ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

martedì 18 marzo 2008

«Perché non parli?»: arti a confronto all'Oberdan di Milano

Ecologia, poesia, politica, psicologia, design e moda: queste le forme di espressione artistica e culturale al centro di Perché non parli? L’arte tra le discipline, ciclo di incontri che prende il via oggi, martedì 18 marzo, allo Spazio Oberdan di Milano.
«L’iniziativa -si legge nella nota stampa- rientra nel progetto InContemporanea. La rete dell’arte, giunto al suo terzo anno, con cui la Provincia di Milano intende promuovere l’arte del presente intesa come risorsa indispensabile per la riqualificazione urbana, sia dal punto di vista culturale che da quello sociale ed economico».
Sei gli incontri in programma
, che da marzo a maggio vedranno al tavolo dei relatori alcune voci qualificate del settore culturale come Bartolomeo Pietromarchi, Francesca Pasini, Cesare Cunaccia, Luca Guerrini, Roberto Pinto e Giorgio Verzotti.
Obiettivo prioritario della rassegna è, nello specifico, quello di raccontare le relazioni che l'arte intrattiene con ambiti e discipline diversi, raccontando come appropriazioni e prestiti forniscano idee e stimoli sempre nuovi per raccontare la società, la propria epoca.

L’iniziativa è realizzata in collaborazione con UniCredit, gruppo di servizi bancari e finanziari paneuropeo, che nel 2004 ha varato il progetto UniCredit & l’arte, grazie al quale opera in partnership con musei e istituzioni italiane e internazionali con l’obiettivo di divulgare la cultura e i linguaggi della contemporaneità valorizzando le giovani risorse creative del nostro Paese.

Ad aprire la rassegna sarà alle 18 di oggi, martedì 18 marzo, un incontro dal titolo Arte ed ecologia, introdotto da Gabi Scardi e con Bartolomeo Pietromarchi, critico e curatore d’arte romano, già segretario generale della Fondazione Adriano Olivetti, autore di documentari sull’arte e gli artisti nel contesto urbano e curatore del programma televisivo Factory per Sky Cult.

La sua conferenza racconterà l’interesse degli artisti per le tematiche ecologiche e l'ambiente naturale a partire dagli anni Settanta, epoca in cui nascono movimenti come la Land art e l’Arte povera, per arrivare alle recenti ricerche artistiche che stanno ridefinendo il concetto stesso di ambiente: una nuova coscienza ecologica che va al di là delle semplici premesse naturali ma che affronta questioni di emergenza, di politica e di filosofia.
Le lezioni proseguiranno lunedì 31 marzo 2008 con un incontro dal titolo Arte e poesia, condotto da Francesca Pasini e introdotto da Giacinto Di Pietrantonio, nell’ambito della mostra Rumore: un buco nel silenzio, aperta fino a domenica 25 maggio allo Spazio Oberdan, all’interno della quale è possibile vedere le opere di ventuno artisti contemporanei che si sono confrontati con il complesso panorama dei suoni, dei rumori, dei brusii e dei silenzi.

Martedì 22 aprile Roberto Pinto parlerà, invece, di Arte e politica; mentre il 6 maggio Giorgio Verzotti intratterrà i presenti con un incontro dal titolo Arte e poesia. Lunedì 12 maggio sarà, dunque, la volta di Luca Guerrini, che terrà una lezione sul tema Arte e design. Chiuderà la rassegna, lunedì 20 maggio, un incontro con Cesare Cunaccia, introdotto da Giacinto Di Pietrantonio, su Arte e moda.

