ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 22 febbraio 2008

Fondazione Ratti di Como? Scuola d'elite per venti giovani artisti

Sarà Yona Friedman (Budapest, 1923), architetto, designer, urbanista e teorico franco-ungherese, il visiting professor della prossima edizione del Corso superiore di arti visive della Fondazione Antonio Ratti di Como, il più prestigioso programma italiano di specializzazione per giovani artisti, cui hanno preso parte, negli anni passati, come docenti alcuni tra i più interessanti protagonisti della scena artistica contemporanea, da Joseph Kosuth (1995) a Ilya Kabakov (2000), da Marina Abramovic (2001) a Giulio Paolini (2002), da Jimmie Durham (2003) ad Alfredo Jarr (2005), da Marjetica Potrc (2006) a Joan Jonas (2007).
Yona Friedman –che ha attraversato la seconda guerra mondiale, sfuggendo ai rastrellamenti nazisti, e che è vissuto per circa un decennio in Israele, ad Haifa, prima di stabilirsi, negli anni ’50, a Parigi - «sostiene – si legge nella nota stampa- i principi di un'architettura capace di comprendere le continue trasformazioni che caratterizzano la mobilità sociale, basata su infrastrutture che prevedono abitazioni e norme urbanistiche passibili di essere create e ricreate, a secondo dell'esigenza degli abitanti e dei residenti».
L’attenzione per l’autoregolazione degli abitanti che da sempre interessa Yona Friedman, artista che vanta partecipazioni alla Biennale di Venezia e a Documenta di Kassel, nasce direttamente dalla sua stessa esperienza di profugo e senzatetto. Un’esperienza che il progettista franco-ungherese -noto per il manifesto L'architecture mobile del 1956 e la sua più significativa esplicazione, la Ville Spatiale- ha messo a frutto anche nel suo lavoro per le Nazioni Unite e l'Unesco, attraverso la diffusione di alcuni manuali di auto-costruzione nei Paesi africani, sudamericani e in India.
In occasione della progettazione del Lyce'e Bergson ad Angers, in Francia, completato nel 1981, l’artista ha dato voce al suo pensiero, pubblicando un procedimento secondo il quale la distribuzione e la disposizione di tutti gli elementi architettonici erano pensate e decise dai futuri utenti. Il suo libro più celebre rimane, però, Utopie realizzabili -pubblicato in Francia nel 1975, tradotto anche in italiano (Quodlibet, 2003)- nel quale è sviluppata un'idea di ristrutturazione della società in senso compiutamente democratico, volta a fuggire ogni elitarismo.
A Como, dal 1° al 23 luglio, Yona Friedman sarà docente di un workshop pratico dal titolo Public Improvisations, durante il quale –spiega lo stesso visiting professor- «esploreremo l'improvvisazione, le tecniche semplici, che non necessitano istruzioni, disegni o piani complicati. Per essere accessibile al pubblico generale, l'arte deve utilizzare tecniche semplici, facili da adottare. L'arte pubblica improvvisata può essere esplorata ovunque negli spazi pubblici: nelle strade, nei boschi, in un atrio, sul lago. Il luogo stesso è parte dell'opera d'arte».
L'attività quotidiana di questa quattordicesima edizione del Csav -curata da Anna Daneri, Luca Cerizza e Cesare Pietroiusti- prevede anche, come consuetudine, un ciclo di lezioni teoriche e una serie di seminari con personaggi di spicco della scena culturale internazionale.
I venti partecipanti al programma di studio, selezionati da una commissione scientifica sulla base delle domande pervenute entro il prossimo 3 aprile alla fondazione comasca, verranno invitati a concepire un'opera che sarà presentata nella consueta mostra di fine corso. Le lezioni, che si terranno allo spazio San Francesco, sono gratuite; i costi di permanenza a Como sono a carico dei partecipanti.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Yona Friedman al Mart di Rovereto, durante la presentazione del progetto Monument (2006); (fig. 2) Yona Friedman, Monument, 2006. Rovereto, Mart.

