ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

martedì 18 marzo 2014

«Sacre Armonie», quando le arti raccontano la spiritualità e la scienza

Padova torna a riflettere sui rapporti tra sacro, profano, spiritualità e sapere. La primavera riporta in città il festival «Sacre Armonie», promosso dall’amministrazione comunale, in collaborazione con la scuola di musica «Gershwin». Undici gli appuntamenti in programma per questa quarta edizione della manifestazione che, da sabato 29 marzo a venerdì 30 maggio, porterà in Veneto importanti protagonisti dello spettacolo dal vivo e della scena culturale internazionale come il trombettista Paolo Fresu, il pianista Uri Caine, il trio vocale africano Insingizi, la scrittrice Antonia Arslan, la danzatrice Maya Devi e l’attore Natalino Balasso.
Il programma, che prevede molte prime assolute per il Nord-Est, «intreccia –spiega Maurizio Camardi, direttore artistico della rassegna- mondi e culture in un'apparente relazione di incontro/scontro, a partire dalla scelta dei palcoscenici degli spettacoli: cattedrali profane che ospiteranno traiettorie di rara spiritualità e luoghi del sacro che si presteranno a diventare veri e propri teatri». L’obiettivo è quello di mostrare i vari volti di Padova, città della scienza e del sapere, con la sua prestigiosa università e gli esperimenti di Galileo, ma anche città dell'arte e della fede, baciata dal genio artistico di grandi maestri in diversi periodi storici, Giotto sopra tutti, e dal culto per sant'Antonio, riferimento per molti pellegrini provenienti da ogni parte del mondo.
Ad aprire la rassegna sarà, nella serata di sabato 29 marzo alla Sala dei Giganti del Liviano, l’unica tappa nel Nord Italia del progetto musicale «Things/Think!», nato dalla collaborazione tra due protagonisti di punta del jazz internazionale: il noto trombettista Paolo Fresu e il grande pianista americano Uri Caine. «Un concerto che ti mette in pace con il mondo» è la frase con cui la critica ha definito questo spettacolo, nel quale il timbro malinconico e onirico della tromba dell’uno si sposa con il virtuosismo pianistico dell’altro, fatto di mille citazioni, dalla canzone americana al blues, fino alla musica classica. Tra i brani, oltre a standard come «Darn that dream» e «Doxy», sarà possibile ascoltare delle vere e proprie perle musicali, da una versione da brividi di «Lascia ch'io pianga» di Georg Friedrich Händel al fantastico medley che unisce un classico della canzone italiana come «Non ti scordar di me» con «Centochiodi», brano scritto da Paolo Fresu per la colonna sonora dell’omonimo film di Ermanno Olmi.
Il secondo appuntamento in cartellone vedrà, invece, dialogare pittura e religione: venerdì 11 aprile, alla Sala della Carità, andrà in scena lo spettacolo «Come piuma sul respiro di Dio. Artemisia e le altre», a cura degli «Amici della musica» di Venezia, che vedrà in scena la soprano Susanna Armani accompagnata al fortepiano da Bruno Volpato. «Le storie delle eroine bibliche diventano nelle scene dipinte dalla Gentileschi –si legge nella sinossi della rappresentazione- mezzo di espressione di una realtà femminile che si rispecchia e si rivela in suggestivi paralleli con le azioni sacre cantate dalle celebri Figlie da Choro negli ospedali veneziani nel Settecento: le eroine della Bibbia sono, quindi, metafore o allegorie dietro cui sembra di intravvedere aspirazioni e conflitti di genere ancor oggi irrisolti».
Toccherà, quindi, esibirsi sotto i riflettori del festival «Sacre Armonie» all’attore Natalino Balasso, accompagnato sul palco da un trio musicale d’eccezione composto da Claudio Carboni al sax, Carlo Maver al bandoneon e Pasquale Mirra al vibrafono.
L’appuntamento è per mercoledì 16 aprile al Multisala MPX,dove andrà in scena la celebre battaglia tra topi, rane e granchi della «Batracomiomachia», uno dei pochi testi pervenutici integri del filone di poesia parodica e scherzosa molto diffusa nella letteratura greca, in questa versione impreziosito dalla traduzione in forma poetica fluente e ricca di Giacomo Leopardi.