Tutti gli incontri si tengono dalle 18 alle 20 e sono a ingresso gratuito e libero.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Logo dell’iniziativa Perché non parli? L’arte tra le discipline; (fig. 2) Ritratto di Bartolomeo Pietromarchi

Informazioni utili
Perché non parli? L’arte tra le discipline. Spazio Oberdan, viale Vittorio Veneto 2 – Milano. Inizio incontri: ore 18.00. Ingresso: libero (si consiglia la prenotazione all’indirizzo e-mail: incontemporanea@provincia.milano.it. Per informazioni: Provincia di Milano/Servizio Arti visive, tel. 02.7740.6381/6341. sito Web: www.provincia.milano.it/cultura. Date: dal 18 marzo al 20 maggio 2008.

domenica 16 marzo 2008

Map di Castiglione Olona: design, plastica e Medioevo in dialogo

Quale può essere il fil rouge che lega un palazzo quattrocentesco, una fabbrica di pettini e bottoni e un gruppo di rinomati artisti contemporanei, italiani e stranieri? Un grande interesse per poliuretano, poliestere, vinile e rhodoid. In una parola: la plastica, con le sue differenti sfumature di colore e con le sue infinite possibilità creative.
Dall’estate del 2004, Castiglione Olona -paesino medioevale a pochi chilometri da Varese, noto ai più come l'«isola di Toscana in Lombardia» per le sue numerose testimonianze pittoriche di area fiorentina e senese– accoglie, nelle quattrocentesche sale di Palazzo Castiglioni di Monteruzzo, conosciuto anche come la Corte del Doro, il Map [Museo d’arte plastica].
Accanto ai dipinti rinascimentali del fiorentino Masolino da Panicale e dei senesi Paolo Schiavo e Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta (gli artisti toscani che il cardinale Branda Castiglioni chiamò nel borgo con l'intento di ricrearvi la «cittadella ideale», teorizzata dagli urbanisti quattrocenteschi), la località lombarda offre, dunque, ai suoi numerosi visitatori una finestra sull’arte contemporanea, ospitando il primo museo italiano dedicato alle arti plastiche.
Tra gli antichi affreschi gotici dello splendido Palazzo Castiglioni di Monteruzzo, dove finti tendaggi e teorie di pappagalli s'alternano a ghirlande di fiori e nastri intrecciati, rivive, infatti, l'esperienza di Polimero arte, centro di ricerche estetiche della Mazzucchelli celluloide 1849, ditta leader nel settore della produzione dei materiali sintetici, specializzata in pettini fatti con unghie di animali e in bottoni in osso, corno e tartaruga, che, tra il 1969 ed il 1973, chiamò alcuni tra i migliori artisti nazionali e internazionali del periodo come Giacomo Balla, Enrico Baj, Carla Accardi e Man Ray a lavorare, sotto la guida di Gillo Dorfles e con l'aiuto dei suoi dipendenti, per realizzare oggetti d'arte.
I multipli nati da questo esperimento, che fuse felicemente mondo della creatività e industria, -in tutto una cinquantina- sono stati esposti saltuariamente nell'ultimo trentennio. Tra le poche mostre allestite si segnalano, per esempio, Nuovi materiali, nuove esperienze alla sesta rassegna d'arte contemporanea di Acireale del 1972 e Tempo e spazio al Festival dei due mondi di Spoleto dello stesso anno.
Appare, pertanto, di grande interesse l'iniziativa del Comune di Castiglione Olona, che si è avvalso per la realizzazione di questa sua struttura, parte integrante del Polo museale cittadino con il Palazzo Branda Castiglioni e il Castello di Monteruzzo, delle competenze dello storico dell'arte Rolando Bellini e della designer Sara Frattini.
Ai due è spettato il compito, non facile, di collegare con un filo rosso passato e presente, di accostare l'architettura e la vivace pittura rinascimentale dell'edificio alle produzioni artistiche contemporanee dai colori intensi, realizzate, con materiali tecnologicamente avanzati e artisticamente poco usati, nel vicino Castello di Monteruzzo.
Ecco così le forme divertenti della scultura Personaggio di Enrico Baj, i fiori geometrici de La stilizzazione di foglia (1970) di Giacomo Balla o, ancora, il curioso Boule sans neige (1971) di Man Ray dialogare con antichi affreschi di autori ignoti, raffiguranti prevalentemente alberi e animali su sfondo rosso mattone, ma anche con opere realizzate nei decenni successivi, da moderni alchimisti della materia quali Marcello Morandini, Vittore Frattini e Giorgio Vicentini. L'esperienza di Polimero arte ha, infatti, avuto una felice propaggine negli ultimi quindici anni, con sperimentazioni estetiche nel campo del design e della moda, che hanno dato origine a mostre quali Dalla tartaruga all'arcobaleno alla Triennale (1985), Scenes de mode, scenes du monde a Parigi (1992) e L'occhiale in plastica, voglia di colore, voglia di design al Palazzo delle Stelline di Milano (1999).
L'iniziativa è indubbiamente curiosa e, per certi versi, anche coraggiosa, visto che Castiglione Olona ha sempre legato le sue sorti ai monumenti fatti costruire nel XV secolo dal cardinal Branda Castiglioni, dalla splendida Collegiata al Battistero, dall'attuale Museo civico alla Chiesa di Villa.
L’arte contemporanea, anche grazie a esposizioni temporanee, è, dunque, l’ultima carta che il borgo medioevale ha deciso di giocare per attirare nuovi turisti. Ecco così, per esempio, che il Map accoglie, fino a domenica 22 marzo, la mostra Sculture in plexiglass, che presenta una trentina di opere realizzate da Marcello Morandini (Mantova, 1940) tra il 1990 ed il 2007, risultato di studi condotti sull'evoluzione geometrica e matematica delle figure del cerchio, della spirale e del quadrato. Un suadente gioco di bianco e nero in dialogo con antico e moderno.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Veduta esterna del Map [Museo d’arte plastica] di Castiglione Olona, Varese; (fig. 2) Veduta interna del Map [Museo d’arte plastica] di Castiglione Olona, Varese; (fig. 3) Giacomo Balla, Stilizzazione di fiore, 1971. Sicoglass; (fig. 4) Man Ray, Boule sans neige, 1970. Colata di resina poliestere, melamina, sicoglass, sicostrirol; (fig. 5) Marcello Morandini, Scultura n.363, 1990. Plexiglass bianco e nero; (fig. 6) Morandini, Scultura n.363 (particolare), 1990. Plexiglass bianco e nero.
[Le immagini pubblicate sono state fornite dal Divisione turismo del Comune di Castiglione Olona o sono tratte dal catalogo della collezione, pubblicato per i tipi delle edizioni Map]


