ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
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mercoledì 20 ottobre 2021

Umbria Factory Festival, riflettori puntati su Dante Alighieri tra nuovi linguaggi e creazioni inedite

È tutto pronto a Foligno, in provincia di Perugia, per la partenza di UFF - Umbria Factory Festival, il progetto multidisciplinare dedicato ai linguaggi artistici e ai processi di creazione contemporanea, ideato nel 2014 da Zut!, che animerà la città per tre week-end, a partire dal 21 ottobre e fino al 12 dicembre.
I filoni tematici che animano la manifestazione, premiata anche del Mic – Ministero della cultura con un contributo, si stratificano e si intrecciano nei diversi linguaggi della creatività, spaziando dal teatro alla danza, dalla musica alle arti visive, dalla sound art al video e alla cultura digitale.
Processi, creazione, linguaggi sono le parole-chiave che guidano la proposta artistica, nella quale si trovano i nomi di compagnie ormai affermate a livello nazionale e internazionale accanto a giovani artisti dell’Umbria e non.
L’obiettivo finale è di restituire il panorama ampio e complesso dello spettacolo dal vivo contemporaneo, anche grazie a residenze, fattive relazioni e scambi costanti e sempre nuovi con altre piattaforme culturali italiane e internazionali. Il tutto – raccontano gli organizzatori – con l’intento di «attivare un moto di incontro e di confronto tra persone, oggetti, linguaggi, culture, provenienti da paesi e geografie diversi, producendo stimoli, sommovimenti culturali di una città, Foligno, che ha necessità di intercettare e interpretare il melting-pot di esperienze e rileggere il presente».
A segnare il debutto del festival sarà, nella sede di Zut!, la prima nazionale dello spettacolo «C’era una volta in Umbria» (giovedì 21 ottobre, ore 18:30 e ore 21:15), di e con Silvio Impegnoso, che narra l’ascesa e il declino di un conterraneo soprannominato il dottor Cavadenti, un personaggio che possedeva un incredibile fiuto per gli affari: «la sua storia - si legge nella presentazione - ci ricorda il bisogno di rischiare per poter essere veramente se stessi, e che è meglio guardare il mondo con la voglia di trasformarlo piuttosto che subirne passivamente gli eventi e le circostanze».
Seguirà un appuntamento con il collettivo Sotterraneo, insignito del premio Ubu (gli Oscar del teatro italiano) per il miglior spettacolo dell’anno nel 2019 e vincitore di numerosi altri premi di respiro nazionale, che sarà in scena a Foligno, sempre negli spazi di Zut!, con «Shakespearology» (venerdì 22 ottobre, ore 19; sabato 23 ottobre, ore 18) un one-man-show, di cui è interprete Woody Neri, che dà voce al Bardo e alla sua opera.
Il primo week-end del festival vedrà ospite anche il gruppo nanou di Ravenna con due progetti sviluppati in occasione del settimo centenario dalla morte di Dante Alighieri, che si avvalgono della commistione tra linguaggi. Venerdì 22 ottobre, alle ore 21:30, l’Auditorium San Domenico farà da scenario a «Canto primo: Miasma/Arsura», un assolo coreografico con Rhuena Bracci che incontra il suono della band OvO, composto da Bruno Dorella e Stefania Pedretti. Mentre sabato 23 e domenica 24 ottobre ci si sposterà all’Auditorium Santa Caterina per la prima nazionale di «Paradiso [Bozzetto SN-003]», terza tappa di un progetto di avvicinamento alla terza cantica dantesca, vista come un altrove abitato da figure leggere ed evanescenti, realizzato per il Ravenna Festival. Lo sguardo dell’artista visivo Alfredo Pirri e la musica di Bruno Dorella si intersecano. L’azione coreografica, firmata da Marco Valerio Amico e Rhuena Bracci, «sprofonda dentro lo spazio fino a divenirne parte essenziale, assumendone contorni e connotati – si legge nella sinossi dello spettacolo -. Al contempo, lo spazio è luogo, disegno, architettura indipendente dai corpi e dagli oggetti rapportandosi ad essi come una materia elastica che, se urtata, ne assume l’immagine per tornare immediatamente a riprendere la sua fisionomia di materia originaria e distante». L’accesso è consentito per 33 minuti a 33 persone per 3 appuntamenti al giorno, alle ore 19:30, 20:30 e 21:30.
Sabato 23 ottobre, alle ore 22:30, il festival farà anche un’incursione nel mondo del jazz, allo spazio Zut!, con il trio musicale She’s Analog, formato da Stefano Calderano (chitarra), Luca Sguera (piano, synth) e Giovanni Iacovella (batteria, elettronica), il cui metodo di creazione parte da un esile spunto compositivo per arricchirsi di un'improvvisazione sempre più estrema.
Sempre allo Spazio Zut! ci sarà, domenica 24 ottobre (alle ore 17), il reading «Tristessa», di e con Carolina Balucani e Mirco Bonucci: una fiaba acustica su una prostituta tossicomane dalla vita miserabile, donna meticcia di Città del Messico, angelo della desolazione, amata, mai sfiorata e incontrata da Kerouac durante il suo viaggio attraverso il Messico, che sogna di salvarla con la forza del proprio amore ma dovrà scontrarsi con la morfina, rivale imbattibile.
A chiudere il cartellone del primo fine settimana sarà «The Walk» (sabato 23 ottobre, ore 17; domenica 24 ottobre, ore 18), performance itinerante della compagnia italo-australiana Cuocolo/Bosetti - IRAA Theatre, che, dopo il debutto nel 2013 al teatro Metastasio di Prato, è stata presentata nelle maggiori città italiane ed europee (Roma, Milano, Bologna, Firenze, Torino, Parigi, Berlino, Sydney e Melbourne), vincendo anche il Premio Hystrio per l'innovazione. Il pubblico, composto da venticinque spettatori, è invitato a camminare insieme nella città, guidato da una voce, da una attrice e da una storia che parla della perdita di un amico. Al centro del progetto il mistero che tiene insieme viaggio, memoria e narrazione.
Ogni settimana si svolgerà anche «UFF | Notes», un percorso per spettatori under 35 coordinato da tre artiste - Carolina Balucani, Luisa Bosi e Azzurra D'Agostino -, che accompagneranno i partecipanti nella visione degli spettacoli per esplorare i processi alla base della creazione artistica.
Gli ospiti che animeranno Umbria Factory Festival nei successivi week-end di programmazione (11-14 novembre; 9-12 dicembre) saranno Sarteanesi/Bosi/Officine della cultura con «Bella bestia», Ciccioli/Russo/Matrisciano con «La corsa», Progetto Demoni/Ultimi Fuochi Teatro con «Sono solo un uomo», Angelo Campolo/Compagnia DAF con «Sty Hungry/ Indagine di un affamato», Saroos e Andrea Belfi con le loro suggestioni musicali, Muta Imago con «Bartleby», tratto dall’omonimo racconto di Herman Melville: modi differenti per raccontare che cosa avviene nel complesso mondo dello spettacolo dal vivo. 

Didascalie delle immagini
[fig. 1] «The Walk» di Cuocolo/Bosetti - IRAA Theatre; [fig. 2] «C’era una volta in Umbria», di e con Silvio Impegnoso; [fig. 3] «Shakespearology», con Woody Neri; [fig. 4] «Paradiso [Bozzetto SN-003]» di gruppo nanou; [fig.5] «Canto primo: Miasma/Arsura» di gruppo nanou e Ovo; [fig. 6] She’s Analog

sabato 9 ottobre 2021

«Venezia. Infinita avanguardia», al cinema milleseicento anni di storia in Laguna

