ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 3 luglio 2014

Avvistata una balena nel lago di Lugano. Al via la nuova edizione dell’Art Urban Festival

Concerti, spettacoli teatrali, balletti, laboratori per i più piccoli e installazioni di arte urbana: è ricco il carnet di appuntamenti che, fino al prossimo 2 agosto, animerà vie, piazze e parchi pubblici di Lugano in occasione della quarta edizione del festival internazionale LongLake,uno dei più grandi open air della Svizzera con le sue sette rassegne (Rock’n’More, Urban Art, Family, Buskers, Words, Classica e Estival Jazz), più di trecento eventi e oltre 300mila spettatori attesi.
L’iniziativa, curata dall’Area Turismo ed Eventi della Municipalità luganese, con il patrocinio di Expo Milano 2015, prevede non solo spettacoli come il concerto dei Perturbazione (21 luglio, ore 21.30) o l’esibizione di Bob Sinclar (24 luglio, ore 19), ma anche un cantiere di iniziative artistiche che spazia in ambiti sperimentali diversi e che mette in relazione i cittadini con il contesto urbano.
Il primo intervento non è di certo passato inosservato agli occhi di cittadini e turisti. Nella notte del 1° luglio, sulle sponde del lago, di fronte alla rivetta intitolata a Guglielmo Tell, è, infatti, apparsa la coda di una grossa balena di più sette metri di altezza e di due metri di diametro, scolpita in polistirolo espanso, ricoperta con uno strato di carta pesta grossa e ricoperta in resina acrilica (per renderla impermeabile e per aumentarne la sua resistenza). Un pesce inusuale, questo, per il bacino idrico del Canton Ticino, solitamente abitato da specie di piccola taglia come l'agone, l'anguilla, il barbo, il cavedano e il luccio.
La monumentale installazione, visibile fino al prossimo 2 agosto, si intitola «Save the Whale» ed è firmata dagli artisti Stefano Ferretti e Alex Dorici per l’Urban Art Festival, manifestazione che prevede anche, nella giornata di domenica 6 luglio,l’apprezzata iniziativa «Open Gallery», grazie alla quale sarà possibile visitare gratuitamente tutte le gallerie, gli spazi d’arte e i musei della città di Lugano.
Il festival artistico di Lugano prenderà vita anche nel contesto di quiete e fascino naturale del parco Ciani, uno dei polmoni verdi più belli della Svizzera. Dopo aver incantato il pubblico con il grande cervo costruito per l’edizione dello scorso anno, il maestro Marcello Chiarenza torna a stupire luganesi e turisti con un’opera altrettanto imponente. Attraverso l’utilizzo di rami di nocciolo l’artista costruirà, infatti, una barca di circa dieci metri, che verrà posizionata in verticale come se fosse una grande porta che si apre verso le cime delle montagne.
A coronare l’offerta dell’Art Urban Festival 2014 sarà «ZOOna Lugano», un progetto di arredo urbano che interessa la nuova zona pedonale di piazza mercato: orme di animali disegnate sulla pavimentazione stuzzicano il pedone a scoprire le sagome degli stessi animali sulle facciate di alcuni palazzi. «Il progetto -raccontano gli organizzatori- non sarà invasivo in quanto le orme saranno dipinte a terra attraverso l’utilizzo di vernici reversibili o con delle bande adesive per le bordure e le pavimentazioni pregiate, per rispettare il carattere temporaneo dell'intero intervento. Un’idea originale per indurre la popolazione e i turisti a interagire con il tessuto urbano ampliando l’attuale area di aggregazione».

Informazioni utili 
LongLake Festival. Informazioni: Città di Lugano - Area Turismo ed Eventi, via Trevano, 55 – Lugano (Svizzera), tel. +41 (0)58.8664800 o info@longlake.ch. Fino al 2 agosto 2014.

mercoledì 2 luglio 2014

Treviso, tre giorni nel segno della moda e del design con il «Modesign/Fashion at Iuav»

