ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

domenica 16 marzo 2008

Roma, prima retrospettiva italiana per Thierry Kuntzel

Sarà Roma a ospitare la prima retrospettiva italiana di Thierry Kuntzel (Bergerac, 1948-Parigi, 2007), grande artista francese contemporaneo e noto teorico di cinema e videoarte. Da lunedì 17 a martedì 25 marzo, le sale dell’Accademia di Francia aprono, infatti, le porte all’opera video e alle installazioni del maestro d’Oltralpe, scomparso lo scorso anno, permettendo di ricostruirne l’intero iter creativo, dalla fine degli anni Settanta alla morte.
Dopo studi di filosofia alla Sorbona di Parigi e lezioni di linguistica e semiologia all'Ecole des hautes etudes en sciences sociale, dove prepara una tesi (incompiuta) sotto la direzione di Roland Barthes dal titolo Lavoro del film / Lavoro del sogno, Thierry Kuntzel incomincia a lavorare, nel 1972, al servizio della ricerca dell’Ortf e, poi, dell’Ina, dove si specializza nelle relazioni tra arte e televisione. Negli stessi anni, insegna semiologia del cinema e analisi testuale del film all'Università Paris 1, all’Idhec, al Centre d'etudes américain du cinéma in Paris e in alcune università statunitensi, come la University of New York in Buffalo e il Center for twentieth century studies in Milwaukee.
Alla fine degli anni Settanta, tra il 1979 ed il 1980, Thierry Kuntzel decide di dedicarsi interamente alla creazione artistica. Dopo avere realizzato alcune installazioni, a partire dal 1974, con marmo e neon, produce gran parte delle sue bande video, dedicandosi, quindi, alla realizzazione di installazioni basate sulla proiezione di immagini, luce e suono e tese a studiare, precipuamente, il rapporto tra il dispositivo cinematografico e l'apparato psichico. Anche la scrittura prende un posto rilevante nella sua carriera artistica. Il libro Title TK, che racchiude gli appunti dei suoi lavori, è apparso nel 2007 per le edizioni Anarchie e a cura di Anne-Marie Duguet.
La rassegna romana, curata da Christophe Marchand-Kiss (artista residente all’Accademia di Francia in Roma), propone, nello specifico, la proiezione di due film -Echolalia (1980) e Nostos 1 (1979)- e la presentazione dell’installazione Venises (1995).
Si inizia alle 20.30 di lunedì 17 marzo, alla sala cinema Michel Piccoli, con una conferenza di Christophe Marchand-Kiss e Corinne Castel, che sarà preceduta dalla proiezione di Echolalia (monobanda video su monitor, a colori, sonoro, 32 min, 1980), video con musiche di Jean-Yves Bosseur, che parla di riflessi, doppio simmetrico e asimmetrico, incroci, impossibile gioco di immissione dell’uno dentro l’altro, attraverso la storia di Eco, ninfa che era stata condannata da Era a non parlare mai per prima e che era, dunque, costretta a ripetere sempre le ultime sillabe dell'altro.
Da martedì 18 a lunedì 24 marzo, dalle 11 alle 18.30, il Salon vert ospita, invece, l’installazione Venises (monobanda video in loop, a colori, muto, 8 min, 1995). Il video inquadra un punto fisso di un imbarcadero del Lido; «l’immagine scorre, come nello storico “travelling” di Promio sul Canal Grande. Ma il movimento - ha scritto Raymond Bellour su D'un autre cinéma- deriva qui soprattutto dagli oggetti – barche, di tutte le dimensioni – che passano e ripassano, ad intermittenza e all’interno di un piano fisso. Un tale movimento diviene il fremito della vita, intrappolata, trasfigurata. (…)».
La rassegna terminerà alle 20.30 di martedì 25 marzo con la proiezione, sempre nella sala cinema Michel Piccoli, di Nostos 1 (monobanda video su monitor, a colori, muto, 45 min, 1979). Il video intreccia, in un videogramma unico, tempi multipli: tempo della traccia, tempo dell'iscrizione e della cancellazione, tempo delle variazioni cromatiche e tempo della ripetizione. «Tutti questi meccanismi, presenza e assenza, dissimulazione e rivelazione, apparizione e sparizione, vita e morte - ha scritto Christophe Marchand-Kiss- disturbano fortemente la visione dello spettatore».

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Thierry Kuntzel, Venises, monobanda video in loop, a colori, muto, 8 min, 1995 (Biennale de Venise; Galerie Yvon Lambert, Paris; Le Fresnoy - Studio national des arts contemporains, Tourcoing); (fig. 2) Thierry Kuntzel, Echolalia, monobanda video su monitor, a colori, sonoro, 32 min, 1980
(Galerie Nationale du Jeu de Paume, Paris; Musée d’art contemporain, Montréal; École nationale des Beaux-Arts, Bourges; Le Fresnoy - Studio national des arts contemporains, Tourcoing); (fig. 3) Thierry Kuntzel, Nostos I, monobanda video su monitor, a colori, muto, 45 min, 1979 (Galerie Nationale du Jeu de Paume, Paris; Musée d’art contemporain, Montréal; École nationale des Beaux-Arts, Bourges; Le Fresnoy - Studio national des arts contemporains, Tourcoing)
[Le immagini sono state fornite da Ludovica Scolari, ufficio stampa dell'Accademia di Francia in Roma]

Informazioni utili
L’opera video di Thierry Kuntzel. Proiezioni e installazione
. Académie de France à Rome - Villa17 a martedì 25 marzo 2008. Medici, viale Trinità dei Monti, 1 - Roma. Ingresso: libero nel limite dei posti disponibili. Informazioni: tel. 06.67611. Sito web: www.villamedici.it. Da lunedì 17 a martedì 25 marzo 2008.

Curiosando nel Web
Thierry Kuntzel su Newmedia Art

sabato 15 marzo 2008

Torino, le sonorità futuribili dei Larsen per «Afterville»

Architettura e fantascienza, video e suono: riflette sui rapporti tra discipline differenti il videoconcerto Da Metropolis ad Afterville, che il gruppo rock Larsen proporrà a Torino nelle serate di giovedì 27 e venerdì 28 marzo (ore 21.00), all'interno della Mole Antonelliana, oggi sede del Museo nazionale del cinema.
Sprofondati nelle chaise-longue dell'ottocentesca Aula del tempio, gli spettatori potranno, infatti, godersi la musica della band torinese, assistendo a una carrellata di clip tratta da oltre cinquanta classici del cinema di fantascienza: da Metropolis fino ad AfterVille: The Movie, passando per Fahrenheit 451, 2001: Odissea nello spazio, Guerre stellari, Blade Runner e Matrix. «Protagoniste di questo serrato montaggio –raccontano gli organizzatori- saranno, in particolare, le sequenze che presentano elementi di (fanta)progettualità. Un secolo di cinema di fantascienza verrà raccontato in poco meno di un'ora, attraverso lampi di architetture, scorci urbani, elementi di design».
Inserito nel programma di Afterville, ciclo di eventi facente parte degli Off Congress Official Events del XXIII congresso mondiale Uia Torino 2008, in programma dal 29 giugno al 3 luglio, il concerto è stato voluto da Michele Bortolami e Tommaso Delmastro di Studio Undesign, insieme con Fabrizio Accatino e Massimo Teghille.
«ll lavoro dei quattro curatori -si legge nella nota stampa- ha posto l'attenzione sulle città del futuro raccontate dal grande schermo: megalopoli progettate da zero e riadattamenti di luoghi esistenti, microcosmi di edifici e oggetti costruiti con precisione da registi, sceneggiatori, scenografi. La progressione cronologica delle clip –spiegano ancora gli organizzatori- racconterà la storia di un'architettura futuribile che corre parallela a quella reale e che porta in sé la testimonianza della tecnologia, delle aspirazioni e delle paure delle società che l'hanno generata».
Il montaggio di clip sarà accompagnato da una colonna sonora ipnotica e oscura, composta e realizzata per l'occasione dai Larsen, band torinese che si è conquistata gli onori della critica internazionale (tra cui l'autorevole testata inglese The Wire), in dieci anni di attività fondata sulla sperimentazione e testimoniata da una discografia ufficiale di sei album, due ep e un dvd, nonché dalla miriade di concerti tenuti in tutto il mondo, sia come headliner che con artisti come Neurosis, Einstürzende Neubauten, Dresden Dolls, Amber Asylum.
Il concerto è a ingresso gratuito fino a esaurimento posti, ma è consigliabile la prenotazione.
Il programma di Undesign, inaugurato ad ottobre con la mostra Astronave Torino, proseguirà con la prima di Afterville - The Movie, un cortometraggio di trenta minuti, girato dalla coppia di registi Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, specializzati in corti di fantascienza e autori di titoli premiati in tutto il mondo quali E:D:E:N e The Silver Rope. La pellicola -che racconta le vicende di due personaggi alla vigilia dell’ultimo giorno dell’umanità, sullo sfondo di una Torino stravolta in chiave visionaria- verrà proiettata in anteprima al cinema Massimo il prossimo mercoledì 16 aprile. Il 29 aprile si terrà, quindi, la prima di una serie di quattro tavole rotonde sul tema dei rapporti tra fantascienza e pensiero progettuale. Si incomincerà con il trattare il cinema, per proseguire con i fumetti, i videoclip e la pubblicità, nelle giornate del 13 e 27 maggio e del 10 giugno. Sempre nel mese di giugno verrà inaugurata The Underground Exhibition, una mostra che porterà numerose installazioni fantascientifiche nelle dieci principali stazioni della linea 1 della metropolitana torinese. Mentre ad ottobre sarà la volta di Divine Design o delle città dell’aldilà, un’esposizione che ricorderà, tra l’altro, due progettisti legati a Torino e purtroppo scomparsi come Toni Cordero ed Ettore Sottsass.