Informazioni utili
XII Corso superiore di arte visiva
. Ente banditore: Fondazione Antonio Ratti, Como. Quota di partecipazione: nessuna; sono a carico dei partecipanti i soli costi di permanenza a Como. Data di scadenza: 3 aprile 2008 (fa fede la data del timbro postale). Informazioni e bando di concorso: Anna Daneri, tel. 031.233213, fax. 031.233249, e-mail:
annadaneri@fondazioneratti.org. Web Site: www.fondazioneratti.org
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«Grease»: rock’n roll, amore e brillantina sul palco

Giubbotti di pelle con il bavero alzato, vaporose gonne a ruota, l’immancabile ciuffo alla Elvis, tanta brillantina tra i capelli e musiche dal ritmo contagioso come Summer nights e You are the one I want: è un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo -tra i colori vivaci e le atmosfere esplosive dell’America anni Cinquanta- quello che propone il teatro Condominio Vittorio Gassman di Gallarate, nell’Alto Milanese, dove alle 21 di martedì 26 e mercoledì 27 febbraio va in scena Grease, nella produzione della Compagnia della Rancia.
A far rivivere sul palco la storia d’amore tra Danny e Sandy, i sogni dei T-Birds e delle Pink Ladies, il clima di energia pura e divertimento che fece sognare tanti giovani all’uscita dell’omonima pellicola cinematografica con John Travolta e Olivia Newton-John, nell’ormai lontano 1978, sarà un gruppo di giovani e scatenati interpreti, tutti ventenni o poco più, capeggiati da Filippo Strocchi e Serena Carradori.
Under 30 anche la regia, che porta la firma di Federico Bellone, «ventisei anni sulla carta d’identità e una passione per il musical da sempre», che lo ha portato a collaborare con Saverio Marconi in numerosi spettacoli, ultimo dei quali il nuovissimo High School Musical (che debutta il prossimo mercoledì 19 marzo all’Allianz di Milano), e che lo ha visto vincere il prestigioso premio Ernesto Calindri con La notte di San Valentino (2002).
La sua rivisitazione di quello che è stato ribattezzato il «musical dei record» (oltre mille repliche e 1.300.000 spettatori in tutta Italia, a dieci anni dal debutto) si rifà, inevitabilmente, al precedente adattamento di Saverio Marconi, quello che esordì nel marzo 1997 con Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia e che, da allora, ha visto alternarsi sul palco più di una novantina di artisti. Le musiche, nella traduzione italiana di Michele Renzullo, e alcune coreografie, firmate da Franco Miseria, sono, infatti, pressoché identiche; ma la “confezione teatrale” è completamente rinnovata, con scenografie sgargianti di grande impatto visivo e maxi-collage di pubblicità anni Cinquanta che mettono in primo piano drive-in e moto cromate, hot-dogs e hawaiane col gonnellino, macchine lucide dai cofani bombati e profili da star.
Bando, dunque, alla nostalgia, perché dopo quattro anni di assenza dalle scene il «primo long running show della storia dello spettacolo italiano» è tornato più giovane e frizzante che mai, per far rivivere ancora una volta la magia della liason tra Danny e Sandy nelle aule della mitica Rydell High School, scossa dalle potenti vibrazioni del rock’n’roll e colorata dai battibecchi tra le dolci Pink Ladies e i tenebrosi T-Birds. Una liason che non ha mai smesso di far sognare dal suo debutto sui palcoscenici americani nel lontano 1971, quando Jim Jacobs e Warren Casey decisero di realizzare un musical per sola chitarra, che ricreasse le atmosfere degli anni Cinquanta, in un teatro sperimentale di Chicago.
Fu un successo e, nel giro di pochi anni, lo spettacolo divenne il banco di prova per la consacrazione di intere generazioni di attori, da Richard Gere a John Travolta, interprete teatrale di un ruolo minore, prima di diventare il protagonista della famosa versione cinematografica del 1978, diretta da Randal Kleiser. Una versione cinematografica che si aggiudicò anche una nomination all’Oscar per la miglior canzone originale, nel 1979, con Hopelessly devoted to you.
Stessa felice sorta ha avuto il musical in Italia: da dieci anni a questa parte, alla chiusura del sipario, il pubblico chiede a gran voce il bis per prolungare l’emozione di una favola rock destinata a durare ancora tanti lustri, per rivivere ancora per qualche minuto il clima di festa che ogni sera il cast di Grease ricrea nei teatri italiani. Un clima che ricorda lo stesso Federico Bellone, nella sua nota di regia: «Vidi per la prima volta Grease, l’edizione con Lorella Cuccarini, un sabato pomeriggio. Quel mese comprai il biglietto altre otto volte. Lo show? Era una bomba a orologeria che si innescava con precisione ogni volta per esplodere con tale energia da mandare il pubblico in visibilio».
Dopo Gallarate, dove le due repliche in programma registrano già il sold out, Grease sarà a al teatro Nuovo di Arcore (29 febbraio), al Cagnoni di Vigevano (1° e 2 marzo), all'Alfieri di Torino (dal 4 al 9 marzo), al Civico di Bra (10 e 11 marzo), al Pala De Andrè di Ravenna (13 marzo), al PalaBam di Mantova (14 marzo), al teatro di Varese (15 e 16 marzo), al Politeama Rossetti di Trieste (dal 18 al 20 marzo). E, ancora, al Palasport Taliercio di Mestre (21 marzo), al teatro Verdi di Montecatini (22 marzo), al PalaBrescia di Brescia (26 e 27 marzo), al Verdi di Pordenone (dal 28 al 30 marzo), al teatro Carani di Sassuolo (1° aprile), al Diego Fabbri di Forlì (dal 2 al 6 aprile), per volare, infine, in Sicilia, dove farà tappa a Palermo (dal 9 al 13 aprile), Marsala (14 aprile), Caltanisetta (15 aprile) e Catania (16 aprile).

