulla raffinata tecnica pittorica con la quale fu realizzato.
Costituito da una tavola centrale con l’«Adorazione dei pastori» e due sportelli laterali raffiguranti i committenti accompagnati dai loro santi protettori, il gigantesco trittico fu dipinto nelle Fiandre tra 1473 e 1478 su commissione di Tommaso di Folco Portinari (1428-1501), banchiere fiorentino agente del Banco mediceo a Bruges e influente consigliere presso la corte borgognona. L'opera venne, poi, spedita a Firenze, dove giunse il 28 maggio 1483, dopo un avventuroso tragitto via mare e via fiume, per essere esposta nella chiesa di Sant’Egidio, annessa allo Spedale di Santa Maria Nuova.
Il lavoro suscitò subito enorme curiosità ed ammirazione in tutta la città. Artisti come Filippino Lippi, Domenico Ghirlandaio, Luca Signorelli e Leonardo da Vinci restarono fortemente impressionati dagli effetti brillanti della tecnica a olio e dal realismo rivoluzionario della raffigurazione.
Coordinato e curato da Cristina Gnoni Mavarelli, storica dell’arte e curatrice delle Gallerie degli Uffizi, il percorso virtuale è strutturato in sezioni che illustrano con ampiezza di dettagli la storia, i protagonisti dell’opera e la sua complessa iconografia. Ma non solo: la moda e i costumi straordinari dei personaggi sono spiegati da Daniela Degli Innocenti, conservatrice del Museo del tessuto di Prato; i sontuosi gioielli indossati dai membri della famiglia Portinari e dagli angeli vengono, invece, interpretati dalla storica dell’arte Silvia Malaguzzi
In occasione del Natale, saranno realizzati anche due video speciali per la pagina Facebook.
Il primo è dedicato a uno dei notturni più famosi e suggestivi della storia dell’arte: l’«Adorazione del Bambino», realizzata tra il 1619 e il 1620 da Gherardo delle Notti. Nell’opera, Maria, Giuseppe e due angioletti osservano amorevolmente il neonato Gesù avvolto in fasce che, sprigionando luce dal suo corpo, illumina e riscalda i loro volti. A illustrare il dipinto è la storica dell’arte Monica Alderotti.
Nell'altro video, in uscita propria nel giorno di Natale, viene raccontata l’avventura di un gruppo di bambini che, accompagnati da Babbo Natale nelle vesti di Cicerone, vanno alla scoperta degli Uffizi curiosando tra le sale del museo chiuso. 


#Sabato 26 dicembre 2020 
A CASA CON CLAUDE MONET E GLI IMPRESSIONISTI 
Sono raramente usciti di casa, ma non per paura del virus. Stiamo parlando dei cinquantasette capolavori impressionisti, provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi, attualmente ospitati nella solitudine delle sale di Palazzo Albergati a Bologna, in attesa che musei e spazi espositivi, chiusi in ottemperanza all’ultimo Dpcm per contrastare la diffusione del Coronavirus, possano riaprire al pubblico.
Claude Monet, Eduard Manet, Pierre Auguste Renoir, Edgar Degas, Jean-Baptiste Camille Corot, Alfred Sisley, Gustave Caillebotte, Berthe Morisot, Eugéne Boudin, Camille Pissarro e Paul Signac sono gli indiscussi protagonisti della mostra bolognese, curata da Marianne Mathieu, che nei giorni delle feste sarà possibile vedere on-line grazie a cinque visite guidate programmate per le giornate di giovedì 26 e mercoledì 30 dicembre, venerdì 1°, domenica 3 e mercoledì 6 gennaio, sempre alle ore 18.
Al prezzo di 5 euro si potrà accedere virtualmente nelle sale di Palazzo Albergati, con un semplicissimo collegamento Zoom.
La visita, con Sergio Gaddi, non è un tour virtuale pre-registrato, ma una vera e propria visita guidata, sala per sala, che permetterà di godersi - da soli o in compagnia della famiglia o degli amici - dal televisore, dal computer o anche dal proprio smartphone, un viaggio unico tra i capolavori di quegli artisti che, sul finire dell'Ottocento, immortalarono sulla tela la luce e l'aria.