Didascalie delle figure
(Fig. 1) i Larsen, band espressione della scena sperimentale internazionale, saranno protagonisti di un concerto inedito, Da Metropolis ad Afterville, alla Mole Antonelliana di Torino (progetto fotografico: Carlotta Petracci); (fig. 2) Fotogramma tratto dal film Metropolis (regia Fritz Lang, Germania, 1927)
[Le immagini sono state fornite dallo studio De Angelis di Milano, ufficio stampa di Afterville. The show]

Informazioni utili
Afterville. The Show
. Museo nazionale del cinema, via montebello 20 - Torino. Date: giovedì 27 e venerdì 28 marzo, ore 21.00. Ingresso libero, fino ad esaurimento posti. Prenotazioni: fondazione.oato@awn.it. Sito web:
www.afterville.com.

venerdì 14 marzo 2008

Un nuovo anno di attività per il Museo Baroffio e del Sacro Monte sopra Varese

«Trovarsi a Varese e non salire alla Madonna del Monte è come recarsi a Roma e non vedere San Pietro», scriveva nel 1897 un anonimo redattore de Le cento città d'Italia, supplemento mensile illustrato del Secolo di Milano.
La montagna varesina rappresenta, infatti, uno dei luoghi religiosi più suggestivi esistenti in Italia con le sue casupole e viuzze di gusto medioevale, con la sua chiesa di santa Maria del Monte e con la sua Via Sacra delle quattordici cappelle dedicate ai Misteri del Rosario, la cui edificazione, iniziata nei primi del Seicento per volontà del frate cappuccino G.Battista Aguggiari, ha visto al lavoro, tra gli altri, Carlo Francesco Nuvolone, il Morazzone, Giovan Paolo Ghianda e, in anni recenti, Renato Guttuso.
Ad accrescere la bellezza di questo lungo è stato aperto nel settembre del 2001, dopo una chiusura quasi decennale, un altro gioiello storico-artistico: il museo Baroffio e del Santuario, la cui nascita era stata tenuta a battesimo, nel settembre del 1936, dal beato cardinale Alfredo Ildefonso Schuster.
Durante gli anni di chiusura, lo spazio museale - l'unico del Sacro Monte in attesa della riapertura del museo Ludovico Pogliaghi, cui sta lavorando la Biblioteca Ambrosiana di Milano - è stato oggetto di un lungo restauro e ampliamento della struttura architettonica, oltre che di un riesame di attribuzione e di datazione delle opere conservate e di un aggiornamento dei criteri museologici.
Il compito di dirigere l'intervento conservativo dell'edificio, progettato tra il 1932 e il 1935 da Ludovico Pogliaghi e Ulderico Tononi, è spettato all'architetto Ernesto Brivio, che ha anche curato il percorso espositivo. Il suo progetto ha portato alla costruzione di otto sale suddivise su tre livelli, che ospitano una ricca selezione di opere di pittura e scultura, in passato afferenti al museo del Santuario, aperto su proposta di don Luigi Bellasio, e al lascito del barone Giuseppe Baroffio Dall'Aglio.
Ad accogliere il visitatore negli spazi museali -che riaprono ai visitatori sabato 15 marzo, dopo la pausa invernale- è un rilievo lapideo romanico di Domenico e Lanfranco da Ligurno, databile alla fine del XII secolo e raffigurante la Vergine con il Bambino, una scultura di suggestiva bellezza, già elemento centrale della lunetta del portale d'accesso alla Basilica di Santa Maria.
Dal Santuario provengono anche l'acquasantiera con La Pietà del 1444 e il rilievo romanico Leone di San Marco, esposti nelle sale d'ingresso insieme con uno splendido antifonario ambrosiano con miniature di Cristoforo de' Predis, così come il pulpito ligneo del XVII secolo raffigurante la scena dell'Annunciazione, che accoglie il visitatore al piano inferiore. Accanto a questi reperti si trovano esposti una settantina di opere pittoriche del Borgognone, del Magatti, del Ceruti e di altri autori anonimi di scuola fiamminga e napoletana, tra cui si segnalano Una Madonna con il Bambino di Bartolomeo Schedoni e una Visitazione di Camillo Procaccini.
Il collezionismo romantico del Baroffio, orientato più da scelte emozionali che da un rigore metodologico, ha imposto per i dipinti –nucleo centrale del museo- un ordinamento cronologico, pur con inevitabili approssimazioni dovute alla mancanza di dati certi di alcune tele. Molti i soggetti esposti nelle sale della realtà museale varesina, dove si trovano oltre a opere di carattere religioso, ritratti, nature morte, paesaggi, scene di battaglia e di genere e allegorie, come la tela Il vetraio (XVII secolo) di scuola fiamminga, la splendida Natura morta con funghi e frutto di Giacomo Ceruti e un Paesaggio invernale del XVI secolo.
Lo stesso criterio espositivo delle sale dei dipinti è stato seguito al piano superiore, noto come stanza dei vicari, dove trovato posto preziosi paliotti, codici, paramenti, medaglie e placchette, oltre a una galleria storico-didattica con la presentazione della storia del Sacro Monte.
Chiude il percorso espositivo una stanza mariana, voluta da monsignor Pasquale Macchi, che presenta un'inedita e ricca raccolta di opere raffiguranti la Madonna. Dipinti, ceramiche, smalti, litografie, disegni e sculture di grandi artisti contemporanei, collocati nella V sala del museo, raccontano la storia della Vergine: dall'annunciazione alla maternità, dalla sua missione corredentrice alla sua partecipazione alla passione del Figlio.
Tra i tanti lavori spiccano la Madonna con Bambino di Henri Matisse, la Crocifissione di Mario Sironi, L'Assunta di Luciano Minguzzi e La fuga in Egitto di Renato Guttuso, bozzetto per il dipinto murale che adorna la terza cappella del Sacro Monte.
Questo e molto altro sarà, dunque, possibile vedere o rivedere da domani, sabato 15 marzo, a domenica 9 novembre al museo Baroffio, che riprende le sue attività con un percorso a tema dal titolo La Pasqua e i suoi protagonisti, in programma alle 15.30 del giorno di riapertura e di giovedì 20 marzo.
Come rappresentare il dolore della Madonna davanti alla morte del Figlio, ai piedi della croce? E come descrivere il miracolo della Resurrezione, episodio che non ebbe testimoni? Queste due delle domande che troveranno risposta negli appuntamenti, a cura della conservatrice Laura Marazzi. Attraverso miniature medievali, dipinti fiamminghi, sculture e tele moderne di Mario Sironi e Floriano Bodini, ma non solo sarà possibile vedere come gli artisti hanno raffigurato la morte di Gesù Cristo e il dolore di chi gli fu vicino nel «tempo della prova più grande», dalla Madonna a Giovanni e alla Maddalena.
Una fugace apparizione, nelle tele a tema pasquale, è riservata anche ad altri personaggi, come Simone di Cirene, Giuseppe d’Arimatea, Nicodemo, citati nella narrazione evangelica, o a figure nate dalla tradizione popolare, come la Veronica. Di questo si parlerà anche attraverso le opere conservate nel Santuario e lungo la Via Sacra, suggerendo un percorso tra le bellezze del Sacro Monte varesino, percorso che, in un secondo momento, potrà snodarsi autonomamente.
Gli appuntamenti offriranno anche l’occasione per scoprire la nuova guida al museo per bambini, scritta da Laura Marazzi e Giovanna Palumbo e con disegni di Chiara Sacchi, pubblicata lo scorso gennaio dalla Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Veduta esterna del museo Baroffio e del Santuario del Sacro Monte Sopra Varese; (fig. 2) Tardo seguace di Robert Campin, Deposizione di Cristo dalla croce, fine secolo XV. Olio su tavola, cm 112x114 (93x89); (fig. 3) Domenico e Lanfranco da Ligurno (attr.), Madonna col Bambino, ultimo decennio secolo XII. Reperto lapideo del Santuario, cm 78x45; (fig. 4) Scuola del Todeschini, Barbiere (Il taglio di capelli), secolo XVIII. Olio su tela, cm 165x135 (146x116); (fig. 5) Ambito di Jan Brueghel II, Allegoria dell'aria e del fuoco. Olio su tela riportata su tavola,cm 66,5x10,5 (50x85,5)

Informazioni utili
Museo Baroffio e del Santuario del Sacro Monte Sopra Varese. Orari: giovedì, sabato e domenica e festivi 9.30-12.30 e 15.00-18.30 (il museo è aperto nei mesi estivi e durante le festività natalizie e pasquali). Ingresso: € 3.00 intero; € 1.00 ridotto (gruppi superiori a 10 persone, visitatori sino a 18 e oltre 65 anni, studenti, soci TCI e possessori di Welcome Card). Visite guidate: Metamusa, tel./fax. 0331.777472 (lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 18.00). Informazioni: Museo Baroffio e del Santuario - dott.ssa Laura Marazzi, tel./fax 0332.212042, e-mail: info@museobaroffio.it. Sito web: www.museobaroffio.it.