Dalla prosa comica si passerà alla musica con il concerto «Canti sacri dal mondo» che mercoledì 30 aprile vedrà in scena, alla chiesa di San Gaetano, il Coro interreligioso di Trieste, una formazione nata nel 2000, per iniziativa del maestro Fabio Nossal, con l'intento di far conoscere il vasto e multiforme repertorio della musica sacra di varie confessioni religiose.
Le sette note saranno ancora protagoniste domenica 11 maggio al Centro culturale Altinate/San Gaetano con la prima assoluta dello spettacolo «Mystic Gipsy Soul», nato dalla collaborazione con il Nomad Dance Fest International, il festival internazionale di culture, musica e danze nomadi in Italia e in India. Anuj Mishra, Neha Singh, Maya Devi e il Rajput Maharani Ensemble proporranno un viaggio, mistico e indimenticabile, dall'India all'antica Persia, dall'Egitto al Marocco, dalla Turchia al Mar Mediterraneo, alla scoperta di ritmi e melodie antiche come la danza sufi, la rajasthani dance o il flamenco gitano.
Mentre mercoledì 14 maggio, nella Chiesa degli Eremitani, sarà possibile assistere a un concerto dell’Orchestra di Padova e del Veneto e del coro «La stagione armonica», compagini dirette rispettivamente da Zsolt Hamar e da Sergio Balestracci, che saranno accompagnate in scena dalla soprano Martina Nawrath, dalla mezzosoprano Lucia Megyesi Schwartz, dal tenore Markus Francke e dal baritono Thomas De Vries. «Abbracciatevi, moltitudini!», l’incitamento alla fratellanza universale contenuto nell’«Ode alla gioia» della Sinfonia n. 9 di Beethoven, insieme al «Benedictus» dalla «Missa Solemnis» (nella versione per violino e orchestra che ne fece Busoni), e a uno tra i più grandi monumenti in musica all’Olocausto, «Un sopravvissuto di Varsavia op. 46» di Schoenberg, compongono il programma della serata.
Quest’anno «Sacre Armonie» si inserisce anche nelle manifestazioni francescane per il centenario del ritorno dei frati nella chiesa di San Francesco Grande. Per l’occasione, giovedì 15 maggio l'ensemble vocale Insingizi, formazione composta da tre percussionisti e danzatori provenienti dallo Zimbabwe, proporrà lo spettacolo «An African Gospel», una serie di canti gospel e spiritual della tradizione africana.
Giovedì 22 maggio andrà, invece, in scena alla Sala dei Giganti del Liviano la prima nazionale di «Kalelov (camminando)», spettacolo scritto da Antonia Arslan e Massimo Carlotto, che si avvale di musiche tradizionali armene e di composizioni originali di Maurizio Camardi e Mauro Palmas. La rappresentazione, che vede in scena due scrittori e quattro musicisti con in comune la passione del racconto e l'amore per la cultura della propria terra, costituisce –affermano gli organizzatori- «un viaggio tra parole e musica da Marsiglia alle coste della Sardegna, da Venezia ai paesaggi dell'Armenia anatolica, lungo le rotte del Mediterraneo e oltre. Un viaggio nel tempo tra passato, presente e futuro che ci racconta storie di donne, uomini, luoghi reali e immaginari».
La rassegna proseguirà, venerdì 23 maggio al Palazzo Moroni, con la presentazione del romanzo «Le inutili vergogne» di Eduardo Savarese. Tornerà, poi, ancora protagonista del festival l'Orchestra di Padova e del Veneto, diretta da Gabriele Dal Santo, che giovedì 29 maggio proporrà al Santuario della Madonna Pellegrina un ricordo del compositore Carl Philipp Emanuel Bach (8 marzo 1714 - 14 dicembre 1788), nel trecentesimo anniversario della nascita, con l’esecuzione della «Sinfonia in si min. Wq 182 n.5» e del «Concerto Wq 35 per organo e orchestra», ma anche delle «Tre sonate da chiesa K 336, K 244, K 245 per organo e orchestra» e dell’«Adagio e fuga in do minore K 546 per archi» di Mozart. Un evento speciale chiuderà venerdì 30 maggio la quarta edizione di «Sacre Armonie», manifestazione che da sempre racconta il passato e il presente con uno sguardo aperto al futuro.