Accanto a opere cardine dell’Impressionismo francese come «Portrait de Madame Ducros» (1858) di Degas, «Portrait de Julie Manet» (1894) di Renoir e Nymphéas (1916-1919 ca.) di Monet, sono esposti lavori inediti perché mai usciti dal museo parigino. È il caso di «Portrait de Berthe Morisot étendue» (1873) di Édouard Manet, «Le Pont de l’Europe, gare Saint- Lazare» (1877) di Claude Monet e «Jeune Fille assise au chapeau blanc» (1884) di Pierre Auguste Renoir.
La visita guidata può essere acquistata sui siti www.arthemisia.it o www.palazzoalbergati.com (se si tratta di un regalo a terzi, bisogna specificare nei campi appositi i dati del partecipante all’evento: nome, cognome ed e-mail). A partire dalle ore 15.00 del giorno dell’evento, sarà inviata da Zoom l’ e-mail con il link e le credenziali di accesso per partecipare alla visita in diretta. Alla fine dell’incontro, della durata di circa un’ora, sarà possibile fare domande e approfondire i temi della visita per conoscere ancora meglio uno dei generi pittorici, l’Impressionismo, più amati dal grande pubblico. 


#Domenica 27 dicembre 2020 
«CHE VIAGGIO IL TEATRO!»: BRACHETTI RACCONTA LA MAGIA DEL PALCOSCENICO 
Applausi, luci, quinte, risate, bauli, costumi: in una parola teatro. La magia del palcoscenico va in scena al Sociale di Trento, per iniziativa del Centro servizi culturali Santa Chiara
In scena ci sarà Arturo Brachetti, «l’uomo dai mille volti», l’artista italiano considerato in tutto il mondo «la leggenda del trasformismo».  Con la complicità di Andrew Basso, Luca Bono, Filiberto Selvi e I Lucchettino, l'attore torinese condurrà il pubblico per mano alla scoperta del palcoscenico e dei luoghi dello spettacolo, dal palco d'onore ai sotterranei.
«Che viaggio il teatro!», questo il titolo dello spettacolo, verrà trasmesso in streaming dal 24 al 28 dicembre, con i seguenti orari: il 24 dicembre alle ore 16.30, il 25 dicembre alle ore 16.30 e alle ore 21, il 26 dicembre alle ore 16.30 e alle ore 21, il 27 dicembre alle ore 21, il 28 dicembre alle ore 21.
L’evento sarà disponibile sul sito internet del Centro Santa Chiara (nella sezione Teatro virtuale - Streaming) e sarà possibile accedervi gratuitamente, previa prenotazione obbligatoria da effettuare on-line, all’interno della scheda relativa allo spettacolo. 
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.centrosantachiara.it o chiamare il numero verde 800013952. 


# Lunedì 28 dicembre 2020 
LA RIVISTA DI PALAZZO MADAMA SI SFOGLIA SUL WEB 
Era il 2010 quando Palazzo Madama, realtà afferente alla Fondazione Torino Musei, si dotava di una rivista, pubblicata da Silvana editoriale, con notizie sulla sua attività, dalle ricerche alla conservazione. Ridurre i costi e il consumo di carta, oltre che raggiungere un pubblico più ampio, erano obiettivi su cui si si discuteva già da un po’ all'interno del museo sabaudo. La pandemia da Covid-19 ha accelerato i tempi e ha costretto a rivedere le strategie di comunicazione. In un anno, come il 2020, dove un’enorme mole di materiali è confluita sui canali digitali e sui social, diventati lo strumento principale del nuovo dialogo tra i musei e i loro visitatori, anche la rivista di Palazzo Madama, poco prima di Natale, ha fatto il suo debutto sul Web con il quinto numero.
Da sempre riservata a specialisti e addetti ai lavori, la pubblicazione si apre così al grande pubblico con articoli in formato PDF scaricabili gratuitamente.
