ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

martedì 9 giugno 2009

«Paulus», uno spettacolo per scoprire l'«apostolo delle genti»

«Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me»: è con queste parole, poste in chiusura del breve profilo autobiografico contenuto nella Lettera ai Galati, che san Paolo di Tarso racconta la sua conversione al cristianesimo, il suo sconvolgente incontro-scontro con la persona di Gesù, il Risorto, lungo la via di Damasco. Un episodio, questo, che è al centro dello spettacolo “Paulus, l’apostolo delle genti”, promosso dal teatro Sociale di Busto Arsizio, in collaborazione con la Parrocchia prepositurale di san Giovanni Battista, nell’ambito di BA Estate 2009 e nella cornice delle celebrazioni per l’anno paolino, indetto da papa Benedetto XVI in occasione del secondo millennio dalla nascita del santo e martire di origine asiatica, che è considerato, insieme con Pietro, stella di prima grandezza della Chiesa delle origini.
Mercoledì 10 giugno, a partire dalle 21.00, il santuario di santa Maria di piazza, piccolo gioiello rinascimentale, di impianto bramantesco, che al suo interno accoglie opere di Gaudenzio Ferrari e Bernardino Luini, si trasformerà, dunque, in palcoscenico. Sarà, infatti, in questi spazi che gli attori Ambra Greta Cajelli, Gerry Franceschini, Mario Piciollo e Anita Romano, con la collaborazione del giovane Fabio Gentile, dell’organista Marco Carraro e della cantante Tina Mancuso, narreranno la vita di Paolo di Tarso, l’uomo passato alla storia come il «tredicesimo apostolo», ossia il discepolo che non conobbe personalmente Gesù Cristo, ma che fu zelante e instancabile messaggero del suo Vangelo nel mondo mediterraneo antico, dalla Siria all’Asia minore, dalla Grecia a Roma.
Lo spettacolo, su testo e per la regia di Delia Cajelli, è ispirato agli Atti degli apostoli, nella cui ampia seconda parte l’evangelista Luca descrive il ministero itinerante di san Paolo, nonché alle tredici lettere paoline, opere, scritte negli anni 50 del I secolo e raccolte nel Nuovo Testamento, che offrono un prezioso ventaglio di insegnamenti morali, illuminazioni dottrinali e verità teologiche.
Partendo dalla lapidazione del protomartire Stefano, la rappresentazione, agile e coinvolgente, ripercorre, tassello dopo tassello, le tappe più significative del percorso, storico ed interiore, che portò il giovane Saulo, fiero sostenitore delle tradizioni dei padri e accanito persecutore dei cristiani, a diventare «Paolo, l’apostolo delle genti». La conversione sulla via di Damasco, la cecità, il battesimo da parte di Anania, i tanti viaggi missionari in giro per il mondo, l’incontro con l’apostolo Pietro, il martirio al tempo dell’imperatore Nerone e la decapitazione sono solo alcune delle scene che sarà possibile “rivivere”.
«Il pubblico avrà un ruolo attivo nello spettacolo –spiega la regista Delia Cajelli-: verrà invitato a porre domande agli attori, così da riflettere sull’attualità del pensiero paolino, sul fascino di un messaggio che parla di vita, fede, speranza, coraggio e carità».
L’ingresso è libero e gratuito. Per informazioni è possibile contattare la segreteria del teatro Sociale di Busto Arsizio, in orario d’ufficio (dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00; il sabato, dalle 9.00 alle 12.30), allo 0331 679000.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Joseph Benoit Suvee, La predicazione di S. Paolo, 1779 circa, Los Angeles; [fig. 2] Esterno del santuario di santa Maria di piazza, in Busto Arsizio (Varese); [fig. 3] Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, La conversione di san Paolo, 1600-1601, Roma.

Informazioni utili

Paulus, l'apostolo delle genti. Santuario di santa Maria di piazza, piazza Santa Maria - Busto Arsizio (Varese). Data: mercoledì 10 giugno 2009, ore 21.00. Ingresso libero e gratuito. Informazioni: teatro Sociale di Busto Arsizio, tel. 0331.679000.

