ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 21 febbraio 2008

«La vedova allegra», languide atmosfere fin de siécle a Busto Arsizio

L’atmosfera elegante e gaudente della Belle Epoque. Le sontuose feste della Parigi di fine Ottocento. Le donne ammiccanti e maliziose, eteree e aristocratiche, che facevano capolino dai quadri impressionisti. La gioia di vivere, gli astuti intrecci amorosi e l’arguta ironia di un periodo storico destinato a scomparire con lo scoppio della prima guerra mondiale. E, poi, il ritmo sfrenato del can can, la leggiadria del valzer e la bellezza di brani d'assieme come Donne Donne, eterni dei. Il tutto avvolto in un velo di fantasia che conduce all'inevitabile lieto fine. Questi i connotati de La vedova allegra (titolo originale Die Lustige Witwe), lavoro teatrale in tre atti che Victor Léon e Leo Stein, con il compositore Franz Lehàr, trassero dalla commedia L'attaché d'ambassade di Henri Meilhac. A portare sul palco del teatro Sociale di Busto Arisizio la storia d’amore e di seduzione della conturbante Hanna Glavari -una storia da molti considerata la «regina delle opererette» per la sua immutata capacità di affascinare il pubblico- saranno gli attori e i cantanti della compagnia La Bella Epoque, con l’orchestra diretta dal maestro Giorgio Tazzari e il corpo di ballo Les Gigolettes: un cast di tutto rispetto che annovera tra i suoi elementi il grande talento e la bellissima voce dell’elegante soprano Dianora Marangoni, la bravura del tenore Franco Fornarelli, la vivacità del «caratterista» Vittorio Regina e della soubrette Annamaria Orsi. L'appuntamento, organizzato nell’ambito di BA Teatro–Stagione cittadina 2007/2008, è in programma per le 21.00 di giovedì 28 febbraio, quando la sala di piazza Plebiscito si trasformerà, magicamente, nella Parigi di fine Ottocento, e più precisamente nell'ambasciata dell'immaginaria nazione di Pontevedro. E’ qui che Hanna Glavari, giovane e conturbante vedova di un ricchissimo banchiere di corte, deve incontrare il barone Zeta, cui è stata dato l'incarico di trovarle un nuovo marito pontevedrino. Il motivo di questo appuntamento è semplice: se la signora Glavari passasse a seconde nozze con un francese, il suo capitale lascerebbe la banca nazionale pontevedrina e per il piccolo Paese sarebbe la rovina economica. La dote deve rimanere, a tutti i costi, in patria. Njegus, cancelliere dell’ambasciata, è un po’ troppo pasticcione per riuscire in una simile impresa. Ma il conte Danilo Danilowitsc sembra perfetto per lo scopo. Il barone Zeta tenta di convincerlo ad accettare il compito, ma il giovane non vuole ascoltare ragioni: in passato ha avuto una storia d'amore, finita male, con Hanna. Da parte sua la vedova, non ha mai smesso di amare Danilo, e fa di tutto per farlo ingelosire. Nel frattempo, si snoda un’altra storia d’amore che vede protagonisti Valencienne, giovane moglie di Zeta, e il diplomatico francese Camillo de Rossillon. I due si danno convegno in un chiosco. Li sta per sorprendere il barone Zeta, quando Njegus riesce a fare uscire per tempo Valencienne e a sostituirla con Hanna. La donna dichiara agli invitati di voler sposare lo straniero che le è accanto: Camillo de Rossillon, appunto. E' il parapiglia. Danilo furioso abbandona la festa. Tutto ormai sembra compromesso ma Njegus, vero deus ex-machina, riesce a sciogliere gli equivoci e a far confessare ad Hanna la sua passione per il conte. D’ora in poi la signora Glavari non sarà più «la vedova allegra», ma la felice consorte di Danilo Danilowitch e il Pontevedro è salvo. Con questa operetta, che debuttò il 30 dicembre 1905 nell’austriaco Theater an der Wien (lo spazio che tenne a battesimo anche la Sinfonia eroica e il Flauto magico), Franz Lehár trovò definitivamente il suo stile. Novità assoluta della partitura è il carattere apertamente erotico della trama e la sensualità e passionalità della musica, che raggiunge il suo apice con il celebre valzer Tace il labbro o nella Canzone di Vilja, anche se -ad onor del vero- tutti i valzer e galop, czardas e polke che fanno da “colonna sonora” alla storia de La vedova allegra hanno qualcosa di indimenticabile, capace ancora oggi di divertire e far sognare.

