ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

domenica 25 gennaio 2009

Busto Arsizio, due giorni di eventi per ricordare la Shoah

Sul palco per non dimenticare. Sul palco per ricordare i milioni di vittime, ebrei e prigionieri politici, che morirono nei campi di concentramento nazisti. Per il nono anno consecutivo, il teatro Sociale di Busto Arsizio ricorda -su iniziativa dell’associazione culturale “Educarte” e con il patrocinio e il contributo economico della Fondazione comunitaria del Varesotto- la Giornata della memoria, momento di riflessione istituito per il 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, con l’obiettivo di «ricordare -come recita la legge 211 del 20 luglio 2000- le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, i cittadini italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati».
Dopo il recital Giustizia, non vendetta (gennaio 2006), incentrato sulla vicenda di Simon Wiesenthal (l’uomo passato alla storia come il «cacciatore dei nazisti»), lo spettacolo Chi vuol vedere la mamma faccia un passo avanti (gennaio 2007), destinato alla memoria dei venti bambini di Bullenhuser Damm, e la rappresentazione Dedicato ad…Angelo (gennaio 2008), tesa a illustrare la drammatica esperienza del cittadino benemerito Angioletto Castiglioni nel lager di Flossemburg, il teatro Sociale di Busto Arsizio volge la propria attenzione a un tema ancora poco trattato dalla cosiddetta «saggistica e storiografia concentrazionaria»: quello della Shoah delle donne.
Nella serata di martedì 27 gennaio (ore 21.00) il ridotto Luigi Pirandello, nuovo spazio della sala bustese consacrato al «teatro di parola e di ricerca», ospita, infatti, la prima nazionale del recital Come una rana d'inverno (L'Olocausto è donna), primo appuntamento di Donna è..teatro, rassegna che prevede fino a maggio 2009 una serie di omaggi a grandi artiste del passato e rappresentazioni di spettacoli e mise en espace, nei quali la figura femminile svolge un ruolo di primo piano.
La nuova produzione del teatro Sociale di Busto Arsizio, il cui titolo è mutuato da un verso del noto incipit di Primo Levi al romanzo Se questo è un uomo, dà voce a quattro storie di donne, ebree e non, che vissero, negli anni dell’infanzia e della prima giovinezza, l’esperienza, inconcepibile e traumatizzante, della deportazione nel campo di concentramento di Auschwitz.
Arianna, Loredana, Teresa e Zita: questi i nomi delle quattro protagoniste, ragazze dagli undici ai venticinque anni, scampate alla follia nazista, le cui vicende, raccontate da Mimma Paulesu Quercioli nel libro L’erba non cresceva ad Auschwitz (Ugo Mursia editore, Milano 1994), sono state adattate per la scena dalla regista bustese Delia Cajelli e verranno rappresentate dalla compagnia Attori del teatro Sociale, con la collaborazione delle allieve della scuola di recitazione Il metodo e di un piccolo gruppo di studenti della scuola primaria Edmondo De Amicis di Busto Arsizio.
Il testo teatrale si configura, dunque, come «una confessione a quattro voci», che, a distanza di settant’anni dalla promulgazione delle leggi razziali e di più di sessant’anni dalla tragedia dell’Olocausto, restituisce la realtà della deportazione al femminile, con le sue varie «tappe»: l'arresto, l'interminabile viaggio nei vagoni piombati, l'arrivo al campo, la selezione e il distacco dalla famiglia, l’umiliazione della spoliazione e dell’immatricolazione, l’offesa della rasatura dei capelli e della depilazione del corpo, l’angoscioso “vivere” quotidiano nelle baracche e, in rari casi, la liberazione e il ritorno a casa, dove le sopravvissute alla Shoah si scontrarono con il muro dell’incomprensione, dell’imbarazzo e del silenzio.
Quello dello spettacolo Come una rana d’inverno. (L’Olocausto è..donna) non è, però, l’unico appuntamento promosso e organizzato dall’associazione culturale Educarte, in occasione la Giornata della memoria 2009. Martedì 26 gennaio, in mattinata (alle ore 10.15), è, infatti, previsto lo spettacolo per bambini C'era una volta il cattivo Adolf (Hitler)..., incentrato sul romanzo storico-biografico Quando Hitler rubò il coniglietto rosa di Judith Kerr, nel quale si racconta il nazismo e l’odio antisemita attraverso gli occhi di una bambina di nove anni, Anna, la cui famiglia fu costretta nel 1933, poco prima della vittoria elettorale di Adolf Hitler in Germania e prima della promulgazione delle leggi razziali, ad abbandonare la sua casa di Berlino e a vivere una vita di profuga in giro per l’Europa, tra Svizzera, Francia e Inghilterra.
