ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 11 settembre 2009

«11 settembre», al Mart un’installazione di Stefano Cagol

11 settembre 2001, ore 8.45: un Boeing 767 della American Airlines si schianta su una delle Twin Towers di New York. Pochi minuti dopo, un aereo di linea della United impatta contro la torre sud del World Trade Center. Inizia così la cronaca di un giorno che nessuno potrà mai dimenticare, il giorno che ha cambiato per sempre il corso della nostra storia e che ha modificato il quadro della politica internazionale.
Ma quanti altri 11 settembre del nostro passato, oltre a quello di otto anni fa, sono rimasti scritti nel grande libro dei fatti? Quello del 1903 con la nascita del filosofo Theodor Adorno, quello del 1944 con il bombardamento della città tedesca di Darmstadt, ma anche e, forse, soprattutto quello del 1973 con il golpe militare di Augusto Pinochet in Cile e la morte di Salvatore Allende. Questi e molti altri eventi sono rievocati nell’installazione 11 settembre, che il trentino Stefano Cagol presenta contemporaneamente in tre musei europei: il Mart di Rovereto, la Kunstraum di Innsbruck e lo ZKM di Karlsruhe. Un progetto, questo, che si propone di riflettere sui concetti di storia, di identità individuale e condivisa, di cambiamento, di ripetizione e, naturalmente, di morte e di nascita, partendo dalla sovrapposizione tra un evento collettivo, quale l’attacco terroristico alle Twin Towers, e un fatto privato, come il compleanno dell’artista.
Nel museo trentino, l’installazione consiste in un display led con scritte scorrevoli, sistemato in uno spazio destinato al passaggio e alla sosta dei visitatori quale l’ingresso, così da sottolineare l’intenzione dell’artista di mettersi in comunicazione con tutti.
Su questo schermo scorrono delle date e delle descrizioni di eventi, fatti di portata minuscola o enorme, avvenuti in tutto il mondo l’11 settembre. L’elenco è estratto da un archivio collettivo e aperto, in continua evoluzione -l’enciclopedia libera Wikipedia- per sottolineare l’idea di una memoria condivisa, non imposta e non chiusa.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Stefano Cagol, Adorno born on September 11th, 2009, photo print; [fig. 2] Stefano Cagol, Allende Vive, September 11th, 2009; [fig. 3] Stefano Cagol, Darmstadt destroyed on September 11th, 2009, photo print.

Informazioni utili
11 settembre. Mart, Corso Bettini, 43 - Rovereto (Trento). Orari: martedì– domenica 10.00-18.00; venerdì 10.00-21.00; lunedì chiuso. Ingresso: intero € 10.00, ridotto € 7.00, gratuito fino a 18 anni e sopra i 65, scuole € 1.00 per studente. Informazioni e prenotazioni numero verde 800.397760, tel.0464. 438887, info@mart.trento.it. Sito Web: www.mart.trento.it. Fino all’11 ottobre 2009.

Per saperne di più
www.11settembre.org
www.stefanocagol.com

«Con-Vivere Festival 2009»: cultura, miti e problemi americani ai raggi X

Stelle e strisce di marmo bianco a Massa Carrara. Sarà un’imponente bandiera americana, della superficie di oltre cinque metri quadrati e del peso di più due tonnellate, realizzata dallo scultore Luciano Massari il simbolo della quarta edizione di Con-vivere Carrara Festival, manifestazione promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, che vede alla direzione artistica Remo Bodei.
Da oggi, ottavo anniversario dell’attentato terroristico alle Twin Towers di New York, la città toscana vedrà, per tre giorni, giornalisti, intellettuali, filosofi, militari, registi, critici cinematografici, musicisti, scrittori, economisti e storici confrontarsi su temi quali l’ascesa di Obama, la crisi economica e finanziaria statunitense, gli Usa come terra di grandi sogni e grandi opportunità. Temi, questi, tutti riuniti sotto il titolo «America oggi».
Sedici conferenze e incontri di parola, sette appuntamenti musicali, quattro proiezioni cinematografiche e due mostre a tema, ma anche laboratori creativi per bambini, un mercatino di oggetti made in Usa, aperitivi in piazza sono gli elementi che compongono la kermesse, alla quale prenderanno parte importanti protagonisti della cultura italiana come Tito Boeri, Mario Calabresi, Beppe Severgnini, Massimo Teodori, Walter Veltroni e apprezzati musicisti internazionali quali Renzo Arbore, Lee Konitz, Marco di Maggio e Beppe Gambetta, che si esibiranno con il loro miglior repertorio jazz.
Tra gli eventi collaterali, si segnalano l’annullo filatelico e la mostra itinerante American Roadside Architecture, in calendario fino al 19 settembre (tutti i giorni, 10.00-13.00 e 16.00-20.00) presso gli spazi dell'Accademia di Belle arti di Carrara.
Attraverso cinquantacinque immagini, John Margolies documenta la lenta scomparsa di un tipo singolare di architettura popolare americana fiorita nella prima metà del XX secolo lungo le strade d'America e oggi quasi del tutto scomparsa: il Mom and Pop business, creato appositamente per catturare l'attenzione dei turisti e degli automobilisti e obbligarli ad uno stop in una stazione di servizio, in un'area di ristoro, in un piccolo motel.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] La bandiera americana in marmo dello scultore Luciano Massari; [fig. 2 e fig. 3] Immagine di John Margolies per la mostra American Roadside Architecture

Informazioni utili
Con-vivere Carrara Festival. Massa Carrara – sedi varie. Dall’11 al 13 settembre 2009. Ingresso libero e gratuito. Informazioni: tel. 0585.55249, fax 0585.775219, info@con-vivere.it. Sito Web: www.con-vivere.it.

Futurismo, Siena celebra il mito della velocità

I tesori d'arte del Trecento e del Quattrocento senese, con le loro ricche decorazione dalle cromie sgargianti e i loro ieratici fondi color zafferano, incontrano la dirompente vitalità del Futurismo, con il suo culto del tempo veloce e del dinamismo simultaneo. Accade alla Pinacoteca nazionale di Siena, dove fino a domenica 4 ottobre va in scena la mostra Macchine! Spirito della meccanica tra i fondi d’oro, promossa dalla soprintendenza per i Beni artistici e storici di Siena e Grosseto, dagli assessorati alla Cultura del Comune e della Provincia di Siena e dalla Fondazione Monte Paschi attraverso Vernice progetti culturali.
Automobili e motociclette d’epoca futurista, datate tra il 1909 e il 1930, formano il cuore pulsante della rassegna, curata da Gabriele Borghini e nata come omaggio al più noto movimento avanguardista italiano, nell'anniversario dei cent'anni dalla pubblicazione del suo primo manifesto sul quotidiano francese Le Figaro.
Ad aprire il percorso espositivo è una Fiat 0 del 1913, che ricorda la famosa caduta nel fosso di Filippo Tommaso Marinetti, avvenuta nel 1908, alla guida di una Fiat 4 cc. Sempre all’ingresso, accanto al pozzo del cortile coperto, sono esposte due sidecars: una Harley Davidson del 1917 e una Triumph del 1922. Al secondo piano della pinacoteca, nei tre saloni dei fondi d’oro, è, invece, possibile ammirare una carrellata di moto Guzzi, Frera, Gilera, Bianchi, Indian, Bmw e Peugeot.
L'esposizione senese, il cui allestimento minimalista è stato realizzato da Alberto Scarampi di Pruney, non guarda, però, solo alla macchina come invenzione figurativa e oggetto artistico, ma ne celebra anche la meccanica interna, i telai quali vere e proprie costruzioni architettoniche, attraverso un curioso gioco di specchi che mette in relazione modelli anatomici, in gesso o cera, con opere pittoriche di straordinaria complessità compositiva, nelle quali il movimento e la tensione energetica dei corpi assume il significato di macchina espressiva.
Nella sala del Beccafumi, dominata dal grande dipinto Caduta degli angeli ribelli, è allestito, per esempio, il confronto con una straordinaria tela del primo Novecento XXI secolo di Giovan Battista Crema, di proprietà del cantante Lucio Dalla e raffigurante l’inferno umano, dove compaiono anatomie nude e avviluppate in un vortice ineluttabile. Nella sala dei disegni al tratto, preparatori per il pavimento del Duomo di Siena, si trovano, invece, allineati modelli anatomici sezionati per mostrarne gli ingranaggi interni, oltre a due motori di automobili degli anni ’20, a una colonna vertebrale in formaldeide dentro il suo contenitore vitreo ed altri reperti e materiali.
In concomitanza con la mostra, la Sala del cenacolo accoglie l’opera Splendore simultaneo del Palio di Siena (1937) di Corrado Forlin, ambientata in un allestimento teatrale, a cura di Andrea Milani, tratto da Il Palio di Siena di Duilio Cambellotti con riferimenti a disegni di bandiere di quel periodo conservate nei musei delle diciassette contrade e decorate con motivi geometrici e raggisti.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Corrado Forlin, Splendore simultaneo del Palio di Siena, 1937. [fig. 2 e fig. 3] Visioni d’insieme dell’allestimento della mostra Macchine! Spirito della meccanica tra i fondi d’oro.