Didascalie delle immagini
[Figg. 1 e 2] Una scena dello spettacolo «Mystic Gipsy Soul», nato dalla collaborazione con il Nomad Dance Fest International; [fig. 3] L'ensemble vocale Insingizi; [fig. 4]   Il trombettista Paolo Fresu e il pianista americano Uri Caine;[fig. 5] Il Coro interreligioso di Trieste

Informazioni utili
«Sacre Armonie»  - Edizione 2014. Padova, sedi varie. Informazioni: Spazio Gershwin – Scuola di Musica «Gershwin», tel. 342.1486878 o  info@universidiversi.com. Punti vendita dei biglietti: Gabbia Dischi, via Dante 8  (tel. 049.8751166); Coin Ticket Store, via Altinate (tel. 049.8364084); Multisala MPX, via Bonporti 22 (tel. 049.8774325); Musica Musica, via Altinate 20 (tel. 049.8761545), Scuola di Musica Gershwin, via Tonzig, 9 (tel. 342.1486878). Sito web: www.universidiversi.com - www.spaziogershwin.org. Dal 29 marzo al 30 maggio 2014. 



lunedì 17 marzo 2014

Bologna, tra le ricette di Giorgio Morandi con Massimo Bottura e Marta Pulini

Parte da Bologna uno dei progetti artistici di Expo 2015: «aroundmorandi – natura morta con pane e limone», percorso multidisciplinare in bilico tra design, arte culinaria e cultura dell’innovazione costruito intorno alla figura di Giorgio Morandi (Bologna, 20 luglio 1890 – 18 giugno 1964), artista comunemente conosciuto come il «pittore delle bottiglie».
L’iniziativa -curata dall’associazione «wonderingstars», con la preziosa collaborazione della rete civica Bologna Musei- animerà da giovedì 27 a domenica 30 marzo gli spazi del Mambo, il museo d’arte moderna della città che, dal novembre 2012, accoglie tra le sue mura ottantacinque tele facenti parte della raccolta donata dalla sorella dell’artista, Maria Teresa Morandi, al Comune di Bologna.
Un evento performativo e un’installazione dedicati al maestro emiliano e al suo rapporto con gli oggetti domestici e con la quotidianità familiare, più alcuni incontri, laboratori per bambini e workshop, compongono il progetto, nel quale gioca un ruolo fondamentale Carlo Zucchini, expertiser e amico del pittore bolognese, che è anche garante della donazione Morandi all’amministrazione comunale felsinea.
Con lui saranno protagonisti negli spazi dell’ex Forno del pane anche due chef dell’avanguardia culinaria: Marta Pulini, la mente creativa di BibenduM, e Massimo Bottura, proprietario dell’Osteria Francescana di Modena, che si è appena aggiudicato il prestigioso White Guide Global Gastronomy Award, conosciuto nel mondo come il Nobel della gastronomia.
Il cuoco emiliano animerà nella serata di giovedì 27 marzo, dalle 20.30 alle 24, la performance «A taste of Morandi», che lo vedrà all’opera con Carlo Zucchini: il primo reinterpreterà le suggestioni della poetica morandiana in chiave culinaria, l’altro calerà il pubblico nell’universo dell’artista e, attingendo al suo epistolario, all’esperienza della frequentazione della famiglia e alla conoscenza delle sue opere.
La tavola sarà il cuore dell’evento che farà incontrare l’arte con il design, l’alta cucina e il racconto. Allestita con oggetti e tovagliati di design ispirati all’opera del maestro bolognese, la performance richiamerà, nello specifico, la convivialità della famiglia Morandi e al tempo stesso la storia di una terra tra passato e futuro, tra sapori da conservare e innovare. Alle due voci dei protagonisti se ne aggiungerà una terza, quella dell’attrice Marinella Manicardi, che interpreterà una delle sorelle del pittore.
Durante l’incontro una sessantina di convitati assaggeranno un piatto di ispirazione morandiana; mentre il ricettario della famiglia dell’artista, rielaborato da Marta Pulini, sarà oggetto di una pubblicazione in uscita nel corso del 2014 per i tipi di Corraini editore.
In occasione dell’evento, il dipartimento educativo del Mambo ha studiato, in collaborazione con l’associazione «Il tempo ritrovato», un inedito percorso tra educazione estetica e alimentare rivolto più piccoli: i laboratori «Pranzi Di-segni. A tavola con Giorgio Morandi». Due gli incontri in agenda: sabato 29 marzo, a partire dalle ore 16, toccherà alla fascia d’età tra gli 8 e gli 11 anni; domenica 30 marzo, alle stessa ora, sarà la volta dei bambini dai 5 ai 7 anni. Gli adulti potranno, invece, approfondire la propria conoscenza del maestro bolognese con il workshop «aroundmorandi - a color inspiration» (domenica 30 marzo, ore 12), a cura della Color Designer Vicky Syriopoulou, o con la tavola rotonda «A talk aroundmorandi» (sabato 29 marzo, ore 11), che vedrà la partecipazione, tra gli altri, di Alberto Alessi, Marzia Corraini, Giuliana Cesari e Aldo Colonetti.
Durante tutti e quattro i giorni dell’iniziativa al Mambo, sarà, inoltre, possibile vedere, nella Sala delle Ciminiere, la mostra «extraordinary ordinary objects - Giorgio Morandi inspires design», con oggetti ordinari di ispirazione morandiana, straordinariamente reinterpretati da alcuni tra i più grandi designer e artisti contemporanei. Un’occasione, questa, per dimostrare come i soggetti pittorici dell’artista emiliano – ciotole, bottiglie e vasi, dipinti con pochi colori- abbiano piantano semi fruttiferi in chi si occupa di cultura artistica. Semi che ancora oggi germogliano, anche in territori inconsueti.

