ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 23 gennaio 2015

Dal Guercino a Giovanni da Modena, anche l’«antico» è protagonista a «Bologna Art City»

È il dialogo tra antico e contemporaneo a tessere la trama della terza edizione di «Bologna Art City», il programma istituzionale nato nel 2013 con l’intento di arricchire l’offerta culturale di «Arte Fiera» proponendo ai bolognesi e ai turisti un’originale esplorazione dei musei e dei luoghi d’arte della città attraverso l’organizzazione di oltre un centinaio di eventi tra mostre, proiezioni cinematografiche, spettacoli teatrali, talk show, laboratori didattici per bambini, interventi di street art e performance.
L’iniziativa, il cui coordinamento curatoriale è stato affidato a Gianfranco Maraniello, prevede così una serie di appuntamenti dedicati ai grandi maestri del passato accanto ad eventi nei quali le espressioni della creatività contemporanea avranno per scenario prestigiosi spazi storici cittadini così da generare nei visitatori nuovi sguardi e percezioni sul capoluogo emiliano e sulla rilevanza del suo patrimonio artistico permanente.
Esemplare di questo percorso tematico è la mostra «Morandi e l’antico: Vitale da Bologna, Barocci, Rembrandt e Crespi», il nuovo allestimento temporaneo del museo Morandi che mette in relazione le opere della collezione permanente con alcuni capolavori del passato per documentare come la modernità della ricerca del maestro bolognese sia frutto di un’attenta riflessione sulla storia artistica precedente.

Dal Guercino a Nicolò dell'Arca: tante mostre per gli amanti dell'arte «antica»
Su questa scia si muove anche la proposta di Palazzo Talon Sampieri, residenza privata di rilevante pregio storico-architettonico nella centralissima Strada Maggiore, da poco aperta al pubblico, la cui Sala di rappresentanza è ornata da un bellissimo affresco ispirato al racconto mitologico di «Ercole e Anteo», realizzato nel 1631, che sir Denis Mahon ha riconosciuto come preziosa testimonianza della poliedricità di Francesco Barbieri detto il Guercino.
In occasione di «Bologna Art City», il palazzo sarà aperto su appuntamento e solo per pochi fortunati (sono ammesse dieci persone per ogni turno di visita, della durata di circa trenta minuti), consentendo di vedere non solo il capolavoro seicentesco, ma anche un intervento artistico di Giacomo Maria Cavina, realizzato attraverso il posizionamento a terra di specchi sagomati e in movimento così da attivare una visione, nuova e inedita, dell’affresco, una sorta di «Guercino nel Guercino».
Guarda al passato anche la mostra promossa dal Museo civico medioevale, nel Sala del Lapidario, nella quale Daniele Benati e Massimo Medica indagano l’opera di Giovanni di Pietro Falloppi, meglio noto come Giovanni da Modena, artista al quale si deve la decorazione della ben nota cappella Bolognini in San Petronio (1411-12 ca.) con il Giudizio universale e le storie dei Magi.
La rassegna, visitabile fino al 12 aprile, mette a confronto varie opere e miniature del pittore emiliano provenienti da musei e collezioni private, tra le quali la «Madonna col Bambino» di Modena o quella della Pinacoteca nazionale di Ferrara, tentando di ricostruirne il lungo periodo di attività, avviato all'inizio del XV secolo, come rivelano le due miniature all'interno degli «Statuti della Società dei Drappieri» (1407, Bologna, Museo civico medievale), e destinato a proseguire fino agli anni Cinquanta del Quattrocento, come testimonia la tempera con «San Bernardino da Siena e storie della sua vita» (1451, Bologna, Pinacoteca nazionale).
Per quasi quattro decenni, la figura di Giovanni da Modena domina, dunque, il panorama della cultura artistica bolognese, contribuendo ad aggiornarla agli esiti del gotico internazionale, di cui seppe offrire una variante fortemente personalizzata che, per i suoi accenti di  immediata espressività, si ricollega alla precedente tradizione locale.
Casa Saraceni focalizza, invece, l’attenzione su una delle sue più importanti acquisizioni d’arte antica degli ultimi dieci anni: «Porzia che si ferisce alla gamba», opera di Elisabetta Sirani (Bologna, 1638-1665), citata per la prima volta da Carlo Cesare Malvasia nel volume «Felsina pittrice» del 1678, pubblicata nel 1975 nel catalogo della pionieristica mostra di Los Angeles sulle donne artiste e acquisita dalla Fondazione Carisbo nel 2008.
Contestualmente saranno visibili al pubblico opere d’arte del Novecento come «La madre folle» (1929) «La carità» (1937) e «Dedalo e Icaro» (1937) di Arturo Martini, «Il pastore dell’essere» di Alberto Viani (1963) e «Glass writing: ideogramma» di Nino Migliori (2004), oltre a una selezione di strumenti musicali meccanici della collezione Marini, tra i quali il «piano melodico» di Giovanni Racca.
Agli amanti dell’antico si segnala anche la mostra «Il viaggio oltre la vita. Gli Etruschi e l’aldilà tra capolavori e realtà virtuale» a Palazzo Pepoli, nella quale sono esposte ceramiche figurate, sculture in pietra e la trasposizione di una Tomba dipinta di Tarquinia (la Tomba della nave), le cui pareti affrescate sono state «strappate» dalla camera originaria e rimontate in pannelli, oltre alla ricostruzione virtuale del Sarcofago degli sposi, esposto permanentemente all'interno del museo di Villa Giulia a Roma, del quale ne esistono solo due versioni al mondo (l'altra è conservata al Louvre di Parigi).
Seguendo le tracce dell’antico, una visita merita, infine, la Chiesa di Santa Maria della Vita, all’interno della quale è conservato il «Compianto del Cristo morto» di Nicolò dell'Arca, un gruppo scultoreo datato 1463, composto da sette figure policrome in terracotta a grandezza naturale (la Vergine, le tre Marie, San Giovanni Apostolo e Giuseppe d'Arimatea che piangono sul corpo del Cristo morto) e noto in tutto il mondo anche per la puntuale definizione di Gabriele D’Annunzio che parlò di «urlo di pietra».

Da Palazzo Poggi alla Biblioteca dell'Archiginnasio: Sissi dialoga con le collezioni d'arte della città
È giocato, invece, sul rapporto tra antico e contemporaneo il progetto espositivo «Manifesto abusivo», dedicato alla ricerca artistica di Sissi sul corpo umano inteso come terreno di sperimentazione e luogo di rappresentazione.
Installazioni, disegni, video, sculture, libri d’artista e performance, lavori nuovi e opere precedenti riproposte in un display inedito, non solo ripercorrono l’intero iter creativo dell’artista bolognese, sulla scena da una decina di anni, ma innescano anche stimolanti contrappunti con le raccolte permanenti delle quattro sedi espositive cittadine coinvolte nella rassegna.
Punto di partenza del percorso espositivo, la cui curatela è di Gianfranco Maraniello e Sabrina Samorì, è il museo di Palazzo Poggi, che accoglie un allestimento incentrato sul progetto performativo ed editoriale «Anatomia parallela», nel quale trovano posto illustrazioni che imitano nelle sembianze un trattato anatomico del XVII secolo e il video «Animatomie» (2013), con disegni che illustrano una serie di lezioni sulla manipolazione del corpo attraverso gesti simbolici di vestimento e travestimento, in dialogo con le celebri ceroplastiche degli «Spellati» realizzate dal bolognese Ercole Lelli a metà del XVIII secolo.
All’interno delle Collezioni comunali d’arte di Palazzo Accursio, nella Sala dei primitivi, trovano, invece, posto le installazioni «Apparati di un discorso organico» (2014) e «Il naufrago: ondeggia ubriaco perdendo la testa» (2012); mentre nella Gipsoteca del Museo civico archeologico Sissi mette a confronto i calchi in gesso di sculture greche e romane presenti nella collezione con manichini rivestiti da abiti e accessori provenienti dal suo «Addosso 1995/in progress».
Il percorso espositivo, al quale sarà affiancata anche una performance nella sala seicentesca del Teatro anatomico (domenica 25 gennaio, ore 17.30), si chiude alla Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, nell’Ambulacro dei Legisti, dove sono state posizionate dieci vetrine in cui sono allestiti altrettanti tavoli di lavoro su cui sono esposti diari con appunti e idee, tavole disegnate, piccole reliquie e oggetti vari. In un'atmosfera laboratoriale che si ispira all'atelier dell'artista, l'installazione avvicina, poi, lo sguardo del pubblico alla sfera delle sue fonti di ispirazione attraverso la presentazione di una serie di volumi antichi riccamente illustrati come la «Monstrorum historia» di Ulisse Aldrovandi, stampata a Bologna nel 1642, e l'«Opera omnia» di Marcello Malpighi, edita a Londra nel 1686 sotto l'egida della Royal Society.
A collegare le varie sedi espositive, con orari di apertura ampliati e ingresso gratuito (o in alcuni casi ridotto) per i possessori di qualsiasi tipologia di biglietto «Arte Fiera», ci sarà l’«Art City Bus», linea di trasporto urbano articolata in tredici fermate, che farà la spola tra piazza Costituzione, le Due Torri, San Vitale e i principali musei cittadini. Un valido ausilio per costruirsi il proprio itinerario di visita personalizzato sarà anche l’«Art City Map», una pratica guida di formato tascabile con tutte le informazioni sugli eventi in programma a Bologna, a partire dalla mostre al Mambo di Carroll e Calzolari per giungere al progetto espositivo «Too early too late» alla Pinacoteca nazionale (dal 22 gennaio al 12 aprile), altre tre delle tante proposte che, dal 23 al 25 gennaio, trasformeranno la città in un vero e proprio «museo diffuso». (sam)

Per saperne di più
Da «Arte Fiera» ad «Art City»: per quattro giorni Bologna diventa un grande «museo diffuso»

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Giovanni da Modena, Cappella Bolognini - particolare, 1411-12 ca.. Bologna, Basilica di San Petronio; [fig. 2] Giovanni da Modena, «Madonna con Bambino». Tempera su tavola. Modena, Museo civico d'arte; [fig. 3] Giovanni da Modena, «Statuti della Società dei Drappieri» - ms. 639,1407. Bologna, Museo civico medievale; [fig. 4] Francesco Barbieri detto il Guercino, particolare dell'affresco «Ercole e Anteo», 1631. Bologna, Palazzo Talon Sampieri; [fig. 5]  Elisabetta Sirani, «Porzia si ferisce alla gamba», 1664. Olio su tela, 101x138 cm. Collezioni d’arte e di storia della Fondazione cassa di risparmio in Bologna. Courtesy: Fondazione Carisbo; [fig. 6] Niccolò dell'Arca, «Compianto sul Cristo morto», 1463. Bologna, Santa Maria della Vita; [Fig. 7] Sissi, «Anatomia parallela», 2014. Libro d'artista, tecnica mista, disegni, collage, testi, 33 x 23 cm; [fig. 8] Sissi, «Anatomia parallela in tour», 2014. Performance al Teatro anatomico.  Padova, Palazzo del Bo. Foto: Dario Lasagni. Courtesy dell'artista; [fig. 9] Sissi, «Manifesto anatomico». veduta della mostra presso la Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna. Foto: Ilaria Medda; [ figg.10 e 11] Sissi, «Manifesto anatomico». veduta della mostra presso il Museo civico archeologico (Gipsoteca) di Bologna. Foto:  Cecilia Ceccherini; [fig. 12] Sezione della mostra  «Il viaggio oltre la vita» al Museo della storia di Bologna dedicato alla Tomba della nave; [fig. 13] Piano melodico a coda, costruito dalla ditta Giovanni Racca, Bologna, 1900 ca., n. di serie 4674, rivenditore Tedeschi & Raffael di Milano. 101x88x140 cm, 73 note, lettura a libro di carta, movimento a manovella [Opera esposta a Casa Saraceni di Bologna]

Informazioni utili 

«Art City Bologna 2015 - Musei, mostre, luoghi d'arte». Bologna, sedi varie.  Programma su: http://agenda.comune.bologna.it/cultura/artcity. Ingresso gratuito o ridotto in tutte le sedi coinvolte per i possessori di qualsiasi biglietto di Arte Fiera  2015. Siti web: www.comune.bologna.it/cultura/ o www.artefiera.bolognafiere.it. Dal 23 al 25 gennaio 2015.

