ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 5 novembre 2014

Pistoia, al Funaro una biblioteca con oltre cinquemila libri sul teatro

Ci sono teatri speciali, capaci di fare cultura a 360°. Uno di questi è il Funaro di Pistoia, la cui storia non passa solo attraverso il palcoscenico e le pur tante produzioni. L’attivo centro culturale toscano si occupa, infatti, di formazione, curando corsi di recitazione per tutte le età e ospitando la sede italiana Scuola dei sensi di Enrique Vargas, e vanta anche una biblioteca dedicata alla drammaturgia e alla ricerca teatrale da far invidia.
L’ultima acquisizione, che verrà festeggiata nella serata di venerdì 7 novembre con un incontro animato dal poeta Giacomo Trinci, consta di ben tremila nuovi titoli fra saggi, drammi, commedie, tragedie, satire e teatro di narrazione, raccolti durante la sua vita da Piero Palagi, bibliotecario della Nazionale di Firenze e appassionato di drammaturgia.
La straordinaria donazione è opera di Donella Orsini, che ha concesso questo collezione alla Rete documentaria della Provincia di Pistoia, alla quale è spettato il compito di selezionare il Funaro, dove recentemente sono stati ampliati i locali adibiti a biblioteca, quale luogo adatto ad ospitarla.
Grazie a questa acquisizione, la realtà curata da Massimiliano Barbini può contare ora più di cinquemila volumi e si colloca tra le più fornite della Toscana nel settore.
I “nuovi arrivati” non saranno, però, immediatamente disponibili, bisognerà aspettare che venga completata la loro lunga opera di catalogazione prima di poterli consultare. Nel frattempo, i lettori potranno leggere o sfogliare i materiali del Fondo Andres Neumann, donato nel 2011 e recentemente dichiarato d'interesse storico-archivistico rilevante dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact) - Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Toscana.
L’archivio -composto da un’articolata serie, tra i cinquantamila e i sessantamila pezzi, di varie tipologie documentarie- è uno dei più importanti patrimoni relativi alla storia dello spettacolo mondiale degli ultimi quarant’anni. Al suo interno è raccolta la memoria della «Andres Neumann International», agenzia che dal 1978 è stato un imprescindibile punto di riferimento per artisti di assoluto prestigio internazionale quali Peter Brook, Tadeusz Kantor, Dario Fo, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Ingmar Bergman, Pina Bausch, Luca Ronconi, Andreij Waida, Robert Wilson, il Living Theatre, e ha dato vita a spettacoli memorabili quali il «Mahabharata» di Brook, l’«Amleto» di Bergmane e «Palermo Palermo» di Pina Bausch, tra gli altri.
Il riordinamento preliminare dei documenti curato da Giada Petrone, è stato il punto di partenza del successivo lavoro di digitalizzazione, catalogazione e analisi dei materiali dell’archivio a cura dell'Università degli studi di Firenze, iniziato nel 2012 e che nel 2013 ha dato origine al libro, edito Titivillus, «L’archivio Andres Neumann. Memorie dello spettacolo contemporaneo», di Maria Fedi, con una presentazione del professor Renzo Guardenti e una testimonianza di Giada Petrone.
L’intero catalogo della biblioteca è suddiviso in sezioni per agevolare la consultazione: grandi maestri del ’900, teatro di ricerca, pedagogia teatrale, storia dello spettacolo, ricerca sensoriale, testi teatrali e approfondimenti sulla drammaturgia, spazi teatrali, costumi, luci, scenografie, letteratura di approfondimento, dvd e cd. Tra i servizi offerti: collegamento a internet, libero accesso agli scaffali, fotocopiatura e prestito; la biblioteca svolge anche attività di promozione alla lettura, reading, mostre e iniziative di animazione per l’infanzia, fra cui l’apprezzato «Raccontamerende». Uno spazio, dunque, vivo quello del Funaro, a dimostrazione che –diceva Augustine Birrell- «le biblioteche non si fanno, crescono».

