ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 7 giugno 2019

«Il disegnatore è libero»: Ivan Graziani e le arti visive

Sono gli anni Sessanta. In Italia si va via via affermando la figura del cantautore impegnato, mentre arriva da Oltreoceano la musica che rivoluzionerà tutto: il rock’n’roll. Sono anche gli anni in cui Ivan Graziani (Teramo, 6 ottobre 1945 - Novafeltria, 1º gennaio 1997), ancora minorenne, muove i suoi primi passi come musicista autodidatta nel complesso «Nino Dale and His Modernists».
La chitarra è la sua grande passione insieme alle matite colorate, che lo porteranno ad iscriversi, nel 1966, all’istituto d’arte di Urbino.
La città natale di Raffaello, adagiata lungo le verdi colline marchigiane tra la valle del Metauro e la valle del Foglia, non è certo il centro del mondo. Ma è pur sempre un polo universitario in cui è facile trovare qualcuno con cui condividere le proprie passioni. Ivan Graziani incontra Velio Gualazzi e Walter Monacchi, con cui fonda gli «Anonima Sound». «Parla tu», la b-side del loro primo 45 giri intitolato «Fuori Piove», piace a Renzo Arbore e Gianni Boncompagni; il disco passa spesso in radio e arriva così la partecipazione al «Cantagiro», allora la manifestazione canora più importante della penisola assieme al Festival di Sanremo.
Per Ivan Cattaneo è l’inizio di una bella carriera nel mondo della musica ed è con lui, personaggio fuori dagli schemi e decisamente “avanti” rispetto ai suoi contemporanei, che il rock incontra per la prima volta la canzone d’autore. Nascono, anno dopo anni, singoli di successo come «Lugano addio», «Firenze (canzone triste)», «Pigro», «Agnese», «E sei così bella», «Monna Lisa», «Maledette malelingue». Ma Ivan Cattaneo non abbandona mai in tutto l’arco della sua breve vita le amate matite colorate, la carta e la china. Il suo percorso nelle arti visive, da molti definito il suo lato B, è in questi giorni al centro della mostra «Il disegnatore è libero», curata da Olivia Spatola e Manuela Valentini, in collaborazione con Francesco Colafella.
Il Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna continua così il ciclo delle personali dedicate agli artisti che hanno messo al centro il dialogo tra arte e musica, avviato con «ALIAS capitolo secondo» di Giorgio Faletti e con la personale «Quando la musica si mostra. Una nota al museo» di Francesco Tricarico.
Il cantautore abruzzese amava dire che «il disegnatore è libero di fare quello che vuole», a differenza del cantante che «è sempre nelle mani di troppa gente». Da questa affermazione -che ben documenta il carattere ribelle dell’artista, poco incline a scendere a patti con le ingerenze dei discografici- prende spunto il titolo della mostra, nella quale sono raccolte oltre trenta opere, molte delle quali inedite. Si tratta di disegni, incisioni e grafiche provenienti dall’archivio della famiglia Graziani, tratte da quaderni di schizzi e appunti che l’artista aggiornava con regolarità.
L'ironia sfrontata dell'artista nello scagliarsi contro le ingiustizie e i luoghi comuni, la sua vivacità creativa ben sottolineata dall’approccio istrionico per cui le sue liriche divennero così note, si armonizzano perfettamente negli schizzi, nei bozzetti, nelle strisce estratte dai blocchi e dai fogli volanti riempiti continuamente nel corso della vita, anche in occasione di viaggi e tournée musicali.
I disegni di Ivan Graziani - ricorda Vincenzo Mollica- «vivevano con le sue canzoni come vasi comunicanti, si alimentavano della stessa fonte di emozioni». A conferma di questo, la rassegna bolognese presenta una serie di schizzi che si riferiscono ad alcuni dei più grandi successi del cantautore come «Firenze» o «Maledette malelingue», presentata a Sanremo nel 1994. In un’opera, poi, si può riconoscere la «Signora Bionda dei Ciliegi» o nell’uomo che piange si può riscontrare quella che avrebbe dovuto essere la copertina di uno dei suoi primi album «Desperation», pubblicato nel 1973 dall'etichetta Freedom Records.
La mostra, allestita nella Sala mostre temporanee al piano terra di Palazzo Sanguinetti, si completa con l’esposizione di alcuni oggetti personali appartenuti allo scomparso artista abruzzese, che entrano in dialogo con la collezione permanente del museo nelle sale al primo piano: un autoritratto, alcuni quaderni con schizzi e una chitarra elettrica Kramer Neptune NJ, decorata dallo stesso Graziani agli inizi degli anni ‘80 con un’immagine della moglie Anna e dei figli piccoli sul corpo dello strumento, che è stata una delle più usate nei suoi live.
Il tutto permette di approcciarsi ad un aspetto per molti inedito di un artista anticonformista e bizzarro, i cui disegni atipici e geniali ne hanno fatto «un pioniere -per usare le parole di Andrea Scanzi- e un rivoluzionario dell’arte».

