ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
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sabato 7 maggio 2022

Torino Fringe Festival, un palcoscenico diffuso per oltre duecento eventi all’insegna dell’«Extravaganza»

Era il 2013 quando all’ombra della Mole prendeva vita il Torino Fringe Festival, una manifestazione nata sulla scia dei più importanti festival off europei, incentrata sulla massima accessibilità e sul coinvolgimento del tessuto urbano e sociale della città di riferimento.
Nove anni (e una pandemia) dopo la rassegna, che nel frattempo è entrata a far parte del prestigioso network World Fringe, ritorna ad animare il capoluogo sabaudo, dal centro alla periferia, trasformandolo in un palcoscenico diffuso che ospiterà oltre duecento repliche di spettacoli teatrali, trenta eventi speciali, talk, mostre d’arte, live performance, appuntamenti con linguaggi performativi e audio-visivi innovativi, momenti site-specific di danza, concerti, party e molto altro.
La decima edizione del festival, che ritorna dopo due anni nelle sue consuete date di maggio sarà, dunque, all’insegna dell’«Extravaganza» grazie alla varietà delle espressioni artistiche in cartellone, che vedono accostati nomi noti a quelli di giovani emergenti, e all’eterogeneità degli spazi coinvolti, non solo luoghi «canonici» come teatri e cinema, ma anche birrerie, sale da ballo, stazioni, dimore storiche, mercati, musei, piazze e gallerie d’arte.
Tutto è stato realizzato con l’interno di confermare la nomea del Torino Fringe Festival, a oggi uno dei migliori appuntamenti in Italia dedicati alla Performing Arts e al teatro Off, che negli anni è stato capace di coinvolgere oltre duecentosettanta compagnie nazionali e internazionali per un totale di 1770 repliche in più di 60 spazi di Torino al chiuso e 32 all’aperto che hanno visto la presenza di oltre 100.000 spettatori.
Ad aprire il cartellone sarà, il 7 maggio, il comico Natalino Balasso, che porterà sul palco del neo riaperto cinema teatro Maffei lo spettacolo «Recital», una raccolta di brani tratta dai suoi ultimi lavori.
L’inaugurazione del festival, soprannominata Grand Opening Fringe, si terrà, invece, nella serata del 13 maggio e sarà affidata a Davide Olivieri che, al ToolBox, presenterà «Maia - A Live Cinematic and Interactive Performance»: un’esperienza che attraverso immagini, suoni e tecnologie coinvolgerà i sensi della vista e dell’udito in un percorso che avrà come meta finale una terza dimensione, posta sul confine labile tra sogno e realtà.
Per il Grand Opening Fringe è stato ideato anche un altro evento speciale: il «California Love - Tiny Splendor Show», una mostra realizzata dalla casa editrice indipendente di print-making californiana Tiny Splendor, in collaborazione con Graphic Days e Print Club, che fino al 29 maggio presenterà, negli spazi di ToolBox, un centinaio di opere tra risografie, litografie, serigrafie e zines, create da oltre quaranta artisti internazionali provenienti principalmente dalla California, dal Messico, da East e West Coast degli Stati Uniti.
Il cartellone, che vedrà esibirsi nell’arco di tre settimane oltre cinquecento artisti da tutto il mondo, prevede, poi, tanti appuntamenti in grado di attrarre un pubblico eterogeneo, ma si configura nello stesso tempo, grazie al Fringe in rete nato sul modello dell’esperienza pilota di Edimburgo, come una vetrina nella quale gli operatori possono visionare spettacoli e produzioni da inserire, poi, nelle proprie programmazioni.
Sul fronte del teatro sono in programma ventotto spettacoli, proposti in dieci differenti location, tra prime nazionali, debutti internazionali, prosa, musica, appuntamenti interattivi, stand up comedy e performance adatte a tutta la famiglia.
Gli appassionati di acrobazie, danza e marionette potranno assistere in prima nazionale a «Wir Wollen Nie Nie Nie», performance della compagnia berlinese Raum 305, in scena il 17 e 18 maggio alla Casa del teatro ragazzi e giovani. Da Berlino arriva anche Willy The Clown con il suo «ClownLastShow» (ogni sera, dal 24 al 29 maggio, a Casa Fools) e con la gioia di indossare un naso rosso e di vivere il momento più importante, «il qui e ora». Arrivano, invece, da Amburgo i F.ART Kollektiv, che il 19 e il 20 maggio si esibiranno allo spazio Kairòs con «Enter the Muuve», altra performance in prima nazionale: un tentativo di usare il linguaggio e il corpo per muovere sé stessi e smuovere empaticamente il pubblico.
Molto attesa dal Torino Fringe Festival è, poi, la greca Eliza Soroga, vincitrice dell'International Arte Laguna Prize (Venezia, 2017), che porterà per la prima volta in Italia «My Job interviews», performance interattiva dedicata al mondo multiforme del mercato del lavoro (dal 20 al 22 maggio, sedi varie). Parla, invece, di ambiente «T'es rien sans la terre - T'es rien sans la terre» del francese Aurelie Dauphin, artista del Cirque du Soleil che usa l’arte come strumento d sensibilizzazione, con il desiderio che con la danza, la musica e l’immagine si possa innescare un cambiamento (il 29 maggio, alla Casa del teatro ragazzi e giovani).
Un altro appello a smuovere le coscienze è «XPand Danceforchange» di Club Futuro che, dal 27 al 29 maggio, porta al Torino Fringe Festival un’esperienza di clubbing trasformativo per sensibilizzare i partecipanti sul tema del cambiamento climatico e promuovere la transizione ecologica nel settore della dance music industry.
Non manca nel programma la collaborazione con un altro importante festival teatrale torinese, il «Play with food - La scena del cibo», che porterà sul palco «Il talismano della felicità» con il collettivo «LunAzione», un viaggio immersivo e sensoriale all’insegna del sapore (dal 20 al 22 maggio, a L’Artificio), e il «Pranzo in silenzio» (29 maggio, birreria La Baltea), più che un appuntamento conviviale una pratica meditativa da condividere.
Il programma del Torino Fringe Festival è ricco ancora di tanti altri eventi da scoprire sfogliando la guida e da scegliere in base ai propri interessi e alla voglia del momento. Si riderà, per esempio, con «La supercasalinga» di e con Roberta Paolini, una sorta di avventura da supereroi all’insegna della cura della casa (dal 17 al 22 maggio, a L’Artificio), e con il monologo «Confessioni psicolavabili» di Dario Benedetto (dal 24 al 29 maggio, allo Spazio Ferramenta). Si rifletterà con «Io odio – Apologia di un bulloskin» dei Santibriganti Teatro (dal 17 al 22 maggio, al teatro Giulia di Barolo), «Horror Vacui – Un’indagine paranormale vera ll’85%» (dal 17 al 22 maggio, allo Spazio Kairos) o il monologo «Questa è casa mia» di Alessandro Blasioli, sul terremoto abruzzese (dal 24 al 29 maggio, a L’Artificio). 
Si potranno, poi, scoprire storie vere ridotte per la scena come «r/Place» di e con Matteo Santucci, viaggio che percorre la nascita della più grande opera d’arte collettiva della storia dell’umanità (dal 17 al 22 maggio, all’Unione culturale F.A., in prima nazionale), «Cazzima&Arraggia», prodotto dalla Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, che racconta le trattative per l’arrivo di Maradona al Napoli (dal 17 al 22 maggio, allo Spazio Kairos) o «L’uomo senza paura» di Enchiridion, sulla vita del pugile Sandro Mazzinghi, nato a Pontedera sotto le bombe della Seconda guerra mondiale e diventato due volte campione del mondo dei pesi medi jr (dal 17 al 22 maggio, all’Unione culturale F.A.), solo per fare qualche esempio. Ci sono, infine, anche spettacoli interattivi come «Shakespeare Showdown», che permette di determinare il destino di personaggi come Romeo e Giulietta (dal 17 al 22 maggio, all’Unione culturale F.A.; dal 23 al 29 maggio, a Casa Fools) o «Niki e l’onda energetica» (dal 20 al 22 maggio e dal 27 al 29 maggio, al teatro Giulia di Barolo), pensato per i più piccoli. 
Non resta che scegliere il proprio appuntamento preferito, uscire di casa e farsi avvolgere dalla magia del teatro. Ne varrà la pena…

Informazioni utili 
www.tofringe.it

mercoledì 9 marzo 2022

Al Piccolo di Milano «Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione»