Informazioni utili
Il Funaro centro culturale, via del Funaro, 16/18 – Pistoia. Orari: dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00, ad esclusione del martedì pomeriggio, con la possibilità di aperture straordinarie su appuntamento, telefonando al numero 0573.977225 o scrivendo a biblioteca@ilfunaro.org. Sito web: www.ilfunaro.org.

martedì 4 novembre 2014

«Todo Cambia», viaggio intimo tra le noti di Mercedes Sosa con Maria Letizia Gorga

Era per tutti la «cantora popular», simbolo della lotta contro la dittatura argentina e paladina nella difesa dei diritti civili dei più umili. La chiamavano anche «la voce della maggioranza silenziosa» e «la negra», in omaggio alle sue origini indie, alla carnagione e ai capelli scuri. Ha legato il suo nome a grandi poeti come Pablo Neruda così come ai maggiori talenti della canzone d'autore sudamericana, da Pablo Milanes a Carlos Gardel, da Chico Buarque de Hollanda a Milton Nascimento. Con rara coerenza per un’artista, e indomito impegno, ha usato la sua arte come strumento di lotta a favore del popolo, portando all’attenzione mondiale il dramma dei desaparecidos. Il mito dell’indimenticabile Mercedes Sosa (San Miguel de Tucumán, 9 luglio 1935 – Buenos Aires, 4 ottobre 2009), premiata dall’Unesco nel 1996 per aver usato la sua musica come strumento di condivisione tra le persone, torna a vivere sul palco. L'occasione è offerta dall’anteprima nazionale dello spettacolo «Todo Cambia», in scena dall'11 al 16 novembre al teatro «Lo Spazio» di Roma.
Successi come «Gracias a la vida», «Rumba de amor», «Luna Tucumana» e «Maria va» rivivono sul palco grazie all'attrice e cantante Maria Letizia Gorga, accompagnata dal vivo dai musicisti Stefano De Meo al pianoforte e Pino Jodice alla chitarra, in un avvincente spettacolo di teatro e musica nato da un’idea dell'autore e regista Pino Ammendola, a partire dal cd «Viaggio intimo con Mercedes Sosa» che la stessa Maria Letizia Gorga ha registrato negli scorsi mesi.
Il pubblico potrà così approcciarsi alla storia di una donna nata poverissima, ma dotata della ricchezza più grande: l’amore per la vita e il desiderio di battersi contro l’ingiustizia. Un percorso umano, questo, non facile, nel quale il canto è stato vissuto come strumento di comunicazione e di battaglia politica, anche a costo di sperimentare la censura, il carcere e l’esilio.
Il racconto, come negli altri testi di Pino Jodice, si lega in una partitura ininterrotta alle canzoni, inseguendo la duplice e mai disgiunta realtà di donna e di artista, che rese Mercedes Sosa esponente di spicco della Nueva Canción, corrente artistica emersa negli anni Sessanta che riprendeva i moduli della tradizione musicale latino-americana per metterli al servizio di testi impegnati. Si scoprono così i segreti di un’anima tormentata che, dietro la propria inguaribile voglia di lottare per il bene degli altri, nascondeva un senso profondo di solitudine e di dolore. L’artista soffrì, infatti, moltissimo per l’esilio, prima a Parigi e poi a Madrid, inflitto da un regime totalitario che aveva procurato alla sua patria, la martoriata Argentina, oltre trentamila vittime e che l’ha resa testimone internazionale della silenziosa battaglia della Madri di Plaza de Mayo.
Una donna così non poteva che lasciare un vuoto incolmabile nel suo Paese, ma anche nel resto del mondo. E come tutti i grandi che se ne vanno, anche Mercedes Sosa ci ha lasciato il suo messaggio, il suo testamento spirituale: «Todo cambia», tutto cambia, anche quando pensiamo che non sia possibile. Un bellissimo grido di speranza e di amore, questo, che è un invito a «sporcarsi le mani» per rendere il mondo un posto migliore. (s.am.)