Per agevolare la scrittura dei testi, non semplice in un periodo di apertura a singhiozzo di archivi e biblioteche, si è scelta una modalità agile anche nel lavoro editoriale, che è stato scaglionato in previsione di tre uscite programmate da dicembre a marzo
Ora sono leggibili un intervento di Gabriele Rogina sul crocifisso romanico in bronzo del Museo civico d’arte antica, uno studio di Stefania Capraro sulla protezione delle opere d’arte dei musei civici di Torino tra la prima e la seconda guerra mondiale, un articolo di Cristina Maritano intitolato «Sulle tracce di Francesco Durantino a Torino» e una ricerca di Anna La Ferla sugli «Amici del Museo civico», con le loro prove di museo partecipativo nella ricostruzione culturale del secondo Dopoguerra (1947-1958).
Il primo numero on-line della rivista -scaricabile al link www.palazzomadamatorino.it/it/palazzo-madama-studi-e-notizie-0 - presenta, nel suo complesso, contribuiti che spaziano dagli smalti en ronde-bosse alla scultura lignea sudtirolese, dalla maiolica rinascimentale alla pittura napoletana. 
Oltre alle rubriche dedicate ai nuovi allestimenti, ai restauri e alla didattica, due importanti regesti costituiscono un bilancio dell’ultimo decennio di attività espositiva e di acquisizioni: il primo, già disponibile, è dedicato alle mostre realizzate a Palazzo Madama o dallo staff del museo sabaudo in altre sedi; il secondo è sulle acquisizioni del decennio 2011-2020. 
La Fondazione Torino Musei sperimenta così un nuovo modo di raccontare l’arte in tempi di lockdown, ben consapevole - come si legge nell’editoriale - che «affidarsi a Internet è come indossare gli stivali dalle sette leghe». La speranza è di andare molto, molto lontano. 


#Martedì 29 dicembre 2020 
A CASA DI RAFFAELLO 
Il 2020 è stato l'anno di Raffaello Sanzio. Mentre si avvia alla chiusura il cinquecentenario dalla morte del «Divin pittore», anniversario in larga parte funestato dall'epidemia di Covid 19, vale la pena sfruttare le potenzialità del Web e farsi una passeggiata virtuale a Urbino, tra le stanze della casa natale dell’artista (www.casaraffaello.com).
La visita, arricchita di documentazione fotografica e audio, ma anche di approfondimenti scritti, permette di immergersi a 360° nella dimora in cui il grande genio del Rinascimento mosse i suoi primi passi alla scuola del padre, il pittore Giovanni Santi, definito da Giorgio Vasari «di non gran merito, ma di buona intelligenza». In questo luogo, Raffaello ha «imparato -scrisse Carlo Bo, nel 1984- la divina proporzione degli ingegni, soprattutto ha imparato il valore della filosofia, della dignità da dare al suo lavoro di Pittore».
Dopo vari passaggi di proprietà, la casa, costruita nel XV secolo, venne acquisita nel 1873 dall’ Accademia Raffaello che, grazie a una pubblica sottoscrizione e al generoso contributo del nobile londinese John Morris Moore, vi pose la propria sede e ne divenne gelosa custode.
Grazie all’interesse di questa istituzione, la dimora si è arricchita nel tempo di numerose opere d’arte: dipinti, sculture, ceramiche e arredi lignei, in gran parte strettamente connessi alla figura di Raffaello.
Al primo piano si apre un'ampia sala con soffitto a cassettoni, dove è conservata un'«Annunciazione», tela di Giovanni Santi, assieme a copie ottocentesche da Raffaello: la «Madonna della Seggiola» e la «Visione di Ezechiele». Mentre in una piccola stanza attigua, ritenuta la stanza natale del pittore, è collocato l'affresco della «Madonna col Bambino», attribuito dalla critica ora a Giovanni Santi, ora a Raffaello giovane. Di particolare interesse, lungo il percorso espositivo, sono, poi, un disegno assegnato a Bramante (1444 - 1514) e la raccolta di ceramiche rinascimentali della Collezione Volponi. Al piano superiore sono, invece, conservati manoscritti, edizioni rare, monete, ritratti: tipici esempi della cultura ottocentesca con significato rievocativo e celebrativo.