Rincaro dei prezzi, crisi energetica, carenza di materie prime, borse in picchiata e una guerra, quella tra Ucraina e Russia, che sembra, giorno dopo giorno, sempre più vicina. È un periodo storico complesso, che chiede contemporaneamente responsabilità e rinunce, ma anche resilienza e inedite capacità progettuali, quello che stiamo vivendo. Non si può rispondere a questa emergenza con i soliti cliché; è il momento di offrire sguardi nuovi sul mondo e il teatro, arte della realtà e contemporaneamente dell’utopia possibile, ha in sé l’energia e la capacità inventiva per elaborare proposte originali ai problemi del nostro tempo e alle sfide che si prospettano all’orizzonte. Nasce da queste considerazioni «Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione», tratto dalla pièce dell’americana Miranda Rose Hall, che la compagnia lacasadargilla porta in scena fino al prossimo 27 marzo nella sala Melato del Piccolo Teatro di Milano, a partire dal progetto «Sustainable theatre?» della regista britannica Katie Mitchell per il Théâtre Vidy di Losanna, che coinvolge al momento una dozzina di realtà in Europa e oltre.
Considerate le emissioni di Co2 che comporta una tournée, con viaggi in aereo o su strada per spostare scenografie e personale, per lo spettacolo di Miranda Rose Hall si è intrapresa una scelta coraggiosa e inedita: ognuno dei centri della rete ha affidato la messa in scena a una compagnia locale, alla quale è stato chiesto di rispettare il vademecum energetico, le linea drammaturgica del testo e alcune precise indicazioni, dalla scelta della «protagonista non bianca» al coinvolgimento di un coro.
Sostenibilità ambientale, non solo come argomento drammaturgico, ma anche come ripensamento dei meccanismi produttivi necessari alla messa in scena, è, dunque, la parola chiave di questo appuntamento teatrale, che sarà legato anche a due iniziative solidali. Il Piccolo parteciperà a «Forestami», programma di riforestazione dell’area metropolitana di Milano. Parte degli incassi saranno, infatti, investiti nell’acquisto, posa e manutenzione di alberi. L’istituzione milanese prenderà, inoltre, parte, con questa piéce e spegnendo le insegne esterne delle sue tre sale, a «M’illumino di meno», la Giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili di Caterpillar e Rai Radio2 con Rai per il sociale, prevista per venerdì 11 marzo.
«Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione» vede all’opera – accanto alla regista Lisa Ferlazzo Natoli e all’attrice Ester ElishaMargherita Mauro, curatrice della traduzione e della drammaturgia, Alessandro Ferroni, ideatore dell’ambiente scenico e dei paesaggi sonori, ma anche Luigi Biondi per il lavoro sottile delle luci, Maddalena Parise per l’immaginario scenico e visivo, Marco D’Agostin per la cura del movimento, Gianluca Ruggeri per la composizione della partitura musicale del coro, Livia Brambilla per la preparazione del coro, Alice Palazzi e Caterina Dazzi per il prezioso coordinamento generale come assistenti all’intero progetto.
Sul palco, accanto a Ester Elisha, ci sono, come da richiesta progettuale, un coro formato da quarantuno persone anziane provenienti da diverse realtà milanesi di musica amatoriale, che si alterneranno a rotazione in scena in gruppi di sedici, e quattro ciclisti con le loro biciclette. Quest’ultimi pedaleranno per una distanza di circa 25 chilometri l’uno e l’energia da loro prodotta (circa 240 watt), costantemente misurata da display posizionati sul palcoscenico, è sufficiente a dare vita a luci, immagini e suoni dell’intero spettacolo.
Ester Elisha veste i panni di Noemi, una drammaturga sui quarant’anni, una «donna che ha paura della morte» e che ragiona con il pubblico, interrogandolo sul senso della vita, che è insieme dono e responsabilità, su lasciti e sopravvivenze, sull’equilibrio precario della Terra, che, di epoca in epoca, ha conosciuto più di una grande estinzione. Sei in tutto.
Su teli trasparenti, posizionati in fondo al palco, scorrono le immagini di specie estinte o sull’orlo di un’estinzione di massa delle quali basterebbe anche solo ricordare i nomi per cominciare a prendersene cura. Si dice addio al corvo delle Hawaii, al rospo dorato, alla gazzella saudita. Noemi parla anche dei pipistrelli bruni, dei gechi marmorizzati, dei cipressi delle Guadalupe, dell’alga zostera, della madre morente di una collega, della propria madre e del suo primo incontro con la morte. Parla di tutti noi che «spariremo in silenzio mentre la Terra starà ad osservare». Perché il tempo dell’uomo è un battito d’ali paragonato alla vita del pianeta.

Le foto sono di Masiar Pasquali

Informazioni utili
«Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione» 
testo Miranda Rose Hall
concept di produzione e regia originale Katie Mitchell
drammaturgia originale Ntando Cele
concept per l’Italia lacasadargilla
traduzione e drammaturgia italiana Margherita Mauro
regia Lisa Ferlazzo Natoli, con Esther Elisha
scene/allestimento e suono Alessandro Ferroni, luci Luigi Biondi, immagini Maddalena Parise
composizioni per il coro Gian Luca Ruggeri, cura del movimento Marco D’Agostin
preparazione coro Livia Brambilla con la collaborazione di Giovanna Ferrara, Filippo Maria Tuccimei    
e con i coristi Silvia Baldini, Luca Bardi, Pieranna Borio, Livia Vittoria  Brambilla, Elsa Angela Brambilla, Annamaria Caporusso, Francesco Cigada, Alessia Coari, Nicola Coccia, Laura Angela Corona, Bianca Maria  Dacomo Annoni , Ruggero Dimiccoli, Giovanna Maria  Ferrara, Anna Fiorini, Giovanni  Granata , Angelo Maffezzoli, Matteo Maraone, Giuseppe Martini, Gabriella  Martino, Angela Leonarda Masala, Franco  Mazzarella, Natale Minchillo, Tzvetana Momtcheva, Claudia Morelli, Bruno Morelli, Daniela Nannavecchia, Diyana Ivanova Pashova, Nicoletta Camilla Pedraglio , Cornelia Pelletta, Letizia Pepori, Roberta Piloni, Federico Russo, Gianbattista Sassera, Carlantonia Sassi, Gabriella Taraborrelli, Filippo Tuccimei, Gianmario Tumiati, Ornella Vinci, Valentina Volonté, Roberta Zanuso, Alessandro Zemella
aiuto regia Alice Palazzi, assistente alla regia Caterina Dazzi
impianti ciclo-elettrici Pedal Power Milano – Chiara Mazzatorta
ciclisti Tazio Airaghi, Luigi Aliverti, Milo Cuniberto, Daniele D’Aquila, Francesco Lionetti, Angelo Lisco
foto di scena Masiar Pasquali

Piccolo Teatro Studio Melato, Via Rivoli, 6 – Milano.  Orari: martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.30; domenica, ore 16. Lunedì, riposo. Durata: 75 minuti senza intervallo. Prezzi: platea 40 euro, balconata 32 euro. Informazioni e prenotazioni 02.21126116 – piccoloteatro.org. Dal 3 al 27 marzo 2022


martedì 8 marzo 2022

«Stasera al Museo», il Bagatti Valsecchi di Milano apre le porte a musica e teatro

È il frutto di una straordinaria vicenda collezionista di fine Ottocento, che ha come protagonisti due fratelli: i baroni Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi. Conserva al proprio interno pregevoli opere come la «Santa Giustina» di Giovanni Bellini, il «San Giovanni Battista» di Bernardino Zenale e la «Madonna in trono con santi» del Giampietrino, ma anche arredi lignei, manufatti in vetro e ceramica, arazzi, tappeti, armi e gioielli. Il Museo Bagatti Valsecchi, nel cuore del quartiere Montenapoleone a Milano, inaugura un nuovo progetto: «Stasera al Museo», diciannove eventi di musica e teatro che, da marzo a dicembre, prenderanno vita nel Salone d’onore.
A fare da filo rosso tra i vari appuntamenti, che vedono la curatela artistica di Antonio D’Amico, è il tema dell’identità femminile, che metterà sotto i riflettori – si legge nella nota stampa - «donne artiste e storiche dell’arte, musiciste, scienziate, donne a cui la storia ha riservato un posto speciale, ma anche donne comuni».

La programmazione prenderà il via venerdì 11 marzo, alle ore 19:30, con «Storie di donne amate», un percorso in musica che spazia dalla Margherita del «Faust» di Goethe alla Santuzza della «Cavalleria rusticana» di Giovanni Verga, dalla dolce Maddalena amata da Vincenzo Bellini alle note cantanti Teresina Brambilla e Pauline Viardot. Inizierà così la rassegna «Serate musicali e Conservatorio», con la direzione artistica di Stelia Doz, che proseguirà mercoledì 16 marzo, sempre alle ore 19:30, con «Miss me», una performance musicale immersiva di sorprendente leggerezza, con Emiliano Pepe al pianoforte, che accompagnerà il pubblico in un viaggio tra melodie e immagini per far vivere – assicurano gli organizzatori - «un’esperienza unica e inedita».
Le «Serate musicali» ritorneranno il 22 giugno con un omaggio alle donne attraverso le note di Johannes Brahms, Ludwig van Beethoven e Germaine Tailleferre; mentre il 21 settembre è previsto un appuntamento dedicato alla musica del Novecento.
 