Didascalie delle immagini 
[Fig.1] Locandina dello spettacolo «Todo Cambia. Viaggio intimo con Mercedes Sosa»; [figg. 2 e 3] Ritratto di Maria Letizia Gorga 

Informazioni utili 
«Todo Cambia. Viaggio intimo con Mercedes Sosa». Teatro Lo Spazio, via Locri, 42/44 (traversa di Via Sannio, a 100 metri da Metro S. Giovanni) – Roma. Orari spettacoli: da martedì a sabato, ore 20.45; domenica, ore 17.00. Ingresso: inter 12,00 euro, ridotto 9.00 euro + 3,00 euro per la tessera associativa del teatro. Informazioni: tel. 06.77076486 o tel. 06.77204149,  info@teatrolospazio.it. Sito internet: www.teatrolospazio.it. Dall'11 al 16 novembre 2014.

lunedì 3 novembre 2014

Ravenna ritrova il suo porto antico. Apre in primavera la prima stazione del Parco archeologico di Classe

Ravenna è la capitale italiana dei mosaici. I più conosciuti si trovano in chiese, battisteri e mausolei di epoca paleocristiana e bizantina come San Vitale, la Cappella arcivescovile di Sant'Andrea o Sant'Apollinare il Classe. L'edificazione di questi capolavori artistici, dichiarati nel 1996 patrimonio mondiale dell'Unesco, risale principalmente all'epoca d'oro della città, quella che tra il V e il VI secolo a.C. la vide essere capitale dell'Impero romano e importante centro commerciale. Ma Ravenna riserva ai suoi abitanti e turisti la possibilità di vedere molte altre vestigia del passato e, dalla prossima primavera, l’offerta culturale si arricchirà con l’apertura al pubblico della prima stazione del Parco archeologico di Classe, ubicato in un luogo ricco di storia come l’area del Podere Chiavichetta, dove si trovano i resti del porto antico e tardo-bizantino.
Giungeranno così a compimento i tre cantieri avviati, in questi giorni, nell’area archeologica compresa tra via Marabina, via Romea Sud e la ferrovia, sotto la supervisione dell’architetto Daniela Baldeschi, individuata dalla Fondazione RavennaAntica nell’ambito di un concorso di idee.
Questi interventi, il cui costo complessivo supera abbondantemente il milione di euro e che sono stati quasi totalmente sostenuti dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna o tramite i fondi intercettati attraverso la partecipazione al progetto Hera – Cultural Tourism Development of Adriatic Heritage, riguarderanno la realizzazione di tutte le strutture e gli apparati per l’allestimento dell’intera area archeologica, l’esecuzione di dispositivi multimediali all’interno dell’edificio situato all’ingresso, il lavoro di valorizzazione del nuovo accesso e altri interventi a verde nell'area.
I tre cantieri seguono a un’altra imponente serie di lavori iniziata nel 2008, che ha messo in campo diverse competenze e realtà, a cominciare dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Emilia Romagna e dall’Università di Bologna, e che ha incluso il governo delle acque, la messa in sicurezza del luogo e attività di scavo e restauro.
«Il primo elemento importante del nuovo allestimento -spiega l'architetto Daniela Baldeschi- è l'ingresso, che sarà valorizzato rendendolo più visibile, ovvero spostandolo dall'attuale sede. Verrà riqualificato, poi, il parcheggio esistente, creando un’unione con il nuovo accesso pedonale collocato sulla via Marabina.
In questo modo il visitatore potrà accedere al sito da un unico viale. Una volta entrato si troverà una grande piazza da dove potrà accedere alla biglietteria e all'edificio in cui verranno mostrate le presentazioni multimediali. Questo spazio ospiterà anche un book-shop e un'aula didattica. Il percorso continuerà, quindi, verso l’interno del sito archeologico che, nella zona del ponte antico, comprenderà un ponte-passerella in modo da collegare l’isola al resto dell’area. Sono previste, infine, anche aree verdi, aiuole e alberi già piantumati, per offrire una schermatura degli edifici di Ponte nuovo».
Contestualmente al completamento dell’allestimento si sta lavorando all’adozione di modalità di gestione innovative dell’antico porto, per intercettare le nuove domande di turismo culturale e sperimentare forme originali di integrazione con l’escursionismo ambientale del Parco del Delta e con le vacanze balneari sulla costa romagnola.