Lo spettacolo, per la regia di Delia Cajelli e con gli Attori del teatro Sociale, vedrà la partecipazione di un piccolo gruppo di allievi della scuola primaria Edmondo De Amicis e affronterà il tema dell’essere bambini all’epoca della Shoah, anche attraverso il racconto, in forma di favola, di vicende raccontate nei libri Come mio fratello di Uwe Timm (Mondadori, Milano 2003), ritratto di una generazione che ha reso possibile l’avvento del nazismo in Germania, L’amore mio non può di Lia Levi (Edizioni e/o, Roma 2006), storia di una bambina il cui padre si è ucciso a causa delle leggi razziali, e L’isola in via degli Uccelli di Uri Orlev (Salani editore, Milano 1993), narrazione delle peripezie di un bambino ebreo, amante dei libri d’avventura e di Robinson Crusoe, sopravvissuto alla repressione nazista, rimanendo a lungo nascosto sui tetti di una Varsavia deserta e spettrale.
Martedì 27 gennaio, sempre in mattinata (ore 10.15), si terrà, invece, il recital Se questo è un uomo, tratto dall’omonimo racconto che lo scrittore piemontese Primo Levi compose, tra il dicembre del 1945 e il gennaio del 1947, per documentare la drammatica condizione degli ebrei nei campi di concentramento e per raccontare la sua stessa vicenda di deportato ad Auschwitz.
Lo spettacolo, che dal 30 aprile 1997 (data del suo debutto) viene ininterrottamente rappresentato in teatri, auditorium e scuole del nord Italia, si configura come un documento-reportage dal lager, in cui attraverso parole, rumori come lo sferragliare del treno, canti yiddish e musiche del tempo e non, quali Il vecchio e il bambino di Francesco Guccini e l’aria Lili Marlene di Hans Leip, resa famosa dall’interpretazione di Marlene Dietrich, si viene condotti alla scoperta dei ritmi di vita e delle storie di chi è stato prigioniero nelle fabbriche della morte del regime nazista, di chi è sopravvissuto e ha potuto raccontare l’orrore del folle «piano hitleriano di epurazione della razza ebraica», ma anche dei tanti che non hanno fatto più ritorno alle proprie case.
A portare in scena il testo –passato alla storia come «uno dei libri più alti sull'inferno dei lager»- sarà la compagnia Attori del teatro Sociale, sotto la regia di Delia Cajelli. Per il tredicesimo anno consecutivo, dunque, tra le pareti della sala di piazza Plebiscito risuoneranno i celebri versi che Primo Levi scrisse in apertura di “Se questo è un uomo”, quale invito ai contemporanei e agli uomini di domani a mantenere vivo il ricordo dell’Olocausto: «Voi che vivete sicuri / Nelle vostre tiepide case, / Voi che trovate tornando a casa / Il cibo caldo e visi amici / Considerate se questo è un uomo / Che lavora nel fango / Che non conosce pace / Che lotta per mezzo pane / Che muore per un sì e per un no. / Considerate se questa è una donna, / Senza capelli e senza nome / Senza più forza di ricordare. Vuoti gli occhi e freddo il grembo. Come una rana d’inverno. […] Meditate che questo è stato: / Vi comando queste parole. / Scolpitele nel vostro cuore / Stando in casa / andando per via, / Coricandovi alzandovi; / Ripetetele ai vostri figli […]».
Lo spettacolo “Come una rana d’inverno” è destinato al pubblico adulto e alle famiglie; gli appuntamenti del mattino, che dato l’elevato numero di adesioni si terranno nella «sala grande» del teatro Sociale, sono riservati alle scuole di ogni ordine e grado. La favola C’era una volta il cattivo Adolf (Hitler)…, cui prenderanno parte oltre 350 alunni, è stata pensata per gli alunni delle scuole primarie; il recital Se questo è un uomo, che vedrà la partecipazione in qualità di spettatori di 300 giovani, è rivolto agli studenti delle medie inferiori e superiori. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero e gratuito.

