ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 22 maggio 2013

Varese, «Art in nature» a villa Panza

Sarà l’artista inglese Stuart Ian Frost (Bath, 1960) ad inaugurare «Art in nature», progetto triennale che Emanuele Montibeller, direttore artistico di Arte Sella, manifestazione internazionale che si svolge all’aperto in Trentino Alto Adige, ha ideato per il parco di villa Panza, dimora varesina del Fai (Fondo per l’ambiente italiano).
L’iniziativa, che verrà inaugurata sabato 25 maggio, prevede il coinvolgimento di tre artisti internazionali, attivi nel campo della Land art, che presenteranno, tra il 2013 e il 2015, altrettante installazioni site-specific, realizzate dopo un periodo di residenza durante il quale si potranno confrontare con lo scenografico contesto architettonico e naturalistico della residenza sul colle di Biumo, dando vita a un dialogo serrato tra l’opera e l’ambiente.
Ad inaugurare il progetto saranno tre installazioni di Stuart Ian Frost, artista diplomatosi in scultura al Royal College of Art di Londra, con lavori esposti al National Museum of Decorative Arts di Tronheim, all'Hå County Council, il Norwegian Art Council, al West Norway Museum of Decorative art e al Corston Business Park di Bath. Le sue opere, composte da materiali provenienti dal territorio con l’impiego di più di 30mila blocchi di legno di faggio, sono destinate a dissolversi, con il trascorrere del tempo e sotto l'azione degli elementi naturali.
La produzione dell’artista si caratterizza, da sempre, per l'interesse nei confronti della fisicità degli oggetti naturali, il loro luogo specifico all'interno dell’ambiente e il loro rapporto con la cultura, la storia e i miti. Dalla vegetazione verde e rigogliosa del Centro America o dalle pianure arse dal sole, ai ghiacciai e agli innevati paesaggi di montagna della Scandinavia, Stuart Ian Frost ha lavorato, in tutti questi luoghi, con i materiali naturali disponibili. Le sue installazioni si sono avvalse così di sostanze quali la corteccia di abete della Foresta Nera, le felci della Foresta di Dean in Inghilterra, il ghiaccio della Finlandia, i papiri e le piume d'oca del Canada, il salice dalla Danimarca e il sughero dal Portogallo.
La prima tappa del progetto «Art in nature», che continuerà con le installazioni di Bob Verschueren e Peter Randall-Page, sarà inaugurata in contemporanea con il terzo appuntamento del progetto «Un’educazione», piattaforma fondata da Maria Rosa Sossai per avvicinare i giovani al museo e all’arte contemporanea, interpretando le loro esigenze con un linguaggio a loro più diretto come quello del video.
Mia Fryland e Flemming Lyngse, artisti e film maker danesi che hanno dato vita al progetto Aberdabei, presenteranno, fino a domenica 23 giugno, il video «Unfinished Symphonies», un lavoro di ricerca, ma anche un work in progress sulle esperienze degli alunni di una scuola primaria e secondaria danese, ai quali è stato offerto un modello di educazione musicale che li appassiona, senza creare in loro competitività, e che li aiuta a concentrarsi invece sul piacere e la gioia di suonare.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Vista del parco di villa Panza, a Varese; [fig. 2] Stuart Ian Frost al lavoro nel parco di villa Panza, a Varese; [fig. 3] Aberdabei (Mia Fryland e Flemming Lyngse),  «Unfinished Symphonies», work in progress

Informazioni utili
Villa Menafoglio Litta Panza, piazza Litta, 1 - Varese. Orari: ore 10.00-18.00 (ultimo ingresso: ore 17.30). Ingresso: villa e parco - intero € 9,00; ridotto € 5,00; famiglia (2 bambini + 2 adulti) € 24,00; iscritti al Fai e residenti di Varese € 3,00; solo parco - intero € 3,00, ridotto € 1,00, gratuito il martedì per i residenti Vares. Informazioni: tel. 0332.283960. Da sabato 25 maggio 2013. 