«Morandi e l’antico: Vitale da Bologna, Barocci, Rembrandt e Crespi». Museo Morandi @ Mambo, via Don Minzoni, 14 – Bologna. Orari: martedì, mercoledì e venerdì, ore 12.00-18.00, giovedì, sabato, domenica e festivi, ore 12.00-20.00. Orari «Art City Bologna»: venerdì 23 gennaio, ore 10.00-20.00; sabato 24 gennaio, ore 10.00-24.00; domenica 25 gennaio, ore 10.00-20.00.  Ingresso: intero (comprensivo di accesso alle mostre temporanee) € 6,00, ridotto € 4,00, gratuito per i possessori del biglietto «Arte Fiera» nei soli giorni di svolgimento di «Art City Bologna». Informazioni: tel. 051.6496611, fax 051.6496637 o info@mambo-bologna.org. Sito internet: www.mambo-bologna.org. Fino al 3 maggio 2015.

«Il Guercino nel Guercino». Palazzo Talon Sampieri, Strada Maggiore, 24 - Bologna. Orari «Art City Bologna»: venerdì 23-domenica 25 gennaio, ore 11.00-13.00 e ore 15.30-17.30. Ingresso: gratuito, ma solo su appuntamento e per gruppi limitati (massimo 10 persone), con turni di visita ogni 30 minuti. Prenotazioni: cell. 338.3341685 (dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore  15.00 alle ore 18.00). Nota: al momento della prenotazione hanno precedenza i possessori del biglietto «Arte Fiera». Sito web: www.amicidelguercino.it. Dal 23 al 25 gennaio 2015. 

«Giovanni da Modena. Un pittore all'ombra di San Petronio». Museo civico medievale – Sala del Lapidario, via Manzoni, 4 – Bologna. Orari: martedì – venerdì, ore 9.00 - 15.00; sabato, domenica e festivi, ore 10.00-18.30; lunedì chiuso. Orari «Art City Bologna»:venerdì 23 gennaio, ore 9.00-20.00; sabato 24 gennaio, ore 10.00-24.00; domenica 25 gennaio, ore 10.00-20.00. Ingresso: intero € 6,00, ridotto € 4,00, gratuito per i possessori del biglietto «Arte Fiera» nei soli giorni di svolgimento di «Art City Bologna». Informazioni: tel. 051.2193930/2193916,  Sito internet: www.museibologna.it/arteantica. Fino al 12 aprile 2015. 

Le collezioni d'arte della Fondazione Carisbo: un capolavoro di Elisabetta Sirani e gli strumenti musicali meccanici di scuola bolognese della collezione Marini. Casa Saraceni, via Farini, 15 - Bologna. Orari «Art City Bologna»: venerdì 23 gennaio, ore 12.00-20.00; sabato 24 gennaio, ore 12.00-24.00; domenica 25 gennaio, ore 12.00-20.00. Ingresso gratuito. Informazioni: tel.  051.2754070 o info@genusbononiae.it. Siti web: www.fondazionecarisbo.it o www.genusbononiae.it. Dal 23 al 25 gennaio 2015.  

«Il viaggio oltre la vita. Gli Etruschi e l’aldilà tra capolavori e realtà virtuale». Palazzo Pepoli - Museo della storia di Bologna, via Castiglione, 8 - Bologna. Orari: martedì-domenica, ore 10.00-19.00; giovedì, ore 10.00-22.00; chiuso il lunedì. Orari «Art City Bologna»: venerdì 23 gennaio, ore 10.00-19.00; sabato 24 gennaio, ore 10.00-24.00; domenica 25 gennaio, ore 10.00-19.00. Ingresso: intero € 10,00, ridotto over 65 e convenzioni € 7,00, ridotto studenti e gruppi € 5,00; gratuito per i possessori del biglietto «Arte Fiera» nei soli giorni di svolgimento di «Art City Bologna». Informazioni: tel. 051.19936317 o  info@genusbononiae.it. Sito internet:  www.genusbononiae.it. Fino al 22 febbraio 2015.  

«Compianto sul Cristo morto» di Niccolò dell'Arca. Santa Maria della Vita, via Clavature, 8-10 - Bologna. Orari: martedì-domenica, ore 10.00-19.00. Orari «Art City Bologna»: venerdì 23 - domenica 25 gennaio, ore 10.00-19.00. Ingresso gratuito. Informazioni: tel. 051.19936317 o  info@genusbononiae.it. Sito internet:  www.genusbononiae.it. Esposizione permanente. 

«Sissi. Manifesto anatomico». Performance: domenica 25 gennaio, alle ore 17.30, al teatro Anatomico. Incontro con il pubblico: sabato 24 gennaio, alle ore 16.00, all'Accademia di Belle arti. Mostre: Museo di Palazzo Poggi, via Zamboni, 33 - Bologna. Orari: martedì-venerdì, ore 10.00–16.00; sabato, domenica e festivi, ore 10.30–17.30; chiuso il lunedì non festivo. Orari «Art City Bologna»: venerdì 23 gennaio, ore 10.00-20.00; sabato 24 gennaio, ore 10.00-24.00; domenica 25 gennaio, ore 10.00-20.00. Ingresso: intero  € 3,00, ridotto € 1,00; gratuito per i possessori del biglietto «Arte Fiera» nei soli giorni di svolgimento di «Art City Bologna». Fino al 22 febbraio 2015. Collezioni comunali d'arte - Palazzo d'Accursio, piazza Maggiore, 6 - Bologna. Orari: martedì-venerdì, ore 9.00–18.30; sabato, domenica e festivi, ore 10.00–18.30; chiuso il lunedì non festivo. Orari «Art City Bologna»: venerdì 23 gennaio, ore 9.00-20.00; sabato 24 gennaio, ore 10.00-24.00; domenica 25 gennaio, ore 10.30-20.00. Ingresso: intero € 5,00, ridotto € 3,00, gratuito con il biglietto di ingresso del Museo civico archeologico; gratuito per i possessori del biglietto «Arte Fiera» nei soli giorni di svolgimento di «Art City Bologna». Fino all'8 marzo 2015. Museo civico archeologico, via dell'Archiginnasio, 2 - Bologna. Orari: martedì-venerdì, ore 9.00–15.00; sabato, domenica e festivi, ore 10.00–18.30; chiuso il lunedì non festivo. Orari «Art City Bologna»: venerdì 23 gennaio, ore 9.00-20.00; sabato 24 gennaio, ore 10.00-24.00; domenica 25 gennaio, ore 10.00-20.00. Ingresso: intero € 5,00, ridotto € 3,00, gratuito con il biglietto di ingresso alle Collezioni comunali d'arte; gratuito per i possessori del biglietto «Arte Fiera» nei soli giorni di svolgimento di «Art City Bologna». Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, piazza Galvani, 1 - Bologna. Orari: lunedì-sabato, ore 9.00-19.00; domenica e festivi, ore 10.00-14.00. Orari «Art City Bologna»: venerdì 23 gennaio, ore 9.00-20.00; sabato 24 gennaio, ore 9.00-24.00; domenica 25 gennaio, ore 12.00-20.00. Ingresso libero. Fino all'8 marzo 2015.  

giovedì 22 gennaio 2015

«La sposa paracadute», la guerra raccontata attraverso gli occhi delle donne

C'è stato un tempo in cui dalla seta di un vecchio paracadute piovuto dal cielo potevano nascere storie destinate a durare una vita. Erano gli anni della Seconda guerra mondiale. In molte città italiane le bombe erano uno straziante rituale, ma la paura non toglieva la voglia di progettare il futuro, di sposarsi e fare figli. A ricordare questa storia che ha il sapore della favola è ora uno spettacolo teatrale nato dalla collaborazione tra Francesca Giaconi con Arianna Marano, interprete storica del Teatro de los Sentidos di Enrique Vargas, ed Eleonora Spezi, già collaboratrice artistica dei praghesi Fratelli Forman di Obladarium, che firma anche le scenografie e i costumi.
«La sposa paracadute», questo il titolo della pièce, debutterà venerdì 23 e sabato 24 gennaio, alle ore 21.00, al Funaro di Pistoia, residenza artistica del lavoro e anche suo centro di produzione, raccontando le vicende di tante donne italiane che, dalla Lombardia alla Sicilia, hanno voluto condividere i loro ricordi fatti di abitudini quotidiane, risate e lettere sugli anni della Seconda guerra mondiale.
In questa storia, come in molte storie, tutto parte dalle radici. Il tentativo di ricostruire la morfologia genealogica ed affettiva delle proprie, ha portato a percorrere anche cammini altrui. L’autrice e regista Francesca Giaconi non ha, infatti, solo messo insieme il puzzle della propria storia familiare, ha anche confuso le impronte dei propri passi con quelle di chi, attraverso tante interviste e un lungo lavoro di ricerca, le ha aperto il cuore per dare vita a un racconto collettivo al quale fanno da raccordo i fili di una stoffa speciale: quella di un vestito da sposa, che in versione gigante dominerà la scena dello spettacolo.
L’abito bianco di cui si racconta, dal quale si ergerà durante la rappresentazione Arianna Marano, è, per esempio, quello di una signora siciliana, nato, come tutto il corredo matrimoniale, dal taglio e cucito di un paracadute americano ritrovato durante la Seconda guerra mondiale. Un’usanza, questa, che la povertà di quegli anni aveva visto diffondersi in tutta la penisola: una donna toscana trovandone un altro, strappato, su un albero della Foresta del Teso (sulla montagna pistoiese), ne aveva, infatti, ricavato –racconta lo spettacolo- sottovesti e camicie da notte.
Le storie narrate non finiscono, però, sempre con un matrimonio né raccontano unicamente di amori. I riflettori si accendono, per esempio, sulla vicenda di una donna ligure che si innamora di un unico sorriso, visto una volta, poi perso per tanti anni e ritrovato alla fine della guerra, al ritorno dall’Africa, a piedi, di Luigi. Ma in scena ci sono anche i ricordi di Maria, che racconta al pubblico di quando teneva per mano tutti quelli intorno a lei, mentre sentiva cadere una bomba e contava fino a 10 (il tempo necessario per lo scoppio), scoprendosi ancora viva.
Lo spettacolo del Funaro sembra dirci così che la quotidianità, le piccole grandi abitudini, ancora di salvezza o talvolta prigione, vincono anche la guerra, sono l’antidoto alle brutture del conflitto.
Il senso dell’indagine è espresso bene, secondo Francesca Giaconi, dalle parole del famoso entomologo francese Jean Henri Fabre:«la storia celebra i campi di battaglia nei quali l’uomo ha incontrato la morte, ma disdegna di parlare dei campi coltivati che sono alla base della sua prosperità; la storia ci annuncia i nomi dei bastardi dei Re, ma non sa raccontarci l’origine del grano. Questo è il senso dell’umana follia».