Didascalie delle immagini
Scene di alcuni spettacoli sulla Shoah prodotti dal teatro Sociale di Busto Arsizio tra il 2005 e il 2009. Foto: teatro Sociale di Busto Arsizio

Informazioni
Il teatro Sociale srl, piazza Plebiscito 1, 21052 Busto Arsizio (Varese), tel. 0331 679000, fax. 0331 637289, info@teatrosociale.it, www.teatrosociale.it

giovedì 8 gennaio 2009

Da Brescia a Passariano, nuova avventura per il curatore Marco Goldin

Un addio e un arrivederci nel nome dello stesso pittore. Marco Goldin, direttore della società Linea d’ombra libri e curatore di mostre-monstre dai budget stratosferici e dalle interminabili code agli ingressi, saluta la città di Brescia e il museo di Santa Giulia con l'antologica Zigaina. Opere scelte 1976-2006. E dà appuntamento ai suoi ammiratori nel piccolo centro di Passariano di Codroipo, nella provincia di Udine, dove il prossimo 21 marzo inaugurerà, proprio con una grande retrospettiva dedicata a Giuseppe Zigaina, la nuova gestione della cinquecentesca villa Manin, sede espositiva di proprietà della Regione Friuli Venezia Giulia, che fu scenario nel 1797 della firma del Trattato di Campoformio e che vide soggiornare tra le sue sale Napoleone Bonaparte e Giuseppina Beauharnais.
Dopo la quasi decennale avventura impressionista in quel di Treviso, che fece della Casa dei Carraresi la reggia italiana della pittura en plein air in terra di Francia, e il mai avviato rapporto di collaborazione con la città di Verona, distinto dal flop della mancata inaugurazione della mega-mostra alla Gran Guardia con i capolavori del Louvre, Marco Goldin sembra, infatti, aver collezionato un nuovo benservito. Nei giorni scorsi, durante la presentazione dei dati sulla rassegna bresciana Van Gogh. Disegni e dipinti. Capolavori dal Kröller-Müller Museum, visitabile ancora per un mese al museo di Santa Giulia, il critico veneto ha tenuto a precisare che «l’attuale amministrazione non ha mai risposto alle due lettere inviate nel mese di ottobre, in cui venivano formulate proposte di collaborazione». Un silenzio, quello della nuova giunta capitanata da Adriano Paroli, che non lascia presagire nulla di buono, anche perché il contratto che legava lo studioso trevigiano alla Loggia è ormai scaduto. E mentre nella «Leonessa d’Italia» circolano, ormai da questa estate, i nomi di Giorgio Cortenova e Vittorio Sgarbi come possibili coordinatori della nuova politica culturale della città lombarda, Marco Goldin ritorna nel suo nord-est grazie a un accordo biennale siglato tra Linea d’Ombra libri e l’Azienda speciale villa Manin.Quattro le mostre in programmazione, «finalizzate -si legge nella nota stampa- a riannodare un contatto diretto con il territorio, prevedendo due rassegne di artisti del Friuli Venezia Giulia e due di carattere internazionale, significativamente motivate dalla posizione ponte della regione con la Mitteleuropa e l'est Europa, stimolando la rivitalizzazione dei rapporti verso quell'ampia area». Si inizia appunto il 21 marzo con l'inaugurazione di un'ampia antologica dedicata a Giuseppe Zigaina, nel suo ottantacinquesimo anniversario dalla nascita. Una prestigiosa retrospettiva, quella di Passariano, grazie alla quale sarà possibile vedere, fino al 30 agosto, un cospicuo numero di lavori realizzati dall’artista friulano tra il 1942 e i giorni nostri. Si prosegue, quindi, con L'età di Corot e Monet. La diffusione del Realismo e dell'Impressionismo nell'Europa centrale e orientale (26 settembre 2009-7 marzo 2010), che raccoglie un centinaio di opere, provenienti da importanti musei americani ed europei, tese a raccontare la grande influenza che la pittura francese ebbe sulla pittura del centro ed est europeo, prima con gli esempi di Corot e Courbet e, poi, con quelli di Monet, Manet e compagni. Una mutazione nell'originalità pittorica, quella operata dalla scuola francese, che si ritrova in grandi maestri attivi sul territorio, da Levitan a Klever, da Chelmonsky a Merse, da Rohlfs a Calame, dal primo Hodler a Mauve, dal primo Ensor al primo Kandinsky e al primo Malevich, solo per fare alcuni nomi.
Il 2010 si aprirà, dunque, con un omaggio alla tradizione pittorica friuliana: la collettiva I Basaldella (27 marzo-29 agosto 2010), realizzata in occasione del centenario della nascita di Mirko Basaldella e a oltre vent'anni di distanza dall'esposizione che la Galleria d'arte moderna di Udine dedicò a lui ed ai suoi fratelli, Afro e Dino. Sarà, poi, la volta della grande mostra internazionale Da Böcklin a Klimt a Schiele. Dal Simbolismo alla Secessione tra Monaco e Vienna (25 settembre 2010-6 marzo 2011), che ripercorrerà, facendo ricorso a cento importanti dipinti provenienti da musei di tutto il continente, la stagione in cui la pittura della Mitteleuropa, tra il simbolismo di Von Stück e Böcklin da un lato e il gusto secessionista di Klimt e Schiele dall'altro, costituì una superba alternativa ai francesismi che popolavano tanti luoghi del Vecchio continente.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Marco Goldin a teatro; [fig. 2] Villa Manin a Passariano di Codroipo (Udine); [fig. 3] Museo di Santa Giulia a Brescia; [fig. 4] Giuseppe Zigaina, Girasoli n. 2, 2000, olio su tela, cm 140 x 130 (l’opera è esposta Brescia, nelle sale del museo di Santa Giulia).

