ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

lunedì 6 dicembre 2021

«Antologia scelta 2022», la Tornabuoni Arte presenta la sua collezione di arte moderna e contemporanea

Da Giovanni Fattori a Fabrizio Plessi, da un quadro dell’Ottocento a un video del 2021: è una retrospettiva ad ampio raggio quella che propone la Tornabuoni Arte con la mostra «Arte moderna e contemporanea. Antologia scelta 2022». L’esposizione - accompagnata dal saggio «La linea evolutiva dell'arte», a cura della storica dell’arte Sonia Zampini – presenta, nella sede di Firenze (in Lungarno Benvenuto Cellini 3), una selezione di oltre cinquanta dipinti che mettono in luce la molteplicità di movimenti e stili che hanno animato l’arte negli ultimi due secoli.
Al primo piano della galleria sono esposti alcuni grandi maestri dell’arte figurativa italiana della prima metà del Novecento, come Plinio Nomellini. Il suo «Pastore con gregge e pecore» (1900-1910) è un dipinto dall’atmosfera vibrante, data dall’uso di una pennellata a macchie, che testimonia l’attenzione del pittore verso la natura e la rappresentazione del sociale. Sono gli anni in cui l’artista sperimentà il Simbolismo e decise di stabilirsi definitivamente in Versilia, a Torre del Lago, dove nacque l’amicizia con Giacomo Puccini e Giovanni Pascoli.
Tra gli artisti che segnarono in maniera indelebile il periodo a cavallo delle due guerre, non possono mancare figure come Savinio, rappresentato da «Apparition du Printemps» del 1929, o Massimo Campigli, in mostra con un particolarissimo affresco riportato su tela, «Venezia - Gita in barca», del 1941, una raffinata composizione che ricorda gli antichi affreschi di Pompei come anche la pittura del misterioso popolo etrusco, affascinato com’era dalla ricerca di una purezza primordiale, arcaica, ma anche dall’armonia e dal rispetto delle forme.
«Piazza d’Italia», opera nota di Giorgio de Chirico datata 1951, ci introduce alla pittura metafisica: la composizione raffigura le caratteristiche architetture di uno spazio urbano dall’atmosfera rarefatta, carica di lirico silenzio.
Si prosegue al piano terra con un’ampia selezione di opere moderne e contemporanee. Lucio Fontana è stato un artista con cui la Tornabuoni Arte ha sempre avuto un rapporto speciale, e in questa antologia troviamo ben cinque suoi capolavori come, fra tutti, «Concetto spaziale, Attese» (1965-66), dove l’azione solenne di quattro tagli si imprime sulla tela rossa. 
Relativamente al contesto dell’Arte povera, sono in mostra artisti come Alighiero Boetti e Jannis Kounellis. Del primo è esposto «Non resto non parto non parto non resto» (1979), un’opera realizzata con la penna biro, secondo il principio espresso dallo stesso artista, per il quale «si può usare tutto per fare arte senza nessuna gerarchia». Del secondo è visibile «Senza titolo» (2010-2011), un lavoro a parete, composto da una lastra di derivazione industriale sulla quale è sospeso, in una rete metallica, un violino, la dimensione impalpabile della musica evocata dalla memoria emotiva del suono dello strumento musicale si contrappone, qui, alla fredda e solida materia che lo contiene.
Lungo il percorso espositivo si nota la presenza di altri protagonisti di questo periodo storico come Enrico Castellani, con «Superficie» del 1973, un quadro dalla tridimensionalità reale e concreta, che dà alla superficie una consistenza del tutto nuova e rivoluzionaria. Ci sono, poi, lavori Arnaldo Pomodoro, Piero Dorazio, Alberto Biasi, Emilio Isgrò.
Chiude l’esposizione una sezione dedicata agli artisti internazionali. Di Wassily Kandinsky - che Sonia Zampini ricorda nel titolo del suo saggio «La linea evolutiva dell’arte» - si può ammirare «Communiqué» (1936), realizzato durante il suo soggiorno a Neuilly-sur-Seine, vicino Parigi, quando il pittore tornò a dipingere acquerelli. Sempre su carta è lo splendido «Femme dans la nuit» di Joan Mirò (1966), un intimo soliloquio carico di malinconia esistenziale, dove la figura femminile posta a destra del campo visivo, descritta con la sapienza di linee agili e modellanti, si rivolge alla grande stella che domina il cielo. Risalgono, invece, agli anni ’80, le opere «Dinn» (198) e «Tizenne 2» (1986) del fondatore dell’Op art, Victor Vaserely.
Da giovedì 16 dicembre e fino al 26 novembre 2022, un’ulteriore selezione di circa trenta lavori pubblicati nel volume «Arte moderna e contemporanea. Antologia scelta 2022» sarà in mostra nella sede milanese della Tornabuoni Arte. La galleria conferma così la propria vocazione a essere non solo spazio commerciale, ma anche luogo aperto alla cultura, mettendo a disposizione del grande pubblico la sua collezione. Una raccolta formata nel tempo - grazie anche al rapporto consolidato con critici d’arte, curatori e collezionisti – che mostra tutta la passione e la dedizione di Roberto Casamonti per il suo lavoro e per l’arte.

