ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 24 settembre 2020

«Lo schermo dell’arte», a Venezia nove film sulla scena creativa contemporanea

Si rinnova la collaborazione tra la Fondazione Pinault e il festival fiorentino «Lo schermo dell’arte», progetto che vede alla direzione artistica Silvia Lucchesi. Mentre a Firenze si scaldano i motori per la nuova edizione, la numero dodici, in programma dal 10 al 14 novembre al cinema La compagnia, in presenza, e on-demand sul portale MyMovies, a Venezia ritorna puntuale, con l’inizio dell’autunno, la rassegna di Palazzo Grassi che offre al pubblico un’esclusiva selezione di film, documentari e progetti cinematografici firmati da importanti video-artisti e filmmaker internazionali che hanno focalizzato la loro attenzione sul mondo dell’arte contemporanea.
Scenario della manifestazione, in programma dal 28 settembre al 1° ottobre, è ancora una volta il Teatrino di Palazzo Grassi. Tutti i film sono in lingua originale, con i sottotitoli in italiano.
Ad aprire il festival, a ingresso gratuito con accesso prioritario ai possessori della Membership Card, sarà il 28 settembre, alle ore 18.30, a «Ettore Spalletti» (Italia, 2019, 89’), documentario di Alessandra Galletta dedicato al maestro recentemente scomparso. L’opera costituisce una preziosa testimonianza della vita e della pratica di un artista lontano dai clamori dei palcoscenici del sistema, che ha lasciato un contributo fondamentale all’arte contemporanea grazie alla sua indagine sulla luce e il colore, tanto in pittura, quanto in scultura. A seguire, alle ore 20.15, ci sarà la proiezione di «Putin’s Happy» di Jeremy Deller (Regno Unito, 2019, 40’), un film che racconta le istanze xenofobe, l’isolazionismo e il patriottismo che hanno alimentato la scelta della Gran Bretagna di uscire dall’Unione Europea.
Martedì 29 settembre si parte sempre alle ore 18.30 con «The Proposal» di Jill Magid (Stati Uniti, 2018, 82’), che ripercorre la complessa vicenda della realizzazione di un progetto della stessa regista che sarebbe dovuto confluire in una mostra dedicata al visionario architetto messicano Luis Barragàn.
Nel tentativo di consultarne gli archivi divisi tra Città del Messico e Basilea, l’artista va incontro a una lunga serie di difficoltà, scontrandosi in particolar modo con Federica Manco, colei che, per una serie di vicissitudini legate all’eredità dell’architetto messicano, oggi possiede e conserva in Svizzera il suo archivio professionale e i diritti legati alla riproduzione del suo lavoro.
Chiude la sessione, alle ore 20.10, il film che Halina Dyrschka ha dedicato all’artista e mistica svedese Hilma Af Klint (1862–1944): «Beyond the Visible» (Germania, 2019, 93’). Il progetto restituisce così visibilità a un’artista dimenticata, che ha però avuto un ruolo di primissimo piano nell’evoluzione storico-artistica, essendo stata tra i primi ad aver introdotto l’astrazione in pittura al principio del XX secolo.
Mercoledì 30 settembre la rassegna proseguirà al Teatrino, alle ore 18.30, con il film «Olafur Eliasson: Miracles of Rare Device» (Regno Unito, 2019, 61’) di Alan Yentob che indaga la pratica dell’artista danese (1967) a partire dalla preparazione della sua nuova mostra personale, «Real Life», alla Tate Modern, che segue lo straordinario successo ottenuto nel 2003 da «Weather Project, visitato da più di due milioni di spettatori. Il tema centrale di «Real Life», che sta alla base della maggior parte dei lavori di Eliasson, è l’interazione tra elementi naturali come l’acqua e la luce con la percezione fisica che lo spettatore ha dello spazio.
