ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 19 febbraio 2014

«Un merletto per Venezia», un concorso per raccontare la pace

Inseparabilmente legata al costume e alla storia della laguna veneta e in particolare dell’isola di Burano, l’antica arte del merletto -espressione di una tradizione plurisecolare dall’alta valenza artigianale– è oggi più che mai un’attività che rischia di scomparire.
Risultano, perciò, fondamentali le diverse azioni di tutela, conservazione e valorizzazione nei confronti di questa particolare forma artistica, da tempo intraprese dalle istituzioni museali operanti nel territorio, in sinergia con le appassionate maestre merlettaie presenti nell'isola.
In linea con questa forte volontà di mantenere viva una delle più antiche e importanti realtà della storia del tessuto e del costume veneziano, la Fondazione Musei civici di Venezia promuove il primo concorso nazionale di merletto ad ago e di merletto a fuselli.
La competizione, dedicata al tema della pace, è aperta a opere inedite ed eseguite a mano con fibre come la seta, il cotone o il lino senza peraltro escludere il supporto di altri materiali, esclusi il vetro e il cristallo.
Le adesioni al premio devono pervenire entro il 10 marzo, mentre le opere, complete delle schede di adesione scaricabili al link www.museomerletto.visitmuve.it e di una relazione con le spiegazioni, le motivazioni e l’interpretazione artistica del progetto inviato, devono essere spedite a Burano entro il 10 settembre.
Due le sezioni nelle quali si articola il concorso: merletto ad ago e merletto a fuselli, a loro volta suddivise in due sottosezioni: stile antico, che rispecchia la tradizione per scelta di tecnica, colore e disegno, e stile moderno, che si avvale di filati colorati e l’impiego di materiali vari.
I lavori saranno esaminati da una commissione composta da Gabriella Belli (direttore della Fondazione Musei civici di Venezia), Chiara Squarcina (responsabile del Museo del Merletto) e Doretta Davanzo Poli (rappresentante della Fondazione Andriana Marcello), insieme con sei esperti e specialisti del merletto ad ago e a fuselli.
I criteri utilizzati per la valutazione delle opere riguarderanno: l’originalità del progetto, la difficoltà di realizzazione, la tecnica impiegata, il materiale utilizzato, la precisione nell’esecuzione, l’effetto estetico complessivo, la coerenza con il tema del concorso. Oltre all’opera vincitrice la giuria individuerà, per ogni sottosezione, i lavori più pregevoli (da un minimo di tre a un massimo di cinque); questi manufatti andranno a far parte della collezione permanente del Museo del Merletto di Burano. L’esito della competizione sarà ufficializzato da una conferenza stampa programmata per il 2 dicembre 2014, mentre la mostra conclusiva del progetto si terrà nell’aprile 2015.

Didascalie delle immagini
[Fig.1 ] Particolare di un merletto del XVII sec. - Burano, Museo del Merletto; [fig. 2] Vista della Sala 4 al primo piano del Museo del Merletto di Burano; [fig. 3] Vista della Sala 2 al primo piano del Museo del Merletto di Burano;

Informazioni utili 
«Un merletto per Venezia», primo concorso nazionale di merletto ad ago e di merletto a fuselli. Ente banditore: Musei civici di Venezia. Quota di partecipazione: nessuna. Data ultima di presentazione del progetto: 10 marzo 2014. Informazioni e consegna materiali: Merletto di Burano, piazza Galuppi - Burano (Venezia), tel. 041.730034 (dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 15.00) e-mail museo.merletto@fmcvenezia.it .