Informazioni utili
«Il disegnatore è libero».Museo internazionale e biblioteca della musica, Strada Maggiore, 34 - Bologna. Orari: da martedì a domenica (festivi compresi), ore 10.00 – 18.30; lunedì chiuso. Ingresso (comprende l'accesso al museo): 
intero € 5,00 | ridotto € 3,00 | giovani tra 18 e 25 anni € 2,00  | gratuito per possessori Card Musei Metropolitani Bologna e il giovedì nelle ultime due ore di apertura del museo. Informazioni: tel. +39.051. 2757711 o museomusica@comune.bologna.it. Sito internet: www.museibologna.it/musica. Fino al 23 giugno 2019

giovedì 6 giugno 2019

«E…sperimentiamo», a Gallarate sei adolescenti raccontano il mondo del bullismo

Insulti, offese, prese in giro, fastidiosi nomignoli, intimidazioni, esclusione sociale, e, in alcuni casi, addirittura schiaffi e botte. In una parola bullismo, traduzione italiana del termine inglese «buylling», teorizzato negli anni Settanta dallo psicologo svedese Dan Olweus, con il quale si indica un comportamento aggressivo di natura fisica, verbale e psicologica, reiterato nel tempo, nei confronti di una persona incapace di difendersi. Stando agli ultimi dati Istat, presentati lo scorso 27 marzo dal presidente Gian Carlo Blangiardo nel corso di un'audizione alla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, in Italia un ragazzo su due si dichiara vittima di episodi di bullismo o di cyberbullismo, fenomeno vessatorio, quest’ultimo, che si diffonde tramite Internet e i social network. L’età più a rischio è quella compresa fra gli 11 e i 17 anni.
I dati fotografano, dunque, una situazione emergenziale, che diventa ancora più preoccupante entrando nel dettaglio: una percentuale significativa del campione intervistato, quasi uno su cinque (19,8%), ha, infatti, dichiarato di aver subìto azioni tipiche di bullismo una o più volte al mese nell'ultimo anno; in circa la metà di questi casi (9,1%), ciò è avvenuto una o più volte a settimana. Un confronto fra i sessi mostra, inoltre, una prima differenza sostanziale: il 55% delle giovani contro il 49,9% dei loro coetanei maschi si è dichiarato oggetto di prepotenze. Le differenze sono considerevoli anche a livello territoriale, con una netta prevalenza del fenomeno nel nord del Paese, dove le vittime di azioni vessatorie rappresentano il 23% dei ragazzi tra gli 11 e 17 anni.
Il linguaggio teatrale con la sua capacità di parlare al cuore dei giovani e di farli entrare in empatia con i personaggi narrati rappresenta uno strumento utile non solo per formare il loro carattere, ma anche per promuovere la cittadinanza attiva e per contrastare atteggiamenti vessatori come quelli di cui tanto si parla in televisione e sui giornali. Lo dimostra chiaramente «E…sperimentiamo (sei ragazzi nel mondo del bullismo)», il saggio-spettacolo che gli «Attori in erba» porteranno in scena sabato 8 giugno, alle ore 21, negli spazi della Palestra Gallaratese di Gallarate (in via Pegoraro, 1).
Sul palco saliranno sei ragazzi dai 12 ai 16 anni: Giada Banca, Alice Capasso, Anita Croci, Camilla Dall’Aglio, Tiziano Locarno e Alerik Moisiu. La regia e la scrittura scenica sono a cura dell’attore professionista e insegnante Davide De Mercato.
Dopo la partecipazione al saggio «Coco e il dia dello spettacolo», andato in scena lo scorso 18 maggio al teatro Auditorium di Jerago con Orago, dove hanno interpretato una scena dedicata ai colori e alle atmosfere della festa messicana del giorno dei morti, gli adolescenti della scuola di teatro che «Culturando» cura artisticamente, da questa stagione, per la Palestra Gallaratese si confronteranno, dunque, con un tema di grande attualità, al quale guarda sempre più il mondo del teatro come dimostra il recente musical «Bulli Zoo» all’Olimpico di Roma.
Al centro della rappresentazione, ideata come una sorta di esperimento sociale dove i ragazzi vestiranno alternativamente i panni del bullo e del bullizzato, ci saranno sei improvvisazioni, frutto della fantasia degli «Attori in erba». A tessere la trama e l’ordito del racconto scenico saranno, poi, due storie vere che, attraverso parole, movimento e musica parleranno di giovani e di relazioni, di prepotenze e di paure, sia dal punto di vista della vittima (con la vicenda di Giancarlo Catino, resa famosa sul web dal monologo di Paola Cortellesi) che dalla prospettiva del carnefice, raccontata attraverso un episodio di cyberbullismo.
«Lo spettacolo -spiega Davide De Mercato- racconta tutte le classiche fasi del bullismo: dall’autocommiserazione della vittima alla sua volontà non soddisfatta di chiedere aiuto, sino all’evento scatenante che porta a un cambio di prospettiva e a una presa di coscienza della situazione. La rappresentazione non vuole, però, fornire soluzioni al problema o facili moralismi. Vuole proporre al pubblico un itinerario emozionale, che gli faccia sorgere domande, dubbi. Abbiamo, poi, voluto finire con un invito alla speranza, tutto da scoprire».
Che ad avere la meglio sia il «bullizzato»? Forse sì, ce lo ha insegnato Giancarlo Catino: un abbraccio può sconfiggere un bullo.