Didascalie delle immagini
1.Lucio Fontana, Concetto spaziale, Attese, 1965-66, idropittura su tela, cm 54x65; 2. Massimo Campigli, Venezia - Gita in barca, 1941, affresco su intonaco intelato e riportato su tavola, cm 89x118; 3.Alighiero Boetti, Non resto non parto non parto non resto, 1979, penna biro su carta applicata su tela, cm 100x140; 4. Wassily Kandinsky, Communiqué, 1936, acquerello e china su carta montata su cartoncino, cm 48,5x30,5  

Informazioni utili 
«Antologia scelta 2022». Tornabuoni Arte, Lungarno Benvenuto Cellini 3 – Firenze. Informazioni: info@tornabuoniarte.it, +39.055.6812697. Sito internet: www.tornabuoniart.com. Fino al 26 novembre 2022

domenica 5 dicembre 2021

#notizieinpillole, cronache d'arte della settimana dal 29 novembre al 5 dicembre 2021

UNA STANZA TUTTA PER...ETTORE SOTTSASS. RICOSTRUITO IN TRIENNALE UN INTERNO DI CASA LANA
Ha da poco inaugurato a Milano, al primo piano di Palazzo dell'arte, la Sala Sottsass, ricostruzione di un interno di una residenza privata, Casa Lana, progettata da Ettore Sottsass intorno alla metà degli anni Sessanta.
La riproduzione filologica della stanza è stata oggetto di un approfondito lavoro di studio da parte dell’archivio e del laboratorio di restauro della Triennale, al quale hanno preso parte, tra gli altri, Luca Cipelletti, che ha curato l’allestimento, e Christoph Radl, che ha seguito l’art direction del progetto.
In Triennale viene esposto il nucleo centrale di Casa Lana, una struttura in legno con divani disposti in modo da creare un luogo di soggiorno protetto per chiacchierare e ascoltare musica, mentre lo spazio intorno è organizzato per assolvere a varie attività e funzioni. Gli spazi sono ottimizzati perché, eliminati i corridoi, si crea, nelle parole dello stesso autore, «una piazzetta nella quale si gira e ci si incontra» («Domus», 1967).
Intorno all’allestimento permanente sono previste mostre ed eventi che metteranno in luce diversi aspetti del lavoro e del pensiero del maestro, figura poliedrica che fu insieme designer, architetto, urbanista, pittore, grafico e fotografo e che fondò nel 1981 il gruppo Memphis.
Si inizia con «Ettore Sottsass. Struttura e colore» (3 dicembre 2021 – 13 marzo 2022), esposizione nella quale vengono presentate opere pittoriche, disegni, fotografie e oggetti che mettono in evidenza la particolare attenzione dell’architetto alla relazione tra l'uomo, le sue necessità, i suoi riti e lo spazio abitato. Si proseguirà con «Ettore Sottsass. Il calcolo» (maggio-novembre 2022), dedicata alla collaborazione con Olivetti, e con «Ettore Sottsass. La parola» (dicembre 2022-aprile 2023).
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.triennale.org.