«Molteplice, labirintica, avvolgente, onirica»: in una parola Venezia. A milleseicento anni dalla sua fondazione, la città continua a essere unica per il suo ambiente urbano - fatto di pietra, terra e acqua -, per la sua storia-leggenda e per la sua identità, un vero e proprio ossimoro, che tiene insieme una formidabile contraddizione: il fascino della decadenza e la frenesia dell'avanguardia.
Al capoluogo veneto è dedicato l’ultimo progetto di NexoDigital e 3D Produzioni: il film «Venezia. Infinita avanguardia», nelle migliori sale cinematografiche italiane dall’11 al 13 ottobre.
Realizzato con la collaborazione, tra gli altri, della Fondazione musei civici di Venezia, del Fai – Fondo per l’ambiente italiano, del teatro La Fenice e di Villaggio Globale International, grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo, il documentario si avvale del soggetto di Didi Gnocchi, della sceneggiatura di Sabina Fedeli, Valeria Parisi, Arianna Marelli e dello stesso  Didi Gnocchi e della regia di Michele Mally.
A consegnarci la memoria della città è Carlo Cecchi, maestro del teatro italiano che ha studiato, conosciuto e lavorato con i grandi intellettuali, registi, letterati e attori della cultura del Novecento. Oltre a lui, nel film, vediamo muoversi per i luoghi più simbolici della città una talentuosa pianista polacca, Hania Rani, tra i fenomeni della scena modern classic internazionale. La giovane donna cerca ispirazione e suggestioni per comporre la colonna sonora del film, in un gioco di rimandi e riflessi tra musei, calli e meraviglie veneziane. A tenere il filo tra questi due diversi sguardi e, soprattutto, tra due differenti generazioni c'è la voce narrante di Lella Costa.
La trama prende avvio dall’immenso patrimonio della città per raccontare i palazzi che ospitano capolavori e oggetti storici, le connessioni artistiche e culturali, i nessi visivi che, viaggiando tra le epoche, vanno a comporre il ritratto di una città futuribile. Scorrono così davanti agli occhi dello spettatore le vedute di Canaletto, le opere di Francesco Guardi, Pietro Longhi, Giambattista e Giandomenico Tiepolo, Vittore Carpaccio, Tiziano, Tintoretto, Veronese. Ma non mancano anche le sculture di Antonio Canova, le fotografie d’epoca di Carlo Naja ed Enrico Fantuzzi, le meraviglie in vetro di Giuseppe Lorenzo Briati, le creazioni contemporanee di Emilio Vedova, gli intarsi di Andrea Brustolon che Balzac soprannominò il «Michelangelo del legno». Ci sono, nel film, anche le variazioni cromatiche dell’inglese William Turner e gli interventi misteriosi di Banksy, uno dei più famosi street artist contemporanei. Si vedono, poi, le strutture architettoniche di luoghi simbolici come il Museo Correr, Ca’ Rezzonico, Palazzo Fortuny, il Caffè Florian e il teatro La Fenice, uno dei templi della musica più belli al mondo. Si focalizza, infine, l’attenzione sul fascino del Canal Grande e di piazza San Marco, sulle suggestioni della Giudecca e del mercato di Rialto, ma anche sulle luci delle isole lagunari di Torcello e Burano e sull’eleganza del Lido.
Raccontare Venezia - lo spiega bene il film - significa anche avventurarsi in un labirinto di storie, tradizioni e stravaganze, in un percorso che spazia dalle trasgressioni del Carnevale alle meraviglie alchemiche delle antiche fornaci e dei laboratori vetrari di Murano, dalla creatività della Biennale con i suoi focus sulle varie arti al Mose con la relativa emergenza ambientale.
Venezia è anche uno scrigno prezioso di racconti che hanno il sapore della leggenda. Come non associare, per esempio, il nome della città al libertino Casanova e alle sue fughe d’amore, all’eccentrica e imprevedibile Peggy Guggenheim e al suo mecenatismo illuminato, a Carlo Goldoni e alle sue pièce che riformarono la Commedia dell’arte, ma anche a Mariano Fortuny e ai suoi tessuti, a John Ruskin e ai suoi taccuini, a Hugo Pratt e  ai suoi disegni, a Sergej Djagilev e Igor Stravinskij, che scelsero la Laguna per il loro riposo eterno. 
Venezia è, poi, anche una città di figure femminili forti e determinate, ben lontane dalle dame imbellettate che ci consegnano tanti dipinti. Il film le racconta in un percorso che spazia da Lucrezia Cornaro Piscopia, prima donna laureata della storia, alle pittrici Giulia Lama e Rosalba Carriera, dalla principessa Sissi alla marchesa Casati Stampa
Ma sono ancora tante le curiosità che la città custodisce tra le pieghe del suo vissuto e che il documentario narra tra connessioni e suggestioni, dall’arrivo in città del Circo Togni coi suoi elefanti sui ponti storici a Carmelo Bene che legge il Manifesto futurista «Contro Venezia passatista». Il perché di tante sfaccettature è ovvio: la città non si è mai fossilizzata nella conservazione di una sola identità storica, ma ha sempre lasciato che il genio e la creatività dei viaggiatori di passaggio e dei suoi stessi abitanti, con estro e trasgressione, continuassero a reinventarla.
Accanto a questi tanti tasselli di una storia indimenticabile, nel film scorrono le testimonianze di storici dell’arte, urbanisti, sociologi, filosofi, curatori, musicisti, scrittori, giornalisti, artisti, nostri contemporanei. Tra di loro ci sono l’artista e attivista cinese Ai Weiwei, la storica dell’arte Gabriella Belli, l’artista tedesco Anselm Kiefer, lo scenografo Pier Luigi Pizzi, lo storico dell’arte Pierre Rosenberg, la figlia di Arnold Schoenberg e moglie di Luigi Nono Nuria Schönberg e Tiziana Lippiello, rettore dell’Università Ca’ Foscari.
Guardare al passato diventa così un modo per affrontare con più decisione le sfida del futuro, per risolvere le emergenze e i problemi che la città si trova a vivere, continuando a essere all’avanguardia nella cultura, nella creatività ma anche nella sostenibilità. Venezia ha sempre fatto così. Ha sempre guardato avanti, mostrando, di secolo in secolo, la sua voglia di essere una città futuribile. La prova? L’affresco «Il mondo novo» di Giandomenico Tiepolo, conservato a Ca' Rezzonico e scelto per la locandina del film, dove la società veneziana del ‘700, accorsa ad ammirare quella sorta di «lanterna magica» che era il cosmorama, si accalca a stupirsi e a nutrirsi delle meraviglie del mondo che verrà, in un gioco di incastri e di illusioni ottiche. Il futuro è la scommessa di Venezia. 

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giovedì 15 luglio 2021

B.Motion: arti e nuove tecnologie sotto i riflettori di OperaEstate

È un festival nel festival, un cammeo che rende ancora più prezioso il programma di OperaEstate – Festival Veneto 41. Stiamo parlando di B.Motion, rassegna dedicata ai linguaggi del contemporaneo e agli artisti emergenti, suddivisa in tre sezioni: danza (dal 19 al 22 agosto), teatro (dal 25 al 30 agosto) e musica (dal 1 al 3 settembre).
Dopo l’anno zero che ha visto gli artisti entrare in contatto con lo spazio digitale, quest’anno si tiene la prima edizione ufficiale della kermesse, nata con l’intento di raccontare le relazioni tra arti e nuove tecnologie, aprendo a nuove modalità di fruizione dello spettacolo dal vivo, che non escludano la forza della condivisione di uno spazio e delle emozioni.
Ad aprire il cartellone sarà, a Bassano del Grappa, la danza con «Miss Lala al circo Fernando» (dal 19 al 22 agosto, cinque spettacoli al giorno dalle ore 12 alle ore 15), una performance che vede come unica protagonista Marigia Maggipinto, storica interprete della compagnia del Tanztheater di Wuppertal, a confronto con uno spettatore alla volta, al quale raccontare, con il linguaggio coreutico, la sua esperienza di lavoro e di vita con Pina Bausch.
Sempre nei primi giorni del festival sarà possibile vedere in scena Fabio Novembrini, che tornerà a Bassano con un’inedita creazione sviluppata, tra Italia e Québec, insieme a James Viveiros: «Arcipelago» (dal 19 al 22 agosto). Mentre la coreografa Sara Sguotti prosegue, per il festival, il suo lavoro con i danzatori Dance Well, coinvolgendoli in una vera sfida dedicata ai linguaggi dell’hip-hop che ha visto collaborare alla creazione dei costumi gli studenti dell’Istituto Scotton: lo studio coreografico comunitario «Hop» (dal 19 al 22 agosto).
All’interno del programma, trovano, poi, spazio lavori che introducono il dialogo con le nuove tecnologie o che propongono nuove forme di partecipazione agli eventi: è il caso del dispositivo Springback Ringside, sviluppato dal network Aerowaves, che porta, attraverso la realtà virtuale, il meglio della danza europea a gruppi di spettatori in totale sicurezza. A Bassano saranno sotto i riflettori i lavori di Julien Carlier (20 e 21 agosto), Linda Hayford e Viktor Černický, questi ultimi due in cartellone a ottobre, nell’ambito del progetto europeo Shape.It, sostenuto dal programma Creative Europe dell’Unione Europea, dedicato alla danza per il giovane pubblico.
Mettono in campo nuove tecnologie anche il lavoro composto da danza, testo e musica di Jesus de Vega con Chai Blaq (22 agosto), ma anche di Masako Matsushita con Mugen Yahiro (21 agosto), entrambi parte del progetto europeo Vibes, sostenuto da Creative Europe, che sviluppa partiture coreografico-sonore che coinvolgono direttamente il pubblico, attraverso innovative tecnologie condensate in una semplice app per smartphone.
L’attenzione ai nuovi linguaggi artistici e coreografici tipica di B.Motion continua, poi, con la presentazione anche della selezione di coreografi emergenti Aerowaves 2020/21: dal dialogo tra musica e danza di Ingrid Berger Myhre & Lasse Passage (21 agosto), allo studio delle forme dell’acqua firmato da Lois Alexander (19 agosto), diplomatasi alla prestigiosa Juilliard School, alla camaleontica creazione di Joseph Simon, fino al poetico passo a due di Adriano Bolognino dedicato agli amanti di Pompei (20 agosto).
Nascono da forme ibride di ricerca digitale e in studio, invece, le produzioni che coinvolgono artisti italiani e del territorio come «The field / A Garden in Italy», progetto di scambio digitale tra gli artisti e gli staff del Csb di Bassano e della svizzera Tanzhaus Zurich che hanno indagato il tema del wellbeing, del benessere, attraverso diverse pratiche di danza, guidati dalla dance dramaturg Monica Gillette.
A completare la panoramica sui linguaggi della danza contemporanea italiana, ci sono l’intensa creazione che investiga i temi della metamorfosi e della meditazione, firmata da Stefania Tansini (20 agosto), e un programma parallelo nello spazio digitale, sui canali social del festival.
B.Motion include anche la Summer school all’interno della quale si disegnano percorsi declinati per differenti target: quest’anno saranno attivi workshop per danzatori e danzatrici dagli 8 ai 13 anni, con i coreografi Andrea Rampazzo e Martina La Ragione, ma anche per professionisti del movimento, grazie a Sharing Training. Non mancheranno classi aperte a tutti, condotte da alcuni artisti ospiti, on-line. Sotto i riflettori salirà, quindi, dal 25 al 30 agosto il teatro, a partire dallo spettacolo l’«Atlante linguistico della Pangea» di Teatro Sotterraneo (25 agosto), che a partire da alcune «lezioni di intraducibilità» avvenute nello spazio digitale, sviluppa una drammaturgia sulle relazioni umane e l’incomunicabilità. Mentre si concentra sull’importanza delle parole e sulla comicità, Marta Dalla Via in «Le parole non sanno quello che dicono» (28 agosto). Da una sola parola, «Timshel» (tu puoi) parte, invece, l’omonimo spettacolo di Matteo Fiorucci e Massimiliano Burini, per immaginare un futuro possibile (27 agosto). Indaga nuove forme di comunicazione, oltre le barriere linguistiche, anche il Teatro dei Gordi, che in «Pandora», guidato da Riccardo Pippa abita un luogo di passaggio affidandosi ai soli gesti, alla fragilità del corpo che separa e congiunge il singolo al resto del mondo i (27 agosto). Imprigionati in un non-luogo sono anche i performer della Compagnia Körper e Gitiesse Artisti Riuniti in «Corcovado», dedicata al viaggio e al desiderio di un altrove perfetto (28 agosto). Al contrario, proprio attraverso la tecnologia di geolocalizzazione di Google Street View, La Piccionaia - insieme ad Anagoor, Sotterraneo e Massimiliano Civica - ha creato «Il cielo sopra»: un percorso di frammenti d’autore per ritornare a percorrere lo spazio pubblico dopo l’esperienza della quarantena (27 e 28 agosto).
Il programma teatrale prevede anche tre titoli ispirati a capolavori della letteratura. Si inizierà con la prima e unica regia firmata da Eugenio Barba al di fuori dell’Odin Teatret: «Una giornata qualunque del danzatore Gregorio Samsa», ispirata a «La Metamorfosi» di Kafka (26 agosto). «Siamo tutti cannibali», invece, di Roberto Magnani/Teatro delle Albe, è tratto dal capolavoro di Herman Melville, «Moby Dick», nella traduzione di Cesare Pavese (28 agosto). Infine, la compagnia Menoventi riformula per il palcoscenico l'avvincente indagine di Serena Vitale sul mistero della morte di Majakovskij nello spettacolo «Il defunto odiava i pettegolezzi», in cui diverse dimensioni narrative si scontrano davanti a una giuria implacabile: il pubblico (25 agosto). Mentre a chiudere il cartellone sarà una compagnia del territorio, UllallàTeatro/Din Don Down, in «Achab», una sfida teatrale ispirata anch’essa al capolavoro di Melville (30 agosto).
B.Motion Teatro continua, inoltre, il lavoro di sostegno e promozione delle compagnie emergenti e delle sperimentazioni più contemporanee del teatro, anche grazie allo spettacolo selezionato da In-Box (26 agosto).
Chiude la programmazione B.Motion musica, piccolo ecosistema di esperimenti musicali, che mette sotto la lente di ingrandimento il suono del futuro. Il programma di quest’anno intreccia lo studio di sonorità folk, europee ed extra-europee, ed esperimenti tecnologici fino alla robotica.
Nascono da strumenti fatti a mano, però, le musiche di Širom (7 settembre), il trio sperimentale sloveno che aprirà il programma, le cui composizioni oscillano tra suoni
folk
e meditazioni contemporanee in stile rock acustico.
Seguirà il progetto tutto italiano Trrmà (8 settembre), nato nel luglio 2015 dalla collaborazione tra Giovanni Todisco (percussioni) e Giuseppe Candiano (sintetizzatori), che indaga le infinite possibilità della musica contemporanea, tra ricerca di perfezione e completa casualità.
Chiude il programma il Passpartout Duo (9 settembre), composto dalla pianista Nicoletta Favari e dal percussionista Christopher Salvito, che accompagnerà il pubblico in un viaggio intorno al mondo attraverso le collaborazioni multidisciplinari, le composizioni strumentali e i video musicali evocativi che costituiscono il corpus del loro lavoro.