martedì 18 febbraio 2014

Roma, torna a splendere il Salottino Don Chisciotte al Quirinale

Torna al suo antico splendore il Salottino Don Chisciotte del Quirinale, gioiello di origine seicentesca restaurato dal Rotary Italia per i centonove anni dalla fondazione del primo club mondiale.
L’intervento conservativo, costato cinquantamila euro, è stato realizzato in stretta sinergia con la Soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etno-antropologico e per il Polo museale della Città di Roma e con il Segretariato generale della Presidenza della Repubblica.
Nato come camera da letto del primo appartamento di Paolo V Borghese, questo ambiente, di dimensioni ridotte, si formò nella fase dei lavori intrapresi, a partire dal 1609, da Flaminio Ponzio per collegare la Palazzina gregoriana con la nuova ala che il papa aveva deciso di edificare «dalla parte del giardino».
Il Salottino Don Chisciotte conserva ancora il soffitto ligneo seicentesco, sul quale sono visibili le decorazioni di Annibale Corradini che, nel 1611, impreziosì il locale con novanta teste di cherubini di cartapesta su fondi azzurri e rossi nei cassettoni, con testine, ornati geometrici e vegetali sulle travi minori, e le aquile e i draghi Borghese, anch’essi in cartapesta dorata, tra nastri ed elementi floreali, sulle travi maggiori. Sulle pareti il pittore dipinse, inoltre, un grazioso fregio ad affresco con stemmi papali, angioletti e animali araldici tra girali dorati.
Solo nel periodo sabaudo, dopo essere stato utilizzato anche come guardaroba, l’ambiente fu adibito a «Gabinetto arazzi», ospitando sulle pareti opere tessili con le «Storie di Don Chisciotte», dalle quali ha assunto il nome odierno.
I quattro panni che si conservano nel locale, insieme a tre quinte decorative, fanno parte della serie tessuta a Napoli tra il 1757 e il 1779 e recano i monogrammi di Ferdinando IV di Borbone. Il primo arazzo, collocato sulla parete a destra del passaggio dalla Sala delle Api, è intitolato «Don Chisciotte scambia il bacile di un barbiere per l’elmo di Mambrino» (1761-1762) e fu eseguito su un cartone, perduto, di Giuseppe Bonito. Sulla parete adiacente è sistemata l'opera «Don Chisciotte fa chiedere a Sancio il permesso di vedere la Duchessa» (1771), tratta da un modello di Antonio Guastaferro. Gli altri arazzi sono, in sequenza, «Don Chisciotte chiede informazioni a un pastore» (1778) e «Don Chisciotte e Sancio trovano una valigia sulla Sierra Morena» (1762), entrambi eseguiti su cartoni di Giovan Battista Rossi e Giuseppe Bonito.
«Sostenere la ristrutturazione di una sala del Palazzo del Quirinale, definito dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano «la casa di tutti gli italiani», significa per i tredici distretti del Rotary contribuire alla riscoperta dell’identità nazionale scegliendo come via preferenziale la cultura e il suo patrimonio artistico», fa sapere Pier Giorgio Poddighe, governatore del Distretto 2080, che territorialmente rappresenta il Lazio con la Città di Roma, e la Sardegna.
Il 23 febbraio, in occasione del Rotary Day, un’importante rappresentanza di rotariani provenienti da tutta Italia visiterà il Palazzo del Quirinale per esprimere la propria sensibilità nei confronti degli interventi di restauro attuati, testimoniando così il valore riconosciuto alla tutela del patrimonio culturale italiano. Il progetto è stato coordinato da Claudia Minicuci, delegato distrettuale per i Beni artistici e culturali del Distretto 2080, che così ha commentato i lavori al Salottino Don Chisciotte: «Con questo restauro il Rotary intende far riscoprire ciò che di più grande abbiamo: l’identità culturale, consentendo al linguaggio artistico di arrivare alle generazioni future nella sua forma migliore. Il linguaggio artistico da sempre è espressione di comunicazione diretta, anche tra popoli di diverse culture, rappresentando uno strumento di pace».