A mettere sotto i riflettori del Salone d’Onore del Museo Bagatti Valsecchi il mondo delle sette note sarà anche LaFil Filarmonica di Milano che, il 13 aprile e il 18 maggio, proporrà due serate dedicate a Fanny e Felix Mendelssohn, e che, il 17 dicembre, ha in programma un concerto natalizio, eseguito da un ensemble di voci e pianoforte.
Il 20 aprile sarà, invece, la volta di Accademia musicale «OttavaNota» che presenterà Luca Franzetti in un appuntamento dedicato a Johann Sebastian Bach. Amore, lacrime e tormenti torneranno protagonisti anche nelle serate dell’11 settembre, quando verrà presentato il risultato di una masterclass internazionale tenuta da Francesco Lanzillotta, e del 16 ottobre, con Alessandro Marino al pianoforte, per due concerti all’insegna dei sentimenti e delle emozioni.
A chiudere il cartellone musicale sono le produzioni dell’associazione «Omaggio al clavicembalo», che il 20 e 27 novembre e il 4 dicembre porteranno sotto i riflettori strumenti a corda, a fiato e voci per tre pomeriggi dedicati alla musica del XVI e XVII secolo.

Federica Fracassi
, Cinzia Spanò, Beatrice Baldaccini e Matteo Minetti, Ippolita Baldini ed Elizabeth Annable sono, invece, i protagonisti del cartellone teatrale, che porterà in scena donne piene di forza, passione, coraggio e anche un pizzico di ironia. 
Si comincerà il 4 maggio con Federica Fracassi, che darà corpo e voce a Eva Braun, l’amante di Adolf Hitler, colei che ne condivise il suicidio nel bunker di Berlino poche ore dopo averlo sposato. Il testo di Massimo Sgorbani - intitolato semplicemente «Eva» e qui in scena per la regia di Renzo Martinelli – focalizza l’attenzione sulle ultime ore di vita della donna che, precipitando ignara verso il suicidio, intreccia la sua storia con quella di Rossella O’Hara, protagonista di «Via col Vento», il suo film preferito.
Mentre l’11 maggio Cinzia Spanò, in collaborazione con il Teatro Elfo Puccini, interpreterà l’iconica Palma Bucarelli, a tutt’oggi considerata una delle più importanti direttrici museali che l’Italia abbia mai avuto. Ancora una protagonista dell’arte sarà in scena il 25 maggio nello spettacolo dedicato ad Artemisia Gentileschi, con la presenza di Beatrice Baldaccini e Matteo Minetti, realizzato grazie alla Compagnia dell’Ozio.
Dopo una pausa estiva, il 28 settembre andrà in scena «Mia mamma è una Marchesa», spettacolo di e con Ippolita Baldini, per la regia di Camilla Brison, realizzato in collaborazione con il Teatro della Compagnia: un brillante monologo in cui la protagonista si interroga sul mondo contemporaneo e la nobiltà.
Il 5 ottobre «Alta Luce Teatro» presenterà, quindi, la pièce teatrale «Molly», liberamente tratta dalla sceneggiatura «Molly Sweeney» di Brian Friel, che dà voce a una donna forte e consapevole interpretata da Elizabeth Annable, in uno spettacolo che ci parla di salute mentale e progresso scientifico.
Infine, Ippolita Baldini ritornerà in scena il 16 novembre con «Una marchesa ad Assisi», in cui la protagonista, Roberta, mette in discussione la sua vita e si interroga sul ruolo della fede nella società contemporanea, senza mai perdere di vista la sua verve ironica inconfondibile.

La conferenza stampa di presentazione del progetto «Stasera al museo» ha offerto anche l’occasione per parlare della mostra che il museo milanese ha in programma per i prossimi mesi: «La seduzione del bello. Nelle segrete stanze di una collezione a Milano» (ottobre 2022-febbraio 2023), a cura di Antonio D’Amico. Animali, storie mitologiche, racconti sacri, paesaggi, momenti del quotidiano rivivranno nelle sale e tra gli arredi cinquecenteschi raccolti dai fratelli Bagatti Valsecchi grazie all'esposizione di una cinquantina di opere provenienti dalla prestigiosa collezione lombarda Gastaldi Rotelli, nella quale sono custoditi capolavori del Seicento e del Settecento. Tanzio da Varallo, Giulio Cesare Procaccini, Carlo Francesco Nuvolone, Bernardo Strozzi, Giuseppe Vermiglio, Francesco Cairo, Giacomo Cerutti, Sebastiano Ricci, Francesco Guardi sono alcuni degli artisti che saranno in mostra questo autunno al Museo Bagatti Valsecchi di Milano, una delle più belle case museo della Lombardia, scrigno non solo d’arte, ma anche – dal prossimo 11 marzo - di musica e teatro.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Museo Bagatti Valsecchi, Milano. Foto di Ruggero Longoni; [fig. 2] Francesco Cairo, Maddalena portata in cielo dagli angeli, Olio su tela, 73 x 100 cm; [fig 3] Cinzia Spanò; [fig 4] Federica Fracassi; [fig. 5] Ippolita Baldini

Informazioni utili
«Stasera al Museo». Museo Bagatti Valsecchi, via Gesù 5 - Milano. Orari: gni appuntamento inizia alle ore 19:30, con accesso alle 18:30 per visitare liberamente il museo. Biglietti: ingresso al museo con spettacolo/concerto gratuito: 15 €, ridotto 12 € per i soci dell’Associazione Amici del Museo Bagatti Valsecchi. Prenotazione obbligatoria su www.museobagattivalsecchi.org

lunedì 7 marzo 2022

«Visioninmusica», a Terni dieci spettacoli nel segno del sound internazionale


Contemporaneità, tradizione, diversificazione dei generi musicali e inclusione di un pubblico sempre più ampio e variegato: sono questi, da sempre, i punti cardine di «Visioninmusica», rassegna diretta da Silvia Alunni che, dopo due anni di circostanze precarie e di emergenza «extra-ordinaria», torna in presenza. La nuova stagione, quella dei diciotto anni, «proporrà - raccontano gli organizzatori - un cartellone di connotazione internazionale, con accenti europei, mediterranei e latini, il cui filo conduttore vuole essere ancora e più che mai una celebrazione della fantasia musicale nelle sue molteplici declinazioni».

La programmazione, all’Auditorium Gazzoli di Terni, inizierà il 13 marzo (alle ore 17:30), con un appuntamento fuori abbonamento e un trio femminile d’eccezione: l’attrice siciliana Giusi Cataldo, con Liliana Bernardi al violino ed Elena Matteucci al pianoforte.
«Storie (d’)amare e d’amore» è il titolo dello spettacolo inaugurale, proposto fuori abbonamento: un excursus di teatro e musica sulle esperienze e i sentimenti delle donne espressi dai grandi della letteratura e della musica, in un viaggio che spazia da Shakespeare a Virgilio, da Prokofiev a Schumann.

Il secondo appuntamento fuori abbonamento, in cartellone per la serata di venerdì 8 aprile (alle ore 21) al teatro Secci di Terni, proporrà, invece, le sonorità della Colours Jazz Orchestra, big band che raduna musicisti umbri e marchigiani, diretta dal trombonista Massimo Morganti, in un progetto mainstream incentrato sugli standard più acclamati del «The great American Songbook».
Mentre venerdì 25 marzo, per l’apertura della stagione in abbonamento, che si terrà interamente all’Auditorium Gazzoli di Terni, salirà sul palco Karima con il suo quartetto in un progetto «senza filtri» - «No Filter» - in cui la sua musica, contaminazione di jazz e pop, si presenta in una rinnovata versione acustica, intima e ancora più espressiva. L’artista, che in passato ha aperto i concerti di Whitney Houston e di John Legend, si avvale, per questa serata, della collaborazione di persone speciali, amici e grandi musicisti: Gabriele Evangelista al contrabbasso, Bernardo Guerra alla batteria e il pianista Piero Frassi che, con la sua penna, è riuscito a vestire la voce di Karima con le sorprendenti «Walk on the Wild Side», «Tears in Heaven», «Come Together» e «Man in the Mirror».

Venerdì 1° aprile, quindi, Vincent Peirani, carismatico e creativo fisarmonicista francese, tra i più noti sulla scena jazzistica internazionale, porterà in scena «Jokers», il suo ultimo progetto musicale, che lo vede collaborare con Federico Casagrande, chitarrista italiano di stanza a Parigi, e Ziv Ravitz, batterista israeliano di nascita e americano d’adozione.
È sorto così un trio ibrido, composto da fisarmonica, chitarra e batteria, in cui ciascuno dei tre musicisti può assumere il ruolo dell'altro, diventando solista, ritmico o colorista. Proprio come «Joker», inteso come personaggio emblematico dei fumetti ma anche come elemento decisivo nei giochi di carte, i tre musicisti si pongono, dunque, tutti allo stesso livello, in ruoli complementari e talvolta anche in contrapposizione. Il risultato è un concerto unico e decisamente imprevedibile.