Vedi anche 
Il programma completo di OperaEstate

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Stefania Santini;  [fig. 2]  «Il defunto odiava i pettegolezzi», con la compagnia Menoventi; [fig. 3] «Una giornata qualunque del danzatore Gregorio Samsa», per la regia di Eugenio Barba con Lorenzo Gleijeses e Julia Varley; [fig. 4] Marta Dalla Via in «Le parole non sanno quello che dicono»; [fig. 5]  UllallàTeatro/Din Don Down in «Achab»; [fig. 6] TRRMÀ Giovanni Todisco/ Giuseppe Candiano


Informazioni utili
Il programma completo è consultabile su www.operaestate.it


mercoledì 14 luglio 2021

«Tempi moderni», in Toscana un festival itinerante di teatro, musica e danza all’insegna dell’inclusione e della solidarietà

Sono Charlie Chaplin ed Ettore Petrolini i numi tutelari di «Tempi moderni - La commedia rivista», rassegna di teatro, musica danza ideata nel 2020, in restrizioni anti Covid, da Roberto Castello, tra i principali artisti della danza e del teatro di ricerca contemporanea in Italia, per il Comune di Capannori, cittadina della campagna toscana, in provincia di Lucca.
Al suo secondo anno di vita, la rassegna, realizzata con la collaborazione di Aldes e con il sostegno del Ministero dei beni e delle attività culturali, aprirà per la prima volta il sipario nella serata di mercoledì 14 luglio, alle ore 19.30, quando nel parco del Centro culturale del compitese, a Sant’Andrea di Compito, andrà in scena il primo appuntamento del progetto «Il mondo nuovo – Ritorna la festa», tre serate a base di danza e musica - le altre due si terranno il 21 e il 28 luglio - con concerti e dance club. Due coreografe, Susannah Iheme e Giselda Ranieri, incontreranno i partecipanti in sessioni di danza libera su musiche ballabili. 
A seguire, il 14 luglio, andranno in scena Ziad Trabelsi & Carthage Mosaik, che introdurranno il pubblico alle sonorità arabe disseminate in tutta la musica mediterranea. Con il cantante e compositore tunisino, membro dell’Orchestra di piazza Vittorio, saliranno sul palco Simone Pulvano alle percussioni, Gianluca Casadei alla fisarmonica, Rino Amato al clarinetto. I protagonisti della serata del 21 luglio saranno, invece, Jabel Kanute (kora e voce), griot del Gambia, e Marco Zanotti (batteria e mbira), con il loro «Freedom of Movement», album che è un inno alla libertà di movimento, «un tema -raccontano gli organizzatori- inizialmente associato al fenomeno delle migrazioni umane ma divenuto attuale per l’incontenibile voglia di ballare che si può scatenare dopo mesi di segregazione forzata». Mentre a chiudere il cartellone della mini-rassegna saranno, nella serata del 28 luglio, gli artisti del Note Noire Quartet, quartetto jazz contemporaneo attivo dal 2011 - composto da Ruben Chaviano (violino), Roberto Beneventi (fisarmonica), Tommaso Papini (chitarra), Mirco Capecchi (contrabbasso) -, che presenterà le proprie composizioni originali fatte di linguaggi moderni, influenze balcaniche e strumenti della tradizione europea.
Giovedì 15 luglio si entrerà, quindi, nel vivo del progetto con il debutto nazionale di tre spettacoli di teatro, danza e musica dal vivo, scritti e realizzati appositamente per l’occasione, tutti per la regia di Roberto Castello.
Alle ore 21.00 nell’Aia Saponati (Matraia) andrà in scena «Le seppie e la pasionaria», testi di Achille Campanile, Giovanni Guareschi e Karl Valentin, nell’interpretazione di Davide Arena, con la musica dal vivo di Stefano Giannotti e gli interventi coreografici di Alessandra Moretti e Mariano Nieddu. Pot pourri di brevi testi comici novecenteschi, interventi di comicità gestuale e suite in stile libero, fatte di reminiscenze cinematografiche, musica popolare, divertissement, teatrino-cabaret, il tutto arrangiato ed eseguito su di una piccola orchestra portatile composta da fisarmonica, banjo, ukulele, armoniche e fischietti vari, pianoforte-giocattolo, oggetti sonori e percussioni.
Contemporaneamente, a Palazzo Pera verrà presentato «L’ombelico del mondo», con i testi originali di Chrystèle Khodr, giovane drammaturga e attrice araba residente a Beirut, nell’interpretazione di Caterina Simonelli, con la musica dal vivo di Paolo Pee Wee Durante e gli interventi coreografici di Martina Auddino, ispirati ispirate alle tradizioni del sud Italia e del Medio Oriente. La narrazione prende le mosse da uno scherzoso modo di dire libanese: «è tutta colpa degli italiani». Intorno a questa espressione «si tesse – raccontano gli organizzatori - una tela di note autobiografiche, spiegazioni surreali e ragionamenti che evidenzia quanto gli italiani abbiano un ruolo tutt’altro che marginale nell’immaginario collettivo libanese, benché nella storia ufficiale recente i due popoli non abbiano avuto grandi interazioni. Si racconta di come le ultra millenarie relazioni fra le sponde del Mediterraneo abbiano creato un modo di guardare alla vita che ha radici comuni profondissime, nonostante oggi il sud dell’Europa guardi soprattutto verso nord».
A Cortaccia (Baia di Cantignano), invece, - sempre il 15 luglio, alle ore 21 - è in programma lo spettacolo «Un Dante corretto bravo grazie», di e con Andrea Cosentino, che avrà per protagoniste anche la musica di Matteo Sodini e la danza di Enrica Bravini. In occasione dei settecento anni della morte del Sommo poeta, viene proposta una conferenza spettacolo vagamente dadaista, irriverente e stralunata tratta della dannazione delle ricorrenze. Si parte dalla nascita del volgare e da una parafrasi assai poco accademica dell'incipit dell'«Inferno» per dire della volgarità che permea una parte importante della cultura italiana.
I tre spettacoli – che saranno, poi, in replica nelle giornate del 16, 22, 23, 29 e 30 luglio (il calendario sintetico è consultabile sul sito www.aldesweb.org) – sono rivolti a «un pubblico di qualsiasi età, colore, religione o classe sociale» (a Capannori sono presenti comunità africane, rumene e albanesi). L’ingresso a tutti gli appuntamenti è gratuito, ma gli organizzatori invitano il pubblico a contraccambiare generosamente con beni di prima necessità da immettere nel circuito della solidarietà sociale, grazie alla Caritas di Lucca, «perché il teatro può anche essere modello di inclusione e di un circolo economico virtuoso».
Al centro della proposta di Capannori c’è, dunque, la riaffermazione di un teatro come rito «curativo», incontro gioioso per una comunità e in questo momento storico, anche chance di riavvicinamento liberatorio dopo tanti mesi di lontananza anche fisica dagli altri.
Il cartellone prevede anche - nelle serate del 15, del 23 e del 30 luglio - tre concerti. Linda Palazzolo & Pee Wee Durante, duo pianoforte e voce, si esibiranno in una serie di pezzi di matrice soul/rhythm&blues, intervallati da rivisitazioni a cappella di brani della tradizione blues. Stefano Giannotti e Igor Vazzaz proporranno un colorito e divertente repertorio di canzoni ballabili popolari e di tradizione. Matteo Sodini, alla batteria, e Renzo Cristiano Telloli, al sax alto, saranno protagonisti dello spettacolo «New Orleans second line, la joie de vivre». La «second line» è una tradizione di New Orleans che prende il nome dalla «seconda linea», quella composta dalle persone che seguono le street band di ottoni (la «prima linea») per godersi la musica e ballare in comunità.
Il programma di «Tempi moderni» si completa con «L’Ape teatrale», uno spettacolo per le famiglie. il 18, 25 luglio e il 1° agosto, Marco Brinzi e Caterina Simonelli, nei panni del dottor Balanzone e di Arlecchino, porteranno in giro per il comune di Capannori, con la loro Ape (il mezzo di trasporto a tre ruote) la loro reinterpretazione della Commedia dell’arte.
Un cartellone, dunque, ricco di stimoli quello della rassegna toscana, che coinvolgerà sedici luoghi tra corti, piazzette e parchi di Capannori, trasformandoli in palcoscenici per ben quarantacinque appuntamenti di teatro, musica e danza distribuiti in tre settimane. Dante e le inevitabili quanto dissacrabili commemorazioni del caso, Campanile, la musica araba e quella africana, la cultura libanese e quella italiana, Guareschi e Valentin, un’Ape cantastorie e una discoteca rivisitata dalla danza contemporanea sono gli ingredienti di una proposta che guarda alla nostra migliore tradizione teatrale, usando come palcoscenico una minuscola pedana mobile. Con uno spirito a metà tra quello del teatro girovago e quello del teatro popolare dei primi del ‘900, il festival offre proposte leggere, agili, brillanti, alla portata di tutti, stimolo anche alla riflessione, come tempi e accadimenti globali richiedono. 