Informazioni utili
Macchine! Spirito della meccanica tra i fondi d’oro
. Pinacoteca nazionale di Siena - Siena. Orari: da martedì a sabato, ore 10.00 -18.00; lunedì, domenica e festivi, ore 9.00–13.00. Ingresso: intero €4.00; ridotto €2.00 (cittadini dell' Unione europea tra 18 e 25 anni, insegnati di ruolo nelle scuole statali); gratuito per cittadini dell' Unione europea di età inferiore ai 18 anni o superiore ai 65 anni; studenti e docenti delle Facoltà di Architettura e di Lettere - indirizzo Storia dell'arte; dipendenti Mbac; guide turistiche autorizzate nell'esercizio della propria attività, appartenenti all' Icom. Catalogo: Protagon, Siena. Informazioni: tel. 0577.286143 o pinacoteca.siena@libero.it. Fino a domenica 4 ottobre 2009.

Bambini di Beslan, una mostra ricorda la strage

1° settembre 2004. Beslan, Ossezia del Nord. Un gruppo di trentadue fondamentalisti islamici e separatisti ceceni prende in ostaggio, per tre lunghissimi giorni, circa 1.300 persone della scuola Numero Uno. L’assalto dei corpi speciali russi si trasforma in una strage: più di 300 i morti, tra cui 186 bambini, e oltre 700 i feriti.
Cinque anni dopo, l’eco dell’eccidio di Beslan rivive, negli spazi della CreaCityGate di Milano, attraverso le sculture visionarie di Vannetta Cavallotti, accompagnate dai versi di diciassette poeti italiani, selezionati da Guido Oldani, tra i quali Luciano Erba, Maurizio Cucchi e Arturo Schwarz.
Centoottantasei sono le formelle che costituiscono l’intero lavoro dell’artista bergamasca in ricordo della stage osseziana, in memoria «di coloro che sono caduti,– racconta la stessa autrice- ma anche di quelli che, sopravvissuti, avranno per sempre negli occhi e nella mente l’orrore di ciò che hanno visto».
Di queste opere, la mostra milanese ne propone circa una trentina, eseguite con tecniche miste e materiali eterogenei (resina poliestere, marmo, collage grafico, object trouvé, fotografie, carte giapponesi), ciascuna delle quali, come una sorta di reliquiario, pietrifica e imbriglia in una dimensione metafisica paure, emozioni e angosce dei bambini di Beslan, ma anche i pensieri rassicuranti che corrono ai genitori, alle loro case con i giocattoli e agli oggetti del quotidiano.
Nel singolare allestimento ideato dallo Studio Datei Nani di Bergamo, le formelle sono accostate a un nucleo di sculture bianche, veri e propri calchi di libri sui quali l’artista è intervenuta con tecniche miste all’acqua per narrare metaforicamente la tragedia, nello stratificarsi di immagini evocative.
Tutto intorno alle opere dedicate al dramma e alla memoria, si dispongono le sculture dell’attesa: piccole case con interventi di fibre ottiche evocano il villaggio che attende il ritorno dei suoi bambini; una sontuosa sedia antica, inglobata in un blocco di resina trasparente, congela l’attesa; un paio di candidi scarponi camminano seguiti da una folla di occhi che guardano dritto verso lo spettatore, condensando nell’atto del vedere la presa di coscienza di un dramma reale; una grande bambola di cera e un dinosauro di gesso riconducono alla tenerezza dei giochi d’infanzia.
A rappresentare i due poli del percorso visivo, sono, infine, due grandi sculture: da un lato il fantasma della morte, dall’altro il bronzo dell’angelo velato, dal quale spira tutta la leggerezza e la dolcezza di una Resurrezione.

Didascalie
[fig. 1] Vannetta Cavallotti, Beslan, 2008. Installazione, gesso e carta; [fig. 2] Vannetta Cavallotti, Libro X, 2008, carta e gesso; [fig. 3] Vannetta Cavallotti, Opera n. 29, 2008, resina, poliestere, marmo, collage grafico, fotografie, carte giapponesi.

Informazioni utili
Vannetta Cavallotti. Bambini di Beslan. CreaCityGate, viale Pasubio, 14 - Milano. Orari: 11.00-19.00; chiuso la domenica e il lunedì. Ingresso libero e gratuito. Informazioni: tel. 331.7801559. Catalogo: disponibile in mostra. Fino all’8 ottobre 2009.

lunedì 22 giugno 2009

Muro di Berlino, un italiano apre i festeggiamenti per il ventennale

Parla italiano il primo atto delle manifestazioni per il ventesimo anniversario della caduta del muro di Berlino, il cui culmine verrà raggiunto nella giornata del 9 novembre.
Da martedì 23 a sabato 27 giugno, la città tedesca ospita, infatti, il maestro Giampaolo Talani con l’installazione Die mauer – Berlino oltre la duna. Gli ombrelli della libertà.
Per ricordare questo importante avvenimento della storia recente, l’artista livornese, classe 1955, farà «volare» circa cento ombrelli da spiaggia a righe bianche e blu oltre l’East Side Gallery, il tratto di milletrecento metri del vecchio muro, ormai consacrato alla storia e interamente dipinto da artisti di tutto il mondo, tra i quali Kasra Alavi, Kani Alavi, Jim Avignon, Thierry Noir, Ingeborg Blumenthal e Ignasi Blanch i Gisbert. «Gli ombrelli –si legge in una nota stampa- “nasceranno” dal busto di una grande statua di marinaio, collocata al centro della piazza che interrompe la linea del muro, ai margini della Sprea, il fiume di Berlino».
L’artista toscano, conosciuto al grande pubblico per l’affresco Partenze alla stazione fiorentina di Santa Maria Novella, porta, dunque, oltre confine uno dei suoi simboli ricorrenti: gli ombrelloni da spiaggia, oggetti familiari e romantici, «simbolo dei pensieri, che volano via assieme all’anima e che vanno chissà dove in balia dei venti della vita».
Le autorità berlinesi hanno voluto ospitare l’istallazione di Gianpaolo Talani, avendone riconosciuto il valore di forte metafora di libertà già nel maggio 2008, quando, con una garbata “follia”, il maestro livornese salutò la città Firenze e l’inaugurazione della sua personale, Rosa dei venti, nella suggestiva cornice di palazzo Vecchio, con una colorata teoria bianco-blu di ombrelli da spiaggia disposti a forma di giglio sul suolo di piazza Signoria.
Così l’artista –nella brochure di invito- presenta la sua nuova opera: «Spesso accade che il vento si confonde e fa volare, di qua o di là da un muro anche gli uomini assieme agli ombrelli. Bisogna capire però che tra gli uni e gli altri non c’è poi tanta differenza. Tutti e due hanno scheletro, meccanismi ad incastro ed estremità che si aprono e si chiudono, ricoperti di stoffa colorata. E’ facile sbagliare! Il vento poi non ha occhi, è solo un respiro forte e veloce, e gli ombrelli non sono interessati dal pensiero della libertà o da quello della prigione. Sta dunque solo, e come sempre, agli uomini dover scegliere quali ombrelli prendere al volo e stringere forte. Quando il vento arriva a portarli via». Gli ombrelloni, insomma, non portano libertà, ma sono liberi di andare dove vogliono. Ci aiutano a ricordare che tutto sarà spazzato via, come le nuvole, da un vento.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Una veduta della
East Side Gallery di Berlino; [fig. 2] L'installazione di Gianpaolo Talani per il ventennale della caduta del muro di Berlino; [fig. 3] L'installazione Rosa dei venti in piazza della Signoria, a Firenze. Maggio 2008.