Informazioni utili
Palazzo del Quirinale, piazza del Quirinale - Roma, tel. 06.46991, fax 06.46993125. Sito internet: www.quirinale.it

lunedì 17 febbraio 2014

«...Ragazzo mio, un giorno ti diranno...», Gianni Pettenati canta Luigi Tenco

Da «Mi sono innamorato di te» a «Vedrai vedrai», da «Cara maestra» e «Lontano Lontano»: il mito di Luigi Tenco rivivrà, per una sera, sul palco del teatro Sociale di Busto Arsizio. Giovedì 20 febbraio, alle ore 21, la sala di piazza Plebiscito proseguirà la sua stagione serale, inserita nel cartellone della rassegna cittadina «BA Teatro», con lo spettacolo-concerto «...Ragazzo mio, un giorno ti diranno...».
Sul palco per questo suggestivo omaggio a uno dei più grandi poeti della canzone italiana salirà Gianni Pettanati, autore e interprete della mitica «Bandiera gialla», motivo ancora oggi tra i brani musicali italiani più venduti e graditi dal grande pubblico. Compagni di viaggio dell’artista piacentino quattro ottimi musicisti: il bustocco Cesare Bonfiglio alla chitarra, Massimo Caroldi al flauto, Maurizio Dosi alla fisarmonica ed Elena Zoia quale voce solista.
Di Luigi Tenco si conosce soprattutto la sua fine: è la notte tra il 26 e il 27 gennaio 1967 quando l’artista, non ancora ventinovenne, viene trovato morto nella stanza 219 dell’Hotel «Savoy» di Sanremo. In quei giorni è in pieno svolgimento la diciassettesima edizione del Festival della canzone italiana, alla quale il cantautore piemontese partecipa, in coppia con l’amante Dalida, presentando «Ciao amore ciao». Ad uccidere Luigi Tenco è un colpo di pistola alla tempia destra. Si parla subito di suicidio, anche perché, accanto al cadavere, viene trovato un biglietto con scritto: «Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt'altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda ‘Io tu e le rose’ in finale e ad una commissione che seleziona ‘La rivoluzione’. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno […]». Tutte le circostanze portano, dunque, a pensare che il cantautore si sia tolto la vita preso dallo sconforto per l’eliminazione dalla gara canora, ma diversi misteri aleggiano ancora oggi attorno alla sua morte, dal ritrovamento della porta della stanza aperta all'incertezza sull'ora del decesso.
Si chiude, quindi, in modo tragico e oscuro l’umbratile e controversa parabola di uno dei cantautori più fraintesi ed emblematici degli anni Sessanta, di quel decennio che va dai primi vagiti della contestazione studentesca ai moti di piazza, dalle occupazioni universitarie che annunciarono il Sessantotto al fermento culturale che vide il jazz suonato nelle cantine e il rock’n’roll riempire i cartelloni dei più scombinati festival giovanili.