Foto di Gianluca Di Ioia 
 
«ANTE—POSTER», MANIFESTI D’ARTISTA PER IL RESTAURO DELLA CHIESA DI SANT’AGNESE A PADOVA
È stato Ignacio Uriarte a inaugurare il progetto «Ante—Poster», una serie di manifesti d’artista che, per circa dieci mesi, accompagnerà gli ultimi lavori di restauro della Chiesa di Sant’Agnese di Padova. A ideare il progetto di affissione, che vedrà i poster apparire sulle vetrine di quelli che saranno gli spazi del bookshop, è la Fondazione Alberto Peruzzo, in collaborazione con lo studio di direzione artistica e progettazione grafica Multiplo.
Serena Fineschi, Susanne Kutter, Marc Nagtzaam, Giulia Siviero e Esther Stocker sono gli altri artisti che, insieme a Ignacio Uriarte, accompagneranno il processo di restauro in corso, la cui conclusione è prevista per la primavera del 2022.
Ogni due mesi circa, verrà affisso un nuovo manifesto pensato ad hoc per il progetto e tutte le opere saranno poi stampate su carta fine art in edizione limitata a 100, di carte d'artista.
La chiesa di Sant’Agnese, tra le più antiche della città di Padova, al termine dei lavori sarà restituita al pubblico dalla Fondazione Alberto Peruzzo, che ne farà un luogo di cultura attivo e di dialogo con l’arte contemporanea: la navata sarà uno spazio dedicato a installazioni temporanee, mentre la sacrestia diventerà uno spazio espositivo per la collezione dell’istituzione non profit, che comprende, tra le altre, opere di Picasso, Balla, De Chirico, Dubuffet, Vedova, Schifano, Haring, Fontana e Warhol. Sotto il piano terra, un’area storica permanente raccoglierà una serie di reperti ritrovati nel corso dei restauri – tra cui importanti frammenti d’affresco del Trecento - e alcuni sepolcri, mentre il terrazzo sopra la sacrestia si presterà ad accogliere grandi sculture ed eventi.
Per saperne di più: https://www.fondazionealbertoperuzzo.it/

LACCHE GIAPPONESI E «FIORI D’AUTUNNO» AL MAO DI TORINO
Sono i fiori più simbolici della stagione autunnale i protagonisti della nuova rotazione di lacche e inro giapponesi, eseguita periodicamente al Mao – Museo d’arte orientale di Torino per mettere a riposo gli oggetti più delicati.
Il crisantemo, che in Occidente è associato principalmente al culto dei morti, in Oriente ha una valenza più ampia e variegata: oltre a simboleggiare la casata imperiale giapponese in quanto richiamo all’astro solare, questo fiore è legato ai concetti di forza, prosperità e immortalità e viene utilizzato in maniera ricorrente come motivo decorativo di preziosi manufatti.
L’arte della laccatura ha origini antichissime e consiste nel rivestire con rhus verniciflua, una sostanza di origine vegetale, l’oggetto in legno, levigandolo per fargli acquisire un aspetto liscio e brillante. Durante il periodo Heian (794-1185 d.C.), grazie a influenze provenienti dalla Cina, la tecnica si affina e si impreziosisce. Risale, infatti, a questa epoca l’utilizzo dell’intarsio e della lamina d’oro e d’argento, che trasforma oggetti di uso domestico o sacro in piccole opere d’arte.
Tra gli esemplari in lacca esposti a Torino trovano spazio una scatola contenente il necessario per annerire i denti (hagurobako), una delicata scatolina per conservare i plettri da koto (una cetra a tredici corde) e una scatola da scrittoio (suzuribako) ornata con una raffigurazione di Kikujido, protagonista di una storia legata alla diffusione del buddhismo. Secondo questa leggenda, viveva in Cina un bambino chiamato Kikujido (Fanciullo che ama i crisantemi). Egli scrisse dei passi di scritture buddhiste su foglie di crisantemo e le depose in un fiume: le sue acque si tramutarono in un liquido miracoloso che poteva guarire ogni male. All’interno della scatola da scrittoio sono contenuti una boccetta per l’acqua in argento, una pietra nera da inchiostro, un pennello in bambù, un poggia-pennello a forma di montagna, in cristallo di rocca, e due barrette d’inchiostro.
Accanto alle lacche sono esposti anche tre inro, preziose scatoline a compartimenti impilati, originariamente utilizzati per trasportare il sigillo personale e la ceralacca: fra questi è particolarmente degno di nota un inro che presenta una decorazione esterna caratterizzata da grandi mon (emblemi) in oro che raffigurano il fiore di kikyo, il sigillo della campanula, inscritto in un anello. Questo simbolo è il mon principale di un ramo del potentissimo clan Matsudaira, dal quale proveniva lo stesso fondatore dello shogunato di Edo, Tokugawa Ieyasu.
Per maggiori informazioni sulla mostra, che rimarrà aperta fino al 20 marzo, è possibile consultare il sito www.fondazionetorinomusei.it.

