ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 13 marzo 2015

«Un anno sull’altipiano», Daniele Monachella rilegge Emilio Lussu

«Tra i libri sulla Prima guerra mondiale «Un anno sull’altipiano» di Emilio Lussu è per me il più bello. Tra quanti ne ho letti, studiati, consultati di autori italiani, tedeschi, francesi, inglesi, russi, americani, nessuno, proprio nessuno, mi ha coinvolto e reso partecipe con quanto l’autore racconta». Così Mario Rigoni Stern, scrittore che ha narrato la tragica ritirata degli italiani in Russia nel libro «Il sergente nella neve» e che ha lasciato pagine indimenticabili sulle terre intorno all’altipiano di Asiago, descriveva, nella sua introduzione alla ristampa edita nel 2000 per i tipi della Einaudi editore di Torino, il valore del libro di memorie che lo scrittore e politico sardo Emilio Lussu (Armungia - Cagliari, 1890 – Roma, 1975) redasse tra il 1936 e il 1937 in un sanatorio svizzero di Clavadel, tra le montagne dei Grigioni, dietro invito di Gaetano Salvemini. Questo testo è stato ridotto per la scena dall’attore e doppiatore Daniele Monachella e venerdì 27, sabato 28 e domenica 29 marzo sarà rappresentato al teatro dell’Orologio di Roma, nell’ambito del programma di Governo per il Centenario della prima guerra mondiale curato dalle struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale.
Con l’interprete milanese saranno in scena in questo inedito recital di teatro e musica, ideato da Mab Teatro con il Cecad Sardegna - Circuito teatrale regionale sardo, l’etnomusicologo Andrea Congia alla chitarra classica e Andrea Pisu (vincitore del Premio Maria Carta) alle launeddas e alle percussioni.
Apparso per la prima volta in Francia nel 1938 grazie alle Edizioni italiane di cultura, pubblicato a Roma da Giulio Einaudi nel 1945 (subito dopo la Liberazione della capitale) e giunto al successo nel 1960 con la sua seconda ristampa, «Un anno sull’altipiano» narra, con uno stile asciutto e disincantato, la vita dei Reggimenti di fanteria 151° e 152° della Brigata Sassari nel periodo tra il giugno 1916 e il luglio 1917, quando «i diavoli rossi» combatterono contro l’esercito austro-ungarico e i bosniaci nei territori intorno ad Asiago, sui monti Fior, Lisser, Castelgomberto, Spil, Miela e Zebio.
Continui assalti a trincee inespugnabili, battaglie assurde volute da comandanti imbevuti di retorica patriottica e di vanità (emblematica è nel libro la figura del generale Leone) storie di giovani estranei al mito dell’interventismo e nonostante questo mandati biecamente al macello, racconti di uomini che, con dignità e grande capacità di sopportazione, hanno donato la propria vita animati da un grande «desiderio di libertà e di giustizia» rivivono attraverso gli occhi di Emilio Lussu, protagonista e testimone del primo conflitto bellico come ufficiale della Brigata Sassari.
Pagina dopo pagina, emerge un’austera invettiva contro i nazionalismi e i conflitti di lingua, religione e costumi, una spietata requisitoria contro l'orrore della guerra, rivelata nella sua dura realtà di «ozio e sangue», di «fango e cognac». In questo libro, intriso di quotidianità minuta (come non pensare, per esempio, all’episodio dei soldati che, lasciando il Carso per l’Altipiano di Asiago, intonano «Quel mazzolin di fiori»), i giovani di oggi trovano, inoltre, «quello che i testi scolastici non dicono, quello che i professori non insegnano, -scrive Mario Rigoni Stern, nell’introduzione alla ristampa edita nel 2000 per i tipi della Einaudi editore di Torino - quello che la televisione non propone. E nemmeno il cinema».
«I Dimonios della Brigata Sassari e gli eventi della trincea, la poesia del ferro e del cognac, del fuoco e del sangue, i flash, le fughe e le ferite della Grande Cagnara, le cadute delle vittime sul fango dell'Altipiano in contemporanea alle disfatte dei Giganti Europei: questi - raccontano gli organizzatori- sono alcuni degli ingredienti di cui è intriso il docu-spettacolo di Daniele Monachella, reso maggiormente emozionale dalle parole di un autore che si rivolta moralmente alla guerra e alla classe che la provoca, permeate dal commento sonoro della tradizione musicale sarda e di suoni universali, espressa contrappuntisticamente in relazione alla voce dell’unico attore in scena».
Un viaggio mnemonico emozionale, dunque, quello che proposto al teatro dell'Orologio di Roma, intriso dal ricordo di una guerra il cui racconto, per la prima volta nella letteratura italiana, denuncia l'irrazionalità e il suo non-senso, porta a riflettere sul passato per scrivere il futuro con la penna della pace. (sam)

