ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 22 febbraio 2008

«Grease»: rock’n roll, amore e brillantina sul palco

Giubbotti di pelle con il bavero alzato, vaporose gonne a ruota, l’immancabile ciuffo alla Elvis, tanta brillantina tra i capelli e musiche dal ritmo contagioso come Summer nights e You are the one I want: è un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo -tra i colori vivaci e le atmosfere esplosive dell’America anni Cinquanta- quello che propone il teatro Condominio Vittorio Gassman di Gallarate, nell’Alto Milanese, dove alle 21 di martedì 26 e mercoledì 27 febbraio va in scena Grease, nella produzione della Compagnia della Rancia.
A far rivivere sul palco la storia d’amore tra Danny e Sandy, i sogni dei T-Birds e delle Pink Ladies, il clima di energia pura e divertimento che fece sognare tanti giovani all’uscita dell’omonima pellicola cinematografica con John Travolta e Olivia Newton-John, nell’ormai lontano 1978, sarà un gruppo di giovani e scatenati interpreti, tutti ventenni o poco più, capeggiati da Filippo Strocchi e Serena Carradori.
Under 30 anche la regia, che porta la firma di Federico Bellone, «ventisei anni sulla carta d’identità e una passione per il musical da sempre», che lo ha portato a collaborare con Saverio Marconi in numerosi spettacoli, ultimo dei quali il nuovissimo High School Musical (che debutta il prossimo mercoledì 19 marzo all’Allianz di Milano), e che lo ha visto vincere il prestigioso premio Ernesto Calindri con La notte di San Valentino (2002).
La sua rivisitazione di quello che è stato ribattezzato il «musical dei record» (oltre mille repliche e 1.300.000 spettatori in tutta Italia, a dieci anni dal debutto) si rifà, inevitabilmente, al precedente adattamento di Saverio Marconi, quello che esordì nel marzo 1997 con Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia e che, da allora, ha visto alternarsi sul palco più di una novantina di artisti. Le musiche, nella traduzione italiana di Michele Renzullo, e alcune coreografie, firmate da Franco Miseria, sono, infatti, pressoché identiche; ma la “confezione teatrale” è completamente rinnovata, con scenografie sgargianti di grande impatto visivo e maxi-collage di pubblicità anni Cinquanta che mettono in primo piano drive-in e moto cromate, hot-dogs e hawaiane col gonnellino, macchine lucide dai cofani bombati e profili da star.
Bando, dunque, alla nostalgia, perché dopo quattro anni di assenza dalle scene il «primo long running show della storia dello spettacolo italiano» è tornato più giovane e frizzante che mai, per far rivivere ancora una volta la magia della liason tra Danny e Sandy nelle aule della mitica Rydell High School, scossa dalle potenti vibrazioni del rock’n’roll e colorata dai battibecchi tra le dolci Pink Ladies e i tenebrosi T-Birds. Una liason che non ha mai smesso di far sognare dal suo debutto sui palcoscenici americani nel lontano 1971, quando Jim Jacobs e Warren Casey decisero di realizzare un musical per sola chitarra, che ricreasse le atmosfere degli anni Cinquanta, in un teatro sperimentale di Chicago.
Fu un successo e, nel giro di pochi anni, lo spettacolo divenne il banco di prova per la consacrazione di intere generazioni di attori, da Richard Gere a John Travolta, interprete teatrale di un ruolo minore, prima di diventare il protagonista della famosa versione cinematografica del 1978, diretta da Randal Kleiser. Una versione cinematografica che si aggiudicò anche una nomination all’Oscar per la miglior canzone originale, nel 1979, con Hopelessly devoted to you.
Stessa felice sorta ha avuto il musical in Italia: da dieci anni a questa parte, alla chiusura del sipario, il pubblico chiede a gran voce il bis per prolungare l’emozione di una favola rock destinata a durare ancora tanti lustri, per rivivere ancora per qualche minuto il clima di festa che ogni sera il cast di Grease ricrea nei teatri italiani. Un clima che ricorda lo stesso Federico Bellone, nella sua nota di regia: «Vidi per la prima volta Grease, l’edizione con Lorella Cuccarini, un sabato pomeriggio. Quel mese comprai il biglietto altre otto volte. Lo show? Era una bomba a orologeria che si innescava con precisione ogni volta per esplodere con tale energia da mandare il pubblico in visibilio».
Dopo Gallarate, dove le due repliche in programma registrano già il sold out, Grease sarà a al teatro Nuovo di Arcore (29 febbraio), al Cagnoni di Vigevano (1° e 2 marzo), all'Alfieri di Torino (dal 4 al 9 marzo), al Civico di Bra (10 e 11 marzo), al Pala De Andrè di Ravenna (13 marzo), al PalaBam di Mantova (14 marzo), al teatro di Varese (15 e 16 marzo), al Politeama Rossetti di Trieste (dal 18 al 20 marzo). E, ancora, al Palasport Taliercio di Mestre (21 marzo), al teatro Verdi di Montecatini (22 marzo), al PalaBrescia di Brescia (26 e 27 marzo), al Verdi di Pordenone (dal 28 al 30 marzo), al teatro Carani di Sassuolo (1° aprile), al Diego Fabbri di Forlì (dal 2 al 6 aprile), per volare, infine, in Sicilia, dove farà tappa a Palermo (dal 9 al 13 aprile), Marsala (14 aprile), Caltanisetta (15 aprile) e Catania (16 aprile).