martedì 21 maggio 2013

Venezia, «Copertine» d'autore per il debutto della Marignana/arte

Saranno duecentotrenta «Copertine» di Stefano Arienti a tenere a battesimo, nella giornata di sabato 25 maggio, la galleria Marignana/arte.
In attesa che Venezia si animi per la vernice della cinquantacinquesima edizione della Biennale, intitolata «Il palazzo enciclopedico», il sestiere di Dorsoduro si arricchisce di un nuovo spazio espositivo: una finestra sulle più recenti ricerche, ma anche un archivio per la documentazione -attraverso libri, cataloghi e opere grafiche- di quanto accade nel circuito internazionale dell’arte contemporanea.
Dalla seconda guerra mondiale, con l’insediamento della collezione di Peggy Guggenheim a Palazzo Venier dei Leoni, questo angolo della città è stato considerato una vera e propria «officina del contemporaneo». Qui si sono confrontate le migliori espressioni delle avanguardie artistiche lagunari, che hanno avuto per protagonisti personaggi del calibro di Emilio Vedova, Armando Pizzinato, Tancredi Parmeggiani, Edmondo Bacci e Léon Gischia.
La recente apertura al pubblico degli spazi di Punta della Dogana e della Fondazione Vedova hanno completato l’identificazione di questi luoghi come un vero e proprio «cuneo» delle arti contemporanee rivolto verso i Giardini della Biennale.
Ora il sestiere di Dorsoduro ha un nuovo punto di riferimento per chi vuole approfondire la coeva ricerca artistica: la Marignana/arte, che per i primi quattro mesi di apertura proporrà al pubblico un percorso nell’opera di Stefano Arienti (Asola, 1961). La mostra raccoglie, nello specifico, alcuni lavori recenti dell’artista lombardo, che, nei giorni frenetici della vernice ‘biennalesca’, sarà possibile vedere anche a Ca’ Rezzonico, nella collettiva «A very light», dove porterà una piccola foresta di rami di platano, da cui pendono delle candele votive e dei fiori di cartapesta.
Quella alla Marignana/arte è, invece, un’installazione ambientale costituita da duecentotrenta fogli di carta traforata, che vanno a ricreare una collezione di immagini tese a rivelare graficamente, riattivandone geometrie e modalità percettive, le immagini dei volumi di una ideale ‘biblioteca’.
Allo stesso tempo, la mostra veneziana propone il lavoro di foratura su dischi di vinile e nuove esperienze dell’artista su formelle di terracotta -opere in bilico tra pittura, disegno, scultura– che invitano a scoprire, come in una quinta teatrale, i segreti, la complessità, la vitalità di semplici oggetti e immagini che circondano ognuno di noi quotidianamente.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Stefano Arienti, «Copertine», 2012. Argilla e traforatura su fotocopie, 230 fogli cm 42 x 29,7 cad. Foto di Niccolò Gandolfi; [fig. 2] gli spazi della Marignana/arte di Venezia. 

Informazioni utili
Stefano Arienti.  «Copertine». Galleria Marignana /arte, Dorsoduro 141 - 30123 Venezia. Orari: lunedì-sabato, ore 10.00-13.00 e ore 15.00-19.30. Ingresso libero. Informazioni: cell. 347.1828553 o info@marignanaarte.it. Sito internet: www.marignanaarte.it. Inaugurazione: sabato 25 maggio, ore 18.00. Da lunedì 27 maggio a  sabato 21 settembre 2013. 