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Ritratto di Emilio Lussu; [fig. 2] Daniele Monachella; [figg. 3 e 4] Una scena dello spettacolo «Un anno sull’altipiano», ideato da Mab Teatro con il Cecad Sardegna - Circuito teatrale regionale sardo

Informazioni utili
«Un anno sull’altipiano». Teatro dell'Orologio -  Sala Moretti, via dei Filippini, 17/a – Roma.Orari spettacoli: 27 e 28 marzo 2015, ore ore 20.00; 29 marzo 2015, ore 16.00. Ingresso: intero € 15,00, ridotto € 12,00, tessera associativa del teatro € 3,00. Informazioni: tel. 06.50619598 o biglietteria@teatroorologio.com. Sito internet: www.mabteatro.com o www.teatroorologio.com.

mercoledì 11 marzo 2015

Festival della cultura creativa, le banche italiane investono sulla fantasia dei più giovani

Sarà Michelangelo Pistoletto, uno dei maestri dell’Arte povera, a tenere a battesimo la seconda edizione del Festival della cultura creativa, manifestazione organizzata dalle banche italiane, con il coordinamento dell’Abi e con il patrocinio dell’Unesco e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, che da lunedì 16 a domenica 22 marzo coinvolgerà una sessantina di città del nostro Paese, da Bolzano a Palermo, passando per Torino, Milano, Vicenza, Verona, Bologna, Roma e Napoli.
L’artista biellese, vincitore del Leone d’oro alla cinquantesima edizione della Biennale di Venezia (2003) e del Praemium Imperiale dalla Japan Art Association (2013), sarà protagonista dell’evento «WWW - KnoW the World with Words», promosso dal Dipartimento educazione del Castello di Rivoli (Torino) a Napoli, negli spazi del Madre - Museo d’arte contemporanea Donnaregina.
Bambini e ragazzi del territorio campano saranno invitati a «Creare mondi», a partire dalla struttura fantasmagorica della «Pallamondo» ispirata alla «Houseball» di Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen. Su queste gigantesche “architetture” confluiranno alfabeti differenti, espressione di lingue e comunità diverse, insieme al segno-simbolo del «Terzo Paradiso» di Michelangelo Pistoletto.
L’evento è, dunque, in linea con il tema guida di questa seconda edizione del festival dedicato alla cultura e agli «aspetti più generativi della creatività», il cui pubblico sono i ragazzi dai 6 ai 13 anni: «L’alfabeto del mondo - Leggiamo i segni intorno a noi e raccontiamo». Un tema, questo, estremamente attuale se si considera che oggi, anche grazie all’uso delle nuove tecnologie, narrare e narrarsi è un’attività che fa sempre più parte della nostra vita quotidiana.
Oltre ottanta gli eventi e i laboratori in programma che interesseranno i settori di arte, archeologia, musica, canto, lettura, teatro, fotografia, robotica e tecnologie digitali, coinvolgendo oltre 10mila studenti grazie alla collaborazione di scuole, musei, biblioteche e operatori culturali attivi su tutto il territorio nazionale.