Per saperne di più

La brochure di
Die mauer – Berlino oltre la duna. Gli ombrelli della libertà

domenica 14 giugno 2009

«ShowDance '70», negli anni Settanta a passo di danza

E’ stato il decennio del terrorismo di matrice politica e degli scontri di piazza, delle lotte operaie e delle campagne per l’ affermazione dei diritti individuali. Ma anche la stagione dei «figli dei fiori», del «peace and love style» e della disco-music. Stiamo parlando dei tumultuosi e trasgressivi anni Settanta, al cui volto giocoso, colorato, chiassoso e aperto al mondo strizza l’occhio la Star Dance con il suo saggio-spettacolo ShowDance ‘70, in cartellone al teatro Sociale di Busto Arsizio per la serata di venerdì 19 giugno.
A partire dalle 21.00, vestiti dai disegni geometrici, pantaloni a zampa d’elefante, occhialoni dalle lenti fumé, voluminose parrucche afro, boa dalle tinte fluorescenti e camiciole dalle fantasie floreali conquisteranno, dunque, il palcoscenico di piazza Plebiscito. Sarà, infatti, la moda dell’epoca, rivisitata dalla fantasia di Rossana Ferrari e Lia Ballarati, a fare da fil rouge tra le varie sezioni del brioso e divertente saggio-spettacolo con cui la scuola turbighese festeggia la conclusione delle sue attività, sportive e didattiche, per l’anno 2008/2009.
Due i tempi e quattro gli atti in cui si articolerà la serata, nata da un’idea di Elisa Vai, che ne firma anche la regia e alcuni quadri danzati, e coreografata da Stefania Barina, Gaetano Castiglia, William Fernandez e Cristian Oses Langarica.
A dare il via alle esibizioni sarà Dancing in the street, un omaggio agli artisti di strada, che proprio negli anni Settanta andavano affermandosi nei ghetti metropolitani di New York. Si farà, poi, tappa tra le atmosfere mondane e patinate del Piper Club, locale romano simbolo della vita notturna del periodo, e tra i ritmi scatenati delle piste da ballo americane e non solo, celebrate dal film-cult La febbre del sabato sera, con le sezioni Rock around the clock e The rhythm of the night. Non poteva, infine, mancare, in questo viaggio negli anni Settanta, un tributo a quei tanti giovani che sognarono un mondo migliore, che vissero di speranze e di utopie: la «Woodstock generation», gli hippies con la filosofia del Peace and love.
Tra scatenate coreografie di rock and roll acrobatico, divertenti balletti hip hop, frizzanti bougie bougie ed esuberanti twist, ci sarà, inoltre, l’occasione per ridere con il comico-presentatore Franco Giannella, che, con graffiante umorismo e velata malinconia, rileggerà miti e mode, idee e musiche del «decennio lungo del secolo breve». Un’occasione, questa, anche per ascoltare tante indimenticabili canzoni del periodo: da In the navy dei Village People a Le Freak degli Chic, passando per Dancing Queen degli Abba, In the summertime dei Mungo Jerry e Sunshine day degli Osibisa Band.
ShowDance ’70 vuole, infatti, essere un omaggio a chi gli anni Settanta li ha vissuti veramente. E proprio per loro la dinamica Elisa Vai, anima creativa della Star Dance di Turbigo e collaboratrice del teatro Sociale di Busto Arsizio per il progetto Officina della creatività, ha in serbo un’emozionante sorpresa finale, cui farà da colonna sonora la canzone Hotel California degli Eagles.
I biglietti per ShowDance ‘70, il cui costo è di euro 12.00 per l’intero ed euro 8.00 per il ridotto, possono essere prenotati presso la segreteria della Star Dance di Turbigo, allo 0331.890443, negli orari di apertura (tutti i giorni feriali, dalle 16.00 alle 19.00), o acquistati la sera stessa dello spettacolo presso il botteghino del teatro Sociale di Busto Arsizio.

Informazioni utili
ShowDance '70. Teatro Sociale, piazza Plebiscito 1 - Busto Arsizio (Varese). Data: venerdì 19 giugno 2009, ore 21.00. Ingresso: € 12.00/€ 8.00.Informazioni: Scuola "Star Dance", via Villoresi, 18 – 20029 Turbigo (Milano), tel. 0331890443 (signora Rossana Ferrari). Orari: tutti i giorni, dalle 16.00 alle 19.00).

martedì 9 giugno 2009

«DanceBook», una sera tra le stelle della danza

Dal piccolo schermo alle assi del palcoscenico. Saranno Anbeta Toromani e José Perez, ballerini professionisti del talent show Amici di Maria De Filippi, i due grandi protagonisti di DanceBook, serata di gala organizzata dal Centro arte danza di Olgiate Olona per sabato 13 giugno, a partire dalle 20.45, presso il teatro Sociale di Busto Arsizio.
La celebre coppia di artisti, che durante lo spettacolo consegnerà il premio Danzarte 2009 all’allievo più meritevole della scuola olgiatese, si esibirà sul palcoscenico di piazza Plebiscito insieme ad altri grandi professionisti del balletto contemporaneo: il brillante e talentuoso Roberto Altamura, l’eclettica Virginia Spallarossa e la compagnia del Pescara Dance Festival, diretta da Paolo Londi e della quale è testimonial Simona Atzori, anch'ella presente in sala durante lo spettacolo.
I passi a due e gli interventi ballati degli ospiti faranno da intermezzo a una selezione di coreografie nate tra le pareti del Centro arte danza e premiate a importanti concorsi nazionali. E’ il caso di Ballata stonata, proposta coreografica firmata da Antonella Colombo e interpretata dai ballerini Giergj Bodari, Marilena Garufi, Valentina Roveda, Laura Russo Volpe e Giulia Sebastiani, tra le tre vincitrici del Rieti Danza Festival e che, quest’anno, è arrivata anche prima assoluta al Valleè Danza di Pont Saint Martin, al Novara in danza e al Dance on Stage di Milano. Un pezzo, questo, di grande suggestione, che è stato, inoltre, invitato a prendere parte alla decima edizione della prestigiosa Vetrina di danza Città di Olbia, in programma dal 15 al 19 luglio presso l’anfiteatro di Porto Rotondo.
Tra i brani di gruppo selezionati per la serata di gala della scuola olgiatese si segnalano, poi, C’era una volta di Antonella Colombo e Daniela Macchi, che ha trionfato al concorso Agon scuole di Torino e al Valleè Danza di Pont Saint Martin, nella categoria Baby, e la deliziosa Le cirque des enfantes, che ha vinto svariati concorsi. Non mancherà, infine, la presentazione di un buon numero di assoli, vincitori di premi nazionali, che vedranno salire sul palco Diletta Cuda, Viola D’Errico, Marco Russo Volpe, Giulia Sebastiani e Stefania Stoccuto. Un insieme di prove, queste, che dimostrano la grande attenzione che il Centro arte danza ha nei confronti della formazione dei più piccoli, i quali vengono spinti a tentare ammissioni in prestigiose scuole presenti sul territorio nazionale, come testimonia l’esperienza di tre ex allieve presenti in platea nella serata di sabato 13 giugno: Sara Merlo, iscritta al primo anno dell’Accademia di danza della Scala, Carolina Martignoni e Cecilia Vercesi, ai loro primi passi nella Scuola di balletto classico di Liliana Cosi e Marinel Stefanescu, attiva a Reggio Emilia.
La serata di gala sarà preceduta da due giorni di saggi, in programma giovedì 11 e venerdì 12 (a partire dalle 20.45): una vera e propria vetrina della danza, durante la quale si esibiranno gli allievi del centro olgiatese e che permetterà al pubblico di ammirare anche alcune delle coreografie in cartellone sabato 13 giugno.
I pochi biglietti ancora disponibili per il gala DanceBook, il cui costo è di euro 18.00 a persona, possono essere prenotati mandando una e-mail a info@centroartedanza.com, con i propri dati, o acquistati al teatro Sociale (in piazza Plebiscito, 8) la sera stesso dello spettacoli.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Anbeta Toromani e José Perez in un passo a due; [ fig. 2, fig. 3 e fig. 4] Alcune sequenze di coreografie del Centro arte danza di Olgiate Olona (Varese).