 
Didascalie delle immagini
(fig. 1 e fig. 2) Dianora Marangoni in una scena dello spettacolo La vedova allegra
[Le foto sono state fornite dalla compagnia d'operette La Belle Epoque]

Informazioni utili
La vedova allegra. Teatro Sociale, piazza Plebiscito, 1 - Busto Arsizio (Varese). Data: giovedì 28 febbraio, ore 21.00. Ingresso: poltronissima € 28.00, poltrona € 24.00, galleria € 22, ridotto € 20.00 (giovani fino a 26 anni, militari, over 65, Cral, scuole, biblioteche, associazioni). Informazioni e prenotazioni: tel. 0331 679000 (il botteghino è aperto dal lunedì al venerdì, dalle 15.00 alle 18.00, e il sabato, dalle 9.00 alle 12.00, a partire da giovedì 21 febbraio 2008). Sito web: www.teatrosociale.it.

mercoledì 20 febbraio 2008

«The Callas Bag by l’Alì», omaggio fashion alla «Divina» della lirica

Teatro, musica, danza, momenti di riflessione, cene, atélier di trucco, ma soprattutto moda: è ricco il cartellone degli appuntamenti che compongono il progetto Maria Callas Milano, ideato da Elisabetta invernici per edizioni Evi. Fino al settembre 2008, una serie di incontri ricorderanno la celebre soprano greca, considerata la più amata cantante lirica del XX secolo, a trent’anni dalla sua scomparsa e a sessant’anni dal suo arrivo in Italia.
Dopo la presentazione della collezione Diva 2007 di Katia Gagliardini (settembre 2007), con abiti ispirati a personaggi interpretati dalla più grande star della lirica novecentesca come Norma e Madame Butterfly, e la rassegna Divina Maria Callas tra moda e mito (dicembre 2007-gennaio 2008) -che ha visto sfilare al Museo di storia contemporanea di Milano una ventina di abiti firmati da grandi della moda come Laura Biagiotti, Mariella Buriani, Roberto Cavalli, Enrico Coveri e Valentino - arriva all’ombra della Madonnina un altro evento dedicato al fashion e alla soprano greca: The Callas Bag, appuntamento incentrato su uno degli accessori più amati dalla cantante, le borsette, interpretate da Alessia Rubagotti, in arte L’alì.
La giovane stilista ha unito la potenza di un mito alla sua brillante creatività per una collezione di tre pezzi unici proposti in esclusiva presso lo spazio heARTspace di Milano (via dell’Orso 12), proprio nei giorni della Milano fashion week. L’appuntamento, in programma dalle 17 alle 19 di oggi, mercoledì 20 febbraio 2008, sarà accompagnato dalle musiche della pianista Isabella Carcione.
I pezzi esposti, unici ed inimitabili come Maria Callas, saranno ispirati alla moda anni Quaranta; avranno forme geometriche e contenute come amava indossare l’artista; e saranno in pura pelle nappa e naplak nero, per omaggiare la drammaticità di quella che è passata alla storia come la «Divina».
«La passione, la classe e il fascino di donna. La libertà dei viaggi reali e interiori, l’amore per un lavoro che è la propria vita, l’ispirazione di fronte alla bellezza senza tempo»: i temi che hanno ispirato L’alì per la realizzazione di queste opere, che attraverso forme, colori e tessuti danno voce a una leggenda del ‘900. Una leggenda che – disse Franco Corelli - «era nata per cantare e per stare sulla scena. La musica e la sua voce entravano dentro il cuore, lei produceva melodia».

