ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
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martedì 12 ottobre 2021

Umbria: prosa, danza, comedy up e progetti artistici per il nuovo corso del Manini di Narni

«La casa è il luogo di tutte le cose, un luogo in cui tutte le discussioni, le fragilità, le gioie o i dolori trovano un angolo dedicato. La casa è un luogo in cui puoi tornare quando sei stanco. La casa è un luogo che puoi cercare quando vuoi andare lontano». Nei prossimi mesi, la casa sarà, per gli abitanti di Narni, anche il loro teatro: il Manini. È questo l’obiettivo dei nuovi direttori artistici, Francesco Montanari e Davide Sacco, che vogliono trasformare la sala umbra in «una casa per le drammaturgie, quelle della strada o quelle che viaggiano per l'Europa. Una casa per i registi, per farci raccontare il tempo futuro. Una casa per gli attori, perché possano trovare materia viva nella propria arte. Una casa per tutte le maestranze, per costruire insieme nuovi modi di sapere ciò che sappiamo e di vedere ciò che già abbiamo visto o ancora dobbiamo immaginare».
Queste parole fanno da filo rosso alla programmazione della stagione di prosa e danza 2021/2022, orchestrata nel segno della trasversalità. Spettacoli, stand up comedy, progetti speciali come «Un teatro tutto per sé», dedicato al corpo politico della donna, ma anche occupazioni cittadine, progetti di digital art e produzioni itineranti come il «mini manini» – in cui il teatro ridotto in scala girerà per le piazze delle città con il claim «se non vai a teatro il teatro viene da te» – compongono il nuovo cartellone.
Nella visione stilistica offerta dal nuovo Manini, il foyer è stato completamente ripensato come un luogo fruibile per i cittadini e arredato con mobili di «Less is More», in cui ritrovare una biblioteca teatrale e un’opera artistica di Cracking Art, «#Raneanarni», che finanzierà un progetto culturale e ambientale in programma nel giugno 2022. L’ingresso è, invece, stato arricchito da un’installazione di prato verticale, in collaborazione con l’Umbria Green Festival.
A inaugurare la stagione sarà, venerdì 15 ottobre, «Theatrical Mystery Tour», evento a cura della direzione artistica, dedicato ai possessori della tessera «Manini Prime» (una nuova tessera fidelity che dà diritto a un cartellone parallelo di attività), invitati a vivere lo spazio a 360° attraverso le performing art e le suggestioni che raccontano il teatro che verrà. Il cartellone prevede, poi, per la serata di sabato 23 ottobre, l’anteprima nazionale di «Museo Pasolini», il nuovo spettacolo di Ascanio Celestini. Mentre sabato 13 novembre sarà in scena Euridice Axen con «Settimo senso», tratto da un racconto di Ruggero Cappuccio, per la drammaturgia e regia di Nadia Baldi. Sabato 27 novembre sarà, invece, la volta di Linda Caridi, attrice protagonista de «Il bambolo» di Irene Petra Zani, per la regia di Giampiero Judica, spettacolo che affronta, con ironia, la patologia dell’anoressia, intesa nell’accezione di sintomo e difesa a seguito di un abuso avvenuto nell’infanzia. Sabato 18 dicembre andrà, quindi, in scena «L’Inizio del buio» di Walter Veltroni, nell’adattamento teatrale di Sara Valerio e per la regia di Peppino Mazzotta. Giancarlo Fares e la stessa Sara Valerio ricorderanno la tragedia di Alfredino Rampi, il bimbo di sei anni finito nel 1981 in fondo a un pozzo artesiano a Vermicino.
Il 2022 si aprirà con uno spettacolo per la Giornata della memoria: venerdì 28 e sabato 29 gennaio sarà in scena «Il Terzo Reich», di Romeo Castellucci, interpretato da Gloria Dorliguzzo e Jessica D’Angelo. La stagione proseguirà, nelle serate da mercoledì 9 a sabato 12 febbraio, con il debutto nazionale de «L’uomo più crudele del mondo», scritto e diretto da Davide Sacco, con Francesco Montanari e Lino Guanciale. Sarà, quindi, la volta di «Meduza», coregrafia e scenografia a cura di Marie Gourdain, con in scena Sabina Bočková, Florent Golfier, Marek Menšík, Jaro Ondruš e Matthew Rogers, in programma il 15 febbraio. Sabato 19 e domenica 20 marzo sarà, invece, in programmazione «Sesto potere», debutto regionale dello spettacolo che racconta la nascita di una democrazia violata dall’odio, dal denaro e dalla vendetta. Sul palco saliranno, sotto la regia di Davide Sacco,Gianluca Gobbi, Tommaso Arnaldi, Guglielmo Poggi, Valentina Violo; parteciperanno in video Francesco Montanari e in voce di Antonio Zavatteri. Mentre martedì 5 aprile andrà in scena «Macbettu», di Alessandro Serra, rivisitazione in chiave sarda del testo tratto dal «Macbeth» di William Shakespeare, con protagonisti Fulvio Accogli, Andrea Bartolomeo, Alessandro Burzotta, Andrea Carroni, Giovanni Carroni, Maurizio Giordo, Stefano Mereu e Felice Montervino.
A chiudere il cartellone sarà, il prossimo 21 maggio, «Così è (o mi pare). Pirandello in VR», riscrittura per realtà virtuale di «Così è (se vi pare)» di Luigi Pirandello, nell’adattamento e regia di Elio Germano, con Elio Germano, Gaetano Bruno, Serena Barone, Michele Sinisi, Natalia Magni, Caterina Biasiol, Daniele Parisi, Maria Sole Mansutti, Gioia Salvatori, Marco Ripoldi, Fabrizio Careddu, Davide Grillo, Bruno Valente, Lisio Castiglia, Luisa Bosi, Ivo Romagnoli e con la partecipazione di Isabella Ragonese e Pippo Di Marca.
È, poi, in programma una mini-rassegna di stand up comedy, che vedrà in scena: Filippo Giardina con «Dieci» (venerdì 17 dicembre), Francesco De Carlo con «Pensieri stupendi» (venerdì 28 gennaio), «Undiceximo» con Giorgio Montanini (venerdì 25 febbraio) e «Daniele Fabbri Live» con Daniele Fabbri (sabato 26 marzo).
La nuova stagione del Manini ha, poi, in agenda anche una serie di spettacoli per bambini. Si inizierà domenica 5 dicembre con «Gretel», di cui è autrice e interprete Clara Storti. Il 19 dicembre sarà la volta de «Il fantasma di Canterville», liberamente ispirato all’omonimo racconto di Oscar Wilde, di e con Angela De Gaetano, per la regia di Tonio De Nitto. Toccherà, quindi, a «Paloma, Ballata Controtempo», di e con Michela Marrazzi, anche lei diretta da De Nitto. Mentre un mese dopo, nella serata di venerdì 25 marzo, ci sarà lo spettacolo «Annibale. Memorie di un elefante», progetto, drammaturgia e regia di Nicola Cavallari, che sarà sul palco insieme a Giorgio Branca e Tommaso Pusant Pagliarini.
Sono in cartellone anche dei progetti speciali. Da domenica 7 a sabato 27 novembre partirà il progetto «Un teatro tutto per sé». Nel mese di dicembre ci sarà «Occupazioni cittadine», in cui i cittadini si sfideranno nella gestione del teatro Manini, in collaborazione con l’Ente Corsa all’Anello, mentre nel mese di maggio sarà la volta del «Festival delle nuove tecnologie» e nel mese di giugno ritornerà il «Narni Città Teatro», seguito nel mese di luglio 2022 dal progetto «Mini Manini», un teatro Manini in miniatura che viaggerà per le frazioni di Narni con attività di spettacolo e di audience engagement.