Nelle foto: 1.Piccola scatola portadocumenti ryoshibako con staccionate e crisantemo Periodo Edo, metà XIX secolo Legno laccato, polvere e foglia d’oro Collezione privata; 2. Inro completo di ojime e netsuke: Fukurokuju e bambù Periodo Edo, fine XVII - inizi XVIII secolo Legno laccato, madreperla, polvere d’oro, corallo, seta Collezione privata

FUMETTO, FOTOGRAFIA E ARTE CONTEMPORANEA PER L’ASTA DI CAMBI A MILANO
Dal fumetto alla fotografia, senza dimenticare i grandi nomi dell’arte contemporanea: si preannuncia come imperdibile l’asta che Cambi ha in programma il 14 dicembre nella sua sede di Milano, in via San Marco. L’esposizione al pubblico dei lotti è prevista da giovedì 9 a domenica 12 dicembre, dalle ore 10 alle ore 19.
Mario Sironi, Renato Guttuso, Jeff Koons, Mario Schifano, Robert Indiana sono alcuni degli artisti in catalogo. Tra le opere più significative all’incanto si segnalano una tela astratta di Piero Dorazio, «Alzabandiera per Federico» del 1954 (stima: 75.000 - 95.000 euro), il divertente manifesto «Faccine colorate» di Alighiero Boetti (stima: 40.000 - 50.000 euro), un olio su tela di Hans Hartung datato 1973, «T1973-E23» (stima: 50.000 - 70.000 euro), e la «Copertina per Sgt. Kirk» di Hugo Pratt, originale del numero 24 della rivista edita da Ivaldi Editore nel giugno 1969 (stima: 18.000 - 30.000 euro).
Di straordinario impatto è, poi, la fotografia di Shirin Neshat, «Seeking Martyrdom» (nella foto), uno fra i primi cicli fotografici realizzati dall’artista dopo il suo viaggio in Iran nel 1990 (stima: 25.000 - 30.000 euro). Il lavoro ritrae una donna – la stessa artista – che indossa lo hijab e stringe fra le mani la canna di un fucile e un tulipano. Ciò che ci restituisce questa fotografia è, dunque, l’immagine di una donna musulmana orgogliosa e fiera, distante dal preconcetto che la vede passiva e sottomessa.
Un capitolo a parte è dedicato a «Henry», il secondo dinosauro messo all’asta da Cambi. Si tratta di un esemplare di Hypacrosaurus, un ornitopode appartenente alla famiglia degli adrosauridi, il cui materiale osseo è stato raccolto dai nativi della Blackfeet Indian Reservation, in un unico strato, in una cava ben definita e relativamente piccola appartenente ad un affioramento della Two Medicine Formation, nella contea di Glacier, Montana. La stima per questa meraviglia della scienza naturale è di 250.000 – 280.000 €.
Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina cambiaste.com.

