ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

sabato 24 luglio 2021

#Notizieinpillole, le cronache d'arte della settimana dal 19 al 25 luglio 2021

SERE FAI D’ESTATE, A LUGLIO E AD AGOSTO EVENTI PER VALORIZZARE «LA CULTURA DELLA NATURA»
Visite letterarie nella villa che diede ad Antonio Fogazzaro l’ispirazione per comporre «Piccolo mondo antico», aperitivi al tramonto tra alberi di agrumi e ulivi secolari nel cuore della Valle dei Templi di Agrigento e passeggiate a lume di torcia nel parco voluto da papa Gregorio XVI a Tivoli: sono queste alcune delle attività che il Fai – Fondo per l’ambiente italiano propone nei suoi ventotto siti in occasione dell’estate 2021. Ville, castelli, monasteri, abbazie, torri, ma anche aree naturali, parchi e giardini, distribuiti in quindici regioni italiane, aprono le loro porte, con orario prolungato, offrendo circa trecento serate, dal tramonto a mezzanotte, alla scoperta di luoghi vicini e spesso poco noti che meritano una gita o una breve vacanza.
Molti appuntamenti in cartellone rispecchiano il crescente impegno dell’istituzione milanese nella diffusione di una «cultura della natura». L’obiettivo è quello di promuovere la conoscenza del patrimonio verde - dalla botanica alla storia dei giardini e del paesaggio rurale italiano - di cui la Fai si prende cura ogni giorno. Tra le iniziative proposte ci sono così picnic sul prato al tramonto, aperitivi all’ombra di alberi centenari o in loggia, cene in romantiche location, concerti al chiaro di luna, lezioni di astronomia, trekking e passeggiate guidate serali. Al Bosco di San Francesco ad Assisi verrà, inoltre, organizzata l’ormai tradizionale e molto amata «Bat Night», la notte dei pipistrelli (31 luglio), per capire le loro abitudini e comprenderne il ruolo nell’ecosistema.
Scorrendo il programma si trovano: camminate tra i sassi di Matera, a partire Casa Noha; proposte di trekking al tramonto sui sentieri di Monte San Costanzo, da cui ammirare la Baia di Ieranto a Massa Lubrense, osservazioni astronomiche al Podere Case Lovara di Levanto; aperitivi a bordo piscina nel giardino di Villa Necchi Campiglio a Milano o nell’affascinante cornice lacustre di Villa del Balbianello a Tremezzina.
Tra le altre iniziative, si segnala un incontro al tramonto a Villa Panza di Varese, nella serata del 28 luglio, per esplorare e approfondire la poetica degli artisti Chiara Dynys e Sean Shanahan, protagonisti della mostra «Sudden Time». Mentre all’Abbazia di Santa Maria di Cerrate, a Lecce, sono in programma due appuntamenti musicali, il primo dedicato ai canti della tradizione Grika (7 agosto) e il secondo con il pianista Francesco Libetta (22 agosto). Sarà, inoltre, possibile partecipare a cene esclusive, come quella sotto le stelle dedicata a Galileo Galilei a Villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia (6 agosto) e quella a tema medievale al Castello di Avio (21 agosto).
Il calendario completo e ulteriori informazioni sono reperibili sul sito internet www.serefai.it.

[Nelle foto: 1. Villa dei Vescovi (PD) di notte_Foto Stefano Crove, 2016. (C) FAI - Fondo Ambiente Italiano; 2. Saline Conti Vecchi, Assemini (CA) al tramonto. Foto Manuela Meloni, 2017. (C) FAI - Fondo Ambiente Italiano]