Gli amanti di Raffaello possono completare il proprio approfondimento con la visita a due musei virtuali dedicati all’artista. Si può iniziare il viaggio dalla pinacoteca creata da Musement, piattaforma digitale per la prenotazione di attività turistiche e di biglietti per attrazioni ed eventi, che allinea un centinaio di opere, tra capolavori e gemme poco conosciute al grande pubblico, compresi gli affreschi, dalla «Madonna di casa Santi» alla «Scuola di Atene», nella Stanza della Segnatura in Vaticano. 
Mentre la piattaforma BricksLab, che ospita contenuti editoriali per la didattica, propone Raffaello VR, progetto che focalizza l’attenzione su ventidue opere dell’artista e ne racconta la vita offrendo informazioni, guide e approfondimenti utili. I contenuti, creati da Skylab Studios, prevedono anche una sezione Lis per i non udenti e sfruttano, tra l’altro, la tecnica del morphing: i protagonisti dei quadri diventano cartoni animati che raccontano la loro storia. 
 Questi giorni di festa diventano così l’occasione per scoprire o riscoprire l’arte del «Divin pittore», il «principe delle arti» che ha messo in scena un mondo che sembra non esistere se non in una dimensione platonica, metafisica. 


#Mercoledì 30 dicembre 2020 
«LA PRIMA ONDA», LA PANDEMIA A MILANO DIVENTA UN FILM 
Chi la scorderà mai la primavera del 2020 con le strade della città deserte, le code davanti ai supermercati, il bollettino giornaliero della Protezione civile e la lotta contro un virus, arrivato in sordina dalla Cina e destinato a cambiare per sempre il nostro modo di vivere? Quei giorni incerti e difficili, che ci hanno messo di fronte alla precarietà dei nostri progetti e che ci hanno dato in sorte un domani da disegnare con uno sguardo più solidale e attento all’altro, sono al centro del film «La prima onda – Milano al tempo del Covid 19», disponibile gratuitamente, fino al prossimo 19 gennaio, su Rai Cinema Channel (www.rai.it/raicinema), nella sezione Doc.
Circa un centinaio di artisti e professionisti dell’audiovisivo, tra cui cinquantasette registi e filmmaker, hanno partecipato alla produzione del lungometraggio raccontando quanto stava succedendo nei giorni della massima emergenza, dal 23 febbraio al 10 maggio, in modo artistico e creativo, non giornalistico.
Per settantuno minuti si dipana un racconto a più voci, che non si limita alla mera osservazione dell’emergenza, ma va oltre la superficie delle cose, offrendo delle letture personali di questa nuova realtà che si è chiamati ad affrontare, dando un nuovo significato agli eventi nel loro stesso divenire.
«Un episodio di portata storica e mondiale, ma che è stato vissuto in isolamento, - raccontano da Mir Cinematografica, ente co-produttore del progetto - assume così il carattere di esperienza collettiva grazie al cinema che, pur comprendendo momenti anche tragici, ne restituisce una rappresentazione che sconfigge il senso di solitudine». Siamo tutti sulla stessa barca. Solo insieme -distanti, ma uniti- riusciremo «a riveder le stelle». 


# Giovedì 31 dicembre 2020 
UN VECCHIONE DIGITALE E D’ARTISTA PER BOLOGNA 
È una delle tradizioni più sentite di Bologna. Da quasi un secolo, dal 1922, la città felsinea accoglie il Capodanno con il falò del Vecchione. Quest’anno, a causa delle misure sanitarie per contenere la diffusione del Coronavirus, non sarà possibile riunirsi in piazza Maggiore per vedere bruciare il gigantesco fantoccio di cartapesta, imbottito di petardi, che di anno in anno ha visto all’opera pittori e scultori contemporanei, da Sissi a Emilio Tadini, da Pirro Cuniberti a Sebastian Matta. Nell’annus horribilis del Covid -19 il rito scaramantico cambia pelle, coinvolgendo una delle disegnatrici più note a livello nazionale: Chiara Rapaccini, in arte Rap, autrice – tra l’altro - delle irresistibili tavole degli «Amori sfigati». 