Incontri, mostre, eating event, performance e sfilate: il mondo della moda e quello del design si incontrano a Treviso grazie alla seconda edizione del progetto Modesign/Fashion at Iuav, promosso dall’ateneo veneto con la collaborazione di vari enti, tra i quali il Comune, la Camera di Commercio, il Ministero dei beni, delle attività culturali e del turismo, l’associazione Progetto Marzotto, la Fiera di Vicenza e la Fondazione Cassamarca.
Cuore della tre giorni di appuntamenti, in programma dal 2 al 4 luglio, sono i «Graduation show», le sfilate con le creazioni dei nuovi stilisti e designer che concludono i corsi di laurea triennale e magistrale in moda. Giovedì 3 luglio, alle ore 20.30, all'Archivio di Stato, nei suggestivi spazi del chiostro di Santa Margherita, verrà, per esempio, presentata la collezione di accessori che gli allievi del corso di design hanno creato sotto la guida dell’artista belga Els Proost. Mentre venerdì 4 luglio, al calare del sole, ci sarà lungo le rive del Sile, nei pressi della Riviera Santa Margherita, la sfilata con gli abiti delle ventidue collezioni realizzate dagli studenti della triennale e della magistrale, sotto la supervisione di Arthur Arbesser, Fabio Quaranta, Cristina Zamagni e Michel Bergamo.
L’appuntamenti, che verrà trasmesso in streaming su Vogue.it, è il momento conclusivo di un fitto programma di eventi, che vedrà la presenza, tra gli altri, di Giusi Ferré, Matteo Marzotto, Marina Salamon e del grande stilista Ermanno Scervino, protagonisti di una serie di incontri riuniti sotto il titolo «La felicità del made in Italy».
Tra i molti talk in agenda si segnalano anche il convegno «Fashion in Libraries: Collecting Materials and Documenting Stories» (venerdì 4 luglio, alle ore 9), sulla costruzione di una biblioteca di moda all’interno di un centro di documentazione o di una realtà aziendale, e l’incontro con Giovanni Bonotto della Bonotto spa, Paolo Paoletti del Lanificio Paoletti e Sergio Tamborini del Marzotto Group che parleranno del comparto tessile (mercoledì 2 luglio, alle ore 18, all’auditorium del museo di Santa Caterina).
Tantissime le mostre in programma. Ad aprire il festival sarà la rassegna «Nord Est/Far East», a cura di Ilaria Cipriani e Marta Franceschini, che fino a sabato 12 luglio allineerà negli spazi del Museo di Santa Caterina, una selezione di abiti realizzati dagli studenti con i preziosi tessuti inviati dal distretto tessile di Ichinomiya, in Giappone. Nello stesso luogo (e con gli stessi orari) sarà possibile vedere anche l’installazione «Storytelling Storymaking», racconto dei primi esiti del progetto di ricerca Fse di Martina Bernardi presso il Lanificio Paoletti.
All’Archivio di Stato si terrà, invece, la mostra «Sulle Tracce di Anita Pittoni: maglieria e avanguardia 1928-1948», a cura di Anna Fregolent, che si configura come un viaggio attraverso i tracciati, gli schemi esecutivi e i cartamodelli d’abiti e di sofisticate maglierie progettati da Anita Pittoni, i cui materiali sono conservati presso l'Archivio diplomatico e i Fondi archivistici della biblioteca Hortis di Trieste.
Nella stesse sede espositiva si terrà anche «Knit Gang», progetto sperimentale di maglieria realizzato in occasione della scorsa edizione di Pitti Immagine Filati dagli studenti della magistrale all'interno del laboratorio avanzato di maglieria, condotto dai designer Cristina Zamagni e Michel Bergamo. Mentre nella sede dei corsi di laurea in moda dell’ateneo veneto è possibile vedere la mostra «Elementi», a cura di Mario Lupano: una riflessione tridimensionale sui principi e i fondamentali che governano la progettazione degli abiti e degli accessori e i relativi immaginari. «Bonotto Fabric Room» racconta, invece, il rapporto virtuoso con un'eccellenza del territorio, l'azienda del tessile Bonotto, che in modo gratuito mette a disposizione permanente degli studenti e dei loro progetti una selezione di tessuti. Sempre allo Iauv si tiene l’installazione «Vanity: Appunti per una mostra», dedicata allo straordinario concept magazine «Vanity» nato all'inizio degli anni Ottanta su un'idea di Anna Piaggi, che ha rilanciato l'illustrazione di moda come strumento per raccontare i caleidoscopici scenari che l’attraversano.
Non manca nel ricco cartellone di iniziative promosse per questa tre giorni anche un eating event, curato da Arabeschi del latte e frutto di un workshop sulla tradizione gastronomica del territorio condotto da Francesca Sarti, con la preziosa collaborazione di Treviso Dripping Taste e del Gruppo ristoratori della Marca trevigiana.
«Modesign/Fashion at Iuav» si configura, dunque, come un festival della moda intesa come sistema complesso di pensiero, aperta agli sconfinamenti disciplinari, al dialogo con la città e con altre forme di cultura: arte, architettura, cibo. Un’occasione per scoprire le idee dei giovani creativi italiani, di chi disegnerà la moda di domani.

