ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 21 maggio 2021

«Come vivremo insieme?» La Biennale di architettura immagina il mondo post-pandemia

«Insieme»: è questa la parola d’ordine della diciassettesima edizione della Mostra internazionale di architettura – La Biennale di Venezia, in programma dal 22 maggio al 21 novembre. Lo dichiara con chiarezza il titolo della rassegna scelto dal curatore, l’architetto e ricercatore libanese di nascita e statunitense d’adozione Hashim Sarkis, docente universitario e preside dal 2015 della School of Architecture and Planning del Massachussetts Institute of Technology. «How will we live together?», ovvero «Come vivremo insieme?», è, infatti, la domanda - contemporaneamente «sociale, politica e spaziale» - sotto cui sono state riunite le proposte dei centododici artisti ospiti (non solo architetti, ma anche scienziati, ricercatori, costruttori, ingegneri, artigiani), provenienti da quarantasei Paesi di tutto il mondo, con una significativa rappresentanza da Africa, America Latina e Asia e con una uguale presenza di uomini e di donne. Sembra quasi difficile credere che questo titolo, tanto attuale quanto profetico, sia stato scelto solo pochi mesi prima dello scoppio della pandemia da Covid-19, una sfida imprevista e inimmaginabile per tutti noi che ci ha portato a rivedere il nostro concetto di abitare e di essere comunità. Anche se – precisa Hashim Sarkis nella presentazione – la domanda non è solo urgente, ma è anche antica; fa parte della storia dell’uomo: «i babilonesi la posero nel costruire la loro torre. L’ha posta Aristotele quando scriveva di politica. La sua risposta è stata ‘la città’. La posero le rivoluzioni francese e americana. Sullo sfondo tumultuoso dei primi anni Settanta del secolo scorso, Timmy Thomas lo implorò nella sua canzone ‘Why Can’t We Live Together?’».
La mostra è organizzata in cinque «scale» (o aree tematiche), tre allestite all’Arsenale e due al Padiglione centrale, che si intitolano rispettivamente «Among Diverse Beings», «As New Households», «As Emerging Communities», «Across Borders» e «As One Planet».
A completare il progetto espositivo ci sono, poi, la rassegna «How will we play together?» a Forte Marghera, con cinque installazioni in legno e acciaio che riflettono sul valore del gioco nella nostra vita quotidiana, e una serie di partecipazioni fuori concorso, tra cui una collettiva di Studio Other Spaces (rappresentato da Olafur Eliasson e Sebastian Behmann), un’istallazione esterna ai Giardini dedicata allo sport, e un evento speciale della Vuslat Foundation, che per l’occasione porta in Laguna, all’Arsenale, «Idea di pietra – Olmo», un’opera di Giuseppe Penone.
La diciassettesima edizione della Biennale di architettura vede, inoltre, rinnovarsi per il quinto anno consecutivo la collaborazione con il Victoria and Albert Museum di Londra, che presenta, alla Sala d’Armi, la mostra «Three British Mosques», a cura di Christopher Turner ed Ella Kilgallon, un percorso nel multiculturalismo contemporaneo attraverso la presentazione di tre spazi britannici adibiti a moschee: Brick Lane, in precedenza una cappella protestante e poi una sinagoga, Old Kent Road, collocata in un vecchio pub, e Harrow Central, costruzione situata di fianco alla casa a schiera che precedentemente ospitava il luogo di culto.
L’offerta espositiva si completa, infine, con diciassette eventi collaterali, sparsi per l’intera città, tra cui la mostra «Tropicalia - Architecture, Materials, Innovative Systems», organizzata da Zuecca Projects e Coldefy allo Squero Castello, nella quale verrà presentata la serra più grande del mondo, la cui costruzione è prevista per il 2024 sulla Côte d’Opale (in Francia): una meravigliosa «bolla» naturale, abitata da splendide farfalle e colibrì che svolazzano da un fiore all'altro. 
Escono fuori dai Giardini e dall’Arsenale anche i Padiglioni nazionali. Quest’anno sono sessantuno gli Stati che hanno deciso di portare i propri progetti in Laguna, tre dei quali sono al loro debutto alla Biennale di architettura: Grenada, Iraq e Uzbekistan. Come vivremo in un contesto politico caratterizzato da divergenze sociali sempre più ampie e da diseguaglianze economiche e razziali sempre maggiori? Che cosa accadrà con l’intensificarsi della crisi climatica? Come affronteremo il problema della carenza di un bene primario come l’acqua? Ci saranno veramente persone costrette ad abbandonare la loro terra, ormai diventata inospitale, e che cosa comporterà questa nuova situazione? Sono alcune delle domande alle quali prova a rispondere il percorso espositivo, arricchito dai «Meetings on Architecture», incontri con architetti e studiosi di tutto il mondo, il cui calendario in costante aggiornamento può essere consultato sul sito della Biennale di Venezia.
Tra installazioni di grande impatto e visioni sul post-umano, tra opere ispirate alla natura e riflessioni su quello che rischiamo di perdere, gli artisti in mostra sembrano dirci che le sfide del futuro devono essere affrontate con tempestività, creatività, generosità, speranza e un forte senso di comunità. In un momento storico nel quale la distanza sembra essere una condizione di sicurezza, Hashim Sarkis ci ricorda, infatti, che nessun uomo è un’isola e che il nostro domani, non solo architettonico, lo scriveremo – lo dobbiamo scrivere - insieme. «Insieme - si legge nella presentazione - come esseri umani che, nonostante l'individualità crescente, desiderano ardentemente connettersi tra loro e con altre specie attraverso lo spazio digitale e reale; - insieme come nuovi nuclei familiari alla ricerca di spazi abitativi più diversificati e dignitosi; - insieme come comunità emergenti che reclamano equità, inclusione e identità spaziale; - insieme oltre i confini politici per immaginare nuove geografie di associazione; - insieme come pianeta che sta affrontando crisi che esigono un’azione globale affinché tutti noi continuiamo a vivere».

Didascalie delle immagini
Foto Marco Zarzonello. Courtesy La Biennale di Architettura

Informazioni utili
«How will we live together?». 17. Esposizione internazionale d'arte. Giardini e Arsenale - Venezia.Orari:2 maggio > 31 luglio, ore  11.00 – 19.00 (ultimo ingresso alle ore 18.45); 1 agosto > 21 novembre, ore 10.00 – 18.00 (ultimo ingresso alle ore 17.45); chiuso il lunedì (escluso lunedì 24 maggio, 6 settembre, 1° novembre) . Ingresso: intero € 25,00,  ridotto € 20,00 (over 65, residenti comune di Venezia - con verifica di un documento di identità valido agli ingressi),  ridotto studenti e/o under 26 € 16,00 (con verifica di un documento di identità valido agli ingressi); i costi degli altri biglietti sono disponibili sul sito internet | i biglietti sono acquistabili unicamente on-line. Catalogo ufficiale, catalogo breve e guida: Marsilio editore, Mestre. Informazioni: tel. 041.5218828. Sito internet: www.labiennale.org. Dal 22 maggio al 21 novembre 2021.

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