lunedì 20 maggio 2013

La light art di Arthur Duff illumina la Biennale di Venezia

Ha ‘illuminato’, con le sue installazioni laser, il Macro di Roma, il Complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia e il museo di Castelvecchio a Verona. Ora Arthur Duff (Wiesbaden - Germania, 1973) è pronto a incantare il pubblico della Biennale. Da martedì 28 maggio a martedì 4 giugno, nei giorni intensi della vernice della cinquantacinquesima Esposizione internazionale d'arte di Venezia, l’artista americano, che da anni vive tra Vicenza e Marghera, sarà, infatti, ospite di Palazzo Malipiero Barnabò con la sua opera «Precious Objects – Extraordinary Individuals».
Il progetto, promosso da Studio Oredaria di Roma e da Studio la Città di Verona, richiama, nel suo titolo, ai cliché critici tipici della produzione artistica, secondo i quali all'artista è richiesto di essere un individuo straordinario capace di creare oggetti preziosi, e nel contenuto, induce lo spettatore a confrontarsi con il concetto e la percezione di spazio.
Arthur Duff proietterà sul palazzo veneziano e nell'area del suo magnifico giardino interno i risultati dell'indagine che ha compiuto negli ultimi due mesi, quando ha chiesto via e-mail a decine di persone di raccontare nel modo che era loro più congeniale un oggetto prezioso e un individuo straordinario.
La parte descrittiva di queste risposte è stata estrapolata e trasformata in scritte laser, montate in un loop senza fine, visuale e concettuale, che si offrirà sempre differente allo sguardo di chi transiterà lungo il Canal Grande.
«L'osservatore potrà sperimentare un senso fisico e palpabile di relazione con l'immagine proiettata, creata da raggi laser verdi. Una penetrazione nel paesaggio urbano veneziano che è in contrasto con la facciata continua che il Canal Grande solitamente offre allo sguardo del visitatore – spiega l’artista – dal momento che il giardino di palazzo Malipiero crea una dimensione che è, al contempo, privata e pubblica, essendoci una separazione molto sottile tra i due spazi. Il lavoro, quindi, sottolinea proprio la membrana che unisce e separa le due dimensioni e vuole evidenziare la distanza tra il privilegio di accedere a uno spazio intimo, e quindi inaccessibile, e l'esaltazione pubblica del privilegio stesso».
Ancora una volta sarà, dunque, la luce a caratterizzare il lavoro di Arthur Duff, che tutte le sere, dalle 19.30 alle 24.00, proporrà sul Canal Grande le sue parole orbitanti attorno a un asse invisibile, le sue frasi sospese nell'aria. Un'installazione di pura emozione tra i tesori, spesso inaccessibili, di una delle città più belle del mondo: Venezia.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Arthur Duff, Studio per l’installazione <i>site-specific</i> «Precious Objects – Extraordinary Individuals», 2003. Venezia, Palazzo Malipiero Barnabò; [fig. 2] Arthur Duff, «Gas Light», 2012. Neon. Roma, Oredaria 

Informazioni utili
Precious Objects – Extraordinary Individuals. Installazione site specific di Arthur Duff. Palazzo Malipiero Barnabò e giardino interno, campo San Samuele – Venezia. Orari: ore 19.30-24.00. Informazioni: Studio la Città di Verona, tel 045.597549 oinfo@studiolacitta.it; Studio Oredaria di Roma, tel. 06.97601689 o info@oredaria.it. Sito web: http://arthurduffvenice.com/. Da martedì 28 maggio a martedì 4 giugno 2013. 

venerdì 17 maggio 2013

Polidoro da Caravaggio, in un libro di Gangemi il restauro delle decorazioni per il Casino del Bufalo