Alle 23.45 di giovedì 31 dicembre collegandosi al sito www.comune.bologna.it sarà possibile scambiarsi un augurio a distanza e vedere un corto d’autore in cui l’artista fiorentina di nascita e romana d’adozione, autrice anche della cartolina d’auguri che verrà distribuita nei prossimi giorni in tutte le buchette postali della città, reinterpreta in chiave digitale il rogo del Vecchione; seguirà la visione di due video inediti prodotti dal teatro Comunale e dalla Cineteca di Bologna.
Al rogo telematico si affiancherà l’iniziativa di crowdfunding «Capodanno del cuore» a favore di Ageop ricerca e Piccoli grandi cuori onlus, due realtà che da decenni si occupano rispettivamente di piccoli pazienti oncologici e cardiopatici congeniti. Fino al prossimo 10 gennaio sarà possibile dare il proprio contributo solidale sul sito www.ideaginger.it.
Chi aiuterà, anche con pochi euro, questi servizi rivolti all’infanzia riceverà in cambio originali ricompense in stile Rap, tutte in edizione limitata ed esclusiva: mascherine, magneti, quaderni, shopper, fino ai bozzetti inediti della campagna Capodanno 2021, prodotti in serie numerata e autografati dall’artista.
Il primo di questi pezzi è già stato assegnato al vincitore della call dedicata ai Vecchioni del passato (www.comune.bologna.it/cultura/il-vecchione-d-artista). Si tratta di Sandro Rimondini, classe 1933, medico del Bellaria e poi del Maggiore, che ha raccolto nell'arco di più di trent’anni immagini e articoli di giornale sul Capodanno bolognese, e che ha vinto con una foto che raffigura il Vecchione del 1996, realizzato dal grande artista belga Jean-Michel Folon


# Venerdì 1° gennaio 2021 
PRATO, UN CAPODANNO TRA NOTE E COLORI AL MUSEO DI PALAZZO PRETORIO 
Si intitola come un lavoro di Alessandro Scarlatti, «Nel mar che bagna a Mergellina il piede», il recital musicale che l’ensemble Cappella neapolitana, diretto dal maestro Antonio Florio, ha ideato per il Capodanno 2021 del Museo di Palazzo Pretorio a Prato. 
In diretta streaming nella mattina di venerdì 1° gennaio, alle ore 11, sul sito e sui canali social dell’istituzione toscana (www.palazzopretorio.prato.it), il concerto offrirà brani inediti di autori del Seicento napoletano attraverso un’accattivante antologia che spazia da pezzi con accenti popolari ad altri di ricercata raffinatezza come la «Sonata K 29» di Domenico Scarlatti o «Lena mo’ sì ca propeto» di Giulio Cesare Rubino.
In scena ci saranno Valeria La Grotta (soprano), Ugo di Giovanni (arciliuto), Chiara Mallozzi (violoncello) e Luigi Trivisano (clavicembalo).
L’appuntamento si pone come analogo sonoro dello stile pittorico ospitato in questi giorni nelle sale di Palazzo Pretorio di Prato per la mostra «Dopo Caravaggio». 
L’esposizione, curata da Rita Iacopino e Nadia Bastogi, si configura come un viaggio che inizia con il naturalismo post caravaggesco, nelle diverse interpretazioni degli artisti napoletani, fino ad arrivare all’espressività pittorica del linguaggio barocco. Battistello Caracciolo, Jusepe de Ribera, il Maestro dell’Annuncio ai Pastori, Bernardo Cavallino, Mattia Preti e Nicola Malinconico segnano le tappe di un’emozionante esperienza visiva ed emotiva.
La mostra è purtroppo chiusa al pubblico per effetto dell’ultimo Dpcm con le misure per contrastare il diffondersi della pandemia da Coronavirus, ma le sue suggestioni rivivono on-line nella piccola rassegna virtuale «Fiori dipinti del Seicento napoletano», che accosta due dipinti di Palazzo Pretorio a quattro tele della Fondazione De Vito raffiguranti nature morte di fiori, esempi di un genere che ebbe nel Seicento e Settecento napoletano uno straordinario sviluppo.