Informazioni utili 
«E…sperimentiamo (sei ragazzi nel mondo del bullismo)» è a ingresso gratuito. È gradita la prenotazione al numero 0331.792164 o all'indirizzo e-mail info@palestragallaratese.it. Per maggiori informazioni su «Culturando» è possibile consultare la pagina www.facebook.com/associazioneculturando/.

martedì 4 giugno 2019

Il Mapa di Gus & Waldo a Milano: due cuori e un museo al NYX Hotel Milan

Innamorati, giramondo e di successo. Stiamo parlando della coppia di pinguini Gus & Waldo, nata nel 2005 dalla matita di Massimo Fenati (Genova, 1944), architetto genovese trapiantato a Londra dal 1995, dove ha lavorato come pubblicitario per Nokia, Alessi e Cappellini e come designer negli studi di Jasper Morrison, Pentagram e David Chipperfield Architects, prima di dedicarsi al fumetto e all’animazione per ditte di produzione televisiva.
Con le loro oltre settantamila copie vendute con traduzioni in sei lingue (dal finlandese al tedesco), i due pinguini innamorati, che hanno conquistato anche i giornalisti di due importanti quotidiani britannici come «The Times» e «The Guardian», sono diventati, negli anni, dei veri e propri influencer, puntuali e graffianti, sui temi sempreverdi dell’amore e del sesso.
Gus & Waldo appaiono, infatti, come due perfetti esperti dell’argomento. Appartengono alla specie dei pinguini, una delle più fedeli nel mondo animale. Sono estremamente felici della loro vita insieme, iniziata con uno sguardo complice sulle scale di un centro commerciale. E sono disposti a tutto per riaccendere la scintilla del desiderio quando la quotidianità li mette a dura prova: fanno shopping insieme, vanno al ristorante, si scambiano regali griffati, viaggiano per il mondo e soprattutto accettano le diversità dei loro caratteri.
«Gus, quello col becco a punta, -raccontava nel 2011 Massimo Fenati a Raffaella Serini sulle pagine di «Vanity Fair»- è un maniaco del pulito, un po' nervosetto, legge romanzoni da seicento pagine e veste con stile. Waldo ha il becco arrotondato, un carattere più docile, è trasandato e incasinato. Divora riviste di gossip e ascolta musica pop».
I due teneri pinguini dal tratto morbido e leggero, diversi nei gusti e simili nella capacità di investire tempo ed energie sul loro legame, sono, dunque, una coppia fissa e inossidabile come tante altre e che siano etero o omosessuali poco importa perché -raccontava qualche anno fa, sempre a «Vanity Fair,» il fumettista genovese- «se Waldo si chiamasse Wanda e avesse lunghe ciglia da femme fatale, la loro storia non cambierebbe».
Ideati quasi per caso, quando da un piccolo scarabocchio su un post-it nasce in Massimo Fenati l’idea di realizzare un libro per festeggiare il primo anniversario con il compagno Walter, Gus & Waldo sono ora un vero e proprio brand, al centro di poster, magliette, libri di successo e anche cortometraggi animati, che hanno vinto premi al festival di animazione IRIS di Rio de Janeiro, al Queersicht Film Festival di Berna e al concorso Sub-It alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia nel 2009.