Dalle ore 19.45, protagonista dello schermo sarà, invece, il duo artistico Masbedo, composto da Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni, con «Welcome Palermo» (Italia, 2018-2019, 75’). Il film è l’evoluzione formale e narrativa del progetto «Videomobile», l’articolata installazione multi-canale dedicata al rapporto tra Palermo e il cinema e concepita dagli artisti nel 2018 in occasione di Manifesta 12 Palermo.
Giovedì 1° ottobre la rassegna si concluderà con la visione di tre film. Si inizierà alle ore 18.30 con la proiezione di «Triple-Chaser» (Regno Unito, 2019, 11’) del collettivo inglese Forensic Architecture, candidato al Turner Prize 2018. L’obiettivo della ricerca, che prende nome da un tipo di granata contenente gas lacrimogeno, è quello di identificare le granate esaminando, attraverso una speciale tecnologia digitale, milioni di immagini condivise sul web così da conoscerne l’effettivo utilizzo contro la popolazione.
Si continuerà con «Walled Unwalled» dell’artista giordano Lawrence Abu Hamdan (Germania, Libano, 2018, 21’), che ha vinto il Turner Prize nel 2019. La video-performance è stata realizzata a Berlino negli studi di effetti sonori Funkhaus, ubicati nell’ex stazione radiofonica della Germania dell’Est, e si interroga su come il suono sia percepito dall’orecchio umano quando chi ascolta si trova oltre una barriera fisica. Per farlo, l’artista ha analizzato tre celebri casi giudiziari, tra cui quello molto noto dell’atleta Oscar Pistorius L’ultimo film in programma è «Barbara Rubin and the Exploding NY Underground» di Chuck Smith (Stati Uniti, 2018, 78’), che riporta in luce la vicenda umana e professionale dell’artista, filmmaker e performer americana Barbara Rubin (1945 – 1980), attraverso un fondo epistolare conservato dall’amico e cineasta Jonas Mekas.
Quattro giorni di programmazione e nove titoli caratterizzano, dunque, la nuova edizione veneziana del festival «Lo schermo dell’arte», uno dei tanti eventi di questo primo scorcio d’autunno in programma al Teatrino di Palazzo Grassi. Sabato 26 settembre, dalle ore 15 alle ore 18, il fotografo Marco Cappelletti e Roberta Albiero, docente di Composizione architettonica e urbana allo Iauv di Vanezia, condurranno, per esempio, il laboratorio «Fender», che prevede l’utilizzo del mezzo fotografico per riformulare il concetto di «distanziamento» sociale. Mentre giovedì 1° ottobre, a partire dalle ore 10.30, si terrà il seminario «Verso una carta di Venezia per la cultura urbana», realizzato con il patrocinio del Consolato generale di Svizzera a Milano.
Gli appuntamenti al Teatrino sono anche un’ottima occasione per vedere la bella mostra che Palazzo Grassi dedica in questi giorni a Henri Cartier-Bresson (Chanteloup-en-Brie, 22 agosto 1908 – L'Isle-sur-la-Sorgue, 3 agosto 2004) . «Le Grand Jeu», questo il titolo del progetto espositivo, rivisita la Master Collection del fotografo a partire dalle suggestioni di cinque curatori particolari: il regista Wim Wenders, la fotografa Annie Leibovitz, lo scrittore Javier Cercas, la curatrice Sylvie Aubenas e, naturalmente, il padrone di casa, il collezionista Francois Pinault. Un’occasione, questa, per rivedere le più belle immagini del maestro del «momento decisivo», del fotografo che è stato definito l’«occhio del secolo» per averci scatti di momenti storici epocali, ritratti di vita popolare del tempo e raffigurazioni di grandi personaggi dell’epoca.