Didascalie delle immagini
[Fig.1] L'ingresso alla I stazione del Parco archeologico di Classe a Ravenna. Rendering a cura di Daniela Baldeschi, architetto progettista dell’allestimento; [fig. 2] Esterno della sala multifunzionale,in cui si potrà assistere alla presentazione multifunzionale dell'area archeologica. Rendering a cura di Daniela Baldeschi, architetto progettista dell’allestimento; [fig. 3] Centro visite multimediale, in cui si potrà assistere alla presentazione dell’area archeologica. Rendering a cura di Daniela Baldeschi, architetto progettista dell’allestimento;[fig. 4] Interno del centro visite multimediale, con proiezioni che evidenzieranno gli aspetti naturalistici, geologici, storici e archeologici del territorio in esame.Rendering a cura di Daniela Baldeschi, architetto progettista dell’allestimento; [fig. 5] Un tratto del percorso di visita all’area archeologica. Rendering a cura di Daniela Baldeschi, architetto progettista dell’allestimento. 

Informazioni utili
Fondazione RavennAntica, via Gordini, 27 - 48121 Ravenna, tel. 0544.36136. Sito internet: www.ravennantica.it.


venerdì 31 ottobre 2014

Buon compleanno, Sax. Al Moncalieri Jazz festival si festeggiano i duecento anni del tubo che ha fatto la storia della musica