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Una scena di Grease. Regia di Federico Bellone. Foto di Antonio Agostini; (fig. 2, fig. 3 e fig. 4) Filippo Strocchi e Serena Carradori in una scena di Grease. Regia di Federico Bellone. Foto di Giovanna Marino.

Informazioni utili
Grease. Teatro Condominio, via Sironi, 5 - Gallarate (Varese). Date: martedì 26 e mercoledì 27 febbraio 2008, ore 21.00. Ingresso: poltronissima € 35.00 (over 60 e under 25 € 32.00; soci € 30.00); poltrona € 30.00 (over 60 e under 25: € 27.00; soci: € 25.00), galleria € 25.00 (ridotto € 23.00). Informazioni: tel. 0331.784140. Sito web:
www.fondazioneculturalegallarate.it.

Curiosando nel Web
Il sito ufficiale di Grease

giovedì 21 febbraio 2008

«La vedova allegra», languide atmosfere fin de siécle a Busto Arsizio

L’atmosfera elegante e gaudente della Belle Epoque. Le sontuose feste della Parigi di fine Ottocento. Le donne ammiccanti e maliziose, eteree e aristocratiche, che facevano capolino dai quadri impressionisti. La gioia di vivere, gli astuti intrecci amorosi e l’arguta ironia di un periodo storico destinato a scomparire con lo scoppio della prima guerra mondiale. E, poi, il ritmo sfrenato del can can, la leggiadria del valzer e la bellezza di brani d'assieme come Donne Donne, eterni dei. Il tutto avvolto in un velo di fantasia che conduce all'inevitabile lieto fine. Questi i connotati de La vedova allegra (titolo originale Die Lustige Witwe), lavoro teatrale in tre atti che Victor Léon e Leo Stein, con il compositore Franz Lehàr, trassero dalla commedia L'attaché d'ambassade di Henri Meilhac. A portare sul palco del teatro Sociale di Busto Arisizio la storia d’amore e di seduzione della conturbante Hanna Glavari -una storia da molti considerata la «regina delle opererette» per la sua immutata capacità di affascinare il pubblico- saranno gli attori e i cantanti della compagnia La Bella Epoque, con l’orchestra diretta dal maestro Giorgio Tazzari e il corpo di ballo Les Gigolettes: un cast di tutto rispetto che annovera tra i suoi elementi il grande talento e la bellissima voce dell’elegante soprano Dianora Marangoni, la bravura del tenore Franco Fornarelli, la vivacità del «caratterista» Vittorio Regina e della soubrette Annamaria Orsi. L'appuntamento, organizzato nell’ambito di BA Teatro–Stagione cittadina 2007/2008, è in programma per le 21.00 di giovedì 28 febbraio, quando la sala di piazza Plebiscito si trasformerà, magicamente, nella Parigi di fine Ottocento, e più precisamente nell'ambasciata dell'immaginaria nazione di Pontevedro. E’ qui che Hanna Glavari, giovane e conturbante vedova di un ricchissimo banchiere di corte, deve incontrare il barone Zeta, cui è stata dato l'incarico di trovarle un nuovo marito pontevedrino. Il motivo di questo appuntamento