mercoledì 12 marzo 2008

«Dab», a caccia d’oggetti d'artista per artshop e bookshop

Chi varca le soglie di un museo, oggi, non lo fa solo per vedere una mostra, ma anche per bere un caffé, acquistare un oggetto di design, sfogliare un libro d'arte o, magari, comperare gadget con impressa la riproduzione del proprio quadro preferito. Numerosi sono così gli enti espositivi italiani che si stanno attrezzando, sulla scia dei musei del nord e centro Europa, di appositi spazi dedicati al merchandising. Un settore, questo, che diventa ora protagonista di un concorso, Dab-Design per artshop e bookshop, promosso dal Gai (associazione per il circuito giovani artisti), dall'Ufficio giovani d'arte del Comune di Modena, dalla locale Galleria civica, e, a partire da questa edizione, anche dal Progas–ministero per le Politiche giovanili e le Attività sportive e dalla Direzione generale per l’architettura e le arti contemporanee del ministero dei Beni e delle Attività culturali.
Il concorso, promosso nell'ambito del progetto triennale De.Mo., «ha lo scopo –si legge nella nota stampa- di promuovere la progettazione e la produzione di oggetti d'artista e di design, ad opera di giovani artisti italiani, finalizzati alla commercializzazione negli artshop e bookshop dei musei del nostro Paese». Un’occasione, questa, per far conoscere al grande pubblico tanti talenti in erba, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, che operano nel campo del design e dell'artigianato artistico, diplomati presso istituti e accademie d'arte, ma anche per dare un aiuto concreto ai numerosi musei italiani che si stanno attrezzando di nuovi spazi dedicati al merchandising, in conformità con la legge Ronchey del 1993, e che avranno sempre più la necessità di qualificare e caratterizzare la loro offerta commerciale in modo vario e originale.
Dab-Design per artshop e bookshop si propone, inoltre, di coinvolgere aziende attive nel settore del merchandising museale, per la successiva produzione e commercializzazione dei prototipi presentati al concorso, nell’ambito della Linea di prodotti DabxGAI.
Le aziende partner di questa edizione saranno ancora una volta la GiGi Medici di Sassuolo e la Misstake di Treviso, che hanno già realizzato alcune delle opere partecipanti alla prima edizione della competizione modenese e oggi in vendita in molti musei italiani, tra cui la Galleria civica di Modena, il Mart di Rovereto, la Galleria d’arte moderna di Roma, il Museo d’arte contemporanea Donna Regina di Napoli e in diversi altri spazi commerciali gestiti da Electa Mondadori.
Al concorso, la cui scadenza è fissata per venerdì 13 giugno 2008, possono partecipare artisti, designer, artigiani-artisti, studenti, aventi un'età compresa tra i 18 e i 35 anni, nazionalità italiana o residenza in Italia da almeno un anno alla data di presentazione della domanda.
I candidati dovranno presentare sia i progetti che le fotografie dei prototipi per il concorso. Prototipi che dovranno essere di libera creazione, contemporanei e originali, e che potranno essere realizzati con i più diversi materiali e tecniche. Tante le aree di produzione in cui i giovani potranno cimentarsi: oggettistica e complementi di arredo, cartoleria e cartapesta, grafica, illustrazione, fumetto, fotografia, scultura, calcografia, gioielleria, lavorazione dei metalli e del vetro, arte tessile, ceramica.
Chi intendesse partecipare a Dab può presentare, presso il Comune di Modena, all’ufficio Giovani d’arte, i seguenti materiali: la scheda d'iscrizione, scaricabile da Internet, compilata in ogni sua parte; il progetto e la foto del prototipo realizzato, sia su supporto cartaceo che su cd; una scheda tecnica con breve presentazione del proprio lavoro, un curriculum vitae e fotografie di precedenti realizzazioni.
Un'apposita commissione, costituita da autorevoli esperti e operatori del settore, selezionerà, tra i candidati, gli autori dei prototipi ritenuti più originali e qualitativamente validi. Le opere parteciperanno a un'esposizione che si terrà a Modena, presso Palazzo Santa Margherita, e saranno pubblicate sul catalogo di mostra.
Accanto a Dab-Design per artshop e bookshop, l'ufficio Giovani d'arte di Modena sta seguendo, in questi giorni, altri due concorsi dedicati a persone dai 18 ai 35 anni, che vivono, lavorano o studiano in Emilia Romagna. Si tratta di A cura di... e Arteinattesa. il primo concorso, in scadenza il 16 maggio 2008, richiede ai candidati la presentazione di un progetto di curatela per una mostra d'arte visiva da realizzarsi nella città di residenza; l'altro, il cui termine per la consegna è fissato al 23 maggio, si rivolge a giovani artisti e sollecita la presentazione di progetti di opere d'arte, che andranno a ornare le sale d’aspetto dei reparti e degli ambulatori, ma anche le pareti degli ingressi e alcuni muri perimetrali dei padiglioni dell'Università Policlinico di Modena. Entrambi i bandi sono scaricabili dal sito: www.comune.modena.it/gioarte.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Lavinia Bolognesi, Bulbo. Vaso per fiori, 2005; (fig. 2) Evelyn Daviddi, Una mucca al mare! e La superscarpa. Shopping bag, 2005; (fig. 3) Valentina Cabri, Corolle. Vassoi in plexiglass, 2005; (fig. 4) Rachel Morellet, Collane e orecchini. 2005, oro e argento
[Tutte le opere sono state presentate alla prima edizione del concorso Dab]

Informazioni utili
Concorso Dab
. Ente banditore: circuito Gai e Ufficio giovani d'arte del Comune di Modena. Quota di partecipazione: nessuna. Data di consegna: 13 giugno 2008. Informazioni e bando di concorso: Giovani d'arte - Comune di Modena, settore Cultura, via Galaverna 8 – 41100 Modena, tel. 059.206604, fax. 059.206877, e-mail: ocorradi@comune.modena.it. Sito web: www.comune.modena.it/gioarte.

lunedì 10 marzo 2008

Dalla Siberia a Ferrara: volo speciale per la «Moltiplicazione dei pani e dei pesci» del Garofalo

Giungerà a Ferrara, grazie alla collaborazione del Ministero per le Emergenze russo, la grande tela Moltiplicazione dei pani e dei pesci di Benvenuto Tisi detto il Garofalo (Ferrara, 1481-1559), opera che andrà a comporre, con un'altra sessantina di lavori, il percorso espositivo della prima mostra organizzata da Ermitage Italia presso le eleganti sale del Castello estense, sede di una delle più importanti corti del Rinascimento italiano. Una notizia, questa, di pochi giorni fa che conferma il grande scrupolo scientifico e organizzativo dello State Hermitage Museum di San Pietroburgo, anche nelle sue sedi straniere, da Amsterdam a Londra.
E’ stato, infatti, lo stesso museo sulla Neva, uno dei più prestigiosi al mondo con i suoi ventiduemila pezzi catalogati, a chiedere al Ministero per le emergenze russo di consentire l’utilizzo di un velivolo speciale della propria flotta per il trasporto dalla Siberia a San Pietroburgo dell’opera, realizzata nel 1531 circa, per il perduto convento di San Bernardino, e oggi conservata presso il Museo delle belle arti del lontano Oriente, a Khabarovsk.
La tela, di quasi 3 metri di altezza e 2,5 di larghezza (troppo grande per essere trasportata con un aereo di linea), percorrerà, dunque, ben 15.000 chilometri, 9.000 in aereo e i restanti 6.000 in camion, per giungere nel nostro Paese in occasione della mostra Garofalo. Pittore della Ferrara estense (catalogo Skira editore), curata da Tatiana Kustodieva e Mauro Lucco, con la collaborazione di Michele Danieli e con il contributo di un pregevole comitato scientifico composto da Irina Artemieva, Francesca Cappelletti e Michail Piotrovsky.
L’appuntamento espositivo, in calendario da sabato 5 aprile a domenica 6 luglio, consentirà di rivedere questa bellissima tela, lontana da Ferrara dal 1792, insieme ad altre tre opere del complesso iconografico di San Bernardino, che fecero parte della collezione di papa Pio VI, a Palazzo Braschi a Roma, e che nel 1840 giunsero in Russia per volontà dello zar Nicola I: Le nozze di Cana di Galilea, L’allegoria del Vecchio e del Nuovo Testamento e L’andata al Calvario.
A differenza di queste ultime tele, conservate fin dal 1920 presso lo State Hermitage Museum e sottoposte nel 2007 a un accurato restauro proprio in vista dell’esposizione ferrarese, la Moltiplicazione dei pani e dei pesci fu trasferita al Museo per le belle arti del lontano Oriente nel 1931, dove è sempre rimasta, custodendo anche la presunta effige del pittore che, secondo la critica, si sarebbe ritratto insieme alla Madre Badessa nel gruppo di figure in basso a destra.
Oltre a queste quattro opere, la mostra al Castello estense, già ribattezzata la «prima grande monografica dedicata al Garofalo», allineerà importanti prestiti provenienti da prestigiosi musei internazionali come la National Gallery di Londra, lo Staatliche Kunstsammlungen di Dresda, il Rijksmuseum di Amsterdam, il Museèe du Louvre di Parigi, il Kunstinstorisches Museum di Vienna, i musei capitolini di Roma, gli Uffizi di Firenze e il museo di Capodimonte a Napoli.
Nello specifico, saranno una sessantina le opere di Benvenuto Tisi, detto anche il «Raffaello ferrarese», che giungeranno nella città estense, venti delle quali mai esposte prima d’ora in Italia. Un complesso di lavori, quello in mostra, che consentirà di riscoprire questo artista, in passato sottovalutato dalla critica, ma in realtà già assai apprezzato come «moderno» da Giorgio Vasari, per la sua pittura e per il suo stile di vita, ma che darà anche la possibilità di analizzare i suoi influssi sulla scuola locale nella prima metà del Cinquecento. Il percorso espositivo presenterà, pertanto, una decina di dipinti di assoluta qualità di artisti del Rinascimento ferrarese come Domenico Panetti, Boccaccio Boccaccino, Dosso Dossi e Francesco Francia.
E', inoltre, previsto un itinerario cittadino che permetterà di ammirare i capolavori del Garofalo conservati nella Pinacoteca nazionale di Ferrara e i bellissimi affreschi di tema cortese di Palazzo Costabili (ora sede del Museo nazionale archeologico) e del Seminario Vecchio, dei quali si è concluso da pochi mesi un completo restauro finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Castello estense, Ferrara; (fig. 2) Benvenuto Tisi detto il Garofano, Moltiplicazione dei pani e dei pesci. Khabarovsk, Museo delle belle arti del lontano Oriente; (fig. 3) Benvenuto Tisi detto il Garofano, Santa Lucia, post 1529. Olio su tavola, cm 63x44. Roma, Pinacoteca capitolina; (fig. 4) Benvenuto Tisi detto il Garofalo, Allegoria del Vecchio e Nuovo Testamento, 1531-1535. Olio su tela, cm 318x257. San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage

[Le immagini sono state fornite da Villaggio Globale International, ufficio stampa della mostra Garofalo. Pittore della Ferrara estense]