Per saperne di più
www.lineadombra.it

Vedi anche
Marco Goldin e la sua Treviso impressionista
Marco Goldin e il flop di Verona

mercoledì 17 dicembre 2008

Premio Paolo Costantini, teorici e storici della fotografia contemporanea a concorso

Ultime settimane disponibili per partecipare al premio Paolo Costantini, promosso dal Museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo. E’, infatti, fissato a sabato 10 gennaio 2009 il termine ultimo di consegna degli elaborati da presentare per l’iscrizione alla terza edizione del concorso lombardo, nato quattro anni fa al fine di promuovere la riflessione teorica e la ricerca storica e storiografica sulla fotografia e di favorire la circolazione di idee e di saperi necessari al dibattito contemporaneo e alla crescita della cultura fotografica e più in generale artistica in Italia.
Il premio, a cadenza biennale, è dedicato alla memoria di Paolo Costantini, storico e critico della fotografia, ed è riservato a saggi inediti, di taglio storico/critico sulla fotografia contemporanea, riguardanti cioè il periodo storico dal secondo dopoguerra ad oggi, e redatti in lingua italiana.
La lunghezza massima del testo da presentare (sono escluse dal concorso le tesi di laurea) è di quattrocento cartelle, comprese note, bibliografie e qualsiasi tipo di apparati. Il saggio, che andrà spedito in cinque copie cartacee al Museo di fotografia contemporanea, può essere corredato da un numero massimo di trenta tavole illustrate in bianco e nero o a colori.
La giuria della terza edizione del premio, che consiste nella pubblicazione integrale del lavoro del vincitore in un volume della collana Quaderni di Villa Ghirlanda, è composta da: Elio Grazioli, critico d’arte e curatore; Silvia Paoli, conservatore del Civico archivio fotografico di Milano; Tiziana Serena, docente di Storia della fotografia all’Università di Firenze; Franco Vaccari, artista e teorico della fotografia; Roberta Valtorta, Direttore scientifico del Museo di fotografia contemporanea.
Il nome del vincitore sarà reso pubblico nel giugno 2009; la pubblicazione del saggio è prevista per la fine del prossimo anno.
Il concorso ha visto, nella sua fase pilota, vincere Sergio Giusti, con il saggio La caverna chiara. Fotografia e campo immaginario ai tempi della tecnologia digitale. Nella seconda edizione, il premio Paolo Costantini non è, invece, stato assegnato, poiché la giuria ha ritenuto che nessuno dei testi pervenuti fosse sostenuto da un rigoroso lavoro di ricerca, né presentasse una adeguata elaborazione dei temi teorico-critici scelti o una soddisfacente chiarezza di formulazione.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo (Milano). Immagine della reception e del bookshop; [fig. 2] Museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo (Milano). Immagine della sala espositiva

Informazioni utili Premio Paolo Costantini per la saggistica sulla fotografia. Ente banditore: Museo di Fotografia Contemporanea. Data di consegna: 10 gennaio 2009. Informazioni, bando e regolamento: villa Ghirlanda, via Frova 10 - 20092 Cinisello Balsamo - Milano, tel. 02.6605661, e-mail: premiocostantini@museofotografiacontemporanea.org. Sito web: www.museofotografiacontemporanea.org.

mercoledì 10 dicembre 2008

A Trento diciotto Amleto per uno scettro, quello del premio «Fantasio Piccoli»