Didascalie delle immagini
1. Ape Teatrale. Foto di Maria Cristina Baracca; 2. Ape Teatrale. Foto di Michele Martinelli; 3. Tempi moderni. Erica Bravini. Foto di A. Moretti; 4. Tempi moderni. Martina Auddino. Foto di A. Moretti; 5. Tempi moderni. Andrea Cosentino. Foto di A. Moretti; 6. Ziad Trabelsi. Foto di Barbara Iomonico

Informazioni utili 

martedì 13 luglio 2021

Operaestate: danza, teatro, musica e arte in scena a Bassano del Grappa e nei paesi della Pedemontana veneta

Si apre nel segno della danza la quarantunesima edizione di Operaestate Festival Veneto, grande e articolata rassegna di eventi che mette in dialogo e fa incontrare differenti linguaggi artistici, dal teatro alla musica. Ad aprire il sipario, nella serata di sabato 17 luglio, sarà la compagnia italiana Aterballetto che porterà in scena a Bassano del Grappa, al Castello Tito Gobbi, il suo spettacolo «Storie», che unisce le nuove creazioni sui temi dell’abbraccio e dell’armonia dei giovani autori Philippe Kratz e Diego Tortelli con un lavoro del celebre coreografo israeliano Ohad Naharin, «Secus», dall’insolito stile musicale, dove suoni elettronici e melodie indiane si confondono con le armonie dei Beach Boys.

Da «Terre graffiate», concerti mattutini nei luoghi della Grande guerra, al nuovo spettacolo di Marco Paolini: i primi appuntamenti
Il festival, che vede tra i sostenitori il Ministero della cultura, avrà anche un’anteprima, nella mattinata di sabato 17 luglio, con il primo dei quattro appuntamenti di «Terre graffiate», concerti mattutini ambientati nello suggestivo scenario del Monte Grappa, nei luoghi della Grande guerra, in location raggiungibili a piedi, in pochi minuti di cammino su mulattiere e strada sterrata, che animeranno anche le mattinate del 18, del 24 e del 25 luglio. Il primo appuntamento vedrà in scena il Quantum Clarinet Trio, premiato al concorso internazionale Fischoff Chamber Music Competition 2020. Seguiranno l’esibizione del Trio Ghimel, con le sue improvvisazioni jazz e le atmosfere psichedeliche, l’interpretazione dei Trii elegiaci di Rachmaninov da parte di Eleonora De Poi al violino, Riccardo Baldizzi al violoncello, Massimiliano Turchi al pianoforte, e, per finire, un viaggio nello swing parigino-americano degli anni ’30 con il quartetto Alma Swing.
È un debutto, dunque, che unisce la qualità dell’offerta artistica alla scoperta del territorio quello della quarantunesima edizione di Operaestate Festival Veneto, intitolata «Anno1 P.Q./Ecologie del presente», un titolo all’apparenza insolito, ma che riassume come il 2021 sia per il festival «l’anno 1 post quarantennale», e - per l’umanità intera - anche il primo anno, dopo la lunga quarantena.
Il sottotitolo «Ecologie del presente» focalizza, invece, l’attenzione sull’interesse degli artisti presenti nela rassegna per le relazioni tra umanità e natura, umanità e scienze, umani e umani, cercando spunti di riflessione e ispirazione per un futuro diverso, che metta al centro il benessere individuale e collettivo.
Novantotto titoli per centoventisei appuntamenti distribuiti in tre mesi, di cui trentotto prime nazionali, compongono il cartellone, che animerà Bassano del Grappa e altri ventisette comuni della Pedemontana veneta: Borgo Valsugana, Borso del Grappa, Cassola, Castelfranco, Colceresa, Dueville, Enego, Feltre, Gallio, Isola Vicentina, Lusiana Conco, Marostica, Mogliano, Montebelluna, Montorso Vicentino, Mussolente, Nove, Pove del Grappa, Riese Pio X, Romano d’Ezzelino, Rosà, Rossano Veneto, Santorso, Schio, Solagna, Valbrenta e Valdagno.
Danza, teatro, cinema, musica da camera e musica lirica accompagneranno così il pubblico alla scoperta del territorio, tra panorami di montagna e spettacoli lungo il fiume, tra le colline delle ciliegie e ville storiche, castelli e parchi cittadini.
Dopo il primo appuntamento di «Terre graffiate», si ritornerà alla danza con lo spettacolo «Ossigeno» (18 luglio, ore 12) all’Orto botanico di Padova, sito Unesco dal 1997, che vedrà in scena quattro danzatrici under 30 del territorio: Vittoria Caneva, Ilaria Marcolin, Anna Grigiante ed Elena Sgarbossa. Mentre presenta un singolare intreccio di musica e teatro il successivo spettacolo in cartellone, «Les audieux» (20 luglio, ore 21:20), con protagonisti Luca Scarlini, voce narrante, e Alberto Mesirca, alla chitarra, che proporranno al Giardino del Teatro accademico di Castelfranco Veneto, un racconto romantico intorno al medico castellano Pietro Pagello (1807-1898), noto per la vicenda d’amore con George Sand.
Teatro e musica si incontreranno ancora lungo il fiume Brenta, a Compolongo, con «Mancamento azzurro» (21 luglio, ore 21:20), un omaggio ad Andrea Zanzotto, a cento anni dalla nascita, che vedrà in scena Vasco Mirandola e i musicisti Erica Boschiero e Sergio Marchesini.
Tornerà, poi, sotto i riflettori la danza con la prima nazionale di «Swans» (Bassano del Grappa, 22 luglio), omaggio al compositore Camille Saint Saens, a cento anni dalla morte, creato da un network italiano di organizzazioni di danza che ha invitato artisti diversi a re-interpretare «La morte del cigno», assolo creato da Fokine per la leggendaria ballerina Anna Pavlova. Accanto alla versione classica interpretata da Virna Toppi, prima ballerina al teatro alla Scala, sarà possibile vedere le creazioni originali di Chiara Bersani, Collettivo Mine, Silvia Gribaudi, Philippe Kratz e Camilla Monga.
I riflettori si accenderanno, poi, sul giovanissimo, ma già affermato violinista Giovanni Andrea Zanon, protagonista di un concerto con musiche di Beethoven, Franck e Ravel (23 luglio, Villa Dolfin a Rosà), ma anche sul tradizionale appuntamento in Villa da Porto a Montorso, «Dance in Villa» (24 luglio, ore 19 e ore 21), quest’anno affidato a Chiara Frigo e Collettivo Mime, e sul teatro, a Colceresa, con le «Lezioni fantademografiche» dei Fratelli Dalla Via (24 luglio, ore 19), la cui la scrittura drammaturgica affronta questioni chiave come l’ineguale distribuzione delle risorse, il fragile equilibrio uomo/natura, la complessa sostenibilità dei sistemi attuali.
Il teatro sarà ancora protagonista con Marco Paolini e il suo «Teatro fra parentesi: le mie storie per questo tempo», dedicato ai mestieri del «fare teatro» e nato durante l’isolamento, cucendo insieme storie vecchie e nuove con le canzoni e le musiche di Saba Anglana e Lorenzo Monguzzi (Isola Vicentina, 27 luglio).