Informazioni utili
MAP. Museo d'arte plastica. Palazzo Castiglioni di Monteruzzo, via Roma 29 - Castiglione Olona (Varese). Orari: martedì-sabato 9.00-12.00 e 15.00-18.00, domenica10.30-12.30 (dal 1 aprile al 31 settembre) e 15.00-18.00. Ingresso (il biglietto è unico per la visita al Sistema museale di Castiglione Olona): intero € 2.50; ridotto € 1.50. Catalogo: edizioni Map. Informazioni e visite guidate (max. 15 persone): Comune di Castiglione Olona - assessorato alla Cultura, tel. 0331.824801 e tel. 0331.858301
. Web Site: www.museoarteplastica.it. Elenco degli artisti esposti: Carla Accardi, Filippo Avalle, Enrico Baj, Giuliana Balice, Giacomo Balla, Elvio Becheroni, Valentina Berardinone, Gianni Colombo, Medeiros De Lima, Camillian Demetrescu, Marcolino Gandini, Peter Gogel, Mario Guerini, Hsiao Chin, Fluvia Levi Bianchi, Anna Marchi, Smith Miller, Sante Monachesi, Giulia Napoleone, Edival Ramosa, Man Ray, Hilda Reich, Bruno Romeda, Giovanni Santi Sircana, Tino Stefanoni, Guido Strazza, Kumi Sugai, Vittore Frattini, Carlo Giuliano, Marcello Morandini e Giorgio Vicentini.