Diciotto giovani registi, diciotto spettacoli di qualità e un unico testo da mettere in scena: l'Amleto di William Shakespeare. Si potrebbe riassume così l’undicesima edizione del Festival internazionale di regia teatrale-Premio Fantasio Piccoli, organizzato dalla Compagnia Gianni Corradini e da Estroteatro, la cui fase finale va in scena venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 dicembre al teatro San Marco di Trento.
Il concorso, nato nel 1997 da un'idea di Gianni Corradini e Leonardo Franchini, è considerato una delle manifestazioni più importanti e più interessanti del panorama internazionale e vede ogni anno la partecipazione di numerosi artisti provenienti da tutto il mondo, quest’anno in particolare da Italia, Spagna, Francia, Germania, Regno Unito e Brasile. Il motivo è presto detto: non esiste nel nostro Paese un festival che metta in risalto la figura del regista, nella cui mente prende vita la messa in scena dell’opera, tutto ciò che intorno ad essa ruota, dalla scenografia ai costumi, e la caratterizzazione dei personaggi.
Il successo del festival, dedicato alla memoria di Fantasio Piccoli, regista milanese e direttore del teatro Stabile di Bolzano dal 1950 al 1965, sta, forse, nella sua formula. Tutto parte da un gioco: gli organizzatori prendono un testo, uguale per tutti i registi (quest’anno Amleto di William Shakespeare), e li invitano a metterlo in scena con la massima libertà, ciascuno secondo la sua filosofia e il suo «fare teatro». L'unico vincolo da rispettare è quello della durata: ogni spettacolo deve essere lungo al massimo 18 minuti. Forse pochi per esprimere tutto il proprio talento, ma sufficienti per portarsi a casa numerosi premi in denaro e la promessa di produrre il proprio lavoro, con residenza e teatro a disposizione del regista e della compagnia vincitrici per venti giorni. Un’offerta ghiotta, questa, che ha portato oltre quattrocento registi ad iscriversi all’edizione 2008 del premio Fantasio Piccoli. Tra di loro, oltre centoventi hanno partecipato ai dodici festival regionali in programma su tutto il territorio nazionale, che hanno portato alle selezione dei diciotto finalisti. Per ogni tappa, una giuria di professionisti dello spettacolo ha, infatti, designato un vincitore e segnalato alcuni artisti giudicati comunque all’altezza della finale, dei quali tre sono stati ripescati. Un'altra commissione ha, invece, selezionato tre progetti di regia tra gli oltre venti giunti da tutto il mondo.
Molto alta la qualità riscontrata dalle giurie nelle varie selezioni, dove il compito di designare un unico vincitore si è dimostrato spesso arduo. In generale i registi hanno restituito maggiormente un Amleto comico-grottesco, con un forte utilizzo della multimedialità per un teatro più sperimentale che classico. Da segnalare un fatto molto particolare: su diciotto registi in finale, dodici sono donne.
La finale sarà presieduta da tre giure: la giuria tecnica, formata da professionisti dello spettacolo (Mariano Furlani - regista, Pino Petruzzelli - regista/attore, Giovann Moleri - regista e direttore dell'Accademia di regia del Teatro dell'Aleph, Franco Oss Noser - firettore Centro Santa Chiara, Virginia Somadossi - Festival Drodesera e Drodesera Fies Factory One, Antonia Dalpiaz - scrittrice e critica teatrale, David Hein - vincitore edizione 2007 del festival, Maria Zini - presidente organizzazione), che designerà il vincitore del festival; le altre due giurie, la giuria giovani (formata da allievi delle scuole di teatro di Trento) e la giuria pubblico eleggeranno il loro vincitore, che riceverà una targa di riconoscimento.

Didascalie delle immagini
[fig. 1, 2 e 3] Immagini tratte dagli allestimenti dell’Amleto di William Shakespeare, presentati ai Festival regionali dell’XI edizione del Festival internazionale di regia teatrale-Premio Fantasio Piccoli

Informazioni utili
Festival internazionale di regia teatrale-Premio Fantasio Piccoli 2008. Teatro San Marco, via San Bernardino - Trento. Venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 dicembre, ore 21.00. Ingresso: intero € 8.00, universitari, allievi scuole di teatro, registi partecipanti alle selezioni € 5.00, Tessera 3 serate intera € 16.00, Tessera 3 serate ridotta € 10.00, Ingresso gratuito per registi e attori in gara, registi segnalati. Per informazioni e prenotazioni : tel. 349.8673463. Sito Web: www.festivalregia.it.