Nella cornice del Gazzoli, giovedì 14 aprile, Carl Verheyen Band, acclamato chitarrista nominato ai premi Grammy® e storico artista della celebre band britannica Supertramp, farà tappa a Terni con «Sundial Tour», il suo ultimo lavoro che, pur concepito durante il periodo della chiusura, si rivela un inno all'evasione, con brani in chiave rock, funk, ska e soul.
La programmazione proseguirà giovedì 28 aprile con Gianni Iorio al bandoneon e Pasquale Stafano al pianoforte in «Mediterranean Tales», un concerto costruito su storie di persone, di incontri, su passioni, pensieri e amore, tradotti in composizioni originali come un viaggio nel tempo e nello spazio dell’universo musicale: dal jazz alla world music, dalla musica classica al pop, con un’atmosfera mediterranea come elemento comune.

Il mese di maggio, infine, sarà caratterizzato due serate musicali del tutto particolari che prevedono due diversi concerti per ogni appuntamento.
Venerdì 5 maggio sarà la volta di Paula Morelenbaum, una delle cantanti brasiliane universalmente più note e affermate, che nella sua carriera da solista si è dedicata con successo alla musica di Jobim e di Vinícius de Moraes. Ad aprire il suo concerto, che la vedrà in scena con il pianista tedesco Ralf Schmid, sarà l’autore e compositore ternano Francesco Morettini che, insieme a Harumi Ota al violino e a Catherine Daniela Bruni al violoncello proporrà «Sensofonia», un viaggio musicale e sensoriale ricco di coinvolgimenti, sfumature, idee e spunti che l’ascoltatore potrà sperimentare interattivamente.
Per la serata di chiusura della stagione, in programma il 13 maggio, giungerà a Terni un altro eccellente giovane artista: Jacopo Ferrazza (contrabbasso, synth, composizioni). Il suo «Fantàsia» è un progetto di pezzi originali che conciliano il mondo della musica acustica con quello della musica elettronica. Insieme a Jacopo Ferrazza saliranno sul palco Enrico Zanisi (pianoforte, synth, live electronics), Alessandra Diodati (voce), Valerio Vantaggio (batteria) e Livia De Romanis (violoncello). L’apertura di questo concerto sarà affidata a Fabio Giachino che - al pianoforte, synth e live electronics - proporrà un progetto ispirato all’omonimo film «Limitless», caratterizzato da un mélange di influenze classiche, sonorità elettroniche e improvvisazione jazz.

È, dunque, un cartellone ricco e di qualità quello che caratterizza l’edizione 2022 di «Visioninmusica», rassegna che nei prossimi mesi porterà a Terni una decina di spettacoli nel segno del sound internazionale, con l’intento non solo di tornare ad ascoltare la musica dal vivo, ma anche di dare nuova linfa al turismo del «cuore verde d’Italia», l’Umbria.

Informazioni utili
«Visioninmusica 2022». I concerti, in programma dal 13 marzo al 13 maggio 2022, si svolgeranno a Terni presso l’Auditorium Gazzoli, con inizio alle ore 21. Unica eccezione per il concerto dell’8 aprile 2022 (sempre alle ore 21) che si terrà al teatro Secci di Terni. Biglietti singoli: da euro 10,00 a euro 25,00, in prevendita online sul circuito Vivaticket e presso tutti i rivenditori autorizzati. Abbonamento (8 concerti in 6 serate): euro 85,00. Informazioni utili: Associazione Visioninmusica, tel. +39.0744.432714 - cell. +39.333 .2020747 - info@visioninmusica.com - visioninmusica.com. Dal 13 marzo al 13 maggio 2022

venerdì 25 febbraio 2022

«Tra la carne e il cielo», le parole di Pasolini incontrano la musica di Bach

Intellettuale «corsaro», regista provocatorio, scrittore e poeta di straordinaria sensibilità, giornalista dalla penna acuta e pungente, «profeta laico», Pier Paolo Pasolini ha segnato il Novecento con il suo pensiero indipendente e scomodo. A cento anni esatti dalla nascita, Lucca ricorda l’artista bolognese con lo spettacolo «Tra la carne e il cielo», in programma sabato 5 marzo, alle ore 21, nella chiesa di San Francesco.

Letteratura e musica si incontreranno sotto la volta dell’elegante e austero edificio duecentesco con un appuntamento ideato da Valentino Corvino, direttore di orchestre nazionali e internazionali, con all’attivo numerose collaborazioni con celebri cantanti e cantautori come Mina, Vasco Rossi, Adriano Celentano, Renato Zero e molti altri.
 
Sul palco salirà Moni Ovadia, uno degli artisti più amati e popolari in Italia, straordinario intrattenitore nonché ideatore, regista e attore di un teatro musicale assolutamente peculiare, dagli importanti risvolti sociali e politici. 

 Protagoniste dell’incontro, a ingresso gratuito con prenotazione on-line da martedì 1° marzo sul sito www.fondazionecarilucca.it, saranno le memorie, le lettere, i testi e le poesie di Pier Paolo Pasolini, estratti dai famosi «Quaderni rossi», dalla corrispondenza contenuta in «Vita attraverso le lettere», dalla sceneggiatura del film «Accattone» e perfino dall’intervista che lo scrittore concesse a Furio Colombo solo poche ore prima di morire.
 
La lettura di queste pagine si intersecherà costantemente con l’esecuzione di tutti i brani di Johann Sebastian Bach, usati da Pier Paolo Pasolini come colonna sonora di molti suoi film, tra i quali si ricordano «Accattone» (1961), «Il Vangelo secondo Matteo» (1964), «Sopralluoghi in Palestina per Il Vangelo secondo Matteo» (1963-64), «Appunti per un film sull’India» (1968), «Sequenza del fiore di carta» (1968) e «Salò o le 120 giornate di Sodoma» (1975).
 
L’intellettuale bolognese amava, infatti, profondamente le musiche del compositore tedesco, tanto da dedicargli tra il 1944 e il 1945, un testo poco noto e incompiuto, «Studi sullo stile di Bach», ispirato alle sei sonate per violino BWV 1001-1006, edito nel 1999 nel primo dei due volumi di «Saggi sulla letteratura e sull’arte», pubblicato dalla Mondadori nella pregevole collana «I Meridiani». 

Ciò che più lo affascinava di quelle note, alle quali lo iniziò, nella primavera friulana del 1943, la violinista slovena Pina Kalc, profuga a Casarsa in seguito all’occupazione tedesca della Slovenia, era la convivenza a volte pacifica, a volte sofferta, tra le pulsioni terrene e un’elevata spiritualità. Da qui il titolo dello spettacolo: «Tra la carne e il cielo», un’espressione dello stesso scrittore, tratta dai «Quaderni rossi» e usata per parlare del «Siciliano della prima sonata in Sol minore».

A eseguire l’accompagnamento musicale saranno la violinista Valentino Corvino, Benedetta Mazzucato, contralto solista che ha debuttato nei più prestigiosi teatri di tutto il mondo, e l’ensemble Sonora Corda, composto da un quartetto vocale, violini, viole, violoncelli, oboi, flauto e contrabbasso.
Lo spettacolo, distribuito da Reggio Iniziative Culturali e proposto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, sarà, inoltre, arricchito dalla proiezione di una selezione di rare e preziose foto, gentilmente concesse dalla Cineteca di Bologna, che riproporranno al pubblico la magia dei set di film quali «Teorema», «Uccellacci e uccellini» e «Vangelo Secondo Matteo», tre vette della cinematografia pasoliniana.

Anche la fotografia e il linguaggio filmico racconteranno, dunque, a Lucca il legame tra Pier Paolo Pasolini e la musica di John Sebastian Bach, un mondo di note, insieme sacre e sublimi, che lo scrittore mise a contatto, in «Accattone», con l’umile, il profano, il volgare e, nel «Vangelo secondo San Matteo», con l’umanità del Cristo e il suo messaggio nella lotta di emancipazione dalle ingiustizie e dalle sofferenze patite dall’umanità. 
 
Informazioni utili
www.fondazionecarilucca.it

giovedì 10 febbraio 2022

Debutta al Piccolo di Milano «Eichmann. Dove inizia la notte», il nuovo spettacolo di Stefano Massini

Chi fu realmente Adolf Eichmann? Che tipo di personalità si nascondeva dietro la divisa nazista di colui che ideò la soluzione finale e organizzò nei dettagli il massacro di sei milioni di ebrei? Quando fu deciso l’inizio dello sterminio? Come si gestiva in concreto l’orrore di Auschwitz? Prova a dare una risposta a queste domande il nuovo spettacolo di Stefano Massini: «Eichmann. Dove inizia la notte», la cui drammaturgia è stata pubblicata nel 2020 da Fandango Libri.
 