La morte dell’artista di Cassine e le chiacchiere debordanti ad essa associata hanno finito per oscurarne la storia artistica: Luigi Tenco è la perfetta incarnazione delle contraddizioni più profonde e laceranti di quel periodo storico, ma anche dei suoi fermenti più vivi e fecondi. Nelle sue canzoni il cantautore parla di vita concreta. Ritrae impietosamente la società italiana che lo circonda e il mondo asfittico della nostra canzone popolare, passando da una malinconica, sconsolata rassegnazione a una sferzante, quasi nevrotica ansia di rinnovamento.
Lo spettacolo «...Ragazzo mio, un giorno ti diranno...», ideato da Gianni Pettenati e con gli arrangiamenti musicali di Cesare Bonfiglio, si muove attorno alla figura di Luigi Tenco, forse il più grande interprete della mitica scuola genovese, proponendo le sue creazioni musicali, ma accende i riflettori anche su altri grandi interpreti come Gino Paoli, Bruno Lauzi, Umberto Bindi, Sergio Endrigo e Paolo Conte. Ai brani musicali si alterneranno monologhi, scritti dallo stesso interprete piacentino, tesi a raccontare la parabola di un genio inascoltato e purtroppo, in parte, dimenticato della nostra musica.
«L’idea di questo concerto –ha spiegato Cesare Bonfiglio in conferenza stampa- risale a più di due anni fa, quando avevo arrangiato con Gianni Pettenati il suo spettacolo live sugli anni Sessanta, con canzoni come ‘Bandiera gialla’, ‘La rivoluzione’ e ‘Caldo caldo’. Il tributo a Luigi nasce da una richiesta della nipote dell’artista piemontese, Serenella Tenco. Abbiamo studiato una situazione molto acustica, adatta soprattutto per il teatro, nella quale Gianni è voce leggente e cantante. Lo spettacolo fluisce con una naturalezza simile a quella della scrittura di getto».
All'incontro di presentazione del concerto, tenutosi al ridotto «Luigi Pirandello» nella mattinata di venerdì 14 febbraio, ha preso parte anche Renzo Zannardi, uno dei soci storici del «Club Tenco» di Venezia, fondato da Ornella Benedetti pochi mesi dopo la morte dell’artista.
«Sono un grande ammiratore di Tenco. La sua musica ha portato una ventata di aria nuova. Luigi fu l’inventore del teatro-canzone, genere che è diventato, poi, famoso con Giorgio Gaber. Fu il primo cantante beat italiano. Voleva essere popolare e, suo malgrado, è diventato un cantante di nicchia. Aveva una grande capacità di analisi sociale e sognava un mondo migliore. Come il vino buono, la sua musica viene fuori a distanza», ha dichiarato Renzo Zannardi.
Un appuntamento, dunque, da non perdere quello del teatro Sociale di Busto Arsizio per scoprire o riscoprire uno dei grandi interpreti della musica italiana e della scuola genovese, un poeta delle sette note, che compì -scrisse Enrico De Angelis nel libro «Io sono uno»- «il piccolo miracolo di fotografare la realtà delle cose e delle emozioni stampandola poi su carta indelebile, ritagliata col gusto dell'artigiano nelle dimensioni ridotte di una semplice canzone».