A Venezia una settimana per conoscere il teatro spagnolo contemporaneo

Sarà la prima nazionale dello spettacolo La riga nei capelli di William Holden, diretto da Giuseppe Emiliani, a tenere a battesimo la Settimana del teatro spagnolo contemporaneo, vetrina sulla nuova drammaturgia ispanica, ideata e diretta da Adriano Iurissevich, con la collaborazione di Maria del Valle Ojeda e Marco Presotto, che fino a giovedì 18 dicembre animerà calli e campielli della città di Venezia.
L’appuntamento è fissato per le 21.00 di questa sera, mercoledì 10, al teatro Fondamenta Nuove, dove gli attori Rita Maffei, Adriano Iurissevich e Giorgio Bertan porteranno in scena l’originale testo di José Sanchis Sinisterra, canto d'amore teatrale per il cinema, quello delle sale affollate e fumose, quello dell’era antecedente al predominio della televisione, dei multisala e dell'home-video.
La trama dello spettacolo, che verrà replicato nelle serate di giovedì 11 e venerdì 12 dicembre (€ 12 intero, € 10 ridotto, € 8 soci Vortice, € 2.50 carta Giovani a teatro), sempre alle 21.00, racconta la storia di Esteban, un marinaio che, dopo trenta anni di peregrinazioni per mare, ritorna nella città della sua giovinezza, e spinto dal caso o dalla nostalgia, entra nel vecchio cinema, dove andava in compagnia di Caterina, la ragazza dei suoi diciotto anni. La sala è deserta e impolverata e vi è una sola spettatrice. Il film non inizia e tra i due prende forma, a poco a poco, un dialogo frammentato e bizzarro, a colpi di citazioni da film, di allusioni e rifiuti, giochi della memoria, schermaglie e provocazioni. Nel procedere dell’azione si fa strada nel pubblico un dubbio: che Caterina sia in realtà la fidanzata che Esteban abbandonò trent’anni prima senza preavviso?
Si apre, dunque, all’insegna dei ricordi e delle domande la Settimana del teatro spagnolo contemporaneo di Venezia, rassegna che prevede anche, per le giornate da giovedì 11 a sabato 13 dicembre, un convegno ricco di incontri con autori, studiosi e artisti italiani e spagnoli, dal titolo Drammaturgia contemporanea tra impegno politico e ricerca formale.
L’appuntamento si articolerà tra l’Auditorium Santa Margherita, Il teatro Fondamenta Nuove e il teatro Junghans e vedrà interventi, tra gli altri, del drammaturgo spagnolo José Sanchis Sinisterra e dei professori Ricard Salvat (Università di Barcellona), Roberto Tessari (Università di Torino), Fabrizio Borin, Marco Presotto, Paolo Puppa, Paola Mildonian e Silvia Monti (Università Ca’ Foscari di Venezia) e dell’attrice Antonella Caron. Chiuderà le tre giornate di studio lo spettacolo Hamelin di Juan Mayorga, per la regia di Manuela Cherubini, che andrà in scena alle 21 di sabato 13 dicembre al teatro Aurora di Marghera.
Il programma della Settimana del teatro spagnolo contemporaneo, manifestazione promossa dall’associazione VeneziaInscena e dall’Università Ca’ Foscari di Venezia-Dipartimento di americanistica, iberistica e slavistica, prevede anche, nella mattinata di giovedì 11, la proiezione del film Ay Carmela! di Carlos Saura, tratto dall’omonimo testo di Sinisterra (durata 102') e con Carmen Maura, e un laboratorio intensivo di specializzazione per attori con José Sanchis Sinisterra.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Una scena de La riga nei capelli. Foto: Nicola Monaco. [fig. 2] Rita Maffei e Adriano Iurissevich. Foto: Nicola Monaco
[Le immagini sono state messe a disposizione da Elena Casadoro, ufficio stampa della manifestazione per conto di VeneziaInScena]

Informazioni utili
Settimana del teatro spagnolo contemporaneo. I luoghi: teatro Junghans, Giudecca 494/b - Venezia; Teatro Fondamenta Nuove, Cannaregio 5013 - Venezia; Auditorium Santa Margherita, Dorsoduro 3688 - Venezia. I giorni: 10-18 dicembre 2008. Informazioni utili: VeneziaInscena - Centro di formazione e produzione teatrale, Cannaregio 472 - 30121 Venezia, tel/fax 041.720635, e mail: direzione@veneziainscena.com. Sito web: www.veneziainscena.com o www.casadellacommedia.it.