Didascalie delle immagini
Le foto della sala sono di Lorenzo Isoni 

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lunedì 11 ottobre 2021

«Esserci o non esserci»? Ad Arezzo torna il Festival dello spettatore

Si intitola «Esserci o non esserci» la sesta edizione del Festival dello spettatore, un appuntamento unico nel panorama nazionale, in programma da mercoledì 20 a domenica 24 ottobre ad Arezzo, per iniziativa della Rete teatrale aretina. Giornate di studi, seminari, workshop, spettacoli di nuova drammaturgia, presentazioni si alterneranno in luoghi diversi della città e del territorio.
La programmazione spazierà dal teatro contemporaneo di Carrozzeria Orfeo, con «Miracoli metropolitani» (mercoledì 20, ore 21, al teatro Petrarca), al monologo eco – sostenibile di Mulino ad arte, con «Mi abbatto e sono felice» (sabato 23, ore 21.30, alle case popolari di via Malpighi), passando per l’originale omaggio dantesco dello spettacolo «Nel mezzo dell’inferno» (da giovedì 21 a domenica 24, dalle ore 9:30 alle ore 22:30 alla sala Sant’Ignazio), ideato da Fabrizio Pallara per CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia e Lac - Lugano arte e cultura. Riservato a uno spettatore per volta, il progetto teatrale pone il pubblico a contatto, grazie all’utilizzo di un casco per realtà virtuale, «con la possibilità – si legge nella sinossi - di un altrove, di una dimensione fantastica che non sia però alternativa e dissociata da quella reale, ma a questa interconnessa, nella convinzione che il fantastico e il virtuale siano immersi nel reale molto più di quanto non si creda».
Grande spazio avrà anche la programmazione dedicata ai più piccoli, promossa in collaborazione con il Festival meno alti dei pinguini, che vedrà in scena «La famiglia Mirabella» della compagnia Il teatro viaggiante (domenica 24, ore 11:30, in piazza Risorgimento), «Il teatro alla finestra» di Nata teatro (venerdì 22, dalle ore 17:00 alle ore 20:00, in piazza San Jacopo), «Lo sbernecchio del Bubbù» di Pindoc (sabato 23, ore 18:30 e ore 21:30, al teatro Pietro Aretino) e «La bella e la bestia» di Stivalaccio teatro (domenica 24, ore 17.30, al teatro Petrarca). Non mancherà anche nella programmazione riservata ai bambini un omaggio a Dante Alighieri, a settecento anni dalla morte. A portarlo in scena sarà Tommaso Taddei nello spettacolo «Bambini all’Inferno» (mercoledì 20, ore 9, al cinema Odeon) di Renzo Boldrini per Giallo Mare Minimal Teatro, nel quale l’attore si trasformerà in una sorta di Virgilio per «incontrare Paolo e Francesca, Ulisse, diavoli di ogni risma e creature fantastiche e mitologiche di ogni genere».
Fra gli appuntamenti classici del festival ritornerà, poi, il Pullman dello spettatore, che quest’anno porterà il pubblico a Terranova Bracciolini per «Hess» di KanterStrasse Teatro (giovedì 21, ore 19 e ore 21:30, all’auditorium le Fornaci), un appuntamento per non dimenticare gli orrori della Seconda guerra mondiale, e al teatro Verdi di Monte San Savino per la «Cenerentola» di Zaches Teatro (venerdì 22 ottobre, ore 21:30), un viaggio alla scoperta di una delle figure più conosciute delle fiabe, un'eroina dai mille volti, artefice del proprio destino, capace di passare dalla cenere alla corte.
Numerosi sono, poi, all’interno del programma i momenti dedicati alla riflessione sulla figura dello spettatore, ideati con il Festival teatro fra le generazioni: la tavola rotonda «Fare e vedere teatro a scuola nell’era post-pandemica» (mercoledì 20, dalle ore 15:00 alle ore 18:00, all’Aula magna del Liceo Piero della Francesca) e le giornate di studi «Spettacolo dal vivo e linguaggi digitali, un nuovo patto spettatoriale» (giovedì 21, dalle ore 15 alle ore 18:30, al teatro Pietro Aretino) e «Sostenibilità della cultura - Cultura della sostenibilità» (venerdì 22, dalle ore 10:00 alle 13:00 e dalle 14:30 alle 17:30, al teatro Pietro Aretino). 
Completano la programmazione la presentazione del libro «Lavoro culturale e occupazione» di Franco Angeli editore, con gli autori Antonio Taormina e Valentina Montalto (sabato 23, ore 11, alla libreria Feltrinelli), la proiezione del film «Rastrelli. Arte, teatri e attori al tempo della peste», di e con Andrea Merendelli (domenica 24, ore 17:30, al cinema Eden), il laboratorio «Orme – danze selvatiche e domestiche» (venerdì 22 ottobre, ore 15:30 e ore 17, al Centro Camu), con Sosta Palmizi, e «Spettatori la gran reunion #6», appuntamento nazionale dei gruppi di spettatori in Italia, (sabato 23, ore 14:30, al teatro Pietro Aretino).
Dopo «Lo spettatore digitale», ovvero l’edizione del 2020 interamente dedicata al tema del rapporto tra spettacolo dal vivo e linguaggi e mezzi digitali, il Festival dello spettatore si concentra, dunque, su due tematiche, tra loro connesse: la prosecuzione del percorso sulla «questione digitale», sempre più oggetto di studio dopo la pandemia da Covid-19, che ha rivisitato il nostro modo di vivere, e il rapporto tra cultura e sostenibilità.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Locandina del Festival dello spettatore 2021; [fig. 2] Immagine guida dello spettacolo «Cenerentola» di Zaches Teatro; [fig. 3] Cover dello spettacolo «Nel mezzo dell’inferno»; [fig. 4] Carrozzeria Orfeo in «Miracoli metropolitani»
 
Informazioni utili
segreteria@reteteatralearetina.it,  tel. 331.7880087 | Sito web: festivaldellospettatore.it

martedì 5 ottobre 2021

A Triennale Milano Teatro dieci spettacoli per uno «sguardo sul mondo»