Della Fondazione De Vito, si presentano per la prima volta due esempi significativi di Luca Forte, caposcuola della natura morta napoletana di matrice caravaggesca, e due tele di Giuseppe Recco, esponente di successo di una delle più importanti famiglie di pittori partenopei specialisti del genere, già sensibile agli sviluppi barocchi, che animano le due fastose tele di Gasparo Lopez, artista amato anche dalla committenza medicea, appartenenti alle collezioni di Palazzo Pretorio. On-line, sul sito del museo, è scaricabile anche il catalogo della mostra, pubblicato da Claudio Martini editore, un’occasione in più per conoscere la grande eredità artistica del Seicento napoletano e il ruolo del collezionismo antico e moderno nella composizione delle raccolte museali. # 


# Sabato 2 gennaio 2021 
PINAULT COLLECTION, TRE GIORNI IN COMPAGNIA DI LIBRI BELLI 
La Pinault Collection a Venezia accompagna il pubblico nel nuovo anno con una sorpresa speciale: un inedito #OpenLab digitale dedicato a tutta la community on-line, che va ad aggiungersi ai workshop che, nei mesi passati, hanno avuto per protagonisti l’illustratrice Olimpia Zagnoli, il designer Giulio Iacchetti, il team di studio saòr, la scrittrice Ryoko Sekiguchi e, ancora, l’artista Erik Kessels, l’illustratore Emiliano Ponzi e il fotografo Marco Cappelletti.
Da venerdì 1 a domenica 3 gennaio, sui canali social di Palazzo Grassi e Punta Dogana andrà in scena «A book is a book is a book», un atelier in tre puntate proposto in un formato aperto, che consentirà così al pubblico di scegliere come e quando partecipare e, se lo desidera, di tornare anche più volte sull’attività proposta.
A segnare l’avvio della programmazione per il nuovo anno sarà Libri Belli, progetto Instagram ideato e curato da Livia Satriano che invita il pubblico a riscoprire i libri della tradizione letteraria italiana, attraverso le loro copertine.
L’account @libribelli_books presenta classici in edizioni pregiate, ma anche pubblicazioni che negli anni non hanno incontrato il successo che meritavano e che trovano in questo modo una seconda occasione.
Le tre attività che giornalmente saranno proposte, e che rimarranno sempre consultabili, invitano a una riflessione sul libro come oggetto, sulle sue vite più segrete e «materiche» e sui tanti significati che possiamo attribuire ad esso grazie al nostro sentire e alla nostra immaginazione.
Il pubblico sarà invitato a partecipare alle attività, seguendo semplici indicazioni, volte a stimolare punti di vista inediti. 
I workshop saranno fruibili sugli account Instagram e Facebook e sul sito di Palazzo Grassi – Punta della Dogana con gli hashtag #palazzograssiatyours e #openlab. 


# Domenica 3 gennaio 2021 
QUATTRO MOSTRE IMMERSIVE E VIRTUALI PER PARMA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 
Parma Capitale italiana della cultura 2020+21 non si ferma e, in occasione delle feste, lancia il suo primo calendario di mostre virtuali sul portale parma2020.it e sull’App di Parma 2020+21. I possessori di Parma Card, in vendita fino al prossimo 28 febbraio a un prezzo promozionale di 5,00 euro, potranno muoversi, grazie a una tecnologia immersiva a 360° all’avanguardia, nelle prestigiose sale dei luoghi della cultura parmigiani accompagnati dalla presentazione di guide d’eccezione, come Arturo Carlo Quintavalle, Leonardo Sangiorgi, Stefano Roffi, Vittorio Sgarbi, che racconteranno le storie e i segreti delle opere esposte. 
«Cultura aperta», questo il titolo dell’iniziativa, si è avvalsa della professionalità di Fabbrica Digitale che ha sviluppato per TIM una piattaforma di visitor xperience, dove è possibile trovare mostre immersive e virtual tour in ultra HD alla scoperta delle bellezze di Parma, dalla Pilotta alla Pinacoteca Stuard, dalla casa Natale di Toscanini al teatro Farnese. Sulla piattaforma ci sono anche informazioni sugli eventi e su quanto può interessare a turisti, cittadini e pendolari come l’offerta enogastronomica o commerciale.