L’atto unico, prodotto dai teatri stabili di Bolzano e del Veneto, debutta in prima nazionale giovedì 24 febbraio, alle ore 19:30, al Piccolo Teatro Grassi di Milano, per restare, poi, in cartellone fino al 6 marzo. 

Diretti da Mauro Avogadro, saliranno sul palco Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon. Le scene sono di Marco Rossi; i costumi di Giovanna Buzzi. Le musiche portano la firma di Gioacchino Balistreri, mentre il disegno luci è a cura di Michelangelo Vitullo

 Stefano Massini ha realizzato la drammaturgia a partire dagli scritti della filosofa e politologa ebrea Hannah Arendt, dai verbali degli interrogatori a Gerusalemme – dove Adolf Eichmann fu processato dopo l’arresto avvenuto nel 1960 in Argentina – e dagli atti del processo. Il risultato è un dialogo teatrale di inaudita potenza, una sorta di intervista a colui che più di tutti incarna nell’immaginario collettivo la traduzione della violenza che ha dato corpo alla «soluzione finale».
 
Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon, nei ruoli rispettivamente di Hannah Arendt e Adolf Eichmann, ricostruiscono passo dopo passo carriera e ascesa del gerarca nazista, delineando il ritratto di un uomo mediocre, arrivista e opportunista, e aprendo così il varco a una prospettiva spiazzante: Adolf Eichmann non è un mostro, bensì un uomo spaventosamente normale. È totalmente privo di talenti, ma sa trarsi di impaccio. È capace di stupire più per la bassezza che per il genio. È un uomo contraddittorio, superficiale, perfino goffo, che, proprio per la sua mediocrità, si muove in un crescendo di poltrone, prestigio e denaro, ebbro di potere e animato da una coscienza inesistente.
 
Adolf Eichmann è, dunque, l’emblema di ciò che Hannah Arendt definisce «la banalità del male», quella «mancanza di pensiero» e quell’«obbedienza inconsapevole» a una legge ingiusta che ha reso uomini «terribilmente normali», dalla «meschina insignificanza», incapaci di pensare al valore morale dei propri atti, inconsapevoli di comprendere che la loro routine lavorativa era, invece, per gli ebrei «letteralmente la fine del mondo». «Eichmann – scrisse Hannah Arendt - non era uno Iago né un Macbeth, e nulla sarebbe stato più lontano dalla sua mentalità che «fare il cattivo» – come Riccardo III – per fredda determinazione. Eccezion fatta per la sua eccezionale diligenza nel pensare alla propria carriera, egli non aveva motivi per essere crudele e anche la sua diligenza non era, in sé, criminosa; è certo che non avrebbe mai ucciso un suo superiore per ereditarne il posto. Per dirla in parole povere, egli non capì mai che cosa stava facendo. […] Non era uno stupido; era semplicemente senza idee (una cosa molto diversa dalla stupidità), e tale mancanza di idee ne faceva un individuo predisposto a divenire uno dei più grandi criminali di quel periodo». 

Informazioni utili
Eichmann. Dove inizia la notte | di Stefano Massini | con Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon | regia Mauro Avogadro | scene Marco Rossi, costumi Giovanna Buzzi, musiche Gioacchino Balistreri, luci Michelangelo Vitullo | produzione Teatro Stabile di Bolzano / Teatro Stabile del Veneto
Piccolo Teatro Grassi, Via Rovello, 2 – Milano( M1 Cordusio). Dal 24 febbraio al 6 marzo 2022 | Orari: martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.30; domenica, ore 16. Lunedì, riposo. | Durata: 85 minuti senza intervallo | Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro 
Informazioni e prenotazioni: tel. 02.21126116; www.piccoloteatro.org

martedì 23 novembre 2021

Danza, musica, commedia e teatro d’autore: al via la nuova stagione del Maggiore di Verbania

