ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 30 ottobre 2013

Apre a Venezia il museo più profumato d’Italia

(sam) «Il profumo ha una forza di persuasione più convincente delle parole, dell'apparenza, del sentimento e della volontà». Vengono in mente queste parole dello scrittore tedesco Patrick Suskind passeggiando tra le sale di Palazzo Mocenigo a Venezia, elegante dimora nobiliare di impronta settecentesca, con annesso un Centro studi di storia del tessuto e del costume, che venerdì 1° novembre 2013 riapre le porte al pubblico, dopo un importante intervento di restyling degli spazi e di riassetto dei percorsi espositivi.
Il nuovo progetto museografico, studiato dall’architetto e regista teatrale Pier Luigi Pizzi per il sistema dei Musei civici veneziani, include, infatti, un inedito capitolo espositivo sulla storia del profumo e delle essenze, realizzato grazie alla consulenza della Mavive Spa, azienda veneziana della famiglia Vidal.
L’iniziativa, unica nel panorama museale italiano, nasce con l’intento di far riscoprire e valorizzare la vocazione millenaria che colloca il nostro Paese, e in particolare la città di Venezia, tra i capostipiti della tradizione profumiera mondiale. Fu, infatti, proprio nel centro lagunare che gli spezieri inventarono, nel Quattrocento, le prime eau de toilette con essenze diluite in alcool, o meglio in purissima acquavite, e che, nei decenni successivi, si diffuse il commercio di saponi profumati per l’igiene personale.
Sotto gli occhi del visitatore curioso scorrono così ricettari antichi, boccette, astucci, flaconi e manuali di cosmetica, tra i quali il prezioso volume «I Notandissimi Secreti de l’Arte Profumatoria» di Giovanventura Rosetti, primo ricettario d’Occidente, risalente al 1555, che cataloga più di trecento formule per la cura della persona in uso nella città veneta durante il Rinascimento.
Insieme con una selezione di preziosi compendi sul regno vegetale provenienti dal Museo di storia naturale di Venezia, tra i quali il celebre Erbario Mattioli, il percorso espositivo presenta anche alcuni esemplari del fondo bibliotecario della Cosmetica Italia (l’ex Unipro) e la straordinaria collezione di flaconi Storp: oltre duemilacinquecento oggetti, alcuni dei quali databili fino al 2.000 a.C., che sono stati donati al circuito Muve dalla nota casa essenziera tedesca Drom. Tra questi manufatti sono, tra l’altro, degni di rilievo un’elegante ampolla pendente in oro, con madreperla e rubini, risalente all’Ottocento e una colorata boccetta in vetro, a forma di animale marino, fabbricata nel XVII secolo.
Il progetto, che vede anche il coinvolgimento del Centro di cosmetologia della Università di Ferrara e della Seguso vetri d'arte, prevede, inoltre, la presenza di sei «stazioni olfattive» didattiche, per introdurre il pubblico alla conoscenza del profumo, straordinaria invenzione legata al mondo olfattivo, che si pone anche in stretta relazione con la moda.
Completa il viaggio tra le sale del museo -donato dall’ultimo discendente della famiglia Mocenigo, Alvise Nicolò, al Comune di Venezia nel 1945 ed entrato nel circuito dei Musei civici nel 1985- un focus sugli usi e i costumi del Settecento, che mette in mostra arredi, tessuti, ricami, dipinti, cornici, accessori e abiti d’epoca: manufatti provenienti dalle collezioni e dai depositi dell’antico palazzo sulla Salizada di San Stae, ma anche da altre raccolte dei musei cittadini (come il Correr e Ca’ Rezzonico), in gran parte restaurati per l’occasione.
Il nuovo layout espositivo, che coinvolge diciannove sale al piano nobile di palazzo Mocenigo, ripropone, dunque, fedelmente le suggestioni di un’abitazione nobiliare veneziana del XVIII secolo, restituendone all'antico splendore i principali elementi architettonici e strutturali, ma anche i fastosi affreschi, gli stucchi e i marmorini, i preziosi pavimenti e gli infissi. Il tutto concorre a portare lo spettatore in una Venezia da mito, quella di Giacomo Casanova e di Carlo Goldoni, quella della quale rimangono indimenticabili pagine sui volumi di storia dell’arte mondiale, con gli spaccati di vita quotidiana dei Tiepolo, con le luminose vedute del Canaletto e del Guardi.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Palazzo Mocenigo – Centro studi di storia del tessuto e del costume. Fondazione Musei civici di Venezia. Foto di Stefano Soffiato; [Fig. 2] Chatelaine. Necessaire per cinque pezzi e digitale e contenitore per profumo. Agata marrone con montatura in bronzo dorato. Francia o Inghilterra, 2° metà del XVIII secolo. Lunghezza 210 mm. Collezione Storp, Germania. Venezia, Palazzo Mocenigo – Centro studi di storia del tessuto e del costume _sezione del profumo. Fondazione Musei civici di Venezia; [fig. 3] Spruzzatore per acqua di rose. Bottiglietta a forma sferica che si assottiglia a mo’ di imbuto. Elegante beccuccio a pomello con decorazione. Vetro Cobalto. Persia (Shiraz), XVIII-XIX secolo. Altezza 165 mm Collezione Storp, Germania. Venezia, Palazzo Mocenigo – Centro studi di storia del tessuto e del costume _sezione del profumo. Fondazione Musei civici di Venezia; [fig. 4]  Flacone. Forma di animale marino, bianco avorio con strisce colorate e rilievi di lamponi; margine a pettine. Vetro, tappo in argento. Italia, Venezia, XVII secolo. Altezza 90 mm. Collezione Storp, Germania. Venezia, Palazzo Mocenigo – Centro studi di storia del tessuto e del costume _sezione del profumo. Fondazione Musei civici di Venezia