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Una scena di Grease. Regia di Federico Bellone. Foto di Antonio Agostini; (fig. 2, fig. 3 e fig. 4) Filippo Strocchi e Serena Carradori in una scena di Grease. Regia di Federico Bellone. Foto di Giovanna Marino.

Informazioni utili
Grease. Teatro Condominio, via Sironi, 5 - Gallarate (Varese). Date: martedì 26 e mercoledì 27 febbraio 2008, ore 21.00. Ingresso: poltronissima € 35.00 (over 60 e under 25 € 32.00; soci € 30.00); poltrona € 30.00 (over 60 e under 25: € 27.00; soci: € 25.00), galleria € 25.00 (ridotto € 23.00). Informazioni: tel. 0331.784140. Sito web:
www.fondazioneculturalegallarate.it.

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Il sito ufficiale di Grease

giovedì 21 febbraio 2008

«La vedova allegra», languide atmosfere fin de siécle a Busto Arsizio

L’atmosfera elegante e gaudente della Belle Epoque. Le sontuose feste della Parigi di fine Ottocento. Le donne ammiccanti e maliziose, eteree e aristocratiche, che facevano capolino dai quadri impressionisti. La gioia di vivere, gli astuti intrecci amorosi e l’arguta ironia di un periodo storico destinato a scomparire con lo scoppio della prima guerra mondiale. E, poi, il ritmo sfrenato del can can, la leggiadria del valzer e la bellezza di brani d'assieme come Donne Donne, eterni dei. Il tutto avvolto in un velo di fantasia che conduce all'inevitabile lieto fine. Questi i connotati de La vedova allegra (titolo originale Die Lustige Witwe), lavoro teatrale in tre atti che Victor Léon e Leo Stein, con il compositore Franz Lehàr, trassero dalla commedia L'attaché d'ambassade di Henri Meilhac. A portare sul palco del teatro Sociale di Busto Arisizio la storia d’amore e di seduzione della conturbante Hanna Glavari -una storia da molti considerata la «regina delle opererette» per la sua immutata capacità di affascinare il pubblico- saranno gli attori e i cantanti della compagnia La Bella Epoque, con l’orchestra diretta dal maestro Giorgio Tazzari e il corpo di ballo Les Gigolettes: un cast di tutto rispetto che annovera tra i suoi elementi il grande talento e la bellissima voce dell’elegante soprano Dianora Marangoni, la bravura del tenore Franco Fornarelli, la vivacità del «caratterista» Vittorio Regina e della soubrette Annamaria Orsi. L'appuntamento, organizzato nell’ambito di BA Teatro–Stagione cittadina 2007/2008, è in programma per le 21.00 di giovedì 28 febbraio, quando la sala di piazza Plebiscito si trasformerà, magicamente, nella Parigi di fine Ottocento, e più precisamente nell'ambasciata dell'immaginaria nazione di Pontevedro. E’ qui che Hanna Glavari, giovane e conturbante vedova di un ricchissimo banchiere di corte, deve incontrare il barone Zeta, cui è stata dato l'incarico di trovarle un nuovo marito pontevedrino. Il motivo di questo appuntamento è semplice: se la signora Glavari passasse a seconde nozze con un francese, il suo capitale lascerebbe la banca nazionale pontevedrina e per il piccolo Paese sarebbe la rovina economica. La dote deve rimanere, a tutti i costi, in patria. Njegus, cancelliere dell’ambasciata, è un po’ troppo pasticcione per riuscire in una simile impresa. Ma il conte Danilo Danilowitsc sembra perfetto per lo scopo. Il barone Zeta tenta di convincerlo ad accettare il compito, ma il giovane non vuole ascoltare ragioni: in passato ha avuto una storia d'amore, finita male, con Hanna. Da parte sua la vedova, non ha mai smesso di amare Danilo, e fa di tutto per farlo ingelosire. Nel frattempo, si snoda un’altra storia d’amore che vede protagonisti Valencienne, giovane moglie di Zeta, e il diplomatico francese Camillo de Rossillon. I due si danno convegno in un chiosco. Li sta per sorprendere il barone Zeta, quando Njegus riesce a fare uscire per tempo Valencienne e a sostituirla con Hanna. La donna dichiara agli invitati di voler sposare lo straniero che le è accanto: Camillo de Rossillon, appunto. E' il parapiglia. Danilo furioso abbandona la festa. Tutto ormai sembra compromesso ma Njegus, vero deus ex-machina, riesce a sciogliere gli equivoci e a far confessare ad Hanna la sua passione per il conte. D’ora in poi la signora Glavari non sarà più «la vedova allegra», ma la felice consorte di Danilo Danilowitch e il Pontevedro è salvo. Con questa operetta, che debuttò il 30 dicembre 1905 nell’austriaco Theater an der Wien (lo spazio che tenne a battesimo anche la Sinfonia eroica e il Flauto magico), Franz Lehár trovò definitivamente il suo stile. Novità assoluta della partitura è il carattere apertamente erotico della trama e la sensualità e passionalità della musica, che raggiunge il suo apice con il celebre valzer Tace il labbro o nella Canzone di Vilja, anche se -ad onor del vero- tutti i valzer e galop, czardas e polke che fanno da “colonna sonora” alla storia de La vedova allegra hanno qualcosa di indimenticabile, capace ancora oggi di divertire e far sognare.