Informazioni utili
Garofalo. Pittore della Ferrara estense
. Castello Estense - Ferrara. Orari: 9.30-19.30. Ingresso: interi € 10,00, ridotti € 8,00 (ultra 65enni, visitatori fino a 18 anni, convenzionati, disabili, altre riduzioni di legge e visitatori con biglietto della mostra Mirò. La terra), gruppi € 8,00 (da 15 a 30 visitatori con 1 gratuità oltre i 15 componenti paganti), scuole € 6,00 (2 gratuità a scolaresca); gratuito per bambini fino a 6 anni e giornalisti con tessera. Catalogo: Skira editore, Milano. Informazioni: call center 199.411.120. Sito web: www.mostragarofalo.it. Dal 5 aprile al 6 luglio 2008.

venerdì 7 marzo 2008

«FormA-Azione», in Friuli un convegno sui musei e la loro funzione educativa

«Promuovere riflessioni strettamente correlate alla nuova cultura del museo calato nella dimensione contemporanea e inteso come strumento di formazione e di sviluppo al servizio della scuola, dell'impresa, del territorio e di tutta la collettività»: questo lo scopo del convegno FormA-Azione. Museo-scuola-territorio-impresa, che si svolgerà nelle giornate da venerdì 14 a domenica 16 marzo in due tra le più note sedi espositive d’arte contemporanea del Friuli Venezia Giulia: la villa Manin di Passariano e il Centro d’arti visive Visionario di Udine. La tre giorni di studi, promossa dall’amministrazione regionale, è stata curata da Modidi, associazione locale nata con l’obiettivo di creare un Museo dei bambini e un Centro ReMida di riciclaggio creativo, e gode del sostegno organizzativo dei dipartimenti educativi del Castello di Rivoli e della stessa villa Manin.
Sulla nuova cultura del museo, a partire dalla formazione, si confronteranno numerosi esperti italiani e internazionali, tra cui Michelangelo Pistoletto (artista ed ideatore di Cittadellarte di Biella e Unideee), Jean Tormey (curatrice dei programmi per il pubblico del museo Tate di Liverpool), Fanny Serain (assistente alle relazioni con il pubblico e al servizio programmazione per i giovani del Centro nazionale d’arte e cultura Georges Pompidou di Parigi), Elisabeth Menasse (direttore dello Zoom Kindermuseum di Vienna), Synthia Griffin (Tate Modern education di Londra) e Francesco Bonami (direttore artistico di Villa Manin-Centro d’arte contemporanea di Passariano).
«L’intento della riflessione e del dibattito -spiega Anna Pironti, responsabile capo del Dipartimento educazione del Castello di Rivoli- «è proporre un modello di sviluppo non più incentrato sullo sfruttamento delle risorse, ma sulla qualità della vita, la cultura, la creatività e l’innovazione. Lo sviluppo di un territorio –precisa la studiosa– è strettamente correlato alla crescita del potenziale umano, che andrebbe sostenuto con interventi mirati a creare una speciale sintonia con la dimensione culturale del proprio tempo».
Non di molto diverso il parere di Concetta Giannangeli, presidente di Modidi e responsabile del Dipartimento educazione di villa Manin, che afferma: «considerato nel suo riflesso didattico-operativo, il museo diventa strumento d’innovazione e sviluppo per la scuola, la formazione universitaria, l’impresa, la collettività nella sua accezione più ampia». Un ruolo, questo, che viene posto in evidenza anche in un importante documento siglato dall’Unesco nel 1997: «I musei –vi si legge– offrono un ambiente dove è possibile apprendere anche in modo informale e flessibile, sollecitare interessi e curiosità esponendo i visitatori a una pluralità di stimoli –visivi, sensoriali, emotivi– e soprattutto facilitando il contatto con la propria memoria collettiva o con altre culture».
Il convegno si aprirà venerdì 14 marzo, alle 9.30, presso villa Manin con l’introduzione ai lavori di Concetta Giannangeli e gli interventi di Vittorino Boem (sindaco di Codroipo), Roberto Antonaz (assessore regionale alla Cultura del Friuli Venezia Giulia) e Francesco Bonami. Seguirà la prima sessione di studi sul tema La scuola dei musei. Funzione educativa e curricula formativi. Il ruolo di accademie e università, che vedrà nel ruolo di relatori numerosi docenti e ricercatori universitari, tra cui Franco Fabbro, Alessandro Del Puppo, Davide Zoletto, Carmen Lidon Beltran, Cristina Francucci, Carlo Montanaro e Franca Varallo.
Il giorno successivo, sabato 15 marzo, ci si sposterà al Visionario di Udine, dove, a partire dalle 9.30, si terrà una sessione di studi dal titolo Arte, creatività, impresa, introdotta da Enrico Bertossi (assessore regionale alle Attività produttive) e Carlo Faleschini (presidente di Confartigianato Udine), nella quale parleranno, tra gli altri, Catterina Seia (responsabile del progetto UniCredit & l’arte di UniCredit group), Michelangelo Pistoletto, Elena Ciresola (curatore della formazione a C4 di Caldogno), Patrizia Moroso (art director di Moroso) e Cristiano Seganfreddo (direttore di Fuoribiennale).
La sessione pomeridiana, in programma sempre al Visionario di Udine, sarà incentrata sul tema Pubblico e musei ed accoglierà interventi, tra gli altri, di Jean Tormey, Paola Pacetti (direttore dell’associazione Museo dei ragazzi di Firenze), e Sandra Piccinini (presidente dell’istituzione scuole e nidi d’infanzia del Comune di Reggio Emilia).
Il convegno si chiuderà domenica 16 a villa Manin di Passariano, con un incontro dal titolo Forme e azioni per i musei dei bambini, cui parteciperanno Anna Casalino, Elisabeth Menasse e Synthia Griffin, e al termine del quale è in programma, intorno alle 15, una grande e spettacolare azione artistica a cielo aperto dedicata ad adulti, bambini e famiglie.
Nel corso della «tre giorni» verranno presentati gli esiti più significativi di esperienze museali italiane e straniere; si parlerà di progetti condivisi con università e accademie di belle arti e si ufficializzerà il documento redatto e sottoscritto da Educ@rte, associazione culturale che ha tra gli obiettivi la promozione e diffusione della nuova cultura del museo: un vero e proprio manifesto, il loro, in cui si attesta che la funzione educativa ha un ruolo specifico e non di servizio per la vita del museo.

Didascalie delle immagini
(fig. 1 e fig. 2) Laboratori didattici al C4 (Centro Cultura Contemporaneo Caldogno) di Caldogno, Vicenza; (fig. 3 e fig. 4) Attività didattiche promosse dall’associazione culturale Modidi di Passariano (Udine)

Informazioni utili
FormA-Azione. Museo-scuola-territorio-impresa. Date e orari: dal 14 al 16 marzo, dalle 9.00. Luoghi: villa Manin di Passariano, piazza Manin 10 – Passariano (Udine); Centro d’arti visive Visionario, via Asquini, 33 – Udine. Informazioni: assocazione Modidi-Centro ReMida, via Cartiera – Passariano (Udine), tel. 0432.900656, fax 0432.913893, cell. 347.0150955.Sito web: www.modidi.it.

giovedì 6 marzo 2008

«La barca dei comici», omaggio a Goldoni e Strehler

È con una recente produzione del Piccolo teatro di Milano e del Teatro gioco vita - teatro Stabile di innovazione di Piacenza che la stagione teatrale di Lugano rende omaggio a Carlo Goldoni, commediografo veneziano cui si devono opere straordinarie come La locandiera e Il servitore di due padroni e del quale si è commemorato nel 2007 il trecentesimo anniversario dalla nascita.
Lunedì 10 marzo al teatro Cittadella va, infatti, in scena La barca dei comici, splendida fantasia teatrale per attori e ombre, alla quale il regista Stefano de Luca, con la collaborazione di Stella Casiraghi, ha dato corpo lavorando su un episodio dei Mémoires, l’autobiografia goldoniana pubblicata a Parigi nel 1787.
A portare il pubblico tra i meandri della vita dello scrittore veneto, alla scoperta di quello che è unanimemente considerato il suo primo approccio con la magia del teatro e gli artifici del palcoscenico, saranno Alice Bachi, Tommaso Banfi, Giorgio Minneci e Stefano Moretti. Le scene portano la firma di Fabrizio Montecchi, autore anche delle le ombre con Nicoletta Garioni; mentre le musiche sono state realizzate da Fiorenzo Carpi e Marco Mojana.
Alla base dello spettacolo, pensato soprattutto per un pubblico giovane, c’è un copione di Giorgio Strehler, maestro della scena che con il commediografo veneziano condivise la passione quasi ossessiva per il teatro, nonché l’esigenza di rinnovarlo e riformarlo, e che dai Mémoires trasse una sceneggiatura per la Tv e, quindi, un testo teatrale, che non fu però mai trasformato in spettacolo.
«Da un miracolo di fantasia o di memoria» –ebbe a scrivere il regista triestino- «rinasce di colpo una storia della giovinezza di Carlo Goldoni, quando una mattina d’aprile partì in un favoloso viaggio per mare assieme a una compagnia di comici. La prima esperienza profonda, come un trauma dolcissimo» –continua Strehler. «Lì egli conosce, per la prima volta, tutto: l’amore, le donne, lo stupore, la curiosità per l’umano mondo dei comici, ed attraverso di essi, la curiosità per il mondo dell’uomo. Il Mondo e il Teatro si confondono ed è l’inizio di una inconsapevole vocazione...».
Da questo spunto nasce La barca dei comici, spettacolo incentrato sulla fuga dal collegio di Rimini di un giovane Goldoni, che, appena tredicenne, si imbarca con una compagnia di giro, per raggiungere la madre a Chioggia. Ha inizio così un’avventurosa navigazione per mare, insieme a compagni bizzarri e affascinanti. Una navigazione durata tre soli giorni, nella pancia di una barca che è un palcoscenico galleggiante, ma che diventa metafora dell’avventura di una vita intera, spesa nel teatro e per il teatro.
La storia si svolge in un’atmosfera creata dalla vivace alternanza tra fantasia e realtà, tra attori, marionette, ombre e maschere. Un mondo di giochi, suoni, luci e ombre porta, infatti, lo spettatore alla scoperta delle semplici e meravigliose possibilità del gioco teatrale, tra affascinante narrazione, testo scritto e arguta improvvisazione. Per usare le parole del regista Stefano de Luca, allievo di Strehler: «La barca dei comici è lo spazio magico del teatro […] il luogo dove tutto è possibile […]E’ l’incontro con la dimensione ludica dell’esistenza attraverso la comunicazione teatrale. O il suo ritrovamento. E’ la scoperta della complessità del mondo. E le Memorie di Carlo Goldoni? Il copione di una vita».
Dopo Lugano, La barca dei comici toccherà le città di Alessandria (13-14 marzo 2008), Treviso (18 marzo 2008) e Latina (22-24 aprile 2008). Al Piccolo di Milano sarà in cartellone dal 27 marzo al 2o aprile, al teatro Studio.

