La rassegna, a cura di Danièle Sulewic e di Gianni Masella, si configura con itinerario fantastico e surreale tra personaggi e materiali che hanno fatto la storia del Teatro della Tosse di Genova, realtà fondata nel 1975 da personalità del calibro di Tonino Conte, Emanuele Luzzati, Aldo Trionfo, Rita Cirio, Giannino Galloni e Pietro Favari.
Collage, parole, costumi, arazzi istoriati, oggetti, manichini e foto di scena si rincorrono lungo le pareti e nelle sale per raccontare l’avventura quasi quarantennale di un piccolo e raffinato teatro ligure (la prima sede della compagnia fu una sala di appena cento posti in una stradina genovese detta Salita della Tosse) che, a cominciare dall’allestimento dello spettacolo «Ubu Re» di Alfred Jarry, è stato considerato come una vera e propria «macchina del fantastico» e che ha innovato la scena italiana scommettendo sulla possibilità di coniugare divertimento e approfondimento culturale.
In compagnia di Tonino Conte, regista, scrittore e fondatore del Teatro della Tosse, e di Danièle Sulewic, scenografa, costumista e ceramista, la mostra romana apre il sipario su creazioni fantastiche, ironiche e colorate per spettacoli come «Gargantua» di François Rabelais, l’«Ubu» di Alfred Jarry e l’«Inferno» di Dante Alighieri, ma anche per omaggi ad Aristofane o Shakespeare. Ed è proprio una frase di François Rabelais, uno dei numi tutelari della prima attività del Teatro della Tosse, a tessere il filo rosso della rassegna a Villa Doria Pamphilj (una rassegna, questa, adatta anche ad un pubblico di bambini per quella sua alchemica capacità di stimolare la fantasia e di condurci in un mondo dove tutti appare più magico della realtà). «Meglio è di risa che di pianti scrivere, ché rider soprattutto è cosa umana» è, infatti, la frase scritta a caratteri cubitali sulle pareti del museo, dove il pubblico può sedersi sul prato usato dagli attori di «Gargantua», giocare con uccelli vagamente aristofaneschi o osservare da vicino il cimitero di forme umane rapprese nella sabbia e nella cenere, ideato da Danièle Sulewic per lo spettacolo «Inferno», realizzato dalla Tosse nel 2002.
«Viaggio teatrale tra gioco e ricordo», che sabato 13 aprile prevede anche un convegno promosso con la collaborazione della Accademia nazionale d’arte drammatica «Silvio D’Amico», offre poi l’occasione per farsi avvolgere dalle atmosfere squillanti di Lele Luzzati, del quale vengono presentati alcuni manifesti teatrali, o di vedere una serie di opere di Tonino Conte dedicate al viso della Madonna. Modi differenti, questi, di raccontare l'avventura di un teatro che ha fatto storia e del quale Ugo Volli ha scritto: «Se nel nostro mondo teatrale, così pieno di premi, di concorsi, riconoscimenti, bigllietti aerei e altre futili solennità si assegnasse finalmente un premio al divertimento teatrale, al puro divertimento di fare teatro, cioè al teatro come diversione, deviazione, stravanganza, gioco rispetto al quotidiano... Se un premio così davvero patafisico ci fosse, saprei benissimo a chi assegnarlo: al Teatro della Tosse».
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Lele Luzzati, Manifesto per «Gargantua»; [fig. 2] Danièle Sulewic, «Bon-voyage»; [fig. 3] Danièle Sulewic, «Cabaret»
Informazioni utili
«Viaggio teatrale tra gioco e ricordo». Casa dei Teatri - Villa Doria Pamphilj - Villino Corsini, Largo 3 giugno 1849 (angolo Via S. Pancrazio - ingresso Arco dei Quattro Venti) - Roma. Orari: martedì-domenica, ore 10.00-19.00; chiuso il lunedì. Ingresso libero e gratuito. Infoline: tel. 06.0608/06.45460693. Sito web: www.casadeiteatri.culturaroma.it. Fino a domenica 21 aprile 2013.