Vedi anche


Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Masbedo, «Welcome Palermo». 2018-2019 Still da film- Commissioned by Manifesta 12. Produced by In Between Art Film; [fig. 2] «Beyond the Visible. Hilma af Klint» di Halina Dyrschka”, Germania, 2019, 93’. still; [fig. 3] «Ettore Spalletti» di Alessandra Galletta, Italia, 2019, 89’; [fig. 4]  «Beyond the Visible. Hilma af Klint» di Halina Dyrschka, Germania, 2019, 93’. still;[fig. 5] «Walled Unwalled» dell’artista giordano Lawrence Abu Hamdan (Germania, Libano, 2018, 21’)

Informazioni utili 
Lo schermo dell’arte – VII Edizione. Teatrino di Palazzo Grassi, San Marco 3260 - Venezia. Dal 28 settembre al 1 ottobre 2020, dalle 18.30. Sito internet: www.palazzograssi.it

 


mercoledì 23 settembre 2020

«Play with Food», quando il buon cibo dà spettacolo

Compie dieci anni «Play with Food – La scena del cibo», il primo e unico festival teatrale italiano interamente dedicato al mondo dell’eno-gastronomia e alla convivialità, nato nel 2010 da un’idea di Davide Barbato, attuale direttore artistico, che fino al marzo del 2019 ha co-organizzato la manifestazione con Chiara Cardea per conto dell’associazione Cuochilab.
Per spegnere le dieci candeline, e nel rispetto delle normative anti-Covid, la rassegna, realizzata con il patrocinio della Città di Torino, si apre al nuovo e propone un debutto all’insegna dell’on-line, aprendo così virtualmente le porte al pubblico di tutto il territorio nazionale (e non solo).
Lunedì 28 settembre, alle ore 19, va in scena in prima assoluta, ed esclusivamente sul web, la performance interattiva «Questo non è un tavolo» di Chiara Vallini (posto unico euro 5,00), con le musiche originali di Fabio Viana e Fulvio Montano.
Nata dalle sperimentazioni dell'artista durante la quarantena, l'esperienza, riservata a una ventina di persone per volta e in replica tutte le sere fino al 4 ottobre, inizia come «una normale web chat» in cui gli spettatori, come invitati a un aperitivo virtuale, «si ritroveranno inaspettatamente coinvolti -raccontano gli organizzatori- in un evento misterioso, partecipando alla creazione di un racconto nel quale, gradualmente, presente e passato, finzione e realtà si intrecceranno».
Si apriranno così sette giorni di spettacoli dal vivo, performance on-line, cene teatrali, colazioni cinematografiche, eventi segreti e, come di consueto, appuntamenti conviviali, riuniti sotto il titolo: «Il cuore nello stomaco».
La nuova immagine, opera dell'illustratore Cesco Rossi, racconta perfettamente questa storia, rappresentando una pietanza fantastica, allo stesso tempo primordiale e futuristica, deliziosa e repellente, enigmatica ed emozionante, che ricorda le fattezze di «un cuore pulsante, colorato e complicato».
Il primo appuntamento in presenza si terrà, invece, martedì 29 settembre, alle ore 20, al teatro Astra con la prima regionale di «Racconti di zafferano» di Maria Pilar Peréz Aspa per la produzione della compagnia milanese ATIR / Teatro Ringhiera. Durante lo spettacolo, in un’atmosfera intima e suggestiva, l’attrice spagnola cucinerà una paella di carne, secondo la ricetta dell’epoca cervantina, che sarà poi servita agli spettatori. Tra i fornelli e i profumi della cucina, prenderanno vita pagine memorabili di Cervantes, Proust, Vicent, Montanari, Scarpellini, Montalbán e Fernando de Rojas che parlano di cibo, di fame, di nutrimento, di ritualità.
Sempre al teatro Astra andrà in scena, mercoledì 30 settembre, alle ore 20, un celebre testo di Annibale Ruccello, «Anna Cappelli», qui interpretato da Carlo Massari, in un insolito allestimento che, letteralmente, farà entrare il pubblico nella casa della protagonista, per assistere alla sua comica e grottesca parabola, e scoprire inaspettate e macabre declinazioni del cibo.
Prima dello spettacolo, Chiara Cardea proporrà un «assaggio» dei cinque racconti e dei due monologhi pubblicati sul numero speciale di «Crack Rivista» dedicato a «Play with Food», esito della call «Abbiamo fame di storie!» che conferma la volontà del festival di sostenere e incoraggiare la creatività di giovani scrittori e drammaturghi. In occasione della nona edizione della rassegna torinese, partirà, inoltre, la seconda parte della call, per la selezione della compagnia a cui verrà affidata la messa in scena dei due monologhi selezionati, il cui debutto si terrà durante l'edizione 2020 del Torino Fringe Festival (www.tofringe.it/partecipa).
Giovedì 1°ottobre