Danza, teatro, performance, ma anche musica per interrogarsi sul senso della nostra epoca: ecco quanto propone Triennale Milano Teatro con la sua nuova stagione. Umberto Angelini, il direttore artistico, ha scelto dieci spettacoli, con alcune delle figure più interessanti del panorama nazionale e internazionale, per il «ritorno del teatro in presenza» a Palazzo dell’arte. «Lo sguardo sul mondo» è il titolo che fa da filo rosso tra gli appuntamenti in programma da ottobre a dicembre.
A inaugurare la stagione, la cui fruizione degli spettacoli sarà agevolata grazie ai sovratitoli in doppia lingua (italiano e inglese), la cui leggibilità è pensata sulla base di necessità specifiche delle persone sorde e ipoacusiche, sarà una serata musicale. Mercoledì 6 ottobre, alle ore 19, Radio Raheem proporrà un set live dal titolo «A New Season», con Jolly Mare (alias di Fabrizio Martina), in duo con il chitarrista e compositore Francesco Neglia. Durante l’opening, il pubblico potrà scoprire le sonorità dei due ultimi album dell’artista: «Epsilon» e «Logica Natura».
Sotto i riflettori salirà, quindi, in prima nazionale, lo spettacolo «3 annonciations» del regista e coreografo francese Pascal Rambert (12 e 13 ottobre), con protagoniste tre intense attrici internazionali - Silvia Costa, Barbara Lennie e Audrey Bonnet – che interpreteranno a turno, ognuna nella propria lingua, l’Arcangelo nel momento dell’Annunciazione alla Vergine, proponendo un percorso attraverso tre differenti luoghi e tempi della storia, che spazia dal Quattrocento italiano a un futuro remoto e solo immaginato, passando per la Semana Santa spagnola.
Sarà, poi, la volta di «Cleopatràs» di Giovanni Testori, nella rilettura di Valter Malosti e Anna Della Rosa (dal 15 al 17 ottobre). «Di fronte allo spettatore, - si legge nella sinossi - va in scena l’ultima ora di vita di una regina, gran signora, menagèr, star al tramonto di una vita grandiosa, alla quale sfilano davanti agli occhi le immagini e i suoni salienti di una vita piena di eros, di amore, di soldi, di passione e anche di tenerezza».
La sala farà, quindi, da scenario a «JazzMi» (dal 21 al 31 ottobre), festival che per il sesto anno consecutivo porterà in città il meglio del jazz internazionale, mantenendo la sua formula vincente fatta non solo di musica, ma anche di uno storytelling che racconta le trasformazioni di Milano attraverso concerti, divulgazione e condivisione.
Il cartellone proseguirà con l’attesissimo debutto milanese di «Tutto brucia» (dal 4 al 6 novembre) dei romagnoli Motus, da trent’anni tra i massimi protagonisti della ricerca internazionale. Il titolo del nuovo lavoro della formazione guidata da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò evoca le parole di Cassandra nella riscrittura delle «Troiane» di Jean Paul Sartre, un’espressione che già di per sé mette a nudo la traiettoria del progetto che, dopo il viaggio dentro l’Antigone, prosegue lo scavo fra le più scomode figure femminili del tragico. Al centro dello spettacolo – si legge nella sinossi - «ci sono il dolore e lo strazio del lutto, che, fuori dalla sfera personalistica, aprono una questione fortemente politica: quali sono i corpi da piangere e quali no?
Quali forme abbiamo a disposizione per esprimere il lutto, il dolore della perdita (o anche la separazione dal proprio luogo d’origine, come avviene per le comunità diasporiche)?». Difficile provare a rispondere a queste domande – spiegano i Motus - senza pensare ai migranti morti in mare o ai corpi sepolti senza un saluto durante il primo lockdown per la pandemia da Covid- 19.
Completano il cartellone della stagione altri tre spettacoli: il visionario «Imitation of life» di Kornél Mundruczó / Proton Theatre (26 e 27 novembre), sull’inesorabilità del destino, «Paradiso» di Virgilio Sieni (1 e 2 dicembre), che traduce nella dolcezza del gesto il messaggio dantesco, e il nuovo «Hamlet» di Dewey Dell (15 e 16 dicembre), sul tema dell’identità.
Quella che prende il via il prossimo 6 ottobre è anche la prima stagione che vede Romeo Castellucci, uno dei più importanti artisti contemporanei, Grand Invité di Triennale. A partire dal teatro, la collaborazione continuerà fino al 2024 toccando i molteplici ambiti di azione del regista, abbracciando le diverse attività di Triennale e dando così vita a una sinergia unica. 
La collaborazione inizierà con lo spettacolo «Bros» (dall’11 al 14 novembre), un esame profondo della responsabilità individuale e collettiva e del nostro rapporto con la legge, e proseguirà con la proiezione del trittico «La Divina Commedia. Inferno, Purgatorio, Paradiso» (5 dicembre), proposto nel 2008 per il Festival d’Avignon e definito dal quotidiano francese «Le Monde» «una tra le dieci produzioni culturali che hanno segnato il primo decennio del Duemila, accanto all’opera «Split-Rocker» dell’artista visivo Jeff Koons e al romanzo «La Strada di Cormac» McCarthy».
Castellucci sarà, inoltre, impegnato nel percorso formativo «Nascondere». Il progetto, realizzato in collaborazione con la Direzione generale Creatività contemporanea del MiC, invita un gruppo di professionisti e studenti nel campo delle arti contemporanee, selezionati attraverso una call pubblica, a misurarsi con personalità provenienti da differenti ambiti artistici con l’obiettivo di individuare una differente modalità di progetto formativo trasversale alle discipline della creatività e prevede una testimonianza finale aperta al pubblico.
All’intera stagione sottende, dunque, una domanda utile quanto necessaria: «qual è la relazione fra spazio poetico e vita?». I temi del contemporaneo finiscono così sotto i riflettori, il tutto con uno scopo: «il tentativo, impossibile ma necessario, di restituire l’irriducibile complessità del presente» attraverso i linguaggi dell'arte.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Dewey Dell, Hamlet © John Nguyen; [fig. 2] Pascal Rambert, 3 annonciations © Marc Domage; [fig. 3] Virgilio Sieni, Paradiso © Renato Esposito; [fig. 4] Romeo Castellucci, Divina Commedia © Luca Del Pia; [figg.5 e 6] Motus, Tutto Brucia © Vladimir Bertozzi

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lunedì 4 ottobre 2021

Da «Jackie» ai Familie Flöz: al via la nuova stagione del Menotti di Milano

«È solo un nuovo inizio»
: è questo lo slogan che il teatro Menotti di Milano ha scelto per la sua stagione 2020-2021, non quella della ripartenza, perché di fatto la sala non si è mai veramente fermata, ma quella - dichiarano gli organizzatori - della «straordinaria normalità», con un pubblico che supera le residue e legittime paure per l’attuale situazione sanitaria e, si spera, con il ritorno alla capienza totale degli spazi della cultura.
Ventuno titoli tra produzioni e spettacoli ospiti, un festival internazionale, due focus sul teatro di Saverio La Ruina e di Alessandro Benvenuti, oltre centocinquanta alzate di sipario sono i numeri della nuova offerta cultura della sala, oggi intitolata al mecenate Filippo Perego.
Musica e parole, comicità d’autore, impegno civile, classici rivisitati compongono il cartellone, al quale fa da «epigrafe» una frase di Calderòn de la Barca, tratta da «La vita è sogno»: «¿Qué es la vida? Una ilusión, una sombra, una ficción», «Che cosa è la vita? Un’illusione, un’ombra, una finzione».
La vita – raccontano al teatro Menotti - è un’illusione come quella che hanno messo in scena i ballerini volanti di «No Gravity» con il loro omaggio a Dante Aligheri, nello spettacolo di apertura della stagione, ed è un’ombra come dimostra l’esistenza di Jackie, ovvero Jacqueline Lee Kennedy Onassis, sotto i riflettori, dal 6 al 17 ottobre, con un testo teatrale del premio Nobel Elfriede Jelinek, nell’interpretazione di Romina Mondello e con la regia di Emilio Russo.
Ma la vita è anche finzione, realtà che diventa teatro per farci riflettere con occhi nuovi su ciò che ci circonda. Ecco così che la stagione del Menotti proseguirà con Saverio La Ruina, attore calabrese tra i più premiati della scena italiana, il cui teatro potente e necessario, frutto di una sapiente unione tra parole ed emozioni, sarò in cartellone dal 19 al 31 ottobre. Il focus sull’artista, più volte vincitore dei premi Hystrio e Ubu, si articola in quattro appuntamenti: la prima nazionale di «Da Saverio e Chadli vs Mario e Saleh», spettacolo sul tema dell’immigrazione (dal 19 al 24 ottobre), e «Dissonorata. Un delitto d’onore in Calabria» (26 e 27 ottobre), «La Borto» (28 e 29 ottobre) e «Polvere» (30 e 31 ottobre), tre testi in cui domina la figura della donna vittima dell’egoismo maschile.
Il cartellone prevede, poi, la due giorni di OnStage! Festival, che il 9 e il 10 novembre porterà sul palco del Menotti tre produzioni made in Usa: «When We Went Electronic» di Caitlin Saylor Stephens , un miscuglio psicotropico che descrive l’esperienza della sopravvivenza allo stupro, «The Lost Sock Laundry» di Ivan Faute, sulla tematica dell’integrazione razziale, e «In Their Footsteps» di Ashley Adelman, con cinque storie di donne soldato raccolte che mostrano una visione della guerra al femminile.
Seguirà, quindi, lo spettacolo «Le opere complete di William Shakespeare in 90 minuti» (11-21 novembre), un’immersione leggera e stravagante nel mondo del Bardo, un omaggio divertito e divertente al grande drammaturgo seicentesco, che vedrà in scena Fabrizio Checcacci, Roberto Andrioli e Lorenzo Degl’Innocenti.
I riflettori saranno, quindi, puntati su Alessandro Averone, protagonista dal 25 novembre al 5 dicembre dello spettacolo «Metti, una sera a teatro» di Lawrence Casler, commedia situazionale contemporanea, ironica e tagliente, che prende spunto dalla messa in scena dell’«Amleto» di Shakespeare per raccontare, tra una caramella scartata e una costante disattenzione a ciò che avviene sul palco, la vita di tutti i giorni.
Sarà, poi, la volta dello spettacolo «Cronache del bambino anatra» (8-10 dicembre) di Sonia Antinori, riflessione sulla dislessia, e di «Far finta di essere sani» (14-31 dicembre), con i monologhi e le canzoni indimenticabili di Giorgio Gaber, nell’interpretazione di Andrea Mirò, Enrico Ballardini e Musica da Ripostiglio.
Il 2022 si aprirà con «Fuga dall’Egitto» (7-16 gennaio) di Miriam Selima Fieno e Nicola Di Chio, che affronta un tema doloroso come le violenze e persecuzioni del regime nell’Egitto contemporaneo. A salire sul palco del Menotti sarà, poi, David La Rible con «Il clown dei clown» (29 e 30 gennaio), uno spettacolo che guarda alla lezione di Charlie Chaplin e che vanta tra i suoi ammiratori Nicola Piovani, Charles Aznavour, Sandra Bullock, Francis Ford Coppola e Steven Soderbergh.
Donatella Finocchiaro, con Claudia Potenza e Luana Rondinelli, sarà, invece, la protagonista di «Taddrarite - Pipistrelli» (1-6 febbraio), il racconto di una veglia funebre che diventa occasione per parlare di violenze che non si è mai osato confessare.
Ritornerà, quindi, in scena «Possiamo salvare il mondo prima di cena» (8-20 febbraio), testo di Jonathan Safran Foer con il Collettivo Menotti, nel quale viene raccontata, con straordinario impatto emotivo, la crisi climatica del nostro pianeta alternando, in modo originale, storie di famiglia, ricordi personali, episodi biblici, dati scientifici e suggestioni futuristiche.
Si parlerà anche di morte con «L’uomo dal fiore in bocca» (22-27 febbraio) di Luigi Pirandello, nell’adattamento di Francesco Zecca, con Lucrezia Lante Della Rovere nella parte della donna vestita di nero, una figura femminile muta e dolorante a cui è rimasta una sola cosa: «attaccarsi così, con l’immaginazione alla vita».
Il palcoscenico sarà, quindi, tutto di Alessandro Benvenuti, in cartellone con un tris di spettacoli «Chi è di scena» (dal 4 al 6 marzo), «Panico ma rosa: diario di un non intubabile» (dall'8 all'11 marzo), sul primo lockdown del 2020, e «Un comico fatto di sangue» (12 e 13 marzo).
Mentre la compagnia della Fortezza di Volterra presenterà il suo ultimo spettacolo: «Naturae» (dal 17 al 20 marzo 2022), per la regia e la drammaturgia di Armando Punzo, dove a dominare saranno illusioni, ombre, finzioni. Infine, ritornerà sul palco del Menotti la compagnia Familie Flöz con due spettacoli caratterizzati dalle sue tipiche atmosfere cariche di misteriosa comicità: «Teatro Delusio» (dal 22 al 27 marzo) e «Feste» (dal 29 marzo al 3 aprile). Il pubblico potrà così veder riaprire il loro baule senza fondo e senza fine di meraviglie, stupore, poesia, divertimento e tenerezza. E ancora una volta, prima della chiusura del sipario, l’«illusione», l’«ombra» e la «finzione» animeranno il palco, raccontando la vita che si fa teatro e il teatro che si fa vita.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] «Feste» dei Familie Flöz. Foto di Simon Wachter; [fig. 2] Lucrezia Lante Della Rovere; [fig. 3] Romina Mondello. Foto di Maf Studio: [fig. 4] «Le opere complete di William Shakespeare in 90 minuti». Foto di Marco Borrelli; [fig. 5] Donatella Finocchiaro, con Claudia Potenza e Luana Rondinelli; [fig. 6] Alessandro Benvenuti. Foto di Carlotta Benvenuti; [fig. 7] Saverio La Ruina