Da «La mirabile visione» a «Humanae Genti», sette appuntamenti per riscoprire Dante
Per la danza è, poi, attesa un’altra prima nazionale con «Love Poems» e i danzatori della MMCompany, diretta dal coreografo Michele Merola, impegnati in un trittico di coreografie ispirate all’amore (Bassano del Grappa, 29 luglio). La sera successiva sarà, invece, dedicata alla nuova creazione di Babilonia Teatri: «Mulinobianco», che tratta il tema dell’arduo equilibrio tra naturale e artificiale (Bassano del Grappa, 30 luglio). Sono, poi, in agenda le prime nazionali di «Teenmotion» (Bassano del Grappa, 31 luglio), creazione inedita di Adriana Borriello per il gruppo di giovani danzatrici del progetto Lift, «Mappatura emotiva» di ExVuoto Teatro (Mussolente, 31 luglio) e di «Atlante botanico dell’essere umano» di Amor Vacui (Valbrenta, 1° agosto). A chiudere il cartellone dedicato alla danza saranno, quindi, «Wonder Louder» al parco di Isola Vicentina, nel quale le coreografie di Siro Guglielmi si incontreranno con la musica di Rosa Brunello (29 agosto), e «Combinazioni» (18 settembre), che porterà i lavori della canadese Mélanie Demers nella piazza di Montebelluna.
Scorrendo rapidamente il programma, in agosto, si trova uno spettacolo teatrale di grande successo come «Misericordia» di Emma Dante, un potente inno alla vita in una favola contemporanea sulla fragilità delle donne e la loro sconfinata solitudine, «una fabbrica d’amore» secondo la definizione stessa dell’autrice e regista palermitana (Bassano del Grappa, 3 agosto).
Nell’anno in cui ricorrono i settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, il drammaturgo e storyteller Luca Scarlini dedicherà, quindi, tre appuntamenti al Sommo poeta dal titolo «La mirabile visione». In scena rispettivamente con i musicisti Ernesto Campagnaro al violino, Fabio Pupillo al flauto e Alberto Mesirca alla chitarra (Bassano del Grappa, 6, 7 e 14 agosto), l’artista racconterà le relazioni tra la «Commedia» dantesca e le arti figurative del suo tempo, del Rinascimento e dell’arte contemporanea, in un percorso che apre a rimandi e scenari inaspettati tra arte, musica e letteratura.
L’Alighieri sarà al centro anche dello spettacolo «Il Paradiso di Dante» (Bassano del Grappa, 2 settembre), caposaldo della riflessione musicale di Salvatore Sciarrino sulla «Commedia», che vedrà in scena la compagnia Anagoor, Leone d’argento 2018, e l’Orchestra di Padova e del Veneto, diretta da Marco Angius.
Il Sommo poeta verrà, poi, omaggiato con «Come è duro calle» (7 settembre), un itinerario di speciale suggestione con gli attori del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia che porteranno il pubblico in giro per Feltre, facendo tappa al castello, alle salite delle mura, ai resti romani, all’antico Teatro de la Sena.
Dante sarà ancora protagonista con «Humanae Genti» di Maurizio Panici, con il TS Teatro di Comunità / Argot Teatro, un viaggio attraverso i canti della «Divina Commedia» che si fanno metafora del viaggio che abbiamo compiuto durante la pandemia, nell’isolamento forzato e negli abbracci negati, nei desideri inespressi e nella volontà di uscirne migliori (Marostica, 24 e 26 settembre).

Gran finale con l’Orchestra di Padova e del Veneto per l’inaugurazione del ristrutturato Ponte di Bassano e il debutto del «Don Pasquale»
OperaFestival sarà anche impegnato, nel mese di agosto, a presentare tre speciali concerti dedicati a talenti emergenti della musica classica (Bassano del Grappa, 5, 10 e 17 agosto), giovani under 30, tutti già premiati in importanti concorsi internazionali: il pianista goriziano Alexander Gadjiev, il quartetto formato da Riccardo Porrovecchio al violino, Claudio Laureti alla viola, Raffaella Cardaropoli al violoncello e Leonora Armellini al pianoforte, e il trio con Vikram Francesco Sedona al violino, Luca Giovannini al violoncello e Alberto Ferro al pianoforte.
Rimanendo in ambito musicale, il cartellone propone anche due appuntamenti con la grande lirica: un concerto con arie e duetti tratti da celebri opere con artisti tra i più acclamati nei principali teatri internazionali (Castello degli Ezzelini a Bassano del Grappa, 8 agosto), e la nuova produzione del «Don Pasquale» di Gaetano Donizetti (Bassano del Grappa, 8 e 10 ottobre) che chiuderà questa lunga edizione del festival, con i giovani artisti emergenti dal cinquantesimo Concorso internazionale per cantanti Toti Dal Monte, l’Orchestra di Padova e del Veneto, la regia di Giuseppe Emiliani, il progetto visual di Federico Cautero.
Il linguaggio teatrale sarà ancora sotto i riflettori con «La bottega del caffè» (Marostica, 7 agosto) di Carlo Goldoni, nell’allestimento di Ats Teatro di Comunità/ Argot Teatro, con la prima nazionale di «Ritorno a casa», un’opera originale immaginata e scritta da Mirko Artuso con la collaborazione dei cittadini di Enego (Enego, 12 agosto), con la trilogia «Local Heros» di Fratelli Dalla Via (13 e 14 agosto), nata dal dialogo con la comunità di Lusiana Conco, e con le passeggiate teatrali in silent play «Il sentiero del riccio» con Paola Rossi (Colceresa, 26 settembre). Sono, anche, in programma «Earthbound, ovvero le storie delle Camille» di Marta Cuscunà, un monologo di fantascienza per attrice e pupazzi che parla del nostro futuro prossimo (Bassano del Grappa, 24 agosto), e la prima nazionale di «Celtis Australis - Storia del bagolaro e del bosco viaggiante» di Filippo Tognazzo, che invita alla riflessione sul rapporto uomo/natura, sulla biodiversità, sulle emergenze contemporanee (Rosà, 29 agosto). Un’altra prima nazionale è quella di «Alice oltre le meraviglie» con Marta Dalla Via e Piergiorgio Odifreddi, una riscrittura del celebre romanzo di Lewis Carroll fatta di humor scientifico e logica fantastica, in cui teatro e matematica diventano un gioco (Bassano del Grappa, 3 settembre). 
Tra gli appuntamenti da non perdere ci sono, poi, le creazioni site specific per il museo di Arte Sella, affidate a Daniele Ninarello, Silvia Sisto, Vittoria Caneva e Andrea Costanzo Martini (11 e 12/9), e lo spettacolo «La gentilezza dell’oro – Slowmachine» (11 e 12 settembre) al Museo della ceramica di Nove, che interpreta i temi della cura e del rinnovamento facendosi ispirare dall’antica tecnica giapponese del Kintsugi. Per finire si segnala il concerto con «Musica sull’acqua» e «Musica per i reali fuochi d’artificio», due celebri suite di Georg Friedrich Händel composte per altrettante feste e celebrazioni, che vedrà in scena l’Orchestra di Padova e del Veneto per celebrare il celeberrimo Ponte di Bassano ristrutturato (Bassano del Grappa, 3 ottobre). Un finale con tanto di fuochi d’artificio per un appuntamento, che proporrà anche un festival nel festival, di cui vi parleremo nei prossimi giorni: «B.Motion», che dal 19 agosto al 9 settembre focalizzerà l’attenzione sul contemporaneo e sui talenti emergenti, sulle arti e sulle loro relazioni con tecnologia.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Alma Swing sarà tra i protagonisti di  «Terre graffiate», quattro concerti mattutini ambientati nello suggestivo scenario del Monte Grappa; [figg. 2 e 3] «Secus» di Ohad Naharin, una delle coreografie del balletto «Stories», prodotto da Aterballetto al debutto a Operafestival. Foto di Alice Vacondio; [fig. 4] Marco Paolini in «Teatro fra parentesi»; [fig. 5] Immagine copertina di  «Swans»; [fig. 6] Cover di «Mulinobianco» di Babilonia Teatri; [fig. 7] Cover dello spettacolo «Misericordia» di Emma Dante; [fig. 8] Sandro Botticelli, Ritratto di Dante, 1495 circa; [fig. 9] Orchestra di Padova e del Veneto. Foto di Alessandra Lazzarotto; [fig. 10] ArteSella sarà scenario di OperaFestival nei giorni dell'11 e 12 settembre

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martedì 6 luglio 2021

«Lac en plein air», un’estate di teatro, musica, danza e arte a Lugano

Si apre con «Odissea», un progetto di lettura scenica creato dal Centro artistico Mat e dal Teatro d’emergenza, la quarta edizione della rassegna estiva «Lac en plein air», che dal 6 luglio al 10 settembre animerà l’Agorà del centro culturale Lac - Lugano arte e cultura.