Informazioni utili
DanceBook.
Teatro Sociale, piazza Plebiscito 1 - Busto Arsizio (Varese). Data: sabato 13 giugno 2009, ore 20.45. Ingresso: € 18.00.Informazioni: Centro arte danza - associazione sportiva dilettantistica & culturale, via Adda 9 - 21057 - Olgiate Olona (Varese), tel. 0331.678386, cell. 338.7512736 - info@centroartedanza.com. Sito Web: www.centroartedanza.com.

«Paulus», uno spettacolo per scoprire l'«apostolo delle genti»

«Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me»: è con queste parole, poste in chiusura del breve profilo autobiografico contenuto nella Lettera ai Galati, che san Paolo di Tarso racconta la sua conversione al cristianesimo, il suo sconvolgente incontro-scontro con la persona di Gesù, il Risorto, lungo la via di Damasco. Un episodio, questo, che è al centro dello spettacolo “Paulus, l’apostolo delle genti”, promosso dal teatro Sociale di Busto Arsizio, in collaborazione con la Parrocchia prepositurale di san Giovanni Battista, nell’ambito di BA Estate 2009 e nella cornice delle celebrazioni per l’anno paolino, indetto da papa Benedetto XVI in occasione del secondo millennio dalla nascita del santo e martire di origine asiatica, che è considerato, insieme con Pietro, stella di prima grandezza della Chiesa delle origini.
Mercoledì 10 giugno, a partire dalle 21.00, il santuario di santa Maria di piazza, piccolo gioiello rinascimentale, di impianto bramantesco, che al suo interno accoglie opere di Gaudenzio Ferrari e Bernardino Luini, si trasformerà, dunque, in palcoscenico. Sarà, infatti, in questi spazi che gli attori Ambra Greta Cajelli, Gerry Franceschini, Mario Piciollo e Anita Romano, con la collaborazione del giovane Fabio Gentile, dell’organista Marco Carraro e della cantante Tina Mancuso, narreranno la vita di Paolo di Tarso, l’uomo passato alla storia come il «tredicesimo apostolo», ossia il discepolo che non conobbe personalmente Gesù Cristo, ma che fu zelante e instancabile messaggero del suo Vangelo nel mondo mediterraneo antico, dalla Siria all’Asia minore, dalla Grecia a Roma.
Lo spettacolo, su testo e per la regia di Delia Cajelli, è ispirato agli Atti degli apostoli, nella cui ampia seconda parte l’evangelista Luca descrive il ministero itinerante di san Paolo, nonché alle tredici lettere paoline, opere, scritte negli anni 50 del I secolo e raccolte nel Nuovo Testamento, che offrono un prezioso ventaglio di insegnamenti morali, illuminazioni dottrinali e verità teologiche.
Partendo dalla lapidazione del protomartire Stefano, la rappresentazione, agile e coinvolgente, ripercorre, tassello dopo tassello, le tappe più significative del percorso, storico ed interiore, che portò il giovane Saulo, fiero sostenitore delle tradizioni dei padri e accanito persecutore dei cristiani, a diventare «Paolo, l’apostolo delle genti». La conversione sulla via di Damasco, la cecità, il battesimo da parte di Anania, i tanti viaggi missionari in giro per il mondo, l’incontro con l’apostolo Pietro, il martirio al tempo dell’imperatore Nerone e la decapitazione sono solo alcune delle scene che sarà possibile “rivivere”.
«Il pubblico avrà un ruolo attivo nello spettacolo –spiega la regista Delia Cajelli-: verrà invitato a porre domande agli attori, così da riflettere sull’attualità del pensiero paolino, sul fascino di un messaggio che parla di vita, fede, speranza, coraggio e carità».
L’ingresso è libero e gratuito. Per informazioni è possibile contattare la segreteria del teatro Sociale di Busto Arsizio, in orario d’ufficio (dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00; il sabato, dalle 9.00 alle 12.30), allo 0331 679000.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Joseph Benoit Suvee, La predicazione di S. Paolo, 1779 circa, Los Angeles; [fig. 2] Esterno del santuario di santa Maria di piazza, in Busto Arsizio (Varese); [fig. 3] Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, La conversione di san Paolo, 1600-1601, Roma.

Informazioni utili

Paulus, l'apostolo delle genti. Santuario di santa Maria di piazza, piazza Santa Maria - Busto Arsizio (Varese). Data: mercoledì 10 giugno 2009, ore 21.00. Ingresso libero e gratuito. Informazioni: teatro Sociale di Busto Arsizio, tel. 0331.679000.