 
Didascalie delle immagini
(fig. 1 e fig. 2) Dianora Marangoni in una scena dello spettacolo La vedova allegra
[Le foto sono state fornite dalla compagnia d'operette La Belle Epoque]

Informazioni utili
La vedova allegra. Teatro Sociale, piazza Plebiscito, 1 - Busto Arsizio (Varese). Data: giovedì 28 febbraio, ore 21.00. Ingresso: poltronissima € 28.00, poltrona € 24.00, galleria € 22, ridotto € 20.00 (giovani fino a 26 anni, militari, over 65, Cral, scuole, biblioteche, associazioni). Informazioni e prenotazioni: tel. 0331 679000 (il botteghino è aperto dal lunedì al venerdì, dalle 15.00 alle 18.00, e il sabato, dalle 9.00 alle 12.00, a partire da giovedì 21 febbraio 2008). Sito web: www.teatrosociale.it.

mercoledì 20 febbraio 2008

«The Callas Bag by l’Alì», omaggio fashion alla «Divina» della lirica

Teatro, musica, danza, momenti di riflessione, cene, atélier di trucco, ma soprattutto moda: è ricco il cartellone degli appuntamenti che compongono il progetto Maria Callas Milano, ideato da Elisabetta invernici per edizioni Evi. Fino al settembre 2008, una serie di incontri ricorderanno la celebre soprano greca, considerata la più amata cantante lirica del XX secolo, a trent’anni dalla sua scomparsa e a sessant’anni dal suo arrivo in Italia.
Dopo la presentazione della collezione Diva 2007 di Katia Gagliardini (settembre 2007), con abiti ispirati a personaggi interpretati dalla più grande star della lirica novecentesca come Norma e Madame Butterfly, e la rassegna Divina Maria Callas tra moda e mito (dicembre 2007-gennaio 2008) -che ha visto sfilare al Museo di storia contemporanea di Milano una ventina di abiti firmati da grandi della moda come Laura Biagiotti, Mariella Buriani, Roberto Cavalli, Enrico Coveri e Valentino - arriva all’ombra della Madonnina un altro evento dedicato al fashion e alla soprano greca: The Callas Bag, appuntamento incentrato su uno degli accessori più amati dalla cantante, le borsette, interpretate da Alessia Rubagotti, in arte L’alì.
La giovane stilista ha unito la potenza di un mito alla sua brillante creatività per una collezione di tre pezzi unici proposti in esclusiva presso lo spazio heARTspace di Milano (via dell’Orso 12), proprio nei giorni della Milano fashion week. L’appuntamento, in programma dalle 17 alle 19 di oggi, mercoledì 20 febbraio 2008, sarà accompagnato dalle musiche della pianista Isabella Carcione.
I pezzi esposti, unici ed inimitabili come Maria Callas, saranno ispirati alla moda anni Quaranta; avranno forme geometriche e contenute come amava indossare l’artista; e saranno in pura pelle nappa e naplak nero, per omaggiare la drammaticità di quella che è passata alla storia come la «Divina».
«La passione, la classe e il fascino di donna. La libertà dei viaggi reali e interiori, l’amore per un lavoro che è la propria vita, l’ispirazione di fronte alla bellezza senza tempo»: i temi che hanno ispirato L’alì per la realizzazione di queste opere, che attraverso forme, colori e tessuti danno voce a una leggenda del ‘900. Una leggenda che – disse Franco Corelli - «era nata per cantare e per stare sulla scena. La musica e la sua voce entravano dentro il cuore, lei produceva melodia».