«Trarre ispirazione dalla natura, dall’opera dell’uomo e dalle proprie emozioni, imparare a riconoscere e a leggere i segni intorno a noi, spostare il punto d’osservazione e reinterpretare le situazioni e i loro significati, capire come nasce il racconto, come si forma e con quali linguaggi e strumenti si può declinare, condividerlo per generare poi altre infinite narrazioni: è -spiegano gli organizzatori- la sfida di questa edizione del festival», che vede alla sua direzione scientifica Hubert Jaoui, Anna Pironti e Aldo Tanchis.
I ragazzi potranno così sperimentare le potenzialità della loro fantasia e costruire infiniti racconti. Lo spiega bene l’immagine identificativa del festival ideata dall’artista emiliana Eva Montanari, che ha esposto, tra l’altro, alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna e alla Mostra internazionale dell’illustrazione di Sarmede (Treviso): un bambino che sta per indossare un paio di grandi occhiali sulle cui lenti sono disegnati animali e oggetti di ogni genere come un cavallo bianco e una luna azzurra con le gambe.
Dai palazzi Magnani di Bologna e Branciforte di Palermo agli antichi chiostri francescani di Ravenna, senza dimenticare il  Museo nazionale della scienza e della tecnica di Milano, sono tante le sedi prestigiose coinvolte nella manifestazione, che avrà come media partner la Rai.
Evento clou sarà la giornata di studio «Reinventare l’apprendimento – Cultura e creatività tra linguaggi, metodi e azioni», in programma venerdì 20 marzo a Roma, nelle sale delle antiche Scuderie di Palazzo Altieri, oggi sede dell’Abi. Protagonisti del mondo dell’educazione di ieri e di oggi parleranno del metodo Montessori, del maestro Manzi, di Bruno Munari, della robotica applicata all’insegnamento e di molto altro. Saranno presenti, tra gli altri, Aldo Tanchis, Anna Pironti, Alessandra Falconi, Carlo Infante, Fiorella Operto, Hubert Jaoui e Ruggero Poi.
Una manifestazione, dunque, di alto valore educativo quella promossa dall’Abi che fa proprie le parole di uno degli scrittori italiani per bambini più apprezzati, Gianni Rodari: «con le storie e i procedimenti fantastici per produrle, aiutiamo i bambini a entrare nella realtà dalla finestra anziché dalla porta».

Didascalie delle immagini
[Figg. 1 e 4] Immagini di repertorio della prima edizione del Festival della cultura creativa; [fig. 2] «Pallamondo», stuttura per il laboratorio «WWW - KnoW the World with Words», promosso dal Dipartimento educazione del Castello di Rivoli (Torino) a Napoli, negli spazi del Madre - Museo d’arte contemporanea Donnaregina; [fig. 3] Locandina della seconda edizione del Festival della cultura creativa.

Informazioni utili 
«L’alfabeto del mondo - Leggiamo i segni intorno a noi e raccontiamo» - II edizione Festival della cultura creativa. Italia, sedi varie. Informazioni utili: festival@abi.it, tel.06.6767343. Sito web: www.festivalculturacreativa.it. Dal 16 al 22 marzo 2015. 