Vedi anche
Anno paolino, in mostra a Roma la Bibbia carolingia

domenica 7 giugno 2009

Italiani alla 53° Biennale di Venezia. Tra futurismo e secessione

«Bruciamo le gondole, sedie a dondolo per cretini, e innalziamo fino al cielo l'imponente geometria dei ponti metallici e degli opifici chiomati di fumo […]. Venga finalmente la divina luce elettrica a liberare Venezia dal suo venale chiaro di luna da camera ammobiliata». Era il 1910 e i futuristi, capitanati da Filippo Tommaso Marinetti, sbarcavano in Laguna, pronti a lanciare il loro guanto di sfida alle leggi ferree e polverose delle Accademie, ma anche e soprattutto alle «scelte passatiste» della Biennale. Negli spazi di Ca’ Pesaro, luogo che la duchessa Felicita Bevilacqua La Masa aveva destinato ad artisti rivoltosi e anticonformisti, andava in scena una bella rassegna «secessionista» di Umberto Boccioni, a cura di Nino Barbantini, nella quale era possibile ammirare, tra l’altro, «Rissa in galleria» e «La città che sale». Da allora, sono passati quasi cent’anni e la storia sembra ripetersi. Ma a parti inverse.
La 53° Esposizione internazionale d’arte visiva di Venezia, intitolata dal curatore Daniel Birnbaum «Fare mondi/Making Worlds», porta, infatti, negli spazi ufficiali del nuovo Padiglione Italia, alle Tese delle Vergini dell’Arsenale, un omaggio agli eredi di Fortunato Depero e Giacomo Balla. Gli oltre 1800 metri quadrati che si affacciano sull’adiacente Giardino delle Vergini ospitano, infatti, la mostra «Collaudi. Omaggio a F.T. Marinetti», organizzata dalla PARC - Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanee del ministero per i Beni e le Attività culturali e curata da Luca Beatrice e Beatrice Buscaroli. Sul Canal Grande tornano, invece, i «capesarini», i refusés della Biennale, riuniti da Milovan Farronato nella rassegna «Non voltarti adesso/Don’t Look Now», promossa dalla Fondazione Musei civici veneziani e posta sotto l’ala protettiva della Fondazione Bevilacqua La Masa.
Entrambe le scelte artistiche lasciano con l’amaro in bocca. Non convincono la ventina di autori selezionati dal «duo B&B», che con molte delle loro opere si rivolgono alla «tradizione più domestica e rassicurante» (per usare un’espressione di Natalia Aspesi), né tantomeno la decina dei giovani contestatori di quella che in tanti hanno chiamato, pomposamente, la «Secessione veneziana». Anzi le vedute di Davide Nido e il teatrino luminoso di Marco Lodola, da una parte, e gli scheletri d’ombrello di Paolo Gonzato e i giochi di specchi di Nico Vascellari, dall’altra, finiscono per rovinare quella che dovrebbe essere una vera festa per Venezia: la riapertura, dopo trent’anni, del secondo piano di Ca’ Pesaro, mille metri quadrati di straordinaria architettura, affacciati sul Canal Grande e popolati da opere di Adolfo Wildt, Medardo Rosso, August Rodin, Emilio Vedova, Antonio Mancini e Giulio Aristide Sartorio, quest’ultimo grande protagonista con il ciclopico fregio «Ciclo del vita», realizzato per il Padiglione Italia della Biennale del 1907, capolavoro assoluto di un’originale pittura scultorea simbolista.
Più interessante la proposta italiana all’interno della mostra curata da Daniel Birnbaum ai Giardini e all’Arsenale. Accanto ai Leoni d’Oro Yoko Ono e John Baldassari, a maestri scomparsi come Öybind Fahlström e Gordon Matta Clark, ad artisti poetici e complicati come Joan Jonas e Yona Friedman e a guru dell’arte come Gilbert& George, tra i novanta autori selezionati per la cinquantatreesima edizione della «Biennale delle Biennali, ci sono una decina di artisti, più o meno conosciuti, del nostro Paese. Tra di loro spiccano, lo “storicissimo” Gino De Dominicis, Massimo Bartolini, che ha ridisegnato giocosamente lo spazio Educational, Michelangelo Pistoletto, con i suoi specchi rotti, e Lara Favaretto, con la sua strana palude tra il verde del giardino dell’Arsenale. Il nuovo incontra, dunque, il passato prossimo, così come avviene in tutta la raffinata esposizione di «Fare mondi/Making Worlds».

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[fig. 1]Michelangelo Pistoletto, Seventeen Less One, 2008. specchi, legno | mirrors, wood
17 elementi | elements, 243 x 178 cm ognuno | each vista | view Yokohama Triennale. Photo: Ueno Norihiro. Courtesy Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Le Moulin; [fig. 2]Lara Favaretto, Project for a Momentary Monument (Swamp), 2009. Black peat, vegetal earth, volcanic sand, fresh water, aquatic algae, iron, wood. Giardino delle Vergini, Arsenale di Venezia. Courtesy: the Artist and the Galleria Franco Noero, Turin; [fig. 3]Massimo Bartolini, Sala F (sketch), 2009. Palazzo delle Esposizioni, Giardini della Biennale, Venice


Informazioni
La Biennale di Venezia. 53. Esposizione Internazionale d’Arte. Fare Mondi // Making Worlds.
Giardini e Arsenale - Venezia. Orari: dalle 10 alle 18 - Giardini, chiuso il lunedì (escluso lunedì 16 novembre) -Arsenale, chiuso il martedì (escluso martedì 17 novembre).Ingresso: € 18,00.
Catalogo Marsilio editore, Venezia.
Informazioni: tel. 0415218828. Fino al 22 novembre 2009.

giovedì 28 maggio 2009

Dagli anni Cinquanta al futuro: sulle ali del tempo con Fashion Dance School Ballet

Dal mito degli anni Cinquanta al sogno del mondo che verrà, seguendo il filo rosso della passione per la danza. Mette in azione la macchina del tempo la Fashion Dance School Ballet, scuola di danza classica e moderna fondata una decina di anni fa da Anna Mondini e François Jaune nel centro di Busto Arsizio, e più precisamente negli spazi della Società sportiva Nuova Olimpia asd, dove la stessa Anna Mondini mosse i suoi primi passi da ballerina con Giovanna Monoli, oggi responsabile dell’organizzazione e delle pubbliche relazioni.
Getta, dunque, un ponte tra passato e futuro, tra ricordi e speranze la due giorni di spettacoli che la scuola di via XX settembre organizza presso il teatro Sociale di Busto Arsizio per le serate di giovedì 4 e venerdì 5 giugno, a partire dalle 21.00. Una vera e propria «vetrina della danza», questa, nata dalla passione e dalla competenza di un qualificato team di insegnanti e coreografi, composto dalla direttrice artistica Anna Mondini e da François Jaune, Roberta Lupi, Francesca Re Cecconi, Laura Bozzetti, Claudia Pintus, Riccardo Bonardi e Amos Giani.
A dare il via al viaggio a passi di modern, classico, jazz, hip hop, contact e break-dance della scuola bustese sarà lo spettacolo Vespa, mon amour! A passeggio nel tempo…, nato da un’idea di François Jaune e per la regia di Anna Mondini e Laura Bozzetti, durante il quale si esibirà un gruppo di allieve dai 3 ai 12 anni.
La lettera, fittizia, di un nonno alla nipotina, interpretata dalla voce recitante di Max Pinciroli, sarà l’espediente per una passeggiata nella nostra storia più recente, dagli anni Cinquanta, la leggendaria epoca della Vespa Piaggio e degli hula hoop, al 1980 e dintorni, il periodo in cui nel Bronx di New York si affermava la cultura dell’hip hop e della street art.
Ma che freddo fa di Nada, Be Bop a Lula di Gene Vincent, Mamma mia degli Abba, Tutti frutti di Little Richard, Disco inferno dei Trammps e I Like Chopin dei Gazebo, ma anche Le mille blu di Mina, Sapore di sale di Gino Paoli e Guarda come dondolo di Edoardo Vianello sono alcune delle canzoni scelte da Roberto Merlo come colonna sonora dello spettacolo, durante il quale verranno presentate una quindicina di coreografie fresche, colorate, spiritose e cariche di joie de vivre, firmate da Anna Mondini, dalla giovane Laura Bozzetti, responsabile della sezione Baby jazz e moderno, e dagli insegnanti di hip hop e break-dance Riccardo Bonardi e Amos Giani. L’appuntamento vedrà anche la partecipazione della Bailando Dance School, diretta da Ricky Rubino, che proporrà una performance di balli caraibici dal titolo Bailando.
E’, invece, il futuro, con le sue battaglie da Guerre stellari e i suoi sorprendenti effetti speciali, il protagonista dello spettacolo “I guerrieri della luce”, nato da un’idea di François Jaune e per la regia di Anna Mondini, che vedrà in scena nella serata di venerdì 5 giugno le allieve e le ballerine dai 12 ai 30 anni.
Nascita, Risveglio, Combattimento, Sentiero, Trasformazione, Anima, Tempio e Ali: basta una veloce scorsa ai titoli di alcune coreografie (studiate dagli stessi Anna Mondini e François Jaune, con Riccardo Bonardi, Francesca Re Cecconi, Claudia Pintus, Paolo Morrone e Romina Saillant) per capire che questo appuntamento, raffinato e filosofico, prende spunto da uno dei libri più conosciuti dello scrittore e poeta brasiliano Paolo Coehlo, il Manuale del guerriero della luce, una raccolta di preziosi consigli e indicazioni per compiere il proprio cammino di ricerca interiore e giungere al compimento della propria «leggenda personale».
La serata, durante la quale verranno assegnate anche tre borse di studio ad alunni talentuosi e meritevoli, vedrà, inoltre, una performance di Claudia Pintus e la partecipazione del gruppo Work in Progress di Romina Saillant.
Un’ottima occasione, dunque, questi due appuntamenti non solo per immergersi nella magica atmosfera della danza, ma anche per conoscere la molteplice attività della Fashion Dance School Ballet: una scuola che non solo propone corsi per bambini ed adulti, ma anche stage e workshop con ballerini professionisti, un programma intensivo per adolescenti (il Pro Academy) e un percorso triennale post-diploma (il Project Dance Teacher), teso alla formazione di insegnanti di danza moderna, che viene certificato a Bruxelles da Université Europeenne Jean Monnet Aisbl.
I biglietti, il cui costo di ingresso è di euro 15.00 per ogni singolo spettacolo, sono in vendita dal lunedì al venerdì, dalle 16.00 alle 21.30, presso la sede della Fashion Dance School Ballet-Società sportiva Nuova Olimpia (via XX settembre 8) e nelle serate di giovedì 4 e venerdì 5 giugno al botteghino del teatro Sociale (piazza Plebiscito 8). Per informazioni è possibile contattare la segreteria della scuola al numero 0331.679480.