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sabato 2 ottobre 2021

La lezione di Strehler e la nuova drammaturgia internazionale, due stelle polari per la nuova stagione del Piccolo di Milano

È pronto a riaprire il sipario anche il Piccolo Teatro di Milano, che in questo scorcio di fine anno vive l’incrociarsi di due anniversari importanti per la sua storia: il centenario della nascita di Giorgio Strehler (nel 2021) e il settantacinquesimo della sua fondazione (nel 2022). Guardarsi indietro per trovare le «mappe utili per navigare il futuro» è quello che ha fatto il direttore Claudio Longhi nel progettare il primo tratto della stagione 2021-2022, quello che va da ottobre a dicembre. Ripartire, dopo i lunghi mesi di confinamento che ha vissuto la cultura a causa della pandemia da Sars-Cov-2, significa, infatti, per la sala milanese ritornare a essere «un teatro d’arte per tutti», ovvero un luogo – per usare le parole dello stesso Claudio Longhi - «sempre pronto a registrare le trasformazioni dei tempi, sempre attento a prendere posizione a petto della mutevole complessità del reale».
Guardare al passato significa, dunque, riproporre uno spettacolo-manifesto per la storia dell’istituzione milanese come l’intramontabile «Arlecchino servitore di due padroni» (dal 12 al 31 ottobre, al teatro Grassi), «mirabile sintesi del divenire della poetica strehleriana e del rapporto del regista con il gioco inesauribile e prodigioso dell’attore», ma vuol dire anche focalizzare la propria attenzione sulla nuova drammaturgia.
Non è, dunque, un caso che a inaugurare la stagione sia la creazione di una delle figure di di punta del teatro argentino, ma non solo: Claudio Tolcachir, già apprezzato dal pubblico milanese per «Il caso della famiglia Coleman» ed «Emilia». Sabato 2 ottobre, allo Studio Melato, debutta così, in prima nazionale, «Edificio 3», spettacolo provato lo scorso novembre alle soglie del secondo lockdown e ora finalmente consegnato all’abbraccio del pubblico, che rimarrà in cartellone fino al prossimo 7 novembre. Rosario Lisma, Stella Piccioni, Valentina Picello, Giorgia Senesi ed Emanuele Turetta ci porteranno all’interno dell’ufficio di una grande azienda per raccontare la struggente complessità delle dinamiche relazionali e l’infinita distanza che ci separa tutti dal nostro prossimo, l’incolmabile baratro tra l’intima identità di ciascuno di noi e il personaggio pubblico che diamo in pasto alla gente.
Tra i protagonisti del «nuovo inizio» ci sarà anche Stefano Massini con le sue «Storie», per ben due volte simbolo del ritorno in presenza: dopo il lockdown, all’aperto, nel giugno del 2020, e nell’ottobre dello stesso anno, in sala, prima che la pandemia costringesse di nuovo alla chiusura dei teatri. Con la complicità musicale di Paolo Jannacci, al pianoforte, e di Daniele Moretto, alla tromba, l’attore e drammaturgo toscano riprenderà il suo viaggio attraverso le pagine della letteratura europea allo Studio Melato, dove sarà in scena dal 9 al 14 novembre.
Il desiderio di una riflessione condivisa, tra il Piccolo e il Politecnico di Milano, intorno a uno dei temi più caldi del nostro tempo, la gestione e protezione dei dati che ognuno di noi affida alla rete, ispirerà, invece, lo spettacolo «Big Data B&B», con Laura Curino, in prima nazionale, al teatro Studio Melato, dal 25 novembre al 12 dicembre. Infine, a chiudere il cartellone delle produzioni interne sarà, sempre nella cornice del teatro Studio Melato, Carmelo Rifici con «Doppio sogno», spettacolo tratto da Arthur Schnitzler, con un cast di giovani attrici e attori, ai quali spetterà il compito di focalizzare l’attenzione sui temi del rapporto di coppia, della gestione della violenza all’interno delle relazioni e della costruzione del concetto di identità attraverso il continuo «specchiarsi» nell’altro. Lo spettacolo debutterà in prima nazionale il 27 novembre, per replicare fino al 23 dicembre.
Tra le ospitalità, italiane e straniere, si inizierà con «Everywoman», ultima creazione firmata dal regista Milo Rau per la Schaubühne di Berlino: una struggente riflessione su passato e futuro, su vita e morte, su solitudine e comunità, con Milo Rau e Ursina Lardi, in scena dal 14 al 16 ottobre nella sala grande dello Strehler. Questo spettacolo – racconta Claudio Longhi nell sua lettera agli spettatori - «ci ricorda che, in assoluta continuità con la tenace fede europeista di Strehler, il nostro teatro non è solo la scena della nostra città, ma vuole essere anche uno dei crocevia dell’Europa teatrale».
Sarà, poi, la volta di Eros Pagni, diretto da Daniele Salvo, in «La notte dell’Innominato» (teatro Strehler, 19-31 ottobre), e di Renato Carpentieri e Imma Villa in «Piazza degli eroi» (teatro Strehler, 3-14 novembre), ultimo capolavoro di Thomas Bernhard, per la regia di Roberto Andò, ma anche di Lino Musella in «Tavola tavola chiodo chiodo» (teatro Grassi, 3-7 novembre), racconto delle battaglie donchisciottesche di Eduardo De Filippo per il teatro. Toccherà, quindi, salire sul palco del Grassi a Liv Ferracchiati con «La tragedia è finita, Platonov» (9-14 novembre), originale rilettura di Anton Čechov. Mentre subito dopo, allo Strehler, i riflettori saranno puntati su Marco Paolini con il suo ultimo spettacolo: «Sani!» (16 novembre-5 dicembre), espressione usata per dare il saluto nella valle del Piave, nel quale è racchiusa il senso di un teatro che unisce e crea ponti.
Sempre allo Strehler, il 29 novembre è in programma una serata speciale con Renato Sarti e Angela Finocchiaro che suggeriranno, a partire dagli scritti dell’antropologa forense Cristina Cattaneo, un punto di vista diverso sui naufragi nel Mediterraneo con il loro «Naufraghi senza volto».
Tra gli spettacoli ospiti della prima parte della stagione ci sarà anche «Arsenico e vecchi merletti» (teatro Grassi, 14-23 dicembre), con due signore della scena come Anna Maria Guarnieri e Giulia Lazzarini.
Il Natale chiuderà il sipario sul primo tratto di stagione con due classici: la Compagnia Carlo Colla e Figli proporrà «Pinocchio» da Collodi, versione per marionette nata da un’idea di Eugenio Monti Colla (teatro Grassi, 28 dicembre-9 gennaio), mentre la Scuola di ballo dell’Accademia alla Scala riscalderà le feste del pubblico con il suo balletto «Lo schiaccianoci» (teatro Strehler, 14-22 dicembre).
«Il magistero di Strehler, la nuova drammaturgia, il repertorio, il grande teatro internazionale» sono, dunque, i fili rossi della nuova stagione del Piccolo teatro di Milano, che porterà il pubblico a capire il mondo che ci circonda nelle sue infinite sfaccettature, per aiutarlo ad affrontare consapevolmente le sfide che ci aspettano.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Arlecchino servitore di due padroni. Foto: Ciminaghi - Piccolo Teatro di Milano; [fig. 2] Edificio 3. Foto di Masiar Pasquali; [fig. 3] Marco Paolini. Foto di Valeria Fioranti; [fig. 4] Everywoman – Ursina Lardi. F oto di Armin Smailovic; [fig. 5] Pinocchio. Compagnia Carlo Colla e figli 
 