Informazioni utili 
Palazzo Mocenigo – Centro studi di storia del tessuto e del costume, Santa Croce, 1992 - Venezia. Orari: dal 1° novembre al 31 marzo, ore 10.00-16.00 (la biglietteria chiude mezz'ora prima); dal 1° aprile al 31 ottobre, ore 10.00-17.00 (la biglietteria chiude mezz'ora prima); chiuso il lunedì. Ingresso: intero € 8,00, ridotto (ragazzi da 6 a 14 anni, studenti dai 15 ai 25 anni, cittadini over 65, personale del Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo; titolari di Carta Rolling Venice; soci FAI) € 5,50; ingresso gratuito per residenti e nati nel Comune di Venezia, bambini da 0 a 5 anni, membri Icom, portatori di handicap, guide autorizzate e interpreti turistici che accompagnino gruppi. Informazioni e prenotazioni: call center 848082000 (dall’Italia) e +39.041.42730892 (dall’estero). Sito internet: mocenigo.visitmuve.it. Inaugurazione: giovedì 31 ottobre, dalle ore 10.00 alle ore 17.00, esclusivamente su invito e fino a esaurimento dei posti disponibili. Aperto da venerdì 1° novembre 2013. 

lunedì 28 ottobre 2013

«Wildlife Photographer of The Year», la natura selvaggia in mostra a Milano

Chi ama gli animali selvatici, la natura incontaminata e i paesaggi da cartolina non può perdersi la mostra «Wildlife Photographer of the Year», organizzata da Roberto Di Leo, presidente dell’associazione culturale «Radicediunopercento», presso gli spazi del museo Minguzzi di Milano, nel cuore di Brera.
Mentre a Londra trionfa il fotografo sudafricano Greg du Toit con l’immagine «Essence of Elephants», raffigurante un gruppo di elefanti intenti ad abbeverarsi in una pozza d’acqua all’interno di una riserva naturale del Botswana, le cento migliori fotografie delle passata edizione del prestigioso premio fotografico indetto dal Natural History Museum, in collaborazione con il «Bbc Wildlife Magazine», approdano (grazie all’interessamento della «Pas Events» di Torino) all’ombra della Madonnina.
La mostra, articolata sui quattro piani del museo, consente al visitatore di immergersi in un viaggio affascinante negli aspetti più incontaminati e sorprendenti del paesaggio naturale, ‘catturato’ dagli autori grazie alla loro conoscenza dell’ambiente, alla capacità di esprimersi con la macchina fotografica, alla creatività, alla pazienza e naturalmente alla passione.
Una tartaruga marina che nuota nelle acque cristalline di Tenerife, due leoni che si riposano all’interno del parco nazionale del Serengeti in Tanzania, uno scoiattolo che si nasconde tra i rottami di una vecchia automobile: sono solo alcuni degli scatti che compongono il percorso espositivo, frutto di una rigorosa selezione tra le immagini che più di 48mila concorrenti, provenienti da 98 Paesi, hanno deciso di spedire alla sede del «Wildlife Photographer of the Year» nel 2012.
«Selvaggio» è la parola d’ordine di questo premio, nato nel 1964 e articolato in diciotto categorie fotografiche, che spaziano dal mondo sottomarino alla natura in città, dal comportamento animale al regno botanico, senza dimenticare un’attenzione particolare a temi socialmente impegnati come le specie a rischio di estinzione e il bracconaggio.