È uno spettacolo dal titolo evocativo, che sembra un messaggio di speranza per questo tempo ancora incerto, quello che il teatro Maggiore di Verbania ha scelto per inaugurare la sua nuova stagione teatrale.
Martedì 23 novembre
, alle ore 21, va in scena «A riveder le stelle», un omaggio a Dante Alighieri, a settecento anni dalla morte, nel quale il giornalista Aldo Cazzullo conduce il pubblico tra i personaggi più conosciuti dell’«Inferno», la prima cantica della «Divina Commedia», in un percorso che spazia da Ulisse al conte Ugolino, da Farinata degli Uberti a Brunetto Latini e molti altri ancora.
Nello stesso tempo, lo spettacolo si configura come un viaggio tra le bellezze italiane: il lago di Garda, Scilla e Cariddi, le terre perdute dell'Istria e della Dalmazia, l'Arsenale di Venezia, le acque di Mantova, la «fortunata terra di Puglia», la bellezza e gli scandali di Roma, Genova, Firenze e delle altre città toscane punteggiano il racconto.
Aldo Cazzullo ricorda, inoltre, che lo scrittore toscano, padre della nostra lingua, ha contribuito anche alla nascita della nostra identità nazionale ed è stato un eccellente narratore dei vizi e delle virtù del nostro popolo. Nelle sue pagine c’è, infatti, la denuncia dei politici corrotti, dei papi simoniaci, dei banchieri ladri, degli usurai e di tutti coloro che antepongono l’interesse privato a quello pubblico, ma c’è anche l’esaltazione della capacità, tutta italiana, di resistere e di rinascere dopo le sventure, le guerre, le epidemie, sino «a riveder le stelle».
In scena con il giornalista del «Corriere della sera» ci sarà un ospite d’eccezione: il cantante Piero Pelù, fiorentino doc. Mentre la regia e le videoproiezioni sono di Angelo Generali.
La stagione della «città giardino sul lago Maggiore» proseguirà nella serata di mercoledì 1° dicembre, sempre alle ore 21, con il premio Oscar Nicola Piovani e il suo spettacolo «La musica è pericolosa – Concertato», nel quale il pianista racconta alcune tappe della sua carriera, rivelando – si legge nella presentazione - «i frastagliati percorsi che l’hanno portato a fiancheggiare il lavoro di De André, Fellini, Magni, registi spagnoli, francesi, olandesi, per teatro, cinema, televisione e cantanti strumentisti. Alternando brani teatralmente inediti e nuovi arrangiamenti delle sue più note composizioni,» il maestro darà vita a «un racconto fatto non solo di parole e musica, ma anche di immagini» che artisti come Lele Luzzati e Milo Manara hanno dedicato alla sua opera musicale.
Con il pianista saranno in scena: Marina Cesari (sax/clarinetto), Pasquale Filastò (violoncello/chitarra), Ivan Gambini (batteria/percussioni), Marco Loddo (contrabbasso) e Sergio Colicchio (tastiere/fisarmonica).
Il mese di dicembre, e più precisamente il tardo pomeriggio di domenica 12 (alle ore 18), vedrà sul palco del Maggiore di Verbania un classico delle feste di fine anno: il balletto «Lo schiaccianoci», nota favola per bambini scritta da Ernest T.A. Hoffmann, musicata da Pëtr Il'ič Ciajkovskij, nell’interpretazione della compagnia EgriBiancoDanza.
In questa versione, a cura di Raphael Bianco, la Fata confetto sarà il personaggio guida che conduce la giovane Clara in una progressiva maturazione attraverso sorprese non sempre felici ma utili, dove i topi rappresentano l’anima nera, i fantasmi e le inquietudini. Al centro dell’azione rimangono la notte di Natale, la magia, i sogni e il senso di smarrimento della ragazzina in un labirinto speculare fra mondo onirico e realtà, in un caleidoscopico ed elettrizzante gioco di scelte per trovare la strada giusta e riscoprirsi adulta.
La programmazione proseguirà domenica 19 dicembre, alle ore 21, con Maria Amelia Monti e Marina Massironi nella commedia «Il marito invisibile», scritta e diretta da Edoardo Erba. Lo spettacolo mette sotto i riflettori una tematica sempre più attuale: la scomparsa della nostra vita di relazione a favore del mondo virtuale. Al centro della storia – si legge nella presentazione - «una videochat fra due amiche cinquantenni, Fiamma e Lorella, che non si vedono da tempo». I saluti di rito, qualche chiacchiera e, poi, l’annuncio a sorpresa: «mi sono sposata». La cosa sarebbe già straordinaria di per sé, vista la proverbiale sfortuna di Lorella con gli uomini. Ma tutto assume i contorni dell’incredibile quando si scopre che il nuovo marito non ha difetti, ma una particolarità: è invisibile.
Il mese di dicembre porterà sul palco del Maggiore, nella serata di giovedì 23, anche il gospel, uno dei generi musicali più amati del periodo natalizio, con J. David Bratton e il Virginia Union Gospel Choir, formazione che accoglie i migliori cantanti e musicisti del gospel americano provenienti dalla Virginia e New York, per un totale di venti artisti. L’esibizione del coro, che da anni porta in giro per il mondo il suo messaggio di pace, sarà arricchita dalla solista Brittany Rumph, soprano di fama internazionale la cui tonalità vocale spazia nei più disparati generi, dall’opera lirica al jazz.
Mentre ad aprire il 2022 sarà, nella serata di martedì 4 gennaio, la danza con il Balletto Di Mosca - Russian Classical Ballet e la sua versione di «Giselle», storia classica e romantica di Théophile Gautier, musicata da Adolphe-Charles Adam, che incanta l'immaginario collettivo fin dalla sua prima messa in scena nel 1841nel prestigioso Théâtre de l'Opéra di Parigi.
Toccherà, quindi, salire sul palco a Isa Danieli e Giuliana De Sio, che martedì 18 gennaio proporranno lo spettacolo «Le signorine» di Gianni Clementi, per la regia di Pierpaolo Sepe: la storia di due sorelle zitelle, offese da una natura ingenerosa, che trascorrono la propria esistenza in un continuo e scoppiettante scambio di accuse reciproche. «Un testo irriverente e poetico – si legge nella sinossi - che ci ricorda come la famiglia sia il luogo dove ci è permesso dare il peggio di noi, senza il rischio di perdere i legami più importanti».
Chiuderà la programmazione di gennaio, nella serata di sabato 29, il musical «Ghost», su musiche di Dave Stewart e Glen Ballard, con la regia di Federico Bellone, trasposizione fedele del cult-movie della Paramount, tra i maggiori successi del cinema di tutti i tempi e vincitore dell’Oscar per la sceneggiatura, riscritto per il palcoscenico dallo stesso sceneggiatore della versione cinematografica, Bruce Joel Rubin.
Sabato 5 febbraio la danza farà il suo ritorno sul palco del Maggiore con la MM Contemporary Dance Company e lo spettacolo «Gershwin Suite/Schubert Frames», per le coreografie di Michele Merola ed Enrico Morelli. Nella prima parte un collage di musiche di Franz Schubert faranno da colonna sonora un ritratto delle molte anime dell’uomo contemporaneo, «dove l’amore lascia il posto al disinganno, il distacco alla condivisione, la passione al timore, e viceversa, in un andare e venire fra crescendo e diminuendo, a rivelare interi universi e legami segreti». La seconda parte, invece, fonde i migliori brani di George Gershwin, musicista tra i più rappresentativi del Novecento, con le suggestioni provenienti dalle opere pittoriche di un altro grande artista americano del ‘900, Edward Hopper.
Seguirà, giovedì 10 febbraio (ore 21.00), «Il delitto di via dell’Orsina (L’affaire De La Rue De Lourcine)», spettacolo per l’adattamento e la regia di Andrée Ruth Shammah, con Massimo Dapporto, Antonello Fassari, Susanna Marcomeni, Andrea Soffiantini e Francesco Brandi. Sarà, poi, la volta, nella serata di venerdì 18 febbraio, di «Party Girl», per la regia e per la coreografia Francesco Marilungo: un’indagine sul concetto di corpo femminile come oggetto del desiderio individuando l’essenza stessa del desiderio nella figura della prostituta.
Il mese di marzo si aprirà con «Servo di scena», una delle commedie più importanti del Novecento, che nella serata di martedì 1 vedrà in scena Geppy Gleijeses, Maurizio Micheli e Lucia Poli, sotto la regia di Guglielmo Ferro. Il pubblico verrà trasportato nell’Inghilterra del 1942: un gruppo di attori di una compagnia di giro si prodiga a tenere alto il morale degli inglesi e porta nei teatri il repertorio di Shakespeare. Sir Ronald, capo comico della compagnia, ormai sul viale del tramonto ma capriccioso, dispotico e vanitoso, continua a recitare perché è la sua unica ragione di vita. Insieme a lui il suo «servo di scena», Norman, che in realtà gli fa da segretario, consigliere, suggeritore, amico e molto altro. I due vivono nell’illusione che l’arte possa sconfiggere le forze oscure della guerra, di ciò che rende la nostra vita meno felice.
La scena sarà, quindi, occupata da Ale e Franz, che lunedì 14 marzo metteranno in scena, con la regia di Alberto Ferrari, «Comincium». A seguire, martedì 22, Sebastiano Lo Monaco impersonerà, sotto la guida di Yannis Kokkos, «Enrico IV», uno dei testi più geniali e affascinanti di Luigi Pirandello, studio sul significato della pazzia e sul tema del rapporto, complesso e alla fine inestricabile, tra personaggio e uomo, finzione e verità. Il mese di marzo si chiuderà, quindi, con la comicità di Lillo e Greg, che martedì 29 marzo proporranno il loro nuovo varietà, «Gagmen Upgrade».
Sabato 23 aprile il palco del Maggiore vedrà, dunque, in scena due importanti interpreti del teatro contemporaneo, Umberto Orsini e Franco Branciaroli, con «Pour Un Oui Ou Pour Un Non», commedia di Nathalie Sarraute, una delle più importanti scrittrici francesi della seconda metà del Novecento, che ha occupato un posto importante nell’alchimia tra teatro dell’assurdo e teatro del quotidiano. Lo spettacolo – per la regia, le scene e i costumi di Pier Luigi Pizzi - mette al centro della scena la forza delle parole, quelle non dette o quelle pronunciate con accenti ambigui, che possono creare malintesi e guastare anche la migliore delle amicizie.
Mentre a chiudere la stagione sarà la compagnia EgriBiancoDanza con l’anteprima nazionale di «Einstein - The Dark Matter». Quale è il senso del tempo, lo spazio di una azione e la sua logica? La realtà e la logica delle nostre azioni può essere solo apparente? In quale forma, dinamica, in quale tempo e in quale spazio si configurano? Sono queste le domande a cui cerca di rispondere il nuovo lavoro di Raphael Bianco, in cartellone nella serata di sabato 14 maggio. Alla base dell’intero lavoro c'è un processo di cattura del suono generato dai danzatori in tempo reale (corpo, respiro e voce) attraverso specifici sensori curati dell’artista-musicista Andrea Giomi
 Un cartellone, dunque, vario quello della nuova stagione del Maggiore di Verbania, all’insegna della qualità e della «leggerezza, da non intendersi assolutamente – racconta la direttrice artistica Renata Rapetti - come superficialità, ma come cultura, spensieratezza e voglia di stare insieme, per provare ad alleggerire il peso degli ultimi mesi», le ferite del recente passato.

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martedì 2 novembre 2021

Una guerra e la resistenza delle donne: debutto torinese per il tour delle «Troiane» di Luigi Orfeo