Didascalie delle immagini
(fig. 1, 2, 3 e 4) Una scena dello spettacolo La barca dei comici. Regia di Stefano de Luca. Foto di Margherita Busacca
[Le immagini sono state fornite da Sabine Bardelle, ufficio informazione e comunicazione della Città di Lugano]

Informazioni utili
La barca dei comici. Teatro Cittadella, corso Elvezia, 35 – Lugano. Orari: lunedì 10 marzo 2008, ore 20.30. Ingresso: ChF 40.00-16.00. Informazioni e prenotazioni: tel. +41(0)58.8667280 o www.ticketcorner.com. Sito web: www.luganoinscena.ch.

Curiosando nel Web
il blog di Stefano de Luca
Il sito di Stefano de Luca
il sito del Piccolo Teatro di Milano
Il sito del Teatro gioco vita di Piacenza

martedì 4 marzo 2008

«Arti decorative e musei»: a Torino un convegno con esperti del settore

Arti preziose, suntuarie, decorative, arti applicate o arti minori: un infinito mondo di oggetti, espressione del gusto e dello stile di un’epoca, ma anche di tecniche e materiali, di mercati e commerci di ieri e di oggi è al centro dell'incontro Le arti decorative e i musei. L’Italia e l’Europa, promosso da Palazzo Madama e dalla Fondazione Torino musei, con il contributo della Fondazione Crt, per la giornata di venerdì 7 marzo (a partire dalle 9).
A un anno dalla sua riapertura – dopo gli straordinari restauri dello storico edificio e il nuovo allestimento – il Museo civico d’arte antica di Torino, che vanta un’importantissima collezione di arti decorative, si fa portavoce con il suo direttore, Enrica Pagella, di un’esigenza di rinnovata attenzione in questo campo e della necessità di creare – tanto più nell’Anno mondiale del design, che vede Torino designata World Design Capital – una “rete” tra istituzioni, mondo universitario e studiosi, in questo particolare e affascinante settore.
L’appuntamento, in programma nel Salone d'onore della Fondazione Crt, vede un ricco parterre di ospiti, tra cui molti direttori e conservatori dei principali musei europei, come Helena Koenigsmarkova (direttore del Museo di arti decorative di Praga), Beatrice Salmon (direttore del Muséedes arts decoratifs di Parigi), Bartolomè Arraiza (direttore del Museo nacional de artes decorativas di Madrid), Marta Ajmar-Wollheim (del Victoria and Albert Museum di Londra), Elisabeth Taburet-Delahaye (direttrice del Musée de Cluny di Parigi), Carmen Pérez de Andrés (vicedirettore del Museo del Traje da Madrid), Corinna Roesner (del Die Neue Sammlung-Staatliches Museum fur angewandte Kunst di Monaco), Jutta Kappel (vicedirettore della Grünes Gewölbe di Dresda) e Zsuzsanna Renne (direttore del Museo di Arti Applicate di Budapest). Non mancano nemmeno illustri personalità delle realtà museali e universitarie italiane quali Claudio Salsi (Civiche raccolte di arte applicata del Castello Sforzesco di Milano), Jadranka Bentini (direttore del Museo nazionale della ceramica di Faenza), Silvana Annicchiarico (sirettore del Museo del design della Triennale di Milano), Maria Selene Sconci (Palazzo Venezia di Roma), Valerio Terraroli (Università degli studi di Torino), Maria Concetta Di Natale (Università degli studi di Palermo) e Gaia Salvatori (Seconda Università degli studi di Napoli).
L'appuntamento, che registra già il tutto esaurito, si appresta, dunque, a diventare occasione per fare il punto sul ruolo dei musei d’arte decorativa nel panorama internazionale e affrontare le problematiche connesse alla loro fruizione e valorizzazione, gettando le basi per un vero e proprio Manifesto programmatico in materia, condiviso dalle principali realtà operanti nel settore.
Se in Italia le collezioni di arti decorative non godono ancora di un pieno riconoscimento, risentendo della distinzione tra arti minori e maggiori, e se qui il divario tra musei di arti decorative di formazione ottocentesca e design moderno permane ancora evidente, in Europa la situazione risulta diversificata e, quindi, necessita – per guardare al futuro – di un confronto aperto.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Palazzo Madama, Torino: facciata juvarriana; (fig. 2) Palazzo Madama, Torino: particolare dello scalone juvarriano; (fig. 3) Orafo limosino, Riccio di pastorale, 1210-1215.
[Le immagini pubblicate sono state fornite dall'ufficio stampa della Fondazione Torino Musei]

Informazioni utili

Le arti decorative e i musei. L’Italia e l’Europa. Fondazione Crt, via XX settembre, 31 - Torino. Data: venerdì 7 marzo, dalle ore 9.00 (conferenza stampa alle ore 11.00). Ingresso libero, su prenotazione. Informazioni e prenotazioni obbligatorie: Villaggio Globale International, tel. 041.5904893, fax 041.5904892, settorebeniculturali@villaggioglobale.191.it. Sito web: www.palazzomadamatorino.it.

Per saperne di più

domenica 2 marzo 2008

«FilosofArti»: nell’Alto Milanese filosofia, teatro e arti visive in dialogo

Dalla musica alla scrittura, dal teatro al cinema, dalle arti visive alla danza, senza dimenticare l'eno-gastronomia: è un confronto tra il sapere, il vedere e le diverse forme di rappresentazione del reale quello che propone la terza edizione di FilosofArti, festival della filosofia e delle sue intersezioni con le varie discipline artistiche, organizzato dal Centro culturale di prosa del teatro delle Arti e dalla Fondazione culturale 1860 Gallarate città onlus, con il patrocinio di importanti realtà, tra cui la sezione lombarda dell’Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica e l’Ufficio scolastico provinciale di Varese.
Da oggi, domenica 2, a lunedì 10 marzo, la città lombarda vedrà, dunque, "sfilare" alcuni tra i più grandi teoreti contemporanei, da Gianni Vattimo (lunedì 3) a Salvatore Natoli (sabato 8), da Enrico Berti (venerdì 7) a Franco Trabattoni (mercoledì 5) e Carlo Sini, ma non solo.
FilosofArti si propone, infatti, di avvicinare alla materia non unicamente il mondo della scuola, della ricerca universitaria e degli esperti, ma anche e soprattutto il pubblico più vasto di non specialisti, con una particolare attenzione ai bambini e alla terza età. Ecco così che, accanto alle lezioni magistrali di importanti protagonisti della filosofia contemporanea, la rassegna proporrà mostre di arte contemporanea e di fotografia, spettacoli teatrali, stage di danza creativa, proiezioni cinematografiche, concerti e performance musicali, laboratori didattici per bambini e ragazzi e, persino, cene filosofiche, proposte di menù opportunamente studiate per portare, in maniera conviviale, a riflettere sulla dimensione dei rapporti tra cibo e teoria filosofica. Numerosi gli spazi cittadini coinvolti: dai teatri delle Arti, del Popolo e Condominio alla Civica galleria d’arte moderna, dal Sestante Fotoclub al Proscaenium, dal Melo-Università della Terza età al Museo di studi patri, dalle scuderie Martignoni all'Istituto musicale Puccini.
L’avvio è stato all’insegna della fotografia: questa mattina, domenica 2 marzo, si è aperta la mostra itinerante Le performances dei poeti e degli artisti: L’ultima cena di Andy Wahrol, 1987, con immagini di Fabrizio Garghetti, in occasione della quale è prevista, alle 21 di venerdì 7, una lectio magistralis con l’autore ed Elio Grazioli.
Rimanendo nell’ambito delle arti visive, merita una segnalazione la giornata di studi Eternità presente. Senso ed esperienza del tempo nella società digitale, a cura di Alessandro Ludovico, Tommaso Tozzi e Francesca Marianna Consonni, che si terrà nella giornata di venerdì 7 (dalle 10 alle 18) alla sala Martignoni e che vedrà la presenza, tra gli altri, di Antonio Caronia, Amanda McDonald Crowley, Tommaso Trini e Siegfried Zielinski. Durante il convegno, organizzato dalla Civica galleria d’arte moderna, con la collaborazione dell’Accademia di belle arti di Carrara, verrà presentato il foglio informativo Wok city map, dedicato al tema viaggio nell’arte contemporanea.
Promossa dalla Civica galleria d’arte moderna è anche la mostra Bianco & Valente: Opere video e ambienti 1995-2008, a cura di Emma Zanella e Vittoria Broggini, la cui inaugurazione è in programma per la serata di sabato 9 (ore 19.00). Una serie di lavori, tra cui Untitled (1998), Tempo universale (2007) e The Effort to Recompose my Complexity (2008), nuova opera ambientale prodotta appositamente per l’esposizione gallaratese, evidenzierà il dialogo tra arti visive e scienze, riflettendo sui possibili legami e i comuni percorsi.
Grande spazio in FilosofArti avrà anche il teatro. Nel cartellone del festival gallaratese sono, infatti, stati inseriti La pecora nera, elogio funebre del manicomio elettrico di Ascanio Celestini, che si terrà alle 21 di giovedì 6 marzo al teatro Condominio, e Finale di partita di Samuel Beckett, con e per la regia di Franco Branciaroli, in cartellone alle 21 di lunedì 10 al teatro delle Arti; mentre per le scuole è stato organizzato lo spettacolo Apologia di Socrate, da Platone e con Carlo Rivolta, in programma alle 10.30 del 4 marzo, sempre al teatro delle Arti.
Per concludere, si segnala la grande novità di questa terza edizione del festival: un interessante «microprogetto» incentrato su Alice nel paese delle meraviglie, che prenderà avvio, alle 21.00 di martedì 4 marzo, con la lezione magistrale Lo sguardo di Alice e i paradossi della verità di Carlo Sini e che prevede stage, spettacoli di danza e laboratori interattivi destinati ai bambini.
Le conferenze, i laboratori, le mostre sono a ingresso gratuito; a pagamento e su prenotazione gli spettacoli teatrali e le cene filosofiche.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Bianco-Valente, Aria, video w/o sound, 32". Progetto speciale per Nokia/Connect to Art ispirato da una poesia di Alda Merini. Opera in mostra alla Gam di Gallarate nell'ambito della mostra Bianco & Valente: Opere video e ambienti 1995-2008, a cura di Emma Zanella e Vittoria Broggini; (fig. 2) Bianco-Valente, Untitled, 1998, plotter a cera su tela, 79x104.5cm; Courtesy Galleria Alfonso Artiaco, Napoli. Opera in mostra alla Gam di Gallarate nell'ambito della mostra Bianco & Valente: Opere video e ambienti 1995-2008, a cura di Emma Zanella e Vittoria Broggini;