Per saperne di più
La collezione Morandi trova casa al Mambo

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1,2 e 3] Immagine promozionale del progetto «aroundmorandi – natura morta con pane e limone»

Informazioni utili 
«aroundmorandi – natura morta con pane e limone». MAMbo – Museo d’arte moderna,  via Don Minzoni, 14 e Casa Morandi, via Fondazza, 36 - Bologna. Informazioni: tel.  051.9917794 o info@wonderingstars.it. Sito internet: www.wonderingstars.it o www.mambo-bologna.org. Dal 27 al 30 marzo 2014. 
Elenco incontri 
«A taste of Morandi» - performance con lo chef Massimo Bottura. Data: giovedì 27 marzo, dalle ore 20.30 alle ore 24.  Ingresso (comprensivo della visita al Museo Morandi e alla Casa Morandi): intero € 18,00, ridotto € 15,00 (la riduzione è riservata agli iscritti all’Ordine degli architetti di Bologna). Prenotazioni: tel.  051.9917794 o info@wonderingstars.it
«Pranzi Di-segni. A tavola con Giorgio Morandi» - laboratori per bambini. Data: sabato 29 marzo, ore 16.00 (dagli 8 agli 11 anni); domenica 30 marzo, ore 16.00 (dai 5 ai 7 anni). Ingresso: € 5,00. Prenotazioni:    tel. 051. 6496628 (lunedì-venerdì, ore 10.00-13.00),  mamboedu@comune.bologna.it
«A talk aroundmorandi» - tavola rotonda con Carlo Zucchini, Marta Pulini, Alberto Alessi, Marzia Corraini, Giuliana Cesari e Aldo Colonetti. Data: sabato 29 marzo, ore 11. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. 
«aroundmorandi - a color inspiration» - laboratorio a cura della «Color Designer Vicky Syriopoulou», con Carlo Zucchini, presso la Casa Morandi. Data: domenica 30 marzo, ore 12. Ingresso: intero € 8,00, ridotto € 5,00  (la riduzione è riservata agli iscritti all’Ordine degli architetti di Bologna). Prenotazioni: tel.  051.9917794 o info@wonderingstars.it
«extraordinary ordinary objects - Giorgio Morandi inspires design» - mostra. Orari: da venerdì 28 a domenica 30 marzo, ore 12.00-20.00. Ingresso: € 4,00. Informazioni: tel. 051.6496611 o info@mambo-bologna.org.   