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«Play with food», da undici anni il cibo va in scena a Torino

Il teatro incontra il mondo del cibo e della convivialità. Succede in Piemonte dove, dal 2010, va in scena il festival «Play with food – La scena del cibo», nato da un’idea di Davide Barbato per i Cuochivolanti e organizzato dall’associazione Cuochilab.
Undici giorni di programmazione, tredici compagnie, di cui due straniere, e ventisei appuntamenti dislocati in tutta la città, con quattro prime assolute, una prima nazionale e quattro prime regionali sono i numeri della nuova edizione, la numero dieci, in programma dal 2 al 10 ottobre a Torino.
Come suggerisce la nuova immagine di Cesco Rossi, la kermesse in programma nei prossimi giorni sarà un banchetto allegro e barocco, sorprendente e pantagruelico, importante non solo per i numeri, ma anche per qualità artistica. Non è un caso che il festival, alla cui ultima open call hanno partecipato centotrentotto compagnie, ha ottenuto un recente riconoscimento dal Ministero della cultura, che lo sosterrà attraverso il Fondo unico per lo spettacolo 2021.
A segnare il debutto della nuova edizione sarà, al Circolo dei lettori, la compagnia Cuocolo/Bosetti– Iraa Theatre con «R.L..» (sabato 2 ottobre, ore 19 e ore 21), uno spettacolo in cuffia, intimo e sconvolgente, tratto da un racconto della celebre scrittrice canadese e premio Nobel Alice Munro. La storia è quella di una donna in un momento di massima vulnerabilità, vissuto sul filo del rasoio durante un banale momento conviviale.
Domenica 3 ottobre si inizierà presto, alle ore 9, con «Incontrarsi in natura - Forest Bathing», appuntamento in compagnia di Fabio Castello e Fabio Berardi, all'Azienda agricola Ram – Radici di Moncalieri, per scoprire lo Shinrin-Yoku, pratica nata in Giappone nel 1982. Con questo incontro molto particolare, il pubblico potrà sperimentare - in un percorso di quattro ore in mezzo alla natura - la camminata sensibile, l’abbraccio dell’albero, la meditazione dello sguardo. Alla fine, è previsto un pranzo in fattoria con i frutti della terra raccolti dai partecipanti.
La prima domenica del festival vedrà in scena anche, alla Casa del teatro ragazzi, la prima regionale dello spettacolo «La grande guerra degli orsetti gommosi» della compagnia sarda Batisfera, in un evento co-programmato insieme a «Incanti». Si tratta di un «piccolo kolossal da tavolo», con protagonisti i celeberrimi orsetti commestibili, selezionato per rappresentare la scena italiana al festival «In scena!» di New York nel 2022. Per accontentare un pubblico il più ampio possibile sono state organizzate quattro repliche, in programma alle ore 16, 17, 18 e 19.
Il giorno successivo, alle ore 20, andrà in scena, sempre alla Casa teatro ragazzi, un’altra prima regionale: «La grande abbuffata», prima versione teatrale italiana dell’iconica pellicola di Marco Ferreri, per la regia di Michele Sinisi. In scena in questo spettacolo, che punta i riflettori sulla storia di quattro amici che decidono di suicidarsi mangiando fino alla morte, ci sarà Ninni Bruschetta, volto noto al grande pubblico per le sue interpretazioni cinematografiche e televisive, tra cui quella dell'indimenticabile direttore della fotografia Duccio Patanè nella serie cult «Boris».
È, poi, in programma, nelle giornate di martedì 5 e mercoledì 6, una intensa due giorni nel neonato Spazio Kairòs di Onda Larsen. Si inizierà con la prima assoluta de «Il talismano della felicità» del Collettivo LunAzione (ore 19 e ore 21), un atto unico che intreccia due inediti monologhi al femminile, dove il cibo è protagonista di vicende spiazzanti e grottesche. Ne «L’arrosto» di Alberto Milazzo, una donna legata alla sedia instaura un irresistibile dialogo dal sapore beckettiano con il suo aguzzino; mentre in «Arcano I» di Iwan Paolini a parlare è la celeberrima assassina Leonarda Cianciulli, che ci conduce negli inquietanti meandri della sua macabra vicenda. Lo spettacolo, coprodotto da «Play with Food» e Torino Fringe Festival, è l’esito finale di «Abbiamo fame di storie», un progetto biennale intrapreso dai due festival in collaborazione con la rivista letteraria indipendente «Crack» a sostegno della scrittura per il teatro e delle giovani compagnie.
A seguire (alle ore 20 e alle ore 21), il giovane collettivo «L’Amalgama» proporrà, in prima assoluta, la performance interattiva «L’indispensabile»: partendo dalla domanda su che cosa sia rimasto di indispensabile oggi nel cibo, i partecipanti a quest'incontro/intervista one to one si troveranno a riflettere e a discutere su che cosa sia indispensabile nella loro vita.
La due giorni in via Mottalciata si chiuderà con «Manifesto of a bread maker» di Vita Malahova (solo mercoledì 6, alle ore 21:15). L'attrice, prima artista straniera ospite del festival, racconterà la vita della nonna in campagna, il suo rapporto con il lavoro, la natura e la guerra.
Giovedì 7 ottobre, alle ore 20, ci si sposterà, quindi, al Qubì per una serata all’insegna della leggerezza e della convivialità con la talentuosa Giulia Cerruti di «Crack24» e la prima regionale di «Monologo di donna con lievito madre», una stand-up tragicomica, figlia del lockdown, in cui si parla di solitudine, convivenza forzata, noia, bisogno di riempire il tempo, complottismo, paura del contagio e ottimismo.
Venerdì 8 ottobre, alle ore 21, sarà, invece, il CineTeatro Baretti, a fare da scenario allo spettacolo «Il pelo nell’uovo – Primo studio» della compagnia «La Ribalta». Cosa c’è nel piatto? Casa è stato prima e da dove viene? Com’è possibile modificare rapidamente le nostre abitudini alimentari?: sono alcune delle domande che tessono la trama di questo appuntamento teatrale, un invito a riflettere sul tema dello sviluppo sostenibile.
Sabato 9 ottobre, al teatro Colosseo, andrà, poi, in scena la seconda realtà straniera presente in questa edizione del festival: il collettivo londinese «state of the [art]», che presenterà la prima assoluta di «Piece of cake», un gioco di ruolo dal vivo che ricrea una festa di matrimonio usando tutti gli spazi del teatro, dal foyer ai camerini. Gli spettatori, veri e unici protagonisti, potranno essere chef, camerieri, fotografi, ospiti e assumere addirittura il ruolo della coppia che dirà il fatidico sì. L'evento (con ingressi scaglionati alle ore 11, 13 e 16) dialogherà con le opere della mostra «Street Art in Blue 3, allestita all'interno del teatro.
Sempre sabato 9 ottobre, alle ore 20, all’Unione culturale Franco Antonicelli», andrà in scena la prima assoluta di «Nato cinghiale», spettacolo del giovane artista umbro Alessandro Sesti, con la musica dal vivo di Debora Contini, che racconta la storia di un padre e di un figlio, del loro rapporto vissuto tra fragilità, paure, contrasti e amore, il tutto preparando per il pubblico delle tagliatelle al ragù di cinghiale.
L’ultima giornata di festival avrà, invece, per protagonista Roberta Calia con il suo spettacolo «La taverna del disgusto» (domenica 10 ottobre, alle ore 10 e alle ore 16, a Casa Fools), storia di un ristorante rinomato tra i mostri, dove ricette ripugnanti hanno sempre fatto la felicità di tutti i clienti, che da qualche tempo si ritrova ad attraversare qualche piccolo disguido. Mentre a chiudere il festival sarà la prima regionale di «RedReading #Piatti forti» della compagnia romana Bartolini/Baronio, al suo debutto a Torino (domenica 10 ottobre, alle ore 20, al Qubì).
Non mancheranno appuntamenti speciali come i momenti conviviali con i food partner (Agribiscotto, Birrificio San Michele, Camellia, Green Italy, La Masera, Macelleria Gadaleta, Enoteca Rabezzana, Pastificio Bolognese), Agrisalumeria Luiset, Cuochivolanti, Ristorante San Giors) o il progetto «How I met my theatre buddy» (sabato 2 ottobre, alle ore 19:30 e lunedì 4 ottobre, alle ore 19), originale format di dating teatrale per trovare il partner ideale con cui condividere la passione per il teatro.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Collettivo LunAzione, «Il talismano della felicità»; [fig. 2]  «La grande abbuffata». Foto di Luca Del Pia; [fig. 3] Alessandro Sesti in «Nato cinghiale»; [fig. 4] «La taverna del disgusto. Foto di Lorenzo Calla; [fig. 5] «La grande guerra degli orsetti gommosi» di Batisfera. Foto di Sabina Murru; [fig. 6] «Il pelo nell'uovo». Foto di Arianna Iacono; [fig. 7] «Rl» di Cuocolo/Bosetti– Iraa Theatre 
 