Quattro sono le mostre immersive visibili in questi giorni
. Si parte con «Hospitale - Il futuro della memoria», la più grande installazione di Parma 2020, scaturita dall''immaginario di Studio Azzurro e raccontata dalle parole del curatore Leonardo Sangiorgi. Il tour virtuale permette di muoversi all'interno di una vera e propria installazione che racconta, attraverso un percorso animato dalle nuove tecnologie, la storia dell’Hospitale nato dalle acque – i suoi canali, i mulini, le alluvioni – per accogliere i malati, poveri, orfani, famiglie in difficoltà, pellegrini che transitavano per la via Emilia e la via Francigena. 
Stefano Roffi
, critico d'arte e direttore della Fondazione Magnani Rocca, accompagna, invece, i visitatori attraverso la mostra «L’ultimo romantico», omaggio a Luigi Magnani, musicologo-collezionista che amò e promosse con determinazione il dialogo tra pittura, musica e letteratura. 
 La visita immersiva permette di scoprire una ricca esposizione di opere, grazie alla quale si indagano i rapporti più sottili e segreti tra le espressioni artistiche e si riflette sui numerosi possibili interscambi, trasferendo la pittura nel tempo e la musica nello spazio. 
Il tour permette di vedere, nello specifico, più di un centinaio di lavori che raccontano l'amore di Luigi Magnani per la pittura, la musica, la letteratura, attraverso i suoi interessi e le grandi personalità di ogni tempo che frequentò o alle quali si appassionò, da Eugenio Montale a Giorgio Morandi, da Mozart a Beethoven, da Goethe a Proust.
Mentre il racconto dello storico e critico dell'arte Arturo Carlo Quintavalle accompagna i visitatori a toccare quasi con mano le statue dei Mesi e delle Stagioni di Benedetto Antelami, le opere che nell'anno di Parma Capitale hanno lasciato la loro storica collocazione sul loggiato interno del Battistero per mostrarsi ai visitatori, vicine come mai prima.
Vittorio Sgarbi accompagna, infine, il pubblico attraverso le maestose sale sotterranee di Palazzo Tarasconi per indagare la particolare empatia verso il mondo animale che accomuna Antonio Ligabue e Michele Vitaloni.
La tecnologia viene così in nostro aiuto per farci immergere nell’arte in questi lunghi mesi di pandemia, con gli spazi della cultura ancora chiusi al pubblico e il programma di Parma Capitale italiana della cultura in gran parte rovinato, ma sempre ricco di nuovi spunti. 


# Lunedì 4 gennaio 2021 
CHIQUITA, I BOLLINI BLU CELEBRANO L’ARTE 

Dalla «Nascita di Venere» di Sandro Botticelli alla «Dama con l’ermellino» di Leonardo da Vinci, da un autoritratto di Frida Kahlo alle immagini pop di Roy Lichtenstein e Andy Warhol: gli iconici bollini blu di Chiquita incontrano il mondo dell’arte.
A realizzare le simpatiche e originali illustrazioni, che sarà possibile trovare fino a metà gennaio in tutti i supermercati italiani sui caschi di banane del noto brand ortofrutticolo, è la giovane designer ventitreenne Mariangela Rinaldi, che con il suo stile ironico e divertente ha dato nuova vita a dodici tra i più famosi ritratti femminili della storia dell’arte.
L’omaggio artistico di Edgard Degas alla danza è fonte di ispirazione, per esempio, per «L'étoile banana Chiquita». L’intramontabile immagine dell’attrice Marilyn Monroe riprodotto serialmente da Andy Warhol, il papà della Pop art, dà, invece, vita all’illustrazione «Chiquita Monroe». Mentre si cela il genio di Frida Kahlo dietro all’esotico «Autoritratto in buccia di banana Chiquita». Leonardo da Vinci viene, quindi, ricordato con la rilettura di due sue opere famose, da cui nascono la pura e riservata «Dama Banana con l’ermellino» e l’enigmatica «Monna Chiquita». «B-Banana» è, invece, un evidente omaggio allo stile fumettistico di Roy Lichtenstein
Nella galleria artistica di Chiquita, per la quale è stato ideato anche un album scaricabile dal sito internet del brand, si possono ammirare, inoltre, il collo lungo del «Ritratto di una banana Chiquita con cappello», le ombre d’oro e d’argento del «Ritratto di Adele Bloch-Chiquita», l’arrangiamento in grigio e nero dell’opera «La madre di Chiquita», l'iconica «Chiquita Dora Maar», la sensuale «Nascita di Chiquita» e i turbolenti cieli sullo sfondo di «Giovane Chiquita con cappello di paglia», illustrazioni ispirate rispettivamente ad Amedeo Modigliani, Gustav Klimt, James Whistler, Pablo Picasso, Sandro Boticelli e Pierre-Auguste Renoir
«Ogni banana diventa così un modo nuovo e divertente per concedersi un momento di ottimo gusto, con la frutta come con l’arte», spiegano da Chiquita, che per l’occasione ha ideato anche una serie di ricette creative e gustose per portare l’arte in tavola e festeggiare all'insegna della salute e del sapore. 