«VITA PRIVATA DI UN RE»: UN NUOVO PERCORSO AL CASTELLO DI RACCONIGI
Il Castello di Racconigi amplia la propria offerta culturale. È stato appena presentato un nuovo percorso di visita: «Vita privata di un re». I visitatori, tramite prenotazione, potranno entrare in ambienti finora non accessibili, restaurati e rifunzionalizzati con progetti e fondi attivati dall’associazione «Le Terre dei Savoia», frutto di un lavoro di anni condiviso con la Direzione regionale musei Piemonte del Ministero della cultura, già Polo museale del Piemonte, e la direzione del Castello di Racconigi.
Il percorso focalizza l’attenzione sulla figura di re Carlo Alberto, raccontandone la dimensione più intima, attraverso gli spazi privati e della ritualità quotidiana, come la Biblioteca o i Bagni voluti dal sovrano.
Si aggiunge così un nuovo importante tassello al lungo percorso di riqualificazione, valorizzazione e rilancio del maniero piemontese, patrimonio mondiale dell’Umanità di Unesco, che ha visto come compagni di viaggio, tra gli altri, Fondazione CRT e Compagnia di San Paolo.
I Bagni rientrano in un itinerario di visita più ampio e articolato che include anche altri ambienti, a partire dalla Biblioteca di Carlo Alberto, di cui è stata migliorata la fruibilità. Inoltre il piccolo spazio, già oggetto di un intervento di restauro, catalogazione dei volumi e digitalizzazione dei testi più significativi, è celebrato con una piattaforma on-line che ne presenta la storia e, ispirandosi ai volumi conservati al suo interno, propone spunti e percorsi tematici sul territorio delle Terre dei Savoia. Si prosegue, poi, con il Fregio palagiano – restaurato dall’associazione Amici del Real Castello – protagonista di un allestimento particolarmente suggestivo, all’interno di una teca vetrata e illuminata che si estende per oltre 35 metri, permettendo una lettura d’insieme dell’opera originale ideata da Pelagio Palagi. Il percorso comprende anche lo Spazio 21, area rifunzionalizzata che prepara il visitatore alla scoperta dei Bagni di Carlo Alberto con un’esperienza di tipo immersivo, una visita narrata da Specchi Parlanti e Oculus GO dotati di audio, realizzata in collaborazione con il Team UXDesign del Politecnico di Torino. Al termine del percorso si incontra, invece, la Cappella settecentesca.
Per informazioni e prenotazioni è possibile scrivere all’indirizzo e-mail info@cuneoalps.it o telefonare al numero 0171 696206 (servizio attivo tutti i giorni dalle 10.00 alle 16.00).
Per maggiori informazioni è possibile visitare i siti www.bibliocarloalberto.it, www.savoiaexperience.com, www.leterredeisavoia.it/duchi-delle-alpi e www.leterredeisavoia.it

[Le immagini sono di Pino Dell'Aquila]

UNA STATUA PER MARGHERITA HACK A MILANO, LA PRIMA DELLA CITTÀ DEDICATA A UNA DONNA
Milano ricorda «la signora delle stelle». In occasione dei cento anni dalla nascita, che cadranno il prossimo 15 luglio 1922, Margherita Hack - astrofisica, accademica e brillante divulgatrice scientifica del ventesimo secolo - sarà ricordata con una scultura, la prima sul suolo pubblico della città dedicata a una figura femminile, che è stata anche massima espressione del mondo Stem - Science Technology Engineering and Mathematics.
Pioniera nel proprio campo, simbolo di riscatto in grado di ispirare intere generazioni e allo stesso tempo portatrice di valori universali e libera pensatrice anche al di fuori del campo delle materie scientifiche, la testimonianza dell’astrofisica è e deve essere un modello da imitare per le giovani donne. Da questa considerazione è nata l’idea della scultura, iniziativa ideata e promossa da Fondazione Deloitte, in co-progettazione con la Casa degli artisti, e sostenuta dal Comune di Milano – Ufficio arte negli spazi pubblici.
Il progetto di realizzazione è già avviato. Casa degli artisti sta invitando una selezionata rosa di artiste italiane e internazionali a partecipare al concorso di idee.
Le idee progettuali pervenute saranno presentate al pubblico e il progetto vincitore sarà selezionato da una giuria di esperte ed esperti nel corso del prossimo autunno. L’artista vincitrice sarà in residenza a Casa degli artisti, che le fornirà il supporto necessario alla realizzazione dell’opera. La scultura, che dovrebbe essere pronta per la prossima primavera, verrà, poi, donata al Comune di Milano e Fondazione Deloitte si farà carico della manutenzione per gli anni a venire.
In occasione della presentazione del progetto, Angelica Vasile, consigliera comunale, presidente della Commissione politiche sociali, salute e volontariato del Comune di Milano, e promotrice della mozione che chiedeva proprio l'intitolazione di statue a figure femminili in città, vista la loro assenza, ha affermato: «Sono particolarmente grata a Fondazione Deloitte per aver condiviso con il Comune di Milano questo importante percorso. Sono certa che questo sia solo l’inizio di una lunga serie di azioni positive - anche nella toponomastica - perché una società più giusta ed equa passa anche dal riconoscimento del grande contributo delle donne alla scienza, all’arte, alla storia, alla letteratura, ed anche alla conquista della democrazia nel nostro Paese». 