Sarà una pubblicazione curata da Isabella Colucci, Patrizia Masini e Patrizia Miracola per i tipi di Gangemi editore a documentare il restauro delle decorazioni «a monocromo» di Polidoro Caldarara da Caravaggio e di un suo collaboratore, il disegnatore Maturino Fiorentino, per la facciata del Casino del Bufalo, a Roma.
Il volume, intitolato «Dal Giardino al museo», ricostruisce le vicende storiche e conservative dei sei affreschi cinquecenteschi superstiti, oggi di proprietà delle collezioni del Museo di Roma in Palazzo Braschi, attraverso una quindicina di saggi e più di centoquaranta pagine, arricchite da numerose immagini a colori.
Si conclude così un viaggio iniziato nel 1997, quando l’Iscr - Istituto superiore per la conservazione e il restauro di Roma iniziò, sotto la supervisione di Patrizia Miracola, Anna Maria Marinelli e Barbara Provinciali, un accurato intervento di restyling teso a riportare all’antico splendore le opere realizzate nel 1525 da Polidoro Caldarara da Caravaggio, allievo di Raffaello, per la facciata esterna del perduto Casino del palazzo del marchese del Bufalo-Cancellieri, edificio situato tra via della Chiavica del Bufalo e via del Nazareno, nei pressi di Fontana di Trevi, e demolito nel giugno del 1885 per consentire il prolungamento dell’asse viario del Tritone, previsto dal piano regolatore del 1883.
L’iconografia del ciclo, restaurato grazie a un contributo economico della Fondazione Paola Droghetti (che ha sostenuto con oltre 19mila euro cinque borse di studio per giovani restauratori dell’Iscr), era basata sulle «Metamorfosi» di Ovidio, privilegiando il tema delle storie di Perseo e Andromeda, come documentò anche Giorgio Vasari nelle sue «Vite».
Gli affreschi di Polidoro da Caravaggio, ufficialmente presentati al pubblico nella giornata di venerdì 17 maggio, rappresentano uno dei rari e preziosi esempi di pittura urbana, testimonianza del gusto archeologizzante e scenografico che animava la città di Roma nel Cinquecento, e di cui la tecnica ad affresco, che consente l’imitazione della scultura e che crea straordinari effetti illusionistici, si afferma come vincente.
Opere come «Sacrificio e nozze di Andromeda», «Perseo pietrifica Fineo con i suoi soldati», «Le Muse», « Pegaso e i poeti», la «Fortuna» si dimostrano, pertanto, importanti per ricostruire una straordinaria stagione pittorica, quella che vide le pareti di molte case dell'Urbe affrescate con scene mitiche e storiche, allegorie, trofei, fregi, rendendo le strade della città un museo a cielo aperto.
I dipinti a Palazzo Braschi rappresenterebbero, inoltre, le uniche parti superstiti della più ampia e articolata decorazione di Polidoro da Caravaggio per il Casino-ninfeo. Risulterebbe, infatti, dispersa la sequenza decorativa eseguita dall’artista su un altro prospetto che le fonti ricordano ornato con «Danae nella torre riceve Giove come pioggia d’oro», «Il Giardino delle Esperidi», «Perseo che pietrifica Atlante». Ricerche recenti hanno consentito di verificare che dell’intera decorazione di Polidoro per il Casino furono asportate esclusivamente le opere del Museo di Roma con l’intervento di strappo realizzato tra il 10 e il 17 giugno 1885 da Pietro Cecconi Principi su incarico della commissione archeologica.
A causa delle demolizioni postunitarie, gli affreschi sono rimasti per sempre avulsi dal contesto per il quale erano stati immaginati e realizzati, con funzione architettonica primaria di suddividere e movimentare lo spazio della facciata. Di contro, si sono salvati dal deperimento toccato in sorte alla quasi totalità delle decorazioni simili, rimaste nei luoghi per i quali erano nate.
L’obiettivo del restauro è stato riavvicinare le pitture, che, dopo l’estrazione ottocentesca e le modifiche subite nel tempo, avevano acquisito l’aspetto di dipinti su tela, alla loro natura di opera murale, facendo riemergere brandianamente l’immagine rispetto alle lacune e agli affioramenti dell’impasto del supporto.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Copertina del  libro «Dal Giardino al Museo. Polidoro da Caravaggio nel Casino del Bufalo. Studi e restauro», pubblicato da Gangemi editore; [fig. 2] Polidoro da Caravaggio, «Perseo libera Andromeda», 1525. Affresco riportato su tela dal Casino del Bufalo, Roma; [fig. 3] Disegno della facciata del Casino del Bufalo, Roma. 