Informazioni utili 
«Gianni Pettenati canta Luigi Tenco: 'Ragazzo mio, un giorno ti diranno'». Teatro Sociale, piazza Plebiscito, 8 - Busto Arsizio (Varese). Giovedì 20 febbraio 2014, ore 21. Ingresso: intero  € 16,00, ridotto € 12,00, riservato a giovani fino ai 21 anni, ultra 65enni, militari, Cral, biblioteche, dopolavoro e associazioni con minimo dieci persone. Apertura botteghino: mercoledì e venerdì, dalle 16.00 alle 18.00, e il sabato, dalle 10.00 alle 12.00. Informazioni: tel. 0331.679000 o info@teatrosociale.it. Sito internet: www.teatrosociale.it


venerdì 14 febbraio 2014

Dalla Festa della Riva dei musei all’omaggio artistico a Dante: un anno di grandi eventi a Francoforte

Grandi mostre, feste tradizionali e manifestazioni sportive: è ricco e variegato il programma di eventi che animerà il 2014 di Francoforte. Ad inaugurare la stagione turistica sarà un omaggio alla «Divina Commedia» di Dante Alighieri: in primavera il Museum für Moderne Kunst ospiterà la mostra «Paradiso, Inferno, Purgatorio», con dipinti, fotografie, sculture e istallazioni video di sessanta artisti contemporanei provenienti da ventidue Paesi africani. Seguirà, quindi, la settima edizione della «Luminale», la Biennale della cultura della luce. Per quattro giorno, dal 30 marzo al 4 aprile, case, palazzi, chiese, monumenti, strade, ponti, piazze, ma anche gli angoli più remoti dell’affascinante località sul Meno ospiteranno istallazioni luminose e parteciperanno a uno spettacolo straordinario dedicato al tema della luce e ai suoi innumerevoli utilizzi.
Altra manifestazione immancabile nel calendario di Francoforte è la Festa delle rose e delle luci, che aprirà la stagione estiva del giardino botanico Palmengarten Frankfurt, meraviglioso roseto cittadino con oltre 12mila esemplari. L’iniziativa, in programma da giovedì 6 a domenica 9 giugno, arriverà al suo apice nella giornata di sabato 7 con installazioni luminose composte da migliaia di piccole candele e uno spettacolo di fuochi d'artificio; a completare il programma si segnalano visite guidate, incontri, iniziative per i più piccoli e concerti.
Sempre sabato 7 giugno Francoforte vivrà la sua Notte dei musei: oltre quaranta spazi espositivi cittadini faranno le ore piccole e inviteranno a una visita unica nel suo genere, offrendo anche letture, workshop, concerti, performance teatrali e danza.
Una giornata di intense emozioni, dunque, quella del primo sabato di giugno per Francoforte, ma l’evento clou del 2014 sarà senz’altro la Festa della riva dei musei, uno dei festival artistico-culturali più grandi d’Europa, in calendario dal 29 al 31 agosto, che prevede la tradizionale combinazione di arte, cultura, musica e specialità gastronomiche che attira, ogni anno, sulle rive del Meno fino a tre milioni di visitatori.
La città tedesca sa, poi, conquistare i turisti anche con la sua gastronomia, con i suoi ristoranti stellati e con le sue specialità locali, prima fra tutte il vino di mele (Apfelwein), una vera e propria istituzione in città e regione, tanto da essersi meritato un festival. Dall’8 al 17 agosto nel centro storico si festeggerà la bevanda nazionale per eccellenza con un ricco programma di intrattenimento; il vino si potrà gustare sia nei tradizionali bicchieri «Gerippte» che miscelato con altre bevande e presentato come originale cocktail.
Non mancano, poi, eventi per gli appassionati di sport come l'IronMan European Championship: un tratto a nuoto, un centinaio di chilometri in bicicletta e, infine, una maratona con finish spettacolare davanti al Römer, il municipio della città, sono gli ingredienti di questa grande sfida sportiva in programma il prossimo 6 luglio. Mentre il 26 ottobre si terrà la più antica maratona metropolitana della Germania, la BMW Frankfurt Marathon, con quarantadue chilometri lungo le attrazioni turistiche di Francoforte, con un ricco programma musicale di contorno e numerose feste all'aperto.
L'anno si concluderà in bellezza con il tradizionale mercatino di Natale di Francoforte, che avvolgerà i visitatori in una particolare atmosfera dell’Avvento. Il mercatino, che si annovera tra i più antichi della Germania, si svolgerà nel centro storico dal 26 novembre al 22 dicembre tra casette addobbate, dove acquistare regali e gustare specialità gastronomiche.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Un momento della «Luminale», la Biennale della cultura della luce; [fig. 2] Un momento della Festa della riva dei musei; [fig. 3] Uno scatto dal Festival del vino di mele 

Informazioni utili 
Ufficio turistico di Francoforte, tel. +49(0)69.21238800 o info@infofrankfurt.de. Sito internet: www.frankfurt-tourismus.de.