APERTO IL BANDO DI CONCORSO PER LA SELEZIONE DEI BORSISTI 2022-2023 DELL’ACCADEMIA DI FRANCIA A ROMA
Rimarrà aperto fino al prossimo 7 gennaio il bando di concorso per selezionare i borsisti che saranno ospitati dal prossimo settembre a Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia a Roma, per una residenza di creazione, sperimentazione e ricerca della durata di dodici mesi.
Il concorso si rivolge ad artisti, autori e ricercatori già affermati, francofoni, senza criteri di nazionalità. È possibile candidarsi in tutte le discipline della creazione letteraria e artistica, dei mestieri dell’arte, così come in storia e teoria delle arti o in restauro di opere d’arte e monumenti.
Ogni borsista beneficerà di una borsa di residenza di 3.500 euro lordi assegnata mensilmente e disporrà di un appartamento individuale, oltre che di uno spazio di lavoro (laboratorio o ufficio, individuale o condiviso, a seconda delle discipline e della disponibilità). Villa Medici metterà, inoltre, a disposizione dei borsisti inoltre la sua biblioteca con più di 37.000 volumi e una collezione di fumetti, una sala proiezioni (100 posti) e un laboratorio fotografico.
Il numero massimo di borse di residenza attribuite per il periodo 2022-2023 è fissato a sedici.
Le candidature al concorso devono essere presentate sotto forma di una nota che illustri un progetto preciso e descriva i temi di ricerca, la natura dei lavori e le motivazioni del soggiorno a Villa Medici. Sono ammesse le candidature collettive; in tal caso, ogni membro del collettivo riceverà una borsa mensile.
La presenza dei sedici borsisti a Roma è un momento propizio per gli incontri e gli scambi con artisti, curatori, responsabili di istituzioni, ricercatori, galleristi, collezionisti e non solo.
Per tutta la durata del soggiorno, i borsisti beneficeranno, inoltre, del supporto artistico e tecnico dell’equipe dell’Accademia, e saranno incoraggiati a partecipare alla vita dell’istituzione e agli eventi che ritmano il suo programma artistico e culturale.
Il regolamento del concorso, l’elenco dei membri della giuria, i documenti necessari per la presentazione delle candidature possono essere consultati sul sito dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici all’indirizzo www.villamedici.it/fr/concours-des-pensionnaires/. Mentre le candidature devono essere inviate al link https://concours-pensionnaires.villamedici.it/access/.

«LE GALLERIE INCONTRANO», A VENEZIA E ON-LINE DUE CONVERSAZIONI SU TIZIANO E LEONARDO
Ritornano alle Gallerie dell’Accademia di Venezia le conversazioni intorno a opere del suo patrimonio, ma anche su pubblicazioni e attività di studio legate alla sua attività. La formula scelta per questo progetto, intitolato «Le Gallerie incontrano», vede un curatore del museo dialogare con uno studioso o esperto di una specifica disciplina, così da stimolare un dibattito il più possibile aperto e informale, ma sempre di grande valenza scientifica. Gli incontri, che verranno trasmessi anche in streaming, sono gratuiti e si svolgono sempre alle ore 17 nella Sala conferenze al pianoterra, fino a esaurimento dei posti disponibili.
La prima conversazione, in programma giovedì 9 dicembre, si intitola «Maravegie in la pitura. Il Bravo di Tiziano alle Gallerie dell’Accademia». L’opera, tra i più enigmatici dipinti giovanili di Tiziano, conservata a Vienna al KunsthistorischesMuseum, è tornata a Venezia dopo trent’anni anni per essere eccezionalmente esposta alle Gallerie fino al 20 gennaio. La vicedirettrice del museo Roberta Battaglia si confronterà con la studiosa e storica dell’arte Rosella Lauber sull’opera, sulla sua storia collezionistica, sui dibattiti relativi alla cronologia e alle antiche attribuzioni, sui significati e sulle possibili letture del soggetto criptico e di difficile interpretazione. Il link per la diretta streaming è https://youtu.be/CZOYJ9klDl4.
Il ciclo di incontri proseguirà giovedì 16 dicembre con «Leonardo Da Vinci e l’invenzione dell’opera». La raccolta grafica delle Gallerie dell’Accademia conserva venticinque disegni autografi del maestro toscano, tra i quali alcune incredibili testimonianze che descrivono eteree fanciulle danzanti e svelano l’attenzione dell’artista per la musica, lo spettacolo, la danza. Proprio questo tema è al centro del volume «Leonardo Da Vinci e l’invenzione dell’opera» di Olivier Lexa. L’autore ne parlerà con Valeria Poletto, responsabile del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie dell’Accademia. Il link per la diretta streaming è https://youtu.be/0WBbK0SFSJk.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito gallerieaccademia.it.