[Le immagini n. 1 e n. 2 sono state fornite da Giulia Airoldi e Patrizia Pastorelli, responsabili delle relazioni esterne della Gam di Gallarate]
(fig. 3) Lucia Ragni, Alessandro Albertin e Franco Branciaroli in Finale di partita di Samuel Beckett. In scena lunedì 10 marzo al teatro delle Arti di Gallarate; (fig. 4) Franco Branciaroli con Alessandro Albertin in Finale di partita di Samuel Beckett. In scena lunedì 10 marzo al teatro delle Arti di Gallarate; (fig. 5 e fig. 6) Ascanio Celestini in La pecora nera, elogio funebre del manicomio elettrico. Foto di: Maila Iacovelli - Fabio Zayed. In scena giovedì 6 marzo al teatro Condominio di Gallarate.

Informazioni utili
FilosofArti
. Gallarate – sedi varie. Informazioni: tel. 0331.784140. Dal 2 al 10 marzo 2008. Calendario su:
www.fondazioneculturalegallarate.it/filosofarti.htm.

sabato 1 marzo 2008

«Le lacime amare di Petra von Kant», una tragedia d'amore firmata Fassbinder

«Una regia di eccezionale forza espressiva, una straordinaria prova d’attrice e una stupenda compagnia»: non poteva trovare slogan migliore la città di Lugano per presentare lo spettacolo Le lacrime amare di Petra von Kant, commedia scritta nel 1972 da Rainer Werner Fassbinder, che va in scena alle 20.30 di martedì 4 e mercoledì 5 marzo al teatro Cittadella, nell'ambito della stagione 2007/2008.
Prodotta dallo Stabile dell'Umbria e dallo Stabile di Torino, in collaborazione con il Théatre national populaire Villeurbanne-Lyon, la piéce, che si avvale della regia di Antonio Latella, si configura come un coinvolgente viaggio nel labirinto dei sentimenti. Rainer Werner Fassbinder, enfant terrible della letteratura e della cinematografia tedesca, racconta, infatti, con questo suo lavoro la storia di una passione resa folle dai sensi, di una di quelle tante relazioni «adolescenziali», in cui non si è più capaci di distinguere l’amore «che tutto muove» dalla fisicità pura e semplice. Ma si sofferma anche su temi come la disintegrazione dell'io, il rapporto servo-padrone, il mondo delle relazioni amicali, familiari e passionali, relazioni che, talvolta, possono essere così esclusive e morbose, da implicare l’annullamento, la sottomissione, l’accettazione di compromessi e, persino, la perdita della propria identità.
Protagonista è Petra von Kant, trentaseienne stilista di successo, ricca, colta e amante del bello, vedova del primo marito e separata dal secondo, che si trova divisa fra una figlia che non conosce, una madre troppo assente, un’amica distratta e un’assistente onnipresente. Petra -qui interpretata dalla brava Laura Marinoni, premio Duse 2007 come miglior attrice- è un’anima disillusa, stanca di accettare regole non scritte e taciti accordi.
Il naufragio affettivo che ha vissuto le impedisce di trovare stimoli persino nel lavoro, fino a quando nella sua vita non appare la giovane e bella Karin Trimm, una ragazza di estrazione proletaria spregiudicata e senza scrupoli, presentatale dall'amica Sidonie von Grasenabb e desiderosa di inserirsi nel mondo della moda. Petra ne rimane totalmente ammaliata e le offre denaro e fortuna. I ruoli si ribaltano: la donna di successo, abituata a dominare gli altri, diventa schiava del suo oggetto amoroso e finisce per scambiare la passione per Karin con quell’amore assoluto cui aspira da sempre. La relazione si rivelerà, però, annientante e umilierà la stilista fino alla distruzione di ogni illusione e all’annullamento di ogni possibile consolazione, che non le potrà venire né dalla figlia, ridotta dal denaro al vuoto esistenziale, né tanto meno dal mondo insulso e artificioso che si affaccia nella sua casa-rifugio.
Testo, dunque, complesso, duro e a tratti violento come la lama di un rasoio quello di Fassbinder. Testo al femminile, che disegna i rapporti tra individuo e società, attraverso la descrizione di sei donne, ognuna incasellata nel proprio ruolo di madre, figlia, nipote, amica, aiutante, amante. Sei donne dalle identità diverse o forse sei lati di una stessa personalità.
Dopo Lugano, Le lacrime amare di Petra von Kant sarà a Trento (teatro Sociale, dal 6 al 9 marzo), Argenta (teatro dei Fluttuanti, 11 marzo), a Trieste (teatro Rossetti, dal 13 al 16 marzo), Pordenone (teatro Verdi, 18 e 19 marzo), Padova (teatro Verdi, dal 25 al 30 marzo), Bolzano (teatro Nuovo comunale, dal 3 al 6 aprile) e Genova (teatro della Corte, dal 29 aprile al 4 maggio).

Didascalie delle immagini
(fig. 1, 2 e 3) Immagine tratta dallo spettacolo Le lacrime amare di Petra von Kant di Rainer Werner Fassbinder, per la regia di Antonio Latella. Foto di Anna Bertozzi.

[Le immagini sono state fornite da Sabine Bardelle, ufficio informazione e comunicazione della Città di Lugano]

Informazioni utili
Le lacrime amare di Petra von Kant. Teatro Cittadella, corso Elvezia, 35 – Lugano. Data: da martedì 4 a mercoledì 5 marzo, ore 20.30. Ingresso: FCh 40.00/16.00. Informazioni: tel. +41.(0)919232433. Sito web:
www.luganoinscena.ch.

Curiosando nel web
Sito ufficiale di Laura Marinoni

giovedì 28 febbraio 2008

Piemonte, turisti per fiction al Castello di Masino

Una nuova tendenza di viaggio sta acquisendo spazio nel panorama dell’industria turistica: è il teleturismo. Sempre più spesso c’è chi sceglie la meta per una vacanza o per una gita domenicale attraverso il piccolo e il grande schermo, attratto dai luoghi che fanno da contorno e da ambientazione a pellicole cinematografiche e fiction. Non è, dunque, un caso che nel 2005 il Touring club italiano abbia pubblicato un volume dal titolo I luoghi del cinema. Paesaggi, città, attori e registi: la nostra penisola attraverso i film italiani più celebri, a cura di Giulio Martini e con introduzione di Tullio Kezich, in cui l’Italia appare come un grande e magnifico set a cielo aperto, che va dalle risaie del Vercellese di Riso amaro alla Sicilia del Gattopardo, passando per la Milano surreale di Maurizio Nichetti, la sapida Toscana di Roberto Benigni, l’onirica Romagna di Federico Fellini e la Napoli di Totò e di Massimo Troisi.
In questi ultimi due anni, il fenomeno del teleturismo ha preso ancora più piede. Serie televisive come Il commissario Montalbano e Carabinieri –lo ha documentato una ricerca del Centro internazionale di studi sui rapporti tra audiovisivo e territorio, datata 2007- hanno portato un gran numero di visitatori nell’assolata Sicilia di Andrea Camilleri -tra Ragusa e Scicli-, e in Umbria, nella splendida Città della Pieve, piccolo centro abitato che Alessia Marcuzzi, Giorgio Borghetti e Paolo Villaggio hanno reso ben più famoso di quanto non abbia fatto Pietro di Cristoforo Vannucci, detto il Perugino, suo figlio illustre.
Non meno fortunato è stato il Piemonte sabaudo: Alessandro Preziosi e Vittoria Puccini, con la prima serie di Elisa da Rivombrosa, hanno fatto scoprire a migliaia di visitatori il Castello ducale di Agliè, ma anche le splendide residenze di Stupinigi e Racconigi. Giulio Berruti e Sarah Felberbaum, protagonisti del sequel La figlia di Elisa, stanno, invece, facendo puntare i riflettori sul Castello di Masino, maniero di proprietà del Fai (Fondo per l’ambiente italiano), edificato su un'altura che domina il Canavese e da sempre dimora dei conti Valperga, che riveste grande attrattiva non solo per le sue sale, ma anche per il parco circostante, di cui si può apprezzare la sistemazione «all'inglese», risalente alla prima metà dell'Ottocento.
A pochi mesi dalla fine della messa in onda della fiction, la fondazione milanese ha, infatti, deciso di accogliere i tanti fan della storia d’amore tra la contessa Agnese Ristori e il marchese Andrea Casalegno, nel Piemonte occupato dai Francesi guidati da Napoleone, con uno speciale percorso dal titolo Ciak si gira. Ricordando Rivombrosa, in programma tutte le domeniche di marzo.
Curiosi e amanti della serie televisiva in costume potranno, quindi, respirare l’atmosfera del piccolo schermo, passeggiando tra splendide sale mirabilmente affrescate e riccamente arredate con mobili e oggetti di raffinatissima fattura, come l’Appartamento di Madama reale, la Camera degli ambasciatori di Spagna, la Torre dei venti e lo spettacolare Salone da ballo, rispettivamente set delle camere di Agnese e Martino Ristori, della dimora di Andrea von Necker, dello studio del pittore e delle feste da ballo dei Garnieri Solari.
Il viaggio nel mondo della fiction sarà reso ancor più interessante dalla presenza, nelle sale, degli abiti utilizzati durante le riprese (saranno esposti, tra i tanti, quelli dei due protagonisti, Agnese e Andrea, del capitano Loia e di Lucrezia Van Necker), di oggetti di scena e di foto, bozzetti di scene e costumi.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Vista del Castello di Masino. Foto di Giorgio Majno; (fig. 2) Castello di Masino, salone da ballo (Milano); (fig. 3) Castello di Masino, Camera da letto di Madama Reale. Foto di Giorgio Majno.
[Le immagini sono state fornite dall’ufficio stampa del Fai di Milano]