venerdì 14 marzo 2014

Val d’Elsa, l’arte arriva tra banchi di scuola con «Fenice Contemporanea»

L’arte dei nostri giorni arriva tra banchi di scuola. Succede nella Val d'Elsa grazie a «Fenice Contemporanea», progetto promosso dai Comuni di Poggibonsi, San Gimignano e Colle di Val d’Elsa, con la collaborazione della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, di Vernice Progetti Culturali e della Fondazione Elsa e con il contributo economico della Regione Toscana nell’ambito di ToscaninContemporanea2013.
Per tutto il mese di marzo più di cento studenti delle scuole medie inferiori e superiori dell’area valdelsana, saranno coinvolti in un percorso di conoscenza dei linguaggi artistici a noi coevi a partire dalle installazioni presenti sul territorio: dalle opere di Mimmo Paladino a quelle di Antony Gormley, fino alle tante testimonianze artistiche ormai impresse nella geografia del paesaggio toscano.
Dopo aver fatto tappa al liceo classico e scientifico «Alessandro Volta» di Colle di Val d’Elsa e agli istituti «Roncalli-Sarrocchi» di Poggibonsi, gli incontri di presentazione di «Fenice Contemporanea», curati dagli storici dell’arte di «CultureAttive» e realizzati grazie alla collaborazione di «Arte Continua» e di «Comincon», faranno tappa, martedì 18 e mercoledì 20 marzo, alle scuole medie e superiori di San Gimignano.
I ragazzi potranno così andare virtualmente alla scoperta delle opere di Niccolò Cannicci e di Marcel Duchamp, ma anche di quelle di Felix Gonzales Torres e Maurizio Cattelan, per poi analizzare lavori più storicizzati dell’arte contemporanea, come quelli di Piero Manzoni e di Pino Pascali, fino a prendere in considerazione le installazioni presenti in Valdelsa: l'UMoCA di Cai Guo Qiang, le opere di Jospeh Kosuth e le sculture antropomorfe in bronzo di Antony Gormley.
Ad aprile e maggio, al termine degli incontri introduttivi, i ragazzi saranno, poi, coinvolti in una serie di laboratori e workshop durante i quali potranno lavorare e interagire direttamente con artisti e fumettisti di fama nazionale e internazionale, in residenza sul territorio della Val d’Elsa, dalla scultrice e pittrice americana Kiki Smith al collettivo di fumettisti Delebile, passando per Massimo Ricciardo e Maria Pecchioli.
Un progetto interessante, dunque, quello di «Fenice Contemporanea» che permette ai più giovani di conoscere due realtà come «Arte all’arte», iniziativa ideata nel 1996 dall’associazione «Arte Continua», e «Affinità», progetto lanciato nel 1994 da Giuliano Briganti e Luisa Laureati che ha visto dialogare con le architetture medioevali di San Gimignano artisti del calibro di Giulio Paolini, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Eliseo Mattiacci e Nunzio Di Stefano. Ed è proprio «Arte all’arte» ad aver portato una ventata di contemporaneità sul territorio, conosciuto dai più per le sue opere medioevali, dalle sculture di Arnolfo di Cambio agli affreschi di Taddeo di Bartolo, Ridolfo del Ghirlandaio e Alessandro Allori per la chiesa di Sant’Agostino a Colle Val d’Elsa. In poco meno di una ventina d’anni, la manifestazione ha avuto per protagonisti grandi nomi della scena artistica internazionale, da Ilya Kabakov a Sol LeWitt, da Marina Abramovic e Jannis Kounellis.
Ecco così abitare la Val d’Elsa opere come «I dormienti» di Mimmo Paladino e gli «Omini di ferro» del progetto «Fai spazio, prendi posto» di Antony Gormley a Poggibonsi, «I Gatti» di  Sislej Xhafa alla chiesa di Mensano o, ancora, l’installazione di Anish Kapoor a San Gimignano, all’interno del torrione di Sant’Agostino: tante testimonianze di come l'arte contemporanea possa ridisegnare il volto di un paesaggio.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Mimmo Paladino, «I dormienti» , 2000. Poggibonsi (Siena), Fontana delle fate;  [fig. 2]Antony Gormley, «Fai spazio, Prendi posto» , 2004. Poggibonsi (Siena), sedi varie [fig. 3] Sislej Xhafa, «Gatti» , 2001. Casole d'Elsa (Siena), chiesa di Mensano