Informazioni utili 
Isabella Colucci, Patrizia Masini, Patrizia Miracola (a cura di), «Dal Giardino al Museo. Polidoro da Caravaggio nel Casino del Bufalo. Studi e restauro», Gangemi editore, Roma 2003. Collana: Arte, Disegno, Rilievo, Design. Formato: 21 x 29,7 cm. Legatura: Filorefe. ISBN13: 9788849226515 978-88-492-2651-5. ISBN10: 8849226519 88-492-2651-9. Pagine: 144. Prezzo: € 24,00: Prezzo E-book PDF: € 19,00. Informazioni: tel. 06.6872774.

martedì 14 maggio 2013

Svelato il primo nucleo della Terra Sancta Museum: il tesoro segreto di Gerusalemme è a Versailles

E’ un dono del sovrano Carlo di Borbone e della moglie Maria Amalia di Sassonia il pezzo più prezioso, almeno economicamente, della mostra «Trésor du Saint-Sépulcre. Presents des cours royales europeennes à Jérusalemm» («Tesoro del Santo Sepolcro. Doni dalle corti europee a Gerusalemme»), allestita fino a domenica 14 luglio alla Reggia di Versailles, tra gli incanti neo-gotici delle appena restaurate «Sale delle Crociate», e nella cittadina di Châtenay-Malabry, presso la Maison de Chateaubriand.
Il pregiato manufatto, giunto in Francia con una copertura assicurativa di cinque milioni di euro (la fonte della notizia è il «Corriere della Sera») e scelto come immagine guida per le locandine dell’evento espositivo parigino, rappresenta una punta d’eccellenza nella lavorazione orafa napoletana del Settecento. Persino il pittore e architetto Luigi Vanvitelli, solitamente poco incline ai complimenti, elogiò -ricorda Alvar González-Palacios sulle pagine del quotidiano «Il Sole 24 Ore», nell’inserto domenicale del 14 aprile- questo sontuoso baldacchino eucaristico in oro e pietre preziose, arricchito da un ostensorio gemmato e da una croce di lapislazzuli, che ritorna per la prima volta in Europa dopo la sua donazione, datata al 1754, insieme a molti altri «tesori» confluiti a Gerusalemme, presso la Basilica del Santo Sepolcro, nel corso dei secoli.
La mostra alla Reggia di Versailles, della quale rimarrà memoria in un catalogo bilingue in inglese e in francese edito dalla milanese Silvana editoriale, allinea, nello specifico, duecentocinquanta capolavori «sconosciuti», concessi in prestito, dopo quattro anni di trattative, dai frati francescani della Custodia di Terra Santa al Castello di Versailles e al Consiglio generale del dipartimento Hauts-de-Seine. Si tratta di croci, candelabri, pissidi, calici, lampade votive, paramenti liturgici, casule, vassoi e tessuti preziosi, di grande importanza artistica e di notevole valore economico, usciti dalle migliori botteghe artigiane europee e donati da influenti sovrani del Vecchio continente -in particolare del Sacro Romano Impero, della Repubblica di Genova, dei regni di Spagna, Francia e Portogallo-, in segno di devozione verso il Salvatore, ma anche per attestare la potenza della propria casata e del proprio Stato.
La spada di Goffredo di Buglione, un bastone pastorale in argento dorato e pietre preziose donato dal Re Sole, un imponente baldacchino eucaristico firmato da Francesco Natale Juvarra e regalato da Filippo IV di Spagna, un lume in oro massiccio offerto da Maria Teresa d’Asburgo e un prezioso piviale rosso cremisi inviato come omaggio da Luigi XIII sono solo alcune delle opere in mostra, selezionate dai curatori Bernard Degout e Jacques Charles-Gaffiot con l’intento di disegnare una pagina inedita e sconosciuta del pellegrinaggio in Terra Santa, quella che vide molti sovrani cattolici (ma anche anonimi donatori) inviare le proprie preziose offerte per la tomba di Gesù Cristo, al posto di partire alla volta di Gerusalemme e affrontare un viaggio, talvolta, troppo rischioso.