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www.playwithfood.it

venerdì 1 ottobre 2021

Al via il festival «Incanti»: in scena a Torino il meglio del teatro di figura

È il tema del viaggio, inteso come esperienza di passaggio e superamento, sia di confini che di differenze, a fare da filo rosso alla ventottesima edizione di «Incanti», storica rassegna internazionale dedicata all’arte millenaria del teatro di figura, in programma dal 1° al 7 ottobre a Torino, per iniziativa dall’associazione Controluce – Teatro d’Ombre e con la direzione generale di Alberto Jona.
Tredici spettacoli, dedicati a grandi e bambini, saranno in scena nella sede storica della manifestazione, la Casa teatro ragazzi, ma anche in spazi meno convenzionali come Orti generali, il Mufant - Museo Lab del fantastico e della fantascienza e Casa Fools - teatro Vanchiglia.
A tenere a battesimo il festival, la cui immagine guida è stata realizzata da Erica Demarco nell’ambito di una sinergia virtuosa con la Scuola internazionale di Comics di Torino, sarà, nella serata di venerdì 1° ottobre (dalle ore 19:30), «L’ultimo ballo di Brigitte», dove la danza dell’anziano pupazzo protagonista è metafora del viaggio eterno che ci attende al termine della vita. Vincitrice di numerosi premi, tra cui quello come miglior spettacolo al festival francese Mimos de Perigeux, la rappresentazione, in scena alla Casa teatro ragazzi, è realizzata da Zero en Conducta, una delle più interessanti compagnie emergenti del panorama spagnolo, fra le cinque realtà del Paese presenti a «Incanti» grazie alla sinergia con il Ministero della cultura di Spagna - AC/E Acción Cultural Española.
L’edizione 2021 avrà, infatti, un vero e proprio focus sul teatro di figura iberico contemporaneo. Venerdì 1° ottobre, alle ore 21, sarà, per esempio, in scena la compagnia Ymedioteatro con «EcO», uno spettacolo comico che parla di libertà e della poesia che ci lega alla vita. Mentre sabato 2 ottobre, alle ore 16, ritornerà in scena Zero en Conducta con una prima nazionale dedicata ai bambini: «TRASHHHH», dove protagonista principale è un sacco della spazzatura, che insegnerà, in modo divertente e creativo, come spesso la magia si nasconde nelle cose che si buttano via. Si terrà quindi, alle ore 21, «La Identidad de Vesania», spettacolo onirico e surreale di e con Vinka Delgado, dove maschere, burattini, teatro fisico e circo sono il mezzo espressivo per riflettere sulla salute mentale e sul disturbo bipolare. 
Prima di questo appuntamento andrà in scena una divertente iniziativa realizzata in collaborazione con il festival «Play With Food – La scena del cibo»: «How I met my Theatre buddy», originale format di dating teatrale per trovare il partner ideale con cui condividere la passione per il teatro. L’evento è stato ideato da un team di studenti e studentesse dei corsi di Management dei beni culturali e Gestione del patrimonio culturale dell’Università di Torino. Attraverso degli origami, uguali a coppie e donati al pubblico, verranno creati dei match per trascorrere in compagnia l’aperitivo e il momento prima dello spettacolo e trovare, se possibile, il partner ideale con cui condividere la passione per il teatro.
Sempre in collaborazione con «Play With Food», si terrà nel pomeriggio di domenica 3 ottobre, a Casa Fools - Teatro Vanchiglia, «La grande guerra degli orsetti gommosi» di Batisfera, «uno spettacolo di teatro d’oggetti audace e bizzarro, realizzato su un tavolo», selezionato per rappresentare la scena italiana al festival «InScena» 2022 di New York.
Al mondo dei più piccoli guarda anche «Baby Macbeth», attesa prima nazionale di e con l’artista belga Agnès Limbos, nome di punta del teatro di figura che da oltre trent’anni, con la sua compagnia Gare Centrale, crea un teatro popolare di qualità, ricco di emozioni e basato sulla forza dell’istinto. I bambini, a partire dai 12 mesi, saranno i veri protagonisti di questo magico lavoro teatrale, in programma nel pomeriggio di domenica 3 ottobre alla Casa teatro ragazzi, dove Agnès Limbos, attraverso un grammelot ispirato all’inglese shakespeariano, guiderà il pubblico a vestire i panni di Otello, Desdemona, Macbeth o Giulietta.
Sempre al pubblico più giovane, a partire dai 10 anni, è dedicato «La sposa blu» (martedì 5 ottobre, alle ore 21, alla Casa teatro ragazzi): lavoro multidisciplinare fra danza e teatro di figura liberamente ispirato alla favola di Barbablù, realizzato dall’autrice e performer Silvia Battaglio e prodotto dalla compagnia Zerogrammi di Torino. Lo spettacolo rientra nell’ambito del Progetto Cantiere, ideato e realizzato da «Incanti»: l’unico progetto in Italia che supporta le giovani compagnie che decidono di sperimentare il teatro di figura, con l’obiettivo di creare un passaggio culturale tra le compagnie storiche e le nuove generazioni.
Nell’ambito del Progetto Cantiere sono stati realizzati anche altri spettacoli come «L’origine dell’occhio» (lunedì 4 ottobre, alle ore 19:30, alla Casa teatro ragazzi) di Martina Mirante, «Hilar» (martedì 5 ottobre, alle ore 19:30, alla Casa teatro ragazzi), «coreografia per danzatrice in carne e fili» di Antonella D’Ascenzi, «Relazioni necessarie» (mercoledì 6 ottobre, alle ore 19:30 al Mufant) di e con Valentina Lisi e, infine, «Caro lupo» (giovedì 7 ottobre, alle 20:30, alla Casa teatro ragazzi) della Drogheria Rebelot, una favola delicata, pensata per i bambini dai 3 anni in su, per far superare loro le paure più recondite, realizzata con la tecnica dell’animazione su nero.
Completano il cartellone teatrale «Recuerda» (lunedì 4 ottobre, alle 21, alla Casa teatro ragazzi) della compagnia spagnola La Tartana, che racconta il complesso territorio della memoria attraverso i ricordi, gli amori e le emozioni di un burattinaio, e «Q» (mercoledì 6 ottobre, alle ore 21, al Mufant) di Claudio Montagna, che guida lo spettatore nel viaggio della vita ricco di sorprese e riflessioni di un adolescente.
Saranno numerose, poi, le iniziative collaterali di questa XXVIII edizione. Il pubblico potrà, infatti, entrare a contatto diretto con gli artisti attraverso «Dietro le Quinte», una serie di video, visibili on-line sul sito di «Incanti», che consentiranno al pubblico di sbirciare dentro i laboratori degli artisti, e «Dialoghi con», cinque momenti per incontrare, virtualmente sulla pagina facebook del festival, le compagnie, dialogando direttamente con i protagonisti sulla scena.
Si rinnovano anche i momenti di formazione della kermesse. Sabato 2 e domenica 3 ottobre il pubblico potrà partecipare a «La Mecanica del Movimiento», laboratorio per imparare a costruire e mettere in movimento un burattino. Nei giorni del festival, si terrà anche «Scrivere con il teatro», laboratorio di scrittura teatrale organizzato in collaborazione con la Scuola Holden, tre incontri per introdursi alle tecniche di scrittura legate al racconto delle esperienze e della visione, nonché alla restituzione della performance di teatro di figura.