Antica eppure sempre attuale: «Le Troiane», la tragedia di Euripide rappresentata per la prima volta ad Atene nel 415 a. C., simbolo dell’atrocità di ogni guerra, continua a parlare agli uomini e alle donne di oggi.
Il peggio è già accaduto. Intorno ci sono solo polvere e macerie, rovine in fumo, cadaveri abbandonati per le strade, uomini e donne sconfitti, la cui resistenza eroica e disperata non ha salvato Ilio dall’assalto dei nemici achei.
Ma chi ha vinto ha veramente vinto? E chi ha perso ha veramente perso? È questo il dubbio che ci instilla la messa in scena de «Le Troiane», nell’allestimento di Casa Fools e per la regia di Luigi Orfeo, che debutta giovedì 4 novembre a Torino, al teatro Vanchiglia.
Lo spettacolo - che sarà in cartellone fino a sabato 6 e, ancora, da giovedì 18 a sabato 20 - riscrive la tragedia originale mettendo in secondo piano il punto di vista maschile per raccontare la storia attraverso gli occhi e la voce di cinque donne. Interpretano madri, mogli e figlie, che subiscono l’onta della violenza fisica e psicologica, ma che sono capaci, ognuna a proprio modo, di reagire alla follia assurda e atroce dell’invasore. Ecuba, Andromaca, Cassandra hanno perso tutto, la loro città, la libertà, i propri figli e mariti, ma non il loro coraggio e la loro dignità. La loro umanità è rimasta intatta. Non si può dire lo stesso per gli Achei, sul podio di una guerra, vinta per giunta con l’inganno, con lo stratagemma di un cavallo di legno, ma sconfitti sul piano dell’etica e degli ideali.
La riscrittura del testo, opera di Luigi Orfeo, è frutto di una ricerca sul potere intrinseco della parola che ha dato vita a una vera e propria «lingua del Mediterraneo», un melting pot di dialetti del sud Italia che danno allo spettacolo una componente ancestrale e profonda.
Non esiste artificio scenico: i cambi di personaggio, l’intonazione dei cori a cappella armonizzati per cinque voci, tutto avviene sotto gli occhi dello spettatore.
A vestire i panni di Ecuba, la vecchia moglie di Priamo, è Roberta Calia. Rebecca Rossetti è in scena nel doppio ruolo di Menelao e di Andromaca, la donna straziata per la morte di Ettore e del giovane figlio Astianatte. Paola Bertello interpreta l’opportunista Elena. Alle prese con il ruolo di Taltibio c’è, invece, Silvia Laniado, mentre la giovane Cindy Balliu è la tormentata Cassandra, profetessa di sciagure.
Sesta attrice a tutti gli effetti è, infine, la musica. Dalla collaborazione con il giovane compositore Alberto Cipolla sono nati, infatti, i cinque brani inediti, inseriti nell'album «Troiane Original Score», pubblicato su Spotify, e eseguiti dalle attrici sul palco a cappella. «Il lavoro di Cipolla – raccontano gli organizzatori - si è concentrato nel caricare le voci femminili di una grande valenza simbolica: ora coro armonico a rappresentare la forza della comunità, ora voci soliste come urlo disperato di sopraffazione».
Mentre per la realizzazione dei costumi è stata messa in piedi una collaborazione con la sartoria Colori Vivi, atelier di donne rifugiate che confezionano insieme, con metodi artigianali, capi con una forte impronta innovativa.
Dopo il debutto a Casa Fools, il tour proseguirà fino al 21 novembre con altre sette rappresentazioni: lo spettacolo sarà in scena lunedì 8 al teatro Agnelli di Torino (via Paolo Sarpi 111), mercoledì 10 al Teatro Le Glicini di Pino Torinese (via Martini 18), venerdì 12 allo Spazio Gloria del circolo Xanadù di Como (via Varesina 72), sabato 13 al teatro Matteotti di Moncalieri (via Matteotti 1), domenica 14 al Circolo Arci Tom di Mantova (Piazza Tom Benetollo 1), lunedì 15 all’Arci Bellezza di Milano (via Bellezza 16/A) e domenica 21 all’Heracles Symposium, sempre a Milano (via Padova 21).
Tappa dopo tappa, il pubblico potrà così rivivere il messaggio antimilitarista di Euripide, autore che parla - oggi come duemila anni fa – al cuore dell'uomo. «Tutti i giorni – racconta, a tal proposito, Luigi Orfeo - abbiamo davanti agli occhi la miseria di popoli sopraffatti da decisioni impulsive e irrazionali prese molto lontano da loro. Proprio come accadde ai Troiani. Il nostro spettacolo vuole mostrare questa assurdità, provocando empatia e non compassione e facendo affiorare il coraggio».

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mercoledì 20 ottobre 2021

Umbria Factory Festival, riflettori puntati su Dante Alighieri tra nuovi linguaggi e creazioni inedite

È tutto pronto a Foligno, in provincia di Perugia, per la partenza di UFF - Umbria Factory Festival, il progetto multidisciplinare dedicato ai linguaggi artistici e ai processi di creazione contemporanea, ideato nel 2014 da Zut!, che animerà la città per tre week-end, a partire dal 21 ottobre e fino al 12 dicembre.
I filoni tematici che animano la manifestazione, premiata anche del Mic – Ministero della cultura con un contributo, si stratificano e si intrecciano nei diversi linguaggi della creatività, spaziando dal teatro alla danza, dalla musica alle arti visive, dalla sound art al video e alla cultura digitale.
Processi, creazione, linguaggi sono le parole-chiave che guidano la proposta artistica, nella quale si trovano i nomi di compagnie ormai affermate a livello nazionale e internazionale accanto a giovani artisti dell’Umbria e non.
L’obiettivo finale è di restituire il panorama ampio e complesso dello spettacolo dal vivo contemporaneo, anche grazie a residenze, fattive relazioni e scambi costanti e sempre nuovi con altre piattaforme culturali italiane e internazionali. Il tutto – raccontano gli organizzatori – con l’intento di «attivare un moto di incontro e di confronto tra persone, oggetti, linguaggi, culture, provenienti da paesi e geografie diversi, producendo stimoli, sommovimenti culturali di una città, Foligno, che ha necessità di intercettare e interpretare il melting-pot di esperienze e rileggere il presente».
A segnare il debutto del festival sarà, nella sede di Zut!, la prima nazionale dello spettacolo «C’era una volta in Umbria» (giovedì 21 ottobre, ore 18:30 e ore 21:15), di e con Silvio Impegnoso, che narra l’ascesa e il declino di un conterraneo soprannominato il dottor Cavadenti, un personaggio che possedeva un incredibile fiuto per gli affari: «la sua storia - si legge nella presentazione - ci ricorda il bisogno di rischiare per poter essere veramente se stessi, e che è meglio guardare il mondo con la voglia di trasformarlo piuttosto che subirne passivamente gli eventi e le circostanze».
Seguirà un appuntamento con il collettivo Sotterraneo, insignito del premio Ubu (gli Oscar del teatro italiano) per il miglior spettacolo dell’anno nel 2019 e vincitore di numerosi altri premi di respiro nazionale, che sarà in scena a Foligno, sempre negli spazi di Zut!, con «Shakespearology» (venerdì 22 ottobre, ore 19; sabato 23 ottobre, ore 18) un one-man-show, di cui è interprete Woody Neri, che dà voce al Bardo e alla sua opera.
Il primo week-end del festival vedrà ospite anche il gruppo nanou di Ravenna con due progetti sviluppati in occasione del settimo centenario dalla morte di Dante Alighieri, che si avvalgono della commistione tra linguaggi. Venerdì 22 ottobre, alle ore 21:30, l’Auditorium San Domenico farà da scenario a «Canto primo: Miasma/Arsura», un assolo coreografico con Rhuena Bracci che incontra il suono della band OvO, composto da Bruno Dorella e Stefania Pedretti. Mentre sabato 23 e domenica 24 ottobre ci si sposterà all’Auditorium Santa Caterina per la prima nazionale di «Paradiso [Bozzetto SN-003]», terza tappa di un progetto di avvicinamento alla terza cantica dantesca, vista come un altrove abitato da figure leggere ed evanescenti, realizzato per il Ravenna Festival. Lo sguardo dell’artista visivo Alfredo Pirri e la musica di Bruno Dorella si intersecano. L’azione coreografica, firmata da Marco Valerio Amico e Rhuena Bracci, «sprofonda dentro lo spazio fino a divenirne parte essenziale, assumendone contorni e connotati – si legge nella sinossi dello spettacolo -. Al contempo, lo spazio è luogo, disegno, architettura indipendente dai corpi e dagli oggetti rapportandosi ad essi come una materia elastica che, se urtata, ne assume l’immagine per tornare immediatamente a riprendere la sua fisionomia di materia originaria e distante». L’accesso è consentito per 33 minuti a 33 persone per 3 appuntamenti al giorno, alle ore 19:30, 20:30 e 21:30.
Sabato 23 ottobre, alle ore 22:30, il festival farà anche un’incursione nel mondo del jazz, allo spazio Zut!, con il trio musicale She’s Analog, formato da Stefano Calderano (chitarra), Luca Sguera (piano, synth) e Giovanni Iacovella (batteria, elettronica), il cui metodo di creazione parte da un esile spunto compositivo per arricchirsi di un'improvvisazione sempre più estrema.
Sempre allo Spazio Zut! ci sarà, domenica 24 ottobre (alle ore 17), il reading «Tristessa», di e con Carolina Balucani e Mirco Bonucci: una fiaba acustica su una prostituta tossicomane dalla vita miserabile, donna meticcia di Città del Messico, angelo della desolazione, amata, mai sfiorata e incontrata da Kerouac durante il suo viaggio attraverso il Messico, che sogna di salvarla con la forza del proprio amore ma dovrà scontrarsi con la morfina, rivale imbattibile.
A chiudere il cartellone del primo fine settimana sarà «The Walk» (sabato 23 ottobre, ore 17; domenica 24 ottobre, ore 18), performance itinerante della compagnia italo-australiana Cuocolo/Bosetti - IRAA Theatre, che, dopo il debutto nel 2013 al teatro Metastasio di Prato, è stata presentata nelle maggiori città italiane ed europee (Roma, Milano, Bologna, Firenze, Torino, Parigi, Berlino, Sydney e Melbourne), vincendo anche il Premio Hystrio per l'innovazione. Il pubblico, composto da venticinque spettatori, è invitato a camminare insieme nella città, guidato da una voce, da una attrice e da una storia che parla della perdita di un amico. Al centro del progetto il mistero che tiene insieme viaggio, memoria e narrazione.
Ogni settimana si svolgerà anche «UFF | Notes», un percorso per spettatori under 35 coordinato da tre artiste - Carolina Balucani, Luisa Bosi e Azzurra D'Agostino -, che accompagneranno i partecipanti nella visione degli spettacoli per esplorare i processi alla base della creazione artistica.
Gli ospiti che animeranno Umbria Factory Festival nei successivi week-end di programmazione (11-14 novembre; 9-12 dicembre) saranno Sarteanesi/Bosi/Officine della cultura con «Bella bestia», Ciccioli/Russo/Matrisciano con «La corsa», Progetto Demoni/Ultimi Fuochi Teatro con «Sono solo un uomo», Angelo Campolo/Compagnia DAF con «Sty Hungry/ Indagine di un affamato», Saroos e Andrea Belfi con le loro suggestioni musicali, Muta Imago con «Bartleby», tratto dall’omonimo racconto di Herman Melville: modi differenti per raccontare che cosa avviene nel complesso mondo dello spettacolo dal vivo. 