Curiosando nel Web

www.castiglioneolona.it
www.museoarteplastica.it
www.myspace.com/brandacastiglioni

Roma, prima retrospettiva italiana per Thierry Kuntzel

Sarà Roma a ospitare la prima retrospettiva italiana di Thierry Kuntzel (Bergerac, 1948-Parigi, 2007), grande artista francese contemporaneo e noto teorico di cinema e videoarte. Da lunedì 17 a martedì 25 marzo, le sale dell’Accademia di Francia aprono, infatti, le porte all’opera video e alle installazioni del maestro d’Oltralpe, scomparso lo scorso anno, permettendo di ricostruirne l’intero iter creativo, dalla fine degli anni Settanta alla morte.
Dopo studi di filosofia alla Sorbona di Parigi e lezioni di linguistica e semiologia all'Ecole des hautes etudes en sciences sociale, dove prepara una tesi (incompiuta) sotto la direzione di Roland Barthes dal titolo Lavoro del film / Lavoro del sogno, Thierry Kuntzel incomincia a lavorare, nel 1972, al servizio della ricerca dell’Ortf e, poi, dell’Ina, dove si specializza nelle relazioni tra arte e televisione. Negli stessi anni, insegna semiologia del cinema e analisi testuale del film all'Università Paris 1, all’Idhec, al Centre d'etudes américain du cinéma in Paris e in alcune università statunitensi, come la University of New York in Buffalo e il Center for twentieth century studies in Milwaukee.
Alla fine degli anni Settanta, tra il 1979 ed il 1980, Thierry Kuntzel decide di dedicarsi interamente alla creazione artistica. Dopo avere realizzato alcune installazioni, a partire dal 1974, con marmo e neon, produce gran parte delle sue bande video, dedicandosi, quindi, alla realizzazione di installazioni basate sulla proiezione di immagini, luce e suono e tese a studiare, precipuamente, il rapporto tra il dispositivo cinematografico e l'apparato psichico. Anche la scrittura prende un posto rilevante nella sua carriera artistica. Il libro Title TK, che racchiude gli appunti dei suoi lavori, è apparso nel 2007 per le edizioni Anarchie e a cura di Anne-Marie Duguet.
La rassegna romana, curata da Christophe Marchand-Kiss (artista residente all’Accademia di Francia in Roma), propone, nello specifico, la proiezione di due film -Echolalia (1980) e Nostos 1 (1979)- e la presentazione dell’installazione Venises (1995).
Si inizia alle 20.30 di lunedì 17 marzo, alla sala cinema Michel Piccoli, con una conferenza di Christophe Marchand-Kiss e Corinne Castel, che sarà preceduta dalla proiezione di Echolalia (monobanda video su monitor, a colori, sonoro, 32 min, 1980), video con musiche di Jean-Yves Bosseur, che parla di riflessi, doppio simmetrico e asimmetrico, incroci, impossibile gioco di immissione dell’uno dentro l’altro, attraverso la storia di Eco, ninfa che era stata condannata da Era a non parlare mai per prima e che era, dunque, costretta a ripetere sempre le ultime sillabe dell'altro.
Da martedì 18 a lunedì 24 marzo, dalle 11 alle 18.30, il Salon vert ospita, invece, l’installazione Venises (monobanda video in loop, a colori, muto, 8 min, 1995). Il video inquadra un punto fisso di un imbarcadero del Lido; «l’immagine scorre, come nello storico “travelling” di Promio sul Canal Grande. Ma il movimento - ha scritto Raymond Bellour su D'un autre cinéma- deriva qui soprattutto dagli oggetti – barche, di tutte le dimensioni – che passano e ripassano, ad intermittenza e all’interno di un piano fisso. Un tale movimento diviene il fremito della vita, intrappolata, trasfigurata. (…)».
La rassegna terminerà alle 20.30 di martedì 25 marzo con la proiezione, sempre nella sala cinema Michel Piccoli, di Nostos 1 (monobanda video su monitor, a colori, muto, 45 min, 1979). Il video intreccia, in un videogramma unico, tempi multipli: tempo della traccia, tempo dell'iscrizione e della cancellazione, tempo delle variazioni cromatiche e tempo della ripetizione. «Tutti questi meccanismi, presenza e assenza, dissimulazione e rivelazione, apparizione e sparizione, vita e morte - ha scritto Christophe Marchand-Kiss- disturbano fortemente la visione dello spettatore».