Informazioni utili
www.facebook.com/FeniceContemporanea

giovedì 13 marzo 2014

Silvano Bozzolini in mostra al nuovo Accabì-Hospitalburresi di Poggibonsi

Il vecchio ospedale diventa un centro di cultura: succede a Poggibonsi, in provincia di Siena, dove è stato recentemente inaugurato Accabì-Hospitalburresi, tremilaseicento metri quadri che comprendono una biblioteca con oltre quarantamila volumi più i fondi antichi, una scuola di musica e sale per incontri culturali, mostre e convegni. A tenere a battesimo gli spazi espositivi è la rassegna «Silvano Bozzolini, pitture 1946–1992», promossa dal Comune di Poggibonsi, dalla Fondazione Elsa, da Vernice progetti culturali e dalla Fondazione Monte dei Paschi nell’ambito delle iniziative culturali di Siena Capitale europea della cultura.
Sessantasei dipinti, selezionati da Beatrice Buscaroli e Luca Bozzolini, ripercorrono la parabola creativa dell’artista toscano, maestro dell’astrattismo europeo, attivo tra Italia e Francia nel secondo dopoguerra, che vanta studi alla Scuola di nudo di Felice Carena, presso l’accademia di Belle arti di Firenze, e le cui opere sono conservate in spazi espositivi quali la Collezione VAF-Stiftung di Rovereto, il Museo di Magi ‘900 di Pieve di Cento, la Galleria internazionale d’arte moderna di Firenze e la Biblioteca nazionale di Parigi.
I dipinti in mostra, visibili fino al prossimo 13 aprile, provengono dalla collezione del Comune di Poggibonsi, dall’Archivio Pieraccini-Bozzolini, da gallerie d’arte italiane ed europee, e da prestigiose collezioni private di Poggibonsi, Firenze, Roma, Milano, Genova, Bergamo e Parigi.
L’esposizione, cui rimarrà documentazione in un catalogo pubblicato da Carlo Cambi editori, offre l’opportunità di conoscere meglio Silvano Bozzolini, artista che amava definirsi un «operaio della pittura», a partire dalla produzione relativa al periodo fiorentino, caratterizzato dalla fondazione della rivista «Posizioni» e dalle esperienze con il gruppo «Arte d’oggi», per giungere a quello parigino, che lo vide stringere amicizia con Alberto Magnelli e Sonia Delaunay, esporre presso la galleria Denise René e fondare, con André Bloc, il «Groupe Espace».
Interprete profondo dell’esigenza di rinnovamento di un gusto novecentesco ormai in crisi, l’artista toscano ha saputo spingere la propria ricerca oltre il linguaggio figurativo e oltre l’ambito di un certo astrattismo di maniera, verso la comprensione di ciò che egli stesso ha definito «un'altra realtà visiva che ha la sua radice nell’osservazione delle cose, dei fatti, della vita e dell’esistenza quotidiana dei nostri giorni: cioè non di ieri né di domani». Silvano Bozzolini è riuscito, dunque, a mettere l’accento su quel «nulla visivo» che per l’artista rappresenta l’insieme delle forme esteriori che definiscono l’uomo e le cose tutte, giungendo a cogliere anche le necessità più spirituali, con il ricorso a forme geometriche, conquiste spaziali, dinamismi visivi, incastri e contrasti cromatici, che si accompagnano ad una sorprendente capacità di invenzione e a quel rigore e quella severità nella composizione che caratterizzano gran parte della sua opera. La sua ricerca, infine, ha sempre mantenuto il legame fondamentale con la terra d’origine, l’identità toscana che è da sempre il tratto distintivo anche del suo essere stato un «Italien de Paris».
La mostra di Poggibonsi restituisce anche la storia dell’uomo Bozzolini, autodidatta della pittura a diciannove anni, operaio in un magazzino di tessuti a Milano, soldato nei Balcani e poi clandestino per non aver aderito all’esercito della Repubblica di Salò, ma soprattutto instancabile viaggiatore sulle strade di Svizzera, Austria, Jugoslavia e Bulgaria con la sua amata bicicletta.
La rassegna è anche un viaggio tra i paesi del cuore dell’artista toscano. Se l’Elba è il luogo del lavoro e del contatto fisico con la natura, Poggibonsi rappresenta per il maestro astrattista il profondo legame culturale con la realtà sociale italiana e toscana in particolare. E’ qui che per lunghi periodi soggiorna la moglie ed è qui che risiedono i grandi amici scelti nel periodo del dopoguerra e coltivati per tutta la vita. Se all’Elba l'artista gode della luce dell’isola e dell’amore dei figli e nipoti, a Parigi lo accompagna la presenza dei molti colleghi con i quali spesso espone. Nella grande casa di Procchio le sue tele rispondono, dunque, ai colori e all’armonia dell’ambiente, mentre nello studio di rue Camille Tahan viene privilegiata una maggiore introspezione e una più severa composizione. 