Da «Odissea» a «Antropolaroid», gli appuntamenti della prima settimana
Sotto la regia di Luca Spadaro, gli attori Margherita Coldesina, Mirko D’Urso, Cristina Zamboni e Massimiliano Zampetti porteranno in scena, nelle serate di martedì 6 e mercoledì 7 luglio (alle ore 21), una storia che ci accompagna da tempi antichissimi, quella delle gesta di Ulisse, dove – si legge nella presentazione - «c’è il racconto di un viaggio avventuroso, la descrizione di esseri sovrumani e di accadimenti miracolosi, i patimenti di uomini e donne, i loro desideri».
Si apre così il sipario su un cartellone di oltre trentacinque appuntamenti, che ospiterà nei prossimi due mesi sia artisti cari al pubblico del Lac sia volti nuovi per la scena ticinese, in un susseguirsi di concerti di musica classica e contemporanea, incursioni nelle sonorità del mondo, spettacoli di teatro e danza, incontri con artisti e curatori, eventi e attività dedicati alle famiglie.
Il secondo appuntamento in agenda sarà, per esempio, nel segno della conversazione scientifica: giovedì 8 luglio, sempre alle ore 21, l’artista svizzero Marc Bauer e lo scienziato Luca Maria Gambardella, professore ordinario della Facoltà di informatica dell’USI - Università della Svizzera italiana, si confronteranno sul tema «La scienza a regola d’arte», provando a dare risposta a una serie di quesiti: Come si sviluppa una nuova idea? Quali metodologie si seguono o devono essere applicate nella ricerca? Di quanta libertà dispongono gli artisti e gli scienziati nel realizzare ciò che li ha ispirati?
I riflettori si accenderanno, quindi, nuovamente sul teatro d'autore nella serata di venerdì 9 luglio con Davide Enia, attore, regista e romanziere pluripremiato, che per la sua prima volta propone al Lac il suo monologo «Maggio ’43», che – attraverso le testimonianze di alcuni sopravvissuti – racconta, accompagnato dalle musiche dal vivo di Giulio Barocchieri, il bombardamento di Palermo del 9 maggio 1943, scoprendo che quei «tempi malati e bugiardi, cinici e bari» assomigliano tragicamente ai nostri.
La Sicilia sarà ancora al centro della scena nella serata di sabato 10 luglio con Tindaro Granata, autore e protagonista di «Antropolaroid», fortunato lavoro di cui ricorre il decennale, che narra, con l’antica tecnica del cunto siciliano, la storia della famiglia dell'attore affrontando temi come la lotta per l’amore e la libertà. Attraversato da un’inquietudine dolorosa, lo spettacolo offre anche l’occasione di ridere, per la caratterizzazione dei personaggi, il loro susseguirsi sulla scena, per l’abilità stessa di Tindaro Granata nel trasformarsi. Solo sul palco, l’artista racconta di figure familiari, di generazioni, di una terra, la Sicilia, da cui anche allontanarsi, con il proposito di andare a Roma, diventare attore e fare del cinema.
Ad aprire la serata sarà «Ciumachella», monologo in cui la giovane autrice e interprete Emilia Tiburzi parlerà del suo legame con la sua città, Roma, e del suo rapporto con i massimi esponenti della romanità cinematografica – da Anna Magnani ad Alberto Sordi – che hanno influenzato la sua vita e le sue scelte.

Pinter, Camus e Shakespeare, i protagonisti del cartellone teatrale
Si chiuderà così la prima settimana della rassegna estiva «Lac en plein air», nato dalla virtuosa collaborazione del Lac con LuganoMusica, Orchestra della Svizzera italiana e Museo d’arte della Svizzera italiana, nell’ambito del programma di mediazione culturale Lac edu sostenuto da Ubs – Unione banche svizzere.
La programmazione teatrale prevede nei prossimi mesi altri quattro appuntamenti. Giovedì 19 agosto gli attori Antonio Ballerio e Tatiana Winteler, volti cari al pubblico ticinese, porteranno in scena «Ceneri alle ceneri» di Harold Pinter, penultima prova drammaturgica del premio Nobel per la letteratura, che parla delle tragedie e degli orrori del secolo scorso, dell’eterna condizione di oppresso e oppressore, di vittima e carnefice. Mentre venerdì 20 agosto Emanuele Santoro sarà il protagonista di «Caligola(s)concerto», recital ispirato al «Caligola» di Albert Camus, con l’ accompagnamento musicale di Claudia Klinzing, virtuosa e sensibile polistrumentista ticinese.
Il 9 e 10 settembre, infine, è in programma l’anteprima assoluta di «Sogno di una notte di mezza estate», lavoro per la regia di Andrea Chiodi, che vede in scena un cast di quattordici attori, molti dei quali alla loro prima prova importante. «Realtà e fantasia, Atene e la foresta incantata, Teseo e Oberon – afferma il regista – tutto nell’opera ci racconta di razionalità e magia, di pensiero e rituale, sempre su un doppio binario e soprattutto sempre attraverso il mezzo del gioco quasi infantile, del capriccio da bambini, delle paure dei bambini e soprattutto della capacità di giocare ad essere altro da sé che solo i bambini sembrano avere e che in realtà spesso è così desiderata anche dai grandi. Forse la strada che ci indica Shakespeare è quella di tornare in contatto con l’irrazionale, con il bambino che ognuno ha dentro di sé».

Dal flamenco al tango, un viaggio intorno al mondo a passo di danza
La programmazione di «Lac en plein air» si apre anche alla danza. Il primo appuntamento avrà un interprete di eccezione, il danzatore sivigliano Israel Galván, conosciuto per la sua ricerca d’avanguardia sul flamenco classico, che sabato 17 luglio porterà in scena «Solo», esperienza radicale che rappresenta una personalissima riflessione sul concetto di ballo senza musica. Mentre mercoledì 28 luglio, sulla musica delle composizioni «Las Cuatros Estaciones Porteñas», incise tra il 1965 e il 1970 e conosciute anche come «Le Quattro Stagioni di Buenos Aires», la compagnia Anita, diretta da Adriano Mauriello, salirà sul palco con un omaggio ad Astor Piazzolla, di cui, nel 2021, si ricordano i cento anni dalla nascita. Immagini, sentimenti e passioni accenderanno i riflettori sul tango, sulla sua capitale e sull’artista che, più di ogni altri, ha reso celebre la musica argentina nel mondo. Infine, sabato 21 agosto il coreografo italiano Roberto Castello firmerà regia e coreografia di «Mbira», lavoro per due danzatrici e due musicisti, già finalista ai Premi Ubu nel 2019, che riflette sul complesso rapporto tra cultura occidentale e africana.