Informazioni utili
Ciak si gira. Ricordando Rivombrosa. Fai–Castello di Masino (Torino). Orario: dalle 14.30 alle 19.00 (partenza ultima visita alle 17.30). Ingresso: adulti € 8,00; bambini € 3,50; aderenti Fai e possessori Carta musei Piemonte € 3,50. Orario: dalle 14.30 alle 19 (partenza ultima visita ore 17.30). Per informazioni e prenotazioni: tel. 0125.778100 o e-mail.
faimasino@fondoambiente.it. Sito web: www.fondoambiente.it.

martedì 26 febbraio 2008

«Pasticceria Taveggia Milano 1909»? Salotto dolce per golosi e palcoscenico per artisti

Timballo di verdure con salsa di parmigiano, risotto al radicchio, cannolo di pasta fillo ricotta e spinaci, filetto in crosta con patatine sautè, crema di cioccolato bianco ai frutti di bosco e, dulcis in fundo, uno spettacolo di cabaret: questo il menù che propone alle 20.30 di sabato 1° marzo la pasticceria Taveggia Milano 1909. A poco più di tre mesi dalla riapertura, lo storico salotto dolce del capoluogo lombardo, che ha avuto tra i suoi avventori Carla Fracci e Renata Tabaldi, mette, infatti, in vetrina un ricco programma di appuntamenti eno-gastronomici e culturali, rivolti a chi ama la musica da camera, il teatro e la lettura.
A inaugurare la rassegna -che propone una decina di incontri, tutti di eccellente fattura- sarà una cena esclusiva firmata dallo chef Enrico Pavoni e uno spettacolo con Paolo Casiraghi e Omar Fantini, ovvero due fra i migliori giovani del panorama cabarettistico milanese, entrambi impegnati su un palcoscenico illustre come Colorado Cafè, sotto la guida di Rossella Brescia e Beppe Braida.
Paolo Casiraghi porterà all’interno della storica pasticceria Taveggia le sue ultime due creazioni: suor Nausicaa e Manuel Garcia Chuparosa de la Piena, cantante spagnolo dal fascino imbarazzante e autore di canzoni che raccontano di amori impossibili, come Il toro e la luna o Il drago e la pompiera. Omar Fantini, invece, proporrà il personaggio del punk settantenne nonno Anselmo, pieno di vita e con la voglia di uscire ogni sera nonostante l’età, oltre ai suoi celebri monologhi sui decenni scorsi.
In occasione della festa della donna, la pasticceria Taveggia dovrebbe accogliere, invece, una raffinata e dolcissima versione live, per voce e chitarra acustica, di alcune tra le canzoni più celebri di Joni Mitchell, Tracy Chapman, Ani di Franco, Bonnie Raitt, Noa, Tuck and Patti. Performance, questa, che avrà per protagonisti Simona Bocci e il chitarrista Luca Nobis.
A seguire, alle 18 di giovedì 10 aprile, si terrà un incontro con Elena Kostioukovitch, docente all’Università degli Studi di Milano e autrice del libro Perché agli italiani piace parlare di cibo (Sperling & Kupfer), vincitrice al premio Bancarella-Sezione cucina 2007; mentre sabato 12 ritornerà il cabaret con Rossana Carretto e Giovanni Vernia.
Giovedì 17 aprile ci sarà, quindi, un incontro con Roberto Iovino e Ileana Mattino, autori del libro Sinfonia gastronomica – musica, eros e cucina (Viennepierre edizioni); mentre l’8 maggio è in programma due cene a tema, una musicale con il duo Halaf Langheim e l’altra dedicata alla Toscana, durante la quale sarà possibile ammirare quadri dell’artista post-macchiaiolo Giuseppe Comparini.
In cartellone nelle prossime settimane, dal 7 marzo al 7 aprile, anche Arte in verde, un'iniziativa proposta da Mangiare arte arte da mangiare, che coinvolgerà una quindicina di ristoranti milanesi, dove verranno proposti piatti d’autore dedicati ai temi dell’agricoltura e del biologico.
Ma non finisce qui. Numerose, infatti, le iniziative ancora in fase di studio, tra cui una serie di Cene con delitto, una rassegna di concerti di musica da camera, appuntamenti di food music per il tè delle cinque, piccoli corsi di cucina da tenersi nei fine settimana e l’iniziativa Merenda al Taveggia con gli artisti di Ambra Orfei, che offrirà ai più piccoli la possibilità di assistere a spettacoli con cantastorie, maghi e illusionisti, clown, giocolieri e truccabimbi.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Esterno della pasticceria Taveggia Milano 1909; (fig. 2) ritratto di Omar Fantini; (fig. 3) ritratto di Paolo Casiraghi nei panni di Manuel Garcia Chuparosa de la Piena.
[Le foto degli artisti sono state fornite dallo Studio De Angelis di Milano, ufficio stampa della pasticceria Taveggia Milano 1909]

Informazioni utili
Taveggia Milano 1909
, via Visconti di Modrone, 2 - Milano, tel. 0276280856 o info@taveggia.it. Sito web: www.taveggia.it.

domenica 24 febbraio 2008

«The Mobile City», Milano e Toronto viste dal cellulare

In quale modo gli adolescenti leggono e interpretano la realtà in cui vivono? Quali sono le loro paure e i loro sogni? Le nuove tecnologie possono aiutarli a rappresentare il mondo che li circonda? Queste alcune delle domande cui proverà a rispondere il concorso The mobile city, che il Museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo, nel Milanese, rivolge a ragazzi tra i 16 e i 22 anni, che vivono nelle città di Toronto e nell’hinterland milanese.
«Racconta la tua città, la tua comunità, la tua vita»: lo slogan dell’iniziativa, nata da un’idea della Camera di commercio italiana a Toronto e promossa dallo staff di Villa Ghirlanda, con la Città di Toronto e con la Provincia, il Comune e la Camera di commercio di Milano.
La competizione, le cui iscrizioni sono aperte fino alla mezzanotte del 15 maggio 2008, si propone di raccogliere fotografie scattate con il telefono cellulare o con una macchina fotografica digitale. Tanti i temi su cui i giovanissimi potranno sbizzarrirsi: dal racconto delle persone con cui entrano quotidianamente in contatto ai sogni e alle paure che riguardano la loro vita e la società, dal paesaggio urbano alle idee di globalizzazione e democrazia, dalle mescolanza etnica alle proposte per la città del futuro.
Tutte le immagini, sia di Milano che di Toronto, saranno caricate sul sito web: www.mobilecityphoto.org.
Fin dall’inizio del concorso le foto inviate saranno visibili e commentabili da tutti gli utenti Internet. I partecipanti -cui viene chiesto di inserire da tre a cinque immagini, con un breve testo di commento- potranno, in ogni momento, modificare o sostituire il proprio materiale, anche a seconda del dialogo che si crea nel sito, dando così vita a una vera e propria community, in una logica di collaborazione open-source.
Alla chiusura del bando, una giuria qualificata sceglierà trenta lavori finalisti che saranno esposti in mostra. Dieci di questi verranno proclamati vincitori il 2 giugno, durante una cerimonia on-line che si terrà contemporaneamente in Italia e in Canada. I vincitori canadesi saranno ospitati dal Museo di fotografia contemporanea (dal 7 al 15 luglio 2008), mentre quelli italiani dal George Brown College di Toronto (dal 15 al 22 luglio 2008).
Durante l’estate, i concorrenti proseguiranno l’esperienza godendo dell’ospitalità internazionale per confrontarsi con i loro coetanei: i ragazzi di Milano andranno a Toronto per raccontare la loro esperienza di una metropoli straniera e viceversa, Le immagini prodotte durante questo periodo e quelle realizzate per il concorso confluiranno in un libro su The Mobile City, che sarà arricchito da contributi di esperti sul rapporto tra fotografia, tecnologia e società.
L’ultima tappa è fissata in autunno, quando inaugurerà in contemporanea in Canada e in Italia una rassegna, innovativa e altamente tecnologica, che ospiterà stampe, video e immagini che verranno inviate direttamente sul cellulare dei visitatori.