Moncalieri si veste di note. Questo fine settimana le vie, le piazze e i più bei siti architettonici del centro storico, a partire dal Castello Reale (il cui circolo ufficiali è stato appena restaurato), apriranno le porte all’ottava edizione della «Notte nera del jazz», una lunga maratona musicale che unisce il ritmo del sound all’eccellenza gastronomica piemontese.
A dare il via alla festa, che lo scorso anno ha coinvolto non meno di ventimila persone, sarà l’«Aperitivo in jazz»: in sette locali del centro storico il coinvolgente suono della musica si fonderà, infatti, alla creatività dei barman che, per l’occasione, creeranno cocktail originali e grandi classici.
Spazio, quindi, a un concerto dei Funk off, la migliore marchin’ band italiana che, con la sua energia e le sue note tra il grove della black music e la grande tradizione jazzistica internazionale, animerà la centralissima piazza Vittorio.
Ma le “chicche” in programma nei due giorni di musica che venerdì 31 ottobre e sabato 1° novembre scalderanno il cuore di Moncalieri sono ancora molte, a partire dagli eventi ideati per ricordare il bicentenario della nascita di Adolphe Sax, il belga che inventò quel tubo metallico ritorto che ha fatto la storia del jazz, e i duecento anni dalla fondazione dell’Arma dei carabinieri.
La prima ricorrenza verrà celebrata con una sfilata di sassofonisti sulla fatidica Vespa Piaggio, un concerto del Saxophobia ensemble, che prevede una performance con trenta saxofoni incluso il sax più grande al mondo (il sub/contrabbasso «J’Elle Stainer», vincitore dei Guinness dei primati 2014), e la mostra «Sax200Sax», curata da Attilio Berni e allestita -tanto per non sbagliare di numero- con duecento saxofoni, duecento fotografie d'epoca, duecento documenti originali, duecento imboccature e duecento accessori.
La seconda ricorrenza sarà, invece, onorata con un concerto-evento della Fanfara del 3° Battaglione Carabinieri Lombardia, diretta dal maresciallo Andrea Bagnolo, che si esibirà affiancata a noti musicisti jazz che hanno militato nell’Arma come Claudio Chiara (da circa venti anni a fianco di Paolo Conte), Valerio Signetto (nella big band di Gianni Basso), Dario Cecchini (leader dei Funk Off), Flavio Boltro (già trombettista di Michel Petrucciani) e Gianfranco Marchesi (trombone dell’Orchestra sinfonica nazionale della Rai).
Si apre così la diciassettesima edizione di Moncalieri Jazz Festival, manifestazione tra le più originali, innovative e variegate del panorama nazionale alla quale prenderanno parte, tra gli altri, Benny Golson, Kenny Garrett, Rosario Giuliani e Francesco Cafiso.
Anche quest’anno la programmazione si svilupperà su un doppio binario: il primo, intitolato «Aspettando il festival» (31 ottobre-15 novembre), prevede un ricco e variegato cartellone di appuntamenti musicali e non, realizzati in collaborazione con enti e associazioni locali; il secondo, ovvero il clou del «Moncalieri Jazz Festival» (6-15 novembre), comprende sei serate con concerti che si svolgeranno tra le Fonderie teatrali Limone, il Castello Reale e il teatro Matteotti.
Dopo le intense e spumeggianti «Notti nere» di vernice, si entrerà nel vivo della rassegna con gli appuntamenti di «Jazz e dintorni», tra i quali si segnalano un ciclo di lezioni-concerto per gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado e un workshop per riparatori e saxofonisti a cura dell’italo-americano Emilio Lyons, il cui negozio sull’Huntington Avenue di Boston è entrato nel mito.
Spazio, quindi, ai sei grandi concerti del Moncalieri Jazz Festival. Giovedì 6 novembre, al Castello Reale, sarà, per esempio, possibile vedere all’opera il Benny Golson quartet in «Buon Anniversaire “200” Adolphe Sax», nel quale si esibiranno Benny Golson (tenor sax), Massimo Faraò (pianoforte), Aldo Zunino (contrabbasso) e Marco Tolotti (batteria). La serata, presentata da Attilio Berni, ospiterà anche la premiazione di Emilio Lyons, che gli amanti della musica hanno soprannominato «The Saxophone Doctor», e la presentazione di due saxofoni appositamente creati per il festival piemontese dalla Rampone & Cazzani.
Venerdì 7 novembre sarà, invece, proposto nella sede della Famija Moncalereisa il concerto «Un moncalierese per Moncalieri», con Claudio Chiara (sax), Gianluca Tagliazucchi (pianoforte), Aldo Zunino (contrabbasso), Alfred Kramer (batteria) e lo String Quartet and Rhythm, formato da Umberto Fantini (violino), Massimiliano Gilli (violino), Maurizio Redegoso kharitian (viola) e Manuel Zigante (violoncello).
Mentre il 9 novembre al teatro Matteotti andrà in scena «The Golden Circle», concerto ispirato all’omonimo doppio album live che il leggendario Ornette Coleman registrò a Stoccolma nel 1965, nel quale si esibiranno Rosario Giuliani (sax), Fabrizio Bosso (tromba), Enzo Pietropaoli (contrabbasso) e Marcello Dileonardo (batteria).
Giovedì 13 novembre, alle Fonderie teatrali Limone, ci saranno, quindi, tre concerti che, sul filo conduttore del festival, ovvero l’omaggio ad Adolphe Sax, daranno vita a una serata davvero unica. Tra gli ospiti dell’appuntamento: l’Italian Sax Ensemble, Messenger Piemonte Jazz e il Paolo Porta trio. Sempre alle Fonderie teatrali Limone sarà possibile assistere, nella serata di venerdì 14 novembre, alle esibizioni dell’Emanuele Cisi quartet e del Kenny Garrett quintet (Poll Winners 2014), nella sua unica data italiana.
Mentre l’ultima serata di festival sarà caratterizzata da due grandi concerti: nel primo si esibirà Piero Odorici con il George Cables trio e Victor Lewis, nel secondo Francesco Cafiso, ambasciatore del jazz italiano nel mondo, col suo sestetto formato da Giovanni Amato (tromba), Humberto Amesquita (trombone), Mauro Schiavone (piano), Giuseppe Bassi (bass) e Roberto Pistolesi (drums).
Un calendario, dunque, ricco di appuntamenti di grande qualità quello messo in cantiere dal direttore artistico Ugo Viola che dal 31 ottobre al 15 novembre trasformerà Moncalieri nella capitale italiana del jazz. (s.am.)