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https://www.festivalincanti.it/brochure-incanti-2021-sfogliabile/

giovedì 22 luglio 2021

«Tones on the Stones», concerti sotto le stelle in una cava della Valle Ossola

Quinte di pietra e palco ecosostenibile, ovvero a impatto zero grazie a una produzione in loco da fonti rinnovabili: è il progetto di riqualificazione ambientale della Cava Roncino a Oira di Crevoladossola, una piccola frazione della Valle Ossola, tra boschi, vigneti terrazzati e antichi borghi, la più grande novità di «Tones on the Stones», il «festival in cava» diretto dal soprano Maddalena Calderoni che, da quindici anni, porta ai piedi delle Alpi, in sedi naturali di indubbio fascino, musica, danza, cinema e performance teatrali, unendo la fruizione della cultura alla valorizzazione di un territorio la cui storia è profondamente legata all’estrazione della pietra e della sua lavorazione.
Dopo «Before and After», l’edizione di transizione del 2020, «Tones on the Stones» si trasforma in «Tones Teatro Natura», spostando l’intero programma del festival all’interno del nuovo sito culturale nato nell’ex spazio industriale di Oira, grazie al progetto di riqualificazione firmato da Fuzz Atelier, che sta dando vita non solo a un teatro con due palcoscenici e millecinquecento posti a sedere, ma a un vero e proprio «gate aperto al mondo per favorire lo scambio di idee e progetti artistici», oltre che la realizzazione di «programmi di formazione e di educazione ambientale tesi al benessere individuale e collettivo».
Con alle spalle oltre sessanta produzioni, più di mille artisti invitati, il coinvolgimento di dieci differenti cave di pietra e gli applausi convinti di oltre 40mila spettatori, «Tones on the Stones», esperienza unica a livello internazionale, volge, dunque, con fiducia e nuovo slancio, lo sguardo al futuro e lo fa con una vera e propria stagione teatrale, in programma dal 22 luglio al 5 settembre, che porterà nella provincia di Verbania Cusio e Ossola jazz, opera lirica, musica elettronica e digital art.
In questa edizione, la rassegna si articolerà in quattro differenti format. Il cuore originario del festival, «Tones on the Stones», sarà dedicato a grandi artisti internazionali e vedrà in cartellone due appuntamenti.
Ad aprire idealmente il sipario sarà, nella serata del 22 luglio, il pianista armeno Tigran Hamasyan che, con Marc Karapetian al basso e Arthur Hnatek alla batteria, presenterà il suo ultimo album: «The Call Within».
A seguire, il 24 luglio, ci sarà «No(t)te di stelle», un grande evento multimediale e immersivo dedicato al repertorio operistico: fra danzatori aerei e il videomapping firmato dal regista Paolo Miccichè – celebre per le sue interpretazioni multimediali all’Arena di Verona e a Caracalla – si esibiranno star internazionali come il soprano Barbara Frittoli e il baritono Ambrogio Maestri, in compagnia del tenore kazako Azer Zada, il basso Antonio di Matteo, il mezzosoprano Laura Verrecchia e con la partecipazione di Maddalena Calderoni. A dirigere l’Orchestra filarmonica italiana sarà Elisabetta Maschio.
Subito dopo, dal 27 luglio al 1°agosto, sarà il momento di «Nextones», un festival nel festival tutto dedicato alla sperimentazione elettronica e audiovisiva. Lecture, presentazioni, passeggiate, workshop e performance musicali site-specific di alcuni degli artisti e ricercatori più interessanti del panorama contemporaneo caratterizzano il cartellone, che si aprirà con la compositrice e producer torinese Sara Berts che presenterà a Ghesc, un borgo medievale di otto edifici precedentemente abbandonati, il suo progetto «Ayni» sui temi della redenzione e della guarigione, sviluppato durante i mesi trascorsi nella foresta amazzonica peruviana nel 2019 e durante il primo lockdown del 2020.
Tra gli appuntamenti più curiosi di questa sezione del festival, nata nel 2014 e attenta al territorio circostante, ci sono la performance «Waterbowls» della la sound artist giapponese Tomoko Sauvage agli Orridi di Uriezzo (28 luglio), il progetto site specific della sound artist Felicity Mangan e di Radio Safari sull’ecosistema del fiume Toce (28 luglio), l’incontro con il giovane brand a vocazione green Rayon Vert all’Alpe Devero (29 luglio), e l’anteprima mondiale della performance multimediale «The End of the World» sugli effetti dei cambiamenti climatici (31 luglio), che coinvolgerà il pianista ucraino Lubomyr Melnyk, la violoncellista canadese Julia Kent e il collettivo torinese SPIME.IM.
Il programma dell’edizione 2021 di «Tones on the Stones» prevede, quindi, «Riverberi jazz», una due giorni di performance sonore dedicate al jazz contemporaneo che si contamina tanto con la tradizione popolare quanto con l’elettronica. I concerti verranno proposti al tramonto, nelle giornate del 26 e del 27 agosto, con allestimenti essenziali per scoprire il teatro nella sua forma più naturale. Si inizierà con le contaminazioni musicali di Gianluca Petrella e Pasquale Mirra, per proseguire con il bandoneon di Daniele di Bonaventura, il quartetto di percussioni Waikiki e, per finire, il concerto «Gong», il suono dell’ultimo round, concerto multimediale del trombettista Luca Aquino, con il percussionista francese Manu Katchè, le opere visive di uno dei padri della transavanguardia, Mimmo Paladino, e i racconti del giornalista sportivo Giorgio Terruzzi sulle storie della grande boxe.
Dal 3 al 5 settembre, «Tones on the Stones» sarà, infine, Campo Base, nuovo format che esplora i temi del rapporto tra uomo, natura e cultura della montagna: un campeggio per sviluppare una comunità temporanea, un’esperienza collettiva legata all’essenzialità che prevede una serie di attività diurne e serali sia per i piccoli, sia per gli adulti.

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venerdì 16 luglio 2021

Ticino Musica Festival, oltre settanta eventi e diciotto masterclass per l’edizione numero 25