Didascalie delle immagini
(fig. 1 e fig. 2) Immagini di presentazione del progetto The mobile city

Informazioni utili
The Mobile City. Ente banditore: Museo di fotografia contemporanea. Quota di partecipazione: nessuna. Informazioni: Museo di fotografia contemporanea, via Frova 10 - Cinisello Balsamo (Milano), tel. 02.6605661, e-mail:
milano@mobilecityphoto.org. Sito web: www.mobilecityphoto.org.

venerdì 22 febbraio 2008

Fondazione Ratti di Como? Scuola d'elite per venti giovani artisti

Sarà Yona Friedman (Budapest, 1923), architetto, designer, urbanista e teorico franco-ungherese, il visiting professor della prossima edizione del Corso superiore di arti visive della Fondazione Antonio Ratti di Como, il più prestigioso programma italiano di specializzazione per giovani artisti, cui hanno preso parte, negli anni passati, come docenti alcuni tra i più interessanti protagonisti della scena artistica contemporanea, da Joseph Kosuth (1995) a Ilya Kabakov (2000), da Marina Abramovic (2001) a Giulio Paolini (2002), da Jimmie Durham (2003) ad Alfredo Jarr (2005), da Marjetica Potrc (2006) a Joan Jonas (2007).
Yona Friedman –che ha attraversato la seconda guerra mondiale, sfuggendo ai rastrellamenti nazisti, e che è vissuto per circa un decennio in Israele, ad Haifa, prima di stabilirsi, negli anni ’50, a Parigi - «sostiene – si legge nella nota stampa- i principi di un'architettura capace di comprendere le continue trasformazioni che caratterizzano la mobilità sociale, basata su infrastrutture che prevedono abitazioni e norme urbanistiche passibili di essere create e ricreate, a secondo dell'esigenza degli abitanti e dei residenti».
L’attenzione per l’autoregolazione degli abitanti che da sempre interessa Yona Friedman, artista che vanta partecipazioni alla Biennale di Venezia e a Documenta di Kassel, nasce direttamente dalla sua stessa esperienza di profugo e senzatetto. Un’esperienza che il progettista franco-ungherese -noto per il manifesto L'architecture mobile del 1956 e la sua più significativa esplicazione, la Ville Spatiale- ha messo a frutto anche nel suo lavoro per le Nazioni Unite e l'Unesco, attraverso la diffusione di alcuni manuali di auto-costruzione nei Paesi africani, sudamericani e in India.
In occasione della progettazione del Lyce'e Bergson ad Angers, in Francia, completato nel 1981, l’artista ha dato voce al suo pensiero, pubblicando un procedimento secondo il quale la distribuzione e la disposizione di tutti gli elementi architettonici erano pensate e decise dai futuri utenti. Il suo libro più celebre rimane, però, Utopie realizzabili -pubblicato in Francia nel 1975, tradotto anche in italiano (Quodlibet, 2003)- nel quale è sviluppata un'idea di ristrutturazione della società in senso compiutamente democratico, volta a fuggire ogni elitarismo.
A Como, dal 1° al 23 luglio, Yona Friedman sarà docente di un workshop pratico dal titolo Public Improvisations, durante il quale –spiega lo stesso visiting professor- «esploreremo l'improvvisazione, le tecniche semplici, che non necessitano istruzioni, disegni o piani complicati. Per essere accessibile al pubblico generale, l'arte deve utilizzare tecniche semplici, facili da adottare. L'arte pubblica improvvisata può essere esplorata ovunque negli spazi pubblici: nelle strade, nei boschi, in un atrio, sul lago. Il luogo stesso è parte dell'opera d'arte».
L'attività quotidiana di questa quattordicesima edizione del Csav -curata da Anna Daneri, Luca Cerizza e Cesare Pietroiusti- prevede anche, come consuetudine, un ciclo di lezioni teoriche e una serie di seminari con personaggi di spicco della scena culturale internazionale.
I venti partecipanti al programma di studio, selezionati da una commissione scientifica sulla base delle domande pervenute entro il prossimo 3 aprile alla fondazione comasca, verranno invitati a concepire un'opera che sarà presentata nella consueta mostra di fine corso. Le lezioni, che si terranno allo spazio San Francesco, sono gratuite; i costi di permanenza a Como sono a carico dei partecipanti.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Yona Friedman al Mart di Rovereto, durante la presentazione del progetto Monument (2006); (fig. 2) Yona Friedman, Monument, 2006. Rovereto, Mart.

Informazioni utili
XII Corso superiore di arte visiva
. Ente banditore: Fondazione Antonio Ratti, Como. Quota di partecipazione: nessuna; sono a carico dei partecipanti i soli costi di permanenza a Como. Data di scadenza: 3 aprile 2008 (fa fede la data del timbro postale). Informazioni e bando di concorso: Anna Daneri, tel. 031.233213, fax. 031.233249, e-mail:
annadaneri@fondazioneratti.org. Web Site: www.fondazioneratti.org
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«Grease»: rock’n roll, amore e brillantina sul palco

Giubbotti di pelle con il bavero alzato, vaporose gonne a ruota, l’immancabile ciuffo alla Elvis, tanta brillantina tra i capelli e musiche dal ritmo contagioso come Summer nights e You are the one I want: è un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo -tra i colori vivaci e le atmosfere esplosive dell’America anni Cinquanta- quello che propone il teatro Condominio Vittorio Gassman di Gallarate, nell’Alto Milanese, dove alle 21 di martedì 26 e mercoledì 27 febbraio va in scena Grease, nella produzione della Compagnia della Rancia.
A far rivivere sul palco la storia d’amore tra Danny e Sandy, i sogni dei T-Birds e delle Pink Ladies, il clima di energia pura e divertimento che fece sognare tanti giovani all’uscita dell’omonima pellicola cinematografica con John Travolta e Olivia Newton-John, nell’ormai lontano 1978, sarà un gruppo di giovani e scatenati interpreti, tutti ventenni o poco più, capeggiati da Filippo Strocchi e Serena Carradori.
Under 30 anche la regia, che porta la firma di Federico Bellone, «ventisei anni sulla carta d’identità e una passione per il musical da sempre», che lo ha portato a collaborare con Saverio Marconi in numerosi spettacoli, ultimo dei quali il nuovissimo High School Musical (che debutta il prossimo mercoledì 19 marzo all’Allianz di Milano), e che lo ha visto vincere il prestigioso premio Ernesto Calindri con La notte di San Valentino (2002).
La sua rivisitazione di quello che è stato ribattezzato il «musical dei record» (oltre mille repliche e 1.300.000 spettatori in tutta Italia, a dieci anni dal debutto) si rifà, inevitabilmente, al precedente adattamento di Saverio Marconi, quello che esordì nel marzo 1997 con Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia e che, da allora, ha visto alternarsi sul palco più di una novantina di artisti. Le musiche, nella traduzione italiana di Michele Renzullo, e alcune coreografie, firmate da Franco Miseria, sono, infatti, pressoché identiche; ma la “confezione teatrale” è completamente rinnovata, con scenografie sgargianti di grande impatto visivo e maxi-collage di pubblicità anni Cinquanta che mettono in primo piano drive-in e moto cromate, hot-dogs e hawaiane col gonnellino, macchine lucide dai cofani bombati e profili da star.
Bando, dunque, alla nostalgia, perché dopo quattro anni di assenza dalle scene il «primo long running show della storia dello spettacolo italiano» è tornato più giovane e frizzante che mai, per far rivivere ancora una volta la magia della liason tra Danny e Sandy nelle aule della mitica Rydell High School, scossa dalle potenti vibrazioni del rock’n’roll e colorata dai battibecchi tra le dolci Pink Ladies e i tenebrosi T-Birds. Una liason che non ha mai smesso di far sognare dal suo debutto sui palcoscenici americani nel lontano 1971, quando Jim Jacobs e Warren Casey decisero di realizzare un musical per sola chitarra, che ricreasse le atmosfere degli anni Cinquanta, in un teatro sperimentale di Chicago.
Fu un successo e, nel giro di pochi anni, lo spettacolo divenne il banco di prova per la consacrazione di intere generazioni di attori, da Richard Gere a John Travolta, interprete teatrale di un ruolo minore, prima di diventare il protagonista della famosa versione cinematografica del 1978, diretta da Randal Kleiser. Una versione cinematografica che si aggiudicò anche una nomination all’Oscar per la miglior canzone originale, nel 1979, con Hopelessly devoted to you.
Stessa felice sorta ha avuto il musical in Italia: da dieci anni a questa parte, alla chiusura del sipario, il pubblico chiede a gran voce il bis per prolungare l’emozione di una favola rock destinata a durare ancora tanti lustri, per rivivere ancora per qualche minuto il clima di festa che ogni sera il cast di Grease ricrea nei teatri italiani. Un clima che ricorda lo stesso Federico Bellone, nella sua nota di regia: «Vidi per la prima volta Grease, l’edizione con Lorella Cuccarini, un sabato pomeriggio. Quel mese comprai il biglietto altre otto volte. Lo show? Era una bomba a orologeria che si innescava con precisione ogni volta per esplodere con tale energia da mandare il pubblico in visibilio».
Dopo Gallarate, dove le due repliche in programma registrano già il sold out, Grease sarà a al teatro Nuovo di Arcore (29 febbraio), al Cagnoni di Vigevano (1° e 2 marzo), all'Alfieri di Torino (dal 4 al 9 marzo), al Civico di Bra (10 e 11 marzo), al Pala De Andrè di Ravenna (13 marzo), al PalaBam di Mantova (14 marzo), al teatro di Varese (15 e 16 marzo), al Politeama Rossetti di Trieste (dal 18 al 20 marzo). E, ancora, al Palasport Taliercio di Mestre (21 marzo), al teatro Verdi di Montecatini (22 marzo), al PalaBrescia di Brescia (26 e 27 marzo), al Verdi di Pordenone (dal 28 al 30 marzo), al teatro Carani di Sassuolo (1° aprile), al Diego Fabbri di Forlì (dal 2 al 6 aprile), per volare, infine, in Sicilia, dove farà tappa a Palermo (dal 9 al 13 aprile), Marsala (14 aprile), Caltanisetta (15 aprile) e Catania (16 aprile).

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Una scena di Grease. Regia di Federico Bellone. Foto di Antonio Agostini; (fig. 2, fig. 3 e fig. 4) Filippo Strocchi e Serena Carradori in una scena di Grease. Regia di Federico Bellone. Foto di Giovanna Marino.

Informazioni utili
Grease. Teatro Condominio, via Sironi, 5 - Gallarate (Varese). Date: martedì 26 e mercoledì 27 febbraio 2008, ore 21.00. Ingresso: poltronissima € 35.00 (over 60 e under 25 € 32.00; soci € 30.00); poltrona € 30.00 (over 60 e under 25: € 27.00; soci: € 25.00), galleria € 25.00 (ridotto € 23.00). Informazioni: tel. 0331.784140. Sito web:
www.fondazioneculturalegallarate.it.

Curiosando nel Web
Il sito ufficiale di Grease