In Italia i due simpatici pinguini sono arrivati nel 2008, quando Tea ha pubblicato il volume «Il libro dell’amore di Gus & Waldo»; mentre le ultime strisce edite sono quelle di «Arte pinguina», un libro che ha visto la luce nel nostro Paese nel 2015. Si tratta di un omaggio, in chiave divertita e divertente, ai più grandi capolavori della nostra cultura visiva, simboli iconici di varie epoche, tutti conservati nell’immaginifico e inimitabile MoPa – Museum of Penguin Art.
Dalla Venere di Sandro Botticelli alle ballerine di Edgar Degas, dalla Gioconda di Leonardo da Vinci all’autoritratto di Vincent Van Gogh, senza tralasciare il Bacco di Caravaggio, Massimo Fenati non si dimentica proprio di nessuno nelle sue tavole. Dal 14 giugno al 31 ottobre i suoi lavori saranno in mostra a Milano, negli spazi del NYX Hotel Milan, albergo della catena Leonardo Hotels Group che si distingue per la sua attenzione alla street art e alla video art, con mostre curate, tra gli altri, da Iris Barak, curatrice della Dubi Shiff Art Collection di Tel Aviv.
L’esposizione di Massimo Fenati si avvale dell’organizzazione della galleria di arte diffusa Question Mark Milano di Daniele Decia e Stefania Sarri, che ha recentemente presentato le opere del fumettista genovese nella sua sede di via Briosi.
Le incursioni di Gus & Waldo nell’arte egizia e in quella bizantina, nelle tele del Rinascimento o in quelle degli impressionisti, nelle opere di contemporanei come Hopper e Magritte sono al tempo stesso pop, fumettistiche, poetiche e comunicano in modo leggero capitoli fondamentali della nostra cultura visiva.
Fa sorridere, per esempio, il pinguino impacchettato alla Christo e non intimorisce l’improbabile naufragio di Gus & Waldo su un gommone in mezzo al mare e con un piccolo ombrello a protezione degli schizzi d’acqua, timorosi per l’arrivo della grande onda di Katsushika Hokusai.
 Diverte la rivisitazione del celebre «Pomeriggio alla Grande Jatte» di Georges Seurat, in cui tutti i personaggi sullo sfondo si tramutano in oche, pappagalli e struzzi. Stessa sorte tocca alle donne de «Le déjeuner sur l'herbe» di Édouard Manet, trasformate in due bianchi volatili, totalmente disinteressati alla conversazione tra i due pinguini in abiti ottocenteschi.
Ma le sorprese non finiscono qui. Lungo il percorso espositivo, Waldo finisce con il travestirsi da Monna Walda e da sposa dei Coniugi Arnolfini di Van Eyck. Gus sfoggia lunghi riccioli rossi come Venere botticelliana e diventa anche un’icona pop di Andy Warhol. Entrambi fluttuano nell’immaginifico universo segnico di Mirò in «Due innamorati che guardano alla luna».
Una bella occasione, dunque, quella proposta dal NYX Hotel Milan per ripassare la storia dell’arte con il sorriso sulle labbra e dire «ah ma questo l’ho già visto!».

Informazioni utili 
Arte pinguina. Una mostra di Massimo Fenati. NYX Hotel Milan, piazza Quattro Novembre, 3 – Milano. Orari: 9.00 – 21.00. Ingresso libero. Inaugurazione: giovedì 13 giugno, ore 18.30, su invito. Catalogo: Tea edizioni (€ 13 - ISBN 8850241585). Dal 14 giugno al 31 ottobre 2019