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Ritratto di Silvano Bozzolini; [fig. 2] Silvano Bozzolini, «Situation positive» 1960, olio su tela, 146x114 cm. Collezione privata

Informazioni utili
«Silvano Bozzolini, pitture 1946–1992». Accabì-Hospitalburresi, via Carducci, 1 - Poggibonsi (Siena). Orari: mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica, ore 17.00-20.00. Ingresso gratuito. Catalogo: Carlo Cambi Editori. Informazioni: Ufficio Cultura, tel. 0577.986335, Fondazione Elsa tel. 0577.985697, Urp di Poggibonsi, tel. 0577.986203. Sito internet: www.comune.poggibonsi.si.it e www.politeama.info. Fino al 13 dicembre 2014.

mercoledì 12 marzo 2014

Dal British Museum a Martigny: la bellezza secondo l’antica Grecia

Ci sono le riproduzioni del «Discobolo» di Mirone e del «Diadumeno» di Policleto tra le sculture che il British Museum di Londra ha prestato alla Fondazione Pierre Gianadda di Martigny, pregevole centro culturale svizzero con una ricca collezione di opere dei più grandi maestri del XIX e del XX secolo, in occasione della mostra «La bellezza del corpo nell’antica Grecia», curata da Ian Jenkins.
Fondato nel 1753 e aperto al pubblico sei anni dopo, il museo britannico è senz’altro uno dei importanti al mondo con le sue raccolte costituite da oltre sette milioni di oggetti, ma deve la propria notorietà soprattutto alle ventiquattro stanze che raccontano Roma e l’antica Grecia, all’interno delle quali si trovano manufatti che vanno dall’inizio della preistoria all'età bizantina.
Su espressa richiesta dello stesso British Museum a Léonard Gianadda, presidente dell’istituzione elvetica, una pregevole selezione di queste opere è in mostra, fino al prossimo 9 giugno, a Martigny, cittadina nella valle del Rodano che vanta origini celtiche e che è ricca di vestigia di epoca gallo-romana, a cominciare dai resti del tempietto su cui sorge proprio la Fondazione Gianadda.
Un felice connubio di pietra, bronzo e marmo unirà, dunque, per i prossimi tre mesi la sezione antica di uno dei musei più visitati al mondo con la capitale del Vallese romano, il Forum Claudii Vallensium, e con le sue testimonianze di un passato glorioso, dalla possente testa bronzea del «Toro tricorne» ai due torsi virili, provenienti dal Mediterraneo orientale e usati probabilmente come ornamento di una sala termale, che sono stati ritrovati nel 2011 in occasione della realizzazione di una nuova strada del quartiere delle Morasses. Entrambi i lavori, raffiguranti un «Ercole con mantello leonino» e un «Apollo Citaredo», sono in mostra nelle sale del museo svizzero, accanto a una piccola replica in marmo bianco dell’«Afrodite di Cnido» di Prassitele, trovata anch’essa a Martigny nel 1939. Il cuore della rassegna è, però, rappresentato dalle opere del British Museum, attraverso le quali si celebra la bellezza seguendo il filo rosso di sette temi: la prestanza del corpo maschile e la grazia di quello femminile, lo sport, la nascita, il matrimonio, la morte, l‘amore e il desiderio. Ecco così apparire davanti al visitatore le forme toniche ed eleganti del «Discobolo» di Mirone, raffigurato in una scultura in marmo del II secolo a.C., copia romana di un originale in bronzo, fuso nel V secolo a.C. e oggi perduto.