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[fig. 1] Scena di BabyDance; (fig. 2] Locandina dello spettacolo I guerrieri della luce; [fig. 3] Ritratto di Anna Mondini, direttrice artistica della Fashion Dance School Ballet; [fig. 4] Ritratto di
François Jaune.

Informazioni utili
Vespa, mon amour. A passeggio nel tempo...
e I guerrieri della luce. Teatro Sociale, piazza Plebiscito 8 - 21052 Busto Arsizio (Varese). Data: giovedì 4 e venerdì 5 giugno 2009, ore 21.00. Ingresso: € 15.00. Sito internet: www.teatrosociale.it.

domenica 24 maggio 2009

La Bibbia degli imperatori: più di mille anni di storia religiosa in mostra a Roma

È aperta su nove scene della vita di San Paolo di Tarso la preziosa Bibbia carolingia, il Codice unico voluto da Carlo il Calvo nell’IX secolo, che i monaci benedettini dell’abbazia di san Paolo fuori le Mura, in Roma, hanno gelosamente custodito per oltre mille anni (dai tempi di papa Gregorio VII) e che ora, in occasione dell’Anno paolino, viene per la prima volta esposto al pubblico.
La pregiata copia del «Libro dei libri», in mostra fino al 27 settembre grazie al sostegno di Fondo est e della Lateran University Press, fu commissionata nell’866 al monaco Ingolberto, massimo esponente della scuola miniaturistica di Reims, e nell’875 fu donato a papa Giovanni VIII dall’imperatore Carlo il Calvo, in occasione della sua incoronazione e del suo giuramento di fedeltà a Dio e alla Chiesa.
Per tutto il Medioevo, questo prezioso manoscritto in pergamena di trecentosessantasei pagine miniate è stato utilizzato per i giuramenti di fedeltà dei sovrani ai pontefici. Tra di loro, si narra che ci fosse anche Roberto il Guiscardo. In uno dei fogli, originariamente posto all’inizio, prima del restauro fatto nel 1646 dall’ bate Dom Giovita Rossi (che scombinò l’ordine delle pagine), si può, infatti, leggere la formula abbreviata del giuramento del re normanno a papa Gregorio VII.
Ventiquattro, di cui una scomparsa (quella del Libro di Giobbe), sono le miniature che corredano il testo e che, a detta degli esperti, fanno di questo Codice membranaceo quello che contiene il ciclo pittorico più ricco di illustrazioni e di varietà di stili che ci sia giunto dal periodo carolingio. Ventidue di queste raffigurazioni riguardano episodi tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento, una rappresenta alcuni momenti della vita di San Girolamo e un'altra -nel quale è raffigurato un uomo in trono, sovrastato da quattro fanciulle simbolo delle quattro Virtù cardinali- è di dedica. Il disco piatto che questa persona porta tra le mani, su cui appare il monogramma «Karolus rex Caesar, Conserva Karolum et Richilden, hic rex novae Romae Salomon», ha fatto ipotizzare che si tratti dello stesso Carlo il Calvo, il quale amava particolarmente essere paragonato al saggio re Salomone, tanto da usare quest’appellativo quando parlava ai suoi contemporanei.
Esposta in una sala allestita come una cappella per sottolineare il percorso non solo artistico, ma anche spirituale della mostra, la Bibbia carolingia è conservata in una teca blindata, tenuta a temperatura costante, e illuminata in modo tale da non alterare la composizione chimica della cartapecora e da non rovinare i colori -un tripudio di rosso carminio, turchino, verde smeraldo- utilizzati dagli amanuensi. L'unica miniatura che si può ammirare in originale è quella dedicata a San Paolo. Su un monitor posizionato nella sala antistante, è, invece, possibile scoprire le altre splendide pagine del Codice, tutte riunite anche in un catalogo pubblicato per l’occasione.

Didascalie delle immagini
[fig. 1]
Esterno dell’Abbazia di San Paolo fuori le mura, in Roma; [fig. 2] Miniatura della Bibbia carolingia dell’Abbazia di San Paolo Fuori le mura, in Roma; [fig. 3] Cover del catalogo La Bibbia Carolingia, pubblicato dalle Edizioni Abbazia San Paolo, Città del Vaticano.

Informazioni utili
Esposizione della Bibbia carolingia. Abbazia di San Paolo fuori le Mura, via Ostiense 186 – Roma. Orari: lunedì-venerdì,9.00-13.00 e 16.00-19.30, sabato, 9.00-19.30; domenica 9.00-13.00. Ingresso libero. Informazioni: 06.45435574 o tel. 06.5410341. Sito web: www.abbaziasanpaolo.net. Catalogo: Edizioni Abbazia San Paolo, Città del Vaticano (Roma). Fino al 29 giugno 2009; prorogata fino al 27 settembre 2009.

venerdì 22 maggio 2009

Libri rari e futuristi in mostra a Torino

Il libro antico si mette in mostra a Torino. Domenica 24 maggio, dalle 10.00 alle 20.00, la splendida cornice del seicentesco Palazzo Bertalazone di San Fermo, dimora nobiliare situata nel centro storico di Torino, apre, infatti, le porte a quaranta delle più prestigiose librerie antiquarie italiane, quasi tutte associate all’Alai (Associazione librai antiquari d’Italia). L’occasione è offerta dalla prima edizione della mostra-mercato Libri rari a Palazzo, promossa da PalaZone–Palazzo esposizioni e dall’associazione Comunicare 2.0, con il patrocinio della Città di Torino e con la stretta collaborazione delle librerie Gilibert e Biggio.
Camminando tra le sale della dimora di via San Francesco d’Assisi, riccamente decorata con affreschi e pavimenti intarsiati di epoca barocca, sarà possibile, fino a sabato 20 maggio, ammirare preziose opere, alcune accessibili a tutti i collezionisti, altre abbordabili da pochi, che rappresentano oltre cinquecento anni di storia della cultura. Le vicende dei popoli e il loro pensiero, le arti e la letteratura saranno, infatti, raccontate da libri, riviste, autografi, manoscritti, fotografie, stampe e manifesti, che spaziano dal Rinascimento ai giorni nostri.
L'allestimento della fiera -promettono gli organizzatori- sarà essenziale e di grande sobrietà, per non turbare la bellezza degli ambienti, e sarà strutturato in modo tale da permettere ai visitatori di incontrare lungo il percorso piacevoli aree di riposo e ristoro.
Non poteva, infine, mancare nell’anno in cui si celebra il centenario del movimento di Filippo Tommaso Marinetti una sezione dedicata alle “parolibere”. Libri rari a Palazzo accoglie, infatti, la mostra Futurismo di carta, a cura di Bruno Tonini e Giorgio Maffei, con libri, documenti, tavole e manifesti, che sono stati lo strumento privilegiato di comunicazione del dirompente pensiero futurista, ma che sono anche perle di bellezza artistica e tipografica.
Raramente esposte per la loro rarità e preziosità, queste opere d’arte cartacee rappresentano l’intera parabola della storia del movimento, dalla fondazione agli anni Quaranta. E permettono di avvicinarsi alla vivacità intellettuale dell’Italia del primo Novecento e di scoprire, in alcuni casi, un nuovo volto di Filippo Tommaso Marinetti, Fortunato Depero, Corrado Govoni, Carlo Carrà, Francesco Cangiullo, Bruno Munari e Ardengo Soffici.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Locandina della mostra Futurismo di carta; [fig. 2] Copertina del volume Solus ad Solam di Gabriele D’Annunzio; [fig. 3] Ingresso del Palazzo Bertalazone di San Fermo, Torino.