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Ritratto di Maria Callas (fig. 2 e fig. 3) Borse di Alessia Rubagotti, in arte L’alì, dedicate a Maria Callas
[Le foto sono state gentilmente fornite da Studio De Angelis, ufficio stampa di Maria Callas Milano]

Informazioni utili
The Callas bag
. HeARTspace, via dell’Orso 12 – Milano. Data: mercoledì 20 febbraio 2008, dalle 17.00 alle 19.00. Informazioni: tel. 02.67070280 o mariacallasmilano@gmail.com.

Curiosando nel Web

Il sito di Maria Callas Milano
Una recensione della mostra Divina Maria Callas tra moda e mito

martedì 19 febbraio 2008

«Due partite», ovvero le donne secondo Cristina Comencini

Filo di perle al collo, tacco basso, golfino di cachemire e aria composta da mogli e madri borghesi. Quattro signore anni Sessanta e una partita di canasta che diventa espediente per raccontare il «come eravamo». Abiti scuri, volti sicuri da donne in carriera e vite sentimentali senza certezze. Quattro amiche e un funerale che si fa pretesto per raccontare il «come siamo». Chiara Noschese, Sara Bertelà, Stefania Felicioli e Susanna Marcomeni, sotto la regia di Cristina Comencini, raccontano i mille volti dell'universo femminile in Due partite, commedia-rivelazione della scorsa stagione italiana, vincitrice del Premio Gassman quale miglior spettacolo e miglior testo, che va in scena martedì 26 e mercoledì 27 febbraio (ore 20.30) al teatro Cittadella di Lugano, nel Canton Ticino, in Svizzera.
Dopo i successi cinematografici di film come Va’ dove ti porta il cuore e il recente Bianco e nero con Fabio Volo e Ambra Angiolini, Cristina Comencini si confronta, dunque, con il palcoscenico e porta in scena una divertente commedia in due atti, che vuole rappresentare due epoche, due modelli di vita, due modi di essere donne e di vivere il rapporto con l’altro, lui, l’uomo.
Due partite si apre raccontando l’universo femminile negli anni Sessanta: ogni giovedì, quattro donne, una delle quali aspetta un bambino, si riuniscono per giocare a carte. Nessuna di loro lavora, tutte fanno le madri e le mogli. Le loro storie si intrecciano tra comicità ed emozioni, il tutto scandito dai primi dolori della partoriente. Il tema centrale è, infatti, quello della maternità, dei vari modi d'intenderla.
Il secondo atto si svolge, invece, ai giorni nostri. Ancora quattro donne le protagoniste. Si incontrano in un'altra casa. Si sono riunite dopo il funerale di una delle loro madri che si è suicidata. Si capisce, quasi subito, che queste giovani sono le figlie delle protagoniste del precedente tempo. A poco a poco sarà possibile collegarle alle rispettive madri, magari per analogia, più spesso per contrasto.
Le Due partite sono, perciò, quelle che ognuno di noi si trova a giocare nel trascorrere del tempo, nella trasformazione dei costumi e dei valori, nel confronto tra le generazioni: la commedia propone uno sguardo arguto su storie che potrebbero essere benissimo le nostre, dando origine a uno spettacolo gustosamente divertente ma anche molto coinvolgente.
Dopo Lugano, Due partite sarà allestito a Gallarate (28-29/2, teatro delle Arti), Garbagnate (1/3, teatro Italia), Casal Grande (2/3, teatro Fabrizio de Andrè) e Bassano (3-4/3, teatro Astra).

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Una scena dello spettacolo Due partite di Cristina Comencini; (fig. 2) Ritratto di Sara Bertelà
[Le foto sono state gentilmente fornite da Sabine Bardelle, ufficio informazione e comunicazione della Città di Lugano]

Informazioni utili

Due partite. Teatro Cittadella, corso Elvezia, 35 - Lugano (Svizzera). Date: 26 e 27 febbraio 2008, ore 20.30. Ingresso: CHF 40,00/16,00. Informazioni: tel. +41(0)58.8667280. Sito web:
www.luganoinscena.ch e www.ticketcorner.com.

Curiosando nel Web

Il sito di Cristina Comencini