Impossibile non rimanere stregati di fronte alla fotografia «Bubble-jetting emperor» con la quale il canadese Paul Nicklen si è aggiudicato il premio più ambito, il Veolia Environnement Wildlife Photographer of the Year. Si tratta di un’immagine spettacolare di pinguini imperatori, scattata nel Mar di Ross, in Antartide, che l’autore è riuscito a realizzare rimanendo immobile, con le gambe bloccate nel ghiaccio, fino a quando questi animali non sono saltati fuori, all’improvviso, dalla profondità delle acque. Mentre lo stesso premio per la categoria junior, 11-14 anni, è stato vinto dall’inglese Owen Hearn con la fotografia «Flight paths», che ritrae un’aquila e, sullo sfondo, un aeroplano. L’immagine è stata scattata nel luogo originariamente scelto per il terzo aeroporto di Londra, nel 1960, quando le aquile rischiavano l’estinzione; l’opposizione alla costruzione dello scalo ha fatto sì che oggi questi uccelli possano volare ancora liberi nel cielo.
Di immagine in immagine, catturati dalla magia dei colori e dalla stranezza di scene al limite della fantasia, il visitatore si imbatterà anche negli scatti di due fotografi italiani che hanno ricevuto altrettante menzioni speciali al premio: Fortunato Gatto, che nell’immagine «Celebration of a grey day» ritrae la Laig Bay in Scozia, e Hugo Wassermann, che in «Positioning» ha immortalato un’upupa su un tronco, immersa nella nebbia.
Sarà, inoltre, ospite del museo Minguzzi l’artista milanese Michele Vitaloni, rappresentante di spicco della Wildlife Art e dell'iperrealismo scultoreo, che correderà lo spettacolo fotografico della mostra con alcune affascinanti sculture di animali di grandi dimensioni: il «Colossus - Rinoceronte nero» (2010), il «Pensatore – Orango» (2013), l’«Emersione – Hippo» (2011) e le «4 Farfalle - Tropical butterflies» (2012).

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] John E Marriott (Canada), «Fluff-up», Wildlife Photographer of the Year 2012; [fig. 2] Steve Winter (USA), «Last wild picture», Wildlife Photographer of the Year 2012;[fig. 3] Pal Hermansen (Norway), «Bumper life», Wildlife Photographer of the Year 2012; [fig. 4] Michele Vitaloni, «Il Pensatore - Orango», 2013

Informazioni utili 
«Wildlife Photographer of The Year». Museo Minguzzi, via Palermo, 11 – Milano. Orari: ore 10.00 - 19.00, chiuso il lunedì. Ingresso: intero € 6,00; ridotto € 4,00 (convenzioni Fai e Touring Club, bambini 6 - 12 anni, over 65); tessera associativa € 1,00, gratuito per bambini dagli 0 ai 5 anni. Catalogo: The Natural History Museum, Londra. Informazioni: tel. 02.36565440 o info@wpymilano.it o info@radicediunopercento.it. Sito internet: www.wpymilano.it e www.radicediunopercento.it. Fino al 22 dicembre 2013.   

venerdì 25 ottobre 2013

Open call per il laboratorio «Un passo avanti...». A Bologna si va a scuola di teatro e «vivere sostenibile» con Kyla Davis