, alle ore 20, «Play with Food» si sposterà, quindi, al Qubì, dove il romano Claudio Morici proporrà la prima regionale dello spettacolo «Il grande carrello», tratto dall’omonimo libro di Fabio Ciconte e Stefano Liberti pubblicato nel 2019 per i tipi di Laterza. L’appuntamento teatrale si configura come un’indagine comica e serissima che scompone e mette a nudo la realtà nascosta dietro la distribuzione organizzata, che veicola il settanta per cento dei consumi alimentari degli italiani. Da dove arriva il cibo che vendono i supermercati? Chi ne decide il prezzo e la disposizione sugli scaffali? Perché viene esposto un determinato prodotto a discapito di un altro? sono alcune delle domande che tessono il racconto con l’obiettivo di informare su questioni fondamentali ma anche di suscitare reazioni che, mai come in questo caso, potremmo definire «di pancia».
Venerdì 2 ottobre, alle ore 21, i riflettori saranno, invece, puntati sugli attori-contadini del Teatro delle Ariette che tornano a Torino, all'Unione culturale Franco Antonicelli, con il loro storico spettacolo «Teatro da mangiare?», che ha debuttato a Volterrateatro il 18 luglio 2000, vent’anni fa, e che in questi anni si è comportato come un vero e proprio organismo vivente crescendo, maturando e arricchendosi dell’esperienza di oltre milleduecento repliche in giro per l’Italia e l’Europa.
Con «Teatro da mangiare?» si mangia davvero e si mangia bene. Si mangiano i prodotti della terra che Paola Berselli e Stefano Pasquini coltivano dal 1989 nelle campagne dell'Appennino bolognese.
Seduti attorno a un tavolo, consumando un vero pasto, gli spettatori-commensali, sempre pochi per creare un'atmosfera intima e unica, ascolteranno l'appassionante esperienza di un teatro fatto fuori dai teatri.  
Tagliatelle fatte in casa, tigelle, vino e prodotti rigorosamente biologici non mancano mai in questa curiosa performance, tra mattarelli da cucina e vecchie canzoni, della quale ha scritto anche il quotidiano francese «Le Monde».
Lo spettacolo sarà in replica sabato 3 ottobre, sempre alle ore 21, mentre domenica 4, dalle ore 10 alle ore 14, ancora all'Unione culturale, il Teatro delle Ariette proporrà la masterclass «La memoria del cibo», a cura di Per+formare e Progetto Zoran, aperta a tutti, attori professionisti e non.
Anche in questa strana stagione segnata dal distanziamento sociale, «Play with Food» organizzerà, nella serata di sabato 3 ottobre, a partire dalle ore 19, una delle sue tradizionali «Underground dinner»: un evento performativo e conviviale in un luogo segreto il cui indirizzo sarà svelato ai soli partecipanti. Protagoniste saranno la fiorentina Patrizia Menichelli - artista che, dal 1996, fa parte della storica compagnia Teatro de los Sentidos di Barcellona – e la food stylist toscana Claudia Guarducci
In scena ci sarà la prima nazionale di «The Poetic Dinner: Amalia, ricette senza ingredienti»: un’esperienza sensoriale, un viaggio intimo che coinvolge un piccolo gruppo di persone alla scoperta della vera storia di Amalia Moretti Foggia, giornalista e scrittrice nata nel 1872 e nota con lo pseudonimo di Petronilla
Gli ospiti, invitati in un luogo sconosciuto, saranno accompagnati a incontrare la storia di Amalia attraverso i cinque sensi, scoprendo memorie, ricordi, impressioni, sogni, oggetti, profumi e piccoli sapori.
Domenica 4 ottobre, alle ore 10.30, ci sarà un altro appuntamento classico del festival: la Cinecolazione, organizzata in collaborazione con Les Petites Madeleines e ospitata in una delle storiche bocciofile torinesi, l’Asd La Tesoriera.
Non mancheranno, poi, un momento di approfondimento: sabato 3 ottobre, dalle ore 14.30 alle ore 18, al Circolo dei lettori si terrà il convegno «Play at Home», a cura del critico e organizzatore Alessandro Iachino, dedicato al teatro d’appartamento, ottima occasione per riflettere sulle esperienze nazionali più rilevanti dedicate a questo formato spettacolare, insieme a operatori, artisti e studiosi. Saranno presenti Paola Berselli, Stefano Pasquini, Patrizia Menichelli, Claudia Guarducci, Chiara Vallini, Laura Valli, Rossella Tansini, Barbara Ferrato e Lorenzo Barello. Chiuderà l’incontro un approfondimento di Francesca Serrazanetti, critica e docente al Politecnico di Milano.
A chiudere il festival sarà Gabriele Vacis che domenica 4 ottobre, alle ore 17.30, proporrà al teatro Colosseo una «Meditazione sul cibo», accompagnato dalle scenofonie di Roberto Tarasco
A partire da «Il pranzo di Babette», racconto di Karen Blixen reso celebre dal film da Oscar di Gabriel Axel, il regista torinese delineerà un intenso percorso attraverso miti e ricette, economie e speculazioni, giudizi e pregiudizi su ciò che ci nutre. 
In occasione dell'evento, è previsto un inconsueto Aperitivo Fuorisede, in rispettosa applicazione delle normative vigenti: non potendo proporre al pubblico un momento conviviale nel foyer del teatro, a causa del distanziamento sociale, i food partner offriranno a tutti gli spettatori una degustazione «in differita» presso i loro punti vendita.
Un’edizione, dunque, ricca di eventi, riservati a pochi e dal grande fascino, tutti nati per nutrire il corpo e lo spirito con cibo e parole. 