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Thierry Kuntzel, Venises, monobanda video in loop, a colori, muto, 8 min, 1995 (Biennale de Venise; Galerie Yvon Lambert, Paris; Le Fresnoy - Studio national des arts contemporains, Tourcoing); (fig. 2) Thierry Kuntzel, Echolalia, monobanda video su monitor, a colori, sonoro, 32 min, 1980
(Galerie Nationale du Jeu de Paume, Paris; Musée d’art contemporain, Montréal; École nationale des Beaux-Arts, Bourges; Le Fresnoy - Studio national des arts contemporains, Tourcoing); (fig. 3) Thierry Kuntzel, Nostos I, monobanda video su monitor, a colori, muto, 45 min, 1979 (Galerie Nationale du Jeu de Paume, Paris; Musée d’art contemporain, Montréal; École nationale des Beaux-Arts, Bourges; Le Fresnoy - Studio national des arts contemporains, Tourcoing)
[Le immagini sono state fornite da Ludovica Scolari, ufficio stampa dell'Accademia di Francia in Roma]

Informazioni utili
L’opera video di Thierry Kuntzel. Proiezioni e installazione
. Académie de France à Rome - Villa17 a martedì 25 marzo 2008. Medici, viale Trinità dei Monti, 1 - Roma. Ingresso: libero nel limite dei posti disponibili. Informazioni: tel. 06.67611. Sito web: www.villamedici.it. Da lunedì 17 a martedì 25 marzo 2008.

Curiosando nel Web
Thierry Kuntzel su Newmedia Art

sabato 15 marzo 2008

Torino, le sonorità futuribili dei Larsen per «Afterville»