Vedi anche
Anno paolino, in mostra a Roma la Bibbia carolingia

domenica 7 giugno 2009

Italiani alla 53° Biennale di Venezia. Tra futurismo e secessione

«Bruciamo le gondole, sedie a dondolo per cretini, e innalziamo fino al cielo l'imponente geometria dei ponti metallici e degli opifici chiomati di fumo […]. Venga finalmente la divina luce elettrica a liberare Venezia dal suo venale chiaro di luna da camera ammobiliata». Era il 1910 e i futuristi, capitanati da Filippo Tommaso Marinetti, sbarcavano in Laguna, pronti a lanciare il loro guanto di sfida alle leggi ferree e polverose delle Accademie, ma anche e soprattutto alle «scelte passatiste» della Biennale. Negli spazi di Ca’ Pesaro, luogo che la duchessa Felicita Bevilacqua La Masa aveva destinato ad artisti rivoltosi e anticonformisti, andava in scena una bella rassegna «secessionista» di Umberto Boccioni, a cura di Nino Barbantini, nella quale era possibile ammirare, tra l’altro, «Rissa in galleria» e «La città che sale». Da allora, sono passati quasi cent’anni e la storia sembra ripetersi. Ma a parti inverse.
La 53° Esposizione internazionale d’arte visiva di Venezia, intitolata dal curatore Daniel Birnbaum «Fare mondi/Making Worlds», porta, infatti, negli spazi ufficiali del nuovo Padiglione Italia, alle Tese delle Vergini dell’Arsenale, un omaggio agli eredi di Fortunato Depero e Giacomo Balla. Gli oltre 1800 metri quadrati che si affacciano sull’adiacente Giardino delle Vergini ospitano, infatti, la mostra «Collaudi. Omaggio a F.T. Marinetti», organizzata dalla PARC - Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanee del ministero per i Beni e le Attività culturali e curata da Luca Beatrice e Beatrice Buscaroli. Sul Canal Grande tornano, invece, i «capesarini», i refusés della Biennale, riuniti da Milovan Farronato nella rassegna «Non voltarti adesso/Don’t Look Now», promossa dalla Fondazione Musei civici veneziani e posta sotto l’ala protettiva della Fondazione Bevilacqua La Masa.
Entrambe le scelte artistiche lasciano con l’amaro in bocca. Non convincono la ventina di autori selezionati dal «duo B&B», che con molte delle loro opere si rivolgono alla «tradizione più domestica e rassicurante» (per usare un’espressione di Natalia Aspesi), né tantomeno la decina dei giovani contestatori di quella che in tanti hanno chiamato, pomposamente, la «Secessione veneziana». Anzi le vedute di Davide Nido e il teatrino luminoso di Marco Lodola, da una parte, e gli scheletri d’ombrello di Paolo Gonzato e i giochi di specchi di Nico Vascellari, dall’altra, finiscono per rovinare quella che dovrebbe essere una vera festa per Venezia: la riapertura, dopo trent’anni, del secondo piano di Ca’ Pesaro, mille metri quadrati di straordinaria architettura, affacciati sul Canal Grande e popolati da opere di Adolfo Wildt, Medardo Rosso, August Rodin, Emilio Vedova, Antonio Mancini e Giulio Aristide Sartorio, quest’ultimo grande protagonista con il ciclopico fregio «Ciclo del vita», realizzato per il Padiglione Italia della Biennale del 1907, capolavoro assoluto di un’originale pittura scultorea simbolista.
Più interessante la proposta italiana all’interno della mostra curata da Daniel Birnbaum ai Giardini e all’Arsenale. Accanto ai Leoni d’Oro Yoko Ono e John Baldassari, a maestri scomparsi come Öybind Fahlström e Gordon Matta Clark, ad artisti poetici e complicati come Joan Jonas e Yona Friedman e a guru dell’arte come Gilbert& George, tra i novanta autori selezionati per la cinquantatreesima edizione della «Biennale delle Biennali, ci sono una decina di artisti, più o meno conosciuti, del nostro Paese. Tra di loro spiccano, lo “storicissimo” Gino De Dominicis, Massimo Bartolini, che ha ridisegnato giocosamente lo spazio Educational, Michelangelo Pistoletto, con i suoi specchi rotti, e Lara Favaretto, con la sua strana palude tra il verde del giardino dell’Arsenale. Il nuovo incontra, dunque, il passato prossimo, così come avviene in tutta la raffinata esposizione di «Fare mondi/Making Worlds».