sabato 4 dicembre 2021

Dalla monografia di TvBoy al volume su Bergamo di FMR, novità in libreria

FRANCO MARIA RICCI DEDICA UN VOLUME A BERGAMO
Bergamo, insieme a Brescia, sarà Capitale italiana della cultura 2023. L'importante riconoscimento è arrivato, subito dopo i giorni più bui della pandemia, per incarnare la fiducia verso il futuro. Per celebrare la speciale occasione, la Franco Maria Ricci Editore ha deciso di raccontare l'unicità della città e dei suoi monumenti in un volume, che verrà presentato al pubblico il 14 dicembre, alle ore 18, nelle sale di Palazzo Moroni.
Dalla casa editrice emiliana raccontano così la peculiarità del centro lombardo: «mentre altre città italiane sono state per una parte della loro storia capitali di territori più o meno vasti, e ospitarono una corte, il caso di Bergamo è diverso: nel 1428 la città passò sotto il dominio di Venezia e vi restò, abbastanza quietamente, sino all’epoca napoleonica. Le capitali tendono a eliminare ogni traccia della rusticità originaria; Bergamo l’ha elaborata e raffinata, crescendo, senza ripudiarla, incarnando squisitamente, anche nella modernità, il sentimento dei borghi antichi». Queste vicende sono al centro del testo che il musicologo Giovanni Gavazzeni ha scritto per il volume di FMR, nel quale viene raccontato come il dialetto e la musica si siano fusi nella città in un’unica, armoniosa melodia.
Lo scritto dello storico dell’arte Simone Facchinetti svela, invece, le meraviglie artistiche di Bergamo e del territorio circostante, in un itinerario che, partendo dai maestri veneti Bellini e Lotto, tocca i «pittori della realtà» Moroni e Ghislandi (Fra’ Galgario) e approda all’originalissimo Bonomini, muovendosi tra i capolavori dell’Accademia Carrara e le gemme nascoste nelle chiese della città e nelle valli vicine.
In chiusura, il testo di Stefan Krause racconta la rocambolesca vita di Bartolomeo Colleoni, condottiero e capitano di ventura, figura cruciale nel Rinascimento bergamasco.
A fianco delle parole scorrono le immagini dei più bei luoghi di Bergamo ritratti dal fotografo Massimo Listri. Dalla Basilica di Santa Maria Maggiore ai palazzi Terzi e Moroni, che dischiudono sfarzi e affreschi, alla Cappella Colleoni, le fotografie restituiscono al lettore l’impressione di una città colta, viva, che si specchia nella sua storia senza narcisismi.
Il volume, stampato nei consueti tipi bodoniani e pubblicato con il supporto di Crédit Agricole Italia, è, dunque, un omaggio e un incoraggiamento a una città di sorprendente forza e bellezza, che riprende oggi in mano il suo destino.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito https://www.francomariaricci.com/it.