lunedì 9 marzo 2015

Expo, il Carro-teatro di Leonardo diventa realtà

Una grande mostra a Palazzo Reale, una serie di incontri a cura del Fai – Fondo per l’ambiente e, ora, anche la ricostruzione di uno dei suoi più straordinari progetti per iniziativa della Regione Toscana e della Fondazione Carnevale di Viareggio: l’Expo di Milano punta tutto su Leonardo da Vinci, «mirabile inventore d’ogni eleganza e di delizie, soprattutto di spettacoli teatrali», per dirla con le parole usate Paolo Giovio nella prima metà del Cinquecento. È, infatti, notizia di questi giorni che il «Carro-Teatro dell’universo», straordinaria macchina scenica nata nel 1508 dalla genialità del maestro toscano, diventerà realtà grazie all’abilità artigianale di Massimo Breschi, uno dei tanti maghi della cartapesta, vincitore dell’ultima edizione del carnevale viareggino con un carro contro gli abusi sui minori.
Il progetto, che verrà ricostruito a grandezza naturale, evidenzia come Leonardo Da Vinci abbia reinterpretato e reinventato la grande tradizione non solo degli artisti dell’antichità, ma anche di quelli del primo Rinascimento toscano per progettare ingegni straordinari che anticipavano il futuro.
Il «Carro-Teatro dell’universo» guarda, infatti, alla tradizione delle macchine teatrali di Brunelleschi, agli artifici e agli automi dell’antichità mediterranea rivisitati da ingegneri senesi come il Taccola e Francesco di Giorgio Martini, alla cultura teatrale di autori come il fiorentino Bernardo Bellincioni e Agnolo Poliziano.
L’opera compendia, inoltre, in maniera esemplare discipline ed esperienze di cui Leonardo era incomparabile maestro: dal disegno progettuale alla pittura, dalla musica al teatro, dall’architettura all’ingegneria.
Da un punto di vista artistico, tecnologico e iconografico la ricostruzione del «Carro-Teatro dell’universo» combinerà la rigorosa interpretazione scientifico-filologica dei progetti e dei documenti leonardiani con quella della più moderna tecnologia, costruendo l’opera con criteri di trasportabilità e flessibilità componibile.
 Il nucleo scenico deriva dal «Teatro della montagna che si apre» di Leonardo, in rapporto all’«Orfeo» del Poliziano con l’inserimento degli effetti di luce dei pianeti. Le figure sovrastanti riprendono le suggestioni dalle sue grandiose scenografie per la «Festa del Paradiso» del Bellincioni (già con Leonardo a Fiesole), messa in scena dal 1490 (a Milano) al 1518 (ad Amboise). Inoltre, simbolicamente, si delinea la concezione universale di Leonardo in annotazioni riferite alla concordia fra i popoli e a un mondo a misura d’uomo. Fra gli effetti speciali ideati dal maestro vinciano, è prevista una spettacolare accentuazione notturna, sia visiva, con giochi di luci e ombre (proiezioni di «figure grandi» e specchi), che sonora (elaborazione della musica leonardiana).
Attori e musicisti porteranno un contributo straordinario all’animazione di questo lavoro, con varie messe per le quali si stanno scegliendo i partner creativi toscani per quanto riguarda i costumi, le figure teatrali e gli effetti luminosi e sonori.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Ritratto di Leonardo, antica incisione dal disegno della Royal Library di Windsor.  © Museo Ideale Leonardo Da Vinci, riproduzione autorizzata per la comunicazione del Carro-Teatro dell’Universo di Leonardo/Fondazione Carnevale di Viareggio; [fig. 2] Modello spedimentale del Carro-Teatro dell’Universo di Leonardo/Fondazione Carnevale di Viareggio. © Museo Ideale Leonardo Da Vinci, riproduzione autorizzata per la comunicazione del Carro-Teatro dell’Universo di Leonardo/Fondazione Carnevale di Viareggio; [fig. 3] Leonardo, prima idea per la scenografia della «Montagna che si apre», circa 1508, Codice Arundel, Londra, British Library. Modello sperimentale per il meccanismo scenico della «Montagna che si apre» nel Carro-Teatro dell’Universo di Leonardo. © Museo Ideale Leonardo Da Vinci, riproduzione autorizzata per la comunicazione del Carro-Teatro dell’Universo di Leonardo/Fondazione Carnevale di Viareggio

Informazioni utili
viareggio.ilcarnevale.com