Ammalia per il suo portamento statuario anche il «Il Diadumeno», opera in marmo databile intorno al 50 a.C. e ritrovata in Provenza nel 1862, che raffigura un giovane atleta con la testa cinta dalla benda della vittoria ai Giochi olimpici dell'antica Grecia e che riproduce la famosa scultura in bronzo realizzata da Policleto nel V secolo a.C..
Nella sezione dedicata al corpo femminile spiccano, invece, una terracotta del 300-200 a.C. con le fattezze di una nobildonna greca, elegantemente abbigliata con una lunga tunica e un ampio cappello, e una statua bronzea del VI secolo a.C., forse di origine spartana, raffigurante «Una giovane donna che corre» secondo gli usi del tempo, stando a quanto scrive Pausania: «capelli al vento, tunica abbassata fin sotto le ginocchia, spalla destra completamente nuda e spogliata fino al seno».
Lungo il percorso espositivo, di cui è stato pubblicato un catalogo a documentazione, si trovano anche un possente Zeus in bronzo del I-II secolo a.C., un’anfora a figure nere di fattura greca con l’effige del dio Dioniso (520 a.C.) e una copia della piccola scultura «Eros mentre tende il suo arco» di Lisippo, databile alla fine del IV sec. a.C..
Fra divinità del passato e corpi tonici, è esposta anche una statuetta in terracotta del II secolo a.C. raffigurante il «tenutario del bordello», uno dei personaggi ricorrenti del teatro greco, con addosso la maschera da anziano e con la testa incoronata da strisce frammentate. Tanti volti, dunque, scorrono tra le sale della Fondazione Pierre Giannada a raccontare la bellezza, quella virtù che Stendhal definiva «promessa di felicità».

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Il Discobolo, Marmo, periodo romano, II sec. d. C . © The Trustees of the British Museum (2014). All rights reserved; [fig. 2] Il Diadumeno, marmo, 50 d.C. © The Trustees of the British Museum (2014). All rights reserved; [Fig. 3] Giovane donna che corre, bronzo, Grecia, VI sec. a. C. © The Trustees of the British Museum (2014). All rights reserved; [fog. 4] Afrodite di Cnido di Prassitele, marmo © Fondation Pierre Gianadda, Martigny 

Informazioni utili 
«La bellezza del corpo nell’antica Grecia». Fondazione Pierre Giannada, Rue du Forum, 59 - Martigny (Svizzera). Orari: ore 10.00-18.00. Ingresso: adulti ChF 15/€ 12,50; terza età ChF 13/€ 11,00, famiglie ChF 35/€ 28,00; bambini oltre 10 anni e studenti ChF 8/€ 6,00. Catalogo: disponibile in mostra. Informazioni: tel.(+41)27.7223978. Informazioni in Italia: tel. 031.269393. Sito internet: www.gianadda.ch. Fino al 9 giugno 2014.