Sono sei i comuni del territorio bolognese che faranno da scenario al progetto «Un passo avanti...ritratto di una provincia sostenibile», promosso da Nosadella.due - Independent Residency for Public Art e curato dall'attivista e performer sudafricana Kyla Davis, la cui ricerca è incentrata sulle questioni relative ai cambiamenti climatici e alla trasformazione del territorio urbano a seguito del progresso industriale e tecnologico.
Dal 14 novembre al 15 dicembre, Porretta Terme, Pieve di Cento, Sala Bolognese, Pianoro, Imola e Castello di Serravalle faranno da scenario a una serie di laboratori teatrali gratuiti, rivolti a chi abbia interesse ad approfondire tematiche legate al vivere sostenibile, al verde urbano e alla giustizia socio-ambientale.
L’obiettivo di questa iniziativa, sostenuta dall’associazione Gaer - Giovani artisti Emilia Romagna e dal progetto Geco - Giovani evoluti e consapevoli (un programma promosso dalla Regione Emilia Romagna con il Dipartimento della gioventù della presidenza del Consiglio dei ministri), è quello di tracciare un vero e proprio ritratto di un territorio complesso e frammentato come quello bolognese, dove singoli e gruppi si stanno adoperando in modi diversi per affrontare una delle più grandi sfide del nostro tempo, la relazione tra l'uomo e il suo ambiente.
Per la prima volta in Italia, Kyla Davis porterà a Bologna l'esperienza diretta di una città come Johannesburg, nata contestualmente allo sfruttamento dei giacimenti d'oro e di diamanti del Transvaal, intervento che ha trasformato non solo regione, sottosuolo e condizioni climatiche, ma anche le relazioni tra classi sociali e che ha portato, oggi, ad una crisi ambientale e sociale che non può più essere ignorata.
La città, con i suoi diversi contesti e le sue diverse comunità, sarà, dunque, il tema centrale del laboratorio, centro vitale di un programma di residenza a Nosadella.due – Independent Residency for Public Art, promosso dall'Africa Center di Cape Town.
«Nata come terreno di opportunità -dice l'artista- dal desiderio congenito dell'essere umano di ‘far funzionare qualcosa’, di trovare soluzioni per vivere, di avere successo nella vita e nel lavoro, la città si trova oggi paradossalmente a dover fronteggiare gli esiti di tale processo».
Kyla Davis visiterà il territorio bolognese alla ricerca di persone, progetti e idee che stanno lavorando in un'ottica di sostenibilità, con cui sviluppare esperienze immaginative e creative in risposta alle nuove necessità del vivere cittadino.
Rivolti a teatranti e non, dai 6 ai 90 anni, e in particolare a attivisti, artisti, studenti e insegnanti, lavoratori dell'agricoltura, produttori e imprenditori industriali, professionisti d'ambito scientifico, sostenitori dell'interculturalità, assistenti sociali e facilitatori culturali, ma anche a semplici appassionati di pratiche artistiche e laboratoriali, i workshop utilizzeranno gli strumenti provenienti dalla pratica teatrale, come il mimo, la maschera neutra, l'ensemble, l'esercizio fisico e immaginativo.
Al tempo stesso «Un passo avanti...ritratto di una provincia sostenibile» si propone come occasione per creare relazioni tra realtà locali e internazionali che operano verso obiettivi comuni. Il progetto è, infatti, concepito come work in progress teso ad esplorare le pratiche del teatro fisico e di strada, ma anche a scovare, alimentare e mettere in moto relazioni tra individui e gruppi militanti in direzioni comuni. Da oltre dieci anni, infatti, Kyla Davis, da Londra a Johannesburg, si occupa della messa in rete di persone, luoghi, spazi e progetti che lavorano con e sulle politiche socio-ambientali.
I sei workshop ospitati dai distretti provinciali, che si chiuderanno con uno spettacolo proposto in occasione della prossima edizione di «ArteFiera», nascono dall'idea di offrire al contesto bolognese e ai suoi abitanti un'occasione speciale per mettersi in dialogo con il resto del mondo, ma intendono anche spostare l’attrazione dal centro -Bologna- verso i territori limitrofi per offrire un’esperienza di valore sociale oltre che formativa.
I laboratori, per i quali sono già aperte le iscrizioni presso la sede di Nosadella.due - Independent Residency for Public Art, sono a partecipazione gratuita fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Un ritratto di Kyla Davis; [fig. 2] Una scena dello spettacolo Planet B di Kyla Davis, con la con la Well Worn Theatre Company di Johannesburg; [fig. 3] Kyla Davis e Mongi Mthombeni durante le prove dello spettacolo Planet B di Kyla Davis, con la con la Well Worn Theatre Company di Johannesburg