«LE TUE LETTERE SONO UN GRANDE CONFRONTO PER NOI…», A LUGANO UN INCONTRO SULL’EPISTOLARIO DI SOPHIE TAEUBER-ARP

Il 2021 è stato l'anno della riscoperta, a livello internazionale, di Sophie Taeuber-Arp (Davos, 19 gennaio 1889 – Zurigo, 13 gennaio 1943), esponente della corrente Dada, nonché pioniera dell’astrazione, il cui volto è stato per diversi anni sulla banconota da 50 franchi.
Il lavoro dell’artista svizzera, conosciuta anche per essere stata la moglie di Jean/Hans Arp, è stato omaggiato nell’anno in corso da tre grandi retrospettive al Kunstmuseum di Basilea, alla Tate Modern di Londra e al Moma di New York.
Nel 2021 la Fondazione Marguerite Arp di Locarno ha anche curato la pubblicazione del volume «Lettere di Sophie Taeuber-Arp a Annie e Oskar Müller-Widmann», co-pubblicato dalle Edizioni Casagrande di Bellinzona (nella versione in lingua italiana) e dalla Scheidegger & Spiess di Zurigo (in tedesco e in inglese), che raccoglie, e rende per la prima volta pubbliche, le lettere e le cartoline scritte dall’artista ai suoi collezionisti.
Tutte le cartoline illustrate e alcune lettere sono riprodotte in facsimile. Le trentacinque missive inviate tra il 1932 e il 1942 sono introdotte da un saggio di Walburga Krupp e da una prefazione di Simona Martinoli. Arricchiscono il volume un indice dei nomi, fotografie d’archivio in parte inedite e riproduzioni di opere citate nelle lettere.
Il libro verrà presentato sabato 4 dicembre, alle ore 11, al Lac di Lugano, alla presenza di Tobia Bezzola, direttore del Masi di Lugano, Walburga Krupp, autrice e co-curatrice della mostra «Sophie Taeuber-Arp: Living Abstraction», Simona Martinoli, direttrice della Fondazione Marguerite Arp, e della giornalista Cristina Foglia.
L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Per accedere all’evento è richiesto, per i maggiori di 16 anni, il certificato Covid e vige l’obbligo di indossare la mascherina. È consigliata la prenotazione su www.edu.luganolac.ch.

24 ORE CULTURA PUBBLICA LA PRIMA MONOGRAFIA DELLO STREET ARTIST TVBOY
Elton John
, Raffaella Carrà, Jean-Michel Basquiat, Donald Trump e la regina Elisabetta: sono queste alcune delle icone contemporanee finite sotto l’occhio critico e ironico dello street artist TvBoy, pseudonimo di Salvatore Benintende. Dal 2 dicembre sarà in libreria la prima monografia ufficiale dell’artista (cartonato 21 x 26 cm, 144 pagine con 100 illustrazioni, € 34,00, codice Isbn: 978-88-6648-534-6), da anni residente a Barcellona, le cui opere sono autentiche satire ispirate alle più accese tematiche dell’attualità politica e sociale. A pubblicare il libro, a cura di Nicolas Ballario e con un contributo di Oliviero Toscani, è 24 Ore Cultura.
Realizzato in stretta collaborazione con l’artista, il volume, corredato da saggi critici che inquadrano il suo ruolo all’interno della scena artistica contemporanea, ne ripercorre l’intera carriera: dagli esordi con la sua firma stilizzata – un bambino con la faccia incastrata nel televisore – passando per i primi murales caratterizzati dalla tecnica dei graffiti e dello stencil fino alle opere più recenti dedicate dalla pandemia di Covid-19 e alle elezioni americane.
Con oltre settanta opere, il libro è suddiviso in capitoli dedicati alle principali tematiche trattate da TvBoy. Il primo capitolo è dedicato ai baci, opere che hanno reso famoso l’artista nel mondo e che rappresentano per lui il gesto più intimo e romantico, ma anche il dialogo per eccellenza, ovviamente nell’accezione ironica che caratterizza i suoi lavori. Si prosegue, poi, con il tema del potere, dove i più potenti del mondo sono rappresentati secondo la visione talvolta celebrativa, talvolta critica, di TvBoy. Si passa, quindi, agli eroi personali dell’artista, che hanno lasciato un segno duraturo nell’ambito dell’impegno civile, della cultura, della musica, dello spettacolo, dello sport e del costume. Il volume si chiude, infine, con il capitolo dedicato alle icone dell’arte, i punti di riferimento che l’artista vuole celebrare con lo scopo di avvicinare sempre più il pubblico all’arte, abbattendo quell’aura di sacralità che caratterizza spesso i grandi capolavori.
Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina www.24orecultura.com.