Informazioni utili 
«La sposa paracadute». Regia e testi di Francesca Giaconi, con Arianna Marano ed Eleonora Spezi. Scenografia e suoni: Eleonora Spezi. Luci: Simone Mancini. Centro culturale «Il Funaro» di Pistoia, via del Funaro, 16/18 – Pistoia. Quando: venerdì 23 e sabato 24 gennaio, ore 21.00. Ingresso: intero € 15,00. Informazioni: tel. 0573.977225  o  0573.976853 o info@ilfunaro.org. Sito web: www.ilfunaro.org. Dal 23 al 24 gennaio 2015. 

mercoledì 21 gennaio 2015

Da «Arte Fiera» ad «Art City»: per quattro giorni Bologna diventa un grande «museo diffuso»

È tutto pronto a Bologna per la trentanovesima edizione di «Arte Fiera», la prima e la più longeva manifestazione mercantile italiana dedicata al moderno e al contemporaneo, che quest’anno vede alla sua guida Giorgio Verzotti e Claudio Spadoni.
Da venerdì 23 a lunedì 26 gennaio, la città felsinea aprirà le porte del suo quartiere fieristico, e per la precisione i Padiglioni 25 e 26, a duecentosedici espositori (di cui centoottantotto gallerie, ovvero il 10% in più rispetto allo scorso anno) che metteranno in mostra oltre duemila opere di mille artisti internazionali, tra grandi maestri del Novecento e giovani promesse.
«Arte Fiera» non è, però, solo un’interessante e qualificata vetrina espositiva, è anche un’occasione di incontro per gli addetti ai lavori con conversazioni dedicate ai temi del mercato (a cura della giornalista Riccarda Mandrini), premi e il ricco programma di «Bologna Art City», un cartellone di mostre, installazioni, spettacoli teatrali, laboratori per bambini ed eventi culturali di vario genere, a cui farà da filo conduttore il dialogo tra antico e moderno, che attraverserà il centro storico della città per espandersi dinamicamente verso l’intero contesto urbano, dando vita a un vero e proprio «museo diffuso».

Da Giacomo Balla a Michelangelo Pistoletto: in fiera si punta sull’arte italiana
Il percorso espositivo in fiera, le cui visite saranno tenute a battesimo giovedì 22 gennaio da una talk show con l’artista Michelangelo Pistoletto e il ministro Dario Franceschini, si articolerà in cinque sezioni.
Da Balla e Boccioni a De Chirico e Morandi, da Capogrossi e Fontana a Burri, Manzoni e Castellani, fino a Pistoletto, Boetti, Calzolari e Penone, senza dimenticare Bonalumi, Gianni Colombo, Dadamaino, Varisco e Alviani, l’ormai classica «Main selection» sarà all’insegna delle eccellenze del made in Italy con un omaggio ad artisti che stanno vivendo un momento di sorprendente riconsiderazione, come dimostrano l’attenzione dei principali musei internazionali, le ultime edizioni londinesi delle «Italian Sales» e le recenti aste newyorkesi.
Dopo il debutto dello scorso anno, ritorna protagonista in fiera anche la sezione «Fotografia», grazie alla collaborazione con Fabio Castelli e la sua Mia Fair, che hanno selezionato ventiquattro prestigiose gallerie alle quali spetterà il compito di mettere in mostra fotografi italiani e internazionali di fama o emergenti, tradizionali o sperimentali, classici o d’avanguardia, tra i quali Franco Fontana, Gabriele Basilico, Luigi Ghirri, Robert Mapplethorpe, Ugo Mulas, Irving Penn e Werner Bischof.
Non mancherà, poi, al quartiere fieristico bolognese la sezione «Solo show», con quattordici monografiche di maestri storici e di giovani artisti, che proporranno un percorso da Mark Tobey a esponenti del Gruppo Gutai e della cosiddetta Pittura analitica, per giungere, quindi, a Luca Vitone, Maria Morganti e Leonardo Cremonini.
Ai Padiglioni 25 e 26 ci saranno anche una vetrina delle «Nuove proposte», con gallerie che focalizzeranno la propria attenzione sul lavoro di giovani under 35, e un focus sui Paesi dell’Est Europa, al quale sarà correlata la mostra «Too early too late», curata da Marco Scotini, alla Pinacoteca nazionale (dal 22 gennaio al 12 aprile), che allineerà quasi sessanta artisti, oltre cento opere -provenienti dalle più prestigiose collezioni private italiane- e documenti storici volti a indagare il rapporto dell’Oriente con la modernità occidentale e raccontare la complessa struttura sociale di un’area culturale in transizione.
A completare la proposta espositiva del quartiere fieristico felsineo, che sarà affiancata da un’area speciale dedicata alle esigenze business dei collezionisti (la «Collectors’ Lounge»), saranno gli omaggi a due grandi personalità della scena italiana: la gallerista Marilena Bonomo, scomparsa il 25 agosto 2014, e Alberto Burri, artista di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita e del quale verrà messo in mostra «Cellotex CW1» (1981), lavoro di grandi dimensioni (cm 252x610) proveniente dalla collezione di Palazzo Albrizzini a Città di Castello. Mentre la Fondazione Mast - Manifattura di arti, sperimentazione e tecnologia proporrà un'anteprima dell’esposizione «Il segreto svelato. Fotografie industriali, 1912 – 1937», a cura di Urs Stahel e Graham Howe, che accenderà i riflettori su Emil Otto Hoppé, uno dei più significativi fotografi dell’epoca moderna.
Gli artisti più promettenti tra quelli esposti potranno, infine, essere insigniti da uno dei tanti premi che hanno scelto «Arte Fiera» come propria vetrina: dall'«Euromobil under 30» al «ContemporaryYoung» di Unindustria, che sarà assegnato alla miglior opera dedicata al lavoro, dal «Rotary valle del Samoggia», che andrà all'installazione più creativa, al «Videoinsight», che vedrà vincitore il lavoro che più promuove negli spettatori il benessere psico–fisico.

Dall’anteprima del film «Turner» all’«Art White Night»: centinaia di eventi in giro per Bologna
L’evento mercantile bolognese guarderà, quest’anno, anche al mondo del cinema: sabato 24 gennaio, alle ore 21, la Cineteca ospiterà l’anteprima nazionale del film «Turner» di Mike Leigh, probabile candidato all’Oscar e già premiato al Festival del cinema di Cannes 2014, che racconta in maniera magistrale la figura visionaria del grande pittore britannico e la storia di uno dei più importanti artisti del XIX secolo. Sempre grazie alla Cineteca verranno proiettati, tra l’altro, il biopic che Peter Greenaway ha dedicato all’incisore barocco Hendrik Goltzius (giovedì 22 gennaio, ore 18 e ore 20.45), il documentario di Alain Fleischer sulla nascita del Louvre Lens (venerdì 23 gennaio, ore 17.30), le comiche cubiste dirette da Georges Monca nel 1912 (sabato 24 gennaio, ore 18) e la versione restaurata del film «Barry Lindon» di Stanley Kubrick (sabato 24 gennaio, ore 24).
Per quanto riguarda il teatro, o meglio il mondo della performance, l’Arena del Sole ospiterà, martedì 27 e mercoledì 28 gennaio (alle ore 21), l’acclamato «Disable Theater», spettacolo del coreografo e regista francese Jérôme Bel, che vedrà in scena la compagnia svizzera «Theater Hora», formata da attori professionisti con disabilità di natura mentale e sindrome di down. Mentre Alessandro Bergonzoni proporrà sabato 24 gennaio (alle ore 21), alla Pinacoteca nazionale, l’installazione performativa «Tutela dei beni: Corpi del (C)reato ad arte (il valore di un'opera, in persona)», ispirata alla tutela del corpo come bene artistico, esistenziale e spirituale.
Tante, poi, le mostre in programma, a cominciare dalla ricca proposta del Mambo – Museo d’arte moderna di Bologna con le mostre «Franco Guerzoni. Archeologie senza restauro» e «Lawrence Carroll. Ghost House», nelle quali si ravvisa un riferimento, più o meno esplicito, alla poetica morandiana. Alla figura del pittore bolognese è dedicato anche il progetto fotografico dell’olandese Ada Duker: «Imprevedibili nature morte» (dal 21 gennaio al 22 marzo), un delicato omaggio alla città felsinea e ai suoi portici, nei quali i dettagli del paesaggio sono costruiti sull’alternarsi di luci e ombre. Sempre a casa Morandi è possibile vedere le opere dell’artista a confronto con capolavori del passato di Vitale da Bologna, Barocci, Rembrandt e Crespi.
Rimanendo nell’ambito dell’arte antica merita, inoltre, una visita, al Museo civico medioevale, la rassegna «Giovanni da Modena. Un pittore all'ombra di San Petronio», dedicata ad uno dei maggiori protagonisti della pittura tardogotica in Italia, del quale si ricordano gli affreschi per la ben nota cappella Bolognini (1411-1412) con il Giudizio universale, le storie dei Magi e quelle di San Petronio.
Nei giorni di «Arte Fiera» si conclude, poi, al Padiglione de l'Esprit Nouveau, la prima tappa del progetto espositivo «My house is a Le Corbusier», che vedrà Cristian Chironi studiare le numerose abitazioni progettate nel mondo dal celebre architetto francese attraverso una serie di periodi di residenza. Mentre Sissi inaugurerà la sua mostra-organismo «Manifesto anatomico» (dal 22 gennaio all'8 marzo), che racconterà la sua ricerca sul corpo in quattro prestigiose sedi cittadine: Palazzo Poggi, le Collezioni comunali d’arte, il Museo civico archeologico e la Biblioteca dell’Archiginnasio.
Le proposte in cantiere sono ancora molte e spaziano dalla street art in viale Masini  e in via Indipendenza a progetti sul cibo negli spazi della Galleria Cavour, da interventi site specific, come quello di Christian Boltanski al Museo per la memoria di Ustica o di David Tremlett alla Cappella di Santa Maria dei carcerati, a rassegne che valorizzano recenti acquisizioni o patrimoni figurativi della città come quella che Casa Saraceni dedica all’opera «Porzia che si ferisce alla gamba» di Elisabetta Sirani o quella sul Guercino e il suo «Ercole e Anteo» a Palazzo Tolon Sampieri, senza dimenticare le tante proposte espositive delle gallerie cittadine. L’intero programma è consultabile sul sito http://agenda.comune.bologna.it/cultura/artcity.
A collegare le varie sedi ci sarà l’«Art City Bus», linea di trasporto urbano articolata in tredici fermate, che farà la spola tra piazza Costituzione, le Due Torri, San Vitale e i principali musei cittadini. Un valido ausilio per i globetrotter dell’arte sarà anche l’«Art City Map», una pratica guida di formato tascabile con tutte le informazioni sugli eventi in programma a Bologna, utilissima soprattutto sabato 24 gennaio quando la città farà le ore piccole con l’«Art White Night», una notte bianca con centinaia di eventi espositivi, che richiamerà in palazzi storici, spazi urbani, gallerie d'arte, negozi, hotel, caffè e osterie decine di migliaia di visitatori, trasformando il capoluogo emiliano in una vera e propria capitale dell’arte. (sam)