Informazioni utili 
«Un passo avanti...ritratto di una provincia sostenibile».   Calendario dei laboratori: 14, 21, 28 novembre, ore 17.30-21.30 – Porretta Terme, Galleria Gomma Bicromata; 16 e 23 novembre, ore 10.00-17.00 - Pieve di Cento, Museo Magi; 17, 24 novembre e 1 dicembre, ore 16.30-20.30 - Sala Bolognese, Barchessa di Villa Terracini / Via Gramsci, 315 Sala Bolognese; 19, 26 novembre e 3 dicembre, ore 17.30-21.30 – Pianoro, Museo di arti e mestieri Pietro Lazzarini; 7 e 8 dicembre, ore 10.30-17.30 - Castello di Serravalle, Teatro delle Ariette;  14 e 15 dicembre, ore 10.00-18.00 – Imola, Sala dell'Annunziata. 
Per iscriversi occorre inviare una mail a info@nosadelladue.com oppure chiamare il numero di telefono 393.5997695. 
Le iscrizioni, gratuite fino a esaurimento posti, sono aperte fino al 10 novembre per i laboratori a Porretta Terme, Pieve di Cento, Sala Bolognese, Pianoro e fino al 29 novembre per i laboratori a Castello di Serravalle e Imola. 

mercoledì 23 ottobre 2013

Circo, boxe e moda a passo di danza. A Cagliari va in scena il festival «Find»