Per saperne di più è possibile consultare la pagina chiquita.it/banana-capolavoro


# Martedì 5 gennaio 2021 
TUTTI A CASA DI LEOPARDI 
Il calamaio con cui fu scritto «L’Infinito», la culla, l’abito del battesimo, i giochi d’infanzia, i primi autografi puerili: è ricco di curiosità il percorso dei virtual tour che la Casa Leopardi di Recanati ha da poco aperto al grande pubblico, dopo aver dato occasione nelle settimane passate alle scuole di compiere visite didattiche in diretta streaming.
L’iniziativa, realizzata in collaborazione con l’Università di Macerata, prevede una visita nel cuore della biblioteca, tra le migliaia di volumi che Giacomo Leopardi ha approfondito alla ricerca della felicità: dalla poesia al pensiero, dallo studio delle lingue alle «sudate carte», dalla ricerca di un antidoto alla noia al desiderio di gloria. 
È, inoltre, incluso un focus tra le sale del museo, dove è raccolto un notevole patrimonio di oggetti e documenti, che permettono di ripercorrere le tappe fondamentali della vita dello scrittore, proprio negli spazi che hanno visto formarsi e crescere il suo genio. 
La visita guidata in streaming ha un prezzo di 20,00 euro. Per informazioni e prenotazioni è possibile scrivere a biglietteria@giacomoleopardi.it o telefonare ai numeri tel. 071.7573380, cell. 339.2039459.

# Mercoledì 6 gennaio 2021 
«REGALI DA ASCOLTARE», ON-LINE FINO ALL’EPIFANIA I PODCAST NATALIZI DEL PICCOLO TEATRO 
Si intitola «Regali da ascoltare» la serie di podcast, in sei puntate giornaliere, in onda da giovedì 24 a martedì 29 dicembre, sui canali social del Piccolo Teatro di Milano. Ad aprire il cartellone è Sonia Bergamasco con la lettura del libro «Cattedrale» di Raymond Carver, con l’introduzione natalizia di «Un Natale» di Truman Capote. Roberto Latini legge, invece, il «Buon Natale» di Dino Buzzati e subito dopo il brano «Prima notte» da «Le notti bianche» di Fëdor Dostoevskij. Mentre Federica Fracassi accosta «Il dono dei magi» di O.Henry a «Incontro» da «Goethe muore» di Thomas Bernhard.
Il programma prevede anche tre podcast in lingua. Francesco Petruzzelli legge «On Christmas» da «Poetry. A Magazine of Verse» di Marion Strobel e «The Happy Prince» di Oscar Wilde. Mentre Catherine Bertoni si cimenta con «Chanson pour les enfants l’hiver» di Jacques Prévert e «Une passion dans le désert» di Honoré de Balzac. Sebastian Luque Herrera interpreta, infine, «San Gabriel» di Federico García Lorca e «Un señor muy viejo con unas alas enormes» di Gabriel García Márquez
Tutti i podcast rimangono disponibili su Facebook, Instagram e Twitter fino al 6 gennaio. L’Epifania, dunque, è l’ultimo giorno disponibile per scartare questo bel regalo del Piccolo Teatro, che punta sul potere delle parole, offrendo sguardi sulla realtà e mappe per il domani che ci aspetta, in attesa di ritornare - si spera presto - a farci riassaporare lo spettacolo dal vivo.

Buone feste!