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Veduta dell’ingresso ideato per l’edizione 2014 di «Arte Fiera»; [fig. 2] Giulio Paolini, «Voyage autor de ma chambre», 2011. Leggio, litografia, plexiglas e matita su carta cm 147x120x80. Courtesy: Galleria Artevalori, Genova-Courmayeur-Milano [sezione «Main Selection»]; [fig. 3] Michelangelo Pistoletto, «Pappagallo», 1962-1971. Serigrafia su acciaio inox lucidato a specchio,cm. 100X70. Courtesy: Biasutti & Biasutti, Torino [sezione «Main Selection»]; [fig. 4] Gonkar Gyatso, «Unititled», 2014. Tecnica mista su carta montata du dibond, cm 40 X 40 X 5. Courtesy: Mimmo Scognamiglio, Milano [sezione «Main Selection»]; [fig. 5] Mark Tobey, «Untitled», 1965. Monotipo con tempera su carta, 100,6x52 cm. Courtesy: Cavana Arte Contemporanea, La Spezia [sezione «Solo Show»]; [fig. 6] Un fotogramma del film «Mr. Turner» (Gran Bretagna, 2014) di Mike Leigh; [fig. 7] Ada Duker, «Imprevedibili nature morte», 2014. Stampa inkjet, laminazione semi-lucida, applicata su dibond, 42 x 56 cm [mostra allestita alla Casa Morandi di Bologna]; [fig. 8] Ahlam Shibli, No.53, Trackers, 2005. Foto digitale a colori. Collezione Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Courtesy dell'artista [opera esposta nella mostra «Too early too late» alla Pinacoteca nazionale di Bologna]; [fig. 9] Christian Boltanski, «A proposito di Ustica». Museo per la memoria di Ustica, Bologna. Veduta dell'allestimento. Foto: Sandro Capati

Informazioni utili 
«Arte Fiera 2015». Quartiere fieristico di Bologna, ingresso Ovest Costituzione - Bologna. Orari: Vernice (ad inviti): giovedì 22 gennaio, dalle ore 12.00 alle ore 21.00. Orari: da venerdì 23 a domenica 25 gennaio, dalle ore 11.00 alle ore 19.00; lunedì 26 gennaio, dalle ore 11.00 alle ore 17.00. Ingresso: intero giornaliero € 20,00; abbonamento 4 giorni, € 35,00 abbonamento 3 giorni: € 33,00; abbonamento 2 giorni: € 30,00; ingresso gruppi (minimo 15 unità) € 15,00, ingresso per i ragazzi fino ai 10 anni gratuito. Informazioni: BolognaFiere, viale della Fiera, 20 - Bologna, tel. 051.282111 o artefiera@bolognafiere.it. Sito web: www.artefiera.bolognafiere.it. Dal 23 al 26 gennaio 2015.  

«Art City Bologna 2015 - Musei, mostre, luoghi d'arte». Bologna, sedi varie.  Programma su: http://agenda.comune.bologna.it/cultura/artcity. Ingresso gratuito o ridotto in tutte le sedi coinvolte per i possessori di qualsiasi biglietto di Arte Fiera  2015. Siti web: www.comune.bologna.it/cultura/ o www.artefiera.bolognafiere.it. Dal 23 al 25 gennaio 2015. 

martedì 20 gennaio 2015

Brafa Art Fair, una settimana di grande arte e antiquariato a Bruxelles

Spegne sessanta candeline Brafa Art Fair, una tra le fiere d'arte e di antiquariato più importanti d'Europa con i suoi oltre cinquantamila ingressi della passata edizione. Dal 24 gennaio al 1° febbraio gli oltre quindicimila metri quadrati del Tour & Taxis di Bruxelles si apriranno, dunque, ancora una volta ai più importanti professionisti del mercato artistico internazionale. Centoventisei le gallerie presenti in questa edizione della fiera, come sempre promossa dell'associazione Foire des Antiquaires de Belgique, nella quale sarà possibile ammirare oggetti realizzati in oltre cinquemila anni di storia, dall’antichità (il pezzo più datato è una kandila, un contenitore in marmo tipico delle isole Cicladi, risalente al 2800-3000 a.C.) ai giorni nostri, in un percorso che spazierà dall’arte asiatica all’oreficeria, dall’archeologia al contemporaneo, dal fumetto ad imperdibili opere di maestri fiamminghi.
Tanti i pezzi da cui farsi ammaliare, a partire dalla perfetta ricostruzione in terracotta di una nave realizzata in Cina tra il 25 e il 220 a.C.. La galleria italiana Chiale antiquariato esporrà, per esempio, una sedia pieghevole fabbricata a Firenze nel Quattrocento, mentre D'Arschot&Cie di Bruxelles metterà in mostra una bellissima spilla ungherese del XVII secolo. Per contro la belga Epoque Fine Jewels presenterà in fiera un raro pendente a forma di sirena realizzato in Francia intorno al 1870; la Stern-Pissarro Gallery di Londra, gestita da Lélia Pissarro (bis-nipote del noto pittore Camille), proporrà, invece, opere di Giorgio De Chirico, Pierre-Auguste Renoir e Marc Chagall. Un altro pezzo da non perdere è, infine, una tavola originale di Hergé valutata 2,5 milioni di euro, esposta dalla galleria belga Huberty-Breyne. Si tratta della copertina dell'albo «L’Etoile mystérieuse» («La Stella misteriosa») del 1942, decima avventura di Tintin.
A curare l’allestimento dell’evento mercantile, al quale farà da corredo un prezioso catalogo di oltre seicento pagine con la riproduzione di una selezione degli oggetti esposti e approfondimenti sulle gallerie presenti, sarà lo studio belga «Volume Architecture» di Nicolas de Liedekerke e Daniel Culot.
Questa edizione di Brafa Art Fair presenterà, poi, un appuntamento speciale: la mostra «The Belgian Collector», a cura della Fondazione Re Baldovino, ideata come omaggio a una decina di collezionisti belgi che -attraverso la propria passione- custodiscono preziosi capolavori del passato e contribuiscono a tramandarli nel tempo.
Per tutta la durata della fiera sarà, inoltre, possibile partecipare ai «Brafa Art Talks», una serie di conferenze che avranno per protagonisti curatori museali, esperti, giornalisti, collezionisti e altri importanti protagonisti del mondo dell’arte, come l’architetto Brigitte Saby, la conservatrice Dominique Dupuis-Labbé, il gioielliere Jean Boghossian (a capo della maison Bogh-Art) e l'antiquario Christian Vrouyr. Dal light design all’erotismo nella produzione di Pablo Picasso, fino a un approfondimento sul mondo dei diamanti, sono in tutto nove gli incontri promossi, con la collaborazione dei divulgatori Biapal.
Tra gli appuntamenti da segnarsi in agenda c’è quello con Anne van Greventein-Kruse e Livia Depuydt-Elbaum che giovedì 29 gennaio presenteranno l’intervento di restauro sul «Polittico dell'Agnello mistico» dei fratelli Van Eyck, un’opera monumentale straordinaria non solo per la sua bellezza, ma anche per la sua storia. Sopravvissuto alla iconoclastia del 1566, il lavoro fu spostato prima a Parigi (1794-1816) e in seguito a Berlino (1816-1920), per essere, quindi, nascosto nella miniere di salgemma di Altaussee durante la Seconda guerra mondiale.
Mentre venerdì 30 gennaio An Van Camp presenterà una selezione delle opere che saranno esposte nella mostra «In oro e argento: Da Leonardo a Jasper Johns», in programma da maggio alla National Gallery of Art di Washington, per poi spostarsi in settembre al British Museum di Londra. L’esposizione presenterà disegni di Jan van Eyck, Rogier van der Weyden, Gerard David, Rembrandt e molti altri, realizzati con punta metallica, una tecnica non molto nota, in cui disegnatore traccia le figure con una stilo in metallo (per lo più d’argento) su un foglio precedentemente preparato con materiale abrasivo.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Marc Chagall, Circo, 1981. Opera esposta dalla Stern-Pissarro Gallery di Londra; [fig. 2] kandila delle isole Cicladi, 2800-3000 a.C.. Opera esposta dalla galleria Cybele di Parigi; [fig. 3]  Spilla con pendente a forma di sirena, 1870. Opera esposta dalla galleria Epoque Fine Jewels di Bruxelles

Informazioni utili 
Brafa Art Fair 2015 – Edizione numero 60. Tour & Taxis, Avenue du Port 86 C, B-1000 Bruxelles (Belgio). Orari: tutti i giorni, ore 11.00-19.00; giovedì 29 gennaio, apertura notturna fino alle ore 22.00. Ingresso: € 20,00; gruppi e minori di 26 anni € 10,00, gratuito per i bambini fino ai 12 anni. Catalogo: disponibile in mostra (€ 10,00). Informazioni: tel. +32(0)25134831 o info@brafa.be. Sito internet: www.brafa.be. Da sabato 24 gennaio a domenica 1° febbraio 2015.