Architettura e fantascienza, video e suono: riflette sui rapporti tra discipline differenti il videoconcerto Da Metropolis ad Afterville, che il gruppo rock Larsen proporrà a Torino nelle serate di giovedì 27 e venerdì 28 marzo (ore 21.00), all'interno della Mole Antonelliana, oggi sede del Museo nazionale del cinema.
Sprofondati nelle chaise-longue dell'ottocentesca Aula del tempio, gli spettatori potranno, infatti, godersi la musica della band torinese, assistendo a una carrellata di clip tratta da oltre cinquanta classici del cinema di fantascienza: da Metropolis fino ad AfterVille: The Movie, passando per Fahrenheit 451, 2001: Odissea nello spazio, Guerre stellari, Blade Runner e Matrix. «Protagoniste di questo serrato montaggio –raccontano gli organizzatori- saranno, in particolare, le sequenze che presentano elementi di (fanta)progettualità. Un secolo di cinema di fantascienza verrà raccontato in poco meno di un'ora, attraverso lampi di architetture, scorci urbani, elementi di design».
Inserito nel programma di Afterville, ciclo di eventi facente parte degli Off Congress Official Events del XXIII congresso mondiale Uia Torino 2008, in programma dal 29 giugno al 3 luglio, il concerto è stato voluto da Michele Bortolami e Tommaso Delmastro di Studio Undesign, insieme con Fabrizio Accatino e Massimo Teghille.
«ll lavoro dei quattro curatori -si legge nella nota stampa- ha posto l'attenzione sulle città del futuro raccontate dal grande schermo: megalopoli progettate da zero e riadattamenti di luoghi esistenti, microcosmi di edifici e oggetti costruiti con precisione da registi, sceneggiatori, scenografi. La progressione cronologica delle clip –spiegano ancora gli organizzatori- racconterà la storia di un'architettura futuribile che corre parallela a quella reale e che porta in sé la testimonianza della tecnologia, delle aspirazioni e delle paure delle società che l'hanno generata».
Il montaggio di clip sarà accompagnato da una colonna sonora ipnotica e oscura, composta e realizzata per l'occasione dai Larsen, band torinese che si è conquistata gli onori della critica internazionale (tra cui l'autorevole testata inglese The Wire), in dieci anni di attività fondata sulla sperimentazione e testimoniata da una discografia ufficiale di sei album, due ep e un dvd, nonché dalla miriade di concerti tenuti in tutto il mondo, sia come headliner che con artisti come Neurosis, Einstürzende Neubauten, Dresden Dolls, Amber Asylum.
Il concerto è a ingresso gratuito fino a esaurimento posti, ma è consigliabile la prenotazione.
Il programma di Undesign, inaugurato ad ottobre con la mostra Astronave Torino, proseguirà con la prima di Afterville - The Movie, un cortometraggio di trenta minuti, girato dalla coppia di registi Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, specializzati in corti di fantascienza e autori di titoli premiati in tutto il mondo quali E:D:E:N e The Silver Rope. La pellicola -che racconta le vicende di due personaggi alla vigilia dell’ultimo giorno dell’umanità, sullo sfondo di una Torino stravolta in chiave visionaria- verrà proiettata in anteprima al cinema Massimo il prossimo mercoledì 16 aprile. Il 29 aprile si terrà, quindi, la prima di una serie di quattro tavole rotonde sul tema dei rapporti tra fantascienza e pensiero progettuale. Si incomincerà con il trattare il cinema, per proseguire con i fumetti, i videoclip e la pubblicità, nelle giornate del 13 e 27 maggio e del 10 giugno. Sempre nel mese di giugno verrà inaugurata The Underground Exhibition, una mostra che porterà numerose installazioni fantascientifiche nelle dieci principali stazioni della linea 1 della metropolitana torinese. Mentre ad ottobre sarà la volta di Divine Design o delle città dell’aldilà, un’esposizione che ricorderà, tra l’altro, due progettisti legati a Torino e purtroppo scomparsi come Toni Cordero ed Ettore Sottsass.

Didascalie delle figure
(Fig. 1) i Larsen, band espressione della scena sperimentale internazionale, saranno protagonisti di un concerto inedito, Da Metropolis ad Afterville, alla Mole Antonelliana di Torino (progetto fotografico: Carlotta Petracci); (fig. 2) Fotogramma tratto dal film Metropolis (regia Fritz Lang, Germania, 1927)
[Le immagini sono state fornite dallo studio De Angelis di Milano, ufficio stampa di Afterville. The show]

Informazioni utili
Afterville. The Show
. Museo nazionale del cinema, via montebello 20 - Torino. Date: giovedì 27 e venerdì 28 marzo, ore 21.00. Ingresso libero, fino ad esaurimento posti. Prenotazioni: fondazione.oato@awn.it. Sito web:
www.afterville.com.