MILANO, TORNANO LE VISITE GUIDATE ALL’INSTALLAZIONE «INGRESSO NEL LABIRINTO» DI ARNALDO POMODORO
Tornano le visite guidate organizzate dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro alla grande opera ambientale sotterranea «Ingresso nel labirinto», ospitata negli spazi di via Solari 35 a Milano.
Più di trenta appuntamenti, fino al prossimo 11 settembre, proporranno percorsi di visita studiati per diverse fasce di pubblico, dai bambini agli adulti, all’installazione ambientale di circa centosettanta metri quadrati realizzata da Arnaldo Pomodoro nell'arco di sedici anni, dal 1995 al 2011, come riflessione e sintesi del proprio percorso di artista.
Il Labirinto, collocato negli spazi sotterranei dell'ex Riva Calzoni, ora showroom Fendi, è uno spazio che evoca mondi passati, un viaggio di esplorazione nelle metafore dell'esperienza umana. Addentrarsi significa fare un viaggio magico e misterioso nella mente del maestro, tra rielaborazioni di sculture già note e forme ancora in divenire.
Presentato per la prima volta negli spazi della Galleria Giò Marconi di Milano, dove nel 1995 fu allestita un’importante mostra personale dell’artista, nel 1997 il Labirinto venne esposto nel Palazzo Mediceo di San Leo, ma è solo nel 2011 che trova la sua forma e collocazione finale in Via Solari 35 a Milano.
L’installazione è ispirata all’Epopea di Gilgamesh, primo poema epico della storia dell’umanità, inciso su undici tavolette d’argilla in caratteri cuneiformi
. Dalla superficie magmatica – in fiberglass opacizzato e trattato con foglie di rame patinate – affiorano densi i segni di una primitiva forma di scrittura, scandita verticalmente dalle spalle levigate della porta di accesso al labirinto, che ruota sul proprio cardine centrale per svelare l’interno segreto. L’ingresso presuppone anche lo svelamento di uno spazio altro, sconosciuto, celato alla vista, chiuso oltre la soglia. Non è soltanto un luogo fisico, ma anche uno spazio del sapere, antropologico.
L’installazione rimanda al tema del viaggio e del labirinto come metafora della vita e vuole essere un omaggio alla scrittura e alla comunicazione.
Per maggiori informazioni: fondazionearnaldopomodoro.it.

[Le sono sono di Dario Tettamanzi] 