5 CONTINENTS EDITIONS PUBBLICA LA PRIMA MONOGRAFIA DEL FOTOGRAFO SENEGALESE OMAR VICTOR DIOP
È il continente africano, fra storia e attualità, il protagonista della monografia (cartonato, 23 x 31 cm, 96 pp. e 41 illustrazioni a colori, codice ISBN: 978-88-7439-993-2, € 39,00) dedicata al fotografo senegalese Omar Victor Diop (Dakar, 1980), appena pubblicata da 5 Continents Editions in coedizione con la galleria parigina Magnin-a
Consacrato dalla recente edizione di Paris Photo e dal Photo Vogue Festival di Milano, l’artista affonda la propria ricerca fotografica nel suo vissuto personale. Guarda cioè alla tradizione africana della posa in studio - a partire dalle immagini di Seydou Keïta, Mama Casset e Malick Sidibé – e racconta una visione alternativa della storia del suo continente, nella quale viene dato risalto a figure e personaggi trascurati dalla narrazione occidentale.
Il libro – bilingue francese / inglese – ospita tre serie fotografiche, emblematiche dell’evoluzione del percorso artistico di Omar Victor Diop, commentate dai testi di Renée Mussai, Imani Perry e Marvin Adoul.
In «Diaspora» (2014), Diop sceglie l’arte dell’autoritratto. Il fotografo incarna nelle sue immagini diciotto personalità della diaspora africana dai destini straordinari, ma dimenticate dalla storia dell’Occidente. Vivacizzando le foto con oggetti legati al mondo del calcio ne smorza la carica drammatica e catapulta i suoi personaggi storici nel presente, inserendoli di fatto nel dibattito sull’immigrazione e l’integrazione degli stranieri nella società europea.
Con «Liberty» (2017), l’artista propone una lettura universale della storia del suo popolo alla ricerca della libertà. Giocando su riferimenti visivi e mescolando autoritratti e rappresentazioni, analizza gli avvenimenti salienti di questa complessa vicenda, certamente diversi per epoca, luoghi e importanza.
«Allegoria» (2021), serie presentata di recente a Paris Photo, inaugura, invece, un nuovo capitolo del lavoro di Diop, teso a raccontare l’ambiente e l’importanza della natura nel continente africano.
Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina www.fivecontinentseditions.com.

«TEMPLES», IN UN LIBRO LA SARDEGNA DI GIANCARLO PRADELLI
È una Sardegna poco nota ai più quella che viene raccontata dal libro fotografico «Temples»Z (cartonato, 30 x 24 cm, 96 pp. e 40 illustrazioni in tricromia, € 30,00, codice ISBN 979-12-5460-000-9), appena uscito in libreria grazie alla 5 Continents Editions, con una prefazione di Elisabetta Bazzani.
Attraverso quaranta scatti fotografici in bianco e nero di Giancarlo Pradelli, il volume mostra le aree rurali e campestri della regione, lontane dal mare e popolate da resistenti edifici antichi, testimoni dello scorrere del tempo e, insieme, del suo potere corrosivo.
Nell’isola chiamata dai greci Ichnusa, fra cardi selvatici, macchie di lentisco e di elicriso dall’intenso profumo, in paesaggi assolati e battuti dal vento, si trovano chiese, monasteri e pievi di antica costruzione perlopiù caduti in disuso.
Sono edifici battezzati con i nomi di santi, un tempo parte di un tessuto urbano oggi vuoto di uomini, accomunati dalla posizione solitaria che ne aumenta il fascino paesistico: veri e propri miracoli di pietra, di rara bellezza, simboli di una sacralità intrinseca del territorio.
Lo sguardo di Giancarlo Pradelli non si sofferma solo su edifici prestigiosi, frutto delle storiche infiltrazioni culturali nell’isola, ma predilige modeste costruzioni di stili diversi e rustiche chiese campestri, di matrice pastorale, realizzate da maestranze locali per resistere alla forza del vento e al clima mediterraneo.
Spesso ridotti alla condizione di muri crollati per il potere corrosivo del tempo, questi relitti, ormai vago ricordo delle originarie architetture, hanno assunto una nuova forma, destinata inesorabilmente a ulteriori silenti mutazioni.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.fivecontinentseditions.com.