Didascalie delle immagini
[fig. 1] I Funk off; [fig. 2] La Fanfara del 3° Battaglione Carabinieri Lombardia; [fig. 3] Il sub/contrabbasso «J’Elle Stainer», vincitore dei Guinness dei primati 2014; [fig. 4] Kenny Garrett, protagonista dell’ultimo appuntamento del Moncalieri Jazz Festival; [fig. 5] Un momento di una passata edizione del Moncalieri Jazz Festival 

Informazioni utili
Moncalieri Jazz Festival. Centro storico, Castello Reale (viale del Castello, 2), Teatro Matteotti (via Matteotti), Fonderie teatrali Limone (via Pastrengo, 88), Famija Moncalereisa (via Alfieri, 40) – Moncalieri (Torino). Ingresso: a pagamento per i concerti (costi e info sulla prevendita al link www.moncalierijazz.com/jazz2014/biglietti.html), ingresso libero per gli eventi della Notte nera del Jazz. Informazioni: tel. 011.6813130 o info@moncalierijazz.com. Sito internet: www.moncalierijazz.com. Dal 31 ottobre al 15 novembre 2015. 

giovedì 30 ottobre 2014

Al via gli eventi per il centenario di Alberto Burri. Milano ritrova il suo teatro Continuo, San Sepolcro propone un dialogo tra l’artista e Piero della Francesca