Non mancano nell’esposizione parigina una serie di oggetti di alto valore simbolico, come una delle due stauroteche seicentesche contenenti frammenti della croce, un prezioso modello del Santo Sepolcro in legno d’ulivo, con decori in madreperla, ebano e avorio, fabbricato nella seconda metà del XVII secolo, e una bacinella portoghese del medesimo periodo, con la quale il Custode di Terra Santa lavava i piedi dei pellegrini e che viene tuttora utilizzata durante le celebrazioni del giovedì santo.
Tra questi magnifici «doni al Re dei re», ci sono anche una quindicina di tele, esposte alla Maison de Chateaubriand, dopo un accurato intervento di restauro conservativo. Quasi tutte queste opere, fatta eccezione per un’«Adorazione dei pastori» e una «Decollazione di San Giovanni Battista» (entrambe datate al 1630), furono realizzate dal pittore napoletano Francesco De Mura intorno al 1730 e rappresentano episodi del Nuovo Testamento, quali l’«Annunciazione» o il «Compianto del Cristo morto».
Quello proposto a Parigi è solo un piccolo assaggio del futuro museo permanente sulle radici della cristianità e sulla conservazione dei «luoghi della Passione» che la Custodia di Terra Santa, sotto la guida di Pierbattista Pizzaballa e in concerto con lo Studium Biblicum Franciscanum diretto da Eugenio Alliata, sta approntando per il 2015 nel cuore della città vecchia di Gerusalemme, all’interno delle mura antiche fatte costruire da Solimano il Magnifico e nelle vicinanze delle principali mete di pellegrinaggio e di turismo della città (la Spianata delle Moschee, il Muro del Pianto e il Santo Sepolcro).
Il progetto espositivo della Terra Santa Museum, la cui metodologia espositiva porta la firma di Gabriele Allevi e il cui allestimento verrà realizzato dallo Studio GTRF Tortelli e Frassoni architetti associati di Brescia, prevede ben tre musei -archeologico, multimediale e storico- articolati su una superficie di 2.573 metri quadrati e distribuiti in due sedi già esistenti, distanti tra loro non più di 1.500 metri: il Convento della Flagellazione, sulla Via Dolorosa, e il Convento di San Salvatore, nei pressi di Porta Nuova, il punto di ingresso al quartiere cristiano.
In quest’ultimo spazio troverà posto il patrimonio artistico e storico raccolto dai frati francescani in otto secoli di permanenza a Gerusalemme (cioè a partire dall’incontro di San Francesco con il sultano Malik Al Kamil nel 1219) attraverso le donazioni di sovrani europei, duchi e granduchi delle Repubbliche marinare, papi e anonimi pellegrini.
Tra sculture, dipinti, oggetti d’oreficeria, codici miniati del Quattrocento e del Cinquecento, rari vasi da farmacia, armature, paramenti liturgici e preziosi documenti d’archivio, sarà possibile vedere anche la Bolla pontificale del 1342, con la quale Clemente VI riconosce la Custodia di Terra Santa, ufficializzando la presenza dei francescani iniziata a Gerusalemme una trentina di anni prima, e il primo documento mamelucco del 1347, che conferma questo riconoscimento, oltre a un rametto d’ulivo in oro portato in dono, nel 1964, da Paolo VI.
Al Convento della Flagellazione verrà, invece, ristrutturato e ampliato il già esistente museo archeologico, al cui interno sarà conservata una selezione dei reperti più significativi, provenienti da ritrovamenti e scavi condotti in Terra Santa negli ultimi 150 anni e riferibili cronologicamente a un periodo storico che parte dall’età cananea (II millennio) e arriva al Medioevo crociato (XI-XII secolo d.C.). Mentre accanto, nel Lapidarium dello Studium Biblicum Franciscanum, verrà allestito il museo multimediale, che illustrerà attraverso immagini, video e ricostruzioni in 3D la metamorfosi dell’antico cammino della croce, del Calvario e del Santo Sepolcro dai tempi di Cristo a oggi.
Il Terra Santa Museum si configura, dunque, come un luogo perfetto per accontentare i pellegrini sulle tracce di memorie bibliche, ma anche i visitatori laici in cerca di emozioni storiche e di bellezze artistiche, di opere ideate e donate nel corso dei secoli «ad maiorem Dei gloriam», «per la maggior gloria di Dio».