Informazioni utili
Libri rari a Palazzo
. Palazzo Bertalazone di San Fermo, via San Francesco D’Assisi n. 14 – 10122 Torino. Orari: 10.00 – 20.00. Ingresso gratuito. Informazioni: tel. 011.5069646, fax. 011.5538799, e-mail: info@palazzobertalazone.com. Sito web: www.palazzobertalazone.com. Da domenica 24 a sabato 30 maggio 2009.

Per saperne di più
www.librirariapalazzo.org

“Futurvino”, anche Enoteca italiana celebra i cent’anni del Futurismo

Erano i primi decenni del Novecento e il poeta, scrittore e drammatugo Filippo Tommaso Marinetti, in visita a Siena, presenziava alla prima mostra mercato dei vini tipici (l'antesignana del Vinitaly). In quell’occasione, la sua esplosiva e irriverente vena creativa dava vita alla famosa poesia Bacchica. Non poteva, dunque, che essere un omaggio al Futurismo, nell’anniversario dei suoi cent’anni, a fare da filo conduttore alla 43° edizione delle Settimane dei vini, promossa da Enoteca italiana, con il contributo del ministero delle Politiche agricole e forestali. E così, al grido di Futurvino, come avrebbe detto lo stesso Filippo Tommaso Marinetti, Siena verrà vivacemente “vestita” –da venerdì 22 maggio a sabato 20 giugno- da mostre, degustazioni, convegni, corsi e performance gastronomiche, interamente dedicati al nettare di Bacco.
Si incomincia questo pomeriggio, alle 17.30, con l’assegnazione dei premi Dioniso d’oro, Vite d’oro-Giovanni Dalmasso, Torchio d’oro-Immagine doc Paolo Desana e Penna d’oro-Paolo Maccherini, che andranno rispettivamente ai giornalisti Paolo Vallentino del Corriere della Sera, Alessandro Regoli di Wine News e Walter Mariotti del quotidiano Il Sole 24 Ore. La cerimonia si terrà presso il palazzo Civico di piazza del Campo, dove verranno anche presentati il video e la mostra (l’inaugurazione è fissata per sabato 23 maggio, alle 12.30, presso la Fortezza medicea) che gli studenti dell'Istituto statale d'arte Duccio di Boninsegna hanno realizzato in ricordo della visita senese di Filippo Tommaso Marinetti: un insieme di documenti e foto d'epoca, tra i quali spicca l'immagine dello scrittore d’Alessandria d’Egitto, all’interno della sede dell'Enoteca italiana come testimonianza unica della sua presenza a Siena.
Il primo week-end di Futurvino ha in programma, sabato 23 maggio, anche un convegno dal titolo Turismo del vino in vetrina. Le novità dell’enoturismo italiano, durante il quale si parlerà dell’alta moda del turismo del vino: destinazioni esclusive per la clientela più ricca e esperta, luoghi famosi e poco accessibili per i wine lovers e cantine “senza griffe” per gli autobus del turismo a grandi numeri. Ciascuno con diversi interessi, bisogni e capacità di spesa.
Dulcis in fundo, a partire dalle 18.00, alla Fortezza medicea sarà possibile assaggiare dieci gusti di gelato al vino e assistere alle performance dell’artista del gusto Ciro Bernardi. Il famoso gelatiere e cioccolatiere pugliese, che ha creato una grande struttura in cioccolato ispirata alla famosa opera Forme uniche nella continuità nello spazio di Umberto Boccioni, realizzerà il suo gelato al primitivo di Manduria e i cioccolatini in chiave futurista in onore del centenario del movimento artistico fondato da Filippo Tommaso Marinetti.
Sempre questo week-end, gli ospiti del ristorante Millevini, che si trova nei locali dell’Enoteca italiana, potranno degustare tre creazioni del gelatiere senese Awad Hasib, noto per la sua gelateria in piazza del Campo da anni segnalata dalla Guida Routard: gelati al Passito di Pantelleria, Gewurztraminer e Nobile di Montepulciano.

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[fig. 1] Manifesto di Futurvino; [fig. 2] Interno del ristorante Millevini di Siena; [fig. 3] Gelato al vino: le nuove creazioni di Ciro Bernardi e Awad Hasib

Informazioni utili
Futurivino. Dove: Fortezza Medicea – Siena. Quando: da venerdì 22 maggio a sabato 19 giugno 2009. Informazioni: Enoteca Italiana, via Camollia 72, 53100 Siena, tel. 0577.228811, fax. 0577.228888, info@enoteca-italiana.it. Sito web: www.enoteca-italiana.it.

Per saperne di più
Il programma di Futurvino

giovedì 21 maggio 2009

Rimini, un’estate firmata Alessandro Bergonzoni

Un’ampia onda blu, su cui spicca, più volte ripetuta nei colori del bianco e dell’azzurro cielo, la scritta «onde per cui»: è questa l’immagine che il poliedrico attore, scrittore, autore e pittore Alessandro Bergonzoni (Bologna, 1958) ha scelto per raccontare la “sua” Rimini, quella a cui ha voluto dare forma visiva nel manifesto realizzato per la prossima stagione turistica della città romagnola.
Dopo la pittura seducente di Milo Manara e quella onirica di Luca Giovagnoli, dopo il disegno pop di Lorenzo Cherubini (in arte Jovanotti), il segno cine-pittorico di Gianluigi Toccafondo e le forme concettuali di Pablo Echaurren, la lunga stagione dell’affiche balneare riminese (iniziata negli anni Venti del XX secolo, interrottasi nel secondo Dopoguerra e ripresa nel 2000), si apre, dunque, a un capitolo ancora poco esplorato. Saranno, infatti, la forma e il suono della parola a raccontare l’anima e la storia della città che diede i natali a Francesca da Polenta e a Federico Fellini. Una città che, nel corso del Novecento, è stata interpretata da tantissimi grandi maestri della grafica, a partire da Marcello Dudovich e Adolfo Busi, per giungere ad Ugo Nespolo e Milton Glaser.
Spunto per l’inedita “creatura verbale” di Alessandro Bergonzoni, uno dei più surreali esploratori contemporanei del linguaggio, è la frase «onde per cui scendere dal tempo e ammarare; onde per cui rompere le clessidre e spiaggiarsi; onde per cui dire Rimini è come dir rimani; onde per cui cambi arie e non te le dai; onde per cui ci và in vacanza anche la vacanza (quando finisce)».
La nuova opera verrà esposta nel Museo della Città, ma soprattutto campeggerà sui manifesti, le cartoline, la pubblicità e i materiali di informazioni turistica realizzati dall’assessorato al Turismo, compreso il volume degli eventi estivi che racchiude gli oltre settecento appuntamenti che animeranno l’estate riminese. Per la campagna di affissioni sono due i soggetti grafici -accomunati dalla medesima head line- scelti per “vestire” la città. Nel primo soggetto la scritta «onde per cui» è ripetuta all’infinito seguendo l’immaginario movimento di un’onda. Nel secondo soggetto, si esprime in tutta la sua forza un’unica volta, per dare un maggiore impatto visivo al manifesto in affissione.