Vedi anche

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Una scena dello spettacolo «Racconti di zafferano» di Maria Pilar Peréz Aspa. Foto: Serena Serrani [fig. 2] Immagine di  Cesco Rossi per la decima edizione di Play with food; [fig. 3] Immagine promozionale dello spettacolo «Anna Cappelli», interpretato da Carlo Massari; [fig. 4] Una scena di uno spettacolo del Teatro delle Ariette. Foto: Roberto Cerè; [fig. 5] Una scena di uno spettacolo del Teatro delle Ariette. Foto: Giovanni Battista Parente; [fig. 6] Immagine promozionale dello spettacolo «Il grande carrello» di Claudio Morici, tratto dall’omonimo libro di Fabio Ciconte e Stefano Liberti

Informazioni utili 
Play with food – La scena del cibo. 10 anni 2010-2020. Torino, 28 settembre - 4 ottobre 2020. Informazioni: tel. +39.351.6555757. Sito internet: www.playwithfood.it

martedì 22 settembre 2020

«Dopo», tre spettatori alla volta per un racconto sulle nostre ferite emotive

Ha un titolo non casuale il primo spettacolo della nuova stagione del Funaro di Pistoia. Si intitola «Dopo» ed è un’installazione sensoriale, abitata e itinerante, di Gabriella Salvaterra, storica componente del Teatro de los Sentidos di Enrique Vargas, che sembra pensata appositamente per questi tempi incerti, caratterizzati dal distanziamento sociale. L’ingresso alla performance, in cartellone dal 24 al 27 settembre, è, infatti, studiato per piccoli gruppi: soli tre spettatori alla volta ogni dieci minuti.
Primo progetto indipendente dell’artista modenese, che per oltre vent’anni ha lavorato fianco a fianco con il regista e antropologo colombiano, teorico della cosiddetta «drammaturgia sensoriale» in cui la scena diventa un luogo in cui sperimentare e compiere un viaggio interiore, «Dopo» ha iniziato a prendere forma nel 2015 e, negli anni, è diventato la prima tappa di una trilogia sui temi della rottura e della riparazione insieme.
Gabriella Salvaterra, classe 1968, ha, infatti, ideato in questi ultimi anni anche gli spettacoli «Un attimo prima», che ha debuttato nel 2017 al festival «Da vicino nessuno è normale» a Milano, e «Sollievo», del 2019, prodotto a Calais da Le Channel – Scène nationale. 
Scavare nella memoria alla ricerca di una ferita emotiva che abbiamo nascosto al nostro inconscio perché troppo dolorosa, ma che ha modificato completamente la nostra vita e il nostro modo di relazionarci agli altri, è il tema al centro dell’installazione, che al Funaro di Pistoia vedrà la partecipazione anche di Loredana D'Agruma ed Elena Ferretti
L’artista modenese, che al suo percorso teatrale associa anche la docenza al master universitario «Linguaggio sensoriale e poetica del gioco» dell'università spagnola di Girona, così racconta la scintilla da cui è nato il progetto: «come per moltissime persone, qualcosa […] si è rotto dentro di me. Gli eventi mi hanno colpita in maniera profonda e personale e hanno segnato indelebilmente la mia famiglia. E sono dovuta tornare al punto di partenza, ho dovuto e voluto guardare con occhi nuovi la rottura, quelle interruzioni che ci costituiscono come individui e come società. Ho sentito che questo nuovo sguardo era più forte più centrato, addirittura forse più sereno. Sembra che quando si rompono le certezze, emergono silenzi che vale la pena ascoltare e attraversare, verso quello che potrà accadere...dopo».
Lo spettacolo di Gabriella Salvaterra è il primo appuntamento di una stagione che per il momento è programmata da settembre a dicembre, in attesa di capire quello che sarà possibile proporre nei prossimi mesi, in questo periodo di incertezza che tocca ogni ambito e che è caratterizzato da particolari restrizioni per le sale teatrali.
Grande attenzione verrà riservata in questi primi mesi di programmazione ai più piccoli, la cui stagione prenderà il via sabato 21 novembre con «Fiabe Toscane» di Toscana Media Arte; mentre sabato 12 dicembre sono in programma tre repliche dello spettacolo «Fiabe in forno» di Francesca Giaconi. Per i bambini delle materne, dai 3 ai 5 anni, sono stati, invece, pensati, per le giornate del 7 novembre e del 5 dicembre, degli «Incontri di movimento creativo», a cura di Sara Balducci. Non mancherà, poi, la rassegna «Il Raccontamerende», che quest'anno si terrà il terzo mercoledì del mese: il 21 ottobre ci sarà «Ti conosco mascherina», il 18 novembre «Se la torta non ha torto. Racconti golosi» e, infine, il 16 dicembre «Un quadrato a tutto tondo. Racconti senza spigoli».
Sono previsti anche degli incontri per gli adulti, tutti coordinati da Massimiliano Barbini della Biblioteca del Funaro, che spaziano dagli appuntamenti sul Novecento italiano, incentrati sulle figure di Primo Levi (9 ottobre) e di Carlo Emilio Gadda (6 novembre), al progetto «La mezz’ora d’aria ovvero Shakespeare da tavolo», con due racconti di trenta minuti ciascuno intitolati rispettivamente «I due gentiluomini di Verona» (13 novembre) e «Il racconto d'inverno» (4 dicembre). Completa l’offerta per i più grandi «Leggiamo poi si vedrà»: letture e proiezioni su cinema, letteratura e teatro, precedute da aperitivo, che quest'anno indagheranno la figura di Pier Paolo Pasolini (23 ottobre, 27 novembre e 11 dicembre).
A ottobre riprenderà anche l’attività didattica, che prevede oltre venti corsi per diverse tipologie di allievi (dai bambini agli anziani, dai ragazzi ai disabili) e con differenti discipline (dal teatro al circo, dalla scrittura allo yoga teatrale).
Mentre a novembre il Funaro tornerà a svolgere la sua funzione di residenza artistica, in questo caso per Daniel Pennac e la compagnie Mia, per lo spettacolo «La legge del sognatore», tratto dall'omonimo libro edito da Feltrinelli editore, con la regia di Clara Bauer.
Una proposta, dunque, composita quella del Funaro di Pistoia che mette al centro, il pubblico a partire dal primo appuntamento del nuovo corso, quello post Covid: un invito a riflettere su di noi, sulle crepe del cuore, su ciò che non può più essere guarito e su ciò che si può ancora riparare, anche se niente sarà più come prima. Il viaggio, pur sempre intenso e intimo, è diverso per ognuno perché, citando il compositore Claude Debussy, «l’anima altrui è una foresta oscura dove bisogna camminare con precauzione».