Paolo Conte e Peppe Servillo tra i protagonisti del ricco programma musicale 
Grande protagonista della rassegna sarà anche la musica, nelle sue varie declinazioni.
Martedì 13 luglio, Dan Tepfer, compositore e pianista franco-americano, presenterà «Natural Machines», lavoro in cui libere improvvisazioni interagiscono con un programma informatico da lui stesso ideato.
Tra il 22 luglio e il 7 agosto, sono, invece, in programma nove concerti di musica dal mondo. Si inizierà con Giovanni Falzone, virtuoso della tromba, che, in «Blackstar. Lettere a David Bowie», mescolerà jazz elettrico e avant-rock. Si proseguirà, venerdì 23 luglio, con i Violons Barbares, gruppo capace di mescolare e avvicinare tradizioni musicali apparentemente lontane come quelle di Francia, Bulgaria e Mongolia. Mentre sabato 24 luglio sarà in scena Peppe Servillo, già frontman degli Avion Travel, con «L’anno che verrà», omaggio esplicito al genio di Lucio Dalla, che avrà per protagonisti anche due artisti del calibro di Javier Girotto e Natalio Mangalavite. Giovedì 29 luglio, i riflettori saranno puntati su Maria Arnal e Marcel Bagés con «Clamor», una serata in cui la canzone popolare catalana viene trasportata nel futuro. Mentre venerdì 30 luglio le giovanissime musiciste del Duo Ruut porteranno per la prima volta in Svizzera le suggestioni dell’Estonia. La voce di Raiz, già leader degli Almamegretta, sarà, invece, la protagonista, sabato 31 luglio, di «Musica Mediterranea Immaginaria», serata in cui, insieme ai Radicanto, l'artista renderà omaggio alla Puglia e al Mediterraneo. Toccherà, quindi, salire sul palco a Maria Mazzotta, già voce del «Canzoniere Grecanico Salentino», che giovedì 5 agosto presenterà «Amore Amaro», accompagnata dalla fisarmonica di Vince Abbracciante. Venerdì 6 agosto il musicista sardo Paolo Angeli, con la sua speciale chitarra-orchestra, condurrà il pubblico in un viaggio tra le isole mediterranee insieme con minorchino Marco Mezquida, ospite speciale di un concerto sospeso tra free jazz, folk noise, pop minimale, post-rock e canto ancestrale. 
L’avventura mediterranea continuerà, poi, con «Talismàn», il nuovo progetto di Marco Mezquida, solare, travolgente pieno di gioia e voglia di vivere, un mix originale di classica, popolare e flamenco che vedrà in scena anche il violoncello del cubano Martin Melendez e le percussioni del catalano Aleix Tobias.
Mentre la selezione musicale curata da LuganoMusica si aprirà mercoledì 14 luglio con un omaggio alla tradizione armena, di cui il duduk, uno strumento a fiato ad ancia doppia, ne rappresenta l’essenza. Levon Chatikyan, con il suo Ensemble France Varpet, proporrà un programma di brani tradizionali. Giovedì 15 luglio il pubblico si tufferà, invece, nelle melodie e nelle atmosfere di fine ‘800 grazie a Salon Passion, quintetto di musicisti della Tonhalle di Zurigo. Sabato 28 agosto l’Ensemble Kapelle Nogler sarà il protagonista di una serata dedicata alle antiche danze engadinesi e alla musica tradizionale appenzellese.
Non mancheranno in cartellone i musicisti dell’Orchestra della Svizzera italiana, che saranno protagonisti di cinque serate. Martedì 24 agosto è previsto un omaggio a Igor Stravinskij e al suo «Histoire du Soldat», mentre mercoledì 25 agosto è in agenda una ghiotta anticipazione del progetto «Tracce», ciclo speciale dedicata alle sinfonie del grande compositore russo Cajkovskij. A settembre, invece, si terrà un ricordo di Astor Piazzolla, a cent’anni dalla nascita: il 1° settembre è programmato un concerto cameristico, mentre lunedì 6 e martedì 7 settembre l’intera orchestra si esibirà in piazza Luini in due serate open air.
Completano la ricca offerta musicale due iniziative nate in collaborazione con LongLake Festival e MyNina Spettacoli, entrambe in programma in piazza Riforma. Paolo Conte tornerà a Lugano martedì 24 agosto con un concerto che celebra i cinquant’anni di «Azzurro», mentre mercoledì 25 agosto è il turno di Davide Van De Sfroos che festeggerà i venticinque anni dello storico album Manicomi insieme ai componenti della formazione originale.

In agenda anche un week-end per le famiglie e conversazioni d’autore
Non mancano, infine, nel calendario della rassegna luganese un week-end per le famiglie (sabato 4 e domenica 5 settembre) e una serie di conversazione d'autore. Venerdì 16 luglio Salvatore Vitale, vincitore del Premio Artista Bally nel 2020, dialogherà con Florian Egloff, esperto di cyber security, e Lars Willumet, responsabile dei progetti espositivi del Musée de l’Elysée di Losanna. Il 26 agosto l’artista Monica Bonvicini intratterrà i presenti in compagnia di Paolo Mazzarello, professore ordinario di storia della medicina. Infine, venerdì 27 agosto si terrà un incontro con Albert Oehlen, al quale il Masi dedicherà una mostra il prossimo autunno.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Un momento di spettacolo della compagnia Anita; [fig. 2] Davide Enia. Foto di Giuseppe Distefano; [fig. 3] Una scena di Antropolaroid. Foto di Manuela Giusto; [fig. 4] Orchestra della Svizzera italiana. Foto di Kaupo Kikkas; [fig. 5] Duo Ruut. Foto di Aho Lehemets; [fig. 6] LAC en plein air. © 2021 LAC Lugano, photo Studio Pagi; [fig. 7]Salvatore Vitale, HTSAC;[fig. 8] Metropolis, pencil on paper, 2020 © Marc Bauer; [fig. 9] Israel Galvan; [fig. 10] Paolo Conte

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mercoledì 30 giugno 2021

«Scena natura»: sui colli bolognesi una rassegna per scoprire le interazioni tra arti e ambiente

«La musica si inserisce negli spazi verdi per insonorizzarli dialogando con il vento sulle foglie e i suoni degli uccelli, il teatro trasmette le emozioni del nostro vivere su questo pianeta e si interroga sul presente, la danza, come pure le esperienze di arte visiva, disegnano forme che tracciano conversazioni con l’ambiente». Viene riassunta così la proposta offerta al pubblico, da oltre dieci anni, da «Scena natura», inusuale «dialogo tra le arti e il verde» nato nel 2008 dalla collaborazione tra Fienile Fluò, ristorante e azienda agricola con bed and breakfast sui colli di Bologna, e l'associazione culturale Crexida/Anima Fluò, fondata nel 2003 dall’attrice e regista Angelica Zanardi.
Spettacoli teatrali, concerti, performance di danza e passeggiate-racconto animeranno, a partire da mercoledì 30 giugno, tutti gli ambienti della struttura sui colli di Paderno: dall’anfiteatro naturale tra i calanchi ai sentieri panoramici sulle colline, dai vigneti ai giardini.
«I vari appuntamenti in agenda utilizzano, dunque, gli elementi circostanti come scenografie spontanee. Le proposte artistiche – spiegano gli organizzatori - sono cioè pensate in stretta connessione con il luogo e sono prodotte ad hoc proprio per lo spazio che le ospita. Così alcuni spettacoli sono illuminati dalla luce del tramonto, altri, proposti dopo il crepuscolo, dall’ausilio di luci e fari, altri ancora stimolano una percezione a tuttotondo del contesto naturale circostante e un diverso coinvolgimento, anche grazie a degustazioni olfattive o enogastronomiche o particolari esperienze uditive prodotte grazie all’uso di device audio individuali».
Il cartellone multidisciplinare prenderà il via, con l'anteprima dello spettacolo «OUT!» (in replica il 7, il 21 e il 28 luglio; il 4 e l’11 agosto), un progetto di Allegra de Mandato e Angelica Zanardi, che rievoca in maniera drammaturgica il difficile periodo pandemico di «esclusione» e il costante bisogno di un dialogo tra il dentro, nell’intimità, e il fuori, nel mondo esterno. Sul palcoscenico un’attrice torna a recitare dopo una lunga pausa, un periodo di isolamento. Le persone davanti a lei sono finalmente reali, presenti. La donna esce allo scoperto e racconta la sua storia, affacciandosi in un presente «diverso», stravolto dalla necessità della distanza e pieno di limitazioni.
Ogni mese «Scena natura» ospiterà, dunque, una mini-rassegna dedicata a una delle quattro arti, con opere uniche e performance inedite. Luglio sarà il mese della musica con «escurSonica», quattro concerti per un’immersione nei sentieri delle sette note e della natura, a cura del critico musicale e saggista Pierfrancesco Pacoda, che spazierà dai linguaggi diversi del jazz all’elettronica.
Ad aprire il cartellone musicale sarà Tati Valle (4 luglio), versatile multistrumentista e cantante brasiliana che fa parte del gruppo «L’orchestra di piazza Vittorio», l’ensemble multiculturale italiano più noto nel mondo. Sarà, poi, la volta di Tiziano Popoli (11 luglio), uno dei più originali compositori italiani, sperimentatore con partiture elettroniche sin dagli anni Settanta, e degli Earthset (18 luglio), giovane formazione della scena musicale bolognese, che si muove tra suoni acidi e sonorità d’ambiente con all’attivo collaborazioni con la Cineteca di Bologna. Toccherà, quindi, esibirsi a Francesco Pizzo, chitarrista, compositrice, cantante, per anni parte del duo di avant garde pop Melampus, che porterà sul palco Cristallo il suo progetto solista. A chiudere la rassegna musicale sarà, a ottobre, l’esibizione di Consorteria delle tenebre (15 ottobre), quartetto di viole da gamba costituito da Teodoro Baù, Rosita Ippolito, Marco Casonato e Noelia Reverte Reche.
Luglio vedrà in scena sui colli bolognesi anche Ugo Dighero, uno dei volti più amati dal pubblico teatrale e televisivo, e Daniele Ronco, inventore del «teatro a pedali», con lo spettacolo «Un pianeta ci vuole…c’è nessuno?», che spinge a ragionare sulle soluzioni per migliorare la qualità della nostra vita e del mondo che ci circonda a partire da tre temi che diventano tre capitoli: alimentazione, trasporto e sovraffollamento.
Ad agosto si accenderà, quindi, lo schermo sotto le stelle del Cinema Fluò per una mini-rassegna in cinque appuntamenti, curata dallo scrittore e giornalista Roy Menarini, con la collaborazione della Cineteca di Bologna. Ogni mercoledì, dal 4 agosto, sempre alle ore 22:00, verrà proiettata una pellicola che racconta la relazione tra uomo e ambiente. Si partirà con «In viaggio verso un sogno», road movie ed esordio alla regia di Tyler Nilson e Michael Schwartz. Si proseguirà con «Nel nome della terra» (11 agosto), uno spaccato sulla vita di chi è legato al lavoro dei campi, costretto a combattere con una società in cui il profitto sta al primo posto. Sarà, poi, la volta di «Corpo e anima» (18 agosto), in cui la vita e la morte degli animali fanno da sfondo e contrappunto alle vicende umane; mentre a chiudere la mini-rassegna cinematografica sarà uno dei capolavori di John Ford, «Com’era verde la mia valle», del 1941.
Ad agosto tornerà anche l’appuntamento con le passeggiate «Tra gli alberi walk» (11 e 29 agosto), con l’attrice Angelica Zanardi e la violinista Erica Scherl. Le due artiste guideranno gli spettatori in un libero girovagare tra storia, leggenda e botanica, tra ricordi e sensazioni, realtà e immaginazione, a spasso tra gli alberi di un piccolo bosco privato e collettivo.
Settembre, infine, sarà il mese della danza e avrà per protagonista il giovane coreografo Carlo Massari, direttore della compagnia di danza CeC Company, che sviluppa un linguaggio artistico indirizzato verso un’indagine fisica e drammaturgica, in stretta relazione con tematiche sociali contemporanee. Tra gli spettacoli in programma (4 e 5 settembre, ore 18:00) ci sono ben tre le anteprime, due delle quali produzione di Crexida/Anima Fluò, di tre diversi gruppi: Dehors/Audela, De Simone/Cossignani/Adorni e il Collettivo Semipermanenti di Davide Nazzaro.
Negli stessi giorni si terrà anche il corso «Corpi intuitivi» (4 e 5 settembre, ore 10:00-17:00), ideato per gli spazi verdi di Fienile Fluò dalla compagnia Mualem/De Filippis Dance Projects. «Il laboratorio – raccontano gli organizzatori - vuole stimolare la ricerca di danza fuori dalle sale, esplorare le risorse interiori in luogo dove la vita «accade» continuamente e da sempre, dove l’aria è brezza o vento, dove la luce compie milioni di chilometri per poter accompagnare un gesto, sottolineare uno sguardo, testimoniare un incontro, un’opportunità difficilmente replicabile in qualsiasi altro luogo».
Completa il programma «La voce degli alberi», un percorso panoramico in dieci tappe dedicato all’osservazione delle diverse specie arboree del territorio dei colli bolognesi. Ogni tappa è una lezione immersiva, una relazione intima e insieme collettiva con il paesaggio, distinta e impreziosita da sculture tattili realizzate dal progettista di installazioni museali Fabio Fornasari.
Si rinnova, dunque, con un programma ricco Scena natura, frutto di una ricerca artistica che fa sconfinare «l’idea di bellezza sempre più fuori di noi, tra gli alberi, in un prato fiorito, in un teatro sotto le stelle».