venerdì 14 marzo 2008

Un nuovo anno di attività per il Museo Baroffio e del Sacro Monte sopra Varese

«Trovarsi a Varese e non salire alla Madonna del Monte è come recarsi a Roma e non vedere San Pietro», scriveva nel 1897 un anonimo redattore de Le cento città d'Italia, supplemento mensile illustrato del Secolo di Milano.
La montagna varesina rappresenta, infatti, uno dei luoghi religiosi più suggestivi esistenti in Italia con le sue casupole e viuzze di gusto medioevale, con la sua chiesa di santa Maria del Monte e con la sua Via Sacra delle quattordici cappelle dedicate ai Misteri del Rosario, la cui edificazione, iniziata nei primi del Seicento per volontà del frate cappuccino G.Battista Aguggiari, ha visto al lavoro, tra gli altri, Carlo Francesco Nuvolone, il Morazzone, Giovan Paolo Ghianda e, in anni recenti, Renato Guttuso.
Ad accrescere la bellezza di questo lungo è stato aperto nel settembre del 2001, dopo una chiusura quasi decennale, un altro gioiello storico-artistico: il museo Baroffio e del Santuario, la cui nascita era stata tenuta a battesimo, nel settembre del 1936, dal beato cardinale Alfredo Ildefonso Schuster.
Durante gli anni di chiusura, lo spazio museale - l'unico del Sacro Monte in attesa della riapertura del museo Ludovico Pogliaghi, cui sta lavorando la Biblioteca Ambrosiana di Milano - è stato oggetto di un lungo restauro e ampliamento della struttura architettonica, oltre che di un riesame di attribuzione e di datazione delle opere conservate e di un aggiornamento dei criteri museologici.
Il compito di dirigere l'intervento conservativo dell'edificio, progettato tra il 1932 e il 1935 da Ludovico Pogliaghi e Ulderico Tononi, è spettato all'architetto Ernesto Brivio, che ha anche curato il percorso espositivo. Il suo progetto ha portato alla costruzione di otto sale suddivise su tre livelli, che ospitano una ricca selezione di opere di pittura e scultura, in passato afferenti al museo del Santuario, aperto su proposta di don Luigi Bellasio, e al lascito del barone Giuseppe Baroffio Dall'Aglio.
Ad accogliere il visitatore negli spazi museali -che riaprono ai visitatori sabato 15 marzo, dopo la pausa invernale- è un rilievo lapideo romanico di Domenico e Lanfranco da Ligurno, databile alla fine del XII secolo e raffigurante la Vergine con il Bambino, una scultura di suggestiva bellezza, già elemento centrale della lunetta del portale d'accesso alla Basilica di Santa Maria.
Dal Santuario provengono anche l'acquasantiera con La Pietà del 1444 e il rilievo romanico Leone di San Marco, esposti nelle sale d'ingresso insieme con uno splendido antifonario ambrosiano con miniature di Cristoforo de' Predis, così come il pulpito ligneo del XVII secolo raffigurante la scena dell'Annunciazione, che accoglie il visitatore al piano inferiore. Accanto a questi reperti si trovano esposti una settantina di opere pittoriche del Borgognone, del Magatti, del Ceruti e di altri autori anonimi di scuola fiamminga e napoletana, tra cui si segnalano Una Madonna con il Bambino di Bartolomeo Schedoni e una Visitazione di Camillo Procaccini.
Il collezionismo romantico del Baroffio, orientato più da scelte emozionali che da un rigore metodologico, ha imposto per i dipinti –nucleo centrale del museo- un ordinamento cronologico, pur con inevitabili approssimazioni dovute alla mancanza di dati certi di alcune tele. Molti i soggetti esposti nelle sale della realtà museale varesina, dove si trovano oltre a opere di carattere religioso, ritratti, nature morte, paesaggi, scene di battaglia e di genere e allegorie, come la tela Il vetraio (XVII secolo) di scuola fiamminga, la splendida Natura morta con funghi e frutto di Giacomo Ceruti e un Paesaggio invernale del XVI secolo.