Didascalia delle immagini
[fig. 1]Michelangelo Pistoletto, Seventeen Less One, 2008. specchi, legno | mirrors, wood
17 elementi | elements, 243 x 178 cm ognuno | each vista | view Yokohama Triennale. Photo: Ueno Norihiro. Courtesy Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Le Moulin; [fig. 2]Lara Favaretto, Project for a Momentary Monument (Swamp), 2009. Black peat, vegetal earth, volcanic sand, fresh water, aquatic algae, iron, wood. Giardino delle Vergini, Arsenale di Venezia. Courtesy: the Artist and the Galleria Franco Noero, Turin; [fig. 3]Massimo Bartolini, Sala F (sketch), 2009. Palazzo delle Esposizioni, Giardini della Biennale, Venice


Informazioni
La Biennale di Venezia. 53. Esposizione Internazionale d’Arte. Fare Mondi // Making Worlds.
Giardini e Arsenale - Venezia. Orari: dalle 10 alle 18 - Giardini, chiuso il lunedì (escluso lunedì 16 novembre) -Arsenale, chiuso il martedì (escluso martedì 17 novembre).Ingresso: € 18,00.
Catalogo Marsilio editore, Venezia.
Informazioni: tel. 0415218828. Fino al 22 novembre 2009.

giovedì 28 maggio 2009

Dagli anni Cinquanta al futuro: sulle ali del tempo con Fashion Dance School Ballet