Informazioni utili
«Modesign/Fashion at Iuav». Treviso, sedi varie. Infotmazioni: Università IUAV di Venezia - Dipartimento di culture del progetto, tel. 0422.541125/557258 o fashionatiuav2014@iuav.it. Sito internet: www.iuav.it

lunedì 30 giugno 2014

«12» designers e il cristallo: Glass Italia si presenta a Venezia

Acidato, opaco, laccato ed extra-light: è il cristallo il primo attore della mostra «12», promossa dalla Fondazione musei civici di Venezia, con l’azienda milanese Glas Italia, in occasione della Biennale di architettura.
L’obiettivo dell’esposizione, curata da Daniele Sorrentino, risiede nella volontà di guardare con occhi diversi l’oggetto di design riportandolo alla sua naturale funzione di utilizzo. I visitatori di Ca’ Pesaro e di Palazzo Fortuny, i due musei scelti come sedi espositive, sono, infatti, invitati non solo ad ammirare le opere esposte, ma anche a fruirne. Possono, cioè, sedersi lungo il percorso espositivo su panche, sedie e consolle d’autore realizzate da dodici famosi designer internazionali per Glas Italia, in un itinerario che spazia da Ronan & Erwan Bouroullec a Piero Lissoni, da Michele De Lucchi a Nendo, da Jean-Marie Massaud a Naoto Fukasawa, da Ron Gilad a Johanna Grawunder, da Jasper Morrison a Tokujin Yoshioka, da Elena Cutolo a Ettore Sottsass.
A Palazzo Fortuny si possono "incontrare", nello specifico, lavori contraddistinti da un innovativo utilizzo del cristallo, dove a dominare sono luce e colori sgargianti. Accanto a sedute come la moderna e geometrica chaise longue «I – Beam» di Jean-Marie Massaud o la panca «Brushstroke» di Nendo, è, per esempio, possibile ammirare una serie di elementi che fungono da supporti per alcune opere esposte nelle mostre primaverili del museo, tra le quali si segnalano lavori di Nan Goldin, Francesca Woodman, Vanessa Beecroft e Diane Arbus, inseriti nel percorso della rassegna «Le amazzoni della fotografia dalla collezione di Mario Trevisan».
A Ca’ Pesaro, invece, la purezza e la trasparenza del cristallo forniscono una sorta di elemento ideale per attraversare le suggestive sale del museo, recentemente oggetto di un’importante operazione di restyling del layout, nella cui collezione sono presenti, opere di straordinari protagonisti dell’arte otto-novecentesca come Picasso, Calder, Balla, Medardo Rosso, Wildt e Martini.
Panche, sedie e consolle rigorosamente trasparenti, progettate dai fratelli Bouroullec, da Ron Gilad e da Tokujin Yoshioka, possono essere fruite dai visitatori per meglio ammirare i capolavori presenti o, anche in questo caso, per divenire espositori di alcune opere, accuratamente selezionate dai depositi del museo ed eccezionalmente esposte per l’occasione.
A completamento del percorso, nell'androne al piano terra di Ca’ Pesaro, è, inoltre, possibile visitare una mostra dedicata all’architetto Ettore Sottsass che espone gli «Specchi di Dioniso» e di ««Shibam», progettati per Glas Italia nel 2007.