lunedì 19 gennaio 2015

Venezia, un anno all’insegna dei fratelli Pollock alla collezione Geggenheim

Si è concluso con un record di visitatori il 2014 della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. Nel corso dell’anno il museo lagunare ha, infatti, contato 396077 presenze durante i suoi 316 giorni di apertura, con una media giornaliera di 1253 ospiti. Questo eccezionale numero include i 7000 studenti e gli oltre 1000 insegnanti che hanno preso parte al programma di formazione «A scuola di Guggenheim», i 1500 bambini che hanno frequentato i laboratori domenicali del progetto «Kids Day» e le oltre 7700 persone che hanno visitato la collezione in occasione di inaugurazioni, visite speciali ed eventi istituzionali e privati.
Il 2015, che ha appena visto la chiusura della mostra «Azimut/H. Continuità e nuovo», visitata da oltre 110000 persone, renderà omaggio ai fratelli Pollock.
Tre mostre, tre percorsi allestitivi, unici e sorprendenti, porteranno i visitatori a contatto non solo con due massimi capolavori del genio indiscusso dell'Espressionismo astratto americano, Jackson Pollock, ma anche con le opere del meno noto fratello maggiore Charles.
Si comincia il 14 febbraio con una mostra scientifica a cura di Luciano Pensabene Buemi, conservatore della Collezione Peggy Guggenheim, e di Roberto Bellucci, restauratore all’Opificio delle pietre dure di Firenze. «Alchimia di Jackson Pollock. Viaggio all’interno della materia» è il titolo dell’esposizione, in programma fino al 6 aprile, che nasce da un importante progetto di studio e di conservazione delle opere dell’artista americano e che svela attraverso video, riproduzioni in 3D, touch-screen e strumenti interattivi l’esplosione dei colori ritrovati dopo il lungo intervento di pulitura alla quale è stata sottoposta la tela «Alchimia» («Alchemy»). Per l’occasione, l’opera, realizzata nel 1947, sarà esposta senza teca protettiva permettendo così al pubblico l’esatta lettura della sua complessa superficie tridimensionale.
La stagione espositiva proseguirà il 23 aprile con la prima tappa europea della mostra itinerante «Jackson Pollock Mural. L'energia resa visibile», curata da David Anfam, che fino al 9 novembre permetterà al pubblico di vedere a Palazzo Venier dei Leoni l'immenso «Murale» (1943, University of Iowa Museum of Art, Iowa City) realizzato dall'artista per l'appartamento newyorkese di Peggy Guggenheim. Il lavoro, con i suoi 6 metri di lunghezza, è la più grande opera di Pollock esistente al mondo, oggi considerata da una parte della critica il dipinto singolo più importante del XX secolo.
Parallelamente, le sale destinate alle mostre temporanee, presenteranno, fino al 14 settembre, la prima grande retrospettiva dedicata a Charles. La mostra, curata da Philip Rylands e realizzata grazie alla collaborazione dell'archivio Pollock di Parigi, allineerà un centinaio di opere tra dipinti, materiali e documenti, in parte inediti, oltre a lettere, fotografie e schizzi che analizzeranno il rapporto tra i due fratelli.
L'anno si concluderà con un tributo, il primo in assoluto nella storia, all'artista indiano Vasudeo Santu Gaitonde (1924–2001), visitabile dal 3 ottobre al 10 gennaio 2016. Con circa quarantacinque dipinti e opere su carta provenienti da oltre trenta importanti istituzioni pubbliche e collezioni private tra Asia, Europa e Stati Uniti, la mostra, intitolata «V.S. Gaitonde. Pittura come processo, pittura come vita» e curata da Sandhini Poddar, rivelerà al pubblico la produzione di questo solitario e singolare artista che sviluppò un proprio stile non-oggettivo impiegando spatole, rulli e un particolare procedimento di «rimozione».

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Ritratto di Jackson Pollock; [fig. 2] Jackson Pollock, «Alchimia» («Alchemy»), 1947. Olio, pittura d'alluminio (e smalto?) e spago su tela, 114,6 x 221,3 cm. Collezione Peggy Guggenheim, Venezia 76.2553 PG 150; [fig. 3] Una sala della collezione Guggenheim di Venezia con opere di Jackson Pollock

Informazioni utili
Collezione Peggy Guggenheim - Palazzo Venier dei Leoni, Dorsoduro 701 - Venezia. Orari: 10.00-18.00; chiuso il martedì. Ingresso: intero € 14.00; ridotto convenzioni € 12.00; ridotto senior 65 € 11,00, studenti fino ai 26 anni € 8.00; gratuito 0-10 anni. Informazioni: tel. 041.2405411, fax 041.5206885, e-mail: info@guggenheim-venice.it. Sito web: www.guggenheim-venice.it.


venerdì 16 gennaio 2015

Bologna, trent’anni di Lawrence Carroll in mostra al Mambo

Sono gli anni Novanta quando Lawrence Carroll (Melbourne, 1954), uno dei maggiori rappresentanti della pittura contemporanea, noto per aver esposto al Padiglione della Santa Sede nell'ultima edizione della Biennale di Venezia, visita il Museo Morandi di Bologna. Il linguaggio intimo e privato del maestro emiliano, la sua ricerca focalizzata sulla rappresentazione di oggetti d'uso quotidiano sono una rivelazione. L'artista australiano, che deve la propria notorietà all'interesse del conte Giuseppe Panza di Biumo, collezionista appassionato e instancabile che gli fornirà la possibilità di esporre in spazi di particolare valenza architettonica come la varesina Villa Panza o il Palazzo della Gran Guardia a Verona, trova in Giorgio Morandi il suo maestro ideale.
Riveste, dunque, particolare interesse la grande retrospettiva che il Mambo - Museo d'arte moderna di Bologna dedica, in questi primi mesi del 2015, all'artista di Melbourne, le cui opere sono conservate in spazi quali il Moca di Los Angeles, la Galerie der Stadt Stuttgart di Stoccarda o il Guggenheim di New York.
«Ghost House», questo il titolo della mostra bolognese, racconta un percorso artistico di oltre trent'anni grazie a una sessantina di lavori prodotti dalla metà degli anni Ottanta a oggi, in molti casi mai esposti in precedenza e in alcuni realizzati per l'occasione.
Le opere, selezionate da Gianfranco Maraniello, saranno visibili fino a lunedì 6 aprile; la loro esposizione non segue un criterio cronologico: nell’area destinata alle mostre temporanee sono, infatti, stati creati degli ambienti «costruiti sulla memoria», per usare le parole dell’artista, nei quali «opere di diversi periodi sono messe in dialogo tra loro e con il contesto espositivo, nella convinzione -spiegano al Mambo- che un senso possa essere ricercato non solo nei singoli lavori, ma anche nelle relazioni tra di essi, considerati collettivamente e attraverso il tempo, come gli intrecci narrativi di una storia».
Costruendo da sé i telai, come usava fare Giorgio Morandi, Lawrence Carroll sperimenta le diverse possibilità della tela di porsi in relazione con lo spazio e di diventare tridimensionale come una scultura. Forme e volumi diversi, ora concavi ora convessi, interagiscono così con l’ambiente; ad arricchirli ci sono elementi e oggetti di vario genere, che si rivelano come inauditi frammenti poetici: fiori, lampadine, fili elettrici, scarpe, bastoni, stracci di tessuto.
Elemento costante nel lavoro dell’artista è, poi, l’utilizzo del monocromo: una particolare tonalità di bianco, definita dallo stesso a Carroll «off white color», ottenuta tramite strati successivi di pittura che lasciano trasparire imperfezioni, trame, tracce di interventi precedenti.
Si tratta di un panna-avorio lattescente che vuole essere quanto più possibile vicino a quello della tela; l’artista lo sceglie agli esordi senza sapere che diventerà una costante per i successivi trent'anni e a tutt'oggi non ne ha ancora esaurito le possibilità.
Il ricorso al bianco e l’uso di residui di vita quotidiana nelle tele -due, dunque, dei caratteri costanti nella produzione di Lawrence Carroll- creano un’atmosfera di studiata compostezza e di semplicità francescana nelle sale del museo bolognese. Passo dopo passo, il visitatore si trova immerso in un mondo di pura poesia, che è anche un invito a riflettere sulla drammaticità della vita e sulla finitezza di cui ogni uomo è testimone e protagonista. Lo documentano bene tutte le fasi creative dell’artista: dai box paintings ai page paintings, passando per i calendar paintings, gli slip paintings, i light paintings, gli erasure paintings e il più recente freezing painting. Quest'ultimo lavoro, noto per l'uso di novecento litri di acqua ghiacciata, che in qualsiasi momento possono ritornare dallo stato solido a quello liquido, è stato conosciuto dai più in occasione dell’ultima Biennale di Venezia.
Nuovi sono, invece, due dipinti di grandi dimensioni in cui predomina il giallo e altri che incorporano una fonte luminosa, ulteriore tappa, questa, di uno studio sul tema della luce, che ha caratterizzato il lavoro di Lawrence Carroll fin dagli inizi. (sam)

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Lawrence Carroll, Untitled, 1984. Olio su tela, 185,5 x 89 x 5 cm. Collezione dell'artista. Photo credit: Carroll Studio; [fig. 2] Lawrence Carroll, Untitled, 1984. Olio su tela, 254 x 180,3 x 3,8 cm. Collezione dell'artista. Photo credit: Carroll Studio; [fig. 3] Lawrence Carroll, Untitled, 1990. Olio, cera e tela su legno, 91,5 x 147,3 x 30,5 cm. Collezione dell'artista. Photo credit: Carroll Studio; [fig. 4] Lawrence Carroll, «Victory», 2009-2010. Olio, cera, tela, lampadine, fili elettrici, giornali, legno, 291 x 220 x 18 cm. Collezione: Dublin  City Hugh Lane Museum. Image courtesy: Dublin City Hugh Lane Museum. Photo credit: Carroll studio

Informazioni utili 
«Ghost House» - mostra personale di Lawrence Carroll. Mambo – Museo d’arte moderna di Bologna, via Don Minzoni, 14 – Bologna. Orari: martedì, mercoledì e venerdì, ore 12.00-18.00; giovedì, sabato, domenica e festivi, ore 12.00-20.00; chiuso il lunedì. Ingresso: intero € 6,00; ridotto € 4,00. Informazioni: tel. 051.6496611 o info@mambo-bologna.org. Sito internet: www.mambo-bologna.org. Fino al 6 aprile 2015.



giovedì 15 gennaio 2015

Dalla Grande guerra alle trasformazioni urbane degli anni Ottanta: sguardi sulla Roma di ieri