è semplice: se la signora Glavari passasse a seconde nozze con un francese, il suo capitale lascerebbe la banca nazionale pontevedrina e per il piccolo Paese sarebbe la rovina economica. La dote deve rimanere, a tutti i costi, in patria. Njegus, cancelliere dell’ambasciata, è un po’ troppo pasticcione per riuscire in una simile impresa. Ma il conte Danilo Danilowitsc sembra perfetto per lo scopo. Il barone Zeta tenta di convincerlo ad accettare il compito, ma il giovane non vuole ascoltare ragioni: in passato ha avuto una storia d'amore, finita male, con Hanna. Da parte sua la vedova, non ha mai smesso di amare Danilo, e fa di tutto per farlo ingelosire. Nel frattempo, si snoda un’altra storia d’amore che vede protagonisti Valencienne, giovane moglie di Zeta, e il diplomatico francese Camillo de Rossillon. I due si danno convegno in un chiosco. Li sta per sorprendere il barone Zeta, quando Njegus riesce a fare uscire per tempo Valencienne e a sostituirla con Hanna. La donna dichiara agli invitati di voler sposare lo straniero che le è accanto: Camillo de Rossillon, appunto. E' il parapiglia. Danilo furioso abbandona la festa. Tutto ormai sembra compromesso ma Njegus, vero deus ex-machina, riesce a sciogliere gli equivoci e a far confessare ad Hanna la sua passione per il conte. D’ora in poi la signora Glavari non sarà più «la vedova allegra», ma la felice consorte di Danilo Danilowitch e il Pontevedro è salvo. Con questa operetta, che debuttò il 30 dicembre 1905 nell’austriaco Theater an der Wien (lo spazio che tenne a battesimo anche la Sinfonia eroica e il Flauto magico), Franz Lehár trovò definitivamente il suo stile. Novità assoluta della partitura è il carattere apertamente erotico della trama e la sensualità e passionalità della musica, che raggiunge il suo apice con il celebre valzer Tace il labbro o nella Canzone di Vilja, anche se -ad onor del vero- tutti i valzer e galop, czardas e polke che fanno da “colonna sonora” alla storia de La vedova allegra hanno qualcosa di indimenticabile, capace ancora oggi di divertire e far sognare.

 
Didascalie delle immagini
(fig. 1 e fig. 2) Dianora Marangoni in una scena dello spettacolo La vedova allegra
[Le foto sono state fornite dalla compagnia d'operette La Belle Epoque]

Informazioni utili
La vedova allegra. Teatro Sociale, piazza Plebiscito, 1 - Busto Arsizio (Varese). Data: giovedì 28 febbraio, ore 21.00. Ingresso: poltronissima € 28.00, poltrona € 24.00, galleria € 22, ridotto € 20.00 (giovani fino a 26 anni, militari, over 65, Cral, scuole, biblioteche, associazioni). Informazioni e prenotazioni: tel. 0331 679000 (il botteghino è aperto dal lunedì al venerdì, dalle 15.00 alle 18.00, e il sabato, dalle 9.00 alle 12.00, a partire da giovedì 21 febbraio 2008). Sito web: www.teatrosociale.it.