Didascalie delle immagini
[fig. 1] «The Walk» di Cuocolo/Bosetti - IRAA Theatre; [fig. 2] «C’era una volta in Umbria», di e con Silvio Impegnoso; [fig. 3] «Shakespearology», con Woody Neri; [fig. 4] «Paradiso [Bozzetto SN-003]» di gruppo nanou; [fig.5] «Canto primo: Miasma/Arsura» di gruppo nanou e Ovo; [fig. 6] She’s Analog

sabato 16 ottobre 2021

#notizieinpillole, le cronache di teatro della settimana dall'11 al 17 ottobre 2021

 «ARLECCHINO SERVITORE DI DUE PADRONI» IL PICCOLO TEATRO RENDE OMAGGIO A GIORGIO STREHLER

È lo spettacolo italiano più conosciuto e applaudito nel mondo, con le sue oltre tremila repliche. Ha viaggiato dalla Russia agli Stati Uniti, dalla Finlandia alla Nuova Zelanda, dal Brasile al Giappone, attraversando cinque continenti e cinquanta nazioni. Da settantaquattro anni accompagna la storia del Piccolo Teatro di Milano.
Nella stagione che rende omaggio alla lezione di Giorgio Strehler, a cento anni dalla nascita, ritorna in scena nel capoluogo milanese uno degli spettacoli culto del teatro italiano: «Arlecchino servitore di due padroni» (da martedì a sabato, ore 19.30; domenica, ore 16; biglietti da 40 a 32 euro).
Creata nel luglio del 1947 dal regista triestino reinterpretando la tradizione goldoniana, la commedia ha avuto undici edizioni e tre grandi interpreti: Marcello MorettiFerruccio Soleri – che per questo ruolo è entrato nel Guinness dei primati – ed Enrico Bonavera. Sarà quest’ultimo a dare vita alla magia irresistibile dell’accoppiata Goldoni-Strehler tornando in cena, dal 12 al 31 ottobre, al Grassi.
Ma qual è il suo segreto di questo spettacolo e della sua longevità sulla scena italiana? Perché la figura simbolo della Commedia dell’arte, con il suo vestito a pezze multicolori e la sua maschera da gatto, continua ad affascinare il pubblico? La risposta ce la dà lo stesso Strehler: «L’Arlecchino è un fatto straordinario nella storia del teatro mondiale. Questo spettacolo ci ha accompagnato per tutta la vita, rinnovandosi volta per volta. Centinaia di attori lo hanno recitato. Ci sono degli spettatori che l’hanno visto nascere, poi, anni dopo, l’hanno visto rinascere; dopo altri, l’hanno riconosciuto in Italia o nel mondo».
«Quest’Arlecchino intramontabile – spiegava ancora Strehler - ha il segno della vita che passa e si rinnova. È sangue che pulsa e scorre nelle vene di un teatro reale e immaginario, come in un corpo umano».
Mentre Enrico Bonavera, che dal 2000 è stato Brighella oltre a essersi sempre alternato con Soleri nel ruolo di Arlecchino, racconta: «Ovunque ho provato la sensazione di respirare insieme alla compagnia, la gioia di uscire, dopo il balletto finale, a prendere gli applausi stringendosi le mani, di essere cioè parte di una meravigliosa comunità, unita dallo stesso, magnifico sogno».
Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina www.piccoloteatro.org.

Foto: ©Ciminaghi-Piccolo Teatro Milano

«SELEZIONI», IL MAXXI RICORDA IL RASTRELLAMENTO DEL GHETTO DI ROMA
Il Maxxi ha ricordato la ricorrenza del rastrellamento del Ghetto di Roma, avvenuto il 16 ottobre 1943. Martedì 12, alle ore 18, l’artista Filippo Riniolo ha presentato l’opera performativa «Selezioni».
Curato da Francesco Cascino e Micol Di Veroli, il progetto prende le mosse dall’episodio della selezione ad Auschwitz, raccontato da Primo Levi in «Se questo è un uomo»: i prigionieri corrono davanti a un ufficiale nazista che in pochi minuti decide della loro sorte, semplicemente spostando a destra o a sinistra il foglio che gli viene consegnato. Un atto di banale burocrazia, questo, che traccia il discrimine tra la morte e la sopravvivenza, per far tornare i conti disumani del campo.
A questo gesto - terribile nella facilità in cui si compie – l’artista ha sovrapposto un’altra gestualità, quella contemporanea dell’interfaccia tecnologica dei canali social, con lo scopo di farci sentire emotivamente l’orrore dello sterminio, innestandolo nei dispositivi digitali del quotidiano.
«La dinamica dell’intrattenimento virtuale, la rassicurante ripetizione che scorre sugli schermi – si legge nella nota stampa - risuona nel suo aspetto più sinistro: il progressivo non pensare, l’annullamento dello spirito critico come preludio al male».
La performance è stata preceduta da un talk introduttivo, al quale hanno preso parte Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, e Mario Venezia, presidente della Fondazione Museo della Shoah. Introduce l’incontro Bartolomeo Pietromarchi, direttore del Maxxi.
Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina https://www.maxxi.art/events/selezioni/.

«GIONA E LA BALENA»: MUSICA, DANZA, PAROLA E ARTI VISIVE PER UN PROGETTO SPECIALE SULLA BIBBIA
Si apre con un progetto multidisciplinare interamente dedicato al Libro del profeta Giona, a cura della compagnia Xe, la stagione 2021/2022 del teatro comunale Niccolini di San Casciano Val di Pesa, in provincia di Firenze. Ad aprire il cartellone sarà, nella serata di sabato 16 ottobre (alle ore 21, con replica domenica 17 ottobre, alle ore 18) lo spettacolo «ti sembra giusto adirarti così?», per la coreografia e la regia di Julie Ann Anzilotti, prodotto dalla Fondazione Toscana Spettacolo onlus e da Fabbrica Europa Festival. Sul palco salirà il coreografo e danzatore israeliano Avi Kaiser. Con lui saranno in scena Paola Bedoni e Livia Bartolucci, danzatrici della Compagnia Xe. Le musiche originali saranno eseguite dal vivo dal compositore americano Steven Brown, co-fondatore della leggendaria band cult Tuxedomoon, in collaborazione con il trombettista Luc Van Lieshout. Le scene portano la firma di Tiziana Draghi, mentre i costumi sono di Loretta Mugnai.
Il titolo dello spettacolo - che arriva dopo «…e d’oro le sue piume» (2013), ispirato al Libro dei Salmi, e «C’è un tempo» (2019), tratto dal Libro del Qoelet - riprende la domanda che Dio pone a Giona alla fine del libro: «ti sembra giusto adirarti così? […]. Perché io ho compassione e tu no, perché io perdono anche i più grandi peccati e tu invece vuoi vendetta, punizione, distruzione?». Il mondo interiore del profeta passato alla storia per essere un personaggio riluttante confluisce in uno spettacolo poetico e pieno di suggestioni, che coniuga arti visive, musica, danza e parola.
Steven Brown ritornerà in scena, nell’ambito del progetto «Giona e la balena», nella serata di venerdì 22 ottobre, alle ore 21, con l’unica tappa italiana del concerto «Brown Plays Brown», che vedrà sul palco anche Steven Luc Van Lieshout alla tromba e il chitarrista toscano Mattia Calosci. Al musicista americano è stata affidata anche la conduzione di un seminario di «Musica e movimento», rivolto a danzatori e attori con e senza disabilità, in programma dal 19 al 21 ottobre.
Infine, pittura e animazione si fonderanno in un’opera di videoarte, «Studies for Giona» di Francesco Margarolo, nata da una prima sessione di prove dello spettacolo «ti sembra giusto adirarti così?», che verrà proiettata in occasione del concerto e resterà visibile sul canale Youtube della Compagnia Xe.
I biglietti sono in vendita tramite il circuito TicketOne. Per informazioni è possibile scrivere a compagniaxe3@gmail.com o telefonare al numero 055.8290193.

Le fotografie sono di Lucia Baldini