Vent’anni di Roma in ottanta fotografie firmate da nove tra i più noti e indiscussi maestri italiani dell’obiettivo contemporaneo: si potrebbe riassumere così la mostra «Basilico, Berengo Gardin, Bossaglia, Chiaramonte, Cresci, Ghirri, Guidi, Jemolo, Koch», allestita fino a domenica 8 marzo nelle sale espositive del primo piano di Palazzo Braschi.
Dalla basilica di San Pietro a Castel Sant’Angelo, da piazza Navona al Pantheon, da Trastevere a Campo de’ Fiori, dalla Via Sacra al Palatino, sono tanti i luoghi familiari e inconfondibili che scorrono sotto gli occhi dei visitatori, mostrando le numerose e importanti trasformazioni che la città ha subito negli ultimi decenni, dal 1986 al 2006.
Emblematici in questo percorso urbano e fotografico sono, per esempio, due scatti dell’Ara Pacis, nei quali il monumento compare nell’assetto precedente e durante i lavori per l’attuale sistemazione ideata da Richard Meier.
La mostra a Palazzo Braschi offre, nel contempo, un’opportunità di riflessione sulla fotografia contemporanea e sulla sua ricerca di nuove iconografie del paesaggio urbano. L’arco di tempo raccontato focalizza, infatti, l’attenzione anche sul passaggio, importantissimo, dall’analogico al digitale e in questi anni nei quali si abbandonano i processi di ripresa sviluppo e stampa, la fotografia intesa come documento diventa opera d’espressione, superando la classica distinzione fra artista e fotografo. Appare così evidente lungo il percorso espositivo come gli autori in mostra non abbiano avuto come scopo primario quello di documentare una piazza o un palazzo, ma di interpretare i luoghi ritratti con il proprio inconfondibile linguaggio espressivo.
Le immagini esposte, selezionate da Anita Margiotta, provengono dalla sezione contemporanea dell’Archivio di Palazzo Braschi, depositario di una raccolta storica di notevole importanza e consistenza che testimonia l’evoluzione dell’arte fotografica a Roma dalle origini alla prima metà circa del Novecento.
Dallo stesso fondo giungono le trentacinque immagini selezionate per la mostra «Roma e la Grande Guerra. 1915 – 1918», a cura di Anita Margiotta e Maria Elisa Tittoni, che illustra come l’Urbe, pur lontana dal teatro degli scontri, affrontò da protagonista quegli anni.
Si scoprono così testimonianze di una città, dal 1870 capitale del regno d’Italia, ormai adeguata alle moderne funzioni di rappresentanza, con le ampie strade costruite dopo l’Unità, da via Veneto a via Tritone.
Tra gli scatti esposti ce ne sono alcuni attribuiti a Giuseppe Primoli che documentano l’incontro fra Guglielmo II e Leone XIII in Vaticano, e altri, assegnati a Carlo Tenerani, che mostrano il passaggio del corteo di Edoardo VII d'Inghilterra su via Nazionale, durante la sua visita del 1903. Henri Le Lieure De L’Aubepin, fotografo prediletto della corte sabauda e dell’aristocrazia piemontese, testimonia, invece, con le sue immagini la visita dell’imperatore Guglielmo II al Quirinale; mente alcuni scatti della Fotografia Molinari registrano l’arrivo di Gabriele D’Annunzio e l’attesa per il suo discorso in Campidoglio, nel maggio 1915, in favore dell’entrata in guerra.
Arricchisce la piccola, ma preziosa esposizione una carrellata di ritratti dei protagonisti di quegli anni: dai reali d’Italia a papa Benedetto XV, fermo oppositore del conflitto, dal presidente del Consiglio Antonio Salandra al ministro degli esteri Sidney Sonnino, entrambi favorevoli all’entrata in guerra a fianco della Francia e dell’Inghilterra, che avvenne ufficialmente il 24 maggio 1915.
Nella vetrina al centro della sala si trova, infine, esposta una preziosa testimonianza sulla difficile vita al fronte e su alcuni azioni di guerra nelle zone del Col di Lana, del Sas, de Stria o del costone di Bocche. Queste immagini sono tratte da due album provenienti da una collezione privata, fonte diretta di tre reduci romani che parteciparono al conflitto: i fratelli Emilio e Mario Giglioli e l’archeologo Giulio Quirino Giglioli.

Didascalie delle immagini
[Fig.1] Andrea Jemolo,Nuovo Ingresso dei Musei Vaticani, 2006. Archivio fotografico di Palazzo Braschi, Roma; [fig. 2] Luigi Ghirri, Campo dei Fiori, 1990. Stampa cromogenica. Archivio fotografico di Palazzo Braschi, Roma; [fig. 3] Carlo Tenerani, Passaggio del corteo di Edoardo VII in via Nazionale in occasione della sua visita a Roma, 27 aprile 1903. Archivio fotografico di Palazzo Braschi, Roma

Informazioni utili
«Basilico, Berengo Gardin, Bossaglia Chiaramonte, Cresci, Ghirri, Guidi, Jemolo, Koch. Fotografie di Roma dal 1986 al 2006.  Donazioni e committenze» e «Roma e la Grande Guerra. 1915 – 1918» Palazzo Braschi - Sale della fotografia, ingresso da Piazza Navona, 2 e da Piazza San Pantaleo, 10 - Roma. Orari: martedì-domenica, ore 10.00-20.00; la biglietteria chiude alle ore 19.00. Ingresso (integrato museo e mostra) intero € 11,00, ridotto € 9,00. Informazioni: tel. 06.0608 (tutti i giorni, ore 9.00 - 21.00). Sito internet: www.museodiroma.it. Fino all'8 marzo 2015.  

mercoledì 14 gennaio 2015

«Gentō-ban», diapositive dal Sol Levante

Monaci komusō che suonano lo shakuhachi, lottatori di sumo che si preparano alla battaglia, geishe che danzano o che passeggiano tra giardini in fiori, occidentali in risciò, vedute del Monte Fuji, vecchi lampioni a gas che illuminano le vie. Offre un ritratto a tutto tondo del Sol Levante, negli anni tra la seconda metà dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, la mostra «Gentō-ban. Il Giappone dell'Ottocento nelle diapositive della collezione Perino», a cura di Monica Luraschi, allestita fino a domenica 25 gennaio al Museo delle culture di Lugano, nell’ambito della Biennale dell’immagine di Chiasso.
Al centro dell’esposizione, con la quale si festeggiano i centocinquanta anni di relazioni diplomatiche tra la Svizzera e il Paese nipponico, ci sono una ventina di fotografie all’albumina, altrettante cromolitografie tratte da stereografie su cartoncino di T. Enami e soprattutto delicate diapositive in vetro, per la precisione centotrentuno gentô-ban (termine che significa «illusione di luce»), ottenute a partire da negativi fotografici o stereografici, finemente colorate a mano da maestranze locali, per essere poi proiettate su un muro bianco con la lanterna magica, una sorta di proiettore antesignano del cinema.
Queste straordinarie opere d’arte, raccolte dal medico Claudio Perino ed esposte per la prima volta al pubblico dopo la recente donazione al Museo delle culture di Lugano, rappresentavano uno dei souvenir prediletti dei primi turisti europei e nordamericani che veicolavano così tra parenti e amici la misteriosa bellezza di un mondo esotico e lontano dai tratti mitici.
Gli anni documentati dai lavori esposti al primo piano dell’Heleneum, esemplari della cosiddetta Scuola di Yokohama (per molti anni emarginata dalla critica, perché accusata di produrre opere «turistiche», e scoperta solo negli anni Settanta del Novecento) sono quelli del tumultuoso periodo Meiji (1868-1912), un’epoca ricca di contraddizioni nella quale il Giappone si aprì all'Occidente dopo secoli di isolamento, mostrando la magnificenza di una civiltà antichissima fatta di geishe e samurai, figure sospese tra vita quotidiana, spiritualità e tradizioni immortali.
Una nota merita, infine, l’allestimento che ricrea un'atmosfera il più possibile vicina a quella che il pubblico dell’Ottocento assaporava, riproducendo fedelmente uno spettacolo cinematografico, come quello prodotto con la lanterna magica, di cui potevano godere i rappresentanti dell'alta borghesia europea e nordamericana di allora.
La realizzazione di alcuni stereoscopi da parte del laboratorio del museo luganese permette anche la visione tridimensionale delle cromolitografie, come quella prodotta dagli stereoscopi originali. L’esposizione è, inoltre, corredata da una lanterna magica d'epoca e da uno stereoscopio a colonna in prestito dal Musée suisse de l’appareil photographique di Vevey, strumenti utili per rivivere quello spettacolo luminoso, vivace ed esotico che affascinava tanto gli occidentali di ritorno dal Giappone.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Anonimo, «Veduta del Monte Fuji dal Tokaido», Fujikawa Tokaido, 1898-1910 circa © 2014 Città di Lugano, Museo delle Culture, Collezione Perino; [fig. 2] Studio di T. Enami, «Maiko guardano anatre in uno stagno», 1890-1910 circa © 2014 Città di Lugano, Museo delle Culture, Collezione Perino; [fig. 3] Studio di Nakajima Matsuchi, «Geisha mentre danza», 1875-1890 circa © 2014 Città di Lugano, Museo delle Culture, Collezione Perino

Informazioni utili
«Gentō-ban. Il Giappone dell'Ottocento nelle diapositive della collezione Perino». Heleneum - Museo delle culture, via Cortivo, 24-28 - 6976 Lugano-Castagnola (Svizzera). Orari: martedì-domenica, ore 10.00-18.00. Ingresso: intero ChF 12.-; ridotto Chf 8.- (Avs, Ai, Lugano card, Tessera Agip Plus, Tessera di soggiorno, Touring club italiano, giovani 17-25 anni). Catalogo: Silvana editoriale, Cinisello Balsamo (Milano). Informazioni: tel. +41.(0)58.866.6960/62. Sito internet: www.lugano.ch/museoculture. Fino al 25 gennaio 2015. 

martedì 13 gennaio 2015

A casa di Le Corbusier. Parte da Bologna il nuovo progetto di Cristian Chironi

Parte da Bologna, in occasione di ArteFiera, il progetto «My house is a Le Corbusier» che vedrà l'artista visivo e performer Cristian Chironi (Nuoro, 1974) trascorrere un periodo di residenza nelle trenta abitazioni progettate dal grande architetto svizzero naturalizzato francese in giro per il mondo, in dodici nazionali tra le quali l’Argentina, il Belgio, la Tunisia e il Giappone.
Prima tappa di questa curiosa e affascinante geografia dell'abitare sarà il Padiglione Esprit Nouveau, originariamente realizzato da Le Corbusier (La Chaux-de-Fonds, Neuchâtel, 1887 - Roquebrune-Cap-Martin 1965) nel 1925 per l'Esposizione internazionale delle arti decorative di Parigi e ricostruito nel 1977 nella zona fieristica del capoluogo emiliano attraverso lo sforzo congiunto degli architetti Giuliano Gresleri e Josè Oubrerie.
Il padiglione corbusiano, che dal 2011 è stato riaperto al pubblico per iniziativa della Regione Emilia Romagna quale centro di promozione culturale sui temi della città e del territorio, vedrà Cristian Chironi al lavoro per una ventina di giorni (da mercoledì 7 a domenica 25 gennaio).L'esperienza lavorativa dell'artista sardo di nascita e bolognese d'adozione, che in aprile sarà ospite dell’appartamento-studio parigino in rue Nungesser et Coli, sarà scandita da una settimana di lavoro solitario, una successiva in cui il visitatore potrà interagire direttamente con lui ed essere ospitato all’interno dell’abitazione, e una di apertura al pubblico in forma di mostra.
Il progetto, realizzato in Emilia con il sostegno della Fondation Le Corbusier di Parigi e la collaborazione del Mambo – Museo d’arte moderna di Bologna e di Xing, sarà corredato in questa sua prima tappa da una serie di eventi: domenica 18 gennaio, alle ore 14.30, ci sarà una visita guidata con Francesca Talò; sabato 24, alle ore 19.30, si terrà, invece, un live di Francesco «Fuzz» Brasini, che orchestrerà le quote e le misure ricavate dalla planimetria del padiglione, riportate in musica grazie all'ausilio di onde sinusoidali da cui viene generato un cluster continuo di suono.
L'idea di Cristian Chironi è quella di proseguire, poi, il viaggio negli altri Paesi che ospitano case progettate da Le Corbusier, trascorrendo nelle stesse un periodo variabile di tempo per capire sia come oggi viene recepita l’eredità dell'architetto francese, del quale nel 2015 ricorre il cinquantenario della morte, sia cosa significhi, in un periodo di difficile e precaria stabilità economica come quello che stiamo vivendo, essere proprietari di una casa.
Le abitazioni del maestro del Movimento moderno (indirizzo architettonico che professava l’abbandono degli stili storici a favore di un linguaggio progettuale capace di sfruttare le potenzialità tecnologiche dei nuovi materiali quali vetro e acciaio) diventeranno così «postazioni di osservazione privilegiate», dove si potrà discutere e vedere l'artista al lavoro, assistere ad eventi, documentarsi sul materiale raccolto o bere semplicemente un caffè.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Cristian Chironi, My house is a Le Corbusier, foto, 2014, courtesy dell'artista; [fig. 2] Padiglione Esprit Nouveau, Parigi. Esterno, dettaglio, © FLC-SIAE; [fig. 3] Padiglione Esprit Nouveau, Bologna. Interno, dettaglio, 2014. Foto e courtesy di Cristian Chironi 