Informazioni utili
«12». Ca’ Pesaro, Santa Croce 2076 e Palazzo Fortuny, San Marco 3958 - Venezia. Orari in entrambe le sedi espositive: 10.00–18.00 (biglietteria, ore 10.00–17.00) Ingresso in entrambe le sedi espositive: intero € 10,00, ridotto € 7,50 (Ca’ Pesaro) € 8,00 (Palazzo Fortuny). Informazioni: info@fmcvenezia.it. Call center: 848082000 (dall’Italia), tel. +39.041.42730892 (dall’estero). Fino al 14 luglio 2014.

sabato 28 giugno 2014

«Feeding the Mind», Illy si mette in mostra per Expo Milano 2015

Era il 1992 quando, da un’idea di Francesco Illy, nascevano le Illy Art Collection, celebri tazzine d’artista che hanno trasformato un oggetto d’uso quotidiano in una tela bianca su cui, negli anni, si sono cimentati oltre settanta artisti di fama internazionale, da Michelangelo Pistoletto a Marina Abramović, da Anish Kapoor a Daniel Buren, da Robert Rauschenberg a Jannis Kounellis, da Louise Bourgeois a William Kentridge.
In occasione di Expo Milano 2015, l’azienda triestina lancia una nuova linea della collezione Illy SustainArt Collection, una serie di tazzine che si propone di indagare temi centrali nella prossima esposizione internazionale, il cui titolo è «Nutrire il pianeta, energia per la vita», come la terra, il nutrimento, l’arte e la creatività.
Autori di questo racconto, ad edizione limitata, sono quattro giovani artisti provenienti da altrettanti Paesi produttori di caffè: Costa Rica, Guatemala, Etiopia e Honduras. Si tratta di Esteban Piedra León, Naufus Ramírez-Figueroa, Elias Simé e Adàn Vallecillo.
Le loro opere, in mostra fino a domenica 6 luglio all’interno di Triennale DesignCafé di Milano, fanno parte del progetto «Feeding the Mind», un percorso narrativo di Illy che -dal chicco alla tazzina e da oggi sino all’esposizione universale- esplora i valori e i territori della marca e li propone attraverso l’arte contemporanea.
L’azienda triestina si prepara così ad Expo Milano 2015 dove sarà presente nel ruolo di official coffee partner e allestirà un proprio padiglione tematico nel quale parlerà del caffè come cibo per la mente, stimolo della creatività e fonte d’ispirazione.
In contemporanea con la presentazione delle nuove tazzine per la SustainArt Collection, serie che offre visibilità a talenti creativi di nazioni emergenti, Illy propone anche una mostra sulla storia delle proprie confezioni, un intrigante viaggio attraverso ottant’anni di tecnologia e design che conduce alla più recente novità dell’azienda triestina: Refilly, l’innovativa ricarica per il classico barattolo da 250 grammi di blend Illy, diventato ormai un’icona senza tempo nelle case di tutti gli appassionati di caffè. La ricarica si inserisce perfettamente all’interno del barattolo Illy che viene poi richiuso con il tappo originale per preservarne intatte qualità e freschezza. Coperto da due brevetti proprietari, Refilly, costituisce un’importante innovazione poiché è l’unica confezione in poliaccoppiato in grado di mantenere la pressurizzazione, il sistema di conservazione del prodotto e degli aromi utilizzato da Illy. E, dopo essere stata consumata, si smaltisce nella raccolta differenziata della plastica.
Ma le proposte del progetto «Feeding the Mind» non finiscono qui. Nello spazio Illyartlab, sono, infatti, esposte, attraverso un’installazione di grande impatto scenografico, ventotto immagini in bianco e nero, realizzate dal grande fotografo umanista Sebastião Salgado in Costa Rica e Salvador, attraverso le quali vengono illustrati la storia, le tradizioni e i paesaggi delle coltivazioni da cui Illy acquista i preziosi chicchi del proprio blend. La rassegna è l’anteprima mondiale del padiglione dedicato alla bevanda nera nell’ambito di Expo Milano 2015, all’interno del quale sarà esposto l’intero reportage realizzato dal fotografo brasiliano nelle terre del caffè.