Dal mito degli anni Cinquanta al sogno del mondo che verrà, seguendo il filo rosso della passione per la danza. Mette in azione la macchina del tempo la Fashion Dance School Ballet, scuola di danza classica e moderna fondata una decina di anni fa da Anna Mondini e François Jaune nel centro di Busto Arsizio, e più precisamente negli spazi della Società sportiva Nuova Olimpia asd, dove la stessa Anna Mondini mosse i suoi primi passi da ballerina con Giovanna Monoli, oggi responsabile dell’organizzazione e delle pubbliche relazioni.
Getta, dunque, un ponte tra passato e futuro, tra ricordi e speranze la due giorni di spettacoli che la scuola di via XX settembre organizza presso il teatro Sociale di Busto Arsizio per le serate di giovedì 4 e venerdì 5 giugno, a partire dalle 21.00. Una vera e propria «vetrina della danza», questa, nata dalla passione e dalla competenza di un qualificato team di insegnanti e coreografi, composto dalla direttrice artistica Anna Mondini e da François Jaune, Roberta Lupi, Francesca Re Cecconi, Laura Bozzetti, Claudia Pintus, Riccardo Bonardi e Amos Giani.
A dare il via al viaggio a passi di modern, classico, jazz, hip hop, contact e break-dance della scuola bustese sarà lo spettacolo Vespa, mon amour! A passeggio nel tempo…, nato da un’idea di François Jaune e per la regia di Anna Mondini e Laura Bozzetti, durante il quale si esibirà un gruppo di allieve dai 3 ai 12 anni.
La lettera, fittizia, di un nonno alla nipotina, interpretata dalla voce recitante di Max Pinciroli, sarà l’espediente per una passeggiata nella nostra storia più recente, dagli anni Cinquanta, la leggendaria epoca della Vespa Piaggio e degli hula hoop, al 1980 e dintorni, il periodo in cui nel Bronx di New York si affermava la cultura dell’hip hop e della street art.
Ma che freddo fa di Nada, Be Bop a Lula di Gene Vincent, Mamma mia degli Abba, Tutti frutti di Little Richard, Disco inferno dei Trammps e I Like Chopin dei Gazebo, ma anche Le mille blu di Mina, Sapore di sale di Gino Paoli e Guarda come dondolo di Edoardo Vianello sono alcune delle canzoni scelte da Roberto Merlo come colonna sonora dello spettacolo, durante il quale verranno presentate una quindicina di coreografie fresche, colorate, spiritose e cariche di joie de vivre, firmate da Anna Mondini, dalla giovane Laura Bozzetti, responsabile della sezione Baby jazz e moderno, e dagli insegnanti di hip hop e break-dance Riccardo Bonardi e Amos Giani. L’appuntamento vedrà anche la partecipazione della Bailando Dance School, diretta da Ricky Rubino, che proporrà una performance di balli caraibici dal titolo Bailando.
E’, invece, il futuro, con le sue battaglie da Guerre stellari e i suoi sorprendenti effetti speciali, il protagonista dello spettacolo “I guerrieri della luce”, nato da un’idea di François Jaune e per la regia di Anna Mondini, che vedrà in scena nella serata di venerdì 5 giugno le allieve e le ballerine dai 12 ai 30 anni.
Nascita, Risveglio, Combattimento, Sentiero, Trasformazione, Anima, Tempio e Ali: basta una veloce scorsa ai titoli di alcune coreografie (studiate dagli stessi Anna Mondini e François Jaune, con Riccardo Bonardi, Francesca Re Cecconi, Claudia Pintus, Paolo Morrone e Romina Saillant) per capire che questo appuntamento, raffinato e filosofico, prende spunto da uno dei libri più conosciuti dello scrittore e poeta brasiliano Paolo Coehlo, il Manuale del guerriero della luce, una raccolta di preziosi consigli e indicazioni per compiere il proprio cammino di ricerca interiore e giungere al compimento della propria «leggenda personale».
La serata, durante la quale verranno assegnate anche tre borse di studio ad alunni talentuosi e meritevoli, vedrà, inoltre, una performance di Claudia Pintus e la partecipazione del gruppo Work in Progress di Romina Saillant.
Un’ottima occasione, dunque, questi due appuntamenti non solo per immergersi nella magica atmosfera della danza, ma anche per conoscere la molteplice attività della Fashion Dance School Ballet: una scuola che non solo propone corsi per bambini ed adulti, ma anche stage e workshop con ballerini professionisti, un programma intensivo per adolescenti (il Pro Academy) e un percorso triennale post-diploma (il Project Dance Teacher), teso alla formazione di insegnanti di danza moderna, che viene certificato a Bruxelles da Université Europeenne Jean Monnet Aisbl.
I biglietti, il cui costo di ingresso è di euro 15.00 per ogni singolo spettacolo, sono in vendita dal lunedì al venerdì, dalle 16.00 alle 21.30, presso la sede della Fashion Dance School Ballet-Società sportiva Nuova Olimpia (via XX settembre 8) e nelle serate di giovedì 4 e venerdì 5 giugno al botteghino del teatro Sociale (piazza Plebiscito 8). Per informazioni è possibile contattare la segreteria della scuola al numero 0331.679480.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Scena di BabyDance; (fig. 2] Locandina dello spettacolo I guerrieri della luce; [fig. 3] Ritratto di Anna Mondini, direttrice artistica della Fashion Dance School Ballet; [fig. 4] Ritratto di
François Jaune.

Informazioni utili
Vespa, mon amour. A passeggio nel tempo...
e I guerrieri della luce. Teatro Sociale, piazza Plebiscito 8 - 21052 Busto Arsizio (Varese). Data: giovedì 4 e venerdì 5 giugno 2009, ore 21.00. Ingresso: € 15.00. Sito internet: www.teatrosociale.it.