giovedì 13 febbraio 2014

A Venezia un convegno sull’architetto e designer Tomaso Buzzi

Si apre con un convegno internazionale di studi dedicato alla figura del grande architetto e designer Tomaso Buzzi (Sondrio, 1900 - Rapallo, 1981) il 2014 del Centro studi del vetro, nuova realtà della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, nata nel 2012 all’interno dell’Istituto di storia dell’arte, ente che proprio quest'anno taglia il traguardo dei sessant’anni anni di attività.
L'incontro, in programma per la giornata di venerdì 21 febbraio, richiamerà sull’isola di San Giorgio Maggiore studiosi ed esperti per approfondire la complessa e articolata personalità di questo protagonista dell’architettura moderna, a cui «Le Stanze del vetro» dedicheranno la loro mostra autunnale: «Tomaso Buzzi alla Venini» (13 settembre 2014 – 11 gennaio 2015), a cura di Marino Barovier, che analizzerà l’attività del designer lombardo per la celebre vetreria muranese, con la quale collaborò tra il 1932 e il 1933.
Insieme a Gio Ponti, di cui fu amico e collaboratore, Tomaso Buzzi è stato uno dei più importanti creatori del gusto italiano degli anni ’30 e ‘40 del secolo scorso, dando inizio a un vero e proprio standard imitato da molti negli anni seguenti. Architetto, designer, arredatore d’interni, ma anche collaboratore della rivista «Domus», l’artista lavorò per le figure più importanti della grande aristocrazia del nostro Paese: Volpi, Cini, Visconti, solo per citarne alcuni. Suoi sono, ad esempio, gli interventi a villa Necchi Campiglio a Milano, alla palladiana villa Maser a Treviso, e a Venezia, nelle sale di palazzo Papadopoli, di palazzo Labia e di palazzo Cini a San Vio, dove eseguì due piccoli ma significativi interventi tra il ‘56 e il ‘58: la creazione della graziosa stanza ovale in stile rococò e l’aggiunta della scala a chiocciola.
La sessione mattutina del convegno, presieduta da Valerio Terraroli, inizierà con la relazione di Marco Solari, nipote dell’artista, che traccerà il percorso onirico fatto di musica e colori che portò Tomaso Buzzi ad acquistare nel 1956 e poi a modificare, come una sorta di città ideale, «la Scarzuola», un convento con annessa chiesa del Duecento a Montegabbione, in provincia di Terni.
Toccherà, quindi, a Lucia Borromeo del Fai – Fondo per l’ambiente italiano spiegare gli interventi condotti dall’architetto a villa Necchi Campigli nel 1938, solo tre anni dopo la progettazione della dimora a firma di Piero Portaluppi; mentre Roberto Dulio e Cecilia Rostagni ricorderanno il gusto di Buzzi e Ponti nella celebre rivista «Domus». Elena Pontiggia approfondirà, poi, la Milano delle grandi mostre degli anni Trenta alle quali l’artista fu presente. Alberto Anselmi focalizzerà, invece, la sua indagine sulla città di Roma ed Elena Portinari, concludendo la mattinata, porrà l’attenzione su Buzzi e Venezia.
Il pomeriggio, presieduto da Elena Pontiggia, si aprirà con un altro intervento a due voci: Irene de Guttry e Maria Paola Maino indagheranno l’attività di arredatore e il mondo della ceramica del designer lombardo. Silvia Chiesa porterà, invece, nel dibattito scientifico nuovi elementi legati al prezioso archivio del grande architetto, mentre Giovanna D’Amia ragionerà sulla Valtellina, terra natale dell’artista. Paola Tognon si soffermerà, quindi, sull’«Ideario» di Buzzi, tra vetro e pietra, ceramica e legno, antico e moderno. Alberto Giorgio Cassani approfondirà, poi, la vocazione teatrale dell’architetto. Chiuderà la giornata di studi l’intervento di Valerio Terraroli relativo al delicato rapporto tra Buzzi e Ponti che, in un primo momento amichevole e proficuo, giungerà, in seguito, a una rottura insanabile.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Ritratto di Tomaso Buzzi; [fig. 2] Coppa delle mani, paste vitree policrome e foglia d'oro. Disegno Buzzi per Venini (1932-1934) 

Informazioni utili 
 «Tomaso Buzzi, protagonista di un gusto italiano moderno». Convegno di studi. Isola di San Giorgio, Fondazione Giorgio Cini - Venezia. Quando: 21 febbraio 2014, dalle ore 9.30 alle ore 19.00. Per informazioni: Centro studi del vetro, tel. 041.2710306 o centrostudivetro@cini.it. Sito internet: www.cini.it.