Informazioni utili
Per info e costi: www.fienilefluo.it

martedì 11 maggio 2021

Sessant’anni di «Merda d’artista». Teatro, cinema, design e arte omaggiano Piero Manzoni

Piero Manzoni, Merda d’artista n. 63, maggio 1961, scatoletta di latta, carta stampata, 4,8 × ∅ 6 cm © Fondazione Piero Manzoni, Milano
Era il maggio del 1961 quando Piero Manzoni (Soncino, 1933 – Milano, 1963), autore di uno sperimentalismo neodadaista e concettuale, che avrebbe lasciato in eredità alla storia dell’arte lavori come i palloncini di «Corpo d’aria», le «Sculture viventi», «Uovo con impronta» e le superfici bianche imbevute di gesso, colla o caolino liquido di «Achrome», realizzava una serie di opere destinate a scandalizzare il mondo dell'arte: «Merda d'artista». Si trattava di novanta scatolette, presentate per la prima volta nell'agosto dello stesso anno nella collettiva «In villeggiatura da Pescetto», nell’omonima galleria di Albissola Marina, in cui l'artista asseriva di aver conservato trenta grammi delle proprie feci. Ogni scatoletta, del tipo impiegato per la conservazione e la vendita della carne in scatola, era sigillata, munita di etichetta in quattro lingue (italiano, francese, inglese e tedesco), numerata e firmata («Produced by Piero Manzoni»). Il prezzo veniva fissato in trenta grammi d’oro zecchino (come a dire che gli escrementi dell'artista valevano tanto oro quanto pesavano).
La critica reagì in modo feroce alla provocazione. Il pubblico non capì e la leggenda del personaggio bohémien e scapestrato si affermò ancora di più. Piero Manzoni venne definito, dai più gentili, un «caccautore»; il celebre giornalista Dino Buzzati (1906-1972) scrisse che le «intenzioni ironiche o rivoluzionarie non bastano a riscattare la volgarità e il cattivo gusto di stampo goliardico».
“Omaggio a Merda d’artista di Piero Manzoni”, carta da parati della collezione 8per, taplab design © TapLab 2021
Ancora oggi nessuno sa con certezza che cosa ci sia dentro le scatolette. Nel 2007, l’artista Agostino Bonalumi, amico di Piero Manzoni, ha dichiarato al «Corriere della Sera»: «Posso tranquillamente asserire che si tratta di solo gesso. Qualcuno vuole constatarlo? Faccia pure. Non sarò certo io a rompere le scatole». D’altronde la troppa curiosità deturperebbe l’opera e ne alienerebbe il valore di mercato.
Sessant’anni dopo la «Merda d’artista» è entrata nella leggenda e nell’immaginario collettivo. La si trova in musei come la Tate Modern di Londra, il Centro Georges Pompidou di Parigi e il Museum of Modern Art di New York. Nel 2016 è stata battuta all’asta, dalla casa «Il ponte» di Milano, al prezzo di 275 mila euro.
“Omaggio a Merda d’artista di Piero Manzoni”, carta da parati della collezione 8per, taplab design © TapLab 2021
«Citata in libri e film, canzoni e video musicali, quest’opera è stata oggetto di omaggi nei più diversi materiali e misure da parte di altri artisti. Tuttavia, forse non è ancora stata completamente capita», raccontano dalla Fondazione Piero Manzoni di Milano, che ha in programma un anno di iniziative per celebrare storie e leggende legate a uno dei lavori più iconici del Novecento.
Si inizia con il sito merdadartista.org, che si arricchirà nel corso dei mesi di nuovi contenuti, creati ad hoc, tra cui la serie di conversazioni «30, 20, 10 minuti di ‘Merda’».
In occasione dell’anniversario, poi, la Casa degli artisti di Milano ospiterà, da giovedì 13 a domenica 30 maggio, una mostra realizzata in collaborazione con l’azienda toscana Taplab wall covering, autrice di una serie di wall covering ad hoc riuniti sotto il titolo «8PER / Omaggio a ‘Merda d’artista’ di Piero Manzoni». Si tratta di otto nuove carte da parati, molto diverse tra loro, che «condividono con la scatoletta - si legge nella nota stampa - lo spirito ironico e leggero che ritroviamo in quelle cose che riescono a esprimere idee profonde con creatività».
“Omaggio a Merda d’artista di Piero Manzoni”, carta da parati della collezione 8per, taplab design © TapLab 2021
L’allestimento, che vedrà eccezionalmente esposta la scatoletta originale n°63, è di Valer Palmieri di Nexhibit Design, che già nel 2014 si era occupato della grande mostra sull’artista a Milano, negli spazi di Palazzo Reale, curata da Flaminio Gualdoni e Rosalia Pasqualino di Marineo
In occasione dell’appuntamento espositivo, la Fondazione Piero Manzoni regalerà centoottanta gadget a tema, realizzati nel 2013, che saranno a disposizione del pubblico come ricompensa a seguito di una donazione alla Casa degli artisti.
È in arrivo anche un agile libro pubblicato dalla Carlo Cambi Editore, in quattro lingue, che ci accompagnerà attraverso i saggi di quattro autori - Luca Bochicchio, Flaminio Gualdoni, Rosalia Pasqualino di Marineo e Marco Senaldi - in un viaggio alla scoperta della «famigerata scatoletta». La presentazione del volume si terrà mercoledì 26 maggio, nell’ambito della mostra «8PER / Omaggio a Merda d’artista di Piero Manzoni».
Ma non è tutto. «Ursula», la rivista di Hauser & Wirth (la galleria svizzera che rappresenta l'artista in esclusiva mondiale), sta preparando un numero dedicato all'operazione artistica manzoniana, con interviste e testi di approfondimento. Il regista Andrea Bettinetti sta lavorando a dei brevi documentari per approfondire temi specifici, tra cui ad esempio lo scandalo del 1971, quando una scatoletta venne esposta alla Galleria d’arte moderna di Roma e ne conseguì una interrogazione parlamentare contro Palma Bucarelli, l’allora direttrice del museo. Mentre il regista e drammaturgo cremonese Filippo Siddi sta scrivendo tre brevi monologhi per il teatro.
“Omaggio a Merda d’artista di Piero Manzoni”, carta da parati della collezione 8per, taplab design © TapLab 2021
Sono, dunque, tante le occasioni che avremo quest’anno per cogliere i significati più profondi di un’opera che voleva essere critica nei confronti dei meccanismi e delle dinamiche che muovevano la società dei consumi e il mercato dell'arte contemporanea, pronto ad accettare come oro colato anche degli escrementi in scatoletta purché firmati e autenticati dall'artista. Sessant'anni dopo non è cambiato molto.  

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Piero Manzoni, «Merda d’artista n. 63», maggio 1961, scatoletta di latta, carta stampata, 4,8 × ∅ 6 cm © Fondazione Piero Manzoni, Milano  [Altre immagini] «Omaggio a Merda d’artista di Piero Manzoni, carta da parati della collezione 8per», taplab design © TapLab 2021 

Informazioni utili 

«8PER / Omaggio a ‘Merda d’artista’ di Piero Manzoni. Casa degli artisti - Milano. Opening: 13 maggio, ore 14:00-21:00. Apertura: 14-30 maggio, ore 10:30-21:00; chiuso il lunedì. Prenotazioni obbligatorie solo per sabato e domenica: Fondazione Piero Manzoni, tel. 02.49437786, cell. 349.8141872, merdadartista@gmail.com