Informazioni utili 
Cristian Chironi. My house is a Le Corbusier (Esprit Nouveau Bologna). Padiglione Esprit Nouveau, piazza Costituzione, 11-  Bologna. 7 > 25 gennaio 2015 – periodo di residenza; 14 > 22 gennaio 2015 – visite individuali su appuntamento (telefonando al numero +39.349.4634730 o scrivendo una email a cristianchironi@gmail.com), 23 > 25 gennaio 2015 – apertura al pubblico. Orari di apertura al pubblico: venerdì 23 e sabato 24 gennaio, ore 12-00-22.99; domenica 25 gennaio, ore 12.00-20.00. Siti web: www.fondationlecorbusier.fr o www.mambo-bologna.org.  

lunedì 12 gennaio 2015

Franco Guerzoni, ovvero fotografie e tele come memoria del passato

È un mondo fatto di sedimenti del passato e di stratificazioni culturali quello che Franco Guerzoni (Modena, 1948) espone al Mambo – Museo d’arte moderna di Bologna nella personale «Archeologie senza restauro», a cura di Gianfranco Maraniello, visitabile fino a domenica 19 aprile.
Diciassette opere tra tele, gessi, grandi carte parietali e fotografie focalizzano l’attenzione su due estremi temporali del percorso creativo dell'artista: gli esordi degli anni Settanta, recentemente trattati anche dall’esposizione «Nessun luogo - Da nessuna parte - Viaggi randagi con Luigi Ghirri» alla Triennale di Milano, e la produzione più recente, nella quale l’autore emiliano rivolge il proprio sguardo al passato, a ciò che è stato e che è ormai irrecuperabile nella sua struttura originaria. Quest’ultima fase creativa dà vita così a opere simili a reperti archeologici, con superfici mutate dal tempo, polvere e parti sconnesse, opere dalle quali emerge l'indagine sul tempo e sulla poetica della rovina, una sorta di archeologia senza restauro.
Ad accogliere il visitatore all’ingresso della sala espositiva sono due lavori recenti, intitolati «Museo ideale»(2011), superati i quali si trovano alcune opere giovanili della serie «Antropologie» (1976-78), caratterizzate dall'accostamento di immagini fotografiche e oggetti, e una delle recenti donazioni al Mambo: «Libro» del 1971, in cui la superficie pittorica di legno e pigmenti subisce un processo di impaginazione.
In questi lavori degli esordi, Franco Guerzoni si dedica precipuamente al linguaggio fotografico, seguendo un proprio percorso di ricerca sull'immagine e i sistemi di rappresentazione. Sono anni, questi, in cui gli intensi scambi intellettuali con altri giovani artisti modenesi danno vita a collaborazioni importanti come quella già ricordata con Luigi Ghirri, dalla quale nasce un'estesa ricognizione dei territori della provincia modenese, alla ricerca di suggestioni d'immagine.
La scelta di «disoccultare» questo immenso archivio, un patrimonio rimasto a lungo nel cassetto e dallo scorso autunno raccolto in un volume di Skira editore, ha portato l’artista a considerare gli snodi seminali degli esordi, a vedere che cosa permane dei suoi primi lavori nella produzione odierna.
Le opere esposte a Bologna ne sono la prova; «si nutrono, infatti, -raccontano al Mambo- delle «componenti di irresolutezza e di inevitabile dimenticanza derivanti dai riferimenti al passato per trarne una rinnovata energia propulsiva» e un'impronta che si riconosce soprattutto nei lavori realizzati appositamente per questa esposizione. È il caso di «Affresco in corso d'opera» (2014), ma anche di «Stanze», due scatole a parete in cui il supporto di gesso e scagliola ha un rapporto di continuità con l'immagine o con il frammento di essa, e di «Grotta» (2014), ispirata al complesso pittorico della Grotta dei Cervi di Porto Badisco che, grazie a un movimento quasi impercettibile, indaga l'idea di instabilità.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Franco Guerzoni, «Archeologie senza restauro», 2014. Stampa su gesso e scagliola, cm 28 x 48; [fig. 2] Franco Guerzoni, «Antropologie», 1976/78. Stampa fotografica e coccio, cm 23x23; [fig. 3] Franco Guerzoni, «Strappo d'affresco», 2012. Tecnica mista su tavola / mixed media on panel, cm 200x150 

Informazioni utili 
«Franco Guerzoni. Archeologie senza restauro». Mambo – Museo d’arte moderna di Bologna, via Don Minzoni, 14 – Bologna. Orari: martedì, mercoledì e venerdì, ore 12.00-18.00; giovedì, sabato, domenica e festivi, ore 12.00-20.00; chiuso il lunedì. Ingresso: intero € 6,00; ridotto € 4,00. Informazioni: tel. 051.6496611 o info@mambo-bologna.org. Sito internet: www.mambo-bologna.org. Fino al 19 aprile 2015.

venerdì 9 gennaio 2015

Da Ettore Spalletti a Jacopo Tintoretto: un anno di grandi eventi alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia

Sei progetti espositivi, oltre venti appuntamenti tra convegni e giornate di studio, quattro concerti, un premio, ventiquattro borse di studio e una trentina di pubblicazioni: sono questi i numeri delle principali iniziative culturali previste per il 2015 dalla Fondazione Giorgio Cini.
Il nuovo anno segnerà innanzitutto una svolta nelle modalità di conservazione e fruizione degli archivi teatrali, musicali, artistici, storici e letterari custoditi sull’Isola di San Giorgio.
Grazie all’adozione della piattaforma Xdams, l’organismo lagunare inizierà, infatti, la pubblicazione on-line dei suoi fondi, a incominciare dall’intero Archivio iconografico teatrale, raccolta interdisciplinare di oltre 12.800 immagini, che spazia dalla scenografia alla ritrattistica, dall’architettura teatrale alla costumistica, e che rappresenta una fonte imprescindibile per lo studio della storia dello spettacolo, del teatro, della danza e del melodramma.
Contestualmente verrà digitalizzato anche parte del materiale conservato all’Istituto per la musica, realtà del quale ricorrono quest’anno i trent’anni dalla costituzione.
Proprio per festeggiare al meglio questo anniversario è in cantiere la pubblicazione dei fondi Bruni Tedeschi, Casella, Cisilino, Malipiero e Respighi, per un totale di circa ventimila record: una mole di dati di inestimabile valore, che sarà così disponibile on-line per i musicologi di tutto il mondo.
Ad inaugurare le attività per il nuovo anno sarà, però, lo spettacolo «Il Flauto magico secondo l’Orchestra di piazza Vittorio», in agenda il 30 gennaio al teatro Goldoni di Venezia. Il lavoro, per la direzione artistica e musicale di Marco Tronco, rilegge in chiave moderna la celebre opera mozartiana, rivelandone tutta la leggerezza e l’allegria originali, ma vestendo il linguaggio musicale di ritmi inediti che si rifanno alla musica reggae, al jazz, agli intrecci sonori africani e orientali.
Tra gli altri appuntamenti con le sette note in programma si segnalano, poi, un concerto di musica indiana, nel quale il virtuoso Pandit Vishwa Mohan Bhatt suonerà un adattamento della slide guitar Bhatt (19 marzo 2015), e un incontro sulla musica tradizionale coreana, che vedrà esibirsi il compositore Hwang Byungki, virtuoso di cetra kayagum (26 maggio 2015).
Mentre tra gli eventi più attesi dal pubblico della fondazione veneziana c’è senz’altro l’apertura della Galleria di Palazzo Cini a San Vio, in programma dal 25 aprile, la cui offerta culturale sarà arricchita da attività espositive e didattiche. Si inizierà in primavera con una mostra dedicata a Ettore Spalletti, ospitata al secondo piano nobile grazie alla preziosa collaborazione della galleria «Studio La Città» di Verona, nella quale verranno presentate opere in gran parte appositamente realizzate dall’artista in un intimo e stretto rapporto con gli spazi espositivi.
In autunno, all’interno delle stesse sale, è, invece, prevista l’esposizione di un nucleo significativo di disegni della raccolta di Giuseppe Fiocco.
Sono, poi, in cantiere due appuntamenti a sorpresa con la rassegna «L’ospite a Palazzo», inaugurata la scorsa primavera con l’esposizione del «Giovane con liuto» di Bronzino concesso dagli Uffizi di Firenze.
Mentre tra i progetti espositivi in programma all’Isola di San Giorgio Maggiore si segnala «Das Meisterstück. Die europäische Malerpalette» (7 maggio – 7 giugno 2015), con una serie di fotografie in mostra al Cenacolo palladiano nelle quali l’artista tedesco Matthias Schaller ritrae le tavolozze dei maestri che hanno contrassegnato gli ultimi duecento anni della storia della pittura europea come Cézanne, Chagall, Klee, Matisse o Monet, rivelando come la loro tavolozza ne costituisca una sorta di «ritratto indiretto». Toccherà, quindi, all’esposizione «Magdalena Abakanowicz: folla e individuo» (maggio – agosto 2015) animare i mesi della Biennale d’arte.
Prosegue, infine, con due nuove mostre l’attività dell’iniziativa «Le Stanze del Vetro», nata dalla collaborazione con Pentagram Stiftung: «Vetro dalla Finlandia 1932 – 1973 nella Collezione Bischofberger» (12 aprile – 2 agosto 2015) e «Fulvio Bianconi alla Venini» (settembre 2015 – gennaio 2016).
Anche nel 2015 la Fondazione Cini consoliderà, poi, la sua reputazione scientifica grazie all’attività dei suoi istituti e centri di ricerca, con l’organizzazione di giornate di studio e seminari in diversi ambiti disciplinari, dalla storia dell’arte, con l’appuntamento dedicato a Fulvio Bianconi (4 febbraio 2015) o con quello sulla giovinezza di Jacopo Tintoretto (28–29 maggio 2015), alla musica, con il seminario sui «Compositori italiani e il cinema: 1945-1975» (5–6 dicembre 2015), senza dimenticare la drammaturgia, con i convegni «Vera Komissarževskaja incontra Eleonora Duse. La Giovanna d’Arco della scena russa e la Divina del teatro italiano» (4-5 marzo 2015) e «Teatro di avanguardia e composizione sperimentale per la scena in Italia: 1950-1975» (27–28 novembre 2015).