È il momento di Alberto Burri. A poco meno di cinque mesi dal centenario della nascita dell’artista umbro, avvenuta il 12 marzo 1915 a Città di Castello, continua ad arricchirsi l’ampio programma di iniziative studiato in diverse sedi italiane, europee ed americane per ricordare la figura di questo importante maestro del XX secolo, le cui ricerche astratte con materiali come sabbie, catrami, pomice, smalti, plastica e iuta e le cui serie più celebri, dai sacchi alle combustioni, hanno rivoluzionato l’arte.
Mentre a Gibellina è stato riaperto il cantiere che porterà a compimento «Il grande cretto», opera di land art avviata dall’artista perugino nel 1985 sui resti della città siciliana distrutta dal sisma del 1968, a Milano si sta studiato la ricostruzione del teatro Continuo, opera costruita da Alberto Burri nel 1973, in occasione della XV Triennale, che l’amministrazione comunale decise di demolire nel 1989.
Il lavoro, progettato all’interno del Parco Sempione, si presentava come una struttura a forma di palcoscenico composta da una piattaforma in cemento e da sei quinte laterali rotanti in acciaio dipinto. Collocato sull’asse ideale che collega il centro di Milano con corso Sempione, il teatro Continuo fungeva da cannocchiale prospettico, inquadrando la Torre Filarete del Castello Sforzesco da un lato e l’Arco della Pace dall’altro.
Per una quindicina di anni, la struttura, costruita in contemporanea con i «Bagni misteriosi» di Giorgio De Chirico e l’«Accumulazione musicale e seduta» di Arman, opere entrambe ancora presenti all’interno del Parco Sempione, rappresentò una macchina scenica sempre predisposta per l’uso, una sede disponibile a tutti per attività e spettacoli artistici.
Alberto Burri manifestava così una decisa consonanza rispetto alla temperie culturale del suo tempo, caratterizzata da una tendenza al dialogo con il pubblico e da uno spostamento dell’operatività artistica dallo studio al contesto esterno.
A distanza di venticinque anni e nell’anno di Expo Milano 2015, la città torna sui suoi passi e grazie alla Fondazione Palazzo Albizzini - Collezione Burri, che si sta occupando anche della pubblicazione del Catalogo generale dell’opera dell’artista (in sei volumi e in due distinte edizioni, una in italiano, l’altra in inglese), e allo Studio legale associazione Ntcm avverrà il rifacimento dell’opera sulla base dei disegni originali. La realizzazione, la cantierizzazione e la posa del teatro Continuo sono stati affidati a Leggeri Srl, società impegnata da decenni nella esecuzione di opere di artisti internazionali; mentre la curatela scientifica del progetto, esaminato e autorizzato dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici della Provincia di Milano, è stata assegnata a Gabi Scardi.
Il teatro, proposto come piattaforma di attività culturali partecipate dei cittadini già durante Expo Milano 2015, verrà, quindi, donato al Comune e alla Triennale di Milano, a cui toccherà la manutenzione della struttura.
In attesa dell’evento, previsto per il prossimo marzo, gli amanti di Alberto Burri potranno visitare una mostra di grande suggestione promossa dall’associazione Sbandieratori di San Sepolcro e dalla locale Pinacoteca civica che pongono vis-à-vis il grande maestro del Novecento con Piero della Francesca, artista che ha vissuto nella medesima area dell’alta valle del Tevere e del quale l’artista di Città di Castello sembra condividere registri compositivi, quali -spiega il curatore Bruno Corà- «l'equilibrio delle forme e dello spazio, la tensione geometrica, il respiro classico e un forte amore per i luoghi natali».
«Rivisitazioni», questo il titolo del progetto artistico, espone opere burriane quali «Sacco e verde» (1956), «Rosso plastica» (1962), «Grande bianco cretto» (1974) e «Cellotex» (1975), in una sala della Pinacoteca civica di San Sepolcro appositamente allestita vicino alla «Resurrezione», il «San Ludovico», il «San Giuliano» e il «Polittico della Misericordia» di Piero della Francesca.
L'evento «Rivisitazioni», primo tra quelli dedicati al centenario, proseguirà nel maggio 2015 a Morra (in provincia di Perugia), dove nell'Oratorio di San Crescentino, l'opera di Alberto Burri verrà messa a confronto con alcuni affreschi di Luca Signorelli, per la cui tutela e conservazione lo stesso artista di Città di Castello si adoperò concretamente.
Questa nuova iniziativa, promossa dall'associazione per la tutela dei monumenti dell'Alta Valle del Tevere, avverrà nella cornice di un convegno scientifico dedicato a «Burri e Signorelli», ricco di contributi di studio e di documenti a testimonianza della significativa relazione tra i due artisti.
Ma il calendario di eventi per i cento anni dalla nascita del maestro dei «Cretti» e dei «Sacchi» non finisce qui. Tra i momenti di maggior rilievo si segnalano una grande retrospettiva al Guggenheim Museum di New York, un momento celebrativo a Città di Castello costituito da un convegno di studi e dal Summit internazionale degli artisti, la lavorazione di un film sulla produzione burriana, ma anche diverse iniziative legate al turismo culturale che continueranno fino alla primavera del 2016, dando vita a quello che già viene denominato l' «anno lungo di Burri».

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Alberto Burri al lavoro. Foto di Aurelio Amendola; [fig. 2] Alberto Burri, «Sacco e Verde», 1956.co, tela, acrilico, olio su tela; cm. 176x203. città di Castello (Perugia), Fondazione Palazzo Albizzini-Collezione Burri; [fig. 3] Il teatro Continuo di Alberto Burri a Milano; [fig. 4] Progetto per il teatro Continuo a Milano 

Informazioni utili 
www.fondazioneburri.org