Sarà la compagnia belga Charleroi Danses ad inaugurare la trentunesima edizione di Find - Festival internazionale nuova danza, che l’associazione culturale «Asmed» e Maya Inc. proporranno da sabato 26 ottobre a venerdì 8 dicembre a Cagliari, presso i teatri Auditorium Comunale, Massimo e Minimax.
Il coreografo Pierre Droulers e i suoi ballerini porteranno in Sardegna lo spettacolo «Soleils», che ha debuttato in modo trionfale al Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles e che si configura come un lavoro di ricerca e di esplorazione del movimento in rapporto alle sue articolazioni con l’elemento luce. Fonti di ispirazione di questo progetto coreutico, presentato in prima nazionale al Massimo (sabato 26 ottobre, alle ore 21), sono i versi malinconici di Emily Dickinson e quelli incandescenti di Dylan Thomas, ma anche l’energia dirompente dei rituali pagani e delle vorticose danze brasiliane o, ancora, la gestualità del Bunraku, il teatro giapponese della marionette. Il tutto crea sul palco, anche grazie all’utilizzo di costumi colorati ed esuberanti, un carnevale di luci, in cui i corpi dei noni danzatori in scena si trasformano essi stessi in luce.
La rassegna cagliaritana, da sempre interessata alla pluralità dei linguaggi e attenta alla proposta culturale estera, proseguirà, quindi, con lo spettacolo «Capas» della «Compañía de Circo eia», fondata a Barcellona nel 2010 dagli acrobati Francesca Lissia, Armando Rabanera, Fabrizio Giannini e Celso Pereira, con il musicista Cristiano Della Monica.
L’appuntamento, in programma al teatro Massimo (venerdì 1° novembre, alle ore 21), vedrà le arti circensi e la musica dal vivo combinarsi armoniosamente con la danza. Al ritmo della batteria rock e di canti tradizionali, un armadio gigante si aprirà mostrando i suoi molteplici strati, carichi di poesia e di humor.
Atmosfere spagnoleggianti si respireranno anche con la prima nazionale di «Paso Doble», produzione della compagnia madrilena «4 Gatos Baixochan», in cartellone al teatro Minimax (domenica 3 novembre,alle ore 21).
Il progetto coreografico, firmato da Milagros Galiano e Irene Sequeiros, trae ispirazione dal folklore iberico e dalla boxe, mettendo in scena un combattimento che è anche dialogo e confronto a ritmo  di paso doble (musica tradizionale che accompagna le più importanti celebrazioni spagnole) tra due danzatrici.
Salirà, quindi, sotto i riflettori del Find – Festival internazionale nuova danza la creatività italiana con Caterina Genta e Marco Schiavoni, che proporranno al teatro Auditorium Comunale lo spettacolo «Las Rosas» (sabato 9 novembre, alle ore 21), una performance di teatro-canzone resa in uno stile vicino al cabaret nord-europeo, nel quale musica, videografie e danza si intersecano in un mix inedito di linguaggi espressivi per rendere omaggio al genio di Federico García Lorca.
Francesca Lettieri e Paola Vezzosi si confronteranno, invece, con il talento di Elsa Schiaparelli, maestra di provocazione e di ricercata raffinatezza che, nella Parigi degli anni Trenta, rivoluzionò, col suo anticonformismo, la storia della moda e del costume, contrapponendosi nelle scelte di stili e di colori a Coco Chanel. Ribaltando completamente le idee consolidate sul vestire, la stilista romana inventò impermeabili da sera e abiti in vetro. Fulminò la società per bene con il rosa shocking e con l’uso di accessori bizzarri. Spettacolarizzò le sfilate. Sviluppò il commercio producendo abiti in serie. Scelse, pioneristicamente, materiali come il tweed, il tessuto goffrato e l’uso di fibre artificiali.
Questa vicenda umana e artistica verrà portata in scena, in prima nazionale, da Asmed-Balletto di Sardegna e dalla compagnia AdArte con lo spettacolo «Elsa», nel quale si mostrerà al pubblico il rapporto di complicità che, negli anni, si è instaurato tra la danza, la moda e le arti figurative.
Un'altra prima nazionale è quella che proporrà Marina Loi con «Lo scambio», pièce su testo e per la regia di Senio G.B. Dattena, in cartellone al teatro Auditorium Comunale (venerdì 15 novembre, ore 21). Si tratta del doloroso racconto di una donna che, dopo anni di rimozione, si trova inaspettatamente a fare i conti con il pesante fardello della propria infanzia.
La rassegna sarda proseguirà, quindi, con la compagnia «Aton Dino Verga Danza», che proporrà «Kisetsu No Iro» (sabato 16 novembre, alle ore 21), nuova produzione presentata in anteprima a Praga, nell'ambito del Festival Pro Art, che si propone come momento di incontro privilegiato tra diverse espressioni artistiche: la musica, la danza, la poesia, la vide-oarte.