Accanto a queste iniziative, la fondazione proseguirà, inoltre, la valorizzazione del patrimonio immobiliare, mobiliare, materiale e immateriale custodito sull’isola di San Giorgio Maggiore, promuovendo lo studio dei suoi archivi, grazie all’erogazione di ventiquattro borse di studio, per un ammontare di oltre 100mila euro.
Non mancheranno, infine, momenti di formazione come la quarta edizione del seminario sulla musica ottomana diretto dal maestro Kudsi Erguner (13–18 aprile 2015) o la summer school «The Shylock Project» (15 giugno-11 luglio 2015), su William Shakespeare e la sua opera «Il mercante di Venezia», organizzata in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia, in occasione dei quattrocento anni dalla morte dello scrittore e dei cinquecento anni dalla nascita del Ghetto di Venezia.

Didascalie delle immagini
[Figg. 1, 2 e 3] Una scena dello  spettacolo «Il Flauto magico secondo l’Orchestra di piazza Vittorio», in agenda il 30 gennaio al teatro Goldoni di Venezia; [fig. 4] Scala interna della Galleria di Palazzo Cini a San Vio, in Venezia; [fig. 5] Chiostro della Fondazione Giorgio Cini all'isola di San Giorgio a Venezia. 

Informazioni utili 
Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio Maggiore - Venezia, tel. 041.2710211. Sito internet: www.cini.it

giovedì 8 gennaio 2015

Fondazione Torino Musei, tutta l'arte della Gam e di Palazzo Madama a portata di app

Andare per mostre e musei con un semplice click sullo smartphone o sul tablet non è più un sogno. il Google Cultural Institute ha, infatti, da poco lanciato in Europa un nuovo progetto che permette di visitare prestigiosi spazi espositivi del nostro Paese, ma anche di Francia e Olanda, attraverso un’applicazione mobile scaricabile gratuitamente da Google Play.
Il progetto pilota, nato da una costola dell’Art Project, coinvolge in Italia cinque realtà, tre delle quali di Torino: l’Emergence Festival Giardini di Naxos, il Maga di Gallarate e, nel capoluogo piemontese, la Gam – Galleria d’arte moderna, Palazzo Madama e il Mao - Museo d’arte orientale.
Il gruppo di Mountain View fa sapere che questo è solo l'inizio di un lavoro di più ampio respiro: tutti i musei, le fondazioni e gli enti culturali partner del Google Cultural Institute avranno, infatti, l’opportunità di creare gratuitamente la propria applicazione mobile Android per visitare le proprie mostre e collezioni anche da dispositivi mobili. In Italia si tratta di oltre quaranta realtà, tra le quali i Musei capitolini, gli Uffizi, la Venaria Reale, il Poldi Pezzoli di Milano, il Mart di Rovereto e Palazzo Grassi a Venezia.
Il lavoro realizzato per conto della Fondazione Torino Musei ha dato vita a tredici percorsi fruibili dai visitatori tramite smartphone o tablet Android così da esplorare le collezioni della Galleria d'arte moderna, di Palazzo Madama e del Museo d'arte orientale. Si spazia dal «museo in mezz’ora» per i più frettolosi a percorsi legati alle emozioni, fino allo speciale per la mostra temporanea «Women of Vision».
Il lancio delle app si inserisce nella strategia digital della fondazione torinese, che si attualmente occupando anche del completo rifacimento dei siti web istituzionali, mentre continua l’impegno di incontro, ascolto e comunicazione sulle piattaforme sociali.
Ciascuna applicazione dà accesso a testi e fotografie ad alta risoluzione che suggeriscono visite inusuali, stimolanti e curiose alle collezioni. Grazie alla tecnologia Street View, le persone possono, poi, visitare virtualmente gli interni dei tre musei. Una risorsa imperdibile, dunque, quella offerta dal Google Cultural Institute per prepararsi al meglio prima di entrare in museo, per orientarsi tra le opere esposte durante la visita o per conservarne il ricordo una volta tornati a casa.
Nello specifico, la app dedicata alla Galleria d’arte moderna presenta quattro percorsi tematici: due che accompagnano i visitatori alla scoperta dei capolavori del museo e dei colori delle opere, una che spiega i lavori d'arte contemporanea di più difficile interpretazione, e un'altra, intitolata «Humans of Gam», che presenta una gallery alla scoperta di donne, uomini, adulti e bambini protagonisti dei capolavori delle collezioni.
La app dedicata a Palazzo Madama permette, invece, un viaggio dal Medioevo all’Ottocento attraverso cinque tour che esplorano le collezioni da diversi punti di vista. «Il museo in mezz’ora» aiuta i più frettolosi a scoprire i capolavori imperdibili. «In the mood for» è ideato per chi vuole lasciarsi trasportare dagli stati d’animo, mentre «#GoPink» permette di esplorare le varie sale della realtà museale torinese attraverso le sue protagoniste. Ci sono, poi, una guida speciale alla mostra «Women of vision», allestita fino all’11 gennaio, e la proposta di un viaggio tra i colori delle opere esposte, dal bianco e nero allo splendore degli ori.
La app dedicata al Museo d’arte orientale offre, invece, la solita visita per i più frettolosi («Il Mao in mezz’ora), grazie alla quale è possibile scoprire le opere più significative di ogni regione e periodo storico esposti; ci sono, quindi, vari percorsi inusuali: da «Colori d’Oriente», dedicato agli accostamenti cromatici, a «Mantra mode: on», sulle opere che “parlano” di meditazione, senza dimenticare il tour «Mostri, animali e strane posizioni».

Informazioni utili 
g.co/palazzomadamaapp 
g.co/maoapp
g.co/gamtorinoapp

mercoledì 7 gennaio 2015

Dalla mostra «A cavallo dell’anno» alle «Passeggiate d’autore» tra le contrade del Palio: un gennaio ricco di eventi a Siena

Le feste a Siena non sono finite, ma continuano per tutto gennaio. Fino alla fine del mese la città toscana propone, infatti, un ricco cartellone di appuntamenti tra arte, gusto e musica, pensati anche per i più piccoli, che spaziano dalle mostre al Santa Maria della Scala agli itinerari alla scoperta degli angoli più suggestivi del centro storico, da corsi di cucina a concerti di musica classica. Le varie iniziative sono proposte nell’ambito del cartellone di «Tutto il Natale di Siena», una rassegna ideata dall’amministrazione comunale, con il contributo di Banca Monte dei Paschi, in occasione delle festività di fine anno.
Grande protagonista sarà l’arte con la mostra «Rosalba Parrini: giochi, battaglie, storie» al Palazzo pubblico e con il percorso espositivo «Il corpo e l’anima. I luoghi e le opere della cura ospedaliera in Toscana dal XIV al XIX secolo» al Santa Maria della Scala, che racconta con originalità la storia secolare di sette grandi luoghi della sanità nella terra di Giotto e Michelangelo: gli ospedali fiorentini di Santa Maria Nuova, San Giovanni di Dio e degli Innocenti, il Santa Maria della Scala di Siena, il Misericordia e Dolce di Prato, il Santa Chiara di Pisa e il Ceppo di Pistoia.
Negli stessi spazi è visibile, fino al prossimo 31 gennaio, anche la rassegna «A cavallo dell’anno», tre mostre che permetteranno di vedere lavori di grandi artisti del Novecento come Floriano Bodini, Carlo Carrà, Giorgio De Chirico o Marino Marini che hanno raffigurato il mondo equino, oltre a una grande opera del senese Piero Sadun e a un’ottantina di tele e sculture di estrosi autori contemporanei, tra i quali Ignazio Fresu e Fabio Mazzieri.
Tra gli appuntamenti da non perdere per gli appassionati d’arte ci sono, poi, la visita guidata al Duomo (11 gennaio) e la «Passeggiata d’autore» (10 gennaio) tra i vicoli del centro storico, incentrata sulla storia dei Drappelloni del Palio.
Al Museo civico in piazza del Campo sarà, invece, possibile partecipare a un percorso teatrale animato da attori (22 gennaio), che si caleranno nei panni di antichi protagonisti dell’epoca, come balie brontolone, finti bordoni, malfattori, potenti e campanari curiosi per raccontare la vita e i segreti del Palazzo Pubblico tra il Duecento e il Trecento.
Grande spazio nel gennaio senese avrà anche la musica con una serie di iniziative animate dall’Accademia musicale Chigiana, dall’Istituto superiore di studi musicali Rinaldo Francie e dalla Fondazione Siena jazz, con il liceo musicale della città e varie associazioni storiche. Tra gli appuntamenti da non perdere si segnalano i concerti del Coro di Vico Alto (18 gennaio), dell’Unione corale senese (25 gennaio) e dell’Orchestra della Toscana, diretta da John Axelrod (30 gennaio), oltre all’incontro «Tosti a casa D’Annunzio» (16 gennaio).
Per i più piccoli sono, invece, in programma laboratori creativi di pittura e di lettura (10, 15, 16, 19, 23, 24, 30, 31 gennaio) e una mostra in sala San Leopoldo, visibile fino al 25 gennaio, con le tavole originali della storia «Babbo Natale e la piccola renna» di Giovanni Manna. Ai bambini sono dedicati anche il tour «Benedetti animali» (17 gennaio), promosso in occasione della festività di Sant’Antonio abate, e lo spettacolo «Una giornata con Giulio Coniglio» (31 gennaio) al teatro dei Rozzi.
Nel cartellone di eventi promosso dal Comune di Siena per questo inizio anno si segnalano, infine, i corsi di cucina sulle ricette della tradizione toscana (9, 13 e 21 gennaio) e l’apertura, per tutti i venerdì del mese, del mercato dei produttori agricoli.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Siena. Foto di Giulia Brogi; [fig. 2] Interno con i drappelloni del Palio. Contrada della Tartuca, Siena; [fig. 3] Tavola di Giovanni Manna per la storia storia «Babbo Natale e la piccola renna»; [fig. 4] OPpera di Ignazio Fresu per la mostra «A cavallo dell’anno» [Si ringrazia l'Agenzia RobesPierre di Siena per le foto]

Informazioni utili
Tutto il Natale di Siena. Informazioni:: Santa Maria della Scala - Palazzo Squarcialupi, Piazza Duomo, 1 – Siena, tel. 0577.280551 o siena@terresiena.it. Sito internet: www.comune.siena.it/Tutto-il-Natale-di-Siena. Fino al 31 gennaio 2015.