Informazioni utili 
Il Funaro Centro culturale, via del Funaro 16/18 – Pistoia. Info: tel. 0573.977225/ 976853, e-mail info@ilfunaro.org. Sito web : www.ilfunaro.org.
Ingresso per «Dopo»: € 15,00 intero; € 12,00 tesserati il Funaro e convenzionati (abbonati Teatri di Pistoia, Stagione Fondazione Pistoiese Promusica, membri Institut Français di Firenze, Soci FAI, Slow Food Pistoia, Touring Club Italiano, visitatori Centro Guide Turismo Pistoia, Trenitalia - abbonati regionali, possessori di biglietto nella stessa giornata dello spettacolo o di badge aziendale per dipendenti e familiari.
Ingresso per gli spettacoli per bambini e famiglie: € 8,00 intero; € 6,00 tesserati il Funaro e convenzionati (Abbonati Teatri di Pistoia, Stagione Fondazione Pistoiese Promusica, membri Institut Français di Firenze, Soci FAI, Slow Food Pistoia, Touring Club Italiano, visitatori Centro Guide Turismo Pistoia, Trenitalia - abbonati regionali, possessori di biglietto nella stessa giornata dello spettacolo o di badge aziendale per dipendenti e familiari.
Note: per gli spettacoli la prenotazione è obbligatoria ed è possibile scrivendo a info@ilfunaro.org o telefonando al numero 0573.977225 (da martedì a venerdì, ore 10-13 e ore 16-19, lunedì, ore 16-19). Il biglietto dovrà essere ritirato al Funaro (negli stessi orari e giorni di apertura della biglietteria telefonica) entro 48 ore dalla data prenotata (diversamente decadrà la prenotazione).