Lo spettacolo, su composizioni sonore di Tiziano Bedetti, prende spunto dalla lettura di antichi haikai giapponesi sul tema delle stagioni e racconta del loro scorrere come di una metafora della vita e delle umane vicissitudini: primavera come fanciullezza, estate come adolescenza, autunno come maturità e inverno come vecchiaia.
Riflettori puntati, quindi, sulla compagnia «Francesca Selva» di Siena, che porterà in scena «Bitter Orange» (domenica 17 novembre, alle ore 21), coreografia che riflette sui temi della solitudine e della fragilità umana, sul senso di amarezza e di smarrimento generato dalla perdita delle illusioni e dalla caduta degli ideali.
Interrogativi esistenziali verranno affrontati anche da «Io sono figlio», spettacolo di danza, musica e parole per tre danzatori (Lara Guidetti, Francesco Pacelli e Federico Melca) a cura della compagnia «Sanpapiè» di Milano, in agenda, ancora una volta, al teatro Auditorium Comunale (domenica 24 novembre, alle ore 21).
Tratterà, invece, il tema dell’emigrazione e del rapporto di noi occidentali con i migranti lo spettacolo «Naufragio con spettatore», prodotto dalla compagnia siciliana «Zappalà Danza» (sabato 30 novembre, alle ore 21). Sulle note del pianoforte di Luca Ballerini e con l'incantevole voce della soprano Marianna Cappellani a fare da accompagnamento vocale, i ballerini Roberto Provenzano e Fernando Roldan Ferrer proporranno una riflessione sui tragici naufragi raccontati dalla cronaca, a partire da quello di Portopalo del 14 dicembre 1996, e sulle suggestioni pittoriche e letterarie collegate al tema della fuga dal luogo natio.
Toccherà, quindi, salire sul palco del teatro Comunale Auditorium (domenica 1° dicembre, alle ore 21) alla «Versilia Danza» con «Nel tempo di questo infinito minimo», un assolo di Angela Torriani Evangelista ispirato all’opera di Antonio Tabucchi.
Mentre, in chiusura del festival (domenica 8 dicembre, alle 21), la compagnia sassarese «Estemporada» presenterà in prima nazionale «Lo stato della materia», una celebrazione della materia corporea che prende forma e diventa un gioco in cui il movimento, grazie alla forza, si espande creando molecole.
Ricco è anche il cartellone riservato ai ragazzi: sei spettacoli per le scuole in programma nei giorni antecedenti allo spettacolo «Soleils», tra i quali si segnalano «Amore e Psiche. Dagli inferi all’Olimpo», con il Balletto di Sardegna/Asmed di Cagliari, e «Quella meraviglia di Alice», con Movimentoinactor Teatrodanza/Con.Cor.D.A..
Grande novità di quest’anno sarà, poi, il contest di video-danza «Breaking 8», un concorso, in programma domenica 3 novembre al teatro Minimax, che mette a confronto i talenti creativi della danza e della macchina da presa di tutto il mondo, le cui opere circuiteranno presso i festival internazionali partner del progetto: Agite y Sirva (Puebla, Messico), Cinedans (Amsterdam, Paesi Bassi), Loikka (Helsinky, Finlandia), DVDanza (L’Avana, Cuba), Imagen en Movimineto (Bogota, Colombia), Danza 1000 (Madrid, Spagna). Sono, inoltre, in programma importanti opportunità di alta formazione come un master class con tutti gli artisti in scena al Find - Festival internazionale nuova danza e dei laboratori sulle tecniche e i processi creativi, che saranno tenuti da danzatori e coreografi laureati presso l’Università Folkwang di Essen in Germania, sotto la direzione di Pina Bausch.
Dodici spettacoli, tra cui cinque prime nazionali, più di cinquanta artisti in scena e un ricco programma collaterale di eventi per facilitare la diffusione dell’arte coreutica tra i più giovani compongono, dunque, il cartellone della trentunesima edizione di Find- Festival internazionale nuova danza. Un evento che prosegue la mission data nel lontano 1979 dalla maestra Paola Leoni: proiettare lo sguardo sul futuro, coltivare un pubblico giovane offrendo una sezione dedicata ai ragazzi ed elaborare una riflessione sull’individuo e sui suoi sentimenti attraverso la lente complice del lavoro coreografico contemporaneo.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] La compagnia belga Charleroi Danses nello spettacolo «Soleils» del coreografo Pierre Droulers; [fig. 2] La «Compañía de Circo eia» di Barcellona nello spettacolo «Capas»;[fig. 3] La compagnia «4 Gatos Baixochan» di Madrid nello spettacolo «Paso Doble»; [fig. 4] La compagnia siciliana «Zappalà Danza» nello spettacolo «Naufragio con spettatore» 
[Si ringrazia Benedetta Boggio di 369GRADI centro diffusione cultura contemporanea per le fotografie]