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Ritratto di Maria Callas (fig. 2 e fig. 3) Borse di Alessia Rubagotti, in arte L’alì, dedicate a Maria Callas
[Le foto sono state gentilmente fornite da Studio De Angelis, ufficio stampa di Maria Callas Milano]

Informazioni utili
The Callas bag
. HeARTspace, via dell’Orso 12 – Milano. Data: mercoledì 20 febbraio 2008, dalle 17.00 alle 19.00. Informazioni: tel. 02.67070280 o mariacallasmilano@gmail.com.

Curiosando nel Web

Il sito di Maria Callas Milano
Una recensione della mostra Divina Maria Callas tra moda e mito

martedì 19 febbraio 2008

«Due partite», ovvero le donne secondo Cristina Comencini

Filo di perle al collo, tacco basso, golfino di cachemire e aria composta da mogli e madri borghesi. Quattro signore anni Sessanta e una partita di canasta che diventa espediente per raccontare il «come eravamo». Abiti scuri, volti sicuri da donne in carriera e vite sentimentali senza certezze. Quattro amiche e un funerale che si fa pretesto per raccontare il «come siamo». Chiara Noschese, Sara Bertelà, Stefania Felicioli e Susanna Marcomeni, sotto la regia di Cristina Comencini, raccontano i mille volti dell'universo femminile in Due partite, commedia-rivelazione della scorsa stagione italiana, vincitrice del Premio Gassman quale miglior spettacolo e miglior testo, che va in scena martedì 26 e mercoledì 27 febbraio (ore 20.30) al teatro Cittadella di Lugano, nel Canton Ticino, in Svizzera.
Dopo i successi cinematografici di film come Va’ dove ti porta il cuore e il recente Bianco e nero con Fabio Volo e Ambra Angiolini, Cristina Comencini si confronta, dunque, con il palcoscenico e porta in scena una divertente commedia in due atti, che vuole rappresentare due epoche, due modelli di vita, due modi di essere donne e di vivere il rapporto con l’altro, lui, l’uomo.
Due partite si apre raccontando l’universo femminile negli anni Sessanta: ogni giovedì, quattro donne, una delle quali aspetta un bambino, si riuniscono per giocare a carte. Nessuna di loro lavora, tutte fanno le madri e le mogli. Le loro storie si intrecciano tra comicità ed emozioni, il tutto scandito dai primi dolori della partoriente. Il tema centrale è, infatti, quello della maternità, dei vari modi d'intenderla.
Il secondo atto si svolge, invece, ai giorni nostri. Ancora quattro donne le protagoniste. Si incontrano in un'altra casa. Si sono riunite dopo il funerale di una delle loro madri che si è suicidata. Si capisce, quasi subito, che queste giovani sono le figlie delle protagoniste del precedente tempo. A poco a poco sarà possibile collegarle alle rispettive madri, magari per analogia, più spesso per contrasto.
Le Due partite sono, perciò, quelle che ognuno di noi si trova a giocare nel trascorrere del tempo, nella trasformazione dei costumi e dei valori, nel confronto tra le generazioni: la commedia propone uno sguardo arguto su storie che potrebbero essere benissimo le nostre, dando origine a uno spettacolo gustosamente divertente ma anche molto coinvolgente.
Dopo Lugano, Due partite sarà allestito a Gallarate (28-29/2, teatro delle Arti), Garbagnate (1/3, teatro Italia), Casal Grande (2/3, teatro Fabrizio de Andrè) e Bassano (3-4/3, teatro Astra).