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[fig. 1] Manifesto di Alessandro Bergonzoni per Rimini 2009; [fig. 2] Manifesto di Milo Manara per Rimini 2004: [fig. 3] Manifesto di Marco Morosini per Rimini 2008

Per saperne di più
Rimini nei manifesti balneari
Balnea – Museo virtuale dei bagni di mare e del turismo balneare

mercoledì 20 maggio 2009

Collezionisti, curatori e artisti: giovani talenti creativi in concorso

«Perché si colleziona? Come nasce l’idea di formare raccolte? Quali sono le relazioni tra gli oggetti della collezione e il progetto del collezionista? In che modo e perché le collezioni, da fatto privato, si trasformano spesso in patrimonio pubblico?» Sono queste le domande con cui la Città di Torino e il Museo civico d’arte antica di Palazzo Madama lanciano il concorso Giovani collezionisti, rivolto ad under 30 residenti in Piemonte.
Il premio, a partecipazione libera, mette in palio 1.000 euro per il primo classificato, 500 euro per il secondo e 250 euro per il terzo. Chi intendesse prendere parte alla competizione, nata con l'intento di sviluppare una nuova rete di contatti tra le collezioni storiche di piazza Castello e il mondo del presente, deve consegnare alla sede della Fondazione Torino Musei (tel. 011.4429911, palazzomadama@fondazionetorinomusei.it), entro giovedì 10 settembre, la propria documentazione: scheda di adesione, fotocopia di un documento di identità, book fotografico delle opere collezionate e breve descrizione della raccolta (massimo tre cartelle, per un totale di 6000 caratteri spazi inclusi), che ne illustri la storia, l'elenco degli oggetti acquisiti, le tecniche e le strategie di conseguimento dei materiali (acquisto on-line, ricerca in mercatini di antiquariato, viaggi, ecc.) e le tecniche di documentazione adottate (riproduzioni fotografiche e digitali, elenchi, eventuali testi e bibliografia di riferimento, ecc.).
La commissione selezionerà a proprio insindacabile giudizio, le migliori tre raccolte, valutandole e premiandole non sulla base del valore commerciale degli oggetti, ma guardando alla cura, alla coerenza e all’originalità del progetto.

Se il Piemonte strizza l’occhio ai giovani collezionisti, l’Emilia Romagna rivolge, invece, la propria attenzione ai curatori e ai critici d’arte under 35. Sono, infatti, aperte fino a venerdì 19 giugno le iscrizioni alla seconda edizione del concorso regionale A cura di..., promosso e realizzato dall’Ufficio giovani d’arte del Comune di Modena (tel. 059.2032604, giovanidarte@comune.modena.it), nell'ambito dell'accordo di programma triennale Geco–Giovani evoluti e consapevoli, che vede come partner il dipartimento della Gioventù della presidenza del Consiglio dei ministri, l’assessorato Cultura, Sport e progetto Giovani della Regione Emilia-Romagna e gli Enti locali che collaborano all'interno del Ga/Er.
Il bando chiede ai partecipanti di presentare un progetto di curatela che definisca un impianto concettuale per l’esposizione, coinvolgendo da tre a cinque giovani artisti della propria provincia, e di strutturare un progetto di allestimento adeguato alla tipologia di sede individuata. Un’apposita commissione, costituita da autorevoli esperti ed operatori del settore, selezionerà i progetti più originali, premiando le migliori giovani pratiche curatoriali.
I partecipanti selezionati avranno l’opportunità, nello specifico, di realizzare una mostra di arti visive nella propria città di residenza e di vedere pubblicati i propri testi critici in un catalogo che raccoglierà i materiali delle esposizioni realizzate.

In Lombardia sono i giovani cineasti ad essere chiamati all’appello con il concorso di scrittura cinematografica Milano, città del futuro, promosso da Wallrider, in collaborazione con l’amministrazione comunale meneghina, la Regione Lombardia, l’associazione Sentieri del cinema, Lombardia Film Commission e il Master Almed dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Le opere, consistenti in un testo dattiloscritto non superiore a dieci cartelle di 30 righe per 60 battute, possono essere di qualsiasi genere cinematografico/audiovisivo: commedia, dramma, avventura, storico, azione, poliziesco, noir, horror, fantascienza, fantasy, animazione, favola per bambini, o altro ancora. Tre i temi che potranno essere affrontati: Milano nell’anno dell’Expo 2015, Milano fra 50 anni e Milano nel prossimo secolo. I soggetti prodotti, che devono essere del tutto inediti, vanno inviati entro venerdì 31 luglio alla redazione del premio Wallrider.
Il primo classificato, oltre ad aggiudicarsi 5000 euro, potrà presentare il suo soggetto alle case di produzione cinematografica coinvolte nella giuria, con la possibilità di trasformarlo in un vero e proprio film da proiettare in occasione degli eventi di Expo Milano 2015. Per il secondo e il terzo posto sono, invece, previsti premi di 1500 euro ciascuno.

A Roma, infine, Zetema lancia, in collaborazione con l’assessorato alle Politiche culturali e della Comunicazione e la Sovraintendenza ai Beni culturali del Comune di Roma, un concorso di idee finalizzato all’ideazione e progettazione di una linea di dieci oggetti, che confluiranno nella linea di merchandising dei Musei civici capitolini.
Il bando, che scade lunedì 15 luglio, è rivolto a studenti under 28 che frequentino corso di laurea in architettura o altri istituti o scuole di design, grafica o di materie inerenti (esiste anche una sezione dedicata ai professionisti nel settore del design, della grafica, dell’architettura e dell’ingegneria, con un’esperienza minima di tre anni).
La “musa ispiratrice” per i giovani partecipanti, ai quali verrà assegnato un premio di 5.000 euro, sarà il patrimonio storico e artistico di Roma e della sua area metropolitana, con particolare attenzione alle opere custodite nelle realtà museali cittadine e ai reperti di maggiore valore artistico presenti nelle aree archeologiche e monumentali o che si riconducano più in generale a simboli e icone della storia e dell’arte di Roma, antica e moderna. Tra le opere che potranno essere realizzate, si segnalano componenti di arredo (vasi, bottiglie, accessori da ufficio), piccoli capi e accessori di abbigliamento (astucci, borse, foulards, cappelli, magliette), bigiotteria (ad esclusione di oro e argento), grafica e cartotecnica come quaderni, cartoline, magneti, segnalibri, giochi per grandi e bambini come puzzle e giochi di carte.

Informazioni utili
Premio Giovani collezionisti. Ente banditore: Città di Torino e Museo civico d’arte antica di Palazzo Madama. Data di consegna: giovedì 10 settembre 2009. Informazioni, bando e regolamento: Fondazione Torino Musei -Palazzo Madama, piazza Castello - 10122 Torino, tel. 011.4429911, palazzomadama@fondazionetorinomusei.it. Sito web: www.fondazionetorinomusei.it; www.palazzomadamatorino.it; www.comune.torino.it/museiscuola.

Concorso A cura di.... Ente banditore: Comune di Modena - Ufficio giovani d'arte. Data di consegna: venerdì 19 giugno 2009. Informazioni, bando e regolamento: Comune di Modena-Settore Cultura, via Galaverna 8 - Modena, tel. 059.2032604, giovanidarte@comune.modena.it. Sito web: http://comune.modena.it/gioarte.

Premio per sceneggiatori Milano città del futuro. Ente banditore: Wallrider. Data di consegna: 31 luglio 2009. Informazioni, bando e regolamento: Wallrider, via Belfiore 31/D - Lecco, tel. 0341.367701, fax. 0341.352834, info@wallrider.it. sito web: www.wallrider.it.

Concorso per una linea di merchandising. Ente banditore: Zètema Progetto Cultura. Data di consegna: lunedì 15 luglio 2009. Informazioni, bando e regolamento: Zètema Progetto Cultura, Via Attilio Benigni 59, 00156 Roma, bandidigara@zetema.it. Sito web: www.zetema.it o www.museiincomuneroma.it.