Lo stesso criterio espositivo delle sale dei dipinti è stato seguito al piano superiore, noto come stanza dei vicari, dove trovato posto preziosi paliotti, codici, paramenti, medaglie e placchette, oltre a una galleria storico-didattica con la presentazione della storia del Sacro Monte.
Chiude il percorso espositivo una stanza mariana, voluta da monsignor Pasquale Macchi, che presenta un'inedita e ricca raccolta di opere raffiguranti la Madonna. Dipinti, ceramiche, smalti, litografie, disegni e sculture di grandi artisti contemporanei, collocati nella V sala del museo, raccontano la storia della Vergine: dall'annunciazione alla maternità, dalla sua missione corredentrice alla sua partecipazione alla passione del Figlio.
Tra i tanti lavori spiccano la Madonna con Bambino di Henri Matisse, la Crocifissione di Mario Sironi, L'Assunta di Luciano Minguzzi e La fuga in Egitto di Renato Guttuso, bozzetto per il dipinto murale che adorna la terza cappella del Sacro Monte.
Questo e molto altro sarà, dunque, possibile vedere o rivedere da domani, sabato 15 marzo, a domenica 9 novembre al museo Baroffio, che riprende le sue attività con un percorso a tema dal titolo La Pasqua e i suoi protagonisti, in programma alle 15.30 del giorno di riapertura e di giovedì 20 marzo.
Come rappresentare il dolore della Madonna davanti alla morte del Figlio, ai piedi della croce? E come descrivere il miracolo della Resurrezione, episodio che non ebbe testimoni? Queste due delle domande che troveranno risposta negli appuntamenti, a cura della conservatrice Laura Marazzi. Attraverso miniature medievali, dipinti fiamminghi, sculture e tele moderne di Mario Sironi e Floriano Bodini, ma non solo sarà possibile vedere come gli artisti hanno raffigurato la morte di Gesù Cristo e il dolore di chi gli fu vicino nel «tempo della prova più grande», dalla Madonna a Giovanni e alla Maddalena.
Una fugace apparizione, nelle tele a tema pasquale, è riservata anche ad altri personaggi, come Simone di Cirene, Giuseppe d’Arimatea, Nicodemo, citati nella narrazione evangelica, o a figure nate dalla tradizione popolare, come la Veronica. Di questo si parlerà anche attraverso le opere conservate nel Santuario e lungo la Via Sacra, suggerendo un percorso tra le bellezze del Sacro Monte varesino, percorso che, in un secondo momento, potrà snodarsi autonomamente.
Gli appuntamenti offriranno anche l’occasione per scoprire la nuova guida al museo per bambini, scritta da Laura Marazzi e Giovanna Palumbo e con disegni di Chiara Sacchi, pubblicata lo scorso gennaio dalla Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Veduta esterna del museo Baroffio e del Santuario del Sacro Monte Sopra Varese; (fig. 2) Tardo seguace di Robert Campin, Deposizione di Cristo dalla croce, fine secolo XV. Olio su tavola, cm 112x114 (93x89); (fig. 3) Domenico e Lanfranco da Ligurno (attr.), Madonna col Bambino, ultimo decennio secolo XII. Reperto lapideo del Santuario, cm 78x45; (fig. 4) Scuola del Todeschini, Barbiere (Il taglio di capelli), secolo XVIII. Olio su tela, cm 165x135 (146x116); (fig. 5) Ambito di Jan Brueghel II, Allegoria dell'aria e del fuoco. Olio su tela riportata su tavola,cm 66,5x10,5 (50x85,5)

Informazioni utili
Museo Baroffio e del Santuario del Sacro Monte Sopra Varese. Orari: giovedì, sabato e domenica e festivi 9.30-12.30 e 15.00-18.30 (il museo è aperto nei mesi estivi e durante le festività natalizie e pasquali). Ingresso: € 3.00 intero; € 1.00 ridotto (gruppi superiori a 10 persone, visitatori sino a 18 e oltre 65 anni, studenti, soci TCI e possessori di Welcome Card). Visite guidate: Metamusa, tel./fax. 0331.777472 (lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 18.00). Informazioni: Museo Baroffio e del Santuario - dott.ssa Laura Marazzi, tel./fax 0332.212042, e-mail: info@museobaroffio.it. Sito web: www.museobaroffio.it.