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Una scena dello spettacolo Due partite di Cristina Comencini; (fig. 2) Ritratto di Sara Bertelà
[Le foto sono state gentilmente fornite da Sabine Bardelle, ufficio informazione e comunicazione della Città di Lugano]

Informazioni utili

Due partite. Teatro Cittadella, corso Elvezia, 35 - Lugano (Svizzera). Date: 26 e 27 febbraio 2008, ore 20.30. Ingresso: CHF 40,00/16,00. Informazioni: tel. +41(0)58.8667280. Sito web:
www.luganoinscena.ch e www.ticketcorner.com.

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Il sito di Cristina Comencini

venerdì 15 febbraio 2008

«Genesi nello spazio», mostra tra hair styling e fotografia

Volti e acconciature di creature aliene, che sembrano fuoriuscite da un secondo big bang. Figure-manichino dallo sguardo metafisico, immortalate in un’atmosfera immobile e rarefatta. Donne guerriero e geishe, in bilico tra realtà e sogno, maschile e femminile, fisicità ed evanescenza. Questi i soggetti al centro di Genesi nello spazio. Visioni tra realtà e improbabilità, galleria di ritratti nata dalla collaborazione tra Franco Curletto, eclettico hair stylist di fama internazionale, e Giovanni Gastel, raffinato interprete della fotografia di moda e still life italiana.
Mentre Milano scalda i motori per la settimana dell’alta moda femminile, in programma dal 16 al 23 febbraio, Torino presenta, nelle sale della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, centro culturale e osservatorio sulle sperimentazioni più interessanti nel campo delle arti visive contemporanee, una selezione di scatti del progetto Genesi nello spazio. Scatti scaturiti dal connubio creativo tra lo sguardo sofisticato di un maestro dell’obbiettivo, che vanta collaborazioni con numerosi giornali e campagne pubblicitarie per Swarovski e Levi’s, quale Giovanni Gastel, e l’estro di un originale coiffeur come Franco Curletto, che lasciato il suo segno in molte delle performance di Vanessa Beecroft.
Un connubio, quello tra i due creativi, che ha visto incontrarsi –si legge nella nota stampa- «due percorsi paralleli in un universo comune fatto di una costante ricerca creativa ed estetica e di una sperimentazione tecnica sempre all’avanguardia».
La mostra, che è stata tenuta a battesimo da Luciana Littizzetto, rimarrà aperta per tutto il week-end, da oggi fino a domenica 17 febbraio, prima di volare a Parigi, all’Accademia L’Oréal di Rue Royale, prestigiosa sede della coiffure internazionale.
Le immagini della rassegna, grazie a un sofisticato trattamento di post-produzione realizzato da Pan Image World e guidato dall’art director Geneviève Bini, sono raccolte in un elegante volume fotografico, stampato in edizione limitata da Nava Milano, che sarà venduto a scopo benefico, insieme a una serie di riproduzioni artistiche e di T-shirt, nelle sedi della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e presso la boutique San Carlo 1973 di Torino.
I proventi andranno a sostenere il progetto Art For Joy a favore della ricerca sui tumori infantili e, precisamente, la Struttura complessa oncoematologia pediatrica-Centro trapianti e terapia cellulare dell’Ospedale Regina Margherita di Torino, dove si intende costruire una cell factory, un laboratorio dedicato alla terapia cellulare avanzata diretta alla cura di diverse patologie tumorali e degenerative dell’infanzia.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) La gabbia. Fotografia di Giovanni Gastel e creazione di Franco Curletto per Genesi nello spazio; (fig. 2) Evocando Man Ray. Fotografia di Giovanni Gastel e creazione di Franco Curletto per Genesi nello spazio; (fig. 3) Peonie. Fotografia di Giovanni Gastel e creazione di Franco Curletto per Genesi nello spazio.
[Le immagini sono state fornite da Stilema, ufficio stampa della tappa torinese della mostra Genesi nello spazio]

Informazioni utili
Genesi nello spazio
. Visioni tra realtà e improbabilità. Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, via Modane 16 - Torino. Orari: venerdì-domenica 11.00-19.00. Ingresso libero. Informazioni: tel. 011.19831616. Sito web:
www.fondsrr.org. Fino a domenica 17 febbraio 2008.

Curiosando nel Web

www.giovannigastel.it
www.francocurletto.it