Informazioni utili 
Festival internazionale nuova danza 2013 - XXXI edizione. Cagliari, sedi varie. Programma:  Ingresso: € 14,00/€ 5,00 (i biglietti sono reperibili presso il Box Office in via Regina Margherita, 43 – Cagliari). Informazioni: tel. 070.8568719 o info@festivalnuovadanza.it. Sito internet: www.festivalnuovadanza.it. Dal 26 ottobre all’8 dicembre 2013. 

lunedì 21 ottobre 2013

«Serata Egri», un omaggio a una grande signora della danza

È il 19 aprile del 1953 quando Susanna Egri si conquista la copertina del settimanale «Radiocorriere», facendosi ritrarre in equilibrio su un’antenna televisiva con le sue amate scarpette da ballo. Ha poco meno di trent’anni e, dopo essere stata prima ballerina per la compagnia della Biennale di Venezia e per il teatro Comunale di Firenze, si appresta ad iniziare una nuova avventura nella città di Torino, dove è andata a vivere dopo la morte del padre, Ernest Egri Erbstein, il mitico commissario tecnico che fece vincere cinque scudetti al Grande Toro, la squadra leggendaria e invincibile, sconfitta solo dal fato e dal cielo, a Superga, il 4 maggio 1949.
All’ombra della Mole, la talentuosa e volitiva Susanna Egri, che vanta studi nella natia Ungheria e che è stata allieva di Ferenc Nadasy all’Opera di Budapest, incomincia a collaborare con la Rai e apre la sua scuola di danza.
Da allora sono passati sessant’anni e Torino si appresta a celebrare questa dinamica e tenace ballerina e coreografa, che è stata presidente italiana dell’Unesco Danza e che vanta in curriculum anche una collaborazione con Gianfranco De Bosio per l’«Aida» dei record, quella che rimase in cartellone per ben tredici stagioni all’Arena di Verona.
Sabato 26 ottobre, alle 21, nella splendida cornice del teatro Carignano andrà in scena, nell’ambito della stagione «Ipuntidanza 2013/2014», la «Serata Egri», uno spettacolo particolare che ripercorre l’intera carriera della ballerina ungherese di nascita e torinese d’adozione: dal 1953, anno in cui venne presentato «Istantanee», primo balletto contemporaneo apparso in Italia, al 2013, che sta vedendo la nascita della coreografica «Lezione di cucina», su musiche di Gioachino Rossini.
Fra queste due date è stato estrapolato, dal ricco catalogo di creazioni con le quali la compagnia ha fatto il giro del mondo, un titolo famoso, quel «Mandarino meraviglioso» creato da Susanna Egri nel 2001 su commissione del Budapest Spring Festival.
Ad aprire l'omaggio sarà «Istantanee», spettacolo che debuttò al teatro Alfieri di Torino, con l’orchestra diretta dall’autore Paul Arma, discepolo e sodale di Bela Bartok. Il grande coreografo Aurel Milloss parlò per questo lavoro, assolutamente innovativo per il tempo, di «Aforismi danzati», che richiedono al pubblico un’inconsueta velocità di percezione. La coreografia è, infatti, strutturata in trentuno brevissimi flash, sapientemente raggruppati in tre sezioni -«Figure nello spazio», «Solitudine» e «Rapporti»-, nelle quali vengono utilizzati linguaggi espressivi diversi. Nel primo quadro vediamo, per esempio, delle figurazioni astratte, prive cioè di un contenuto premeditato, ma destinate solo a realizzare un disegno plastico nello spazio e nel tempo. Nel secondo gruppo domina, invece, l’elemento espressivo poiché vengono presentati stati d’animo dell’uomo, alle prese con il proprio io; mentre nella terza sezione si ‘parla’ di rapporti interpersonali.
Totalmente diverso è l’assetto del «Mandarino Meraviglioso» di Bela Bartok, nel quale Susanna Egri, pur rispettando sostanzialmente l’azione tracciata dal libretto originale, quello di Menyhert Lengyel, del quale vennero proibite le repliche dal 1926 per lo scandalo suscitato tra il pubblico, ha dato un ulteriore rilievo alla violenza e al degrado metropolitano raccontati. La prostituta del libretto è, per esempio, stata sostituita con un ragazzo a sua volta oggetto di violenza, obbligato a vestire panni femminili per fungere da esca nel covo dei malviventi.
Lo spettacolo, che si avvale delle scenografie di Emanuele Luzzati, fu presentato per la prima volta a Budapest, nell’ambito del «Festival dei Mandarini», insieme ad altre dieci versioni realizzate da altrettante compagnie europee, ottenendo il beneplacito degli eredi Bartók, che rigettarono le altre, vietandone la rimessa in scena. Un importante successo, questo, per Susanna Egri, che sta ora lavorando a «Lezione di cucina», breve «’esercizio di stile’ (alla Queneau?) in cui il pretesto culinario, condito da un sottile filo di humour, diventa -si legge nella nota di presentazione- metafora di altri ‘cucinamenti’, anche in senso autoironico». La coreografia, presentata in prima assoluta, chiuderà la serata al Carignano di Torino. Una serata interamente affidata alla straordinaria versatilità dei ballerini-artisti che compongono la compagnia EgriBiancoDanza, grazie ai quali sarà possibile rivivere la storia di una delle grandi signore del balletto italiana, di una delle indimenticabili protagoniste della vecchia televisione, quella che faceva cultura con la c maiuscola.


Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Una scena dello spettacolo «Istantanee», per la coreografia di Susanna Egri; [fig. 2] Una scena dello spettacolo «Mandarino meraviglioso»,  per la coreografia di Susanna Egri; [fig. 3] Locandina della serata per Susanna Egri promossa nell'ambito della stagione «Ipuntidanza 2013/2014» [Si ringrazia Paola Varallo per le immagini fornite]

Informazioni utili 
«Serata Egri». Teatro Carignano, piazza Carignano, 6 – Torino. Ingresso: intero € 25,00, ridotto € 20,00. Informazioni e prenotazioni:cell. 366.4308040 o info@egridanza.com . Sito internet: www.egridanza.com. Sabato 26 ottobre 2013, ore 21.