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Anonimo, Modello della Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme, seconda metà del XVII secolo. Legno d'ulivo decorato con madreperla, avorio ed ebano. H: 45 cm; L.: 57,5 cm; P.: 62,5 cm. Gerusalemme, Museo della Custodia francescana di Terra Santa; [fig. 2] Francesco Natale Juvarra, Baldacchino eucaristico (dono di re Filippo IV di Spagna), 1666. Argento, bronzo dorato, pietre preziose. H: 165 cm, L: 90 cm. Gerusalemme, Museo della Custodia francescana di Terra Santa; [fig. 3] Claude Caignet, Grande bacinella (dono di Luigi XIII), 1625. Argento lavorato a sbalzo, cesellato e dorato. Diametro 38 cm. Gerusalemme, Museo della Custodia francescana di Terra Santa;  
[fig. 4] Spada che si dice essere appartenuta a Goffredo di Buglione, XV-XVI secolo. Ferro, ferro battuto, avorio, tracce di doratura. H: 100 cm. Gerusalemme, Museo della Custodia francescana di Terra Santa; [fig, 5] Francesco da Mura, Annunciazione (particolare), 1730. Gerusalemme, Museo della Custodia francescana di Terra Santa; [fig. 6] Tessuto ornamentale (dono della Repubblica di Genova), 1686. Gerusalemme, Museo della Custodia francescana di Terra Santa

Informazioni utili 
«Trésor du Saint-Sépulcre. Presents des cours royales europeennes à Jérusalemm». 
Château de Versailles, Place d'Armes - 78000 Versailles (Francia)  Orari: martedì-domenica, ore 9.00-18.30; chiuso il lunedì (la biglietteria chiude alle ore 18.00). Ingresso: Le Passeport (accesso a tutti i tour della Reggia) € 18,00; Château, intero € 15,00, ridotto € 6,00. Catalogo: Silvana editoriale, Cinisello Balsamo (Milano). Informazioni:+33.1.30837800. Sito web: www.chateauversailles.fr. Fino a domenica 14 luglio 2013. 
Maison de Chateaubriand,  87 Rue de Chateaubriand - 92290 Châtenay-Malabry (Francia). Orari: 
da martedì a sabato, ore 10.00-12.00 e ore 14.00-18.00;domenica, ore 11.00-18.00 (ultimo ingresso dei visitatori: ore 17.40). Ingresso: intero E 6,00, ridotto € 4,50. Informazioni: tel. +33.1.55521300. Sito web: maison-de-chateaubriand.hauts-de-seine.net. Fino a domenica 14 luglio 2013. 

Terra Sancta Museum: convento della Flagellazione - Museo archeologico (I luoghi evangelici in Palestina) e Museo multimediale (Gerusalemme e il Santo Sepolcro: da Erode ai giorni nostri); Convento di San Salvatore - Museo storico (La Custodia francescana in Terra Santa). Sito web: www.terrasanctamuseum.org. Aperto dal 2015.