giovedì 22 luglio 2021

«Tones on the Stones», concerti sotto le stelle in una cava della Valle Ossola

Quinte di pietra e palco ecosostenibile, ovvero a impatto zero grazie a una produzione in loco da fonti rinnovabili: è il progetto di riqualificazione ambientale della Cava Roncino a Oira di Crevoladossola, una piccola frazione della Valle Ossola, tra boschi, vigneti terrazzati e antichi borghi, la più grande novità di «Tones on the Stones», il «festival in cava» diretto dal soprano Maddalena Calderoni che, da quindici anni, porta ai piedi delle Alpi, in sedi naturali di indubbio fascino, musica, danza, cinema e performance teatrali, unendo la fruizione della cultura alla valorizzazione di un territorio la cui storia è profondamente legata all’estrazione della pietra e della sua lavorazione.
Dopo «Before and After», l’edizione di transizione del 2020, «Tones on the Stones» si trasforma in «Tones Teatro Natura», spostando l’intero programma del festival all’interno del nuovo sito culturale nato nell’ex spazio industriale di Oira, grazie al progetto di riqualificazione firmato da Fuzz Atelier, che sta dando vita non solo a un teatro con due palcoscenici e millecinquecento posti a sedere, ma a un vero e proprio «gate aperto al mondo per favorire lo scambio di idee e progetti artistici», oltre che la realizzazione di «programmi di formazione e di educazione ambientale tesi al benessere individuale e collettivo».
Con alle spalle oltre sessanta produzioni, più di mille artisti invitati, il coinvolgimento di dieci differenti cave di pietra e gli applausi convinti di oltre 40mila spettatori, «Tones on the Stones», esperienza unica a livello internazionale, volge, dunque, con fiducia e nuovo slancio, lo sguardo al futuro e lo fa con una vera e propria stagione teatrale, in programma dal 22 luglio al 5 settembre, che porterà nella provincia di Verbania Cusio e Ossola jazz, opera lirica, musica elettronica e digital art.
In questa edizione, la rassegna si articolerà in quattro differenti format. Il cuore originario del festival, «Tones on the Stones», sarà dedicato a grandi artisti internazionali e vedrà in cartellone due appuntamenti.
Ad aprire idealmente il sipario sarà, nella serata del 22 luglio, il pianista armeno Tigran Hamasyan che, con Marc Karapetian al basso e Arthur Hnatek alla batteria, presenterà il suo ultimo album: «The Call Within».
A seguire, il 24 luglio, ci sarà «No(t)te di stelle», un grande evento multimediale e immersivo dedicato al repertorio operistico: fra danzatori aerei e il videomapping firmato dal regista Paolo Miccichè – celebre per le sue interpretazioni multimediali all’Arena di Verona e a Caracalla – si esibiranno star internazionali come il soprano Barbara Frittoli e il baritono Ambrogio Maestri, in compagnia del tenore kazako Azer Zada, il basso Antonio di Matteo, il mezzosoprano Laura Verrecchia e con la partecipazione di Maddalena Calderoni. A dirigere l’Orchestra filarmonica italiana sarà Elisabetta Maschio.
Subito dopo, dal 27 luglio al 1°agosto, sarà il momento di «Nextones», un festival nel festival tutto dedicato alla sperimentazione elettronica e audiovisiva. Lecture, presentazioni, passeggiate, workshop e performance musicali site-specific di alcuni degli artisti e ricercatori più interessanti del panorama contemporaneo caratterizzano il cartellone, che si aprirà con la compositrice e producer torinese Sara Berts che presenterà a Ghesc, un borgo medievale di otto edifici precedentemente abbandonati, il suo progetto «Ayni» sui temi della redenzione e della guarigione, sviluppato durante i mesi trascorsi nella foresta amazzonica peruviana nel 2019 e durante il primo lockdown del 2020.
Tra gli appuntamenti più curiosi di questa sezione del festival, nata nel 2014 e attenta al territorio circostante, ci sono la performance «Waterbowls» della la sound artist giapponese Tomoko Sauvage agli Orridi di Uriezzo (28 luglio), il progetto site specific della sound artist Felicity Mangan e di Radio Safari sull’ecosistema del fiume Toce (28 luglio), l’incontro con il giovane brand a vocazione green Rayon Vert all’Alpe Devero (29 luglio), e l’anteprima mondiale della performance multimediale «The End of the World» sugli effetti dei cambiamenti climatici (31 luglio), che coinvolgerà il pianista ucraino Lubomyr Melnyk, la violoncellista canadese Julia Kent e il collettivo torinese SPIME.IM.
Il programma dell’edizione 2021 di «Tones on the Stones» prevede, quindi, «Riverberi jazz», una due giorni di performance sonore dedicate al jazz contemporaneo che si contamina tanto con la tradizione popolare quanto con l’elettronica. I concerti verranno proposti al tramonto, nelle giornate del 26 e del 27 agosto, con allestimenti essenziali per scoprire il teatro nella sua forma più naturale. Si inizierà con le contaminazioni musicali di Gianluca Petrella e Pasquale Mirra, per proseguire con il bandoneon di Daniele di Bonaventura, il quartetto di percussioni Waikiki e, per finire, il concerto «Gong», il suono dell’ultimo round, concerto multimediale del trombettista Luca Aquino, con il percussionista francese Manu Katchè, le opere visive di uno dei padri della transavanguardia, Mimmo Paladino, e i racconti del giornalista sportivo Giorgio Terruzzi sulle storie della grande boxe.
Dal 3 al 5 settembre, «Tones on the Stones» sarà, infine, Campo Base, nuovo format che esplora i temi del rapporto tra uomo, natura e cultura della montagna: un campeggio per sviluppare una comunità temporanea, un’esperienza collettiva legata all’essenzialità che prevede una serie di attività diurne e serali sia per i piccoli, sia per gli adulti.