Informazioni utili
Triennale di Milano (illyartlab e Triennale Design Cafè), viale Alemagna, 6 - Milano. Orari: martedì-domenica, ore 10.30 - 20.30; giovedì, ore 10.30-23.00; lunedì chiuso. Informazioni: tel. 02.89093899.Sito internet: http://triennale.org/. Fino al 6 luglio 2014.  

giovedì 26 giugno 2014

Debutto pistoiese per «Piccoli esercizi del buon morire» di Enrique Vargas

Sarà il Funaro di Pistoia ad ospitare la prima italiana del nuovo spettacolo di Enrique Vargas, regista e antropologo colombiano a capo della compagnia Teatro de los sentidos, all'interno della quale si approfondisce il tema della poetica sensoriale, intesa come relazione espressiva tra corpo e memoria, tra plasticità dello spazio scenico ed esperienza personale. Dal 27 al 29 giugno, il palcoscenico del centro culturale toscano, che l’artista sudamericano ha scelto come sede italiana della sua Scuola sulla poetica dei sensi, ospiterà lo spettacolo «Piccoli esercizi del buon morire», già presentato con successo in Giappone, al World Theatre Festival Shizuoka, nell’aprile 2014.
Sul palco saliranno Francisco Javier Garcia, Gabriel Hernàndez, Stephane Laidet, Arianna Marano, Patrizia Menichelli, Giovanna Pezzullo, Gabriella Salvaterra e Joan Gerard Torredeflot, con Massimiliano Barbini, Lisa Cantini, Rossana Dolfi, Emanuela Fiscarelli e Francesca Giaconi. Le luci sono a cura di Francisco Javier Garcia; costumi e maschere di Patrizia Menichelli. La direzione musicale è affidata a Stephane Laidet; mentre il paesaggio olfattivo vede al lavoro Nelson Jara e Giovanna Pezzullo.
Quest’ultimo lavoro è costruito sulle premesse classiche del teatro di Vargas.
Non è, dunque, corretto parlare di teatro quanto di «esperienza». Del teatro, in senso stretto, non mancano la regia, gli attori, scene e costumi (raffinatissimi) e in fondo, ogni volta che si assiste ad una messa in scena si fa un’esperienza ma qui, tanto per iniziare non c’è palcoscenico, si sentono odori, rumori, si provano precise sensazioni tattili.
Il Teatro de los Sentidos ha condotto un percorso di ricerca unico e del tutto originale, tanto da essere necessario un nuovo lessico. Per Enrique Vargas, gli attori sono «abitanti» e svolgono tutti anche un personale lavoro di ricerca oltre che di interpretazione, gli spettatori, chiamati ad un ruolo e una partecipazione attiva, sono «viajeros», «viaggiatori» e, infatti, in «Piccoli esercizi per il buon morire» non si sta sempre, comodamente, seduti in poltrona.
All’inizio dell’esperienza ci troviamo di fronte a due porte (che sono due domande): una si apre ai piccoli esercizi per il buon morire, l’altra ai piccoli esercizi per il buon vivere. Si tratta di un ingresso nel mondo dei morti che celebrano la vita, che è anche l’ingresso al mondo dei vivi che celebrano la morte.
Il grande tema di questo lavoro è «l’altro» che sta in noi, è trovare il senso della celebrazione della tensione tra la vita e la morte. La risonanza dell’«altro io» che risiede in noi è al tempo stesso la risonanza della nostra mortalità e dualità. Gli spettacoli di Enrique Vargas partono sempre da alcune domande, in questo caso ci si chiede se dobbiamo tenere nascosto «l’altro» che abita dentro di noi, o se dobbiamo giocare con lui quando combatte per uscire. Siamo le domande che viviamo. Alcuni di noi passano la vita nella paura di esprimerle. Altri cercano la convinzione del fanatico, preferendo risposte indiscutibili. Ciascuno di noi cerca la maniera migliore di formulare i propri interrogativi esistenziali. E queste esperienze con il mondo di Vargas e il Teatro de los sentidos aiutano, a volte, a individuare quelli più delicati e urgenti.

Per saperne di più
Video promozionale dello spettacolo «Piccoli esercizi del buon morire»

Informazioni utili
«Piccoli esercizi del buon morire». Il Funaro - Centro culturale, via del Funaro, 16/18 – Pistoia. Orari: da venerdì 27 a domenica 29 giugno, ore 18.15, ore 20.00 e ore 22.00 (tre repliche giornaliere – prenotazione obbligatoria). Informazioni: tel. fax +39.0573.977225, tel +39.0573.976853, e-mail: info@ilfunaro.org. Sito web: www.ilfunaro.org. Da venerdì 27 a domenica 29 giugno 2014.