Compie venticinque anni il Festival Ticino Musica, cartellone concertistico della Svizzera italiana che accosta esperienza artistica e didattica creando un evento che, per la sua unicità, richiama ogni anno da tutto il mondo giovani musicisti, maestri di fama internazionale e appassionati di musica classica. Per celebrare l’importante ricorrenza è stato ideato l’appuntamento «Opera alla stazione», un’inedita rappresentazione del «Barbiere di Siviglia» di Gioacchino Rossini, in programma alla stazione dei treni di Lugano nella serata del 22 luglio, che porterà le frizzanti atmosfere della storia di Figaro, il barbiere «factotum della città» di Siviglia, all’interno di un contesto urbano contemporaneo.
La storia d’amore tra il conte d’Almaviva con Rosina e le sue arie indimenticabili, dalla cavatina «Largo al factotum» a «La calunnia è un venticello», saranno sotto i riflettori anche nella giornata di apertura del festival, domenica 18 luglio, all’Aula magna del Conservatorio della Svizzera italiana, nell’allestimento, in première, dell’affiatata squadra dell’Opera studio internazionale «Silvio Varviso», un punto di partenza per molti cantanti che, selezionati tramite audizioni e provenienti da ogni parte del mondo, sono oggi in carriera, capitanata per l’occasione da Umberto Finazzi (direttore musicale) e Daniele Piscopo (regista). Il capolavoro rossiniano verrà, poi, replicato nella Corte del Municipio di Bellinzona (20 luglio), al teatro Paravento di Locarno (23 luglio), al Chiosetto di Sorengo (25 luglio) e, infine, nella Hall del Lac di Lugano (27 luglio).
Il programma proseguirà, poi, fino al 31 luglio, proponendo oltre settanta eventi in sole due settimane e l’Accademy con diciotto masterclass, oltre al «cantiere lirico» dell’Opera studio internazionale «Silvio Varviso», appuntamenti che, come da tradizione, offriranno ai partecipanti e al pubblico, la possibilità di scoprire non solo capolavori della letteratura musicale di tutti i tempi, ma anche alcuni dei più bei luoghi della Svizzera italiana.
Dal 19 luglio prenderanno il via i recital serali di grandi maestri e vincitori di concorsi internazionali. Ad aprire le danze sarà la musica antica, con il duo d’eccezione formato da Vittorio Ghielmi alla viola da gamba e Luca Pianca al liuto, tra i massimi rappresentanti del loro strumento a livello mondiale. La sera seguente, a calcare il palcoscenico dell’Aula Magna sarà il Duo Polaris, composto da Simone Moschitz al sassofono e Daniele Bonini al pianoforte, vincitore dell’edizione 2019 del Concorso «Marcello Pontillo» di Firenze. Per chi preferisse le sonorità dolci e soffuse delle sei corde, nella stessa serata si esibirà, nella Chiesa di San Carlo Borromeo in via Nassa a Lugano, anche il chitarrista Pablo Márquez, già in passato protagonista di applauditissimi recital. Mercoledì 21 luglio sarà, invece, la volta di Andrea Cellacchi, fagottista, vincitore nel 2019 del prestigioso concorso Ard di Monaco di Baviera e oggi primo fagotto solista dell’Orchestra sinfonica nazionale della Rai. In duo con il pianista Roberto Arosio, il musicista proporrà un programma che esalta le doti solistiche del fagotto, strumento affascinante e versatile. Lunedì 26 luglio l’appuntamento è con il recital del grande pianista Adrian Oetiker, mentre martedì 27 luglio si esibirà, accompagnata al pianoforte da Marta Cencini, la flautista Anna Talácková, vincitrice del Concorso internazionale «Primavera di Praga» 2019.
Altra novità di questa edizione del venticinquennale sono i Nonetti, tre concerti che vedranno sullo stesso palcoscenico un ensemble formato da ben nove grandi maestri, solisti internazionali uniti per l’occasione in formazione cameristica. Gli appuntamenti si terranno nelle giornate di giovedì 22, venerdì 23 e sabato 24 luglio, rispettivamente alla Chiesa del Collegio Papio di Ascona, al Museo Vela di Ligornetto e al Conservatorio di Lugano. In questi appuntamenti speciali si esibiranno Marco Rizzi al violino, Yuval Gotlibovich alla viola, Giovanni Gnocchi al violoncello, Jonas Villegas al contrabbasso, Andrea Oliva al flauto, Ivan Podyomov all’oboe, Calogero Palermo al clarinetto, Gabor Meszaros al fagotto e Jacques Deleplancque al corno, che interpreteranno i nonetti di Bohuslav Martinu, Nino Rota e Louis Spohr.
Accanto ai grandi maestri, Ticino Musica valorizza da sempre i giovani maestri, dai musicisti in corso di formazione che si affacciano al mondo professionale e giungono al festival per perfezionarsi, ai vincitori di concorsi internazionali, agli ensemble cameristici invitati come Ensemble in residence. Per tutti questi giovani talenti Ticino Musica rappresenta una vetrina privilegiata, nonché una fondamentale opportunità di esibirsi in concerto per maturare quell’esperienza da palcoscenico necessaria per progredire in campo professionale accanto ai colleghi giù affermati.
I giovani maestri di Ticino Musica saranno impegnati quotidianamente, a partire da giovedì 22 luglio e fino al termine del rassegna, nei più svariati e suggestivi luoghi del Canton Ticino e della Svizzera italiana, dalla Chiesa della Madonna di Rovio alla Chiesa di San Biagio a Bellinzona, dall’Aula magna del Conservatorio di Lugano alla Chiesa di San Rocco a Morcote, della Chiesa di Santa Maria del Castello a Mesocco al Boschetto del Parco Ciani di Lugano e alla Chiesa di San Bernardo al Curzútt, sul Monte Carasso.
Tra gli appuntamenti dedicati ai giovani maestri si segnalano alcuni cicli tematici, tra cui i Concerti pomeridiani, ogni giorno alle 17.30, e, dal 24 al 30 luglio, i Pranzi in musica, nella Hall del Lac o al Boschetto del Parco Ciani, indicati per chi nella calura del mezzogiorno vuole rinfrescarsi con una pausa musicale.
Per chi volesse non soltanto ascoltare, ma addentrarsi nel «laboratorio» di studio e preparazione all’esibizione pubblica, Ticino Musica propone come ogni anno le Openclass, lezioni aperte al pubblico (con concerto finale), una sorta di lente di ingrandimento su ciò che sta «dietro le quinte» rispetto a quanto avviene sul palcoscenico.
Attraverso le openclass di Ticino Musica 2021 sarà possibile scoprire i segreti dello studio di viola da gamba, organo, clavicembalo, organo, Hammerklavier e Tangentenflügel. Questi quattro strumenti segnano, inoltre, il ritorno della musica antica tra i protagonisti del festival, anche grazie alla sapiente coordinazione di Stefano Molardi, che è stato capace di trasformarli da strumenti di nicchia a protagonisti di primo piano del cartellone con numerosi eventi attraverso tutto il Cantone Ticino e i Grigioni italiani.
Oltre alle opportunità offerte ai giovani maestri provenienti da tutto il mondo, Ticino Musica costituisce una vetrina privilegiata anche per i giovani e giovanissimi talenti nazionali, con un concerto dedicato ai vincitori del Concorso musicale svizzero per la gioventù (22 luglio, Lugano, Hotel Bellevue au Lac) e con l’appuntamento «Talenti ticinesi in concerto» (26 luglio, Bironico, Bottega del pianoforte). Il festival ospita, infine, tre ensemble in residence: i quartetti d’archi Dulce in Corde e Animato Kwartet, nonché il quintetto di fiati Quintetto Sorolla.
A chiusura di un ideale cerchio generazionale e artistico, Ticino Musica proporrà anche alcuni concerti in cui grandi maestri e giovani promesse suoneranno affiancati gli uni gli altri sullo stesso palcoscenico. Questi eventi rappresentano, per i giovani musicisti, un indimenticabile momento di scambio e collaborazione con i propri mentori, che trasmetteranno loro «sul campo» la propria decennale esperienza. Sarà possibile ascoltare i concerti del ciclo «Grandi maestri e giovani promesse» nella Chiesa di San Biagio a Ravecchia (28 luglio) e in Aula magna (30 e 31 luglio).
Ci sono, infine, tre appuntamenti da segnalare per la loro forte valenza turistica e non solo artistica. Si inizierà il 27 luglio con il concerto di Tangentenflügel, a Casa Cantoni di Cabbio, a cura di Stefano Molardi, occasione rara per scoprire uno strumento sconosciuto ai più, ma anche l’interessantissimo Museo etnografico della Valle di Muggio. Si proseguirà il 29 luglio alla Chiesa di San Bernardo al Curzút, dove avrà luogo uno speciale «Concerto al tramonto» del quartetto d’archi in residence Animato Kwartet, preceduto da una salita in funivia, una passeggiata nel bosco, una visita guidata e seguito da una cena con prodotti tipici. Mentre il 30 luglio ci si sposterà a Morcote, assoluta new entry nell’orizzonte geografico di Ticino Musica, per il concerto del Quintetto Sorolla in piazza Pomée. Sito sulle rive del pittoresco Ceresio, a soli quattordici chilometri da Lugano, Morcote è stato insignito nel 2016 del titolo di «borgo più bello della Svizzera». Quale migliore occasione, per ammirare le sue caratteristiche case abbellite da loggette e porticati o la Chiesa rinascimentale della Madonna del Sasso, se non un concerto di musica classica?

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Per informazioni dettagliate sul calendario dei concerti e per prenotazioni è possibile contattare i seguenti recapiti: e-mail info@ticinomusica.com; telefono +41.91.9800972. Nel rispetto delle norme volte al contenimento della diffusione del contagio da Covid19, i posti sono limitati ed è pertanto fortemente consigliata la prenotazione. Sito web: www.ticinomusica.com.