Informazioni utili

www.facebook.com/tonesonthestones

martedì 20 luglio 2021

Reggio Emilia, la fotografia grande protagonista nei nuovi allestimenti dei Musei civici

Porta la firma di Italo Rota il nuovo allestimento dei Musei civici di Reggio Emilia, storici contenitori di cultura e meraviglia, che hanno da poco inaugurato al secondo piano del Palazzo dei musei, un nuovo spazio, frutto di un dialogo più che decennale tra l’architetto milanese e il team di conservatori, ricercatori e curatori delle collezioni. Br> In questo articolato percorso di ripensamento e risignificazione che ha donato una nuova dimensione all’archeologia, alle scienze e alla pittura, non poteva mancare una riflessione sulla fotografia, considerato il ruolo centrale che essa riveste nella storia di Reggio Emilia. Quella della città è, infatti, una vera e propria «ossessione fotografica» - per usare le parole dello stesso Italo Rota - che si rispecchia nell’importante Fototeca della Biblioteca Panizzi, nelle collezioni dei Musei civici, nel festival Fotografia europea e nel progetto Giovane fotografia Italiana, nonché nell’esperienza di Luigi Ghirri (Scandiano 1943 - Reggio Emilia 1992).
Tra le principali novità, si segnalano una sezione permanente – inaugurata con la mostra «La trama del visibile» – e la creazione, lungo tutto il percorso, di momenti d’incontro fra gli oggetti provenienti dalle collezioni museali e le immagini esposte secondo una vera e propria «Photo Affection»: tutte le proposte espositive hanno come obiettivo quello di ampliare la dimensione dello sguardo, che nell’esperienza museale si pone come tramite privilegiato di conoscenza.
Un’intera sezione permanente è dedicata a Luigi Ghirri, le cui quaranta immagini esposte costituiscono una selezione tratta da «Paesaggi di cartone», un album rilegato a mano dallo stesso fotografo contenente centoundici fotografie realizzate nei primi anni Settanta. L’album, pervenuto al Moma nel 1975, è stato dimenticato per quasi quarant’anni fino a quando, nel 2020, Quentin Bajac, curatore del dipartimento di fotografia, lo rintraccia assieme ad altri materiali dell’autore e, nello stesso anno, il museo decide di pubblicarlo in edizione integrale facsimile.
La ricerca di Ghirri, uno tra i più influenti fotografi contemporanei, si concentra su questioni quali la percezione, la rappresentazione e lo statuto dell’immagine e si apre a contaminazioni provenienti dalla letteratura, dalla filosofia, dalla musica e dall’arte. Lo spazio a lui dedicato, pensato in collaborazione con l’Archivio eredi Luigi Ghirri, si propone di offrire nuovi spunti di riflessione attraverso contributi e prospettive inedite, seguendo le parole dello stesso Ghirri secondo il quale la fotografia «rinnova quotidianamente lo stupore» e a rinnovarsi saranno anche le opere esposte che, per rendere conto della sua articolata e ricca produzione, ruoteranno con cadenza annuale.
«La trama del visibile»
, visitabile fino al 31 dicembre, è la seconda sezione permanente e prende avvio dalla collezione di Fotografia europea per costruire un percorso in evoluzione che, attraverso chiavi di lettura ogni volta differenti, si interroga sulla fotografia e sul futuro delle immagini. Il primo tema affrontato è quello della materialità e pone l’accento su come la fotografia sia, prima di tutto, un oggetto che esiste nello spazio e nel tempo presentando il lavoro di autori che, anche attraverso l’azione diretta, si sono interrogati sulla materia che costituisce la fotografia, rivelando la sostanza dell’immagine e il suo metabolismo.
Grazie a richieste di prestiti e committenze specifiche, la sezione è spunto per una ricerca più ampia che cerca di attualizzare e approfondire le problematiche affrontate da autori quali Luigi Veronesi, Nino Migliori, Franco Vaccari, Paolo Gioli, Davide Mosconi, Aldo Tagliaferro, Franco Vimercati, Marina Ballo Charmet, Paola Di Bello, Paola de Pietri, Joan Fontcuberta, Patrizio Esposito, Bernard Plossu, Mario Dondero, Klavdij Sluban, Sarah Moon, Seba Kurtis, Arianna Arcara, Luca Santese, Batia Suter, Simone Schiesari e Lorenzo Vitturi.
L’interesse del Museo per la fotografia – vera e propria Photo Affection – si traduce in un inserimento puntuale di opere provenienti dalla Fototeca della Biblioteca Panizzi, dalla collezione di Fotografia europea e dei musei Civici all’interno del percorso di riallestimento delle collezioni. Prendendo spunto da «Alfabeto» – opera realizzata nel 1973 da Claudio Parmiggiani e composta da ventuno scatti eseguiti da Luigi Ghirri, in cui gli oggetti del museo diventano una sorta di «alfabeto per gli occhi» – Palazzo dei musei si propone come un innovativo display per la valorizzazione delle opere acquisite, in grado di intrecciare i temi sollecitati dal patrimonio storico con nuove modalità di partecipazione del pubblico.
Una selezione di scatti provenienti dallo storico progetto «Esplorazioni sulla via Emilia. Scritture nel paesaggio» (1986) con fotografie di Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Vincenzo Castella, Giovanni Chiaramonte, Vittore Fossati, Luigi Ghirri, Guido Guidi, Mimmo Jodice, Klaus Kinold, Claude Nori, Cuchi White e Manfred Willmann dialoga con i materiali archeologici provenienti dalla via Emilia romana.
È, inoltre, esposto un cospicuo nucleo di opere, circa un centinaio, provenienti dalla serie «Ersatz Lights» di Olivo Barbieri i cui paesaggi, immortalati in tutto il mondo, sono al centro di una riflessione sulla luce. La serie fa da contrappunto a oggetti tratti dalle più importanti raccolte civiche che restituiscono in modo evocativo uno spaccato dell’attuale comunità reggiana. Sono presenti anche alcuni scatti della mostra collettiva «AEmilia», un’indagine fotografica sul territorio promossa nel 1996 dalla Fototeca della Biblioteca Panizzi, in cui i protagonisti sono gli abitanti della città.
Numerose, inoltre, le opere provenienti dalla collezione di Fotografia europea presentate in un dialogo suggestivo con gli oggetti delle collezioni. Qui si trovano esposte fotografie di Joan Fontcuberta, Gabriele Basilico, Cristina De Middel, David Steward, Martin Parr, Alain Bublex, Alessandra Calò, Fabrizio Cicconi, Kai-Uwe Schulte-Bunert, Sarah Moon, Aino Kannisto e Fabian Albertini

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] © Cristina De Middel, The Afronauts, 2011, Courtesy Collezione Fotografia Europea, Reggio Emilia; [fig. 2] © Franco Vimercati, Vaso (o Le Temps retrouvé), 1982, Courtesy Archivio Franco Vimercati e Galleria Raffaella Cortese, Milano; [fig. 3] Luigi Ghirri, Modena, 1972 © Eredi Luigi Ghirri; [fig. 4] Luigi Ghirri, Engelberg, 1972 © Eredi Luigi Ghirri; [fig. 5] © Sarah Moon, Il cinema a lutto, 2014, Courtesy Collezione Fotografia Europea, Reggio Emilia

Informazioni utili 
Musei civici di Reggio Emilia. Orari estivi: martedì, mercoledì, giovedì, ore 20.00 – 22.00; venerdì, sabato, domenica e festivi, ore 10.00 – 13.00 e ore 17.00 – 22.00. Visita guidata gratuita al secondo piano di Palazzo dei Musei alle ore 20.00 (escluso lunedì). Prenotazione obbligatoria (0522.456816) in orario di apertura di Palazzo dei Musei o su Eventbrite. Ingresso gratuito. Sito internet: www.comune.re.it.